Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: _Lady Cassiopeia_    05/04/2018    1 recensioni
La vita di Rin era quanto di più simile ci fosse ai fiori di ciliegio: bellissima e fragile, destinata a sfiorire in pochissimo tempo.
Da quando Sesshomaru aveva rischiato di perderla per sempre, quel pensiero non l'abbandonava mai.
Rin sarebbe morta.
Così come, probabilmente più di un secolo prima, era morta Vibeke.
Chissà come stava Daiki, il Grande Sovrano delle Terre dell'Est e quanto di più simile Sesshomaru avesse avuto ad un fratello.
Si può superare la morte della propria compagna umana?
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Rin, Sesshoumaru, Un po' tutti | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Essere amata da un demone è qualcosa di unico, di raro.

La loro vita è costruita sulla loro immortalità, i loro stessi sentimenti lo sono.

Credevo, dalle parole di mio padre, che gli esseri immortali fossero semplicemente creature volute da Satana per far cadere in tentazione noi poveri cristiani.

Credevo fossero vuoti involucri di malvagità.

Avrei dovuto saperlo già allora, che nessuna mia convizione sarebbe stata eterna, ma lo avrei scoperto più tardi.

Sono diversi da noi ningen, questi demoni, questi Yokai, e proprio questa diversità dovrebbe renderli sacri e preziosi ai nostri occhi di ningen.

I loro sentimenti sono stupendi, forti come fiumi in piena e inarrestabili come la primavera che mi scorre nel sangue.

Hanno secoli di vita alle spalle, sanno gestire i propri moti interiori con maestria, ma questo non li rende insensibili.

Un demone quando ama, lo fa per sempre.

E ama con la stessa irruenta passione del primo istante.

Non sono mai stata destinata ad amare un umano, ora lo so, eppure se anche me ne fosse data la possibilità pregherei il Dio in cui non ho mai smesso di credere, affinchè mi permetta di restare qui, tra le braccia dell'unica creatura che mai potrò amare.

-Vibeke-



Erano in volo da diverso tempo, la luna era enorme ed aveva assunto una sfumatura sanguigna che sembrava promettere solo tragedie.

In lontananza il cielo si stava già rischiarando, sulla linea d'orizzonte, ma la luna rimaneva comunque spaventosa.

C'è qualcosa di strano.

Inizialmente aveva avuto qualche brivido, ma Vibeke li aveva collegati semplicemente al calo delle temperature, tant'è che Daiki l'aveva affiancata in volo e l'aveva avvolta nella sua mokomoko.

Eppure la coda del suo sposo non aveva portato alcun giovamento.

Non è freddo.

Possibile sia.. sofferenza?

Era qualcosa che partiva da dentro, dal suo sangue.

Dipendeva forse dalla sua natura?

Sospirò e si strinse maggiormente nella pelliccia.

Aveva sempre più freddo.

Poi, d'un tratto, il respiro le si mozzò in gola mentre i brividi si tramutarono in spasmi di dolore.

La natura sta soffrendo.

Siamo quindi vicini a Naraku.

Non era la prima volta che ne soffriva, accadeva ogni volta.

Era successo già con Magatsuhi quando questi aveva distrutto i suoi ciliegi, ma questa volta il dolore era estremamente duro da sopportare.

Sesshomaru guardò verso di lei e poi puntò lo sguardo verso Daiki che intanto le si era avvicinato e le massaggiava la schiena con carezze circolari.

-Sicura di voler continuare? Potresti tornare a casa.-

Lei scosse il capo verso il demone blu e sorrise. -Non è la prima volta che capita, lo sai. Io e la natura siamo connesse e se soffre lei, soffro anch'io. Probabilmente siamo vicini a Naraku, il suo veleno starà facendo morire la terra. Passerà.-

Poco lontano da loro una montagna esplose e un'enorme nube di malvagità cominciò a fuoriuscire attirando presso di sé centinaia di demoni minori dalle forme più disparate.

-Quella nube oscura è..-

Vibeke venne interotta da Sesshomaru. -Quello è Naraku. Sta sfruttando la Sfera dei quattro spiriti. Maledetto mezzodemone.-

E Rin è li in mezzo?

Vibeke sperava di cuore che la bimba stesse bene, tuttavia l'odore acre che impregnava l'aria le faceva temere il peggio.

Io non posso più morire, ma Rin..

