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Autore: Mirwen    29/06/2009    7 recensioni
“Hogwarts è casa.Hogwarts è il luogo sicuro, dove ognuno di noi cresce, studia, s’innamora, piange, ride, vive …. Hogwarts è l’unica sicurezza che abbiamo. Ho paura di lasciarla perché so che quando saremo la fuori saremo da soli nell’oscurità". Enif Aurora Icecrow
“Un’ultima cosa… ciò che abbiamo visto temo sia solo la punta di un immenso iceberg, ci aspettano tempi oscuri, MA non dovete disperare… dovete trovare la luce nell’oscurità… continuate a stare uniti e solidari come avete dimostrato di essere ieri e nessuno potrà fermarvi… non lasciate che la paura si ponga tra voi e i vostri amici… ricordate: non siete mai da soli… dev’esser questa la nostra forza. “ Dal cap. 3
“Comunque… qualcuno deve essere stato…insomma prima il padre di James, poi Emily, adesso questo signor Greathead… e solo perché sono amici di Silente” Dal cap. 6
“Io ti trovo splendida” Dal cap. 9
 “Lo dirò una sola volta… prova a tradirmi e il mondo magico e quello Babbano messi assieme non saranno abbastanza grandi per nasconderti…”" Dal cap. 12
Era quello l’avvertimento: se non la vedete come noi non vedrete altro. ” Dal cap. 15
Storia vincitrice del Best WIP, Best Original Character e Best FF Monica's Choise dei Never Ending Story Awards
Genere: Romantico, Drammatico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le lacrime della Fenice' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Safely, for the last time

 

“Hogwarts è casa.

Hogwarts è il luogo sicuro, dove ognuno di noi cresce, studia, s’innamora, piange, ride, vive….

Hogwarts è l’unica sicurezza che abbiamo.

Ho paura di lasciarla perché so che quando saremo la fuori saremo da soli nell’oscurità.”

Enif Aurora Icecrow

 

Capitolo 12: Ho bisogno di te

Lily bevve tutto d’un fiato il bicchiere d’acqua. Aveva fatto un sogno assurdo: era il matrimonio di Petunia e lei arrivava lì per farle gli auguri ma quando vedeva lo sposo, non vedeva Vernon Dursley ma James Potter e non si sa come quello diveniva il suo matrimonio e ricordava distintamente che prima di svegliarsi Petunia le gridava di smetterla di essere anormale.

Scosse la testa guardando fuori dalla finestra: stava albeggiando.

Ritornò a pensare a Petunia… doveva davvero non andare al suo matrimonio, o era solo una prova? Per la prima volta in vita sua si disse che aveva bisogno di una risata, aveva bisogno di una parola gentile, di qualcosa che la distraesse da tutto quello, per la prima volta in vita sua si disse che aveva bisogno di James Potter.

 

♦♦♦

 

“Hai preso tutto?” James lo guardò salire in sella alla moto nera

“Jamie, non fare la mammina, ti prego… metti i brividi…” sorrise il ragazzo, aggiustandosi il colletto della giacca in pelle di drago e mettendosi i guanti. “Saluta tua madre quando si sveglia…” sorrise

“Lo farò…” gli sorrise James.

Potter osservò l’amico decollare in sella alla sua moto e allontanarsi nel cielo dell’alba, rabbrividendo nell’aria gelida rientrò.

 

Erano passate quasi quattro ore, doveva essere anche un po’ in ritardo… ma in quel momento si disse solo che doveva prendersi un paio di occhialoni per il ritorno. Atterrò sulla stradina sterrata, infilando elegantemente il cancello. Vide chiaramente le figure di Walburga Black e di Cygnus Black fissarlo, sorrise. Fermò la moto davanti al’ingresso. La casa di zio Alphard non era né una casa né una reggia. Posta fuori la cittadina di Mersea Ovest, sull’omonima isola, la casa era semplicemente un comodo cottage. Abbastanza grande per contenere comodamente una famiglia di quattro persone comuni o una sola persona nobile.

Sirius scese scuotendo i capelli, piccoli cristalli di ghiaccio volarono in tutte le direzioni. Vide chiaramente sua madre storcere il naso, ridacchiò in se. Fece un cenno con la mano a mo’ di saluto e fu ben lieto di notare che né la madre né lo zio lo avessero degnato di uno sguardo.

“SIRIUS!!!” una voce squillante lo fece voltare, una bambina dai capelli di un nero talmente scuro da sembrare blu, un nero che non sembrava per nulla naturale lo stava raggiungendo di corsa. La madre camminava tranquillamente dietro di lei. Sirius sorrise riconoscendola.

