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Autore: Lilietta    25/02/2018    3 recensioni
Spoiler ultimo film: maze runner- la rivelazione.
E se Newt non fosse morto? Se invece Newt fosse sopravvissuto al virus? Le cose come sarebbero andate?
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Minho, Newt, Newt/Thomas, Nuovo personaggio, Thomas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I'M A MONSTER DON'T YOU?
CAPITOLO 3.



Newt pov:
-Lieto che ti ricordi. Perchè non facciamo quattro chiacchiere?-
Domandò Warner assumendo un tono piuttosto scherzoso.
Newt digrignò i denti, non aveva intenzione di piegarsi. Se pensava di spaventarlo si sbagliava di grosso:
-Va all'inferno.-
Replicò il biondino.
L'altro fece un ghigno e disse:
-Tiratelo fuori da lì.-
Due uomini si precipitarono a fianco del loro capo e, l'istante dopo, aprirono la serrattura per poi entrare all'interno della cella. Si avvicinarono lentamente a Newt che, per nulla impaurito, continuò a guardare Warner come se nulla fosse:
"Non mi fai paura razza di idiota" Pensò tra se e se. Era deciso a dimostrargli che aveva trovato pane per i suoi denti:
-Perchè non te la prendi con un adulto invece?-
Domandò improvvisamente L, attirando così l'attenzione di tutti loro. Warner alzò un sopracciglio chiedendosi cosa l'altro prigioniero avesse in mente. Mentre Newt assunse un espressione abbastanza sorpresa, così come anche gli individui al suo fianco.
L'ultima cosa che si aspettava era una reazione da parte di quell'uomo. Perchè avrebbe dovuto difenderlo? Non era niente per lui. Proprio non se lo spiegava:
-Lascia perdere L. Non sono affaracci tuoi.-
Gli disse uno dei due ridendo. L si girò a guardarli e fece altrettanto. Entrambi si osservarono per qualche minuto, non capendo proprio la sua reazione. Newt prese a guardarlo in modo confuso, mentre l'altro ragazzo lo osservava dall'alto in basso chiedendosi se fosse davvero fuori di testa e prese a dirgli:
-Come pensavo. Vivere tutto questo tempo isolato dal resto del mondo ti ha dato alla pazzia, vero?-
Il prigioniero roteò gli occhi e rispose:
-Dovresti farti una risata anche tu Warner. Invece di essere così maledettamente incompetente.-
Tutti a quelle parole trattennero una risata, persino Newt non potè evitarlo e pensò che davvero quel tipo se lo meritava.  Warner li guardò malamente e subito loro si girarono ad osservare altro. Poi spostò di nuovo l'attenzione su L e disse:
-Dovresti cambiare il tuo atteggiamento. Dimentichi chi ha i tuoi figli. Vuoi che li faccia uccidere? Posso farlo.-
L sorrise, lo conosceva abbastanza da sapere che stava bleffando. Era tutto parole e pochi fatti, almeno per la maggior parte. Non che non facesse ciò che diceva, ma quasi sempre era così. Questo l'uomo non potè fare a meno di pensarlo:
-Andiamo Warner. I miei figli sono ancora tutti interi. Perchè non li hai uccisi? Avresti potuto, cosa te lo impedisce?-
Warner assunse un espressione piuttosto divertita, in realtà però provava un forte senso di rabbia. Soltanto perchè avevano combattutto fianco a fianco, credeva di conoscerlo?No, nessuno lo conosceva. Mai nessuno lo aveva conosciuto in tutta la sua vita, almeno non come lui avrebbe voluto. Era sempre stato bravo a mascherare le emozioni, forse fin troppo bravo e non sapeva più dire a se stesso se quello fosse un pregio o un difetto del suo carattere. Il ragazzo deglutì. Non potevano venirgli in mente certi pensieri, non in quel momento. Doveva restare con i piedi per terra, sempre con i piedi per terra. Lui era retto, vigile e pacato. 
"Io non sono debole. Io non sono un codardo. Io sono forte. Io non sono...la vergogna di questo mondo." Prese a dirsi nella mente.
Si riprese in un istante e disse:
- Sai che posso farlo quando voglio. Non ti conviene scherzare con me.-
In quel frangente, Newt non potè fare a meno di notare un dettaglio. Quel ragazzo aveva fissato L per tutto il tempo, senza battere ciglio. Eppure a lui sembrò di aver notato dell'indecisione nei suoi occhi. Forse si era sbagliato? Domande simili rieccheggiarono nella sua mente, ma nessuna di esse seppe trovare una vera risposta.
Il prigioniero iniziò a chiedersi se Warner dicesse sul serio oppure no. Non riusciva più a capirlo e sarebbe stato stupido continuare a fare domande. Non poteva rischiare di fare danni, nè a lui nè tanto meno alla sua famiglia:
-Cosa vuoi fargli?-
Gli domandò indicando il ragazzo che, ancora una volta, non potè fare a meno di chiedersi come mai quell'uomo avesse tanto interesse per lui:
-Lo marchierò è ovvio. Così come marchio ogni persona che lavora per me.-
Rispose l'altro ragazzo spostando lo sguardo sul biondo. 
