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Autore: Nocturnia    08/03/2018    2 recensioni
Animali, bestie, uomini: null'altro che maschere e teatranti che si dimenano su questo palcoscenico che la voce chiama vita.
Il velo viene sollevato - li spoglia, nudi dinnanzi uno spettatore il cui nome è destino.
Insieme si gettano nell'abbagliante luce della tragedia.
Genere: Angst, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albert Wesker, Alex Wesker, Chris Redfield, Excella Gionne
Note: AU | Avvertimenti: Incest, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Withering bones'
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Cap. 5 Disclaimer: Albert Wesker, Alex Wesker, Chris Redfield e tutti gli altri personaggi appartengono a Shinji Mikami, alla Capcom e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.



Capitolo 5 - Incoronata.


Excella dorme ancora quando rientra nelle sue stanze.
È una linea morbida sotto le coperte, un viso che appare ancora più giovane nella serenità del sonno.
Supera ciò che resta del suo abito da sposa - un broccato porpora e oro: a terra, rubini che paiono grumi di sangue.
Si china alla sua altezza, la fissa - labbra piene, socchiuse.
È bella, Excella.
È bella, e meriterebbe un uomo migliore.

Un uomo che non viene immaginando come ammazzarla - come distruggerla.

Scosta il lenzuolo, scopre un corpo che ha piegato solo poche ore prima - che ha pianto per lui, sanguinato.
Studia una macchia rossastra e asciutta, ricorda.

Tutto - troppo.

Sotto la lingua il sapore di Alex è veleno.


Claire appoggia una coperta sulle spalle di Chris, gli sfila il fodero della spada dalla cintura, sorride.
Dorme, Chris, le braccia conserte e il viso schiacciato contro il tavolo.
Gli appoggia una tazza di latte caldo vicino, osserva un'alba pallida e lattiginosa.
Qualcosa è cambiato: qualcosa si è flesso nell'aria fredda del mattino, e Claire lo percepisce arrivare - montare.
Imbraccia l'arco, la faretra - il suo scudo e la sua spada.
I corridoi di palazzo tacciono, quieti - morti - e Claire si chiede se non sia solo l'orribile riflesso di una profezia che non tarderà ad avverarsi.


Excella si sveglia sola - fredda.
Sbatte le palpebre un paio di volte, si porta il lenzuolo al petto.
Alza un sopracciglio quando una delle serve irrompe nella stanza, seguita da un uomo che non ha mai visto.
"Che cosa...?" e trattiene un grido quando l'uomo solleva di colpo le coperte, scoprendole le gambe e mettendo a nudo una macchia rossastra e appiccicosa.
L'uomo si volta verso la donna, annuisce.
"Il matrimonio è stato consumato." ed Excella avvampa - si fa piccola piccola dentro il lenzuolo che stringe tra le dita intorpidite.
La donna china il capo, si allunga verso Excella - libera i bordi del lenzuolo e comincia a sfilarlo dal materasso.
Excella sgrana gli occhi, si arrotola in un angolo del letto e oppone resistenza - non vuole, e tra le cosce pulsa un dolore sordo, costante.
"Sua altezza, dobbiamo." le spiega l'uomo, degnandola appena di uno sguardo "Conserveremo il lenzuolo con il sangue verginale come prova che questo matrimonio è stato consumato ed è stato benedetto dagli dèi."
Excella apre la bocca, scuote la testa - si guarda intorno spaesata; cerca un punto di riferimento, Albert.
La serva continua nel suo lavoro ed Excella strattona - un animaletto fragile e spaventato.
"Fermatevi."
Excella si volta di scatto, libera un sospiro sollevato.
Alexandra Wesker entra nella stanza senza incertezze, scivola con lo sguardo sul lenzuolo sporco, sul viso contratto di Excella - non mostra alcuna espressione.
"Fuori." dice poi, indicando la porta.
"Ma, mia signora..." interviene la serva "Dobbiamo..."
Alex le cerca gli occhi, arriccia le labbra in un sorriso sgradevole.
"Fuori, Cindy: e anche tu." continua, indicando l'uomo "Non è questo il modo di trattare la nuova regina di Raccoon." prosegue, gelida "Posso pensarci io."
"Non è nel protocollo reale."
Il viso di Alex si tende - una microespressione troppo rapida per essere colta e decifrata.