Scesero a terra nella speranza di lasciar formare del tutto la nube e capire se Naraku fosse effettivamente presente lì in mezzo, possibilmente con un corpo da poter fare a pezzi.

La natura, ovviamente, era stata la prima a soffrire di quell'ondata di malvagità uscita dal monte: c'erano uccellini morti, coniglietti ridotti ad ossa, alberi appassiti e nidi colmi di uova senza più nessuno che le avrebbe scaldate.

Morte e desolazione, le uniche cose che il lato ascuro delle anime umane sa produrre.

Vibeke si attivò subito nel cercare di dare un po' di vita a quel luogo inospitale, s'inginocchiò e pianse qualche lacrima per tutte quelle creature che non avrebbe potuto rianimare e sfiorando il terreno e i trochi morti, li fece rigermogliare.

Chissà perchè a noi è concessa più di una possibilità, mentre le anime degli animali finiscono direttamente in paradiso. Neanche Tenseiga potrebbe riportarli in vita.

Quando finì la sua opera, Kin stava brucando l'erba accanto a Daiki e Sesshomaru se ne stava immobile a fissare quella dannata massa di malvagità.

L'ammasso di oscurità cominciò a stabilizzarsi e l'aurea demoniaca che ne uscì e che oscurò completamente il sole appena sorto, non lasciò dubbi ai suoi accompagnatori.

-Finalmente.-

Vibeke, sentendo l'affermazione di Sesshomaru puntò lo sguardo al cielo e vide che vi era un'immensa sagoma nel mezzo.

Per la prima volta il demone bianco guardò sia lei che Daiki e fece segno di seguirlo.

Per la prima volta ci considera parte di una compagnia, suoi pari.

Daiki si assicurò che Kin fosse ben idratato, poi le si avvicinò e l'aiutò a montare in groppa al suo cavallo demoniaco.

-Fai attenzione, te ne prego. Non so cosa potrà accadere, ma nel caso in cui finissimo separati usa la spada di mia madre. Il miasma emesso da Naraku non ti farà nulla, le nostre vite sono collegate. Nonostante questo, te ne prego, usa quella spada.-

Vibeke l'aveva usata solo per sterminare le armate che la sua famiglia le aveva mandato contro, i Wedel-Saach li aveva uccisi personalmente con le sue mani, ma poi non l'aveva più usata.

Quella spada portava distruzione, era capace di colpire chiunque indipendentemente dal mondo da cui proveniva e lei, visto il suo potere , odiava dover uccidere.

Ma ora siamo in guerra, Daiki deve sapere che sarò capace di difendermi. Non può distrarsi e rischiare la vita perchè deve proteggermi.

-Il mio potere non funzionerà, vero?-

Daiki le aveva baciato il dorso di una mano. -No.-

Gli carezzò dolcemente il volto, poi annuì. -Va bene, userò la spada di tua madre. Tu fai attenzione e se anche finissimo separati, pretendo che tu torni da me finito tutto.-

Lui ridacchiò e le baciò nuovamente la mano, questa volta sul palmo.

La leggera traccia di saliva che vi lasciò, la fece arrossire.

Ieri mattina eravano nudi a letto, ora invece stiamo per affrontare il male.

-Kin non lasciarla sola un attimo.-

Il cavallo annuì, spiegò le ali e si alzò in volo raggiungendo Sesshomaru. Daiki comparve immediatamente al loro fianco.

La sagoma che Vibeke non era riuscita ad identificare era nient'altro che un enorme ragno.

Comparvero un paio di demoni insettoforme, ma Sesshomaru le si parò dinnanzi e con un colpo di Bakusaiga spazzò via le loro esistenze.

Non fosse stato per Yuzuki, avrei fatto la stessa fine di quei mostri. Polverizzata. Morta.


-Mio figlio ti ama.-

Vibeke si era voltata verso la proprietaria della voce, si era leggermente inchinata come le era stato insegnato nelle terre da cui provveniva, poi annuì.

Yuzuki, la Regina Madre, le girava attorno con sempre maggiore attenzione. Vibeke aveva l'impressione che la stesse studiando, ancora non aveva capito se la considerasse una preda, una scocciatura o semplicemente qualcosa di assurdo.

-E io amo lui, se vi può tranquillizzare.-

Aveva grandi occhi blu scurissimo: ad un umano sarebbero parsi neri, si mostravano nella loro reale colorazione solo sotto alla luce intensa del sole di mezzogiorno o della luna piena.

