Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: _Giuls17_    17/03/2018    1 recensioni
[the dark world, the same enemy but that's another story]
Hermione aveva provato sulla sua pelle il dolore vero e da quel momento aveva preso la decisione più importante della sua vita, una decisione che aveva richiesto un sacrifico che lei aveva eseguito senza indugio; ma in un mondo in cui Lord Voldemort ha preso il potere e Harry Potter cerca ancora di contrastarlo, non tutto andrà per il verso giusto.
C6: -Vorrei tanto che non fossi una stronza Serpeverde con zero capacità di amare.-
C7: “Cercavamo un amore travolgente, e l’abbiamo sempre avuto davanti, è sempre stata lei ad attirare la tua attenzione"
C8: -L’amore ci rende fragili ed io vivo in una famiglia in cui non posso permettermi questo genere di debolezza.-
C13: Ti prego non lo dire, se non lo dici non è vero e se tu non lo dici posso dimenticare, posso dimenticarti.
C19: -Io ti ho aspettato per tutta la vita.-
C23: Abbiamo deciso di distruggerci.
C44: A prescindere dal fatto che li amasse entrambi.
C48: Posso mettere la parola fine a tutto questo dolore.
C49: Hermione è una persona fatta di amore di rimpianti...
Genere: Dark, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Fred Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo, Più contesti
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'The Dark World'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic

Don’t let me fall
 
Hermione aprì gli occhi la mattina di un paio di giorni dopo con uno strano senso di oppressione all’altezza del petto, non le capitava da parecchi anni quella spiaceva sensazione di frustrazione, d’insicurezza.
Si portò una mano sul cuore, toccò il tessuto leggero della seta e provò a calmarsi, ma non ci riuscì: il respiro era affannato e il corpo sudato.
Ricordava anche troppo bene l’incubo della notte precedente, ed odiava sentirsi così impotente davanti al suo subconscio, davanti a lui ma aveva promesso che sarebbe stata attenta, aveva promesso che non avrebbe fatto stupidaggini.
Se lui fosse tornato ad usare a pieno i suoi poteri per lei sarebbe stata la fine, lui l’avrebbe potuta distruggere anche nei sogni e non voleva fare quella fine, così invece di scappare stava imparando a lottare con le parole, ma ogni volta finiva con l’urlare tranne quella sera.
Voldemort l’aveva fermata annegandola, e nessun urlo era uscito dalla sua bocca, nessun Robb era corso a salvarla quella notte.
Appoggiò le mani sul materasso e fece pressione per alzarsi, si portò le ginocchia al petto e inspirò a fondo; odiava sentirsi in quel modo, vulnerabile.
Aveva già provato quella sensazione, e cadere non era stata la parte peggiore, la parte peggiore era stata non vedere la fine dell’abisso che l’accoglieva, l’oscurità della tenebre che l’avrebbe inghiottita.
Herm appoggiò la testa sulle ginocchia e chiuse gli occhi, stava facendo del suo meglio ma ancora non aveva dato il massimo, anzi non sapeva se poteva andare oltre quel punto, ma sapeva per certo che non si sarebbe arresa.
L’estate sarebbe finita presto, il processo dei suoi genitori e di Voldemort sarebbe arrivato presto e lei sarebbe tornata ad Hogwarts, avrebbe preso i M.A.G.O e sarebbe diventata quello che voleva, quello che aveva sempre voluto, solo che preferì non dirlo ad alta voce per non illudersi.
 
-Hermione?-
La sua voce le fece aprire gli occhi e Robb entrerò nella sua stanza, il viso accigliato e leggermente preoccupato.
-Sono passate le nove e non scendevi, mi sono preoccupato.- disse, sedendosi accanto a lei nel letto e poggiando una mano sul suo polpaccio.
-Ho fatto un brutto sogno.- sussurrò, guardandolo ancora dalla sua posizione.
-Perché non mi hai chiamato?-
-Non ho potuto farlo.-
-Perché?-
-Mi stava annegando, non riuscivo ad urlare… La mia bocca era piena di acqua.- strinse più forte le ginocchia per via del tremore alle mani, ma in poco tempo si ritrovò tra le sue braccia.
-Mi dispiace, sarei dovuto essere con te.-
-Non potrai esserci sempre. A scuola non ci sarai quindi dovrò imparare a cavarmela.-
Quella frase gettò un velo di tensione tra loro due, Hermione lo percepì dalla sua stretta, leggermente più forte e dal suo respiro.
Neanche lui stava pensando a quel momento ma Hermione non poteva permettersi di non pensare al suo futuro, anche se mancava molto per l’inizio della scuola, non poteva permettersi di illudersi così tanto.
Lui non ci sarebbe stato, una volta conclusa la sua pena, sarebbe tornato a svolgere il suo lavoro e lei sarebbe stata di nuovo sola.
 
