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Autore: shiningreeneyes    14/02/2018    2 recensioni
Sequel di It Beats For Two.
Note traduttrice: la storia non è mia, è solo una traduzione.
Genere: Erotico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: Mpreg
Capitoli:
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CAPITOLO 5

Una decisione

In Our Way - The Royal Concept

 

 

 

Lunedì, 14 Febbraio

 

Sbattei le palpebre e aprii gli occhi lentamente, stordito, cercai di capire cosa stesse toccando la mia faccia. Una volta liberato dalla sonnolenza iniziale, mi resi conto che fosse la mano di Harry.

 

"Che cosa stai facendo?" chiesi stizzito mentre mi alzavo e mi sfregavo gli occhi, sbadigliando languidamente. 

 

Harry sorrise ampiamente prima di rotolare sullo stomaco e poggiare il mento sulla mia spalla, guardandomi. "Svegliati," disse, "Non puoi dormire tutto il giorno, non quando il giorno in questione è così importante."

 

"Che ore sono?"

 

"Le 8 circa."

 

Abbassai le palpebre. "Avresti potuto lasciarmi dormire un'altra ora o due," dissi.

 

"È un grande giorno, Louis," cantilenò, posando un bacio delicato sulla mia clavicola. 

 

"È troppo presto, non è un grande giorno. Lasciami dormire," dissi prima di spingerlo via e girarmi di lato chiudendo gli occhi.

 

"Ma è un grande giorno," disse, e anche se non riuscivo a vederlo, ero quasi sicuro stesse facendo il broncio.  "Finalmente oggi è il giorno in cui io-"

 

"Si, si, oggi è il giorno in cui finalmente metterai un bambino dentro di me," lo interruppi, "Ma non lo farai adesso, quindi stai zitto e lasciami dormire."

 

Passò un momento di silenzio, prima che lui dicesse un po' seccato, "Stavo per dire che oggi è il giorno in cui finalmente ti scoperò senza preservativo. E questa volta saremo sobri." Fece una pausa e poi aggiunse pensoso. "Non abbiamo mai fatto sesso senza preservativo da sobri. Ci hai mai pensato?"

 

Sospirai esasperato, mi voltai e aprii gli occhi. "No, fino ad ora no," dissi. "Grazie per avermelo fatto notare, ci fai proprio sembrare una coppia stabile."

 

"Prego," disse prima di chinarsi e baciarmi le labbra. "Quindi sei sveglio ora?"

 

Roteai gli occhi ancora una volta, lo spinsi via da me e rotolai sull'altro lato. "No. Torno a dormire e se hai il coraggio di provare a svegliarmi prima delle 11, non riceverai niente per un mese."

 

Inutile dire che ricevetti le mie tre ore in più di sonno. Trovai Harry in cucina, occupato a preparare la colazione. Non indossava nient'altro che i suoi boxer, e visto che ero quasi nello steso stato (tranne che per una maglietta), non mi lamentai. Il fatto che fosse decisamente stupendo non mi disturbava per niente.

 

"Il cibo è pronto fra cinque minuti," disse quando si voltò e mi vide. I suoi occhi vagarono su e giù per il mio corpo, sorrise e aggiunse, "Non stai indossando molta biancheria."

 

"Oh, beh, parli proprio tu," dissi, posizionandomi tra le sue braccia, "Non stai indossando praticamente niente."

 

"Ed è favoloso," ghignò mentre si chinava e premeva le sue labbra con le mie. Io mormorai qualcosa contento e misi le mie braccia sulla parte bassa della sua schiena, approfondendo il bacio in modo lieve mentre mi spingevo più vicino al suo corpo quasi nudo. Mentre leccava dolcemente le mie labbra, le sue mani caddero sul mio sedere e si fermarono lì, applicando solo un po' di pressione. Ruppe il bacio solo dopo pochi secondi, ma invece di tirarsi indietro, si avvicinò al mio orecchio e chiuse attentamente le labbra attorno al lobo. "Non riesco ad aspettare a stanotte," mormorò mentre toccava il mio sedere.

 

"Mhm," mormorai tenendo gli occhi chiusi mentre mi lasciavo andare al suo tocco. "Non sono ancora sicuro se sei eccitato perché non vedi l'ora di passare del tempo con me, o se si tratta solo di fare un bambino."

 

"Beh," disse e posò un bacio sulla mia mascella, "In realtà, fare un bambino conta come passare del tempo con te."

 

"Non è questo il punto," dissi.

 

Sbuffò piano e si tirò indietro per guardarmi negli occhi. "Certo che non vedo loro di passare del tempo insieme," disse. "Non vedo l'ora di festeggiare San Valentino nel modo giusto. Mi è mancato."

 

Sorrisi e strinsi ancora più forte la mia presa, quasi per assicurarmi che non scomparisse. "Anche a me," dissi.

 

"E mi è mancato fare senza sesso senza preservativo," disse, il suo sorriso diventò sfacciato.

 

"Dovevi proprio rovinare il momento, vero?"

 

"Non ho rovinato niente," mormorò, toccando la punta del mio naso con la sua. "Stavo solo constatando un dato di fatto, e sono abbastanza sicuro tu sia d'accordo con me."

 

"Ricordo a malapena com'è," ammisi imbarazzato. "Noi... beh, eravamo ubriachi tutte e tre le volte, nel caso l'avessi dimenticato."

