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Autore: Lilietta    22/02/2018    3 recensioni
Spoiler ultimo film: maze runner- la rivelazione.
E se Newt non fosse morto? Se invece Newt fosse sopravvissuto al virus? Le cose come sarebbero andate?
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Minho, Newt, Newt/Thomas, Nuovo personaggio, Thomas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I'M A MONSTER DON'T YOU?
CAPITOLO 3.


Newt pov:

Adesso girati, oppure ti faccio saltare il cervello.-
Disse l'altro con fare autoritario e deciso.
"Bene, già siamo a questo punto?" Si chiese Newt per nulla sorpreso:
-Okay. Lo faccio, lo faccio. Tranquillo.-
Il biondo si girò ritrovandosi davanti un ragazzo più o meno della sua età. Aveva dei linemanenti fisici davvero particolari, impossibili da non notare. I suoi capelli sembravano completamente bianchi e gli occhi erano di un colore azzuro molto intenso. Mai visto un tipo del genere. Fu quella la prima cosa che Newt pensò di lui: 
-Ora tirami quell'aggeggio...-
Disse l'altro ragazzo indicando con l'arma il suo zainetto: 
"Aggeggio?"
Pensò lui quasi divertito nel sentire una parola del genere:
-Si chiama zaino.-  Rispose Newt con tono basso, voleva evitare di farlo arrabbiare ulteriormente:
-Qualunque cosa sia ora mai non ti riguarda più, appartiene a me.-
Lo straniero lo guardò dall'alto in basso, sembrava volesse prevedere ogni suo movimento. Il biondino alzò gli occhi all'aria. Come avrebbe fatto senza provviste?:
-Vuoi che lo prenda io? Posso farlo se ti arreca troppo disturbo. Oppure posso ucciderti seduta stante.-
Quel tizio iniziava  a farlo alterare. Non poteva davvero prendersi quel dannato zaino? Almeno in quel modo avrebbe proseguito, anche se la probabilità di sopravvivenza di certo sarebbe stata più bassa. Fece un segno di dissenso e disse:
-Va bene, prendilo pure. Ma lasciami andare.-
Disse lanciandogli lo zainetto che venne subito afferrato dall'altro ragazzo:
-Bene.- Rispose lui.
-Ora lasciami andare. Io non ho più nulla.-
Prese a dirgli Newt. A quel punto sperò davvero di essere lasciato in pace. D'altronde era stato attento a non far agitare quel tipo più di tanto. 
-Ora farai un bel sonnellino.-
Tale affermazione lo colse alla sprovvista e subito si accigliò:
-Cosa?-
Qualcosa lo colpì all'istante e subito dopo Newt si levò lo strano affarino rosso dal collo. Tentò di capire cosa fosse, ma la sua vista prese ad annebbiarsi sempre di più. 
Si accasciò a terra  e domandò:
- Chi mi ha sparato?-
Riuscì a capire che il suo tono era strano e confuso. Forse gli avevano somministrato qualche droga? Iniziò a farsi domande del genere in testa:
-Non ti hanno sparato. Dormirai per un pò. Verrai con noi. Ti sei dimostrato produttivo.-
Prese a dire l'altro girandogli intorno.
"Noi...produttivo?Ti uccido."
Pensò Newt provando ad afferrargli una gamba e ricevette un calcione in cambio:
-Non provare mai a toccarmi. Potresti essere infetto per quel che ne so. Prendetelo e caricatelo sul camion.-
Il biondino riuscì ad intravedere delle sagome che venivano verso di lui, poi la vista lo abbandonò. Sentì solo delle mani afferrarlo per le braccia e una voce dire:
-Mi chiamo Warner, comunque.-
Dopodichè, il vuoto.
 
