Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: valepina    02/03/2018    0 recensioni
La guerra è finita, ma le battaglie contro i propri demoni sono ancora in corso e ciascuno cerca di adattarsi ai cambiamenti per sopravvivere come meglio riesce. Come Draco, costretto ad affrontare le conseguenze delle proprie azioni, per la prima volta completamente solo. O come Hermione, che sta imparando come una verità non detta possa essere peggiore di cento menzogne.
Tra compagni di Casa che si comportano da vere serpi, Caposcuola dall'ambizione sconfinata, amici di sempre che però non sono più gli stessi, amori appesi ad un filo e inquietudini difficili da eradicare, la prospettiva di un soggiorno-studio a Durmstrang di qualche mese può sembrare un’opportunità irrinunciabile per molti … anche a prezzo di una sgradita compagnia.
Ma i posti sono solo due e la Preside McGrannitt indice una gara, servendosi di un curioso stratagemma per promuovere l'unione tra Case e insegnare ai suoi studenti che spesso le apparenze... ingannano.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Il Secondo Trio (Neville, Ginny, Luna), Il trio protagonista, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
‹‹ Hermione alzati. ››
 
Essere svegliati la mattina prima del necessario era uno dei trattamenti che Hermione avrebbe senza dubbio riservato ai peggiori nemici mai esistiti.
 
‹‹ Hermione? Mi senti? Devi alzarti subito, ti prego! È urgente. ››
 
Se poi la sveglia prematura avveniva ad opera di una voce petulante e fastidiosa quale quella della sua compagna di stanza, le torture da propinare assumevano tinte decisamente più fosche.
 
‹‹ Devi risolvermi un dilemma: mi faccio la treccia laterale alla francese oggi? O lascio i capelli sciolti? ››
 
Se infine la levataccia era aggravata da futili motivi, alle cupe torture che si andava figurando nella mente si aggiungeva una certa formulina che premeva per uscirle dalle labbra, condensando perfettamente in una sola parola tutto il sentimento che avrebbe voluto trasmettere.
 
‹‹ Forse dovrei optare per uno chignon alto. Non so, la treccia forse fa troppo adolescente. ››
 
Crucio.
Crucio.

‹‹ Crucio. ›› mugolò da sotto al cuscino.
 
‹‹ Come dici? ›› Calì si affacciò dalle tende del proprio baldacchino con un asciugamano avvolto attorno alla testa e un'espressione confusa nei profondi occhi scuri.
 
‹‹ Chignon. Ti sta meglio. ››
 
‹‹ Vero? È quel che penso anch'io! Oh, è così bello avere una nuova compagna di stanza, ora che Lavanda non c'è più a scuola avevo paura di essere rimasta la sola del nostro anno a Grifondoro! Stare insieme per un anno sarà splendido! ››
 
Hermione si rizzò sui gomiti, costringendosi ad alzarsi. Sbadigliando, osservò seccata la ragazza intenta ad elencarle le meraviglie dell'ultimo libro di incantesimi sulle acconciature femminili. La pazienza della sera precedente nei confronti della Patil si era già abbondantemente esaurita dopo che la suddetta l'aveva tenuta in piedi a suon di chiacchiere fino alle tre del mattino. Anche ora, dopo soli cinque minuti di conversazione, la situazione si era palesata ad Hermione per ciò che realmente era.
Un incubo.
 
‹‹ Una meraviglia. Vado a farmi una doccia. ››
 
Lo scroscio dell'acqua fu come un balsamo per le sue orecchie, violentate da quel ciarlare mattutino. La voce di Calì da dietro la porta divenne soffusa, ed Hermione riuscì quasi a convincersi che la compagna non stesse continuando a parlare. Quasi.
 
***
 
La giornata non volse affatto in meglio con lo scorrere delle ore: a colazione la Professoressa Cooman si arrestò proprio dietro di loro, cacciando un urlo nella convinzione di aver visto un Gramo nel fondo del caffè di Demelza e facendo sputacchiare per lo spavento quello di Neville, di caffè, sulla pergamena col programma delle lezioni che avevano appena ricevuto. Il tutto mentre Calì esaminava alternativamente la tazzina e la Cooman completamente ammaliata, annuendo debolmente come se davvero intravedesse un senso logico nelle parole dell'insegnante.
 
