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Autore: capmirez98756    29/03/2018    2 recensioni
Ci sono persone, attimi, respiri, odori, sguardi, cieli, sorrisi che si incastrano proprio in quel punto di cuore dove devono incastrarsi. E non c'è accordo e musica più perfetta.
Il destino, però, si diverte a giocare con queste persone.
Callie si è trasferita a New York con la sua bambina e la compagna, vive la sua vita felice.
Arizona è a Seattle e da poco sta rimettendo insieme i pezzi del suo cuore distrutto qualche anno prima.
Ma se le carte in tavola cambiano?
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Arizona Robbins, Callie Torres
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro, Più stagioni
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Prendere una decisione non è facile per nessuno. Ci saranno occasioni in cui commetteremo degli errori e altre in cui faremo la scelta giusta. Tuttavia, a prescindere dalla decisione che prenderemo, questa esperienza ci servirà per imparare, riflettere e capire quali sono gli errori che commettiamo. In questo modo, la prossima volta sarà più facile prendere la decisione giusta e ci accorgeremo che siamo noi ad avere in mano le redini del nostro destino, e non il contrario. A volte può essere molto difficile fare la scelta giusta e ci si lascia facilmente assalire da mille dubbi, dalle emozioni. Quando si è in due, però, non sempre le scelte che a noi sembrano giuste lo sono anche per l'altro e ci si ritrova a litigare, io questo lo so molto bene perché ci sono già passata e ritrovarmi in questa situazione nuovamente non mi fa stare per niente bene. Sono sotto stress, corro da un luogo ad un altro per rendere tutti felici ma a quanto pare non mi riesce bene.
"Arizona, come hai potuto dimenticare la cena di stasera? Ti aspetto da due ore, avevo anche prenotato" mi urla contro
"Scusa tesoro, ho avuto un'emergenza" mi giustifico togliendomi il giacchetto e andandole incontro
"Cazzate! La tua emergenza ha un nome e un cognome ma soprattutto non si tratta di un caso pediatrico"
"Non mi sono dimenticata della cena"
"Oh no, sei semplicemente arrivata in ritardo di due ore" scuote la testa "a colazione stai con lei, a pranzo stai con lei e a cena stai con lei...E io? Con me quando ci stai? Ti vedo meno di un'ora al giorno da giorni ormai"
"Lo so ma sto cercando di farmi perdonare"
"Perdonare? Ma non farmi ridere."
"Carina, tu non capisci"
"Quando le cose non ti stanno bene sono io a non capire come sempre, Arizona"
"Ti ho chiesto di appoggiarmi più volte"
"Io ti ho detto si più volte ma non pensavo che le cose dovevano andare in questo modo"
"Si sistemeranno" mi avvicino e le accarezzo il viso
"Non credo proprio. Cosa farai se quando la dimetteranno lei non avrà ancora recuperato la memoria? Non ha più nemmeno una casa" a questo non ci avevo ancora pensato visto che la riabilitazione sarà ancora lunga
"Ci vuole ancora del tempo, i tempi di guarigione sono lunghi e non si è ancora messa in piedi quindi prevediamo che il ricovero sarà ancora lungo"
"E se non avrà ancora recuperato la memoria?"
"Starà qui fin quando non sarà in grado di trovare una sistemazione"
"E vostra figlia?"
La mia Sofia è ancora dai miei genitori e non posso di certo farla restare con loro a lungo e non perché loro non sono contenti di tenerla ma non posso privare la mia bambina delle sue mamma, dovrò parlare di Sofia a Callie, al più presto.
"Parlerò a Callie di Sofia e staranno qui entrambe"
"Vuoi dirle della vostra ex relazione?" dice con un tono spaventato
"Non lo so, credo che mi inventerò qualcosa ma non è il momento di parlarne"
"Nel tuo programma, io, quale posto occupo?"
