Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: Ojii_sama    01/04/2018    1 recensioni
La Vita in pericolo sarà
e i genitori di essa dovran portarla dai loro figli illegittimi,
per salvarla da coloro che la Morte in catene
hanno messo.
Per salvar la Vita, la Morte liberar si dovrà
e un sacrificio si compirà
per amore della libertà.
"Cosa significa che dobbiamo proteggere la Dea della Vita?"
Genere: Avventura, Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: I sette della Profezia, Leo Valdez, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Thanatos
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 2

 

Respira con calma Vìos, andrà tutto bene. Se persino mamma si è convinta a farmi uscire dall'erebo significa che è importante e che qui non corrirò rischi...o almeno credo. Pensava la dea mentre si lisciava nervosamente il chitone grigio perla, che le cadeva morbidamente sul corpo formoso e sinuoso. Vìos faceva sempre di tutto per nascondere il suo aspetto divino, non le piaceva esser guardata solo per il suo aspetto fisico (anche se negl'Inferi era raro vedere qualcuno ma spesso la venivano a trovare alcuni dei suoi amici dei, che andavano lì solo per lei). Si sentiva a disagio, li in mezzo a tanti umani, essendo, praticamente, la prima volta che vedeva un umano vivo e non solo un ombra del defunto.

Si nascondeva dietro al corpo possente del padre, che non si tirava in dietro quando significava nascondere la propria figlia, la sua prima figlia. Ade le diceva sempre che amava tutti i suoi figli, legittimi (come lei) e illegittimi (come due certi Nico di Angelo e Hazel Lavesque che Vìos non vedeva l'ora di incontrare, dopo tutto erano suo fratello e sua sorella sebbene non divini) ma che lei era diversa, lei era particolare. Vìos questo lo sapeva e riusciva a capire perchè non l'avessero mai fatta uscire dell'Erebo se non per passeggiare con il suo migliore amico Thanatos.

 

Ora che ci penso è da un po' che non lo vede... pensò, ignorando i discorsi dei genitori, che stavano parlando con Chirone e Dioniso (che lei non vedeva da almeno un secolo!) Si arrotolò una ciocca ribelle di capelli che le era sfuggita da dalla particolare accunciatura tipica dell'anica grecia, uno chignon creato da tante piccole treccine ,che la zia Estia si divertiva sempre a farle, e decorate da piccole pietre preziose e fiori colorati che vibravano vivi e accesi. Arricciò il piccolo naso greco come faceva sempre quando era un po' a disagio mentre si martoriava le rosse labbra carnose. Spostò gli occhi d'oro verso un piccolo fiorellino che si era appassito ( e quindi che era morto) facendo un piccolo sorriso triste, le dispiaceva sempre per la morte di una vita soprattutto se questa moriva prima del previsto, come quel fiore. Si ingionocchiò al suolo, lisciandosi la veste e guardandosi intorno.

Non la guardava nessuno, poteva farlo no? Dopo tutto non era una cosa così pericolosa. Si morse il labbro e sfiorò il fiore morto con la punta delle dita, in un tocco soffice e leggero, che Cerbero amava soprattutto quando lo accarezzava sul ventre. Dalle sue dita scaturì una luminosca scia d'orata che avvolse per intero il fiore, Vìos potè sentire chiaramente la forza vitale riprendere a scorrere nel fiore che si schiuse mostrando tutti i suoi petali colorati e vivaci. La dea allontanò con lentezza le dita, chiudendole a pugno e appoggiando poi la mano sul suo grembo mentre si apriva in un piccolo sorriso luminoso.

 

"Ma...come ha fatto?" chiese una voce maschile con un particolare accento spagnolo che fece alzare Vìos spaventata. Davanti a lei si stagliavano sette ragazzi, cinque maschi e due ragazze (di sicuro tutti semidei).

Vìos si accorse solo in quel momento che l'avevano vista riportare in vita una vita. Guardò terrorizzata i suoi genitori, che sospirarono sconsolati.

 

"Io..."disse con voce flebile e tremante

 

"Ehi chica stai tranquilla non mordiamo" disse di nuovo quella voce maschile, che la dea scoprì appartenere ad un ragazzo non molto alto ma con la carnagione bronzea (molto contrastante con la sua pallida), i capelli corti e castani erano un po' ricci e mostravano le sue particolari orecchie a punta. Vìos non capiva come fosse vestito, anche se non comprendeva come mai nessuno non portasse la tunica ma invece quelle strane cose che si appiccicavano alla pelle oppure che la deformavano. Era un ragazzo strano ma carino, soprattutto perchè era poco più basso di lei e questo lo rendeva adorabile!

 

"Valdez giusto?" tuonò il padre, mentre lo guardava dall'alto in basso. Persefonde, di contro, roteò gli occhi.

 

"Si divino Ade, Leo Figaccione Valdez al vostro sevizio!" esclamò il ragazzo facendo ridacchiare Vìos, visto che si beccò un schiaffo dietro la nuca da una delle due ragazze, la mora col il taglio assimmetrico e una piuma tra i capelli.