‹‹ A quanto pare la fortuna non è dalla mia oggi ›› scrollò le spalle Demelza.
 
‹‹ Dovresti essere sinceramente preoccupata! Se guardi bene, si vede distintamente che su di te incombe un presagio negativo! ›› esclamò Calì contrariata, fissando la tazza con apprensione.
 
‹‹ Ho tre ore di Pozioni di fila, avrei potuto prevedere anche io che sarebbe stata una mattinata infernale. ›› ribatté Demelza per nulla turbata, servendosi un secondo caffè. ‹‹ Anche se addirittura pensare ad un Gramo, ora che non c'è più Piton ad insegnare, mi pare un tantino eccessivo ››
 
Calì si alzò sbuffando, risentita per non essere stata creduta, e si allontanò verso il tavolo di Corvonero cercando la gemella.
 
‹‹ Io invece credo che sarà una bella giornata, nonostante tutto ›› intervenne serenamente Neville ‹‹ Una sola ora di Pozioni in tutto il giorno e poi la mia adorata Erbologia. E da quest'anno niente più Cooman per me! ››
 
Hermione gli sorrise affettuosamente: avrebbero seguito le stesse lezioni per tutto l'anno, non avrebbe potuto chiedere compagnia migliore.
 
‹‹ Credete che a Calì passerà mai la fissa della Divinazione? ›› domandò Ginny mentre imburrava una fetta di pane tostato.
 
‹‹ Spero proprio di sì. Non voglio passare un altro anno con lei che mi perseguita per allenarsi a leggermi la mano. ›› borbottò Seamus. ‹‹ L'ultima volta ha detto che si vedeva un'interruzione prematura della linea della vita e io sono quasi morto davvero prima del tempo, ma per l'ansia! Sono corso a farmi visitare da Madama Chips! ››
 
‹‹ E lei che ti ha detto? ›› Demelza lo incalzò con espressione scettica.
 
‹‹ Che l'unica cosa sulla mia mano che interrompeva la linea della vita era una bella verruca. ››
 
Hermione sorrise, contagiata dalle risate dei compagni.
 
‹‹ Lo scorso anno lei e Lavanda tentavano ogni giorno di prevedere le mosse di Voldemort nella sfera di cristallo ›› spiegò Neville. ‹‹ Inutile dire che non ci prendevano nemmeno un po’. ››
 
Seamus annuì energicamente ingollando un boccone di uova strapazzate, poi si allungò per prendere la caraffa di succo di zucca. ‹‹ A proposito, come sta Lavanda ora? ››
 
‹‹ Meglio ›› rispose Ginny ‹‹ I Guaritori non si sbilanciano mai molto, ma sembrano cautamente ottimisti. Aspetteranno ancora un paio di cicli lunari per vedere cosa succederà, dopodiché mio fratello dice che potrebbero anche dimetterla. ››
 
Hermione si irrigidì, fissandosi le mani intrecciate in grembo, a disagio. Chiunque avrebbe avuto certamente motivo di pensare che il fratello citato da Ginny fosse Bill, il quale aveva già vissuto in passato la stessa penosa situazione che ora stava vivendo Lavanda.
Ma di nuovo i pensieri di Hermione si focalizzarono su un altro Weasley.
 
Vivere un'intera estate alla Tana le aveva permesso di notare le fughe di Ron, che via via si erano fatte sempre più frequenti. Il fatto che il ragazzo la tenesse a distanza e si rifiutasse di affrontare l'argomento della loro mai nata relazione la addolorava profondamente, tuttavia non se l'era mai sentita di colpevolizzarlo: ognuno reagiva a modo suo ai traumi che avevano vissuto, e con i propri tempi. Dentro di sé sosteneva speranzosa che un giorno lui si sarebbe aperto con lei. Aveva lasciato cadere la questione, che però pesava come un macigno sul cuore  ogni volta che si trovavano nella stessa stanza, e non le ci era voluto molto per scoprire dove Ron si dirigesse ogni volta che si smaterializzava dal cortile sul retro, pensando che nessuno lo vedesse. Ogni dannata volta veniva assalita dalla stessa angoscia che aveva sperimentato durante la ricerca degli Horcrux, quando Ron li aveva abbandonati, e lei aveva trascorso intere giornate a struggersi e a chiedersi dove fosse e se stesse bene.
 