Indignazione, forse. Tristezza.

"La regina è spaventata." afferma, indicandola "Ha bisogno di un viso conosciuto, non di te che irrompi qui come il lupo cattivo delle favole, Marcus."
"La regina dovrà imparare..."
Alex si avvicina, snuda i denti.
"Fuori."
Marcus la fissa per alcuni secondi, indurisce lo sguardo - gronda disapprovazione e rabbia.
"Come vuole, Lady Alex; ma sappia che lei non è più la donna che siederà al fianco del re da oggi."
"Lo so benissimo."
"Allora forse dovrebbe cominciare a comportarsi come il suo ruolo richiede."
Alex alza il mento, lo ignora - segue i loro profili fino a quando non escono dalla stanza e si chiudono le pesanti porte in legno alle spalle.
"Grazie." mormora Excella, e Alex sembra ricordarsi solo in quel momento della sua presenza.
Excella la sta guardando con uno sguardo riconoscente e ammirato, un sorriso stupido sul volto giovane.
"Non l'ho mai sopportato." replica, puntualizzando "Marcus, intendo."
Excella si tormenta una pellicina, mordendosi il labbro inferiore.
"Devono davvero tenersi il lenzuolo?" chiede, ed è timida la sua voce, fragile.
"Sì."
Excella piega le labbra in una smorfia disgustata, si porta le ginocchia al petto - e Alex nota un morso , nella piega morbida del collo.
"Che schifo."
Alex alza un sopracciglio a quell'esclamazione così poco regale, non riesce a distogliere lo sguardo dall'alone rossastro e bianco che giace ai piedi di Excella.
Giù per la gola parole abortite e morte.


"Il matrimonio è stato consumato."
"Lo so."
Stuart le versa una tazza di succo di more, silenzioso.
"Marcus ha esposto il lenzuolo poco fa."
Alex storce la bocca in una smorfia poco aggraziata, fissa il cielo plumbeo che pesa su Raccoon.
"Che usanza disgustosa."
"Concordo."
"Nelle terre dell'ovest non è così." mormora Alex, ripercorrendo con la memoria il profilo muscoloso e allenato della Alomar.
"Siete nata dalla parte sbagliata del regno, mia signora."
"A volte lo penso anche io."
"Il re non era presente."
Alex si volta, interdetta.
"No?"
Stuart scuote la testa, raddrizza la schiena.
"La regina era da sola a presenziare al rito."
"Dov'è andato?"
"Fuori. Nella riserva; con Hela."
Alex storna lo sguardo, assorta.
"Dovrei raggiungerlo."
"Le ricordo che il medico di corte sarà qui tra poco, mia signora."

Oh.

Alex si morde un labbro, ruota più volte l'anello che porta all'anulare sinistro.
"Allora aspetterò."
A volte non le sembra di aver fatto altro per tutta la vita.


Un rumore: uno scricchiolio.
Wesker si flette sulle ginocchia, attende - nascosto.
Qualcosa si muove; un'ombra che si profila tra le foglie, quieta - non abbastanza.
Wesker scatta - le afferra il braccio proteso in avanti, ruota il polso, facendole cadere l'arco e rovesciandola poi sopra la sua schiena, a terra.
Le schiaccia una spalla con il pesante stivale in cuoio, estrae il pugnale - si china e...
"Tu?"
Claire gli pianta le unghie nella pelle del gambale e stringe.


"Siete incinta, mia signora."
Alex scivola con lo sguardo lungo le guglie del palazzo, tace.
"Un mese e mezzo, forse due."
Studia la notte, i suoi orrori.
"E non siete più virgo intacta."
Sospetto - colpa.
"Dovreste confessarvi, mia signora; mondarvi l'anima, se non volete che questo bambino possa essere posseduto dal peccato."
Alex assottiglia gli occhi - decide.
"Lo farò." e si volta, avvicinandosi al medico di corte "Avete la mia parola, James."
Il medico abbozza un sorriso (racconterà tutto) brilla qualcosa sul fondo di quell'iride scura e limacciosa (lo sa già.)
"Il re sarà compassionevole; è vostro fratello, in fondo."

Comprensione: verità che riemergono come cadaveri gonfi d'acqua e memorie.