 

"Imbecille! La prego di perdonarlo divino Ade"

 

"Oh tranquilla cara figlia di Afrodite, mio marito è solo molto protettivo e geloso" disse Persefone mentre lanciava un occhiata divertita ad Ade che non la smetteva di guardare male i semidei, che osservavano curiosi Vìos.

 

"Divino Ade, Divina Persefone come mai avete portato quì vostra figlia? Non è mai uscita dagl'inferi" disse loro Chirone, chinandosi dinanzi a Vìos che chinò il capo di risposta, timida. Sentiva lo sguardo di Leo su di lei e l'unica cosa che le veniva in mente era di nascondersi dietro il padre, o la madre (oppure dietro a Chirone o a qualsiasi cosa o persona potesse nasconderla).

Ade sospirò mentre la moglie si stringeva alla figlia, strofinandole la spalla.

 

"Per favore ditemi che non è un altra missione, per favore" inizò a dire come un mantra il ragazzo dagli occhi azzurro mare, quasi verde acqua che faceva roteare la penna a sfera.

La ragazza al suo fianco dai biondi capelli e gli occhi grigio tempesta lo fulminò con lo sguardo per poi sospirare.

 

"Jackson, è da un po' che non ci si vede" disse Ade

 

"Dovresti tornare a trovarci sai?" disse invece Persefone, mentre Vìos lo guardò stupita. Lo aveva vista di profilo una volta sola, quando lui era andato negl'inferi ad accusare Ade di aver rubato la folgore dello zio/nonno Zeus, lei era rimasta nascosta dietro a una colonna per poi esser rimandata nelle sue stanze dalla madre che l'aveva vista. Strinse la mano della madre, sostenendo però lo sguardo di Percy Jackson e della sua ragazza, o almeno supponeva da come gli teneva la mano.

 

"Comunque, vorreste dirci come si chiama questa splendida dea?" chiese Leo, che non aveva ancora distolto lo sguardo da Vìos facendo fremere dalla "rabbia" Ade che si trattenne dallo spedirlo negl'Inferi solo perchè dopo Vìos e Leo si sarebbero visti più spesso...

 

"Si mocciosetto, ma prima dovrei parlare in privato con Chirone prima che" ma non riuscì a finire la frase che due ragazzi, un maschio e una femmina, corsero verso di loro.

Il primo era un ragazzo molto pallido e con delle profonde occhiaie, i capelli lughi e neri come i suoi capelli mentre la seconda era una ragazza dalla pelle cacao e dai riccissimi capelli color cannella marrone, che facevano risaltare gli occhi d'oro molto simili ai suoi ma allo stesso tempo...diversi.

Vìos li guardò stranita, riusciva a vedere la loro aura divina, a sentirla essendo molto simile a quella del padre.

 

"Sono loro vero?" sussurrò la dea, avvicinandosi a loro come in trance. Finalmente li incontrava...

Loro la guardarono aggrottando le sopracciglia mentre Ade sorrise dolcemente, cosa assai rara in pubblico.

 

"Si tesoro, sono loro. Nico di Angelo tuo fratello, figlio della mia versione greca, e Hazel Lavesque, figlia della mia controparte romana" sussurrò piano, mentre Vìos si avvicinava a loro.

 

"Padre...lei è tua figlia...legittima?" chiese Hazel, guardando confusa la dea che le prendeva una mano come per vedere se era vera, mentre Nico si allontanava da lei.

 

"Si Havel. Lei è Vìos, figlia mia e di Persefone. Vostra sorella" disse guardando Nico con sguardo eloquente, facendogli fare una smorfia. Vìos lo guardò confusa, per poi ricordarsi di Bianca.

 

"Ti ricordo lei?" chiese in un sussurro, osservando come Nico si voltasse e le desse le spalle.

 

"Siamo venuti a chiamarvi perchè Rachel ha appena pronunciato una profezia" disse Hazel, avvicinandosi al fretello e sciogliendo le mani da quelle di Vìos, che le fece ricadere lungo il corpo.

 

"La Vita in pericolo sarà

e i genitori di essa dovran portarla dai loro figli illegittimi,

per salvarla da coloro che la Morte in catene

hanno messo.

Per salvar la Vita, la Morte liberar si dovrà

e un sacrificio si compirà

per amore della libertà" sussurrò Persefone, per poi guardare Ade.

 

"Esatto divina Persefone, come la sapete?"

 

"Perchè conosciamo parte del significato di essa" continuò la dea per poi guardare la figlia " Con La Vita in pericolo sarà e i genitori di essa dovran portarla dai loro figli illegittimi intende che dobbiamo portarla da voi semidei. Per salvarla da coloro che la morte in catene hanno messo intende quei mostri del Tartatoro che hanno incatenato Thanatos e ora solo liberi per la terra, solo che sono particolari...non sono del tutto vivi, non hanno la forza dei vivi e per questo vogliono Vìos" disse Persefone

 

"Aspetta perchè vorrebbero vostra figlia?" chiese uno dei due ragazzi che sembravano due fotocopia, gemelli probabilmente.

 

"Vìos in greco significa Vita" disse loro Annabeth che guardava stupita Vìos. Persefone annuì.

"Vìos è la dea della vita"

 

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: Ojii_sama