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Autore: Yuphie_96    29/03/2018    2 recensioni
Tratto dalla Storia:
Il kwami rise e andò a prendere una fetta di camembert.
“Quindi…Nino?”
Chiese poi, mangiucchiando.
“Si, sarà gasatissimo!”
“Oh, lo sarà di certo ma sei sicuro di voler invitare lui?”
Il biondo lo guardò interrogativamente.
“Chi dovrei invitare sennò scusa?”
“Non lo so ~”
“Plagg”
“Beh si, un’idea forse ce l’avrei”
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Angolino della Robh: Oh buonasera a tutte! Questa volta sarò un pò sbrigativa perchè succedono tante cose, dico solo che ci sarà tanto fluff e che finalmente sarà svelato il pezzo importante ovvero perchè Marinette non sarebbe voluta andare in Cina, quindi mi raccomando, leggete fino alla fine u.u .
Ne approfitto anche per augurarvi una Buona Pasqua <3.
Buona lettura <3.

 

Adrien si catapultò nella sala del ristorante con i capelli ancora spettinati del sonno e i vestiti spiegazzati, ispezionò con lo sguardo tutta la sala fino a trovare una chioma corvina con riflessi blu a lui famigliare e corse spedito verso di lei.
“Marinette!”
La ragazza, che stava per addentare tranquilla il suo croissant, sobbalzò leggermente a causa dell’urlo.
“Marinette”
Ripeté il ragazzo, arrivando davanti a lei.
“Scusami, scusami, scusami! Mi sono addormentato come uno scemo ieri sera e non siamo potuti andare da tuo zio, perdonami!”
“O-Oh tranquillo, non fa niente, eri carinis- cioè! Dovevi essere davvero stanchissimo per crollare in quel modo”
“Ma ti avevo fatto una promessa!”
“Adrien, davvero, non fa niente”
Sorrise Marinette, cercando di tranquillizzarlo. Che cosa buffa che fosse lei a farlo per una volta.
“Sarà per un’altra volta, adesso ti sta chiamando la signorina Nathalie”
Gli fece notare, indicando la castana con un dito.
Adrien si girò verso quella direzione e vide che effettivamente Nathalie sembrava aver bisogno di lui, sospirò tornando a guardare l’amica.
“Non muoverti dall’albergo, oggi rispetterò assolutamente la mia promessa!”
Detto questo, si voltò e corse dalla donna.
La corvina rimase a fissarlo, inclinando un po’ la testa e facendo una mezza smorfia.
“Cosa succede?”
Le mormorò Tikki, facendo spuntare la testolina dalla borsa; la ragazza le passò un biscotto con gocce di cioccolato prima di risponderle.
“Non sembra anche a te che i capelli di Adrien, spettinati, assomiglino a quelli di Chat Noir?”
“Beh… in effetti ci assomiglia molto”
Bisbigliò la piccola coccinella, rifugiandosi di nuovo nella borsetta con il biscotto, nascondendo dietro di esso una risata.
Forse quella era la volta buona che la sua protetta avrebbe aperto finalmente gli occhi.
“No, impossibile, mi sarò sicuramente sbagliata”
O forse no.

“Adrien…”
“E’ solo un giorno… per adesso, andiamo Nathalie! Ci sono molti altri modelli qui con noi, potete facilmente fare a meno di me per un po’, gliel’ho promesso e ho tutta l’intenzione di rispettare la mia promessa quindi cancella tutti gli impegni che ho per oggi, anche quelli con mio padre se necessario”
La castana osservò attentamente il ragazzo davanti a lei e alla fine sospirò.
“Ne parlerò con il signor Agreste”
“Si! Grazie mille Nathalie!”
“Quella donna ha bisogno di un aumento sul serio”
Gli bisbigliò Plagg.
Ma Adrien era già corso via nuovamente, urlando alla compagna di classe.
“Marinette aspettami nell’atrio tra dieci minuti!”

Dieci minuti dopo erano nell’atrio, Adrien sistemato e curato come sempre, che guardavano i vari dépliant delle attrazioni turistiche.
“Allora, da dove vuoi incominciare?”
Le chiese Adrien.
“Non saprei davvero, ci sono così tante cose da vedere”
“Iniziamo da quella più famosa allora”
Propose il ragazzo, prendendo un volantino in particolare, sorridendo quando vide gli occhi azzurri di Mari illuminarsi.