 
Thomas pov:
-Ei,Thomas.-
Gally si accostò a lui circondandolo con un braccio. Da dove era sbucato? Si chiese. Stava tentando di rientrare in stanza, ma era proprio come se la sfortuna lo richiamasse a se ogni volta. Non riusciva proprio a trovare una attimo di pace, a quanto pare neanche quando era sveglio:
-Cosa c'è?-
Gli chiese lui con non molta contentezza:
-Mi chiedevo se sapessi della situazione. Per caso...-
Il ragazzo non proseguì. Sperò che Thomas continuasse il discorso.
Difatti il bruno sapeva già cosa Gally aveva intenzione di dire e, come aveva predetto, sembrava proprio non riuscire a trovare una via di fuga da quel problema.
"Che palle." Pensò fra se e se:
-Si Gally. Hanno finalmente reso partecipe anche me della situazione.-
L'amico si accorse del tono ironico che il leader aveva usato. Decise di non darci troppo peso e sorridendo gli disse:
-Ah bene, quindi cosa hai...-
Thomas gli parlò sopra. Non c'era bisogno che Gally gli facesse un altra ramanzina sul da farsi, oppure che gli proponesse altre idee. Non aveva intenzione di ascoltare più nessuno. Da ora in poi avrebbe fatto di testa sua. Dato che tutti facevano ciò che volevano, che senso aveva parlare?
-Quindi nulla. So già cosa devo fare. Ora se vuoi scusarmi, devo prepararmi. Sto partendo.-
Gally per un attimo balbetto e l'unica parola che gli uscì fu:
-Ma...-
-Ci vediamo Gally.-
Thomas gli diede una pacca sulla spalla sorridendo e lo oltrepassò.
Dentro di se era agitato, ma non lo dava a vedere. Del resto era sempre stato bravo a non far trapelare le sue emozioni. Apparte nell'ultimo periodo, che sembravano venir fuori abbastanza facilmente. Tentò di accellerare il passo sperando che nessun altro lo fermasse e, quando raggiunse la porta della sua stanza, si affrettò subito a richiudersela dietro. Si appoggiò alla porta lasciandosi scivolare verso il basso:
"Devo andarmene da qui."
Pensò mettendosi le mani nei capelli. D'un tratto udì una voce:
-Dove credi di andare?-
Thomas sgranò gli occhi e si guardò attorno:
-Non puoi da solo.-
Di nuovo, l'aveva sentita ancora.
Scattò in piedi impaurito. La camera era buia, pochissima luce la illuminava. Tutte le notti dormiva accedendo una semplice lampadina che teneva accanto al suo comodino e la spegneva ogni mattina. Pensava sempre fosse una cosa sciocca da fare. D'altronde anche se l'avesse lasciata accessa, cosa sarebbe successo? Il mondo in cui viveva non era più quello di una volta. 
Scosse la testa e per un attimo si sentì ridicolo nell'aver tirato fuori una riflessione simile. Insomma qualcuno gli stava parlando. Avrebbe dovuto concentrarsi solo su quello. Invece vari pensieri occupavano la sua mente e di questo Thomas non riusciva a capacitarsene.
"Ma che sto pensando?Dovrei cercare di capire cosa succede."
Chiese a se stesso ancora impaurito dalla situazione. Doveva aprire la porta, era quella l'unica soluzione. Non riusciva a vedere il comodino ne il letto, niente di niente. Non sarebbe potuto andare verso la lampadina, non con quel buio pesto.
Si girò lentamente ritornando verso la porta. Fece un bel respiro, quasi come se quel gesto lo rassicurasse, ed iniziò ad abbassare la maniglia. Improvvisamnete una luce si accesse e subito Thomas ebbe la pelle d'oca:
-Che stai facendo?Io sono proprio qui.-
Riconobbe quel tono e subito pensò a quanto era stato stupido nel non averlo riconosciuto. Deglutì e cominciò a sentire il sudore che gli scendeva dalla fronte. Non aveva il coraggio di girarsi, era come impietrito. Non poteva essere lui.
"Stai sognando Thomas. Stai sognado Thomas. Stai sognando Thomas. Stai sognando Thomas. Stai sognando Thomas."
Iniziò a ripetersi quelle parole nella testa ed erano come un treno in corsa, non si fermavano più:
-Non puoi partire da solo Tommy. Non fare il cretino. Minho e Brenda hanno ragione, devi portarteli dietro. Ascoltami una volta tanto.-
Gli venne da considerare che i motivi potevano essere solo due: allucinazioni o sogni. Sperò più nella seconda ipotesi, ma a quel punto doveva esserne sicuro. Per questo pensò che forse parlare con quella specie di "proiezione mentale" non era del tutto una cattiva idea. Almeno avrebbe capito con che cosa aveva a che fare:
-Tu non sei qui.-
Rispose Thomas ancora di spalle. Sentiva il cuore che gli batteva a mille e tentò di calmarsi. Doveva parlarci  se voleva scoprirne di più:
-Sei morto Newt e il tuo aiuto non mi serve più.-
-Hai ragione, sono morto.- Lo sentì avanzare verso di lui:
- Ma Tu hai ancora bisogno di me Tommy.-
Proprio come pensava. Ciò che quella "cosa" gli stava dicendo confermava ogni cosa, quella era solo un illusione. Generata per quale cavolo di motivo?Si chiese Thomas, ma non riuscì a darsi una risposta.