-Dovrebbe tranquillizzarmi?-

Vibeke aveva imparato ad apprezzarne la profondità di pensiero, nonostante si sentisse sempre inferiore.

-Non saprei, forse non c'è nulla di rassicurante nei miei sentimenti considerando la differenza nelle nostre nature. Cosa debba pensare una madre mi è sconosciuto, dato che non ne ho mai avuta una.-

La demone sorrise appena e le carezzò delicatamente una guancia.

-Ammettere così chiaramente i propri limiti è segno di grande intelligenza. I ningen che ho conosciuto prima di te, non ne sono mai stati capaci. Alcuni perchè ancora incapaci di parlare, altri perchè troppo pieni di sé.-

-Sono lieta che abbiate questa considerazione di me.-

La Regina sorrise. -E sono lieta che i sentimenti di mio figlio siano ricambiati, noi demoni amiamo per l'eternità. Poco importa se chi scegliamo come compagno viva con noi in eterno o marcisca nel giro di qualche decennio.-

Nevicava fittamente, presto tutte le terre del Giappone avrebbero assunto il colore dell'innocenza.

-Quindi lui continuerà ad amarmi anche quando sarò morta?-

Yuzuki sorrise e annuì, gli occhi brillavano di un dolore che fecero vergognare Vibeke per la sua insensibilità: il Grande Sovrano Akihito era morto da pochissimi giorni, il castello intero era ancora in lutto.

-Mi spiace, non ho pensato prima di parlare. Chiedo venia.-

-Questo è il destino per noi immortali. Tuttavia conservo nel mio cuore ricordi così felici da riuscire a mitigare la sofferenza.-

Vibeke la guardò, chiedendosi quanti anni avesse.

Aveva un'aura potentissima e nonostante dimostrasse neanche una decina d'anni più di lei, l'occidentale era certa di avere davanti a sé una delle creature più antiche esistenti.

-Quanti anni avete?-

-Anni? Usi una misura troppo umana, giovane Vibeke. Sono nata quando ancora gli uomini non conoscevano parola ed erano completamente in balia della natura; incapaci quasi di camminare eretti e di coltivare un terreno. Al contrario di mio marito, io sono una dea, lo sai.-

Vibeke annuì.

La madre di Daiki era la Signora del Tempo, protettrice dell'ordine naturale delle cose. Il suo compito era controllare che tutto andasse come doveva. Conosceva il presente ed il passato, al momento opportuno le veniva reso noto anche il futuro.

Più volte aveva chiesto come funzionasse la visione dell'avvenire, la dea le aveva semplicemente risposto che era il futuro stesso a decidere quando palesarsi. Lei era un mezzo, una servitrice del tempo.

Vibeke aveva avuto poi modo di conoscerla meglio.

Erano pochissime le divinità che avevano mantenuto la propria forma corporea, la maggior parte aveva preferito abbandonarla e tornare a fondersi all'energia che avevano servito quando gli umani s'erano inventati nuove divinità. Lei era rimasta solo per la sua famiglia.

Non aveva avuto una madre e un padre, era nata da un giorno all'altro.

L'amore l'aveva imparato nel preciso istante in cui aveva messo gli occhi su Akihito, Principe ereditario dell'Est: la passione, il piacere, la voglia di condividere qualunque attimo di vita con qualcuno erano arrivati solo con lui.

-Sai, la famiglia di Akihito era contrario all'unione.-

-Cosa? Ma Voi siete una dea! Il prestigio che avete portato alla casata doveva essere immenso.-

La creatura più antica rise, di cuore. -Erano tempi diversi, allora. Si praticava l'incesto. Si puntava alla purezza della casata, della razza. Mia cognata si era innamorata di un principe, Demone Maggiore del Clan dei Cani dell'Ovest, lo ricordo come fosse ieri. Si amavano davvero. Non avrebbe dovuto esserci nulla di scandaloso, non credi? Eppure i due sovrani decisero di uccidere rispettivamente i propri figli. Akihito potè sposarmi, Inu No Taisho fu immediatamente obbligato a sposare una Demone del suo Clan in modo che i festeggiamenti oscurassero il dolore del clan stesso per la perdita del figlio minore del Re. Nessuno seppe mai che erano stati i sovrani stessi a macchiarsi di un simile reato, Akihito e Inu No Taisho strinsero un'alleanza in modo tale che nulla del genere potesse succedere nuovamente. -

-Per questo Daiki e Sesshomaru sono cresciuti assieme?-

La dea annuì. -Si, fortunatamente sono coetanei. Si sono piaciuti immediatamente. Faranno entrambi grandissime cose.-

Vibeke non seppe più cosa dire, sapeva che Daiki era nato per essere un re, tuttavia non sapeva cosa ne sarebbe stato di lei.