“Nymphadora… sta attenta o rischierai di…” Andromeda Black in Tonks non finì nemmeno la frase che la bambina inciampò, cadendo rovinosamente a terra. Andromeda fece di corsa il tratto che la separava dalla figlioletta tirandola in piedi. La bambina tratteneva le lacrime ma i suoi capelli aveva preso una colorazione tra il blu e il viola.

“Sempre un piccolo terremoto eh?” sorrise Sirius avvicinandosi.

“Ma guarda come ti sei ridotta…” sospirò la madre, togliendole la polvere di dosso.

“Mamma…il naso…” piagnucolò la bambina. Andromeda guardò il volto della piccola sospirando. “Quando imparerai a mettere le mani avanti quando cadi?” le chiese con dolcezza mentre con un colpo di bacchetta faceva sparire i graffi sul nasino della figlia.

“Ciao peste…” la salutò Sirius, la bambina gli saltò al collo urlando “SIRIUS!!!”

Andromeda sorrise guardando verso la veranda, era certa di vedere una vena pulsare sulla fronte di suo padre.

“Ted dove l’hai lasciato?” chiese Sirius mentre si avvicinavano al cottage.

“Il più lontano possibile da mio padre…” rispose lei prendendo in braccio la figlia. Quando raggiunsero la veranda i due nobili li fissarono con sufficienza.

“Sirius, Andromeda… siete in ritardo…” esordì Cygnus Black guardando disgustato quella che aveva scoperto essere sua nipote.

Sirius non rispose, e nemmeno Andromeda lo fece, era inutile discutere. Walburga squadrò il figlio storcendo il naso, ma non disse nulla: entrò in casa e i gli altri tre la seguirono.

Nello studio di zio Alphard trovarono un vecchio mago, piccolo e rattrappito, che si presentò come Lionel Dorset, “guardia testamento” del Ministero della Magia.

“Signor Black, Signora Black, potete cortesemente lasciarmi solo con i ragazzi?” chiese gentilmente l’ometto

“E perché mai? Questi ragazzi come li chiama lei, non fanno più parte della nostra famiglia e io e Cygnus eravamo i fratelli del defunto è chiaro che…” la ferocia di Walburga lasciò un attimo interdetto l’impiegato del Ministero, ma si riprese subito

“E chiaro che suo fratello, mia cara signora, volesse che il suo testamento venisse aperto solo ed esclusivamente in presenza dei due ragazzi…” disse pacatamente pulendosi gli occhiali.

“Ma siamo noi gli unici eredi…” protestò ancora la donna, se i suoi occhi avessero potuto farlo, avrebbe incenerito il piccolo signor Dorset.

“In caso non ci sia un testamento… e ora se volete scusarmi…” disse indicando la porta.

“Ma…” ringhiò la donna, Cygnus le mise una mano sulla spalla

“Walburga, mia cara… forse e meglio ascoltare il signor Dorset, sono sicuro che in fondo qualcosa ci spetti…era pur sempre nostro fratello…” e così dicendo Cygnus Black scortò la sorella fuori dalla porta.

“Scusate queste piccole scaramucce burocratiche, ma ho fatto voto di aprirlo solo in vostra presenza… ma sembra che alla Signora Black non interessi molto la mia sorte…” disse sorridendo

“A lei non interessa di nessuno che non porti il blasone dei Black marchiato a fuoco nel sangue…” brontolò Sirius

“Capisco… comunque… ecco la scatola che mi ha affidato vostro zio alcuni mesi fa… contiene il suo testamento…” Lionel tirò fuori dal mantello una scatola grande quanto quella di un paio di scarpe, chiusa da un nastro nero.

“Se il nastro fosse stato rosso, significherebbe che il testamento è già stato aperto ed è quindi consultabile…” spiegò “è così che li archiviamo al ministero…” disse sciogliendo il nodo.

“Signor Dorset, sa il motivo per cui lo zio ha voluto la nostra sola presenza?” chiese Andromeda cercando di tenere ferma Nymphadora che voleva a tutti i costi andare in braccio di Sirius.

“Non lo so, ma vostro zio mi ha fatto fare una voto infrangibile su questo punto…”

“Allora se vuole faccio uscire la bambina…” disse preoccupata la donna

“Non sarà necessario, fra i testimoni possibili erano citati i suoi famigliari signora Tonks e la famiglia Potter…” disse il mago aprendo il coperchio. Sirius notò chiaramente la scrittura dello zio che sullo stesso citava: da aprirsi in sola presenza di Sirius Orion Black (ammessi i Potter) e Andromeda Black in Tonks (ammessa la famiglia Tonks).  

