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Autore: la luna nera    16/02/2018    8 recensioni
In molti si chiedono se siamo soli nell'universo e molti sono quelli che si interrogano sull'origine dei cerchi nel grano. Melissa ed il gruppo dei suoi amici non fanno certo eccezione e quando un cerchio nel grano appare proprio in un terreno alla periferia della città, non possono farsi certo sfuggire l'occasione. A loro si unirà Orion, il nuovo fidanzato di Aurora, ragazzo alquanto strano e taciturno, a tal punto che sembra provenire da un altro mondo.
Chi c'è dietro a quel misterioso pittogramma? Qualcuno sta lanciando messaggi dal cielo?
Genere: Fantasy, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I ragazzi dunque erano pronti a fronteggiarsi a colpi di arco e frecce, sotto lo sguardo sognante di Teresa e Melissa.

“Gara individuale, ok?”
“Ok.” Gli altri confermarono quanto proposto da Simone.
“Facciamo dieci scoccate ciascuno, chi segna il maggior punteggio, vince.”
“Il nostro amico è un genio!” Lo schernì Giulio passandogli il braccio attorno al collo.
“Ah, sta’ zitto scemo!” Allontanò scherzosamente l’amico. Prese in mano l’arco ed aggiustò la corda elastica agganciandola al giusto punto di tensione.
Orion si avvicinò al contenitore in cui stavano le frecce, ne prese una ed iniziò ad osservarla con grandissima attenzione. Era inutile negarlo: il contatto con quell’oggetto gli faceva rivivere gli ultimi istanti della sua permanenza su Hilon, la sua mente tornò come per incanto fra le sterpaglie e gli arbusti, rivedendosi in sella al suo destriero nel corso dell’inseguimento del giovane ribelle che di lì a poco sarebbe caduto sotto i colpi di suo padre. Quel ricordo ancora lo perseguitava, ma se davvero voleva gettarsi il passato alle spalle una volta per tutto, doveva superare quel blocco psicologico. E quello sembrava il momento opportuno.
“Vieni che ti do qualche dritta.” Nico invitò Orion a seguirlo presso il campo di tiro, distogliendolo così dai suoi pensieri. “Allora… Tu non hai mai usato l’arco, giusto?”
“Ho un vago ricordo di infanzia.” Mentì di proposito.
“Osserva: devi impugnarlo in questo modo, stringendo senza usare troppa forza ed evitando di stringere con il pollice e l’indice, altrimenti potresti farti male quando scocchi.” Poi prese una freccia. “Questa si aggancia alla corda grazie alla piccola incisione che vedi in fondo, si fa così.” E gli mostrò tutto quanto. “A questo punto ti metti in posizione, divaricando leggermente le gambe e posizionando il piede sinistro un pochino più avanti del destro, distribuisci il peso in avanti e se hai paura che la freccia cada, puoi inclinare leggermente l’arco. Poi punti il bersaglio e….” Alzò l’arco tendendolo con discreta sicurezza. “E quando ti senti pronto….. scocchi!” Fece partire la freccia che colpì il bersaglio quasi nel centro. “Non male!” Si voltò verso l’amico. “Le prime volte è facile mancarlo, per cui non preoccuparti se fallisci, ad ogni modo devi fare attenzione a tenere il gomito in posizione perfettamente orizzontale, devi considerarlo come il prolungamento della freccia stessa. Se tieni tutto dritto ed allineato, fai centro. Capito?”
Annuì piegando il lato destro della bocca in un sorriso. “Grazie.” Era giunto il momento di gettare Hilon alle spalle, prese con delicatezza una freccia, l’agganciò con naturalezza e si posizionò di fronte al bersaglio. Alzò l’arco rimanendo immobile, percepiva nervosismo in ogni suo muscolo e tremava, in modo impercettibile, ma tremava.