-Tutto questo per dirti, Vibeke, che nonostante mio suocero probabilmente sarebbe inorridito, io e Akihito abbiamo avuto la possibilità di parlare del futuro del casato. La purezza di sangue ha causato molte morti e ha portato all'estinzione di moltissimi clan millenari. Amiamo entrambi Daiki tanto da volerlo felice, indipendemente dalla natura di chi gli sta accanto. Hai la mia approvazione.-

Vibeke l'aveva abbracciata, la fitta di dolore alla schiena fu atuttito dalla felicità del momento.

-Ho solo una richiesta: sposatevi entro tre giorni. Io e te abbiamo un lungo percorso da fare.-

Stava ancora singhiozzando tra le sue braccia quando aveva annuito accettando la sua richiesta.

Non si era posta alcuna domanda relativamente all'ultima affermazione.

Successivamente, inginocchiata dinnanzi alla sua tomba, Vibeke capì perchè la dea avesse fatto quella richiesta assurda di velocizzare le nozze senza più piangere per la morte del marito.

Il futuro le si era rilevato: sapeva che sarebbe morta presto.

Avrebbe presto passato l'eternità con Akihito.

Aveva poco tempo a disposizione per preparare mentalmente la nuora al cambiamento di natura che non avrebbe mai potuto vedere coi suoi occhi.



-Bella spada Sesshomaru, con un colpo di questa potresti tranquillamente distruggere Naraku.-

Vibeke non l'aveva mai visto prima, quel demone, ma da come sembrava a suo agio in quel luogo comprese che lavorava per Naraku.

-Byakuya dell'illusione.-

Sentendosi chiamato per nome, il nuovo arrivato s'inchinò. -Ti ringrazio per le presentazioni, Sesshomaru. Re Daiki, noi ci conosciamo già. Regina Vibeke, quel che si dice di Voi non Vi rende giustizia, siete sicuramente la ningen più affascinante che io abbia mai visto.-

Se Sesshomaru aveva già la spada in mano, Daiki sguainò la propria nel sentire i complimenti rivolti a lei.

-Oh, io al vostro posto metterei via le armi. A meno che non vogliate far male alla povera bambina umana che si trova nel nuovo corpo di Naraku.-

Rin!

Comparvero all'improvviso il fratello mezzodemone di Sesshomaru con la sacerdotessa umana, la sterminatrice di demoni e il monaco.

Quasi avesse percepito che tutti i suoi avversari erano presenti, il ragno spalancò volontariamente le proprie fauci invitando tutti ad entrare.

Sesshomaru guardò lei e Daiki, confrontandoli silenziosamente sul da farsi; Vibeke carezzò delicamente il collo di Kin e questi partì in direzione dell'ingresso.

Al suo fianco, uno a destra e l'altro a sinistra, i due Inu yokai più potenti del Giappone.


-


Incredibile quanto scompiglio potesse portare un mezzodemone.

Daiki non riusciva a crederci.

Un demone maggiore non farebbe mai nulla del genere.

L'interno del ragno era osceno, oscuro e pieno di ragnatele.

Al suo fianco Vibeke fingeva disinteresse, ma il disgusto che stava provando era lampante come il sole di mezzogiorno.

Sesshomaru aveva la mente focalizzata semplicemente sul ritrovare Rin.

Sei un richiamo naturale per i nemici, piccola Rin. L'unica debolezza del glaciale Sesshomaru.

All' improvviso le pareti intorno a loro cominciarono a stringersi, poi comparvero protuberanze da ogni angolo.

I due demoni si ritrovarono costretti ad utilizzare i propri artigli, ma più carne strappavano più le protuberanze si diramavano.

Nessuno toccherà Vibeke. Non lo permetterò.

Combattè con più foga e Sesshomaru, accortosi del tentativo di Naraku di dividerli, gli fu velocemente accanto.