 

"Io non ricordo nemmeno la prima volta," disse con una scrollata di spalle. "Questo non significa che non so come sia farlo senza un maledetto strato di lattice che mi copre il cazzo, però."

 

"Smettetela di parlare di questo quando io posso sentire." Aidan entrò in cucina con un'espressione scontrosa e i suoi ricci sembravano un nido di uccelli. "E smettetela di palparvi a vicenda. È disgustoso."

 

Le mani di Harry scivolarono via da me e io feci un passo indietro, piagnucolando silenziosamente per la perdita del contatto. "Non sapevamo che fossi già sveglio," dissi. "Di solito non ti alzi prima di mezzogiorno."

 

"È San Valentino e ho delle cose da fare," disse mentre andava verso il frigo e tirava fuori un cartone di succo per poi berne un sorso. A volte mi ricordava  un Harry più giovane.

 

Lanciai una rapida occhiata a Harry e mi schiarii la voce. "Si, a tal proposito," dissi, "Devi uscire stasera?"

 

"Si." Né io né Harry dicemmo nulla, e lui abbassò il cartone del succo lentamente. "Perché?"

 

"Oh, no- è il giorno di San Valentino." Apparentemente non era una spiegazione sufficiente, perché sbatté semplicemente le palpebre, e sospirai. "È San Valentino e noi volevamo-"

 

"Ew," mi interruppe, facendo una smorfia. "Ho afferrato. Farete dei bambini e volete che stia fuori stanotte. Ho capito."

 

"Io- no, è- Aidan!" Mi passai una mano sul viso e mi voltai verso Harry con un'espressione supplichevole. Sorrise, come faceva sempre quando Aidan mi faceva agitare.

 

"Vogliamo sapere quanto tempo starai via," disse Harry mentre si avvicinava al fornello e spostava la friggitrice.

 

"Tutta la notte, se volete fare dei bambini," grugnì Aidan.

 

Harry sospirò. "Aidan, per favore."

 

"A meno che non manderò a puttane qualcosa, passerò la notte a casa di..." Si interruppe, arricciò la fronte per un momento e poi si illuminò. "Amy. Passerò la notte a casa di Amy."  

 

Lo fissai. "Scusami, ma hai dovuto pensare per ricordarti con chi trascorrerai la notte?"

 

"Non è così semplice tenere il conto," disse. "E mi sono appena svegliato. Datemi una pausa."

 

"Darti una-" chiusi la bocca e inspirai profondamente, non potendo iniziare ad urlargli contro. "Aidan," dissi con voce lenta ma ferma, "Per favore non dirmi che stai- beh, uscendo con più di una ragazza allo stesso tempo."

 

Non sembrava per niente disturbato. "Quindi?"

 

"Quindi?" Alzai le mani in aria. "Non voglio che mio figlio sia il tipo di idiota spezza cuori!"

 

"Non spezzo i cuori," disse lui, mentre rimetteva il cartone in frigo. 

 

"Vuoi scommettere?" Sbottai.

 

Sembrava sorpreso della mia reazione, e aggrottò leggermente la fronte. "No," disse, anche se sembrava meno sicuro. "Va tutto bene."

 

"Non la penso così," dissi con un cenno della testa.

 

"Non ho mai, sai, promosso niente a loro," disse, lo sguardo che si spostava tra me e Harry. "Non ho mai detto loro che staremo insieme per sempre o qualsiasi altra cosa del genere."

 

"E hai mai detto a loro il contrario?" Ribattei. 

 

Aprì la bocca, la chiuse e si spostò a disagio. "No?" Disse.

 

"Bene, allora c'è un problema," disse Harry avvicinandosi a me e mettendomi un braccio intorno alle spalle. "Forse non te ne sei reso ancora conto, ma se sei carino con una ragazza, esci con lei spesso, avete degli appuntamenti, fate sesso-"

 

"Harry!"

 

"Sai che è vero, Louis, smettila di frignare. Il punto è che se fai tutto questo con una ragazza e non chiarisci che non ti interessa una relazione, il novanta percento dei casi, lei la finirà per essere furiosa."

 

"Io-" Corrugò le sopracciglia. "In ogni caso, tu sei gay, non sai niente di tutto questo." Si girò e uscì dalla stanza. Qualche istante dopo sentimmo il rumore della porta della sua camera da letto che si chiudeva. 

 

"Bene," disse Harry e si schiarì la voce. "Penso che andrò a parlare con lui."

 

"Lascia che si calmi un po' prima," dissi stanco.

 

Dopo aver fatto colazione, andai a farmi una doccia mentre Harry puliva. Quando fui nudo di fronte allo specchio, osservai la zona del mio stomaco con un piccolo cipiglio. I chili che avevo preso con la gravidanza, erano spariti da tempo, ma non potei fare a meno di pensare se sarei stato in grado di rimettermi in forma dopo un'altra gravidanza. L'ultima volta era stato abbastanza difficile, diciotto anni prima, ma Dio sapeva come sarebbe andata a finire quella volta.

 

Trascinai lentamente un dito su una delle smagliature proprio accanto al bacino. Harry diceva che le amava, amava ognuno dei circa dieci segni che erano rimasti nel mio corpo come promemoria. Portai la mano più in basso e raggiunsi le cicatrici più grandi del cesareo. Due orizzontali, leggermente rosa, causate dagli aborti, e una verticale molto meno lieve, causata dalla nascita di Aidan. Non sembravano così male, però. Non lo pensavo, almeno, e Harry mi diceva che le amava, quindi il pensiero di averne un'altra non mi avrebbe fatto cambiare idea. Non per davvero.