Il bruno chiuse gli occhi sperando che tutto finisse e continuò dicendo:
-Ti sbagli Newt. Non ho bisogno di te.-
Fece per riafferrare la maniglia ma il biondo riprese a parlare:
-Io non sono morto per colpa tua Tommy e tu lo sai. Perchè ti incolpi di qualcosa che sai?-
Sapeva che niente di ciò era reale, ma allora perchè lo sembrava così tanto ai suoi occhi?
"Vai via. Ti prego. Vai via."
Pensò Thomas senza dirlo a voce alta. Forse perchè alla fine, neanche lui sapeva cosa voleva davvero.
-Se continuerai ad incolpare te stesso io non andrò mai via da te. Ricordi che cosa ti dissi? Prenditi cura di te stesso. Te lo ricordi?-
Serrò la mascella. Era come se non accettase che il suo stesso cervello lo mettesse davanti a una tale evidenza. Sapeva molto bene che stava parlando da solo e non solo. Sapeva anche che, in casi del genere, non avrebbe dovuto rispondere. Piuttosto doveva evitare il problema e non assecondarlo. Eppure nonostante tutto non ce la fece. Si girò di scatto deciso a replicare ciò che gli stava dicendo, ma se lo ritrovò a pochi centimetri dal viso. Per un attimo provò un certo imbarazzo. Anche se quella non era davvero una persona, riusciva a percepirne il respiro e la presenza. Come fosse possibile, proprio non se lo spiegava.
"Che stai facendo Thomas? Che cavolo stai facendo Thomas?"
Chiese a se stesso.
Per qualche istante Thomas vagò con lo sguardo. Si sentiva proprio ridicolo:
-So già cosa vuoi dirmi Tommy.-
Gli rispose l'altro con espressione neutra. il leader cercò di riprendersi e ignorò quella frase. Poi gli disse:
-Stammi a sentire. Non so cosa cavolo sei o per quale motivo sei venuto fuori dalla mia testa ma non ho bisogno che tu mi dica cosa posso o non posso fare. Io so quello che dico, io so quello che penso. E chiaro?-
Il biondo alzò le sopracciglia, quasi meravigliato nel sentire tali parole:
-Davvero Tommy?-
-Certo N..-
Stava per dire Newt, ma si fermò. Non poteva commettere un tale errore. Quello non era davvero Newt:
-Certo che lo so.-
Rispose il bruno abbassando poi lo sguardo. Il biondino annuì e disse:
-Capisco. Allora dimmi.-
Newt incrociò le braccia poggiandosi alla parete, poi riprese a parlare:
-Te lo richiedo. Perchè ti ripeti di avermi ucciso?-
Thomas lo guardò meravigliato. Sentire quella domanda provenire da lui o meglio, da quella proiezione mentale, lo colse alla sprovvista. Per il bruno era come se quello fosse davvero Newt e non gli piaceva per niente. Lo odiava, odiava tutto di quella "cosa". Odiava il volerci parlare, il volerlo guardare. Persino lo starlo a sentire era fastidioso. Ma allora perchè gli stava rispondendo? 
Bella domanda. Prese a dirsi tra i suoi pensieri.
-Non rispondi?-
Domandò il biondino.
Il ragazzo lo osservò con attenzione. Stava iniziando ad essere stanco di ribellarsi. Alla fine quella allucinazione non poteva andarsene con un semplice schiocco di dita, di questo Thomas se ne rendeva perfettamente conto. Avrebbe dovuto ignorarla, si. Di certo avrebbe dovuto farlo. Ma in quel momento, guardandola ed avendola davanti ai suoi occhi, preferì pensare che forse la cosa giusta da fare era affrontarla e non metterla da parte. Così Thomas fece un bel respiro e gli domandò:
-Vuoi che te lo dica?-
L'amico annuì:
-Sono qui apposta per fartelo dire Tommy. Dillo.-
Il leader sospirò e, facendosi coraggio, disse:
-Avrei dovuto salvarti. Avrei dovuto salvare te, Teresa e tutti quelli che si sono sacrificati per permettere a me di vivere. E Tu invece sei morto e sei morto perchè non sono riuscito a portarti da lei. Lei ci avrebbe aiutati Newt. Quella donna, quella dannata Ava Paige ci avrebbe salvati. Ma era troppo tardi, tu eri impazzito ed io...-
Per un attimo si fermò. Tutto ciò per lui era così dannatamente difficile da ammettere:
-Non potevo fare niente. Non potevo aiutarti, anche se avrei voluto.-
Il ragazzo abbassò lo sguardo non riuscendo ancora a credere alle parole che aveva appena pronunciato. Era come se si fosse scrollato di dosso un grande peso. Ma Newt rispose:
-No Tommy. Una parte della storia non corrisponde alla verità.-
Thomas aggrottò la fronte. Proprio non capiva. Era stato sincero. Perchè continuava a dirgli di no?:
-Come sarebbe a dire? Ho detto la verità.-
Tutto d'un tratto Newt sparì proprio davanti a lui, tanto che sbattè le ciglia per la sorpresa:
-Ma che...-
Guardò la stanza, era di nuovo buia. Si era immaginato anche quello?
"Oddio..."
Pensò. Era devastato e stava per crollare, tanto che dovette appoggiare una mano alla parete per lo shock.
Aveva davvero perso la ragione.
 
