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Autore: I_love_villains    25/02/2018    1 recensioni
Raccolta di racconti horror. Spero di riuscire a provocarvi qualche brivido.
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Com’è bella! Clara si muove così agilmente, come una ballerina. La osservo, seduto sul divano, mentre recupera vari oggetti – chiavi, portafogli, cosmetici – e li infila nella borsetta.
Ha un colloquio di lavoro, la mia Clara. Indossa un elegante tailleur blu, come i suoi occhi. I capelli, biondi e lisci, sono sciolti.
“Sean?” chiama.
Naturalmente sta chiamando lui, ma anche io mi chiamo Sean.
“Sì?” rispondo.
“Va bene se prendo la tua auto? Ieri la mia si è fermata improvvisamente e non ha più voluto saperne di ripartire.”
“Certo, basta che me la riporti tutta intera.”
“Grazie, amore” dice mentre si infila il cappotto beige. “Beh, vado. Ci vediamo a pranzo.”
“In bocca al lupo, tesoro. E … torna con Heidi.”
Lei ride e se ne va. La mia allegria se ne va con lei. Quel saluto … quel suo tormentone … nel pronunciarlo mi è sembrato così sciocco.
Fra quanto si accorgerà che non sono lui? Presto, credo. Voglio che lo scopra ma, se accade troppo in fretta, potrebbe spaventarsi. E andarsene. E lasciarmi. No, non deve accadere! Io la amo, più di lui. Molto più di lui. Lui, che nemmeno ha capito quanto è stato fortunato a trovare una ragazza come lei. Non so cosa di lui abbia attirato Clara, so però che il loro non era vero amore.
Mi alzo e mi guardo alla specchio. Un ragazzo di ventuno anni, con occhi e capelli castani, ricambia il mio sguardo. Osservo scettico i capelli, troppo lunghi e disordinati per i miei gusti. Dovrò andare dal barbiere. Lui sembrava il tipico ragazzo da college, simpatico ma pigro, che preferisce spassarsela con gli amici e la ragazza – quel bel bocconcino di Clara – piuttosto che studiare.
Ora lui non c’è più, ci sono io, e sembra che qualcosa, quel qualcosa che la gente nota quando deve decidere a quale sconosciuto chiedere l’ora o qualche altra informazione, è cambiato. Forse dipende dal mio sguardo, la mia espressione, perché per il resto sono identico a lui.
Sogghigno, pensando a come mi sono liberato di lui e a come è stato bello sentirmi libero. Libero di muovermi, di parlare, persino di pensare. Anche il mio riflesso sogghigna. Mi sembra di guardare un evaso folle e pericoloso. La cosa mi fa scappare una risatina.

Clara è tornata. Come mi aspettavo è stata assunta. A pranzo era così eccitata che quasi non ha toccato cibo. Io mi sono congratulato, cercando di parlare come lui. Sono davvero felice per lei, ma lui era molto più espansivo di me. Fortunatamente Clara non ha notato niente di strano. Abbiamo deciso di festeggiare andando al ristorante, quella sera.
Mentre lei telefona a parenti e amici, io mi occupo della prenotazione. Sarà una serata perfetta. Mi rivelerò a lei, le dimostrerò quanto sono maturo, saggio … e innamorato.
Il tempo passa. Io e Clara non parliamo molto, ognuno ha da sbrigare diverse faccende, ma mi accorgo che lei mi guarda interrogativa più volte. Si sta forse chiedendo chi sono? Non vedo l’ora di risolvere i suoi dubbi. I miei interessi sono diversi da quelli di lui, lei ha notato il cambiamento ed è naturale che ne sia rimasta confusa. Pazienta, amor mio, presto tutto ti sarà chiaro.