Subito dopo il mago trasse una pergamena dal mantello “Scusate, moduli burocratici…” sorrise intingendo la penna e scrivendo alcune parole “Voi siete il Signor Sirius Orion Black e la Signora Andromeda Irma Black in Tonks, confermate?”

“Si…” rispose Sirius, mentre Nymphadora riusciva finalmente a realizzare il suo scopo e a sederglisi in braccio

“Si.” Andromeda notò lo sguardo stupefatto del vecchio mentre fissava Nymphadora cambiare colore a seconda di cosa guardava all’interno della stanza. “La scusi, spero che non le dia fastidio… è un periodo che cerca di imitare i colori delle cose che vede….” Spiegò imbarazzata

“ma si figuri, ero solo sorpreso, un metamorphusmago non è una cosa che si vede tutti i giorni.” Ridacchiò lasciando vedere ai ragazzi il contenuto della scatola. All’interno vi era una sfera di cristallo argentata, a Sirius ricordava molto quelle nella vecchia aula di Divinazione, e due lettere, su una c’era scritto per Sirius, sull’altra per Andromeda.

“Bene, bene, bene…” sorrise il signor Dorset tirando fuori dalla tasca un piccolo treppiede che sembrava fatto a posta per sostenere la sfera.

“Cosa?” chiese Sirius non capendo il perché di quel sorriso

“Vostro zio ha lasciato un testamento registrato in questa sfera, proprio come si fa per le profezie… quei due lì fuori non potranno proprio impugnarlo per togliervi qualcosa…” disse prendendo delicatamente la sfera e poggiandola sul supporto.

I due diseredati fissarono con intensità la sfera, in cui apparve la faccia di zio Alphard.

Sirius, Andromeda, se mi state sentendo vuol dire che non posso più parlarvi direttamente e la cosa mi dispiace molto. Spero la mia morte non abbia turbato troppo le vostre vite, sempre che mio fratello e mia sorella vi abbiano comunicato la notizia…

“Mamma, chi è il Signore con la barba?” chiese Nymphadora cercando di toccare la sfera e venendo fermata dalla madre

“Lo zio…”

 “Vi chiederete perché vi abbia chiesto di ascoltarmi, il motivo è semplice perché tra tutti i nostri numerosi parenti purosangue, voi siete gli unici che hanno messo da parte l’orgoglio per qualcosa di più importante… ma prima mi rivolgo a te Sirius… il mio piccolo Grifondoro… a te figliolo lascio tutto…” Sirius guardò sbalordito la sfera come se lo zio potesse davvero vederlo

Immagino la tua faccia sorpresa, hai capito bene, Sirius… ti nomino mio erede universale. Credo Walby mi brucerà via dall’arazzo, ma poco importa, è stato più doloroso veder cancellare voi, ragazzi miei… è giusto così Sirius, sei quel figlio che avrei voluto avere…” Andromeda cercò di non guardare in faccia il cugino, sapeva che gli dava fastidio essere sorpreso con gli occhi lucidi, carichi di commozione “Ancora una cosa ragazzo… non prendere esempio da me e riempi questa casa di vita, trovati una bella moglie che ti ami per quello che sei e... non farti sequestrare la moto da quelli del ministero…” disse strizzandogli l’occhio, Sirius sorrise.

Passiamo alle cose serie… nella busta troverai la chiave della mia camera blindata alla Gringott che dovrebbe già essere diventata a tuo nome e l’atto di proprietà di questa casa… stammi bene ragazzo…

“Grazie zio…” sussurrò il moro prendendo la busta che il signor Dorset gli porgeva.

Ed ora passiamo a te ‘Dromeda” la giovane sorrise per il nomignolo “non penserai che abbia dimenticato la mia ragazza preferita! La mia nipotina coraggiosa… Mi perdonerai se ho lasciato tutto a Sirius? Ma infondo tu hai una bella famiglia che pensa a te… avrei voluto vedere dal vivo quella nuvoletta rosa della tua bimba…” Andromeda sorrise, bloccando la mano di Nymphadora che voleva afferrare i baffi dell’uomo nella sfera.

Ma comunque ho pensato di fare un regalo, a te, alla tua piccola e a tuo marito, spero che sappia che ha sposato una donna meravigliosa… un paio di mesi fa ho visto una bella casetta a Lydd nel Kent, sai ho pensato che con una piccola peste come Nymphadora sia difficile vivere in un appartamento babbano…” Andromeda sgranò gli occhi, portandosi le mani al volto “così ho detto che forse alla mia nipotina preferita potevo fare questo regalo. L’ho comprata per te ‘Dromeda, spero ti piaccia. Ha un  bel giardino, già immagino quel diavoletto correre su e giù per l’erba, ed è abbastanza grande da ospitare anche altri bambini…” disse facendole l’occhiolino

“Oh…zio…” singhizzò la donna stringendo a se Nymphadora.

