Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: BloodyMeii    02/04/2018    0 recensioni
Hanji e Levi ormai sono una coppia da circa un anno e come tali hanno alti e bassi. Nonostante tutto lottano per la loro sopravvivenza con la speranza di avere un futuro più bello. Alla fine la nostra coppia avrà mai un lieto fine?
Piccolo sequel di "Le ali della felicità", racconta le vicende un anno dopo il bacio sopra le mura
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanji Zoe, Levi Ackerman, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passarono circa due ore e nessuno era ancora uscito dalla stanza, quella riunione per accordarsi sulla spedizione imminente sembrava più complicata del solito. Il comandante non prendeva seriamente la situazione, continuava a distrarsi senza un motivo. Molti dei ragazzi presenti iniziarono a preoccuparsi, non era un comportamento tipico della quattrocchi e questo lo notò anche Levi, la fissava cercando di capire il suo problema senza nessun risultato.

«Tu non verrai» la voce del caporale irruppe come un fulmine a ciel sereno
«Come scusi?» un piccolo coro spezzò la tensione creatasi 
«Ho detto che il comande non verrà in questa spedizione!»
Tutti gli sguardi passarono dal caporale al comandante stupiti, anche quest'ultima era colpita dalle parole dell'uomo più forte dell'umanità.
«Perché mai? Io sono il capo della spedizione»
«E con questo, saresti solo d'intralcio!» 
«Non è vero!»
Entrambi cominciarono ad alterarsi infatti dovette intervenire Armin con la sua solita calma per cercare di calmare le acque
«Mi spiace interrompervi ma il caporale ha ragione, oggi non è stata molto presente, non per dire che lei non sia in grado di fare il suo lavoro, ma pensiamo sia meglio non farla partecipare alla spedizione è per la sua sicurezza»
Il silenzio più assoluto piombò in quella stanza, nessuno voleva proferire parola alcuna. Anche la diretta interessata sembra non voler parlare, Armin l'aveva un po' offesa con quel piccolo discorso, davvero credevano che lei non fosse in grado di presenziare alla spedizione del giorno dopo? Ok era vero che il quel momento non stesse molto ad ascoltare, ma non potevano dirle che era praticamente inutile. Alla fine la quattrocchi decise di andarsene lasciando il lavoro a metà. I ragazzi vedendo quella scena posarono gli occhi su Levi ma quest'ultimo non face nessun segno di seguirla.
«Allora cosa fate lì impalati ricominciamo» la voce dell'uomo era molto ferma e severa, non voleva nessun commento su quella storia.

Nella sua vita, Hanji, poche volte non era riuscita a fare il suo lavoro, la prima volta fu' durante la sua primissima riunione da caposquadra, la seconda volta era successo il giorno dopo una piccola sbronza dovuta ad un festeggiamento. Però quella mattina fu' la peggiore, non sapeva neanche il motivo di tale comportamento. Appena sveglia si era sentita poco bene ma se ne era dimentica appena i suoi occhi si posarono su quelli di Levi, ma iniziata la riunione il suo malessere era tornato. Probabilmente stava covando qualche strana malattia, quindi decise di andare a fare un piccolo controllo dal medico. Nella strada ebbe un paio di giramenti di testa che la fecero quasi cadere a terra, per fortuna c'era un muro dove poteva appoggiarsi. Arrivata davanti la porta la sua ansia aumentò, non voleva pensare a qualcosa di brutto ma se fosse stato così? Cosa avrebbe fatto, soprattutto come l'avrebbe detto a Levi. La sua mano tremava davanti la maniglia di quella porta che in quel momento sembrava enorme. In suo aiuto ci fu' uno delle reclute appena uscita dallo studio, il medico appena vide il comandante sul suo volto si aprì un enorme sorriso e la invitò ad entrare.

Varcata la soglia, Hanji, si dovette subito sedersi sul lettino posto in mezzo la stanza a causa di un malessere improvviso. Il volto del medico cambiò subito perché la donna davanti a lei era sbiancata, poi si alzò per correre al cestino dei rifiuti a vomitare.
«Mi scuso per averle rovinato il cestino, gliene farò portare uno nuovo»
«Comandante essere un medico vuole dire anche questo, ho visto cose ben peggiori si fidi» gli passò un fazzoletto «una lavata e tornerà come nuovo» 
Entrambi cominciarono a ridere spezzando la tensione, ma la situazione finì quasi subito quando Hanji vomitò di nuovo. Probabilmente la quattrocchi non aveva di certo un bell'aspetto, ma in quel momento non gli interessava, come sempre dopotutto.

Il medico fece chiamare il caporale ignorando completamente le suppliche di Hanji di non farlo venire. Non ci volle molto prima che l'uomo più forte dell'umanità aprisse la porta di quel piccolo studio. Entrato notò subito la quattrocchi stesa sul lettino che dormiva, aveva un colorito che la faceva mimetizzare perfettamente con esso. 
«Non si preoccupi caporale, le ho dato un tranquillante non troppo pensante per farla riposare» il dottore aveva la sua solita voce pacata che faceva ogni volta imbestialire Levi
«Ha scoperto cos'ha?»
«Mi dispiace ma il suo malessere mi è ancora ignoto, però le assicuro che entro pochi giorni lo scoprirò» 
C'era troppo entusiasmo nel modo in cui si approcciava a lui. Ogni volta che vedeva quell'uomo, Levi, voleva tirargli un bel pugno sul naso perché nessuno poteva rivolgersi a lui in quel modo tranne Hanji.
«La ringrazio per la sua disponibilità, ora la porto nella sua camera» prese la quattrocchi in braccio ed uscì da quella stanza. Entrata nella camera di lei, Levi si guardò in torno, quel luogo era un casino l'uomo si chiedeva come fosse possibile vivere in quel modo, c'erano fogli e libri ovunque in più si sentiva un odore di chiuso allucinante quindi decise di andare nella sua stanza.

Entrato adagiò subito la sua compagna nel letto e gli rimboccò le coperte per tenerla il più possibile al caldo. La guardava studiando ogni sua caratterista, cercava di memorizzare tutto di lei, i suoi capelli color nocciola, i suoi occhi o meglio l'occhio così grande, quella piccola bocca che quando lo baciava lo faceva andare in estasi. Non voleva pensare al peggio per la spedizione del giorno dopo ma almeno se gli fosse successo qualcosa avrebbe avuto come ultimo ricordo quello della sua donna. Con questi pensieri si distese vicino a lei 
«Buonanotte scienziata pazza» 
e si addormentò con un piccolo sorriso stampato sul viso.

Angolo autrice:
Hola piccoli e grandi lettori, mi volevo subito scusare per la mia assenza ma la scuola mi sta distruggendo, infatti ho poco tempo per scrivere. Nonostante tutto questo capitolo mi piace assai lo ammetto, in fondo ci ho messo una vita per scriverlo. 
Ci rivediamo ad un prossimo capitolo 

 
   
 
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