Niente Draco. Niente Robb.
 
-Non pensarci adesso.-
-Devo farlo invece. Non posso essere impreparata per quel momento.-
-Anche se non potrò venire a scuola con te, non ti lascerò mai sola veramente. Non potrei mai farlo.- ammise, guardandola, mentre allentava la presa.
-Davvero?-
-Davvero, se fossi stata la ragazza di qualche anno fa non ci avrei pensato più di tanto.- disse sorridendole e beccandosi un leggero pungo sulla spalla, -Ma sei una persona diversa e non ho intenzione di lasciarti andare per così poco.-
-Non è solo questione di lasciarmi andare. Tu non devi farmi cadere.- disse, guardandolo.
Robb rimase in silenzio e annuì a quelle parole, aveva capito e lei sospirò di sollievo.
-Cadere è la cosa più difficile e brutta che mi sia successa. Il viaggio verso l’oscurità è stato difficile e pieno di pericoli, controllare ora la mia oscurità è difficile ma se ci ricadessi di nuovo sarei persa, la mia anima lo sarebbe…-
-Non succederà Hermione, non lo farò succedere. Te lo prometto.-
-Credi che riuscirai a mantenere questa promessa?-
-Sì.- le disse, sfiorandole con le mani la guancia e sistemandole una ciocca di capelli.
-Adesso alzati e cambiati. Hai una visita.-
-Chi?- chiese togliendosi le lenzuola di dosso.
-Silente.-
Hermione si bloccò e non seppe fino a che punto essere contenta per quella visita.
 
*
 
Hermione indossò uno dei vestiti migliori che potesse trovare, così azzeccato che sua madre ne sarebbe stata quasi contenta, sistemò i capelli in uno chignon alto e scese al piano di sotto.
Trovò Silente seduto sul divano del salone con una tazza di thè in mano, inghiottì il groppo che si era formato in gola e diede una fugace occhiata alla cucina, Nick lo stava salutando mentre da fuori la finestra vide Robb, che la stava guardando.
Lentamente entrò nel salone e si sedette accanto al vecchio preside della scuola e per un solo momento percepì la rabbia che provava nei suoi confronti.
Aveva fatto così tanto per lui e lui non era mai venuto a trovarla, neanche al processo si era degnato di avvicinarsi a lei, ma aveva lasciato passare anche troppo tempo.
 