 

Quando tornai di sotto, Harry aveva indossato un paio di jeans e una vecchia maglietta, era seduto sul divano con il portatile davanti a lui, sul tavolino. Mi sedetti accanto a lui, mi tirai le gambe coperte dalla tuta sul petto e strinsi le labbra pensieroso.

 

"Harry?" Dissi.

 

Alzò la testa e mi guardò. "Mm?"

 

"Cosa succederà se questo bambino mi farà diventare grasso e disgustoso?"

 

Sbattendo le palpebre, raddrizzò la schiena lentamente e aggrottò la fronte. "Cosa ti ha fatto pensare a questo?" Chiese.

 

Scrollai le spalle. "Niente," dissi. "Non proprio, è solo- sai come sono, io-"

 

"Lo so," mi interruppe con un sorriso. "Quindi, cosa succede se il tuo corpo diventa 'grasso e disgustoso'?"

 

"Io- beh, mi... amerai ancora?" Mi spostai a disagio. "Perché per quanto voglia un bambino, non voglio che rovini la nostra relazione."

 

Sbuffò e scosse la testa. "Non sono così superficiale, Lou."

 

"Lo so, lo so," sospirai. "Stavo solo pensando che- beh, non so se sarò in grado di mettermi in forma velocemente, o del tutto, come è successo dopo che è nato Aidan, e se non ci riesco, io non voglio che tu... sia disgustato."

 

Sorrise, si spostò più vicino a me e mi diede un rapido bacio sulla guancia. "Non mi importa," disse. "A meno che tu non abbia un problema con questo, non importa."

 

Guardai verso il basso per un momento, e poi sospirai di nuovo. "No, non... non proprio," dissi. "Immagino sia solo- no, non voglio che tu... smetta di volermi. Tutto qui." 

 

"Mai," mi rassicurò. "Ti volevo quando avevamo diciotto anni, ti voglio adesso, e ti vorrò quando saremo vecchi, con i capelli grigi e le rughe. Non devi preoccuparti."

 

Sorrisi. "Va bene."

 

"Va bene?"

 

"Mhm."

 

"Bene." Mi diede un altro bacio sulle labbra prima di lasciarmi andare rapidamente, alzandosi in piedi. "Ma adesso ho bisogno che tu ti vesta ed esca di casa."

 

"Cosa?" Lo guardai confuso. "Perché?"

 

"Perché," disse, tirandomi su, "Preparerò tutto per stanotte."

 

"Preparare tutto? Cosa, inizierai a dipingere la stanza degli ospiti? Potresti almeno aspettare fino a quando non sapremmo quale sarà il sesso del bambino."

 

Roteò gli occhi. "Cucinerò," disse. "E pulirò, e ho alcune cose da comprare."

 

"Oh." Avrebbe cucinato. E pulito, e aveva delle cose da comprare (probabilmente fiori, se lo conoscevo bene). E okay, quello era... si, andava bene. Era un miglioramento significativo rispetto al San Valentino dell'anno prima. 

 

"Okay, credo che troverò qualcosa per passare la giornata."

 

Alla fine, dopo essermi vestito, finii a casa di Niall. Fu una Celeste al quarto mese di gravidanza ad aprirmi la porta quando bussai. "Ciao, Louis," disse, le sopracciglia scure che si alzarono per la sorpresa. "Niall è uscito per un po', se sei qui per lui."

 

"Sono qui per vedere anche te," dissi sorridendo, mentre guardavo la sua pancia leggermente più grande. "Come stai?"

 

"Oh, bene," disse lei mentre si faceva da parte per farmi entrare in casa. "Nausea mattutina, sbalzi d'umore e tutto il resto, ma è normale, no?"

 

"Non so cosa sia normale, ma ho passato i primi tre mesi a vomitare ogni mattina quando ero incinto di Aidan," dissi mentre mi toglievo le scarpe e la giacca e la seguivo nel soggiorno.

 

Si accasciò sul divano, facendomi segno di fare lo stesso. "E hai avuto una gravidanza abbastanza normale, giusto?" chiese quando mi sedetti.

 

"Sorprendentemente normale, in realtà," dissi. "Se non teniamo conto del fatto che ho dovuto nasconderlo più o meno a tutti."

 

Un sorriso le increspò le labbra. "Si. Non credo di avertelo mai chiesto, ma quando hai iniziato a dirlo agli altri?"

 

"Mai," dissi ridendo. "L'ho detto a quelli a cui era impossibile tenerlo nascosto, come Harry, mio fratello e mia mamma, ma non l'ho mai detto ad altri se non era necessario."

 

"A me l'hai detto," osservò lei.

 

"Si, beh, mi davi l'impressione di una persona perbene," dissi con un sorriso ironico. "Avevo la sensazione che non ne avresti parlato con nessuno o che avessi pensato che fossi un mostro."

 

"Ad essere onesti, sei un po' strano," sorrise lei. "Ma non per questo fatto, più per quanto sembri proprio una mamma quando si tratta di Aidan."

 

"Qualcuno deve esserlo," ragionai mentre fingevo indignazione. "Harry è il genitore divertente, io quello cattivo. È un buon equilibrio."