La prese per le spalle e l’accompagnò fino all’auto, dove li stava aspettando la sua guardia del corpo. Ci volle del tempo per arrivare fino in provincia ma quando arrivarono lo spettacolo che si parò davanti a loro mozzò ad entrambi il fiato.
La Grande Muraglia Cinese era imponente, molto più della Tour Eiffel, lunga quasi 9.000 km e loro avevano la grandissima occasione di poter visitarla per un pezzo.
“Andiamo dai!”
Adrien le prese la mano e si misero in fila per poter accedere all’ingresso, ovviamente con guardia del corpo al seguito. Ma quello non smorzò assolutamente l’entusiasmo dei due che si divertirono un sacco, quella sezione della Muraglia era una di quelle particolarmente famose e Marinette fece tantissime foto con il cellulare che inviò ad Alya e ai suoi genitori, lei e Adrien si fecero anche alcuni selfie dove la ragazza appariva sempre con le gote rosse ma con un sorriso che non finiva più. Riuscirono a fare anche alcuni scatti alla guardia che quando li sorprese riuscì a fare anche un piccolo sorriso, cosa che fece rimanere di sasso entrambi, soprattutto Adrien, insomma non l’aveva mai visto sorridere! Ora che ci pensava, non sapeva neanche il suo nome… cercò allora d’indagare ma quello non parlò, come sempre.
Il ragazzo mise su un broncio così adorabile che Marinette non poté evitare di fargli una foto di nascosto, ormai era diventata bravissime a farle, soprattutto grazie a quella santa di Alya.
Un’altra foto da aggiungere alla sua collezione~… non che fosse una stalker o cosa eh, semplicemente Adrien era un modello e non fargli foto era un’occasione sprecata, così si giustificava sempre Marinette, facendo ridere chi l’ascoltava, che fosse la migliore amica o la sua adorabile kwami.


Fecero un giro turistico di un’ora poi tornarono tutti e tre alla macchina, il tempo di arrivare di ritornare in centro ed era già ora di pranzo.

Adrien voleva tenere il meglio per la sera quindi decise di portare l’amica a una sala del thè dove assistettero al Gong Fu Cha, ovvero un cerimonia del thè che un maestro preparò direttamente al loro tavolo, lasciando poi ai due ragazzi degli stuzzichini da poter sgranocchiare.
“Ti stai divertendo?”
Chiese il biondo, osservando attentamente Marinette che soffiava sulla sua tazza.
La ragazza gli rispose solo dopo aver assaggiato il thè.
“Decisamente! E questo thè è davvero buonissimo, mia madre lo fa buono ma questo è davvero insuperabile”
Sorrise prendendo un altro sorso.
“Ne sono contento e spero che adesso non ti sia pentita della tua scelta”
Marinette si bloccò qualche secondo poi, dopo aver dato un’occhiata in giro, scatenando la curiosità del biondo, poggiò la sua tazza e gli sorrise annuendo.
“Sono davvero felice di essere venuta alla fine, assistere a tuo padre ieri, durante il suo lavoro, è stato un sogno che si realizzava”
“E adesso puoi vantarti di avere anche un futuro da modella”
Le fece l’occhiolino lui, prendendo uno stuzzichino.
“Non esageriamo…”
“Eri semplicemente meravigliosa! Specialmente con quel vestito da principessa rosa, dovrò chiedere aiuto a Ivan e Kim per proteggerti dai tuoi fan”
“Ma quali fan…”
Ridacchiò nervosa lei, nascondendo la faccia rossa dietro la tazza ripresa poco prima.
“Non sminuirti Marinette, sei una ragazza bellissima”
Pessima idea quella di bere un sorso per calmarsi, pensò in quel momento la corvina dandosi dei poderosi colpi sul petto per sventare il rischio di soffocamento.
“Mari?!”
Adrien si alzò dal suo posto per andare ad aiutarla ma quella lo fece fermare alzandosi a sua volta.
“Sto bene… benissimo! Devo- devo solo andare un attimo in bagno!”
E scappò via prima che il ragazzo potesse dire o fare altro.
“Ho detto qualcosa di strano?”
Chiese il biondo al suo kwami, ritornando al suo posto; Plagg si sporse leggermente dalla camicia bianca e lo guardò ormai senza più speranze.
“Hai ancora molto da imparare sulle donne, ragazzino”
Nello stesso istante, anche Tikki stava avendo a che fare con la sua bambina in bagno.
“Adrien ha detto che sono bellissima, Adrien ha detto che sono bellissima, Adrien ha detto che sono bellissima!”
Urlò Marinette, tenendosi le mani sulle gote rossissime, allo specchio del bagno.
“Tutte le volte che te l’ho detto io non contano, vero?”
Chiese la kwami rossa.
“Bellissima! Ti rendi conto?!”
“Immagino di no…”
Sospirò la kwami, ma con un sorriso in volto, poi volò dal bordo del lavandino fino alla guancia della corvina e si accoccolò contro, facendole capire quanto era contenta per lei, e Marinette se la premette contro di rimando.
“Sono la ragazza più felice del mondo!”
Quella felicità scemò un poco quando, tornata al tavolo, Adrien le chiese con voce seria se poteva chiederle una cosa, Marinette ovviamente si era immaginata di tutto, rimanendo delusa quando il ragazzo le chiese solamente di mantenere il segreto sui loro pasti che non rientravano nella sua dieta con suo padre; ci rimase male si, ma quant’era carino Adrien con gli occhi imploranti!