-E´diventata una brava Occlumante, Signorina Granger.- disse guardandola, -Non riesco a leggere neanche un solo pensiero.-
-Ho fatto del mio meglio visto le circostanze, ma può chiamarmi Hermione, o almeno lo faceva l’ultima volta che ci siamo visti.-
-Sarei dovuto venire prima Hermione è vero, ma c’era così tanto da sistemare, da riorganizzare che il tempo è volato.-
-Buon per lei, io ho passato qui tutto il mio tempo.- disse, allungando la mano per prendere una tazza di thè.
-Lo so. Ero presente al tuo processo e mi dispiace che sia comunque finita così, non meritavi questa punizione.-
-Lo so.- rispose semplicemente.
Silente si girò a guardarla e si soffermò ad esaminare la sua persona.
-Sei davvero cambiata da quando ci siamo visti, vedo la donna che è in te, vedo ciò che sei destinata ad essere e chi saresti potuta diventare se non ti fosse capitato niente del genere.-
Hermione percepì di nuovo quella sensazione al petto, adesso però capiva a cosa faceva riferimento, anche lei aveva percepito quel “se” grande come casa sua.
Aveva percepito la mancanza o meglio l’assenza di quello che non ci sarebbe mai stato, Silente le aveva dato la conferma.
-Sei una delle persone più forti che io conosca e non ti ho ancora ringraziato per avermi aiutato.-
-Non deve ringraziarmi, io l’ho fatto anche per me.-
-Certo ma senza il tuo aiuto adesso non potrei candidarmi come Primo Ministro, senza il tuo aiuto Voldemort sarebbe ancora al potere e tuo padre sarebbe ancora qui.-
-La prego, non li nomini. Non in questa casa.- disse a denti stretti.
-Ti hanno fatto del male ma quello è il passato, devi guardare al futuro.-
-Non posso guardare ancora al futuro, sto pagando le conseguenze di quello che mi hanno fatto e il percorso si è rivelato più lungo del previsto.-
-Cosa intendi?-
-Io… Lasci stare, non è niente.- disse, abbassando lo sguardo.
Non gli avrebbe rivelato la verità sugli incubi, non lo aveva mai fatto e non si sarebbe affidata così tanto a lui, in fondo si erano usati a vicenda per i reciproci scopi, lei non era come Harry, e Silente non era la figura paterna di cui aveva ricercato il bisogno.
Da quel punto di vista sarebbe rimasta sempre sola.
-Hermione le porte di Hogwarts e del mio studio saranno sempre aperte per te, che tu decida di venire a salutare o di venire a parlare dei tuoi problemi.
Ci sarà sempre un posto per te da chiamare casa.-
-La ringrazio ma sappiamo bene entrambi che non sarà così. Casa mia è questa, volente o nolente, lo sarà sempre e devo abituarmi all’idea, devo imparare a convivere con questo, perché è questo il mio futuro.-
-Tu non sei la tua famiglia, sei diversa da loro. Sei migliore.-
Hermione annuì distratta, non si sentiva migliore, non si era mai sentita migliore di suo padre o di sua madre, certo adesso era una persona migliore per se stessa, ma non era così diversa da loro, aveva fatto cose terribile nella vita e non sarebbe mai riuscita a pagarne il prezzo.
 
-Spero che ti farà piacere sapere che anche i genitori di Harry hanno ricevuto giustizia, quella giustizia che meritavano da anni.-
-Oh, non lo sapevo.-
-La tua testimonianza ha aperto le porte a molti altri casi, irrisolti, o “chiusi”, adesso le cose cambieranno ed il merito è solo tuo.-
-Sarà lei a farlo, a far sì che il mondo sia un posto migliore. Io ho dato solo una piccola spinta.-
-Per qualsiasi cosa non esitare a contattarmi, Hermione.-
-La ringrazio.- disse alzandosi e porgendogli la mano per stringerla.
-Ci rivedremo per le elezioni.- sorrise, uscendo dalla stanza.
 
Hermione si portò un dito alla bocca e si morse leggermente l’unghia, per il nervosismo. Silente non le aveva detto niente di che alla fine, un semplice grazie per tutto quello che aveva fatto, un grazie per essere stata accusata come complice, un grazie per i suoi incubi, un grazie per il suo futuro incerto.
Anche se non aveva mai voluto niente in cambio da lui si era aspettata qualcosa di diverso, voleva qualcosa di diverso ma si rese anche conto che non avrebbe ricevuto niente, era stata ricompensata nella stessa maniera in cui aveva agito per tutta la vita.
Batté il piede a terra e uscì dal salone per dirigersi verso la stanza che fino a quel momento aveva tenuto chiuso con tutti gli incantesimi che conosceva, la stanza che non aveva più aperto da quando aveva fatto la sua promessa.
La stanza che le ricordava troppo Hermione anche solo per poterci mettere piede.
Lasciò il salone e s’incamminò lungo il corridoio, superò la biblioteca e non si soffermò ad osservare attraverso i vetri la bellissima giornata, ma tirò dritto e si ritrovò davanti quella porta.
Vi poggiò le mani, e percepì la magia che bloccava la sua entrata.
Vi appoggiò la fronte e chiuse gli occhi.
 
