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Autore: piccolo_uragano_    19/03/2018    2 recensioni
“Perché ogni volta che c’è in giro Lord Voldemort facciamo figli io e te, Martha?”
Martha accennò un sorriso. “Perché ogni volta che io e te facciamo figli c’è in giro Lord Voldemort, Sirius?”
Remus trattenne una risata. “Ed è per questo che sono vent’anni che ti ripeto che è quella giusta.”
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Non è una di quelle storie tutte miele e amore in cui Sirius trova la sua perfetta metà e vissero tutti felici e contenti. Martha darà a Padfoot del filo da torcere, insegnandogli ad amare e a restare.
(Si parte dal 1976 fino a poco dopo la battaglia di Hogwarts; in teoria è finita, dopo anni, ma in pratica.....)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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Dovrò soltanto reimparare a camminare 
se non ci sei tu

(Cosa mi manchi a fare - Calcutta) 


Remus tese le braccia verso Nicole. La bimba,con una tuta verde e la manina in bocca, lo guardava dubbioso appoggiata al divano.
“Nicole?” chiamò lui, accovacciato a terra. Sorrise.
L’espressione dubbiosa sul viso di quella bambina la conosceva benissimo: l’aveva vista mille volte. Di solito poi, Rose però scuoteva la testa, dando l’illusione di essersi arresa o non essere sorpresa. Perché arrendersi o sorprendersi sarebbe stato da stupidi, da vigliacca, e lei era una Grifondoro di quelle vere, e stupida o vigliacca non lo sarebbe stata mai.
Nicole inclinò leggermente la testa, valutando se le convenisse muovere i primi passi verso Remus.
La verità, si rese conto, era che persino quell’espressione gli mancava di Rose. Gli mancava sentirla urlargli contro, gli mancava litigare fino a mettere in dubbio qualsiasi cosa, gli mancava vederla sorridere a un altro uomo. Gli mancava tutto. Gli mancava ogni dettaglio, ogni difetto, ogni sfuriata, ogni sigaretta, ogni turno di guardia, ogni piccola cosa. Gli mancava sapere che, comunque fossero andate le cose, avrebbe sempre saputo dove trovarla. E non voleva solo dire trovare qualcuno che ti abbia amato; per lui, sapere dove trovare Rose significava sapere dove trovare la persona che lo conosceva più di tutti, che lo aveva visto al suo meglio e al suo peggio, e che in entrambi i casi non aveva mostrato paura o sconforto o nulla di negativo. Sapere dove poter trovare Rosalie, per Remus, significava sapere dove poter trovare un posto sicuro da tutto e da tutti.
Nicole si staccò dal divano, accennando un sorriso. Con quattro, piccoli e titubanti passi, arrivò a Remus, che la accolse baciandole la guancia.
In quel momento, Damian fece il suo ingresso alla Tana, e prima che potesse dire qualsiasi cosa, Nicole s’incamminò verso di lui.
“Quando è successo?” domandò il francese entusiasta.
“Giusto ora.” Rispose Remus con aria distratta.
La verità era, che per quanto la vita potesse dare prova della sua forza e della sua capacità di andare avanti, Remus Lupin si sentiva tremendamente smarrito.
Kayla non si preoccupò di fare rumore, di dare fastidio o altro. No, voleva proprio che Harry sentisse i suoi passi furiosi nel passaggio del ritratto. Quando entrò in Sala Comune, i suoi fratelli, Ron e Hermione erano seduti sul divano e sulle poltrone.
“Prima che tu possa dire qualcosa, lui non …”
“Zitto Robert Black ,stai zitto.” Gli disse lei furiosa senza guardarlo. “Dimmi che non era un incantesimo sconosciuto che hai trovato scarabocchiato su quel libro.”
“Era un incantesimo sconosciuto che ho trovato su quel libro.” Ammise Harry. “Ma non sapevo che …”
Cazzo! Cazzo, cazzo, cazzo! Come ti è venuto in mente?”
“Non sapevo che facesse così male.”
“Se non sapevi cosa fosse perché lo hai usato?”
“C’era scritto ‘contro i nemici’!”
“Avresti potuto ucciderlo!”
“Stava per Cruciarmi!”
Kayla rimase di sasso.
“Sbaglio o stavi difendendo Malfoy?” domandò Robert.
“Sbaglio o Harry lo ha quasi ucciso nel bagno delle femmine?”
“Stava per maledirlo!”
“Non è una scusante!”
“Neanche la tua!” intervenne Harry. “Seriamente, so di avere sbagliato, so che se non ci fosse stato Piton probabilmente adesso Malfoy sarebbe morto, so che non è stata una buona idea, so che Martha mi tirerà la Maledizione che non mi ha tirato Malfoy, so tutto, non c’è bisogno che facciate i turni per urlarmi contro!”
“Sai cosa è, questa? Questa  è la dannatissima prova che spiarlo non è mai stata una buona idea!”
“Questo non è vero.” Rispose rapido Ron.
“Sai quante cose abbiamo scoperto solo nelle ultime settimane?” ricominciò a strillare Harry, alzandosi.
“E che te ne fai di quello che hai scoperto? Guadagni punti simpatia con Silente, che tanto non ti può dire cosa sa o cosa pensa? Beh sono contenta per te, ma sei il suo alunno preferito più o meno dal tuo primo minuto qui dentro, non hai bisogno dei suoi punti simpatia!”
“E a te cosa cambia se io lo seguo o non lo seguo?”
“Sto cercando di salvarti il culo!”
“No, stai cercando di salvare il suo di culo, mentre architetta chissà cosa!”
“Cosa mai potrà architettare? Di batterti a Quidditch? Oh Merlino, che tragedia!”
“Così esageri.” La bloccò Robert, alzandosi. “Datti una calmata.”
“Anche tu, Robert.” Gli disse Hermione.
“Devi smetterla di difenderlo così.” Ringhiò Harry.
“E tu devi smetterla di pensare che sia la causa di tutti i mali del mondo!”
“Sbaglio o chiama ‘zia’ la persona che ha ucciso Rose e Robert Redfort?!”
Kayla rimase impietrita. “E cercare di ucciderlo” chiese, sottovoce “li riporterà indietro? O ti mette solo sullo stesso piano di quella persona che lui chiama ‘zia’?”
Fu Harry a rimanere impietrito. Kayla, con le lacrime agli occhi, lasciò la stanza, seguita da Hermione.
I tre ragazzi rimasero a guardarsi per qualche secondo.
“Fratello … ci sei andato pesante.” Disse Robert, dopo un po’.
“Secondo me hai ragione, però non era un argomento a tuo favore.” Aggiunse Ron. “Alla fine, Bellatrix è la zia di Draco esattamente quanto è la cugina di Sirius, se ci pensi.”
Harry si lasciò cadere sulla poltrona e si mise a fissare il fuoco. “Non ho intenzione di chiedere scusa.”
“Neanche lei.” Dissero gli altri due all’unisono.