Il pomeriggio il ragazzo diede via libera a Marinette e quella, per tornare anche nelle vicinanze dell’albergo e non far arrabbiare il signor Agreste, decise di passarlo all’insegna dello shopping di souvenir. Entrarono in dei negozietti tipici e la ragazza prese un gattino bianco con la zampetta alzata per suo padre, così da poterlo esporre in negozio, una borsetta bianca con dei ricami rossi per sua madre e delle bacchette da usare come ferma-capelli per Alya; la corvina si fermò a guardare delle splendide lanterne di carta quando si sentì poggiare tra i capelli qualcosa, si voltò incuriosita e si ritrovò davanti Adrien con uno specchio in mano: il ragazzo le fece vedere che le aveva messo sui capelli una molletta con sopra un fiore di loto.
“Non è giusto che non ti porti dietro niente di questo viaggio”
Sorrise Adrien.
Marinette ridacchiò nervosa portandosi una cioccia dietro l’orecchio, lei voleva comprare per sé delle stoffe da usare in seguito ma quel regalo inaspettato valeva molto di più.
Per contraccambiare però, Mari comprò al ragazzo un braccialetto con perle verdi simile alla giada e ne approfittò anche per comprare una piccola perlina rossa per Tikki che apprezzò molto; Plagg, che aveva osservato quel gesto, si andò a lamentare con Adrien per avere anche lui un souvenir, souvenir che non venne apprezzato come quello della coccinella, che se ne faceva lui di un portachiavi  con un gatto?! Lui era un gatto! Stavolta fu Tikki, che aveva spiato di nascosto, a ridere.
Alla fine del pomeriggio Marinette decise di comprare lo stesso alcune stoffe con dei ricami che le avevano già fatto venire qualche idea che avrebbe poi abbozzato sul suo quaderno quella sera, mentre Adrien comprò un paio di monete portafortuna e una la diede ancora a Mari che volle prendere qualcos’altro anche lei al ragazzo ma quello la trascinò via prima che potesse farlo.
Alcuni minuti più tardi si ritrovarono di nuovo in macchina, direzione ristorante dello zio di Marinette, ma la corvina era sul piede di guerra (?).
“Voglio farti un altro regalo”
“Ma non serve Mari”
“Mi avete pagato tutto il viaggio, oggi mi hai fatto altri due regali, non è giusto!”
“Stai tranquilla, non serve che mi ripaghi! Averti con me è già tanto”
A quella frase Marinette si zittì, mettendosi seduta rigida.
“Cosa non fai a questa ragazza”
Bisbigliò Plagg al ragazzo che, ovviamente, non capì e sorrise alla sua compagna di classe.

