Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Cosmopolita    16/03/2018    0 recensioni
"Non avrebbe mai saputo che Namjoon aveva adorato Donnie Darko e che il suo obiettivo della settimana era quello di far capire il finale a più persone possibili. Non avrebbe mai conosciuto Taehyung e il suo particolare modo di vedere le cose, Hobi e il suo dono di far sentire a proprio agio gli altri. Oppure Yoongi, che si era finalmente appisolato con la testa che sporgeva dal bracciolo del sedile, Jungkook che al contrario era più sveglio che mai o Jimin che in quel momento era tutto preso a canticchiare una canzone che non era ben sicuro di aver riconosciuto.
Si soffermò a guardare ognuno di loro. E sorrise"
[dal primo capitolo]
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Awake

 

Il rossetto che Seoyeon stava indossando quella mattina metteva ancora più in risalto il pallore del suo volto. Lo stava guardando con le braccia incrociate al petto, aveva le sopracciglia aggrottate e le labbra strette in un broncio a dir poco teatrale -E quindi, come mai hai deciso di invitarmi qui?- la osservò mentre viaggiava con gli occhi dalla siepe accanto al loro tavolino fino all’ingresso.
Seokjin poggiò la tazza di cioccolata calda sulla superficie lucida e brillante del tavolo. Fece spallucce e diede la sua risposta senza stare a pensarci troppo -Perché sei sempre sola. Mi facevi pena, tutto qui.
Lei spalancò gli occhi. Sulle prime balbettò qualcosa che non capì molto bene, infine fu in grado di formulare una frase più sensata -Sei davvero maleducato!
Lo disse in un tono talmente lamentoso che a quel punto ridere di lei gli venne quasi naturale -Non sono maleducato. Sono realista.- Jin si alzò dal tavolino del bar, spostò appena la sedia e sgusciò via facendo scivolare gli occhiali da sole davanti agli occhi. Percepì il suono della telecamera che focalizzava la ripresa sul suo volto, ma non si girò per guardarla.
Diede un’ultima occhiata a Seoyeon e spostò lo sguardo altrove, laddove finiva la strada e cominciavano ad intravedersi le transenne.
-Stop! Buona!-
Rilassò le spalle e si tolse gli occhiali da sole. Dal buio delle quinte, il regista poggiò il megafono sulla sedia e si alzò per avvicinarsi a lui e a Seoyeon -Avete fatto entrambi un ottimo lavoro. Forse tu,-  rivolse il suo sguardo alla ragazza -dovresti essere un po’ più naturale. Ma tu Kim Seokjin, sei stato perfetto.
Lanciò un’occhiata alla sua partner. Stava guardando l’asfalto sotto i suoi piedi, ma sorrideva.
Lo fece anche lui – La ringrazio molto, signor Park.
Per tutta risposta, gli lanciò una pacca tra le spalle talmente forte che sulle prime gli venne quasi da tossire – Per oggi abbiamo finito, ragazzi.- si rivolse al resto della troupe -Ci vediamo domani mattina.
Quello era il segnale. A poco a poco, tutti quanti si avviarono verso l’uscita del set, a parte quei pochi che erano costretti a continuare con il lavoro.
Seokjin superò le transenne e le luci cominciano a farsi più soffuse. Ora non era più circondato da erba artificiale e asfalto colato in fretta e furia, ma da sedie disposte in un ordine casuale e telecamere, tutte puntate verso quel baretto ormai non più illuminato a giorno.
Seoyeon era già lì, intenta ad armeggiare chissà che cosa dentro la sua borsa -Sei stato veramente bravo oggi.- Jin dovette sporgersi verso di lei pur di riuscire a sentirla. Le sue guance si erano imporporate di un rosso simile a quello che coloravano le sue labbra.
-Anche tu hai fatto un ottimo lavoro. Non stare ad ascoltare Park, ti prego; lo sai che ha un modo tutto suo di vedere le cose.
Scosse la testa – Io? Un ottimo lavoro? Bah!- fece un gesto di sufficienza con la mano, come se avesse voluto scacciare qualcosa di molesto davanti a lei -Magari per continuare a lavorare per il piccolo schermo, forse. Ma sono consapevole di non poter ambire a più di tanto.
Non seppe più cosa rispondere. Lei invece indossò la borsa e si affrettò verso l’uscita.
Accelerò il passo pur di raggiungerla, con la spalla le sfiorò appena il braccio – Io penso che tu ti sottovaluti troppo.-
Lei scosse la testa con aria divertita -Non è che mi sottovaluto. È che sono realista!-
Scoppiarono entrambi a ridere e Seokjin dovette ammettere che tra tutte le partner che aveva avuto in tutta la sua carriera, Seoyeon era decisamente quella più simpatica.
Continuarono a camminare in silenzio fino a che l’odore dell’aria aperta e il cielo stellato non venne loro incontro.
Una brezza scompigliò i capelli di Seoyeon . Era rimasta ferma sull’uscio  a fissare il vuoto.
Seokjin inarcò le sopracciglia -Va tutto bene?
-Oh…- la ragazza scosse la testa, come se si fosse appena risvegliata da un lungo stato di quiete -Sì sì, scusami. È che stavo pensando… è domani che viene il membro dei "Super five"  a fare le riprese?
Per tutta risposta fece un verso di insofferenza -Ah, giusto, me ne ero dimenticato!- alzò due pugni e con voce monocorde aggiunse uno “yeah” sarcastico.
Seoyeon dal canto suo rise e riprese a camminare -Eddai, non essere così affrettato con le conclusioni. Magari è bravo.
Si strinse nelle sue spalle -Sì, come no. Ti ricordi com’è andata l’ultima volta con quell’altro idol?- arricciò il naso e, poteva giurarci, anche lei aveva assunto la sua stessa identica espressione.
-Io. Mi. Preoccupo. Per. Te.- la voce della ragazza si incupì improvvisamente e la sua fronte si corrugò talmente tanto che le sue sopracciglia sembravano contigue.
Nessuno dei due riuscì a rimanere serio. Ripresero a ridere con così tanta foga che furono costretti a fermarsi un’altra volta.
-Davvero…- Seokjin prese una boccata d’aria -Sembrava essersi…- trattenne a malapena un’altra risata – impossessato di te per un momento.
-Rideresti di meno se fossi stato costretto a girare la stessa scena con lui per cinquanta volte.
-Vedi…- il tono della sua voce riprese a farsi serio -È per questo motivo che non digerisco tutto questo: per carità, lavorano duro anche loro e li apprezzo moltissimo per questo, davvero, ma… No, ecco! Fatevi pubblicità in maniera diversa e lasciateci fare il nostro lavoro.
La sua spettatrice continuava a guardarlo con aria circospetta e la cosa lo stupì molto sulle prime
-Non… Non sei d’accordo con me?
Quella domanda parve coglierla in contropiede, perché la vide arrossire di colpo. Abbassò lo sguardo -Non è questo, è solo che penso che tu sia un po’ troppo severo. In fin dei conti alcuni di loro se la cavano bene.-
Si girò verso di lui, come se avesse voluto controllare la sua reazione a quella risposta. Seokijin la vide rilassarsi una volta appurato che, più che essere infastidito dal suo intervento, era piuttosto incuriosito -E il più delle volte hanno ruoli minori. Certo, noi lavoriamo il doppio del tempo, ma quel che conta è il risultato finale.
Forse Seoyeon aveva ragione ed era lui ad essere troppo prevenuto nei confronti di quel mondo a lui astruso come quello degli idol. Semplicemente non riusciva a comprendere come mai dessero un’opportunità come quella di recitare in uno sceneggiato a gente che, di base, non aveva mai studiato per farlo, mentre una folla intera di neodiplomati alla scuola di recitazione riusciva a malapena ad ottenere un ruolo da comparsa. Gente valida, magari, che aveva speso metà della sua vita dietro ad un sogno che probabilmente non si sarebbe mai realizzato. Non lo sentiva come giusto.
La ragazza lo salutò con la mano e si allontanò in direzione della sua auto. Sospirò non appena la vide sfrecciare via dal parcheggio: loro due, invece, ce l’avevano fatta. Erano stati tra quei pochi fortunati.