"Tu sei al mio fianco, ovviamente"
"Non credo di riuscire a farcela, non credo di riuscire a sopportare il doverti dividere con la tua ex e a maggior ragione se lei viene a vivere qui"
"Devi farlo per me" le passo una mano sul viso e lei sospira
"La nostra relazione è troppo debole per sopportare tutto questo"
"Non è vero" dico e mi avvicino alle sue labbra
"Cosa vuoi fare?" chiede incerta
"Voglio farmi perdonare" sorrido
"È difficile"
"Ho i miei modi"
Interrompo la nostra discussione e la bacio, la bacio forse per zittirla o forse perché lo voglio davvero in questo momento non so cosa pensare e non so cosa fare, vivo tutto minuto per minuto ma non prendo mai un minuto per me e credo che questo mi porterà prima o poi ad esplodere.

Carina mi cinge la vita e io le sorrido, copro il suo corpo con il lenzuolo e la stringo anche io
"Finalmente ti ho sentita mia"
"Ma io lo sono"
"Avevo bisogno di questo, avevo bisogno di una conferma"
"Non hai bisogno di conferme"  chiudo gli occhi facendomi cullare dalle sue carezze
"Tutto questo mi fa impazzire"
Non rispondo perché infondo ha ragione, non è facile accettare la mia scelta ma io non posso abbandonare Calliope e questo deve capirlo perché se dovesse mettermi di fronte ad una scelta sono quasi certa che sceglierei la madre di mia figlia, non per amore ma per rispetto di quello che siamo state e ovviamente per Sofia che ne ha passate troppe per l'età che ha.
Sento squillare il telefono, non si può stare mai tranquilli, mi sporgo verso il comodino per prendere il telefono e Carina mi blocca
"Carina, fammi vedere chi mi chiama, è sicuramente importante"
"Perché devono sempre interrompere i nostri momenti insieme?" dice lasciando andare la mia mano, io non l'ascolto e leggo il nome sullo schermo
"Meredith" dico subito "che succede?"
"Arizona, non volevo disturbarti ma qui c'è bisogno di te"
"Calliope?" domando "sta bene?"
"No, non credo stia bene" sento dei singhiozzi in lontananza "Piange e non riusciamo a farla stare calma, Amelia voleva procedere con i farmaci ma ho pensato che era meglio chiamare te"
"Hai fatto benissimo" dico scoprendomi e guardando per terra "dannata gamba. Dieci minuti e sono lì"
"Ti aspettiamo" riattacco
"Che succede?" chiede la voce dietro di me mentre io mi sistemo in fretta, per quanto sia possibile
"Callie ha una crisi di pianto"
"Capisco" si limita a dire, adesso sta zitta ma sono convinta che nella prossima discussione tirerà fuori questa situazione ma io faccio poco caso perché devo andare in ospedale velocemente.

Questo reparto diventerà casa mia prima o poi quasi lo conosco meglio del mio, Meredith è davanti la porta con il viso preoccupato e appena mi vede si avvicina
"Meno male, sei qui" tira un sospiro di sollievo "Non so che cosa le prende, non mi parla e se continua così si sentirà male"
"Vado io ma non so se riuscirò a calmarla"
"Proviamoci almeno, Amelia mi ha chiamata per fare provare me ma non mi da ascolto, vai tu"
Annuisco e apro la porta. È rossa in viso, singhiozza e respira a fatica
"Callie" mi avvicino immediatamente "che ti prende?" non ricevo nessuna risposta  "puoi sentirti male se continui così" mi preoccupo, non l'ho mai vista così e sento un macigno sul cuore che quasi fa mancare l'aria anche a me
"Ti prego, Calliope, calmati" mi siedo sul letto e la stringo, facendo attenzione a non farle male, lei mi lascia fare e dopo qualche minuto i singhiozzi diminuiscono
"Ecco, così, brava"
"Non..." prende fiato "Non te ne andare"
"Ma cosa dici? Dove devo andare? Sono qui"
"Sono un peso per tutti" singhiozza
"Non sei un peso per nessuno"
"Dipendo completamente da voi e voi non potete perdere tempo con me, avete le vostre vite mentre io non ho più niente...me lo avete detto voi, tu" mi stringe "forse dovrei lasciarti in pace"
"Te lo abbiamo detto noi? Ma non è assolutamente così"
"Invece si" dice staccandosi
"Hai fatto un incubo, Calliope?" dico capendo a cosa si riferisce e lei annuisce "Cosa di preciso?"