“Ne hai bisogno, apri quella porta e riprenditi un pezzo di Hermione.”
Non so se ce la faccio.
-Puoi farlo, non devi averne paura.-
Ho paura di quello che possa fare a me. Alla persona che sono ora. Io non sono più quell’Hermione.
“Sei sempre stata lei, solo che la maggior parte delle volte non riesci a vederla allo specchio.”
-Ma noi l’abbiamo sempre vista.-
 
Hermione estrasse la bacchetta e con quel semplice movimento le varie serrature scattarono, e la porta si aprì scricchiolando piano.
Il buio non la sorprese, aveva chiuso tutto quella stessa estate, aveva fatto mettere tende più pesanti così che la luce non filtrasse e aveva posizionato varie coperte sugli oggetti della stanza.
Entrò senza pensarci molto e si diresse alle finestre, ebbe solo un attimo di esitazione ma poi fece cadere giù le tende verdi, anche se l’aveva odiata per molto tempo, in Serpeverde aveva trovato se stessa, nonostante tutto.
Eseguì la stessa operazione per le tre finestre successive e quando si girò gli occhi le divennero umidi per il dolore, l’ansia e per via dei ricordi. Quella era la sua stanza personale, l’unica stanza, oltre la sua camera da letto, che le era stata destinata, la stanza in cui era cresciuta, in cui aveva sviluppato la sua intelligenza e le sue arti magiche, la stanza che rappresentava la prima Hermione, nei suoi hobby, nei suoi passatempi, nella sua spensieratezza.
Quando le era stata portata via la possibilità di scegliere non vi aveva messo più piede e poi quell’anno aveva deciso di sigillarla, le avrebbe fatto solo male ricordare il passato, ricordare quello che le avevano portato via e quello che non avrebbe più potuto ottenere.
Si mosse lentamente e fece cadere i panni che coprivano il suo passato.
Rivide il cavalletto con la tela ancora incompleta che aveva iniziato anni fa, i colori ormai secchi e asciutti posizionati su un tavolino poco distante, fece cadere poi quello che copriva il suo pianoforte, e percepì una lacrima scendere lungo la guancia.
Quello era stato il primo tassello che aveva rimesso al suo posto, non aveva resistito durante quell’anno, non aveva resistito a suonare per Draco nell’aula di musica, a fargli scoprire una parte di se stessa che teneva celata nel profondo del suo cuore.
Sfiorò il legno pregiato ed antico, ma non si soffermò ancora, andò avanti e riportò alla luce le poltrone, la libreria personale che non aveva niente a che vedere con quella della biblioteca, i suoi libri Babbani che teneva nascosti ai genitori per paura di finire in punizione e le pergamene vecchie, ormai sbiadite posizionate su un tavolo vicino alla finestra.
Liberò dalla loro prigione alcuni dei quadri appesi alle pareti e si perse in quei ricordi.
Quella era la sua stanza, quella era stata Hermione prima dell’avvento della Regina, prima che suo padre le oscurasse il cuore: era stata una ragazza normale, Purosangue, anche se con una certa inclinazione per oggetti Babbani, per quegli oggetti che riuscivano a mettere a nudo la sua anima in poco tempo.
Osservò i dipinti completi appoggiati in un angolo, non li aveva mai appesi per paura della reazione dei suoi genitori, né prese uno e lo portò alla luce: era brava.
O meglio lo era stata, adesso non sapeva se quella stessa bravura ci fosse ancora, ma voleva scoprirlo, voleva scoprire qualcosa di lei, qualcosa che la portasse, la ricollegasse alla vecchia Hermione.
 
Si avvicinò al pianoforte e dopo aver alzato il coperchio dei tasti, fece cadere la pesante stoffa, li sfiorò solo per un attimo e poi le sue dita iniziarono a muoversi da sole, prima lentamente, con una certa insicurezza poi sempre più veloci, sfiorava i tasti come mai aveva fatto nella sua vita, con quel sentimento che aveva dedicato solo a lui quelle volte.
Hermione chiuse gli occhi e si lasciò trasportare dalla musica, dal ritmo frenetico ma doloroso, e poi si morse il labbro quando il ritmo divenne lento, triste, spezzato.
Le ricordava il suo cuore, tutte le volte che era stato toccato, tormentato, spezzato, tutte le volte che lo aveva ricucito, male, ma che lo aveva salvato e tutte le altre volte in cui non c’era riuscita.
Lasciò cadere le lacrime per liberarsi di quei sentimenti così tanto repressi, per liberare quella parte di se che le ricordava Hermione, e che faceva così dannatamente male da toglierle il fiato.
Quando smise di suonare le tremavano le mani per lo sforzo e per l’ondata di sentimenti che aveva lasciato affiorare ma si impose di non reprimerne neanche uno, non avrebbe più avuto senso, ormai sapeva chi voleva diventare e chi era stata.
Non ne avrebbe più avuto paura.
 