 

"Mm, si." Un piccolo solco apparve tra le sue sopracciglia. "Penso che sarò il genitore cattivo una volta che questo piccoletto-" fece un cenno al suo stomaco "-nascerà. Niall sarà quello divertente, senza dubbio."

 

"Ogni bambino ha bisogno di almeno un genitore che stabilisce i limiti e tutto il resto," dissi. "Ti amerà ugualmente, non ti preoccupare." Sbattei le palpebre. "A proposito, è un maschio o una femmina?"

 

"Un maschietto," sorrise lei. "Avresti dovuto vedere Niall quando lo abbiamo scoperto, ha iniziato a pianificare la sua carriera da calciatore proprio lì, nello studio del dottore."

 

"Mi sembra giusto. Quindi, un maschietto." Misi le mani distrattamente sul mio stomaco e guardai in basso. "Magari... magari avrà un amichetto con cui giocare." Alzando lo sguardo per incontrare il suo, la trovai a trovarmi con occhi leggermente spalancati. "O forse una fidanzata. O una migliore amica. Chissà."

 

"Tu-" si fermò per un secondo. "Oh mio Dio! Tu ed Harry state per avere un bambino?"

 

"Ci proveremo, si," dissi, mordendomi il labbro per impedire al mio sorriso di allargarsi troppo.

 

Fece cenno di alzarsi, ma poi fece una smorfia e affondò contro i cuscini. "Ti abbraccerei, ma non posso alzarmi," disse. "Ma congratulazioni, sono felice per voi. Soprattutto dopo..,beh, tutto."

 

"Si," dissi, sorridendo debolmente. "Anche io. L'anno scorso a San Valentino non abbiamo neanche trascorso la serata insieme, e... ora vogliamo avere un bambino. Sembra un po' surreale, ad essere onesti."

 

"Mm. Come si sente Aidan a riguardo? Ad avere un fratellino così tardi, dico. Mia sorella è nata quando avevo quindici anni e pensavo che fosse strano da morire. Più che altro perché sapevo che i miei genitori avevano fatto sesso proprio mentre ero nella stanza accanto."

 

Sorrisi per un secondo prima di rispondere. "Gli va sorprendentemente bene, in realtà," dissi. "Un po' stranito forse, ma molto meno di quello che pensavamo."

 

"Chi è stranito e perché?" Niall entrò nella stanza con un mazzo di fiori e una borsa di Victoria's Secret. Si sedette tra me e Celeste e sospirò profondamente, completamente esausto a giudicare dal suo aspetto. "Odio fare shopping," disse.

 

Celeste roteò gli occhi e gli diede uno schiaffo sulla nuca. "Accettalo," disse lei. "Sto portando il tuo bambino."

 

"Forse dovrei usare questa frase con Harry," dissi.

 

Passò un attimo di silenzio e poi gli occhi di Niall mi guardarono, spalancati e curiosi. "Tu- cazzo, sei incinto?" Esclamò, indicando quasi in modo accusatorio il mio stomaco.

 

"Io-"

 

"Ecco un modo per rubarmi la scena. Un ragazzo incinto è molto più interessante di una donna incinta." Mi mostrò la lingua, fingendosi offeso, e poi sorrise. "Quando è successo?"

 

"Non è ancora successo," dissi. "Ma ci proveremo. Stanotte."

 

Entrambi sorrisero e mossero le sopracciglia, e io roteai gli occhi.

 

*

 

Quando tornai a casa verso le 17, Harry era in cucina, occupato a preparare quella che sembrava...

 

"Pasta?" Misi il mento sulla sua spalla e guardai i fornelli.

 

"Mhm," disse distrattamente mentre era impegnato a versare la salsa in una ciotola. "Carbonara. Il primo piatto che ti abbia mai preparato, giusto?"

 

"Oh." Sorrisi e gli posai un bacio sul collo. "Si."

 

"Questa volta sto facendo tutto perbene, però," disse. "O anche l'altra volta l'avevo fatto?"

 

"Beh, era commestibile," dissi. "Non so cosa tu voglia dire con "facendo bene'."

 

"Sai, la pasta con il parmigiano, poi l'insalata, il pane all'aglio e una bottiglia di Pinot Bianco."

 

"Pensavo dovessimo rimanere sobri," dissi secco.

 

"Una bottiglia di vino non ci farà ubriacare, Lou," sbuffò. "Puoi berne un bicchiere. Fidati di me, quel vino è delizioso con la pasta."

 

"Va bene, ma promettimi di non farmene bere più di un bicchiere."

 

"Promesso."

 

"Bene." Mi alzai e mi poggiai sul bancone. "Okay, quindi, ho bisogno di vestirmi bene per questa cena che mi stai cucinando, o posso mangiare con la mia tuta e una maglietta?"

 

"Tuta e maglietta vanno bene," disse. "Sarà più semplice toglierli dopo."

 

"Ma che dolce."

 

"Non lo sono?"

 

Alzai gli occhi al cielo, ma non commentai ulteriormente sulla questione. "Aidan è uscito?"

 

"Circa mezz'ora prima che tu tornassi a casa," rispose.

 

"Hai avuto modo di parlargli di.. sai, la questione delle ragazze?"