“Ehi, coraggio.” Giulio gli si avvicinò. “Se non colpisci il bersaglio, mica ti faccio arrestare.” Attese un lieve cenno da parte di Orion. “E poi la tua dolce Aurora non si permetterebbe mai di sfottere il suo amoruccio.” Nel tono della sua voce c’era una dolcezza ironica pesantissima.
Al ché il ragazzo abbassò l’arco.
“Ops… Ti sei offeso?”
“No.” Rispose secco. “A proposito di Aurora…. Ragazzi, ho bisogno di aiuto.”
Tutti focalizzarono l’attenzione su di lui, in particolare Manuel.
“Io….” Si passò una mano fra i capelli. “Io mi sono stancato di lei, fatico a sopportarla e….insomma…. tutte le volte che ho provato ad affrontare l’argomento, vengo attaccato come se avessi fatto chissà cosa.”
“Quindi vorresti mollarla, giusto?” Chiese Manuel.
“Esatto.”
“Motivo?”
“Te l’ho detto: non la sopporto più e non credo di provare nulla di serio per lei. Parla sempre e solo di se stessa come se al mondo non esistesse nessun’altra persona, tutto deve passare in secondo piano, non hai possibilità di proporre niente perché decide tutto lei…. L’altro giorno voleva costringermi a seguirla in un centro estetico per dei massaggi col fango o dell’altro, manco me lo ricordo. A me la cosa non interessava minimamente, l’ho invitata ad andarci da sola e vi lascio immaginare la sua reazione quando gliel’ho proposto.” Seguì una breve pausa. “Litighiamo di continuo se non eseguo i suoi ordini, mi sembra di stare in Accademia.”
“Beh, non dovrebbe essere un dramma per te.” C’era ironia nelle sue parole.
“Sì, se mi trovassi in Accademia sarei d’accordo con te. Lì ti impartiscono gli ordini, ma ogni tanto hai pure del tempo libero. Con lei non accade!”
“Mhm, sembri proprio messo male, amico mio.” Giulio gli diede due pacche sulla spalla. “Affrontala e mollala, tieni duro, noi siamo con te.”
“Grazie del consiglio, sarà dura come andare in guerra ma ci proverò. E poi… ” Fece una breve pausa, poi sussurrò “ Ho altro per la testa.” Tese l’arco puntandolo verso il bersaglio e nel giro di qualche decimo di secondo, fece partire la freccia infilzandola nel centro esatto.
Tutti restarono sbalorditi: com’era possibile che uno, al primo tiro, riuscisse ad ottenere un simile risultato quasi senza aver preso la mira? Lui se n’era accorto ed era pronto a giustificarsi incolpando la fortuna del principiante, quando all’improvviso qualcosa di luminoso attraversò il cielo del tramonto.
“E quello che diavolo era?”
“Una punizione di Cristiano Ronaldo?”
“Un ufo? Una meteora?”
“Somigliava in maniera impressionante a quel coso che abbiamo visto in occasione dell’eclissi di sole.” Notò Simone. “Ricordate? Melissa lo aveva filmato col cellulare.”
“Hai ragione, ora che mi ci fai pensare sembrano davvero la stessa cosa.” Confermò Giulio. “Già, ma che cosa?”
“C’è un solo modo per scoprirlo.” Sentenziò Manuel. “Andiamo a verificare di persona.” Nonostante tutto, niente e nessuno poteva attirare la sua attenzione come una possibile navicella aliena, neanche Aurora.
“La scia luminosa andava in quella direzione.”
“Oddio, no… Non è possibile!” Sussurrò Simone. “Laggiù abita Gino, non ditemi che quel coso si è schiantato nel suo terreno!”
Sulle labbra dei ragazzi comparve in simultanea un sorriso, memori delle passate avventure da quelle parti.
“Evidentemente gli alieni lo hanno preso in simpatia.” Ridacchiò Manuel. “Dai, andiamo.”