-Sono colpito.- la sua voce la riportò alla realtà e riuscì a vedere oltre il velo delle lacrime.
Robb era appoggiato alla porta, non aveva oltrepassato quel terreno sacro per lei ma la stava semplicemente guardando, le pupille erano leggermente dilatate ma il respiro calmo.
-Questo è un pezzo del mio passato.- disse senza pensarci.
-L’avevo capito, non siamo mai riusciti ad entrare qua dentro.-
-Non ho permesso che nessuno lo facesse. Questo posto rappresenta me… quella parte di me che avevo promesso di difendere dietro la Regina, nessuno poteva conoscerla.-
-Sei bravissima.- disse indicando il piano e lei.
-Grazie.-
Hermione gli fece un cenno con la testa e lui entrò nella stanza, osservò con occhi curiosi tutto ciò che rappresentava lei, tutto ciò che la collegava a una vecchia ragazza, morta da anni.
-Allora non sei poi così tanto Purosangue, eh?- disse, alzando un libro che amava.
Orgoglio e Pregiudizio.
-Non così tanto ma l’ho dovuto tenere nascosto, capisci…-
-Si capisco, mi dispiace così tanto.- le sussurrò, avvicinandosi.
-Non devi, sono stata io a chiudere questa parte di me. Io a chiudere la porta del mio cuore perché non ero più pronta a donarlo, io a farmi questo.
Solo che non volevo che nessuno lo vedesse, che vedessero me.-
-I tuoi non sono mai entrati qui?-
-La mia magia è abbastanza forte e forse non gli è mai davvero importante di questa stanza o di me.-
Robb si sedette accanto a lei nello sgabello e l’osservò.
-Grazie per avermi fatto entrate, so che non deve essere stato facile. So che ogni cosa che riguarda il tuo passato deve essere pensata e valutata e che può farti del male, so quanto ti sia costato aprire quella porta e lasciarmi entrare.-
Hermione represse un singhiozzo, Draco le aveva detto quasi le stesse parole quando gli aveva permesso di restare, quando lo aveva lasciato entrare nel suo cuore.
-Mi dispiace di non essere lui.- le disse, asciugandole una lacrima col pollice, Hermione però chiuse gli occhi a quel contatto.
Robb non era Draco e non lo sarebbe mai stato, ma Daphne aveva sempre avuto ragione. Lui la faceva stare bene.
-Mi dispiace di farti soffrire, solo adesso ho capito quanto ti sia costato farmi entrare nel tuo mondo, aprirti a me. Prima non lo capivo o meglio non volevo capirlo, ma i tuoi silenzi mi hanno parlato di te, delle tue paure e i tuoi incubi mi hanno fatto capire quanto tu sia fragile e questa stanza mi ha permesso di vedere Hermione.
So bene che non lo permetti a nessuno, quasi a nessuno, so bene che la delusione che provi per lui è ancora forte, come anche l’amore che ti lega a lui, non sono qua per chiederti qualcosa.
Non sarebbe giusto chiederti niente, Hermione, voglio solo restare al tuo fianco. Se tu me lo permetterai, non voglio lasciarti cadere, voglio essere qui per te a prescindere dal tipo di relazione che vuoi stringere con me.-
 