Ricordò di aver sognato quella notte. Era su un autobus, diretto chissà dove. Era circondato da facce sconosciute, ragazzi che parlavano tra di loro come se si conoscessero da anni.
Sentì le lacrime agli occhi e non riuscì a darsi un motivo. Uno di loro, alto e dai lineamenti affilati, stava ridendo con un tizio con gli zigomi alti. Assottigliò gli occhi e ripensò a tutte le occasioni in cui avrebbe potuto conoscerlo, ma non ne trovò neanche una. Eppure, in quel momento, sentiva quasi l'impulso di raggiungerlo ed abbracciarlo, di gridargli "Ehi, io sono qui!".
Solo uno gli era parso vagamente familiare: ricordava di averlo visto in qualche manifesto. O in qualche programma alla tv di sfuggita, non ricordava molto bene. Sapeva solo che quel ragazzo dai capelli biondi ossigenati e le labbra piene lo aveva già visto da qualche parte.
Rimase a fissarlo, fino a che l’altro non si accorse della sua presenza -Seokjin!- urlò il suo nome come se non lo vedesse da una vita. Un saluto di sollievo, un sorriso che sapeva di un passato troppo lontano.
Si alzò dal suo sedile e si precipitò verso il posto in cui era seduto Jin, qualche ciocca ossigenata gli andò a finire sugli occhi– Sono così felice di vederti. Come stai? Non vedo l’ora di iniziare le riprese con te!-
Ebbe appena il tempo di realizzare chi fosse. Un lampo d’illuminazione: quel ragazzo non era solo l’idol con cui avrebbe dovuto girare un Drama. Era molto di più. Il modo in cui lo stava abbracciando, il tono con cui gli aveva parlato: sembrava avessero condiviso un’intera vita assieme.
E quegli altri ragazzi… Loro erano…
Sentì un boato che gli lacerò le orecchie e il ragazzo scomparve.