“Harry mi ha baciata.” sussurrò Ginny, raggiante.
Kayla era seduta accanto a lei e la guardò di sottecchi, mentre la McGranitt spiegava senza mai cambiare espressione.
“Beh, era ora!”
“Non … non me l’aspettavo.” Ammise la rossa.
Kayla alzò un sopracciglio. “Davvero?”
“Pensavo fosse troppo preso dal resto, o che fosse ancora troppo innamorato di Cho o …”
“Mio fratello non è mai stato innamorato della Chang, ti prego. È che tu sei sempre stata troppo impegnata con Dean o altri per notarlo.”
“Tu dici?”
Kayla annuì. “Ho occhio per certe cose. Vi piacete da una vita, siete sempre stati solo troppo idioti.”
“Black! Weasley!” richiamò la professoressa. “Volete rendere partecipi anche i vostri compagni di quello di cui state borbottando?”
Ginny abbassò la testa.
“No, professoressa, gradirei che restassero tra di noi.”
“Benissimo, Black, allora le vostre questioni personali ti chiederei di lasciarle fuori dalla mia classe.”
“Farò del mio meglio, allora, ma non posso garantirle la riuscita dell’impresa.”
“Te ne sarei grata. Mi sento di ricordarti, signorina, che tra poche settimane dovrai affrontare i M.A.G.O.; toglierò dieci punti a Serpeverde per la sfacciataggine che non sarà accettata in sede d’esame.” Poi si voltò di nuovo verso la lavagna. “Tale e quale a suo padre.” Borbottò.