“Mamma? Mamma, pecchè piangi?” chiese la bambina toccando con le mani le lacrime della madre.

“La mamma è triste e felice insieme, tesoro…”

Andromeda, spero che tu possegga sempre la felicità che hai ora, perché nella nostra famiglia sono poche le persone che ce l’hanno mai avuta… nella busta troverai l’atto di proprietà della casa.

“Sirius, Andromeda, rimanete sempre così mi raccomando… qualcuno vi dirà che siete dei traditori ma in realtà sono loro che hanno sempre tradito i sentimenti umani. Vi ho voluto bene ragazzi miei.... Una volta zio Marius disse che forse dobbiamo davvero restare Toujours Pur, ma di cuore… credo sia per questo che Acturus, tuo nonno Sirius, lo cancellò dall’arazzo, dicendo che era un pazzo… comunque ricordatevi che in casa Black potrete anche essere dei tasselli bruciati nella parete, ma nel firmamento siete quelli che brillano di più. Vi voglio bene…

L’immagine di Alphard si spense. Il signor Dorset porse la seconda busta ad Andromeda. Poi raccolse la sfera rimettendola nella scatola, la richiuse sigillandola poi con un nastro rosso.

“Bene, il mio lavoro qui, è finito… ancora condoglianze…”

“Grazie…” sussurrò Sirius stringendo la mano al mago, lo stesso fece Andromeda.

Tutti lasciarono la stanza. Walburga fissò l’omuncolo

“Allora?” chiese la donna aggressiva, Sirius la guardò, un sorriso arrogante dipinto in faccia.

“Madre, zio, potreste gentilmente andarvene?” chiese pacato, trattenendosi dal ridere all’espressioni stupefatte dei due.

“Chi sei tu per mandarmi fuori di casa, sudicio traditore!”

“Sono il nuovo padrone di casa…” il ragazzo lasciò che la notizia facesse effetto sui due nobili.

“Non è possibile…”

“Si, zio… zio Alphard mi ha nominato erede universale di tutti i suoi beni…” disse sventolando la busta davanti ai loro occhi  “ora ve ne andate o devo buttarvi fuori?”

“Non oseresti!” gli gridò contro la madre

“Non provocarmi, sono anni che sogno di farlo…”

“Tu…”

“Com’è adesso dai retta a qualcuno che non esiste?” chiese sarcastico.

La donna gli scoccò uno sguardo carico di rancore, lasciando la casa. Cygnus restò un  momento a guardare la figlia e la nipote e poi uscì.

Sirius sospirò pesantemente aspettando un attimo.

“’Dromeda, cerca Ted, mangiamo qui tutti assieme!” disse ritrovando il buon umore

“SIII!”gridò la bambina

“Sirius, prima non te l’ho detto ma qua fuori c’è Enif… ha detto che aveva bisogno di te…”

 

♦♦♦

 

Il tuo posto non è tra quella gente…

Altre lacrime, altri singhiozzi soffocati

Il tuo posto non è tra quella gente…

“No, ti sbagli…” singhiozzò mettendosi a sedere ed asciugandosi gli occhi “Il mio posto è accanto alle persone che amo…”

Si alzò avvicinandosi silenziosamente all’armadio ed estraendone una sacca rimpicciolì alcuni vestiti e pensò bene di farlo anche con il baule di scuola. Provò a sollevarla, era pensate ma ce l’avrebbe fatta… si avvicinò al comodino, svuotando il contenuto del cassetto sul letto. Prese una busta, all’internano c’erano un centinaio di sterline, le avevano cambiate alla Gringott quando lei e sua madre erano andate a trovare Bonnie per il suo compleanno anni prima, da allora li teneva da parte aspettando il momento di andare a trovare Lily. Si disse che erano abbastanza per portarla fino a Mersea e magari fino a casa di Lily.

Fissò il cielo che schiariva, erano quasi le sette, ma la casa era ancora silenziosa. Si vestì con i vestiti più comodi che aveva, un paio di calze collant su cui aggiunse un paio di calzini, una gonna, la più comoda che avesse, era corta si disse, forse troppo, un maglione e sopra a tutto il suo giaccone dal collo di pelliccia. Si mise i guanti aprendo la finestra e facendo levitare a terra la sacca, si voltò guardandosi allo specchio, prese un vecchio basco che le avevano portato dalla Francia, nascondendo i capelli corti come se fossero raccolti.