 

"Si," disse. "Ha passato un po' di tempo ad urlarmi contro, poi io ho urlato contro di lui e siamo arrivati ad un accordo." Sollevai un sopracciglio in modo interrogativo, chiedendogli silenziosamente di spiegarsi, e continuò. "Non era d'accordo sullo smettere di vedere tutte queste ragazze in una sola volta, ma mi ha promesso che avrebbe fatto in modo che sapessero che non sta cercando qualcosa di importante, così da non ferirle."

 

Non ero soddisfatto al cento per cento, ma a malincuore giunsi alla conclusione che, per quanto mi sarebbe piaciuto, non potevo controllare ogni aspetto della sua vita. E così annuii. "Ok, bene," dissi. "Ma è un idiota. Finirà per farsi del male prima o poi."

 

"Si, beh, deve imparare dai suoi stessi errori."

 

*  

 

Un'ora dopo avevamo finito di mangiare, tutti i piatti erano stati messi nel lavello ("Ci penserò domani," mi aveva detto Harry quando gli dissi che la salsa avrebbe iniziato a puzzare), ed eravamo comodamente seduti sul divano, io con i miei piedi sulle ginocchia di Harry e un bicchiere di quello che rimaneva del mio vino in mano.

 

"Questo vino mi rende un po' assonato," dissi.

 

"Non ti addormenterai su di me, vero?" Sembrava davvero preoccupato.

 

Alzai gli occhi al cielo e posai il bicchiere sul tavolo. "No, Harry, stavo solo cercando di farti capire che forse è ora che tu mi porti a letto."

 

"Oh." Sorrise, chiaramente contento. "Si, credo di poterlo fare."

 

"Mm. Hai voglia di portarmi?" Tolsi i piedi dalle sue ginocchia in modo che potesse alzarsi e sorrisi innocentemente verso di lui. "Per favore?"

 

Non rispose, ma si avvicinò nel punto in cui ero seduto e mi fece cenno di alzarmi in piedi. Lo feci, e quello che fece lui fu prendermi per le cosce e sollevarmi in modo che le mie gambe fossero avvolte intorno alla sua vita.

 

"Potrei abituarmi a questo," dissi con una risata e misi le braccia intorno al suo collo, appoggiando la fronte contro la sua. 

 

"Cosa, ad essere più alto di me?" Chiese mentre si avviava verso le scale.

 

"Mhm."

 

Sogghignò, e mi baciò le labbra, ma nessuno dei due disse niente fino a quando non raggiungemmo la camera da letto. Mettendomi con cura sul letto, si tolse il maglione e lo gettò sul pavimento prima di arrampicarsi su di me. "Non perdi tempo, vero?" Dissi mentre alzavo le braccia per metterle intorno al suo collo, tirandolo verso il basso in modo che le sue labbra si posassero sulle mie.

 

"A cosa servirebbe?" Chiese.

 

"Non ne ho idea." Sorrisi, anche se solo per un momento, prima di sollevare il mento e lasciare che le mie labbra si connettessero con le sue. Emise un mormorio soddisfatto, e lasciai le mie gambe aprirsi, dandogli più spazio per potersi muovere contro di me. Mi piaceva dargli carta bianca. Non per farlo dominare, ma per permettergli di avere più controllo su di me. E così, quando la sua lingua spinse insistentemente contro le mie labbra, non esitai a concedergli l'accesso, aprendo la bocca per approfondire il bacio. 

 

Per un lungo momento, rimanemmo lì distesi, a baciarci languidamente. Harry ogni tanto si toccava il rigonfiamento che cresceva lentamente nei suoi pantaloni, e io risposi roteando i fianchi verso l'alto. Mettendo le sue mani sotto la mia maglietta, la sollevò bruscamente, e io alzai le braccia per permettergli di toglierla completamente. I pantaloni della tuta seguirono dopo e così la sua e rimanemmo in boxer e con una quantità di sudore che aumentava lentamente.

 

Le sue mani si abbassarono per afferrarmi i fianchi, premendomi contro il materasso e impedendomi di far collidere i nostri fianchi insieme. Ruppe il bacio ed emisi un lamento di protesta che lui ignorò, invece attaccò le sue labbra alla mia clavicola. Infilai le dita tra i suoi capelli, li strattonai leggermente, quel tanto che bastava per fargli emettere un gemito compiaciuto. I miei boxer stavano cominciando a diventare troppo stretti mentre la presa di Harry era sempre più solida e non ero in grado di muovere i fianchi di un centimetro, tanto meno di fargli capire che volevo che fossimo entrambi nudi il prima possibile. Preferibilmente subito. 

 

Alla fine lasciai la presa sui suoi capelli e abbassai le mani, giù, giù, fino a che non raggiunsero l'orlo dei suoi boxer. Spinsi il tessuto il più in basso che potei e poi feci un maldestro tentativo di toglierli completamente.

 

Harry sollevò la testa e sorrise. "Hai bisogno di aiuto?" Chiese, le labbra rosse e più piene del solito.

 

Non risposi, semplicemente mi rilassai e gli lasciai togliere i suoi e i miei boxer, buttandoli poi a terra insieme al resto dei nostri vestiti. Aprì il cassetto del comodino e prese una bottiglietta di lubrificante, poi lo vidi prendere un preservativo prima che un sorriso di realizzazione si estendesse sulle sue labbra, e chiuse di nuovo il cassetto.