"Credo di aver sognato una parte dell'incidente, stavo andando da qualcuno o forse stavo aspettando di andare da qualcuno e una macchina mi è venuta addosso poi mi sono ritrovata in ospedale, c'eri tu ed io ti volevo al mio fianco ma tu ridevi di me"
"Non riderei mai di te, Calliope"
"Non ricordo nulla" dice tornando a singhiozzare
"Ehi. Ehi. Te l'ho detto sono qui e farò di tutto per farti stare bene. Hai capito?"
"Mi aiuterai anche a rimettermi in piedi?"
"Ti aiuterò in tutto, promesso"
"Resti qui questa notte?"
Annuisco e dopo averle lasciato un bacio sulla guancia e aver subito una lieve scossa mi sistemo nella sedia
"Resto qui" annuisco
"Aiutami a spostarmi"
"Che?"
"Non puoi stare nella sedia, immagino che abbiamo già dormito insieme" non solo dormito Calliope, non solo...
"Ho paura di farti male"
"Non mi farai male, Arizona" annuisco poco convinta e l'aiuto a spostarsi per poi sistemarmi al suo fianco
"Grazie" sussurra
"Smettila di ringraziarmi Calliope, ora riposati"
"Sei stupenda" sorrido
"Anche tu lo sei"
Appoggia la testa alla mia spalla e chiude gli occhi, io so che sarà una lunga notte perché non riuscirò a dormire a causa del fastidio che mi porta la protesi ma anche a causa della donna che è al mio fianco, so che è tutto sbagliato ma io non posso fare a meno di sbagliare.
Apro gli occhi dopo l'ennesimo leggero movimento di Callie, la guardo e lei sorride sembra non aver pianto per niente la sera scorsa, è bella da togliere il fiato e io devo smetterla di pensarlo
"Non volevo svegliarti, stavo cercando di spostarmi un poco, torna a dormire"
"Hai male?" chiedo guardandola e mi rendo conto che la sto praticamente abbracciando, sgrano gli occhi e arrossisco
"Sinceramente ho dormito meglio delle altre notti, sono indolenzita perché non cammino da settimane"
"Chiederò ad Owen quando potremo chiamare il fisioterapista per farti fare qualche passo" lentamente tolgo il braccio dalla sua pancia e sorrido
"Non mi dava fastidio il tuo braccio...Comunque vorrei proprio farlo oggi qualche passo"
"Non credo che il fisioterapista sia disponibile con così poco preavviso e poi sei ancora debole e attaccata a tutte queste macchine"
"Ma io volevo fare un giro in ospedale, magari mi aiuta"
"Posso chiedere una sedia a rotelle" propongo tirandomi a sedere
"Farei di tutto pur di uscire da qui, te ne sarei grata" annuisco "Grazie per essere rimasta"
"Farò finta di non aver sentito il tuo ringraziamento, vado a darmi una rinfrescata e chiedo di farti preparare...va bene?"
Annuisce e sorride, esco dalla stanza, ho bisogno di aria e di tanta forza.

Quando rientro nella stanza vedo Calliope lottare con i due infermieri e un'infermiera
"Che succede qui?" chiedo avvicinandomi velocemente al letto
"Dottoressa Robbins, finalmente" annuncia soddisfatto uno
"Non vuole essere aiutata la dottoressa Torres" dice l'altro
"Calliope, cosa vuoi fare? Non puoi metterti da sola sulla sedia"
"Aspettavo te" dice allungando il braccio verso di me, resto un attimo a guardarla e mi avvicino titubante
"Vuoi che sia io ad aiutarti?"