Scavalcò la finestra calandosi dalla grondaia, maledendo quella società nobiliare che le impediva solamente di possedere un paio di pantaloni.

Si mosse velocemente nel giardino scavalcando la siepe e raggiungendo la strada babbana, solo quando fu abbastanza lontana si voltò indietro.

Sapeva che se si fosse smaterializzata (aveva superato l’esame l’aprile scorso) o avesse usato un camino o il Nottetempo suo padre l’avrebbe rintracciata in pochi istanti, usare i mezzi babbani era il modo più semplice per allontanarsi senza lasciare tracce.

Camminò una ventina di minuti fino a raggiungere la fermata del autobus in Flora Road, sapeva che il numero 39 l’avrebbe portata al centro della cittadina babbana di Witham.

“Mamma l’autobus passa di qui? Spero non sia tanto lungo il viaggio…” sospirò dodicenne

“Da quello che ha detto quella signora gentile, si… speriamo di non prenderci…”

Quella volta avevano preso 5 pullman per arrivare a casa di Bonnie, ma sapeva bene che per qualsiasi direzione dovesse andare, doveva arrivare a Witham. Il numero 39 arrivò puntuale e dieci minuti dopo, si guardava attorno nel centro.

“Mi scusi?” chiese ad una vecchietta che passava di lì “io dovrei andare a Mersea…”

“Ma certo cara… devi arrivare a Colchester, e da lì c’è il pullman per Mersea…”

“E per Colchester?” chiese guardandosi attorno

“C’è il 71, ma devi sbrigarti, parte fra poco…” disse la vecchina indicando la fermata giusta. Il pullman si mise in moto nello stesso momento.

“Grazie…” disse correndo verso la fermata e riuscendo a salire sul mezzo in movimento.

 

Quasi due ore più tardi, Enif stava camminando sulla strada babbana che portava al cottage di zio Alphard.

Venne sorpassata da una macchina grigia che si fermò a pochi metri da lei.

“Enif, sei tu?” chiese una giovane donna sporgendosi dal finestrino.

“’Dromeda!” la donna scese dalla macchina seguita dalla figlioletta

“Ted, ti conviene stare lontano da mio padre, amore…”

“Vuol dire che visiterò la città…” sorrise l’uomo rimettendo in moto la macchina “Chiama quando hai finito… Dora resti con la mamma?”

“SIII!!!!” urlò la bambina alzando le braccia al cielo.

“Che ci fai da queste parti?” chiese Andromeda camminando accanto ad Enif, la mano stretta in quella della figlia.

“Ho bisogno di Sirius…” disse enigmatica. Camminarono in silenzio, ma ad un tratto Nymphadora si voltò verso Enif.

“Tu stai assieme a Sirius?” chiese seria.

“Nymphadora, non si fanno certe domande…” l’ammonì la madre. Enif arrossì

“No, no, sono la sua migliore amica…” la bambina sorrise allegra

“Bene! Perché io sposerò Sirius!” sentenziò radiosa. Andromeda scosse la testa.

In quello stesso istante giunsero in vista del cottage di Alphard Black, nello stesso momento in un rombo spezzò il silenzio.

“SIRIUS!!!” gridò la bambina divincolandosi dalla madre e correndo verso la casa, Andromeda si scusò con Enif inseguendo la piccola discola.

Enif si avvicinò al cancello, nascondendosi dietro l’inferriata. Aspettò che tutti entrassero in casa prima di avvicinarsi alla moto di Sirius sedendovisi sopra.

Aspettò quasi un’ora prima di vedere uscire Walburga e Cygnus Black uscire furiosi, non la degnarono nemmeno di uno sguardo e fu lieta di vedere Andromeda farle cenno di entrare in casa.

“La casa è di Sirius ora…” sorrise radiosa “guarda Dora, non mi fido molto di Sirius come baby-sitter… vado a cercare Ted…” sorrise uscendo allegra.

 

“Ehi…” esordì sbucando in salotto, Sirius guardava Nymphadora giocare con l’angolo del tappeto sul quale sembrava essere appena caduta.

“Che ci fai qui?” chiese sorpreso guardandola, Enif sperò che i suoi occhi non fossero ancora gonfi.

“Ho il permesso di andare da Lily per le vacanze da oggi, ma mi aspetta domani, quindi ho pensato di passare a salutare…” rispose con la scusa che aveva progettato durante il viaggio.

Sirius si illuminò “Mi aiuti a cucinare qualcosa?” chiese

“Certo!” sorrise lei

“Doretta! Andiamo a preparare il pranzo!” disse alla bambina che radiosa lo seguì in cucina.