Si svegliò di soprassalto e con un terribile mal di testa. Forse aveva anche urlato, ma non se ne era reso conto.
Si alzò dal letto e si massaggiò le tempie, mentre davanti a lui scorrevano le immagini confuse e frammentate del suo sogno: quei ragazzi, l’idol, il rumore assordante… Non sembrava semplicemente un sogno. Era come se tutto quello appartenesse ad una vita lontana, che però non aveva mai vissuto.
Dovette sdraiarsi di nuovo, tutta la stanza sembrava girare su se stessa: l’autobus, quei ragazzi… Quei ragazzi…
Ricordava solo di aver provato una sensazione strana appena li aveva visti. Nostalgia, voglia di piangere, di chiamare ad alta voce nomi che non conosceva, sorridere a dei volti che non ricordava. Ma ora quella sensazione era stata completamente dimenticata.
Uscì dal suo appartamento senza neanche aver fatto colazione e si infilò nel traffico grigio e caotico di Seul. Prendeva le strade automaticamente, senza neanche pensarci, mentre il sogno della sera precedente continuava a danzargli in testa in maniera ossessiva.
Quei ragazzi… Non capiva neanche lui perché ci stesse pensando così tanto. Era come se gli mancasse un pezzo fondamentale affinché il puzzle fosse completo; eppure, perfino lui non sapeva di che puzzle si trattasse.
Arrivò agli studios, ma sembrava essere passato un attimo da quando si era svegliato. Non riusciva a badare neanche a ciò che gli stava dicendo Seoyeon, che lo aveva affiancato praticamente da quando aveva messo piede lì dentro. I corridoi bianchi e asettici scorrevano veloci davanti ai suoi occhi, ogni tanto qualche pianta di plastica o alcuni manifesti di Drama degli anni precedenti interrompevano quella monotonia cromatica, fino a che non si fermarono.
Davanti all’entrata del set, il signor Park stava parlando con un ragazzo.
Seokjin sapeva di averlo visto da qualche parte: i suoi capelli, di solito colorati delle sfumature più vistose, ora erano neri come la pece. Su di lui non sembravano affatto naturali, lo rendevano quasi anonimo. Tuttavia, quella bocca così piena, i lineamenti delicati, il fisico asciutto erano tutti elementi di lui che avrebbe potuto riconoscere ovunque andasse: nelle pubblicità alla tv, nei cartelloni sulla strada, sui megaschermi dei palazzi e ora perfino nei suoi sogni.
Con un gesto della mano, il signor Park richiamò la sua attenzione. Gli disse qualcosa che Jin non capì: la sua attenzione era tutta rivolta verso quel nuovo arrivato.
-Piacere di conoscerti, sono Kim Seokjin. Spero che ti troverai bene qui sul set.- lo disse in un modo talmente trafelato che sembrava lo avesse imparato a memoria.
D’altro canto, l’idol gli sorrise esattamente come aveva fatto nel suo sogno. E per un attimo, tornò quella strana sensazione di nostalgia che lo aveva accompagnato per tutta la mattinata.
Gli porse una mano -Park Jimin. Onorato di lavorare con te.


Salve a tutti!
Finalmente sono riuscita a pubblicare il secondo capitolo. Diciamo che per certi versi non si è ancora capito dove la storia voglia andare a parare, ma sappiate che ne vedrete delle belle (?)
Vi ho incuriosito? Vi siete annoiati? Credete che questo capitolo sia scritto con i piedi? Fatemelo sapere, ahaha
Ringrazio tutti quelli che hanno letto :)
A presto con il terzo capitolo!
Cosmopolita

   
 
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