Annuisce.
Guardo i due infermiere che alzano le spalle e facendo cenno ad uno dei due con la testa mi avvicino a lei, l'aiuto a sistemarsi sul letto facendo attenzione a non scuoterla troppo, afferro da un lato e la facciamo alzare per poi farla accomodare sulla sedia, strizzo gli occhi per il dolore alla gamba
"Tutto bene, dottoressa Robbins?" chiede l'infermiera che sa della mia situazione
"Si, tranquilla" sorrido "Grazie, potete andare adesso" annuiscono e fanno come dicono
"Perché ti ha fatto quella domanda? Ti ho fatto male?" chiede allarmata
"Non mi hai fatto male" non posso di certo dirle che cosa mi ha fatto male, non è il momento "andiamo?"
"Si, andiamo" dice poco convinta e io mi appoggio pesantemente alla sedia, per fortuna ho un appoggio anche se è evidente che sto zoppicando spingo silenziosamente la sedia "dove vuoi andare?"
"Avete detto che ero un chirurgo ortopedico, potrei essere portata nel mio reparto?" sorrido per la sua definizione
"Agli ordini"
In ascensore cala il silenzio, lei scruta ogni angolo come a voler cercare informazioni
"Niente" dice abbassando la testa
"Come?" chiedo
"Non mi dice niente"
"È un ascensore, Calliope"
"Lo so" e si zittisce
"Non pretendere troppo da te"
"Pretendo il minimo, fidati"
Le porte si aprono e la spingo nel reparto, le infermiere con cui lavorava sono sorprese di vederla e la salutano timidamente per non essere troppo invasive
"Non ero odiata" afferma pensierosa
"Per niente" sorrido "eri sicura di te e un genio nel tuo mestiere ma di certo non eri odiata, sapevi farti rispettare"
"Sapevo, non sarò più in grado" mi blocco immediatamente e lei sobbalza
"Arizona? Perché ti sei fermata?" calma, Arizona, calma
"Sei ancora lì?"
"Sono qui" dico mettendomi davanti a lei "Non andiamo da nessuna parte così "
"Cosa vuoi dire?" chiede confusa
"Non ti permetto di dire che non tornerai più ad essere quella di prima, che la memoria non ritornerà. Devi crederci per prima tu perché non ha senso portarti in giro per l'ospedale se tu riesci solo ad autocommiserarti" senti chi parla...
"Non mi sto autocommiserando, credo davvero che la mia perdita resterà permanente"
"Bene, ti riporto in stanza"
"Ma abbiamo appena iniziato" non le do retta e torno verso l'ascensore
"Arizona, per favore" mi supplica ma io continuo a non ascoltarla, forse la mia reazione è esagerata ma non accetto quello che ha detto.
"Non puoi arrabbiarti con me"
"Perché non posso? Eccome se posso" la spingo verso la sua stanza mentre lei continua a parlare, chiamo l'infermiere e silenziosamente la facciamo stendere contro le sue proteste
"È una cavolata" scuote la testa "potete gestirmi come volete voi, mi trattate come un burattino"
"Non è così, devi solo capire che non ti aiuti così "
"Ma cosa pretendi? È quasi un mese che sono qui"
"Quindi? Non ricorderai più? Alcuni pazienti ci mettono mesi e mesi ma non si arrendono invece tu lo sei già, come facciamo ad aiutarti?"
"Vuoi liberarti di me, sono un peso, ecco"
"Non capisci, Calliope" scuoto la testa ma infondo sono io a non farmi capire
"Lasciami sola"
"Quello che vuoi" annuisco nervosa ed esco dalla stanza, non mi era mancato litigare con lei.
   
 
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