“Io vi raggiungo più tardi, se ce la faccio.” Rispose Nico. “Devo passare a prendere Eva e poi andiamo a far visita a mia sorella in ospedale.”
“Ok, ti aggiorneremo in caso di novità.”
Salutarono l’amico e, giunti in prossimità del bancone del bar, trovarono Melissa e Teresa intente a parlottare fra loro.
“Ragazze, avete visto quella scia luminosa che ha attraversato il cielo?”
“Sì…cioè… no.” Melissa pensava a ben altro. “Che cosa è accaduto?”
“Ho un fenomeno di sorella….” Sentenziò Manuel. “Beh, se tu e Teresa avete intenzione di tornare coi piedi per terra, venite con noi a scoprirlo. A meno che non abbiate di meglio da fare.”
Teresa balzò in piedi immediatamente. “No-no! Io ci sono! Dov’è che andiamo? E a fare che cosa?”
“Indovina un po’?” Si lasciò sfuggire una risatina, mentre indicava la direzione che avrebbero preso.
“No, non è possibile!” Esplose anche lei in una risata. “Al campo di Gino!?”
“Esatto! Qualcosa proveniente dallo spazio si è schiantato in quell’area e noi scopriremo cosa.”
“Ah, ragazzi, io devo abbandonarvi.” Cierre controllò il suo smartphone.
“Motivo?”
“Stasera c’è l’amichevole fra Real Madrid e Manchester United, mica posso perdermela per un presunto ufo.”
“Beh, certo, come no?”
“Ehm, veramente ho un impegno anche io.”
Tutti gli occhi furono calamitati da Simone, anch’esso richiamato da un segnale acustico del telefono.
“Non dirmi che questo e tutti i messaggini dell’altra sera te li sei scambiati con una ragazza che ti ha invitato ad uscire?” Manuel sembrava quasi divertito dal possibile appuntamento dell’amico.
“No, l’ho invitata io. Contento?”
“E lei ha accettato?”
“Qualcosa in contrario?”
“Ehi, fratello, indovina chi ci ha messo lo zampino?” Si intromise Giulio.
“Ah beh, allora stiamo al sicuro.”
“E infatti vi saluto pure io che ho un appuntamento.”
“Uscite insieme?”
“Sì, ti piacerebbe!”
“Come no!” Poi li guardò con occhi maliziosi. “Non è che per caso tu esci con una che si chiama Simona e tu con Giulia?”
“Ma fammi il piacere!” Giulio afferrò il cellulare e mostrò la foto sull’icona di Whatsapp della ragazza con cui sarebbe uscito. “Secondo te questa ti sembra ‘sto scorfano?”
“Dai, andiamo.” Lo richiamò Simone. “Altrimenti facciamo tardi.” E si avviarono entrambi verso quella che poteva essere una piacevole serata.
“Voi due avete appuntamento con due maschioni aitanti o venite con noi?”
Le ragazze si guardarono in faccia capendosi all’istante: potevano rispondere in maniera affermativa ad entrambe le domande. Un’opportunità unica come quella si sarebbe più ripresentata? Oltre tutto Aurora se n’era già andata, era da poco passate le sette di sera e a casa sua era già ora di cena, poi doveva andare a dormire presto perché, perdendo anche una sola ora di sonno, la sua pelle ne avrebbe risentito. Almeno questo era il suo punto di vista.
“Andiamo?” Teresa rispose con un sorriso luminosissimo, raggiungendo immediatamente Manuel presso la sua auto, seguita da Melissa ed Orion.
“Melissa!” Qualcuno la chiamò e lei, voltandosi, riconobbe Leon, il gestore del bar. “Per caso è tua questa?” Mostrò alla ragazza la borsa che aveva dimenticato sulla sedia.
“Eh eh… Sì, è mia. Grazie mille.” Sorrise con lieve imbarazzo. “La mia solita sbadataggine.”