 

Iniziò ad accarezzare il mio ginocchio per poi salire su lungo l'interno della mia coscia, aprì il tappo del lubrificante e disse, "Girati." Lo feci, mi misi sulle ginocchia, posai la testa sul cuscino e inarcai la schiena. Passarono circa cinque secondi e poi ci fu una pressione contro la mia entrata. Sospirai contento e dimenai i fianchi, leggermente, dicendogli di andare avanti.

 

Il primo dito scivolò dentro abbastanza facilmente, e mentre lui lo spinse fuori e dentro per un certo numero di volte, la mia respirazione diventò sempre più accelerata e ebbi l'impulso di avvolgermi una mano intorno al mio cazzo duro e pronto. Invece rimasi dov'ero con le mani aggrappate alle lenzuola, mentre dei gemiti occasionali interrompevano i miei respiri.   

 

Aggiunse un altro dito, lo spinse lentamente, e non riuscii a fermare un suono piuttosto imbarazzante che assomigliava ad un miagolio. Lo sentii ridere dietro di me, ma quella fu la sua unica reazione. Premendo le labbra contro la mia spina dorsale in un bacio rapido, impostò un ritmo più veloce con le dita, ma senza colpire il punto giusto. Considerato tutto, ero abbastanza certo che lo stesse facendo intenzionalmente, e così emisi un lamento frustato e agitai i fianchi nel tentativo di cambiare l'angolazione delle sue dita. Il tentativo fallì, ma aggiunse un terzo dito, spingendolo piano. Quella volta però non uscì completamente, ma fece dei piccoli scatti con l'intenzione di torturami. Soprattutto dal momento che stava ancora evitando la mia prostata, come se lo avessi morso se si fosse avvicinato troppo.

 

"Harry," soffocai sul materasso. "Tu- devi fare qualcos'altro di diverso- subito."

 

"Perché?" Sembrava divertito.

 

"Vuoi un bambino o no?" Si fermò completamente per un momento, e poi fu un attimo prima che le dita di Harry uscirono e lo sentii spruzzare altro lubrificante.

 

Piagnucolando, spingi il mio sedere più in alto che potei. "Sbrigati, okay?"

 

"Assicuriamoci che non ci sarà nessuna abrasione," disse.

 

Stavo per chiedergli di cosa stesse parlando, ma in quel momento la punta del suo membro premette contro la mia entrata, e, beh. "Quanto lubrificante pensi che serva?" Chiesi mentre roteai gli occhi. "Non sono vergine, lo sai. E nemmeno tu."

 

"Non si sa mai," disse mentre spingeva sempre più a fondo prima di emettere un gemito dalla sua gola.

 

"Non si sa mai cosa?" Chiesi, soffocando una risata. "Se siamo vergini o no? Sono sicuro che lo sappiamo."

 

"Possiamo continuare questa conversazione più tardi?" Le sue dita affondarono nella pelle morbida dei miei fianchi e non potei fare a meno di notare come il suo respiro andasse e venisse con un ritmo veloce.

 

"Stai bene?" Chiesi.

 

Mise la mano sulla mia e intrecciò le nostre dita, stringendole gentilmente. "Si," disse premendomi un bacio sulla nuca. "Si, sto bene, è solo... più caldo del solito. E più stretto."

 

"È una bella sensazione," dissi, offrendogli un sorriso che non vide. Mi sentivo bene. Più caldo, come aveva detto. E, per qualche motivo, più deciso e molto più reale. Non era un pezzo di lattice che scivolava contro le mie pareti, era solo Harry e la pelle liscia e vellutata della sua erezione dura. E mi sentivo così bene. Così bene che sentii un dolore allo stomaco pensando al fatto che non lo avremmo potuto fare così quando volevamo. Il dolore si attenuò piuttosto rapidamente, e al suo posto sentii un leggero bruciore mentre Harry riprendeva il ritmo, quel tanto che bastava per farmi uscire una piccola lacrima.

 

Andò avanti così per un po' - io ansimando ed emettendo suoni ridicoli mentre lui usciva ed entrava ad un ritmo costante, ma lento. Era completamente piegato su di me, il suo petto copriva tutta la mia schiena e il suo volto era seppellito tra i miei capelli. Se non fosse stato che sarei crollato al cento per cento se lo avessi fatto, mi sarei avvolto una mano intorno al mio cazzo, perché Harry doveva ancora colpire il punto giusto e mentre i minuti passavano, stavo diventando sempre più frustato a tal punto da voler piangere. Mi faceva sentire bene, essere tenuto al limite in quel modo, sapendo che quando avessi ottenuto quello che volevo, sarebbe stato paradisiaco.

 

"Harry, per favore", ansimai. "Per favore, per favore."

 

"Per favore cosa?" Rispose, avvolgendo un braccio libero intorno alla mia vita in modo da avvicinarmi a lui.

 

"Per favore, fallo come si deve."

 

"Non lo sto facendo come si deve?"

 

Dato che non avevo proprio voglia di aumentare il suo ego, dissi, "No. Cambia angolazione solo un po'- no, non- si, non a destra- oh." I miei comandi furono bloccati dai gemiti quando con uno spostamento e un colpo dei fianchi toccò la mia prostata.

 

Fece una risata gutturale. "Meglio?"

 

"S-si," dissi. "Si, continua così."

 

E lo fece. Ancora con un braccio intorno a me, come per tenermi fermo, e con la sua mano che stringeva la mia, cominciò a scoparmi con tanta intenzione dietro ogni spinta come se non avesse altro scopo nella vita. Personalmente sentivo che il mio unico scopo nella mia vita fosse proprio quello.