 

“Ehi, ma siete professionali qui…” sorrise Andromeda entrando in cucina seguita da Ted.

Enif stava mescolando del sugo, mentre Sirius cercando di non scottarsi stava scolando la pasta.

“In dispensa non c’era molto, quindi spero vi accontenterete di una pasta al sugo…” sorrise Sirius “lascia Enif, faccio io, piuttosto prendi i piatti.”

“Certo!” sorrise la ragazza prendendo i piatti e passandoli al ragazzo.

“Certo che siete proprio una bella coppia…” sorrise Ted, guardandoli. Enif sorrise arrossendo.

“Per la barba di Merlino, Enif! Me ne sono accorta adesso… che diavolo ti è successo a quelle calze?” chiese Andromeda guardando le gambe slanciate di Enif quasi del tutto scoperte dalle calze stracciate.

“Oh… io… sono inciampata…” disse vaga. Sirius la guardò, era strana, ma era lì, proprio quando avrebbe voluto averla accanto.

 

“Ciao, ‘Dromeda! Sei sicura che non volete restare ancora un po’?”

“No, Sir…” sorrise mettendo in macchina Nymphadora che si era addormentata poco prima “Non sei l’unico che deve traslocare…” ridacchiò

“Lydd… non è proprio di strada ma non ci vorrà tanto…” disse Ted guardando la cartina.

“Intanto ti lasciamo in compagnia…” sorrise maliziosa la donna indicando con un cenno del capo Enif che stava sulla veranda.

“Cosa stai insinuando?” chiese Sirius

“Nulla… ma credo proprio che non dovresti lasciartela scappare… e poi hai visto?! Porta ancora l’opale dei Black…” sorrise strizzandogli l’occhio.

Sirius arrossì leggermente.

“Uh-oh… Sirius Black che arrossisce… allora la faccenda è seria” ridacchiò tornando verso la casa e salutando Enif con un abbraccio.

Guardarono la macchina partire, mentre Andromeda li salutava dal finestrino.

“Mi dai una mano a mettere in ordine?”

“Certo …” sorrise lei.

 

Erano seduti nel soggiorno, Sirius aveva deciso di cominciare l’operazione rimoderniamo casa, da lì, dopo aver avvertito la signora Potter che l’indomani sarebbe passato a raccogliere le sue cose per il trasloco.

“Che diavolo è questa roba?” chiese aprendo una grossa scatola decorata da motivi orientali e trovandone dentro un’altra più piccola.

“Scatole cinesi!” sorrise la ragazza appoggiando il candelabro in ottone che stava esaminando sul tappeto e raggiungendolo “i babbani pensano che siano solo una collezione di scatole che si possono mettere via le une nelle altre… come le matrioske russe…”

“Ma?”

“Ma… in quelle magiche puoi mettere dentro una o più cose in ogni scatola e comunque riuscirai a richiudere la serie… è buon modo per risparmiare spazio…” sorrise lei tirando fuori la scatola più piccola e lasciando vedere il contenuto di quella più grande “sembra zio Alphard ci tenesse le foto qui dentro…”

 

L’analisi del soggiorno aveva portato via più tempo del previsto, e alle ventidue avevano riempito più o meno cinque scatoloni, lasciando al loro posto solamente gli oggetti che a Sirius piacevano. Con l’ultimo unicorno in argento con il blasone dei Black, il soggiorno era ufficialmente svuotato. 

“Bene… e queste andranno in soffitta… non intendo buttare nulla delle cose dello zio…” sorrise. Enif si alzò stiracchiandosi .

“Vuoi che domani ti accompagni da Lily in moto?” chiese il ragazzo raccogliendo uno scatolone e incantando gli altri tre

“Non vorrei disturbare…” sorrise imbarazzata lei, raccogliendo con fatica l’ultimo.

“Figurati, domani passo da James così lascio lì la moto e lo trascino qui con la mia roba così da mettere apposto. La moto la riporterò appena finito di sistemare la casa…” sembrò pensare a qualcosa “Magari potremmo farci una cena tutti assieme appena sarà pronta…” sorrise raggiungendo la soffitta e facendo levitare al suo interno gli scatoloni.

 “Bene… e il soggiorno l’abbiamo finito!” disse trionfale “Ora direi di prepararci qualcosa per cena e andare a dormire, non so te, ma io sono a pezzi…”

Mangiarono poco e in fretta, Sirius si era appena buttato sul letto che aveva sempre occupato in quella casa quando la porta si aprì leggermente

“Sei qui, pensavo dormissi nella camera grande…” sorrise Enif, avvolta in una lunga camicia da notte.