James è lento - troppo; Alex no.
Estrae il pugnale dal fianco, taglia - da orecchio a orecchio, nessuna sbavatura, nessuna imprecisione.
James emette un solo, lungo, gorgoglio sfiatato - si accascia in se stesso, un sacco di carne e muscoli senza più  alcuna importanza.
Alex ne fissa il corpo senza vita, arretra solo quando il sangue le sfiora la punta delle scarpe.

Incinta.

Abbassa lo sguardo, si studia il ventre ancora piatto - teso sotto le mani.
Chiude le dita a pugno, si morde le nocche fino a farle sanguinare - fino a quando il dolore non diventa tutto.

Incinta.

Dentro di lei una vita che ha già il sapore della sconfitta.


Il re le tende una mano, Claire la ignora, rialzandosi.

Merda.

Dovrebbe chiedergli scusa.

È il re, in fondo.

Gli rivolge uno sguardo incerto, si massaggia la spalla offesa.
"Mi dispiace." dice poi "Pensavo foste un cervo."
"Uhm." le replica, studiandola.
Claire gli rivolge un'altra occhiata in tralice, aggrotta le sopracciglia.
"Non volevo colpirla."
"Sarebbe stato reato di lesa maestà." ed è ruvida la sua voce, irritata.
"Non volevo colpirla." ripete, ostinata.
Il re inclina il mento nella sua direzione, continua a scavarle l'anima con quei suoi occhi artici, da lupo.
"Lo so."
"Bene."
"Come mai fuori a così presto?"
Potrei dire la stessa cosa di te, pensa Claire, cosa ci fai fuori a quest'ora del mattino con una donna come Excella nel letto?
"Cacciare mi rilassa; mi schiarisce le idee."
"E su cosa deve riflettere la sorellina di Chris Redfield?"
Claire arriccia il naso in una smorfia buffa, oltraggiata.
"Molte cose."
"Immagino."
"Lei non sa tutto di me. Di noi."
Il re si volta, alza un sopracciglio - merda. 
"Illuminami." replica, e intreccia le mani dietro la schiena.
Claire si umetta le labbra, deglutisce.
"Sono cose personali."
"Nulla è personale quando si è davanti al re."
Claire tormenta l'impennaggio della freccia che stava per scoccare, sospira.
"Il tempo che la nuova carica di Chris ci sta togliendo."
Il re tace, ascolta.
"Una volta andavamo a caccia insieme, anche a pesca. Dopo la morte dei nostri genitori è stato tutto per me - mi ha cresciuto, e ha scelto la via delle armi per me. Mi manca non potergli raccontare come è andata la giornata, o i miei dubbi, le mie paure."
Wesker sposta il peso da un piede all'altro, non dice nulla - sfrega la punta dello stivale nel terriccio umido.
"A volte mi chiedo come sarebbe stato se la Febbre non si fosse portata via i nostri genitori."
Un rintocco di campana, poi un secondo - un terzo, fino a quando l'aria non ne è invasa, una cacofonia che disturba la quiete della riserva.
"La proclamazione." mormora Claire, e sposta lo sguardo su dove dovrebbe trovarsi il palazzo.
"L'esposizione del lenzuolo." continua, e si volta, osservando il profilo del re - durissimo, spietato.
Il re arriccia le labbra sui denti, uno scintillio bianco e ferino.
Le dà le spalle, s'incammina verso la piana sottostante, dove un cavallo baio lo sta aspettando.
Claire è pervasa da un'improvvisa sensazione di vuoto.


