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Autore: Nocturnia    05/04/2018    2 recensioni
Animali, bestie, uomini: null'altro che maschere e teatranti che si dimenano su questo palcoscenico che la voce chiama vita.
Il velo viene sollevato - li spoglia, nudi dinnanzi uno spettatore il cui nome è destino.
Insieme si gettano nell'abbagliante luce della tragedia.
Genere: Angst, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albert Wesker, Alex Wesker, Chris Redfield, Excella Gionne
Note: AU | Avvertimenti: Incest, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Withering bones'
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ddddd Capitolo 7 - Veleno


Excella non sa cosa dire.
Sua madre parla di nipoti, eredi, gioie del parto, e lei tace, assorbita dal bianco di un lilium.
Lyas passeggia per i cortili di Raccoon e parla - racconta della sua nascita, di quanto sia stato bello, appagante.
Il re non mi tocca da settimane, vorrebbe dirle Excella, ma si vergogna, perché sua madre direbbe che è colpa sua. Che non fa abbastanza.
Che il re è sì un uomo virtuoso - ed Excella vorrebbe ribatterle che no, non lo è, e i lividi dei suoi morsi che porta sotto il vestito ne sono la prova - ma non certo apatico in tal senso.
Sospira, strappa un petalo, poi un altro.
C'è qualcosa nel re che le pare stonato.
È gentile, e cortese, ma in alcuni momenti è come se cambiasse - come se dietro quella bella faccia si nascondesse altro.
È capace di baciarla tra i capelli come farebbe con una sorella, e stringerle il collo in una morsa d'acciaio quando gli si concede - negli occhi un desiderio soffocante.
Excella annuisce, le parole di sua madre che si perdono nella rete dei suoi pensieri.
A terra, un fiore calpestato.


"Dovresti alzarti."
"No."
"Claire."
"No."
Chris sospira, fissa il grumo di coperte e lenzuola che è sua sorella.
"Claire." ripete, e lei lo ignora.
"Non ne ho voglia."

Non voglio venirci a caccia con il re e sua sorella. No, no, no. E no.

"L'ha chiesto il re."
"Digli che sto male."
Chris le strappa le coperte con un gesto secco, sbuffa.
"Alzati, Claire: è solo una battuta di caccia. Cos'è, hai paura di fare brutta figura?"
"No." esclama Claire, mettendosi seduta "È solo che..."
"Che...?"
Claire alza gli occhi al soffitto, apre le mani in un gesto di resa.
"Va bene, va bene, ci vengo."
"Bene." replica Chris, sollevato "Ci saranno anche i Birkin."
Claire scende dal letto, scivola dietro il paravento.
"Stupendo." e ne è davvero contenta.
"La Guardia Reale sarà subito dietro di voi."
"Potresti unirti alla caccia, allora."
"No, Claire: sono il capitano, devo seguire i miei soldati e proteggere il re e la sua famiglia."
Claire si sporge da dietro il paravento, un piede nudo e l'altro già nello stivale.
"La regina non viene?"
"A quanto pare no: sua madre è giunta in visita ed è impegnata tutto il giorno con lei."

Ah.

Claire si raccoglie i capelli in un nodo arruffato e fulvo, afferra l'arco e la faretra.
Ha come l'impressione che sarà una lunga giornata.


"Ho saputo della novità."
Annette l'affianca, sposta Nazca alla sua sinistra - un sauro dorato.
Alex accarezza Zanor, la ignora.
"Quanto?" le chiede, e si scrolla Zanor, scalciando.
"Quattro mesi. Forse sto entrando nel quinto, non ne sono sicura."
Annette la squadra con occhio critico, piega le labbra in un mezzo sorriso.
"Non si direbbe."
"È un complimento?"
Annette annuisce, tira le redini di Nazca, inquieta vicino a Zanor.
"Già me lo immagino."
Alex tace, osserva la Guardia Reale avanzare - tra di loro Claire e suo fratello.
"Sarà bellissimo."
William sfreccia a pochi metri da loro, lancia Icarus al galoppo - cerca di superare Hela e Albert.
"Cretino." mormora Annette, scuotendo la testa.
Alex si ritrova sorride suo malgrado.