Infine, durante una visita di controllo al San Mungo, lo aveva casualmente visto da lontano entrare nella camera di Lavanda. Si era avvicinata cautamente, udendo la voce della ragazza oltre la porta chiusa,  pensando di passare anche lei a salutare, ma dopo un attimo la risata roca di Ron l'aveva trafitta come una pugnalata al petto. Si era congelata sul posto, con il pugno chiuso e le nocche levate a mezz'aria, dimentica del motivo per cui un attimo prima si stesse accingendo a bussare.
Aveva ritirato la mano e se n'era andata di corsa prima di cedere alle lacrime in pubblico, e solo più tardi, nel silenzio della sua stanza, aveva liberato i singhiozzi soffocandoli nel cuscino.
Ron aveva continuato ad evitarla nelle settimane seguenti ed Hermione si chiedeva spesso se anche Harry sapesse qualcosa sulle fughe dell'amico, ma visti i suoi già notevoli problemi amorosi con Ginevra non se l'era sentita di addossargli anche i propri.
 
‹‹ Pensi che tornerà a scuola, una volta dimessa? ›› si informò Demelza.
 
Ginny scosse la testa. ‹‹ Non ne ho idea ››
 
Hermione pregò vivamente di no, salvo poi pentirsene immediatamente. Quella poveretta aveva vissuto l'inferno ultimamente, meritava di certo un ritorno alla normalità. Si alzò bruscamente, nauseata dal suo stesso sciocco desiderio e incapace di sostenere oltre qualunque ulteriore conversazione. ‹‹ Devo fare una cosa, ci vediamo in classe. ››
 
Si allontanò a passo svelto, avvertendo gli sguardi dei compagni seguirla fino all'uscita.
 
***
 
Draco
 
Se c’era una cosa che Draco Malfoy non sapeva accettare, erano le sconfitte. Sin dall’infanzia si era sempre dimostrato un bambino estremamente competitivo e ambizioso, ed era disposto a tutto pur di arrivare dove volesse. Quella del Signore Oscuro era stata la prima esperienza a metterlo seriamente in crisi (se non si contava la Coppa delle Case che lo Sfregiato aveva soffiato ai Serpeverde più d'una volta grazie a uno sfoggio di bravado dell’ultimo minuto).
I compiti che quel pazzo di Riddle gli aveva assegnato andavano davvero oltre il suo concetto di essere pronti a tutto, per cui alla fine, nonostante il suo desiderio di affermarsi, non aveva saputo portarli a termine.
Non gli era ben chiaro se il fatto che il Signore Oscuro fosse stato infine battuto dovesse essere per lui una sconfitta o una vittoria; tanto, comunque fossero andate le cose, la famiglia Malfoy avrebbe dovuto pagare un caro prezzo in ogni caso.
 
 
Trascinò il pesante baule attraverso il parco della scuola, infangandosi per bene gli stivali nuovi a causa della rugiada mattutina.  
La vecchia megera aveva accolto le missive supplicanti di sua madre dal carcere e, in un impeto di bontà, gli aveva concesso di rientrare il primo giorno di lezione invece della sera precedente insieme agli altri. Non che ciò potesse migliorare la situazione: lui, in quella scuola maledetta, non avrebbe voluto tornarci affatto.
 
Aveva fatto colazione da Mielandia, dopo essere sceso dall’Espresso per Hogwarts: un estremo tentativo di addolcire l’amaro che lo attendeva, di rimandare l’inevitabile. E ora i cioccalderoni gli ballavano sullo stomaco, facendo presagire la pessima giornata che gli si palesava davanti.
‹‹ Tergeo ›› mormorò sostando davanti all’ingresso, puntando la bacchetta verso il fango sui propri piedi. Curioso come in quel periodo i Malfoy non facessero altro che ricoprirsi di melma. Metaforicamente, e ora anche letteralmente.
 
Drizzò orgogliosamente la schiena e si diresse ai Sotterranei, ignorando i bisbigli e le occhiate furtive degli studenti che incrociava per i corridoi e filando dritto verso il dormitorio. Quando vi si trovò di fronte imprecò tra i denti: non conosceva la nuova parola d’ordine. Lasciò cadere distrattamente a terra il proprio baule mentre si passava una mano tra i capelli e rifletteva, facendo traballare la gabbia vuota del suo barbagianni reale che era già salito a rifocillarsi alla Guferia senza tante cerimonie.
 