 

Mentre le sue spinte stavano diventando sempre più maldestre e poco profonde, e dei piccoli grugniti iniziarono ad uscire dalle sue labbra, i miei gemiti occasionali si trasformarono in un flusso di miagolii e grida incredibilmente imbarazzanti che a malapena sembravano umani. Harry lo prese come un incoraggiamento, però, perché improvvisamente mi trovai in un'altra posizione con lui premuto stretto contro la mia schiena e con il suo braccio ancora avvolto in vita. Quest'ultima era probabilmente una cosa buona cosa visto che il mio cervello si era trasformato in poltiglia e in nessun modo avevo la capacità di stare in piedi. Portai una mano tra le mie gambe, la avvolsi intorno al mio membro che perdeva liquido preseminale e cominciai a muoverla allo stesso ritmo in cui si muoveva Harry.

 

"Sto per venire," ansimò mordendomi il collo. "Stai bene?"

 

La mia risposta fu un suono piuttosto poco attraente. "A-ah." Tuttavia capì e mise l'altro braccio intorno a me, allargando la mano sulla parte superiore del mio torace, la punta delle dita sulla clavicola. Non potevo fare altro se non gettare la testa all'indietro, godendomi la sensazione del mio orgasmo che cresceva lentamente, espandendosi dal mio stomaco e raggiungendo ogni angolo nascosto del mio corpo fino ad esplodere in un milione di stelle che danzavano davanti ai miei occhi mentre la mia erezione spruzzava strisce bianche.

 

Quando terminai, anche Harry aveva finito, qualcosa che non avevo notato. Lo sentivo, però; tutto era più umido e caldo. E quello mi colpì, mentre la mia testa era ancora in stato confusionale. Probabilmente avevamo appena concepito un bambino, e non ci sarebbe stata nessuna via di ritorno. Ma non c'era nessuna sfumatura di rimpianto o panico dentro di me, solo soddisfazione e felicità.

 

"Wow," sussurrai alla fine, la mia gola secca. "È stato- noi-"

 

"Si," mi interruppe con voce rauca mentre strofinava il viso tra i miei capelli. "Si, lo abbiamo fatto. Stai bene?"

 

"Si, io- si." Inghiottii, chiusi gli occhi e inclinai la testa di lato per premergli un bacio sulla mascella. "Sto bene, solo... resta dentro di me per un po'. Per favore."

 

"Non era mia intenzione spostarmi."

 

E così rimanemmo in quel modo, io praticamente seduto sulle ginocchia mentre i nostri corpi sudati erano premuti e le sue braccia erano ancora strette intorno a me come se pensava me ne sarei andato. Il mio corpo non era altro che un ammasso molle, caldo, sazio e pesante, e non volevo muovermi. Mai. E quindi fu con un lamento debole ma dispiaciuto che permisi ad Harry di scivolare fuori da me e io mi stesi sullo stomaco. 

 

"Dove stai andando?" Chiesi, sbattendo gli occhi stancamente verso Harry quando si alzò dal letto.

 

"A prendere un asciugamano e qualcosa da bere," disse prima di sparire. Tornò pochi minuti dopo con un asciugamano inumidito in una mano e una bottiglia di-

 

"Vino, Harry. Davvero?" Gli mandai uno sguardo asciutto e inespressivo mentre mi appoggiavo sui gomiti. 

 

Crollando sul suo lato, disse, "Il vino è perfetto, no? Posso andare a prendere dei bicchieri se vuoi."

 

"Per quanto trovi stupendo bere del vino direttamente dalla bottiglia mentre sono in post orgasmo, penso che non berrò qualcosa di alcolico per un po'."

 

"Cosa?"disse 

 

"Il vino e i bambini non vanno d'accordo, Harry."

 

"Ma- oh." Le sue spalle si afflosciarono per un secondo e sembrò quasi vicino a fare il broncio, ma poi si illuminò, così velocemente da fare quasi spavento. "Giusto, certo. Vuoi qualcos'altro?"

 

"No, sto bene, vieni," dissi.

 

"Beh, ti pulisco almeno." Mi pulì, con dei colpetti gentili ovunque potesse, e si fermò finché non toccò una parte ancora sensibile del mio corpo. "Scusa," disse, dandomi un'ultima volta le spalle prima di gettare l'asciugamano sul pavimento e mettersi accanto a me, sullo stomaco. "Allora," disse poi.

 

Sorrisi e trascinai le dita attraverso la sua frangia sudata, spingendola indietro. "Allora."

 

"Ti senti già incinto?"

 

Colpendo il lato della sua testa, roteai gli occhi. "No, non mi sento incinto."

 

"Oh." Sembrava deluso. "Quanto tempo ci vuole prima che senta qualcosa?"

 

"Beh, l'ultima volta c'è voluto circa un mese prima che avessi qualche sintomo e poi un'altro mese prima che andassi dal dottore."

 

La sua faccia si rabbuiò. "Mi stai dicendo che dobbiamo aspettare un mese intero prima di scoprire se ha funzionato?"

 

"Non dirlo in quel modo," dissi con una smorfia. "Lo stai facendo sembrare un progetto scientifico."

 

"È stato un progetto scientifico molto, molto divertente. L'ho amato. Voglio solo scoprire i risultati."

 

"Si?" Dissi secco. "Beh, mi dispiace dirtelo, ma non lo saprai subito."