Dopo un viaggio tutto rigido per la povera ragazza, arrivarono al ristorante dove, poco dopo l’entrata c’era la figura famigliare del cuoco.
“Marinette!”
Urlò l’uomo, allargando le braccia.
“Zio Wan!”
La ragazza ci si buttò volentieri, lasciandosi abbracciare e abbracciando.
“Sono molto, molto contento che tu essere qui”
Le disse il cuoco, accarezzandole un poco la testa prima di staccarsi dalla nipote.
“Hai fatto passo grande per venire, sono fiero di te”
“Grazie zio Wan”
Gli occhi della ragazza si fecero un poco lucidi, Adrien le si fece vicino non capendo bene il discorso dei due famigliari, prima che potesse collegare le cose, però, il cuoco ringraziò anche lui, salutandolo con calore, come se fosse anche lui uno di famiglia.
“Venite ora, io preparato un menù speciale per voi”
Wan poggiò le mani sulla schiena dei ragazzi per spingerli nella sala dove aveva preparato un tavolo apposito per loro due ma un urlo che lo chiamava gli fece riportare l’attenzione sull’entrata.
“Oh no, no, no, no”
I due non capirono cosa intendesse ma Marinette lo scoprì presto, appena incrociò due occhi azzurri, limpidi come lo erano i suoi, e non poté fare a meno di sussultare, aveva appena fatto in tempo a rilassarsi…
L’unico che ancora non ci stava capendo proprio niente era Adrien che fissava come gli altri due quel signore anziano, vestito con abiti tradizionali, che avanzava con il suo bastone e l’aria severa puntata sui due parenti.
Il vecchio signore fece un segno con la testa al cuoco, per dirgli di spostarsi, quello tentennò ma al secondo richiamo si spostò, lasciando Marinette in bella vista al giudizio dell’anziano che la squadrò da capo a piedi.
“Wan Cheng Shifu che succede?”
Domandò Adrien ma Wan non parlò, piuttosto fu l’anziano a riprendere la parola e chiese, in cinese, alla corvina cosa ci facesse lì, ma Marinette non sapeva il cinese e quindi non capì né quello che le venne chiesto né rispondere alla domanda.
“Ti ha chiesto che cosa ci fai qui”
Intervenne il biondo, a suo favore, andandole vicino.
“P-Puoi dirgli che-“
Ma l’anziano non fece finire la ragazza, sbattendo con forza il bastone per terra. Guardò Marinette con sguardo molto feroce e si avvicinò a lei fino ad arrivarle a un soffio dal viso, iniziando a parlarle di nuovo nonostante avesse capito che lei non avrebbe saputo rispondere; Adrien invece capì benissimo, l’anziano disse alla sua compagna di classe che era una spregiudicata a trovarsi lì e non sapere nemmeno la sua lingua natia, il ragazzo intendeva chiedere spiegazioni per la corvina ma l’uomo alzò la mano con l’intento di schiaffeggiare Marinette, il biondo intervenne subito e gli blocco il braccio.
“Ehi, che modi sono?!”
Protestò ad alta voce ma Mari gli fece abbassare le mani.
“Lascialo stare Adrien”
“Ma… Mari…”
“N-Non ti preoccupare, lo conosco… non ho più fame scusa”
Bisbigliò la ragazza, prima di superarli e correre fuori dal ristorante, ignorando la guardia del corpo e continuare a correre verso un posto più isolato.
Anche l’anziano se ne andò, dopo aver lanciato due occhiatacce ad Adrien e a Wan e sbuffando; fu allora che il ragazzo si voltò verso il cuoco.
“Wan Cheng Shifu mi può spiegare cosa diamine è appena successo?!”
“Io- Io non potere”
“Quell’uomo stava per aggredire Marinette! E perché le ha dato della spregiudicata? Come si conoscono… è per colpa sua che Mari non voleva venire in Cina?”
“Adrien sono cose che riguardano famiglia”
Il biondo sgranò gli occhi.
“Famiglia? Quindi quello è…?”
Il cuoco annuì.
“Qiang Cheng, padre Sabine, nonno Marinette”
“Ma… se è il nonno, perché voleva schiaffeggiarla?”
“Essere cose private queste”
“Mi ascolti, ho invitato io Mari a venire qui, sono stato io ad insistere quando non voleva, le ho detto io di poter stare tranquilla quando evidentemente non era così, voglio assumermi le mie responsabilità e voglio aiutare Marinette, quella ragazza meravigliosa non deve soffrire, non lo permetterò”
Vedendo la risolutezza del discorso del ragazzo, il cuoco sospirò e gli fece cenno di seguirlo, andarono fino in cucina e si sedettero in un posto abbastanza appartato.
“Tu sapere Sabine essere cinese”
Adrien annuì.
“Ma tu non sapere perché andata in Francia”
“Credo per un viaggio turistico, no?”
Wan scosse la testa.
“No era per visita, Sabine essere scappata in Francia”

   
 
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