“Non dobbiamo fare qualcosa?”
“Perché hanno litigato o perché Harry sta con Ginny?”
“Non mi interessa se Harry sta con Ginny, cioè, mi interessa ma … parlavo di lui e Kayla.”
Sirius si rigirò nel letto coniugale. Martha, che fissava il soffitto con una mano dietro la nuca, scosse la testa.
“Sono fratello e sorella, Sirius. mi stupirei se andassero sempre d’amore e d’accordo.”
“Quindi non dobbiamo intervenire?”
“Non dobbiamo intervenire.” Lo rassicurò lei.
Lui si girò di nuovo, dandole le spalle. “Buonanotte.”
Lei accennò un sorriso, senza muoversi di un millimetro. Erano le tre del mattino. Lei non aveva chiuso occhio, e lui non aveva fatto altro che rigirarsi su sé stesso.  Le diede le spalle per quasi mezzo minuto, per poi tornare a girarsi verso di lei.
“Ma se non dobbiamo fare niente, perché Robert ce l’ha raccontato?”
Martha volse lo sguardo verso di lui e sorrise beffarda. “Di cosa ti preoccupi, esattamente?”
“Che non si parlino più.”
“Per una maledizione tirata contro il figlio di Narcissa? Davvero li credi tanto stupidi?”
“Beh, non si parlano da un paio di giorni, e … il tempo passa.”
Wow.” Ironizzò lei. “Il tempo passa. Che cosa profonda che hai detto. Perché non te la tatui?”
Lui la mandò a quel paese con un gesto e si girò di nuovo verso il suo lato del letto, rimanendoci per un bel po’ di minuti, mentre Martha continuava a fissare il soffitto.
“Loro non sono come te e Regulus. Non finiranno come te e Regulus.”
Lui non disse niente, ma lei sapeva che non stava dormendo, che la stava ascoltando e che era a quello che stava pensando.
“E se dovessero, per caso, indirizzarsi verso la via del ‘non parlarsi più fino a quando uno dei due non prende una cattiva strada e poi magari muore’, ti prometto che in quel caso interverremo. Ma solo in quel caso.”
Si spostò dalla sua posizione assunta ore prima per abbracciare il marito da dietro.
“Però, amore mio, devi smetterla di farti tormentare dai tuoi fantasmi, okay?”
Sirius tirò un lunghissimo sospiro. “A volte lo sogno, e … sogno che si sia salvato.”
Lei gli baciò la tempia. “In qualche modo, lo hai salvato. Lo hai perdonato.”
Sirius tirò un altro sospiro.
“Robert?”
Robert stava sdraiato sul letto cercando di leggere il libro di Trasfigurazione.
“Non è colpa mia, non mi piace studiare, ma Hermione mi sta mettendo ansia.”
“Si, okay, Robert, dove abbiamo messo il Mantello dell’Invisibilità?”
Robert lo guardò perplesso. “Dove stai andando?” domandò, perplesso.
“Mi serve il Mantello.”
“Non te lo do, se non mi dici dove stai andando.” Robert si mise a sedere.
“Perché pensi che stia andando da qualche parte? Magari devo seguire Malfoy o andare nella Foresta o …”
“Perché hai molta fretta di andartene.”
Harry si guardò attorno. “Oh, al diavolo acc-“
Robert  si mise in piedi e lo Disarmò con un incantesimo non verbale prima che lui riuscisse a finire l’incantesimo di Appello. “Ho imparato ad essere furbo prima di  te, Harry James Potter. Ora, in nome di Merlino, credo dovresti dirmi dove cazzo stai andando così di fretta e pieno di adrenalina.”
“Te lo dirò, Robert Sirius Black, ma non ne proferirai parola se non con Ron e Hermione. No, non puoi dirlo a Kayla.”
Robert annuì.
“Silente mi porta con sé in una delle sue missioni.”
“Che cosa?!”
Non dirlo a Kayla.”
“Non lo dirò a Kayla, ma che cosa?!”
“Mi ha fatto promettere di obbedire a qualsiasi suo ordine, che sia anche di scappare e non voltarsi indietro. Non so dove andiamo o quanto staremo via, so che questo sarà utile, e anche la mia bacchetta, se vuoi farmi la cortesia di restituirmela.”
Robert saltò il letto che li divideva con un salto da degno Cacciatore e gli porse la bacchetta.
“Ammetto di essere tanto fiero di te quanto invidioso.”
Harry afferrò la bacchetta. “Grazie.”
“Posso fare la Martha della situazione e dirti di usare la testa prima di agire?”
“No, non puoi.”
“Okay allora te lo dirò alla Rose: vedi di riportare il tuo culo qui tutto intero, grazie. Non ho voglia di raccogliere pezzi di te in giro per l’Inghilterra o di fare un altro funerale.”
“Oh, vedrò di non darti questo disturbo, allora.” Sorrise Harry.
“Ora devo dire una cosa alla Robert Black. Per favore, abbi cura di te.”
Harry gli batté una mano sulla spalla e gli strizzò l’occhio. Poi, senza dire una parola, lasciò la stanza e iniziò a correre.
Robert rimase a fissare la porta con aria perplessa per qualche minuto.
Quando Ron rientrò, lo trovò così: con lo sguardo fisso all’uscio e il suo solito sopracciglio aggrottato.
“Che succede?” chiese, stranito.
Robert parve come svegliarsi improvvisamente. “Harry è andato in missione con Silente, promettendo di eseguire qualsiasi ordine, anche quello di fuggire. Ron, qui lo dico e qui lo nego, ma ho un brutto presentimento.”
“Quanto brutto?”
Bruttissimo.”


Vorrei avere una scusa valida per quanto poco sto pubblicando. La verità è che tra scuola, lavoro, una qualche vita sociale ed il minimo indispensabile di ore di sonno, il tempo è poco. E poi, per dirla tutta, mia mamma da un mesetto ha colonizzato il portatile per guardarsi Grey's Anatomy. 
Come sempre, grazie. 

 
   
 
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