Newt si spaventò nel sentirlo parlare a quel modo, ma continuò ad osservalo in modo impassibile. Anche se la paura lo stava divorando, non voleva cedere alle minacce di quel folle e non lo avrebbe fatto mai. Piuttosto preferiva morire:
-Fa quel che vuoi. Di certo non ho paura di te.-
Lo disse con decisione, tanto che Warner ne rimase piuttosto sorpreso. Ma non lo fece trapelar fuori. 
Non si aspettava una reazione simile, non da un mingherlino come quello. Sembrava essere un tipo così innocente, così indifeso e gli venne da pensare che probabilmente era solo apparenza. Perchè dentro sembrava emanare un grande sicurezza, un grande coraggio. Ciò provocò in lui una forte invidia. Si sentiva ridicolo nel provarla, infondo quel ragazzino non lo conosceva neanche. Eppure per un attimo, soltanto per un breve momento, aveva desiderato poter essere come lui. Cercò di reprimere quel sentimento ridicolo e di concentrarsi sul da farsi. Doveva farlo se non voleva apparire fragile e lui detestava che un tale termine gli venisse attribuito:
-Non hai paura di sentire il caloro del fuoco sulla tua pelle?-
Chiese a lui avvicinandosi di più alle sbarre. L rise per un momento. Pensò che quel ragazzino aveva davvero fegato per parlare così in una tale situazione.
Gli altri due individui, invece, erano rimasti lì fermi come delle belle statuine ad ascoltare la conversazione. Per un attimo gli venne da chiedersi cosa il loro capo stesse aspettando nel fargli fare qualcosa e si guardarono facendosi spalluce.
Newt era davvero disorientato, più che altro non capiva proprio quel ragazzo. Warner lo guardava continuando ad avere un espressione completamente neutra, per tutto il tempo era stato così e non  riusciva proprio a spiegarselo. Provava a squadrarlo meglio, ma sembrava essere del tutto inutile. Si chiese come mai ci stesse pensando tanto, in effetti non era proprio da lui. Mise da parte quella riflessione e gli rispose:
-Come ho detto. Fa quel che vuoi. -
L'altro ragazzo socchiuse gli occhi chiedendosi cosa avesse in mente, ma decise di non soffermarsi oltre su quell'intuizione. Del resto se era davvero così sicuro come appariva, lo avrebbe capito in seguito:
-Marchiatelo e portatelo nell'altro edifico. Scopriremo da dove vieni, ragazzino.-
Gli disse con tono abbastanza calmo e se ne andò per la sua strada.
I due uomini risero afferrandolo per le braccia e lo liberarono dalle catene portandolo all'esterno della cella. Newt non ebbe neanche il tempo di ribellarsi, soprattutto le forze. Quei ceffi era molto più grandi e forti di lui, non sarebbe riuscito a farcela. Non in quel momento almeno:
-Ei ragazzo.-
Prese a dirgli L.
Il biondino si girò ricordandosi solo in quell'istante della presenza di quell'uomo:
-Sta attento. Non cedere hai capito?-
Nel risentirlo parlare, ricordò ciò che aveva pensato di lui precedentemente e domandò:
-Perchè ti importa così tanto? Non mi conosci neanche.-
L rimase piuttosto sorpreso, ma rispose abbastanza subito:
-Perchè non voglio che tu faccia la mia stessa fine. Sei così giovane ragazzino. Non te lo meriti.-
Newt, nel sentire quelle parole, provò un senso di forte angoscia. Sapeva che le intenzioni di quel tizio era buone, eppure non potè far a meno di sentirsi agitato. Era finito in quel posto chissà come e chi poteva dire se ne sarebbe mai uscito. Dei brividi gli salirono lungo la schiena. Iniziò a chiedersi se ce la avrebbe mai fatta a scappare e la paura iniziò ad annebbiargli la mente. L sembrò notare qualcosa e gli chiese:
-Ei ragazzino. Tutto bene?-
L'individuo, alla destra di Newt, lo strattonò e prese a dire:
-Sta a sentire ragazzino non abbiamo tempo da perdere. Quindi ora tu ci seguirai. Con le buone o con le cattive.-
Newt non rispose. Era come se avesse un groppo in gola e le mani gli tremavano:
-Ragazzino. Ti senti male?-
-Sta zitto L! Se sta male pensa dopo che verrà marchiato.-
Disse uno dei due uomi ridendo malamente con l'altro
-Lo trovate divertente?-
Proseguì a dire L e subito dopo alzò la voce dicendo:
-E' solo un ragazzo maledizione!-
-Anche Warner è un ragazzo. Eppure lui sa comandare a differenza di te. Tu non sei mai stato bravo a fare nulla.-
Aggiuse l'uomo. L rimase abbastanza ferito da quelle parole ed abbassò lo sguardo sconfitto. Non gli piacevano quelle storie sul suo passato:
-Come pensavo. Sei daccordo con me. Quindi non intrometterti o peggioreresti le cose.-
Fece cenno al suo compagno di proseguire ed entrambi ripresero il ragazzo trascinandolo verso l'uscita. Newt avrebbe voluto dire qualcosa, ma era troppo preso dallo sconforto per farlo. L'unica cosa che riuscì a pensare fu:
"Mi dispiace Tommy. Mi dispiace."