Il signore del Falco è un ragazzino mai cresciuto.
Claire lo osserva mentre insegue la cavalla del re, cerca di superarlo - mastica insulti che si perdono nell'aria tiepida del mattino.
"È un cretino." ripete Annette, e Claire si ferma dietro di loro - a lei.
Zanor è uno stallone corvino, lucido - privo di ogni altra colorazione.
Si muove continuamente, e Alex vi dondola sopra come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Osha si sposta quando uno degli zoccoli di Zanor la sfiora, Claire evita un grumo di terra e fango - Alex che gli pianta i talloni nei fianchi e si lancia in avanti, imitata da Annette.
Chris indica ai soldati di spostarsi ai lati della riserva; di controllare il perimetro e metterlo in sicurezza.
"Fanno sempre così?" gli chiede, e Chris l'affianca.
"No, a dire la verità. È la prima volta che vedo il re sorridere."
Claire annuisce, distante.

Consapevole.

Nella sua memoria quella sarà l'ultima volta che sentirà Alexandra Wesker ridere.


"Ti ho raggiunto."
"Ti ho aspettato." l'apostrofa Albert, abbozzando un sorriso.
Birkin si scrolla nelle spalle, dà qualche pacca sul collo di Icarus.
"È bello, qui."
"Lo so."
"Ti mette in pace con il resto del mondo."
Wesker spazza con lo sguardo il fiume che attraversa la valle, inspira.
"Fa sembrare che ci sia una soluzione a tutto."
"E c'è, William?"
Birkin si passa la punta della lingua sulle labbra, esibisce un sorriso furbo - sottile.
"Ovviamente, Al."
Wesker annuisce, rilassa i muscoli delle spalle, quelli rigidi della schiena.
La storia di Patrick è giunta al suo ultimo grano.


Ada è una donna di parola.
Poche indicazioni - quelle necessarie.
Chi, dove. Come.
È una vittima facile; debole.
Quattro entrate, due sul retro.
Guardie pigre, svogliate.
Ada stende le lunghe gambe davanti a sé, sorride a Leon - posa lo sguardo su uno dei suoi corvi che ha appena fatto ritorno.
Leon le bacia l'interno del polso, la mano, ignaro.
E così deve rimanere.


"Will se ne occuperà."
"Lo so."
"Possiamo fidarci."
Alex gli riserva un sorriso a metà, fragile.
"Non arriveremo al processo, ancora meno all'accusa."
"Ma Simmons ormai sa."
"Non ne ha le prove."
"Qualcosa si sta muovendo, Albert, e non nella direzione giusta."
Wesker le si avvicina ulteriormente, intreccia le dita alle sue.
"Siamo noi i padroni del nostro destino, Alex."
Alex sospira, gli stringe la mano.
"Vorrei tanto crederci anche io, fratello."


Claire li studia - tutti e quattro.
Annette e William, della casata del Falco.
Una bambina di dieci anni, un matrimonio d'amore - uno dei pochi.
Ridono uno vicino all'altro, Annette che lo colpisce tra le costole con un gomito, William che la spinge più in là - due ragazzini.
Scivola con lo sguardo subito dietro di loro - il re e sua sorella.
La gualdrappa rossa di Zanor brucia sopra tutto quel nero, si arrotola il serpente dalle fauci spalancate.
Mormora qualcosa a sua sorella, il re, e lei risponde con un sorriso triste - gli stringe la mano.
Claire li fissa - troppo.
Le sembra di essere stata catapultata in una storia non sua, misera spettatrice di eventi che devono ancora accadere.
Hela si avvicina ulteriormente a Zanor, il re sembra quasi voler abbracciare sua sorella - si ritrae all'improvviso, come se si fosse ricordato dov'è.

Chi è.

Negli occhi di Alex il dolore è una crepa che li rende tragicamente vivi.


M.
Una sola lettera. Un solo significato.
Ada ripiega con cura la pergamena, la getta nel fuoco.
Scrive la stessa lettera su carta nuova - sceglie un corvo diverso, lo indirizza a est, verso le terre di Birkin.
Il potere affonda le sue radici nei segreti e cresce nel sangue delle vittime che miete per sopravvivere.


Rientrano a palazzo che è quasi il tramonto, Claire con due cinghiali e un cervo.
È felice, Claire: soddisfatta.
Chris la guarda mentre scende da cavallo e chiacchiera con uno dei soldati, la treccia fulva disfatta, le guance arrossate dal sole.
Si è complimentato con lei persino il re, e Chris non avrebbe potuto esserne più orgoglioso.
È stata una bella giornata; una di quelle che la memoria cattura e rifiuta di cancellare.
Sarà tutto quello a cui potrà appellarsi quando il trono cadrà.