Lei si morse leggermente il labbro per non lasciare andare altre lacrime, anche lui aveva capito quello che Daphne le aveva detto solo il giorno prima: voleva renderla felice a prescindere dal fatto che si amassero o dal fatto che lei li amasse entrambi.
Quel pensiero le tolse il respiro, non aveva mai amato nessuno nella sua vita e quando aveva concesso il suo cuore a Draco credeva che sarebbe stato per sempre eppure adesso lo aveva concesso anche a Robb e lui se ne stava prendendo cura, senza chiederle niente.
Robb l’amava ma a modo suo, in quel modo che non la facesse soffrire, in quel modo che la rendesse libera di scegliere, libera di amarli entrambi senza farla soffrire più di tanto.
Alzò lo sguardo verso di lui, i suoi occhi potevano assomigliare a quelli di Draco ma non erano simili e finalmente capì la differenza tra i due, erano totalmente diversi eppure era riuscita ad innamorarsi di entrambi senza volerlo, senza rendersene conto.
Per un solo momento si sentì un mostro, per un solo momento pensò che la Regina l’avesse resa di nuovo quella ragazza frivola che era stata, quella persona orribile che aveva odiato ogni sera quando si concedeva di guardarsi allo specchio ma poi capì, non era stata la Regina, era stata Hermione a farlo.
Era stata lei a lasciarsi amare, lei a farsi conoscere perché era stata lei a scegliere, da quando aveva scelto di essere se stessa aveva scelto di non essere più la ragazza di una volta e questo aveva comportato anche quello.
-Non posso farti questo.- sussurrò, guardandolo.
Non poteva chiedergli così tanto, non poteva farlo soffrire come aveva fatto con Draco, non poteva permettersi che anche lui la odiasse, perché se lo avesse fatto non ci sarebbe stata più nessuna redenzione per lei, nessun futuro, ma solo l’oscurità a cui era sempre stata destinata e che per il momento aveva evitato.
Non poteva permettersi che lui l’amasse, doveva lasciarlo andare.
Doveva lasciare andare anche lui.
-Non mi stai facendo niente, io ho semplicemente deciso.-
-Se ti lasciassi restare ti farei del male e io non posso farti del male, non voglio fartene.- disse scuotendo la testa come per scacciare tutto il dolore.
Lui la fermò, prendendola tra le mani e alzandogli il viso.
-Non mi farai del male perché so cosa provi, so quanto per te sia difficile dimenticarlo, so quanto per te sia difficile accettare anche me nel tuo cuore.
Eppure lo hai fatto, mi hai lasciato entrare e non sarò io a farti del male, perché a prescindere da tutto mi prenderò cura di te. Sempre.-
-Come farai? E se me ne andassi, se ti odiassi? Se tornassi da lui, come faresti tu a prenderti cura di me?-
-Ti resterei accanto in qualsiasi modo io conosca, perché Hermione quello che ho capito da questa convivenza è che non posso vivere senza di te, anche a costo di averti come amica, anche a costo di non essere niente per te voglio restare al tuo fianco.-
-Io non capisco…-
 
Hermione si morse il labbro, sapeva cosa provava lui e lui aveva capito cosa provava lei, non la stava respingendo né la stava odiando perché li amava entrambi, gli stava solo chiedendo di restare, come amico, come guardiano, come niente, voleva solo restarle accanto.
Ed in quel momento il sentimento che la pervase fu troppo anche per lei, non si era mai sentita così, nessuno l’aveva mai fatta sentire così completa senza chiederle niente.
Le lacrime scesero nuovamente dal suo visto, si sentiva così inutile, così ridicola e così stupida, aveva amato un ragazzo che l’aveva lasciata e spezzata eppure non lo aveva dimenticato ed era comunque riuscita ad innamorarsi di uno che il cuore non glielo avrebbe mai spezzato, perché era riuscito a leggere tra le righe, nei suoi silenzi.
Ed aveva capito quanto amasse Draco, e quanto lo amasse.
Quanto amasse entrambi.
-Non voglio che tu scelga, non dovrai mai farlo per me. Se dovrai scegliere lo farai per te stessa, lo farai perché sarà la cosa giusta da fare ma non anteporre me a te.
Lo hai fatto per tutta una vita e ti sei sacrificata per gli altri, adesso scegli per te stessa, scegli cosa ti rende felice e se non vuoi scegliere, se credi che scegliere tra me o lui possa portarti solo dolore, allora non farlo.
Non sono un uomo egoista, Hermione, non sono un uomo invidioso, o geloso. Mi reputo un uomo abbastanza fortunato per aver conosciuto te e per aver avuto il privilegio di entrare dentro il tuo cuore, non mi interessa altro. Non mi interessa niente se non il tuo bene, sarò con te se sceglierai di tornare da lui o di restare con me, sarò con te se non sceglierai nessuno dei due. Sarò con te anche quando te ne andrai, perché ho capito che questo è l’unica cosa che per te conta.
La famiglia.
E tu fai parte della mia.-
 