‹‹ Malfoy? La Preside McGrannitt mi ha incaricato, in quanto Caposcuola, di farti avere questa. ››
 
Draco si voltò, guardando di sottecchi il tronfio Corvonero che con aria di sdegnosa superiorità gli porgeva un foglietto ripiegato. Lo accettò senza una parola, se non altro per far sì che Goldstein sparisse il più in fretta possibile dalla sua vista. Già gli anni passati non gli era mai risultato particolarmente simpatico, ma ora che lo zio era diventato il nuovo Direttore della Gazzetta del Profeta era evidente come l'ego del Caposcuola fosse stato gonfiato a livelli estremi.
 
Il foglio di pergamena recava scritta la parola d’ordine e una serie di noiose informazioni organizzative, che iniziò a spulciare una volta rimasto solo.
Fece levitare il baule attraverso il passaggio nella Sala Comune, notando con sollievo che era semideserta ad eccezione di alcuni ragazzini dei primi anni, e si apprestò a salire le scale del dormitorio maschile.
 
‹‹ Bene bene… chi non muore si rivede, a quanto pare. ››
 
Sussultò appena, riconoscendo la voce di Pansy alle proprie spalle. Evitò di voltarsi, proseguendo fino alla stanza degli allievi del settimo anno. Fuori dalla porta un cartello affisso recava scritti i loro nomi in una calligrafia ordinata.
‹‹ Dannazione ›› ringhiò, quando lesse "Prefetto" accanto al nome di Zabini. Tra lui e Blaise non c'era mai stato alcun tipo di rapporto negli anni che andasse al di là di una mutua e cordiale antipatia. Ma da qualche mese a quella parte il rapporto con il compagno di scuola si era inasprito particolarmente. Precisamente da quando sua madre aveva accettato di patteggiare con gli Auror: collaborazione e informazioni sui Mangiamorte in cambio dell'assoluzione di Draco da tutte le accuse.
I genitori di molti Serpeverde erano stati catturati e spediti ad Azkaban grazie a Narcissa, e sul capo di quelli che si erano dati alla macchia pendeva una taglia molto grossa. La madre di Blaise si era sempre tenuta fuori dal cerchio dei Mangiamorte, tuttavia le indagini avevano portato alla luce diverse sue attività illecite, pesantemente sanzionate dal Ministero.
 
‹‹ Sì, la dannazione sarebbe stata un'ottima soluzione per te, Draco. ››
 
Ruotò appena il capo, posando gli occhi sulla compagna che l'aveva seguito e ora se ne stava appollaiata contro lo stipite della porta. I fitti capelli corvini le erano cresciuti dall’ultima volta che l’aveva vista, arrivandole fin oltre le spalle. Sfortunatamente ciò non era affatto servito ad apportare miglioramenti: la faccia restava sempre la solita - naso schiacciato, lineamenti squadrati, fronte eccessivamente alta -  e il sorrisetto che esibiva stampato in faccia era proprio come lo ricordava: a dir poco irritante.
 
‹‹ Deliziosa come sempre. Cosa vuoi, Pansy? ››
 
‹‹ Oh, solo divertirmi un po’. ›› Il ghigno le si allargò in una smorfia ancor più sgradevole, creando una rosa di grinze a lato degli occhi. Avanzò di qualche passo fino a trovarglisi di fronte e con la mano iniziò a slacciargli sapientemente il cravattino della divisa.
 
Draco si sforzò in ogni modo di ricordare cosa l'avesse spinto in passato a concedere le proprie grazie alla ragazza, osservando i gesti esperti di lei a poca distanza dalla sua gola. Probabilmente la curiosità di sperimentare la propria sessualità, o gli ormoni, o l'orgoglio che lo spingeva da sempre a cercare qualcuno che gli obbedisse con devozione. O forse un allenamento di Quidditch finito male, in cui aveva sbattuto la testa contro uno dei pali degli anelli. Energicamente e ripetutamente.
L'ultima gli sembrava la spiegazione più plausibile, perché in quel momento l'unica cosa che provava nei confronti di lei era repulsione. E nello stomaco avvertiva solamente i resti della propria colazione, non certo le farfalle. Prima ancora di terminare quel pensiero le sue mani erano già salite inconsciamente a bloccare i polsi di Pansy, allontanandoli da sé.
 