"Stasera." le dice, e Alex comprende.
"Solo stasera." e Alex annuisce, stanca.
"Alex."
"Lo so."
Albert l'accompagna fino alle sue stanze, entra - si chiude la porta alle spalle.
Ha occhi trasparenti, Alex: limpidi come quando erano giovani, e pensavano di aver il mondo stretto nel pugno.
Intreccia le dita nei suoi capelli, respira l'odore della foresta - legno umido e sotto una lieve traccia di lilium.
Cerca la sua bocca, il suo sapore - la piega morbida del collo, quella piena del seno.
"Da domani le somministrerò la Whisper of Hope."
Alex annuisce contro le sue labbra, respira con lui - per lui.
"Dieci giorni, forse anche meno, e penserà di essere incinta."
"E se lo fosse davvero, Albert?"
Wesker le blandisce la nuca in punta di dita, la bocca socchiusa sulla sua - che ingoia la risposta.
"La ucciderò comunque."
Alex si aggrappa alle sue spalle e geme.


Il re la sta aspettando quando rientra nelle sue stanze.
Excella sgrana leggermente gli occhi, si ricompone in fretta.
Si volta, Wesker, e le sorride.
"Passato una buona giornata?" le chiede, ed Excella annuisce.
"Un peccato non abbiate potuto unirvi a noi per la battuta di caccia."
"È dispiaciuto anche a me." replica Excella, e accetta il bicchiere di vino che il re le porge.
Accorcia la distanza che li separa, Wesker, e le porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Excella arrossisce leggermente, beve un sorso di vino.
"Vi dona il verde." ed è vero, almeno questo.
"Grazie."
"Siete... agitata." evidenzia, ed Excella beve ancora - tutto d'un fiato.

Brava bambina.

"No. No, è che non mi aspettavo di trovarvi qui."
"E dove altro dovrei essere?"
Excella apre la bocca, la richiude.

Una lepre in trappola.

Albert le sfiora il fianco, risale con l'indice lungo la curva delle costole - stringe, e osserva il seno di Excella fiorire tra le sue dita.
Excella si tende verso di lui, soffoca un gemito quando il re si abbassa su di lei e affonda, un bacio vorace - rabbioso.
Excella è giovane, e brucia per lui - lascia che la sollevi di peso, rovesciandola sul letto e sovrastandola.
È bella, Excella.
È un corpo cedevole sotto le sue mani, che si bagna per lui - su di lui.
Libera piccoli ansiti spezzati, viene con una facilità imbarazzante - lo cerca con altrettanta forza.
Wesker le solleva i fianchi, piegandola sulle ginocchia - intreccia le dita nei suoi capelli (del colore sbagliato) e tira.
Excella scatta all'indietro, nasconde un grido tra le lenzuola - si flette sotto di lui, le vertebre tese nello sforzo di seguire i suoi movimenti.
La fotte, Wesker.
La fotte con il viso rivolto verso la testiera del letto - perché non è quello giusto.
La fotte fino a farle male, perché la sua rabbia diventi d'entrambi.
La fotte e viene - la trattiene contro di sé, tra le sue cosce.

Le regala l'illusione di un erede, dell'immortalità.

Le bacia la schiena, accarezzandole i capelli umidi sulla nuca.

Brava ragazza.

Excella mormora il suo nome e si consegna al mostro senza rimpianti.


"Morto."
"Sì, mio signore." si giustifica una delle guardie.
"Come?"
"Non ne siamo certi, mio signore."
Simmons studia il corpo di Patrick, il colorito pallido, le membra rigide.
"Veleno." mastica Carla, livida "Aconite; non lascia tracce, e paralizza i centri motori dell'individuo."
Simmons si china verso Patrick, l'annusa.
"Potresti avere ragione."
"Ho ragione." sottolinea Carla, sbattendo un piede sul selciato.
Simmons le rivolge un'occhiata d'ammonimento, congeda la guardia.
"Devono averlo saputo in qualche modo."
"Probabile."
"La spia. La Wong. I veleni sono la sua specialità."
"E degli Ashford." puntualizza Simmons, passandosi le dita lungo il mento.
"Adesso cosa facciamo?"
Simmons si siede, incrocia le mani davanti a sé.
"Non possiamo certo richiedere un processo per offesa ai Cinque Dèi e alla pubblica morale."
Carla lo guarda, ansiosa.
Simmons si reclina all'indietro, sospira.
"Vorrà dire che uccideremo il re, mia cara. Con la sua stessa medicina."
Il sorriso di Carla è un taglio crudele nella penombra della stanza.

   
 
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