Mancano circa tre ore al nostro appuntamento. Clara ha sistemato sul letto il suo vestito rosso. Io ho affittato uno smoking. Al pari di lui, detesto gli abiti eleganti. Non credo li possiederò mai. Sento scorrere l’acqua nella vasca. Dovrei prepararmi, mentre lei si fa il bagno. Ma non mi va. Non ho più voglia di uscire. Possiamo benissimo festeggiare a casa. Aspetto che lei esca dal bagno per dirglielo. Intanto leggo un libro. Finalmente esce, in accappatoio e con i capelli racchiusi in un asciugamano.
“Sean, ma non ti sei ancora cambiato?”
“Ho cambiato idea riguardo al ristorante. Meglio festeggiare qui. È più intimo, no?”
Il mio tono calmo e persuasivo la stupisce.
“È da oggi che ti comporti stranamente. Che succede?” domanda preoccupata.
“Niente, tesoro, sono solo … cresciuto.”
Ride. Pensa ancora che sono lui. Ma lui è morto, non c’è più e mai ritornerà.
“Sul serio, Clara. Sono un altro. Molte cose sono cambiate, tranne ciò che provo per te.”
“Smettila, Sean, sei ridicolo!”
Ride di nuovo. Ride di me.
“Avanti, so che non ti piace lo smoking, ma …”
“Ho detto che restiamo a casa!” esclamo bruscamente.
Lei trattiene il fiato e mi guarda spaventata.
“Scusa, non volevo. È solo che …” tento di rassicurarla, ma non so come continuare.
Clara mi fissa diffidente.
“Sean, hai ragione, sembri un altro. Cerca di tornare in te entro cinque minuti, o …”
Questa volta sono io a ridere. È la stessa risata dello specchio.
“Ma questo è impossibile, Clara. Ora ci sono io. Lui è sparito.”
Adesso Clara è terrorizzata.
“Ti prego, basta! Lo scherzo sta durando troppo!”
“Non sto scherzando e lo sai. Dammi una chance. Sono meglio di quel ragazzino.”
“Okay, te la sei cercata. Non andremo al ristorante, ma perché io vado da mia madre. Quando avrai finito di giocare a fare l’uomo nuovo, chiamami!”
Mi dà le spalle e si incammina verso la camera da letto. In un attimo le sono addosso. L’ attiro verso il muro. Lei strilla. Le stringo la gola, per farla star zitta. Lei boccheggia. Le sue mani cercano di allontanare le mie, poi smettono. Qualcosa mi colpisce sulla tempia destra. Cado a terra, stordito. Clara tossisce, riprende fiato e scappa. Porto una mano alla tempia, scoprendo che sanguino. Guardo per terra: mi ha colpito con un vecchio libro. La pagherà!
Mi alzo cautamente. Non l’ho sentita aprire la porta principale, quindi è ancora in casa. E forse so anche dove. Per sicurezza, do un’occhiata nelle altre stanze, prima di dirigermi verso il bagno. La porta è socchiusa. La apro lentamente, fino a che non incontro un ostacolo.
“Tesoro, ricordi di avermi detto che se un maniaco o un mostro entrava in casa questo sarebbe stato il tuo nascondiglio? Beh, io sì.”
Clara urla di nuovo. Indietreggia rapidamente. Noto che ha perso l’asciugamano. I capelli le cadono sulla faccia. Mi avvento su di lei, ma Clara mi evita agilmente. Cerca di correre veloce. Scivola sulle piastrelle, umide per il recente bagno. Cade e colpisce la testa sul bordo della vasca da bagno. Non grida più.
Io mi volto, accorgendomi di ciò che è accaduto in meno di dieci secondi. Mi avvicino a lei. Ha gli occhi spalancati e la bocca aperta. Da dietro la nuca esce un mare di sangue, che cola all’interno della vasca. Sta tremando, in preda a leggere convulsioni. Quando si ferma, non respira più.
Tutto qui? Mi volevo divertire ancora. Invece il gioco è finito per uno stupido incidente. I miei occhi si illuminano. Un incidente! Può capitare a tutti! La gente è così distratta e smemorata ...
Guardo il cadavere e rido, la stessa risata da psicopatico di prima.
“Grazie, Clara, mi hai dato uno scopo nella vita!”

Sono in un bar. Sgranocchio noccioline mentre aspetto di essere servito. Un tizio corpulento si siede accanto a me. Vuole parlare, ma io sono interessato al telegiornale. Quattro morti accidentali in una settimana, molte per una piccola cittadina. Freni che non funzionano, gas dimenticato acceso, vasi mal fissati su un balcone che cadono … può capitare a tutti. Io do solo una mano al fato.
La birra mi viene servita. Pago in anticipo e la sorseggio con calma, ascoltando le vuote chiacchiere dell’uomo. Finita la birra, mi alzo e mi dirigo verso l’uscita. Una nocciolina è finita nel boccale di quell’uomo. Appena apro la porta, lo sento tossire e soffocare. Sorrido.
   
 
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