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Autore: fantasy93    06/03/2018    3 recensioni
Questa storia si ispira più ai libri che alla serie tv. Sansa Stark è sotto la protezione di Ditocorto, che le dà una nuova identità: Alayne Stone, sua figlia bastarda. Qualcosa però andrà storto e Sansa si ritroverà a dover scappare. Incontrerà qualcuno che credeva fosse morto: Sandor Clegane. Niente, però, è come sembra... Quello che incontrerà potrebbe non essere affatto lo stesso uomo che aveva conosciuto in passato.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Petyr Baelish, Sandor Clegane, Sansa Stark
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Alayne
 
Non aveva mai viaggiato sola con un uomo. Ser Dontos non contava, erano rimasti soli per poche ore prima di raggiungere la nave su cui la aspettava Petyr. Sembrava passata un’infinità da quei giorni, quando era ancora Sansa Stark e credeva nelle ballate e nei cavalieri. Nemmeno Lothor Brune era un vero cavaliere, ovviamente. Era un uomo fidato di Ditocorto, non aveva niente da temere da lui, eppure Alayne era preda di una strana inquietudine. Forse perché stava scappando di nuovo. La stupiva il fatto che Petyr avesse deciso di allontanarla: non era da lui una simile mossa. Forse questa volta aveva preferito non rischiare, dopotutto un abile giocatore sa quando giocare d’azzardo, e Ditocorto era il più abile di tutti. Non c’erano dubbi. Aveva ancora bisogno di lei, perciò non l’avrebbe messa in pericolo.

Spronò il suo cavallo quel tanto che bastava a non rimanere indietro, mentre Brune manteneva un andamento veloce. In passato, la ragazzina che era cresciuta a Grande Inverno, si era limitata ad andare al trotto e a cavalcare in maniera dignitosa da vera lady, ma Alayne invece aveva imparato ad apprezzare la velocità e forse comprendeva meglio le passioni di un’altra ragazzina che un tempo aveva chiamato sorella.
Doveva smettere di pensare a quelle cose: Alayne non era mai stata a Grande Inverno e soprattutto non aveva sorelle.

Si accorse che l’uomo stava rallentando, a qualche centinaia di metri da loro poteva scorgere un fiume. Si decise a rivolgergli la parola, un modo come un altro per spezzare il filo di quei pensieri dolorosi.

- Lasciamo abbeverare i cavalli? –

Brune sembrò sorpreso, quasi come se si fosse dimenticato della sua presenza. In effetti, non avevano affatto parlato durante il viaggio, e la notte ormai era calata silenziosa e scura.

- Si, ma ci fermiamo anche noi. Sono ormai diverse ore che cavalchiamo, abbiamo bisogno di riposare. Ci fermeremo lì per la notte, ai bordi di quella radura. Le locande sono troppo pericolose di questi tempi. –

Alayne annuì con fare consapevole. – Dov’è che stiamo andando? –

-In un luogo sicuro. Domattina costeggeremo il fiume. Se tutto va come spero e senza imprevisti, per domani sera saremo arrivati. –

Alayne osservò il cielo nuvoloso e sperò che tra gli imprevisti a cui si riferiva Brune non fosse contemplato anche un acquazzone. Lasciarono che i cavalli si dissetassero e poi si sistemarono ai bordi della radura. Si raggomitolò nel suo mantello, mentre Brune le porse una mela dalla sacca legata al suo cavallo, ne prese una anche per lui e due per i cavalli. Non si era resa conto di avere tanta fame, quella mela le sembrò una vera prelibatezza.

- Pensi che ci scopriranno? Potrebbero insospettirsi. Non credi? – chiese dando fiato alla sua ansia.

- Chi? I Lannister? – l’uomo sembrò soffocare una risata. – Senza offesa, fanciulla, ma nessuno presta tanta attenzione a una ragazzina bastarda, men che meno se è la sconosciuta figlia di Ditocorto. Dai retta e me, Jamie Lannister deve avere altri motivi per cercare Lord Baelish. Non mi stupirei se gli chiedesse di tornare ad Approdo del Re insieme a lui, per riprendere il ruolo di maestro del conio. Quindi stai tranquilla, dubito che avremo Lannister alle calcagna. –

Quindi Petyr l’aveva allontanata per un eccesso di sicurezza? Forse, ma doveva esserci dell’altro…

- Ovviamente mio padre non ha alcuna intenzione di tornare ad Approdo del Re in questo momento. –

Se Jamie Lannister gli avesse fatto una tale proposta, Ditocorto non avrebbe potuto rifiutare, non senza scoprire le sue carte. Forse allontanarla lo avrebbe aiutato a temporeggiare, o forse era l’unico modo per proteggerla davvero: Petyr le aveva promesso che non sarebbe più tornata ad Approdo del Re.