Hermione annuì convinta, lui aveva capito, aveva capito quanto sarebbe stato difficile e doloroso per lei scegliere, aveva capito che lo avrebbe amato comunque, anche con Draco, aveva capito che il loro legame sarebbe comunque durato.
Per una volta Hermione si sentì completa, completa come persona, completa nel suo cuore.
Per una volta qualcuno era riuscito ad andare oltre il muro, oltre il proprio tornaconto ed aveva permesso a lei di scegliere, aveva dato a lei il potere di scegliere il suo destino, senza fretta, senza condizioni.
Una parte di lei si stupì di trovare Robb davanti a lei, di trovare in lui quel tipo di ragazzo ma l’altra parte capì che non ci sarebbe stato nessuno di più appropriato nel dirgli quelle parole.
-Grazie per aver capito.- sussurrò, non trovando altro da dire.
Non conosceva parole giuste, non conosceva parole di circostanza, non aveva mai donato il suo cuore a tante persone, né tantomeno contemporaneamente, quindi non sapeva come comportarsi ma sapeva che lui l’avrebbe aiutata anche in quello.
-Grazie per non avermi cacciato via.-
Senza pensarci troppo Hermione sfiorò brevemente le sue labbra con le sue, un contatto fugace, un contatto solo accennato ma che le scosse il cuore e la fece rabbrividire, dopo averlo fatto, dopo essersi soffermata solo il giusto, solo il tempo necessario di assaporare cosa le sarebbe toccato se avesse scelto, si alzò dallo sgabello.
Guardò la porta e si fermò, non lo avrebbe ferito, non lo avrebbe mai potuto fare.
Si voltò e lo vide voltato dalla sua parte, gli occhi fermi nella sua figura.
-Scusami. Ma avevo bisogno di sapere.-
-Lo so, non sono seccato.-
-Non sono pronta a scegliere.-
-Non dovrai mai farlo per quanto mi riguarda.-
Hermione chiuse gli occhi e sorrise, aveva capito. Lui aveva davvero capito e per la prima volta sentì il cuore leggero, quando li riaprì anche lui stava sorridendo, stava sorridendo con lei.
 
“Pensavo sarebbe andata peggio.”
Pensavo che mi avrebbe costretta a scegliere, pensavo fosse quel tipo di ragazzo ma mi sono sempre sbagliata: Robb è una persona migliore di me.
Lo è sempre stato solo che non riuscivo a vederlo bene, adesso i miei occhi l’hanno visto e non credo di meritarmelo uno così.
Non credo di meritarmi la fortuna di amare due persone, contemporaneamente.
-Certe volte non è fortuna, certe volte la ruota gira semplicemente verso la tua direzione.-
Forse. Forse sì o forse no, ma non voglio più pensare o fermarsi sui “se”, per ora mi sta bene così.
 
Forse non aveva scoperto la chiave per la felicità, forse non ci aveva capito proprio niente dell’amore ma aveva capito che neanche lei avrebbe fatto a meno di Robb, di quello che le poteva dare e per il momento le andava bene.
A loro andava bene così e ringraziò Merlino di aver trovato qualcuno che non pensasse sempre e solo a se stesso ma che avesse a cuore soprattutto il suo bene.



∞Angolo Autrice: Buonasera a tutti !! Non sono sparita, lo giuro, ma sono stata bloccata con una leggera intossicazione alimentare, che leggera non era però ! (XD) adesso sto bene e voglio rimettermi in pari con i capitoli che non ho pubblicato :D
Allora Hermione affronta piano piano alcuni fantasmi del passato e forse anche se Silente è il più innoquo rimane comunque uno di essi e le serve per poter andare avanti, per lasciarsi alle spalle uno dei periodi più difficili della sua vita.
La parte finale, la stanza, il segreto di Hermione, la sua vita prima della Regina è uscita di getto soprattutto perchè era importante dimostrare che esisteva un'Hermione diversa, una persona vera, fragile, umana, una piena di vita e che di vita non ne ha più avuto.
Però la parte con Robb è stata necessaria, è stata liberazione.
Forse in molti non la vedranno così, ma è la redenzione di Hermione, lei che non ha mai creduto nell'amore adesso capisce cosa vuol dire essere amata e non solo da una persona ma da due, due persone diverse sotto tutti gli aspetti ma che si sono innamorati di una ragazza meravigliosa.
E questo l'aiuterà ad affrontare il tutto, ad affrontare il passato, prchè se c'è il presente, se c'è qualcuno a cui aggrapparsi allora il futuro non fa tanta paura.
XOXO

Spoiler: 
-Dimmi.-
-Li amo entrambi.- disse semplicemente, stringendosi le mani al petto per affrontare quella verità.

 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: _Giuls17_