“Ti serve qualcosa?” chiese lui in imbarazzo

“No… solo… posso stare un po’ qui? Non ho sonno…” balbettò.

“Si, certo, no problem…” rispose facendole segno di avvicinarsi. Ringraziò il fatto che la stanza fosse praticamente buia, James lo avrebbe preso in giro per secoli non era solo in imbarazzo ma aveva anche assunto un colorito acceso. Lei si avvicinò titubante, una vocina nella sua testa stava esultando ed era una voce molto simile a quella di Mary, un’altra le diceva di andarsene a dormire ed era quella di Lily, non ascoltò né una né l’altra limitandosi a sedersi sul letto accanto a lui.

“C’è qualcosa che non va?” le chiese Sirius sdraiandosi e guardandola. Lei si distese fissando il soffitto

“No… va tutto bene… solo… non voglio restare sola…” disse sottovoce

“Non sei sola, ci sono io…” sorrise orgoglioso lui, lei ridacchiò leggermente, voltandosi di fianco in modo da non guardarlo in faccia. Le lacrime, rigavano di nuovo le sue guancie…

“Non mi lasciare…” lui si alzò a sedere cercando il suo volto invano, si avvicinò abbracciandola

“Sono qui…” sussurrò finché Morfeo non li prese entrambi.

 

“Temevo fossi scappata…”sorrise il ragazzo entrando in cucina: Enif in camicia da notte stava preparando del te.

“Perché avrei dovuto? E poi non so se te ne sei accorto, ma mi abbracciavi così stretta che ho quasi dovuto segarti le braccia per scendere…” ridacchiò lei assaggiando un biscotto.

“Eny… senti, davvero, c’è qualcosa che non va? Ieri sera…”

“Non preoccuparti, è solo… questa guerra mi fa andare fuori di testa… non sarò tranquilla finché Lily non sarà sotto la mia diretta protezione!” sorrise, sperando che credesse a quella scusa assurda.

“Bene, appena sei pronta possiamo prendere armi e bagagli e raggiungere Lily, cavalcando il vento…” disse poetico

“Mi sa che dovrò di nuovo rimettermi quell’orribile minigonna… ma è l’unica abbastanza corta e larga da non bloccarmi i movimenti…”

“Perché mai orribile? Io trovo che ti sta molto bene, hai delle gambe da schianto, sai?” disse lui avvicinandosi a lei.

“Mi guardavi le gambe?” chiese paonazza voltandosi verso di lui che si era avvicinato

“Perché non dovrei guardare le gambe della mia ragazza?!” sorrise malizioso, scoccandole un fugace bacio sulla guancia. Lei spalancò gli occhi sorpresa

“Potevi anche chiedermelo…”

“Cosa? Il permesso di guardarti le gambe? O di essere la mia ragazza?”

Lei rise, e lui la seguì con la sua risata simile ad un latrato.

“La prima domanda sarebbe abbastanza inopportuna, in effetti… la seconda… si beh mi piacerebbe sentirla…” ridacchiò

“E sia… Enif, vuoi essere la mia ragazza?” sorrise lui abbracciandola da dietro e sussurrandoglielo all’orecchio.

“Ti direi di si subito…”

“Ma?” chiese lui staccandosi leggermente, il volto della ragazza era serio, gli occhi lucidi.

“Non voglio essere una delle tante… non voglio durare una settimana perché poi tu mi butti via… io…” abbassò lo sguardo… questa era la parte del suo cervello che possedeva la voce di Lily a parlare.

Sirius le posò le mani sulle guance facendole incontrare il suo sguardo serio e determinato

“Chi se ne importa delle altre… Enif tu sei l’unica…” sorrise dolcemente “l’unica che mi ha aspettato senza mai chiedere niente… l’unica per cui avrei preso a pugni perfino il mio migliore amico… l’unica per cui cambierei l’intero mondo magico…”

“Oh Sir…” sorrise commossa.

“Non dire niente, piccola…” sorrise baciandola. Un brivido percorse la schiena di entrambi, mentre le loro labbra si sfioravano, Sirius si disse che quello sarebbe stato un bacio che non avrebbe mai scordato, semplicemente perché era quello giusto.

Lei si staccò con un sorriso “Lo dirò una sola volta… prova a tradirmi e il mondo magico e quello babbano messi assieme non saranno abbastanza grandi per nasconderti…” disse minacciosa, ma  con il sorriso sulle labbra.

“Signorsì!” rispose mettendosi sull’attenti.