Orion, muto fino a quel momento, era rimasto ad attenderla, mentre Manuel e Teresa stavano già presso l’auto del ragazzo. “Io credo di sapere cos’è caduto nel terreno di quell’ometto.” Mormorò non appena la ragazza gli fu vicina.
“Quelli che cercano te?”
Annuì in silenzio. “Anche se mi vorrei tanto sbagliare.” La prese per mano, una mano che iniziava a sudare. “Ti prego, non allontanarti mai da me. Tu sei l’unica persona di cui posso fidarmi e che mi infonde coraggio.”
Lei non rispose, le parole erano rimaste bloccate in gola e i battiti del suo cuore subirono una pericolosa quanto veloce accelerata. A complicarle l’esistenza in quei minuti ci si misero prima un nutrito stormo di farfalle svolazzanti nel suo stomaco e poi le sue gambe che a stento la tenevano in piedi. Oramai non poteva più nasconderlo neanche a se stessa: si stava innamorando di Orion. Peccato che lui fosse ancora legato ad Aurora, una che non tollera minimamente di essere mollata per un’altra. Peccato che ancora non fosse del tutto convinta della vera natura del ragazzo, sebbene avesse trovato conferme in tutto ciò che lui le aveva confidato e mostrato. Peccato che nessuno mai come lui le aveva fatto battere il cuore a quel modo. Peccato che il semplice contatto fra le loro mani le infondesse una sicurezza mai provata prima e una sensazione di serenità incredibile.
“Ehi, voi due! Volete restare a piedi?”
“Arriviamo….” Melissa rispose con un tono di voce appena percettibile e, sempre con la mano unita a quella di Orion, si incamminò verso l’auto del fratello. Lei prese posto con l’amica sui sedili posteriori, lasciando ad Orion il posto davanti. Il cielo era terso e le luci del tramonto cambiavano attimo dopo attimo i riflessi dell’orizzonte, ma lei non se ne curava poiché il suo sguardo era focalizzato sul profilo del ragazzo che invece osservava ogni dettaglio dell’area circostante, mentre il vento scompigliava i suoi capelli il cui colore non era assimilabile a nessuno di quelli normali. Anche questa caratteristica poteva portare alla conferma che Orion davvero non fosse un umano: sia il colore, appunto, dei capelli così come quello degli occhi era strano, mai notato prima in nessun’altra persona, per non parlare della pelle bianchissima. E quel tatuaggio che portava sulla spalla destra? Era l’esatta riproduzione in miniatura del primo cerchio nel grano comparso. Una casualità? E quelle frecce di luce con cui aveva incenerito il bersaglio al campo di tiro le aveva viste sul serio? Si era ripetuta più volte, fin quasi ad autoconvincersi, di aver sognato tutto, ma gli strani avvenimenti degli ultimi tempi le facevano dubitare di ogni cosa. E il dubbio più grande riguardava Orion, il quale, per assurdo, poteva davvero essere un alieno.







 

Ciao a tutti!
Con un po’ di fortuna sono riuscita ad aggiornare anche questa settimana. Purtroppo non sono riuscita a fare di meglio e, i recensori lo sanno, devo ancora rispondere ai commenti ricevuti per i quali sin d’ora vi ringrazio di tutto cuore.
Allora…. Dopo le grandi rivelazioni del capitolo precedente, sembra che qualcuno sia davvero arrivato sul nostro pianeta per cercare Orion. Lui ne è al corrente e questo lo inquieta ben più della fidanzatina che vorrebbe mollare una volta per tutte.
Le dritte di Nico sul tiro con l’arco sono vere e sperimentate di persona, quindi se volete provare…..

Spero di rispondere in tempi ragionevoli, così come di rimettermi in pari con ciò che sto leggendo. Se non sono puntuale, sappiate che non è per cattiveria e fin d’ora vi chiedo scusa.

Un abbraccio
La Luna Nera

  
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