Stuart fissa il corpo senza vita di James, lo arrotola nel tappeto su cui giace e lo spinge in un angolo della stanza.
Alex è seduta sul bordo del letto, la testa tra le mani e un respiro asimmetrico che lo preoccupa.
"Mia signora." comincia, avvicinandosi "Cosa è successo?"
Alex è un balugino azzurro e umido tra le dita socchiuse, spaventato.
"Ho dovuto." ribatte, e la sua voce è spezzata - bagnata dalla lacrime che non ha versato.
"Lo so, mia signora." ribatte, incrollabile "Dobbiamo nasconderlo; seppellirlo dove nessuno possa mai trovarlo. Possibilmente darlo in pasto ai lupi della foresta."
"Sono incinta."
Cadono, quelle parole: distruggono anni di menzogne e inganni.
Stuart deglutisce, si umetta le labbra.
"È una bellissima notizia, mia signora."
Alex apre la bocca, libera una risata sgradevole - che uncina la carne e strappa.
"Di mio fratello."
Stuart inspira, si concede un attimo di raccoglimento - uno solo.
"È sano?"
Alex gli rivolge uno sguardo confuso - attonito.
"Il bambino." specifica Stuart "È sano?"
Alex sbatte le palpebre una, due volte - piega il mento verso il proprio addome.
"Sì."
"Allora rimane una splendida notizia."
Alex apre le mani, le richiude - tace.
"Non si preoccupi, mia signora; ci penso io a James. Lei non deve fare sforzi inutili."
Alex gli cerca gli occhi - lo esamina, aprendolo e squartandolo come un capretto al macello, rimettendo poi insieme i pezzi solo quando è soddisfatta della risposta che vi trova.
Nell'iride di Stuart brucia una totale e assoluta devozione.


Chris si è scottato la lingua nella foga di bere il latte che Claire gli aveva lasciato, si affretta lungo i corridoi - verso la sala del trono.
Il mantello bianco sulle spalle, la spada al fianco, Chris raduna la Guardia Reale e la mette in posizione - la regina già sul trono, lo sguardo fisso alla sua sinistra.
Sospira, perché Claire non è tra gli astanti, e si ripromette di parlarle quella sera, se non quella dopo - sobbalza leggermente quando una mano lo sposta, e il re avanza, un cipiglio contrariato sul volto spigoloso.
Excella gli sorride, intimorita - fragile.
Ai suoi piedi una corona che sarà anche la sua rovina.


Sfiora l'anello che le stringe l'anulare sinistro.
Percorre con il bordo dell'unghia l'intricato disegno del serpente, saggia in punta di dita la spigolosità dei rubini, la levigata consistenza dell'oro.
Sotto, il sangue di James brucia - incinta incinta incinta.

Aspetto un figlio da Albert. Il re. Mio fratello.

Excella prende la mano di Albert, si siede al suo fianco - alla sua destra.
Le pone la corona tra i capelli corvini, le sfiora una guancia in una carezza quasi gentile.
Viene proclamata regina, Excella.
Sorride, e la sua felicità incornicia un viso giovane, perfetto.
Lo sguardo di Albert la cerca, lei lo evita - non ci riesce.
Alex si volta ed esce dalla sala - frantumata.
Nella mano l'anello di Wesker è pesante come il suo cuore.


"L'ha sposata."
"Ovviamente."
"E ha consumato il matrimonio."
Simmons beve un sorso d'idromele, ruota il calice.
"Non avevo alcun dubbio."
Lansdale piega le dita ad artiglio, lo fissa.
"Quindi cosa suggerisci di fare ora che Excella è regina?"
"Ci sto pensando."
"Non abbiamo molto tempo: potrebbe metterla incinta da un momento all'altro."
"Non cambierebbe molto, anzi; rafforzerebbe solo la posizione di Excella, e quindi l'avidità di Lyas."
"E Marius?"
Simmons studia l'idromele ondeggiare nel bicchiere, inspira il suo odore - floreale, delicato.
"I soldi di Marius provengono dal ramo Travis della famiglia di Lyas, Morgan; convinta lei non avremo più problemi."
"Tranne Sergei."
"Mi sto già muovendo in tal senso."
Morgan picchietta con le dita sulla scrivania, si passa una mano lungo la barba.
"Ci concederà accesso al Muro?"
"Direi di sì: è un uomo fedele al potere, Sergei, e il re ne sta perdendo ogni giorno di più. E lo era a Spencer."
"Carla ha una teoria."
"Quale?"
Derek finisce l'idromele in un unico sorso, si alza.
"Devo prima verificarla, ma se si rivelasse esatta avremo un'arma in più contro la corona."
Ha occhi famelici, Morgan: impazienti.
"Allora fallo."
Simmons gli regala un sorriso sgradevole, a labbra strette.
"Non sei nella posizione di darmi ordini, Morgan: di te mi serve il nome, le macchine belliche che nascondi, nulla più."
Lansdale deglutisce, digrigna i denti.
Lo scorpione gli ha appena ricordato chi possiede ancora il veleno necessario a uccidere la serpe.