 

“Ecco mi puoi lasciare qui…” gli gridò all’orecchio “Lily sta in quella via laggiù…”

“Sicura che non vuoi che ti porto fino a davanti casa, giuro che non mostro la strada a James…”

Enif rise “No, no… la sorella di Lily avrà già di che dire su di me perché sono una strega se mi presento con un motociclista non voglio neanche pensare che settimane di inferno passiamo…”

“Ma è così terribile?” chiese fermando la moto all’incrocio tra Milton Road e Milton Rise.

“Non sai quanto…” ridacchiò scendendo “Mi sono congelata le gambe…”

“Se vuoi rimedio io…” sorrise malizioso.

“Sirius?!”

“Scherzavo…” disse alzando le braccia in segno di resa.

Lei rise guardandolo storto, poi si sporse dandogli un leggero bacio, ma lui la trattenne continuando a baciarla.

“Mi vuoi far morire soffocata?” chiese quando l’ebbe lasciata andare

“Non ti vedo fino a gennaio… e non posso neanche scriverti per la vostra sicurezza… me lo dovevi un bacio lungo…” lei sorrise un po’ triste.

“Ora vado… Buon Natale, Sir…”

“Buon Natale, piccola…” sorrise guardandola allontanarsi. Non le staccò gli occhi di dosso nemmeno quando vide Lily aprirle la porta ed abbracciarla. Solo allora mise in moto e partì.

 

“Enif! Non sai quanto ho pregato di vederti, avevo così bisogno di un volto amico!” sorrise Lily abbracciandola

“Non sai io, Lily… scusa se sono arrivata senza preavviso…”

“Figurati… piuttosto come sei arrivata?”

“Mezzi babbani,  non rintracciabili…” sorrise, proprio mentre parlavano un rombo alle loro spalle le distrasse

“Scusate il disturbo, ma dov’è un bel posto isolato per prendere il volo senza che mi vedano, possibilmente a nord?” Enif si batté una mano sulla fronte riconoscendo la voce del suo novello ragazzo. Lily lo guardò sbalordita, ma con un sorriso sulle labbra gli indicò la strada giusta.

 

Spero di non essere stata troppo melensa.... Mi perdonate se lo sono stata?

Grazie a tutti i miei 43 preferiti  alice brendon cullen - aliceundralandi- Alohomora -  bellavita - Bellis - Cassandra- cullen_hale - Dafny- DarlingAry- data81  - extraterrestre- Frytty - germana - ginny_potter94 -hermy101- jacopo25James_Lily_Love - jeginnybells - Lars Black - lily D G-MEISSA_S - MLA - MoMozzia - muriel - Nikki Potter- Pepesale- pikkolina88- PrincessMarauders - riddikulus - ron84 - RoryPotter- SarahPotter - sihu - Streghetta86 Thaleron - vane91 - VolpeGentile - Wolverine-  zanna - Zarkyna  

Ringraziamento speciale agli ultimi aggiunti Azah Black BabyFairy, Lady Patfood

E chi l’ha messa tra le seguite:  ale03  - Anthymea  - Azah Black - Blackpanter [- IOesty  -Julia Weasley-  Lady Lily  -  lally88 -malandrina4ever Manny  - Nestoria  - Nikki Potter - Princesseelisil- PrincessMarauders- ValyBrick

 

Sono commossa 7 commenti! 7 commenti!!!!

IOesty: Anche io vorrei aggiornare più spesso, credimi. Ma fino al all'8 luglio sarò un pò impegnata... in più posso avere la linea solo le mattine (voglio internet sul mio portatile!!!!!!), ovvero quando sono sola a casa ma fino all'8 passerò le mattine a studiare... quindi dopo vedrò di aggiornare molto di più ^^''''

Azah Black: Come ti va lo stile centauro? Mi sono messa aridere da sola immaginando la faccia di Walburga XD

Dafny: Come vedi Enif l'ha fatto XD

hermy101,: Esattamente comunque il comportamento di Algol si spiegherà per bene più avanti... Peter onestamente non lo so... non mi sembra che la Rowling abbia detto qualcosa in proposito ed essendo il "mio" Peter un pò pasticcione ho deciso di differenziarlo un pò da Neville di cui tende in molte storie ad essere la copia....

DarlingAry : Per il matrimonio di Petunia ci vorrà ancora parecchio... anche perchè questo periodo natalizio durerà 5 capitolo -.-''' sono un pò grafomane ^^'''''

PrincessMarauders: Non preoccuparti ti capisco benissimo anche io sono iper impegnata fino all'8 luglio.

 Alohomora: Come vedi Algol avrà molto da pensare sulle sue parole, Enif comunque non vuole di essere di peso (tanto che non ha detto nulla a Sirius -.-''') Spero di sentire presto un tuo parere su questo nuovo capitolo. A presto

 

   
 
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