- Beh, certo io non so quali siano le sue intenzioni, ma ricorda questo, bambina: Ditocorto è sempre un passo avanti a tutti. Nessuno l’ha mai fregato. –
Brune era un misto di orgoglio e avvertimento.

- Lo ammiri molto. –

- Ammiro la sua mente, la sua astuzia. Inoltre sa essere molto generoso con chi lo serve fedelmente, devo ammetterlo. L’importante è non deluderlo. Ormai sono tanti anni che sono al suo servizio. –

- Si, credo che tu abbia ragione. –

Lasciarono cadere così la discussione, e restarono in silenzio ad ascoltare i rumori della notte. A parte lo scrosciare dell’acqua del fiume, però, Alayne non avvertì nessun altro suono. Si rese conto di non avere sonno.

- Penso di poter fare io il primo turno di guardia. –

Brune per poco non le rise in faccia. – Turno di guardia? –

- Potrebbero esserci belve nella radura, è bene stare all’erta, no? -

- Potrebbe esserci qualcosa di peggio delle belve nella radura, ma hai ragione è bene stare all’erta. Pensavo di lasciarti dormire fino all’alba, ma se sei così convinta di poter star sveglia, ne approfitto per farmi un paio d’ore di sonno. -

Lothor Brune si addormentò di colpo, doveva essere un’abilità di chi sa quanto il sonno sia prezioso in certe circostanze. Doveva avere circa cinquant’anni, non era un bell’uomo, ma nemmeno era brutto… Aveva una faccia onesta.
La notte era calata silenziosa, tutto era immobile, anche i cavalli erano come pietrificati, non un rumore proveniva dalla vicina foresta. Brune, però, aveva il respiro pesante.

Continuò a scrutare il volto dell’uomo, senza però vederlo veramente: nella sua mente, a poco a poco, affiorò un altro viso, che non aveva nulla a che vedere con Brune, un viso tagliato a metà, raccapricciante, ma di cui col tempo si era fidata… Forse non abbastanza. Era la prima volta che viaggiava sola con un uomo, ma non era la prima volta che le si era presentata l’occasione. La notte della Battaglia delle Acque Nere, la fanciulla che era stata Sansa Stark, si era rifiutata di scappare insieme a quell’uomo dal volto sfigurato. Il suo rifiuto non era stato dettato semplicemente da una mancanza di coraggio, ma da un ben più grave errore di valutazione! Quella ragazzina ingenua aveva creduto che il Cervo avrebbe sconfitto il Leone, e che da nobile animale qual era, l’avrebbe restituita all’abbraccio dei Metalupi. Quella stupida ragazzina non aveva nemmeno accarezzato l’idea di poter diventare nuovamente un ostaggio; ma il problema non si era mai posto, perché il Cervo era stato sopraffatto dal Leone, i Metalupi erano scomparsi, e la ragazzina era stata costretta a subire nuovi soprusi, finché non era stata prelevata dall’Usignolo, che col suo dolce canto ingannatore l’aveva tramutata in Alayne.
Ora se ne rendeva conto: era stato il rifiuto di quella notte a portarla lì dov’era. Sembrava proprio che la vita si facesse beffe di lei: se quella notte fosse scappata, a riposare con il busto appoggiato a una quercia ci sarebbe stato l’uomo dal volto sfregiato e a fare la guardia ci sarebbe stata Sansa Stark, o forse la guardia l’avrebbe fatta quell’uomo, che tanto aveva a cuore il definirsi un mastino. Invece di quel mastino non c’era traccia, e lì c’era Alayne, persa tra i suoi pensieri, a lottare con ricordi che non avrebbe dovuto avere.

- Credo che sia ora di darci il cambio, fanciulla. –

Alayne quasi sobbalzò. Di colpo, come si era addormentato, Lothor Brune si era svegliato, sguardo vigile e riposato. Quanto tempo era passato? Tre? Quattro ore?

- Sì, credo di essere un po’ stanca in effetti. –

- Tranquilla, manca ancora qualche ora all’alba, non ci rimetteremo in viaggio prima che spunti il primo raggio di sole. –

Si sistemò meglio il mantello addosso, e mise un fagotto dietro la testa per stare più comoda. Non si era resa conto di essere così tanto stanca. Appena chiuse gli occhi sentì il sonno impadronirsi di lei, risucchiando nell’oblio il suo ultimo pensiero lucido: “Se ci fosse stata lei al posto di Sansa Stark quella notte…”.

 
NOTE DELL'AUTRICE: Salve a tutti! Questo è un capitolo un po' introspettivo, inizialmente doveva essere un tutt'uno con il prossimo, ma poi ho preferito pubblicarlo come capitolo a sé, un po' per non rendere la lettura troppo pesante, un po' per rendere omaggio ai pensieri contorti di Alayne! 
Ringrazio tutti quelli che mi leggono, mi seguono, e in particolar modo chi mi recensisce! <3 
A presto,
fantasy93
  
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