"Mi stai evitando."
Alex sistema le redini a Zanor, lo ignora.
"Perché?"
Controlla l'imboccatura, la martingala.
"Alexandra."
Sospira, Alex, e gli rivolge uno sguardo stanco - sfibrato.
"Non ci riesco." gli dice, e Zanor sbuffa nell'aria tiepida della stalla.
Wesker l'affianca, un profilo rigido che la sovrasta - la cerca.
"Ne avevamo parlato."
"Lo so."
"Mi hai suggerito tu di farlo." sottolinea Albert - la incolpa "Avrei potuto..."
"No." lo interrompe Alex "Non avresti potuto."
Zanor scalcia, si muove inquieto - agitato.
Wesker le sfiora il mento, la linea delle labbra - si china verso il suo viso, le rivolge uno sguardo interdetto quando viene rifiutato.
Alex si guarda intorno circospetta - diffidente.
"Prendi Hela." gli suggerisce, e sale in sella a Zanor, una dea guerriera e bellissima "L'ho già fatta preparare."
Albert la fissa - affonda nei suoi occhi, comprende.
Alex sbatte i talloni nei fianchi di Zanor, lo supera - lo aspetta, sempre.
La notte accoglierà tutto ciò che resta.


"Mi ha chiesto cosa può fare."
Wesker si flette sopra il suo corpo, le lambisce lo spazio tra i seni, la curva morbida del fianco.
"Cosa, per accontentare il suo re."
Scivola tra le sue cosce, la cerca con la lingua, le mani - percepisce la sua pelle tendersi per lui, con lui.
"Non occupi il letto matrimoniale da un mese."
Strattona, Albert, e la conduce contro il suo petto - ascolta la sua voce spegnersi in un gemito senza vergogna.
"E cosa le avresti suggerito, uhm?" mormora sulla sua bocca, sorridendo.
Alex stringe un pugno d'erba tra le dita, ride - d'inarca all'indietro e muore sulle sue labbra, tra le cosce.
"Ho risposto che non lo sapevo."
È pieno di stelle il cielo sopra Raccoon, una distesa di luci fredde e bianche - un silenzio interrotto solo dai loro ansiti spezzati.
"Che non ho mai avuto l'occasione - il piacere - di giacere con un uomo."
Albert snuda i denti, scivola lungo la linea calda della carotide - morde, strappandole un guaito sorpreso.
"Che sei un uomo disciplinato."
Wesker lecca un filo di sangue e sudore, le porta i fianchi all'altezza del suo viso - inspira, la cerca con gli occhi, la lingua.
"Che sei un uomo morigerato, attento alla morale."
Alex gli percorre con le dita i muscoli del petto, quelli dell'addome - scende, e lo attira a sé, in lei.
"E...?" la esorta Albert - affonda, e crolla con il capo tra i suoi capelli, umido sulla bocca, tra le gambe.
Alex pianta i talloni nel terreno, accoglie le sue spinte - lui.
"E ha sorriso la tua piccola regina."
Albert ansima, le artiglia la nuca - la bacia con la stessa voracità di sempre.
"Si ritiene fortunata - benedetta."
Sussurra Alex, e gli infrange il respiro - l'animo.
"Crede che sia rispetto, onore, quello che le riservi."
Si contrae, Alex - arcua la schiena e gli schiaccia il seno contro il petto, viene.
Albert socchiude gli occhi, l'orgasmo di Alex una corrente liquida tra le cosce, lungo la pelle.
Hela nitrisce debolmente in lontananza, Zanor un profilo nerissimo e nascosto - due guardiani silenziosi, spettatori di un amplesso immorale e blasfemo.
"Che un giorno sarai in grado di amarla davvero." conclude quando ritrova la voce, le dita ad accarezzarlo tra i capelli, lungo la linea tesa delle spalle - a delineare la curva delle vertebre, i muscoli delle natiche che si contraggono a ogni spinta.
Wesker ride - ed è un suono terribile, limpido.

L'assolo di un uomo che non ha più maschere, limiti.

Preme, Albert - lascia cicatrici di sangue e voglia tra le sue cosce, sulla sua bocca.
Alex gli avvicina le ginocchia ai fianchi, stringe - mormora il suo nome, lo invoca.
Wesker chiude gli occhi e si consegna ad Alex in un orgasmo che lo spezza.
   
 
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