 
Newt pov.:
-Sei sveglio?Ei mi senti?-
Sentì quelle parole un istante prima di riaprire gli occhi:
-Dove mi trovo?-
Domandò Newt tentando di alzarsi:
-Wo wo amico...aspetta.-
Gli disse il tipo che lo stava sorreggendo per le spalle:
-Quante dita vedi o meglio...mi vedi?-
Riuscì a mettere a fuoco e subito si ritrovò davanti un uomo adulto, forse era sulla quarantina. Aveva una barba davvero lunga. I suoi lunghi capelli rossi brillavano alla luce del sole al contrario degli occhi marroni, che risultavano essere in completo contrasto con la sua carnagione. Era davvero chiaro. Pensò Newt. Si mise seduto pian piano:
 -Chi diavolo sei tu?-
Chiese all'uomo cercando di riprendersi da quel terribile mal di testa:
-Mi chiamo L.-
Si accigliò non credendo a ciò che aveva sentito. Così lo richiese:
-Che hai detto?-
-E' il mio nome, mi chiamo L. O almeno, per quel che me ne ricordo. Sono chiuso qui da tre mesi ora mai.-
Il ragazzo lo guardò sorpreso, ma subito dopo la sua espressione divenne confusa e pensò:
"Chiuso qui, da tre mesi?"
-Sai ragazzo credo che tu...-
Fece muovere il dito avanti ed indietro e continuò dicendo:
-Ti debba guardare intorno. Sai siamo in una cella. Hai presente? Una prigione.-
-Cosa?- Prese a dirgli Newt alzandosi in piedi di scatto.
Osservò il luogo in cui si trovava. Era tutto così umido ma, proprio alla sua destra, c'era una grande finestra che li illuminava ed il sole entrava proprio da lì. Il resto era il nulla. Sentì lo squittire dei topi e, abbassando lo sguardo, se ne ritrovò uno proprio sotto i suoi piedi. Gli diede un calcetto e l'animale scappò via all'istante. L rise e disse:
-E' pieno di topi qui. Ti ci abituerai.-
Newt alzò gli occhi al cielo e, quando provò a muoversi, si accorse di avere una caviglia bloccata da qualcosa. La guardò meglio e capì subito che quelle erano di certo catene:
-Cosa cavolo significa?-
Fece per dire all'altro tipo. Lui gli rispose sorridendo:
-Significa che siamo bloccati ragazzo. Siamo loro prigionieri.-Newt non riusciva proprio a seguirlo. Si sentiva così scombussolato al momento:
-Non sei di queste parti vero?-
Prese a dirgli L socchiudendo gli occhi. Newt non fece caso a quella domanda: 
-Di che parli? Prigionieri di chi?-
Gli domandò lui con tono abbastanza irritato. Tutto di quello situazione lo faceva innervosire. Lui non doveva trovarsi lì, era tutto sbagliato. Come avrebbe fatto a ritrovare Thomas e tutti gli altri in quella situazione? Doveva scappare, doveva andarsene:
-Miei. Siete miei prigionieri.-
Una voce riecheggiò nell'aria. Newt si guardò intorno tranne L, che alzò semplicemente lo sguardò. Il ragazzo guardò nella stessa direzione dell'uomo e, oltre le sbarre della prigione, arrivò una persona. Una persona con cui Newt aveva avuto a che fare proprio poche ore prima. Ricordava bene il suo nome, era l'ultima cosa che aveva sentito prima di perdere completamente conoscenza:
-Warner.-
Disse il biondo a voce alta e abbastanza indispettita:
-Lieto che ti ricordi. Perchè non facciamo quattro chiacchiere?-

FINE TERZO CAPITOLO


Autrice: Rieccomi con un nuovo capitolo. Vi ringrazio per tutte le vostre recensioni, spero che la storia vi stia prendendo. Davvero, lo spero tanto. Per me non è facile scrivere, mi ruba molto tempo. Ma se la storia continuerà ad essere seguita come ora, mi piacerebbe molto continuarla. Come al solito se volete che io continui, voi continuate a commentare! E a presto :). 
   
 
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