 
Thomas pov: 
Ora mai il sole era calato e Thomas non aveva fatto altro che sedere sul letto rimuginando su quanto gli era accaduto:
"Devo riprendermi. Non posso restare qui, mi passerà. Passerò oltre. Starò bene. Partirò e andrà tutto bene."
Si chiese se era impazzito, non aveva mai smesso di chiederselo da quando aveva avuto quell'allucinazione. Portò le mani dietro al suo collo abbassando la testa. Non si era mai sentito così confuso in tutta la sua vita. Perchè proprio Newt doveva apparirgli? Perchè non Teresa o Chuck? Chi lo sapeva, di certo non lui. Sospirò decidendo di pensare ad altro. Forse se riusciva a distrarsi le cose sarebbero andate meglio. 
D'un tratto Gally entrò nella stanza senza bussare e Thomas tirò su la testa di scatto. Poi sospirò. Quasi gli era venuto un infarto:
-Gally...-
Disse alzandosi dal letto:
-Ascolta, ci ho ripensato per tutto il tempo Thomas. Non capisco. Non vuoi sapere come la penso io?-
Fece per dirgli camminando avanti e indietro per la stanza.
Il bruno si passò un mano sul viso, voleva morire. In quel momento voleva proprio morire, non ne poteva più. Sbuffò cercando di recuperare la poca pazienza che gli era rimasta e disse:
-Riguardo a?-
Gally lo guardò sbattendo più volte le sopracciglia, quasi come fosse sorpreso dalle parole di Thomas. Poi continuò dicendo:
-Riguardo a cosa ne penso. Sulla tua partenza. Insomma non dovrei venire anche io?-
Lui si accigliò non capendo proprio quella frase:
-Cosa?E perchè mai dovrei portarti con me? Ho già detto che non porto nessuno Gally.-
Rispose il bruno andando verso la porta per prendere il cappotto. Iniziava a fare abbastanza freddo lì dentro e sicuramente fuori sarebbe stato peggio:
-E perchè mai? Sono io la tua spalla destra.-
Il leader per un istante si fermò dal prendere il giaccone. Ci era rimasto. 
"Spalla destra."
Rise nel ripensarlo, suonava così stupido. Quando mai lui e Gally erano stati migliori amici?:
-Non dire schiocchezze e andiamo. E' ora di cena.-
Gli disse con il sorriso stampato in faccia. Gally alzò le braccia notando l'espressione del ragazzo. Per lui non era poi così strano pensarla a quel modo:
-Eddai Thomas. Me lo sono guadagnato dopo tutto. Vi ho aiutati a liberare Minho, ricordi?-
Thomas continuò a mantenere un espressione divertita. Sapeva quanto Gally volesse dimostrare la sua lealtà. Negli ultimi mesi aveva fatto di tutto per attirare la sua attenzione e come non accorgersene? Stava ad assillarlo dalla mattina alla sera:
-Andiamo a mangiare o non troveremo più nulla Gally. -
Rispose il ragazzo e, protendendo il braccio verso l'uscita, continuò dicendo:
-Dai muoviti.-
Gally alzò gli occhi al cielo ed uscì dalla stanza prima di Thomas.
Il leader stava per seguirlo quando gli capitò sott'occhio la lettera di Newt. Era nel cassetto, ma la metà ne fuoriusciva fuori. Provò una tristezza improvvisa nell'osservarla meglio. Non poteva farci nulla, quel ragazzo sembrava perseguitarlo ovunque andasse. 
"Perchè continui a cercarmi Newt?" Pensò tra se e se provando un terribile dolore.
Avrebbe voluto vederla diversamente. Ma era come se Newt volesse comunicargli qualcosa, quasi come fosse il suo fantasma a volerlo. Deglutì guardando altrove, doveva distogliere la sua attenzione da lui. Doveva farlo se non voleva diventare pazzo:
-Ei Thomas. Vieni o no?-
Sentì la voce di Gally chiamarlo. Thomas scosse la testa:
-Arrivo.-
Disse alzando la voce e, facendo un bel respiro, lo raggiunse.


FINE TERZO CAPITOLO

Autrice: Ciao ragazzi, so che il capitolo è corto ma purtroppo ho davvero pochissimo tempo per andare avanti. Spero possa piacervi ugualmente questa parte della storia e che possa incuriosirvi almeno un pò sui prossimi capitoli. Io continuo a ringraziarvi perchè siete pazienti e continuate a seguire la mia storia. Grazie di cuore, aspetto un vostro parere.

 
   
 
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