 

"Beh, non vedo l'ora che arrivi il giorno."

 

 

Giovedì, 30 Marzo

 

I risultati arrivarono un mese e mezzo più tardi, con me accovacciato sul pavimento davanti al gabinetto alle 6 del mattino, le mie budella che si contorcevano, il mio viso umido di lacrime e la gola secca e dolorante.

 

Singhiozzai e mi asciugai una lacrima prima che potesse cadere. "Eccoci di nuovo," mormorai mentre premevo il mio stomaco con una mano. Era ancora piatto, non si vedeva ancora la cosa che in pochi mesi avrebbe reso dolorosamente evidente la sua presenza. Ma non potevo saperlo, magari ero solo malato. 

 

Non mi ammalavo mai, però, e avevo provato la stessa strana sensazione quando ero incinto di Aiden e dei due bambini, quei bambini senza nome che non sarebbero mai cresciuti.

 

Alla fine mi alzai in piedi, le mie gambe nude tremavano pericolosamente mentre mi avvicinavo al lavandino per lavarmi i denti. Guardando la mia faccia allo specchio, feci una leggera smorfia. C'erano cerchi scuri sotto ai miei occhi, ero pallido e, a causa delle lacrime, leggermente rosso. Per non parlare del fatto che i miei capelli andavano in ogni direzione dopo una notte di sonno irrequieto.

 

Nonostante il mio aspetto un po' orrendo e nonostante mi sentissi ancora abbastanza nauseato, fu con un sorriso che tornai in punta di piedi in camera da letto. Strisciai di nuovo sotto le coperte, che erano ancora calde, mi distesi su un fianco e colpii il petto di Harry. Era profondamente addormentato con la bocca spalancata da cui ogni tanto uscivano degli sbuffi e lui non reagì. Sospirando, ripetei l'azione alcune volte fino a che finalmente si mosse e sbatté le palpebre.

 

"Cosa?" Disse con la voce stanca mentre inclinava la testa di lato e concentrava i suoi occhi su di me.

 

Sorridendo ampiamente, dissi, "Ho appena passato mezz'ora a vomitare."

 

Sembrò svegliarsi di più. "Sei malato?" Chiese. "Dobbiamo-"

 

"No, no, non sono malato," lo interruppi, ancora sorridendo.

 

Sbatté le palpebre, guardandomi con occhi confusi. Gli ci vollero dieci secondi buoni per capire a cosa mi riferissi, ma quando lo fece, si mise a sedere così in fretta che giurai di avere sentito la sua schiena scricchiolare. Il silenzio rimase per un po', ma poi sorrise, così tanto che il suo viso sembrò illuminarsi e disse, "Sei incinto."

 

Una breve risatina soffocata mi sfuggì prima che potessi fermarla, e annuii, mordendomi il labbro. "Si, io... penso di sì," dissi. Un momento dopo ero sdraiato sulla schiena, disteso sul letto, con Harry nudo su di me. Sorrisi e premetti un bacio sul lato della sua testa e stavo per avvolgere le mie braccia intorno a lui quando improvvisamente si sedette di nuovo, guardandomi lo stomaco con una piega preoccupata tra le sopracciglia.

 

"Non ho schiacciato il bambino, vero?" Chiese.

 

Sbuffai e scossi la testa. "No, non l'hai schiacciato. Ritorna qui."

 

Lo fece, anche se molto più attentamente, e sfiorò le mie labbra con un bacio leggero. "Ti amo," mormorò, "Molto, davvero."

 

Mormorai qualcosa felice e passai le dita tra i suoi capelli, sciogliendo un piccolo nodo. "Ti amo anche io."

 

"Mm, bene." Mi baciò una volta e, stupidamente, strofinò il naso contro il mio. Dopo un po' calò di nuovo il silenzio ed ero sulla buona strada per addormentarti quando parlò di nuovo.

 

"Come dovremmo chiamarlo?" Chiese pensoso.

 

"Non inizieremo già a parlare di nomi," dissi.

 

"Perché no? Sto pensando a Jack se è un maschio o Max se è una femmina."

 

"Max per una femmina? No!"

 

"Perché no?"

 

"Perché sembra il nome di un maschio."

 

"È l'abbreviazione di Maxima. Significa miracolo."

 

"Oh mio Dio, non chiameremo nostra figlia Maxima."

 

"Okay, che ne dici di Gianna?"

 

"Non sei serio, vero?"

 

"È italiano. O ebraico, forse. Non ne sono sicuro."

 

"No, Harry, non- no. Se vuoi-"

 

"Possiamo parlarne in un altro momento."

 

"Non osare addormentarti così, Harry."

 

"Perché?"

 

"Schiaccerai il bambino."

 

"Intendi Maxima?"

 

 

Angolo traduttrice:

Hi babeees.

Eccomi qui, ci pensate che questo è il penultimo capitolo? Io non ci credo ancora. Sono passati 9 mesi da quando ho iniziato a tradurre questa storia, un'infinità di tempo.

Finalmente il nostro Louis è di nuovo incinto, chissà se sarà una femmina o un maschio.

Allora, io la settimana prossima devo partire e starò via per due settimane, porterò il computer ma non vi prometto che riuscirò a pubblicare l'ultimo capitolo mentre starò via. 

Con questo vi lascio, spero come sempre che il capitolo vi sia piaciuto. 

All the love, Fra.

   
 
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