Pansy si fermò, aggrottando la fronte. ‹‹ Mi rifiuti? ››
 
Draco inarcò eloquentemente un sopracciglio e sul viso di lei la confusione si tramutò in comprensione ed infine in sdegno.
 
‹‹ Se speri che i Greengrass ci ripensino sulla storia del matrimonio con la figlia, caschi male. Per di più la madre di Astoria ha provveduto a farti terra bruciata intorno: non una sola ragazza dell'aristocrazia inglese oramai prenderebbe in considerazione di sposarti, dopo quello che ha fatto tua madre. ›› Le labbra le si incresparono in un sorriso compiaciuto. ‹‹ Ti resto solo io ›› 
 
‹‹ Non sono ancora così disperato ›› berciò aspramente, infastidito per quell'infantile tentativo di farlo sentire in difetto.
 
Pansy gettò indietro la testa in una risata scomposta. ‹‹ Mi ritieni indegna di te, vero? Papino non ti ha forse insegnato che fine fanno i maghi presuntuosi ed egocentrici? ››
 
Draco balzò in piedi verso di lei, a mascella serrata, stringendole la divisa tra i pugni con rabbia. Odiava suo padre per dove li aveva condotti con la sua smania di potere, ma per quanto lei potesse avere ragione su di lui non le avrebbe mai permesso di criticare alcun Malfoy in sua presenza.
 
‹‹ Sei solo una… ››
 
Un luccichìo dorato stuzzicò la sua vista allenata di Cercatore, costringendolo a frenarsi di colpo. Studiò intensamente la spilla appuntata al petto della ragazza, che  le attribuiva molta più autorità di quanto non meritasse. Che coppia, Zabini e la Parkinson.
Inspirò bruscamente, allentando la presa un dito alla volta ed incenerendola con lo sguardo prima di abbassare del tutto il braccio.
 
‹‹ Già, sono un Prefetto. E tu non lo sei più. ›› sottolineò lei, lisciandosi le grinze della camicia con la perfetta compostezza di chi sa di avere il coltello dalla parte del manico. ‹‹ Sappiamo tutti che un minimo passo falso potrebbe costarti l’espulsione. E che l’espulsione per te vorrebbe dire Azkaban. Quindi vedi di stare attento a quel che decidi di dire o fare. ››
 
Draco la osservò allontanarsi e sedette esausto sul bordo del letto, sfregandosi il viso con i palmi delle mani. Accettare le lusinghe di Pansy per trarne beneficio, e annullare totalmente la propria volontà, oppure respingerla, e rinunciare all'unica alleata che avrebbe potuto schierarsi dalla sua parte in quell'anno per lui estremamente difficile? Apparentemente la sua impulsività aveva già scelto per lui. Poco male, tanto ogni volta che nella sua vita incontrava un bivio, ciascuna delle possibili strade lo conduceva sempre e solo in fondo ad un precipizio. Perché ogni volta aveva l'impressione di essere già condannato prima ancora di aver compiuto qualunque scelta?
 
Sospirò, costringendosi a preparare la borsa, e dopo essersi riarrangiato rapidamente la divisa si avviò di pessimo umore alla prima lezione della giornata.

 
###   ###   ###

Ciao a tutti! Questa è la mia prima esperienza come autrice, dopo anni in cui avevo riposto "la piuma nello scrittoio". Mi è venuta questa idea leggendo molte altre storie (a tema Harry Potter e non) su questo sito e mi sono detta: "Perché no? Proviamoci!" 
Mi scuso già in anticipo se non mi è possibile pubblicare i capitoli in maniera regolare, causa impegni universitari, ma prometto che con calma porterò a termine tutta la storia, possibilmente non facendovi diventare vecchi tra un capitolo e l'altro. Storia che è una Dramione, anche se ancora manca un po' prima che si sviluppi qualcosa fra i due. Ma ci arriveremo...
Qualunque recensione, commento, o anche critica (specie se costruttiva) saranno per me d'ispirazione e d'aiuto per migliorare, dal momento che mi sento ancora parecchio arrugginita nell'esprimermi. Quindi sbizzarritevi e fatemi sapere se vi piace!

Un grande abbraccio!

Valepina
  
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: valepina