Il bastardo vuole allontanarci dalla mia Vibeke.

Kin tuttavia pareva tranquillo, evitava qualunque colpo e se necessario staccava a morsi qualunque cosa provasse a toccare la sua padrona.

Fiducia e rispetto. Non ho mai visto un rapporto simile tra due creature così belle.

D'un tratto tutto divenne luce e calore, pace.

Daiki ne fu inizialmente spaventato, quel genere di potere avrebbe potuto portarlo alla morte in pochissimi istanti, fortunatamente essa colpì solo l'avversario: ogni protuberanza si sciolse e scomparve mentre le pareti tornavano ad allargarsi, cercando di allontanarsi il più possibile da tutta quella purezza.

Nè lui, né Sesshomaru riuscirono a nascondere il proprio stupore dinnanzi quell'ondata purificatrice emanata da Kin, il magico cavallo dorato di Vibeke.

Vibeke sorrise e abbracciò il cavallo.

-Non avresti dovuto usare così la tua energia, sarai esausto! Dover poi regolarti per non ferire i nostri amici deve averti prosciugato le forze. Grazie Kin, sei stato stupendo.-

Se avesse voluto avrebbe potuto purificarci entrambi, incredibile.

Si rilassarono tutti fin troppo velocemente, Daiki si sarebbe poi dato dello stupido per questo ma quando comparve una nuova protuberanza a strappare Vibeke dalla loro compagnia, nessuno riuscì a reagire in tempo. Neppure Kin.

Daiki tirò un pugno alla nuova parete formatasi dove prima vi era stata sua moglie.

Non è possibile. Vibeke!

-Sa badare a sé stessa.-

Lui si voltò verso Sesshomaru e annuì. -Ne sono perfettamente consapevole, ciò non significa che non preferirei averla avuta sotto la mia protezione per tutto il tempo dello scontro.-

Il demone bianco annuì, stranamente comprensivo.

Per quanto Vibeke sia immortale, potrebbe comunque restare ferita. Lo capisci anche tu, ora, cosa significa avere qualcosa da proteggere, Sesshomaru?

-Trovala.-

Daiki sgranò gli occhi, il Sesshomaru di un tempo gli avrebbe detto di smetterla con i piagnistei e di tornare a combattere.

-Vuoi che ci dividiamo?-

L'altro annuì. -Trova Vibeke. Io cerco Rin.-

Non possiamo dividerci. Qui tutto è irreale e manovrabile, dobbiamo restare insieme.

Il demone dell'Est sospirò e scosse il capo negativamente. -L'hai detto tu stesso, Vibeke sa proteggersi. Dividerci ci farà solo perdere tempo. Troveremo Rin e Vibeke, e lo faremo insieme. Non ho intenzione di girare intorno a vuoto per far felice un mezzodemone.-

L'amico annuì, poi arrivò alle loro narici l'odore di sangue umano.

La sacerdotessa che si accompagna ad Inuyasha?

Presero il volo immediatamente, quell'odore era l'unica cosa familiare che avevano a disposizione, tanto valeva seguirlo e trovare anche Inuyasha.

Restare fermi non li avrebbe aiutati, girare a vuoto anche meno.

-Tuo fratello non è con lei.-

Sesshomaru lo fissò con sufficienza. -Non l'ho mai considerato mio fratello. E no, non è con lei.-

La trovarono velocemente, senza alcun attacco da parte del nemico.

Giaceva a terra, senza sensi e con la camicetta intrisa di sangue.

Era stata ferita da artigli di demone, l'odore che ne fuoriusciva indicava che essi appartenevano ad un demone cane.

-Un altro demone completo?-

Sesshomaru scosse il capo. -Inuyasha. È solo un mezzodemone, probabilmente è stato inghiottito dall'oscurità. Quando perde la lucidità diventa una sorta di demone completo.-

-Stai dicendo che la sua parte umana si addormenta?-

-Direi che viene incatenata dal demone che è in lui. Ha l'anima di un umano ma l'istinto di un demone, quando si sente minacciato l'istinto di sopravvivenza prende il sopravvento.-

Daiki annuì. -Ma il suo istinto non riesce a riconoscere gli amici dai nemici, che tristezza.-

Il demone bianco lo guardò incuriosito. -Per noi gli umani sono prede. Fosse stato figlio di un demone minore, probabilmente non avrebbe mai perso la lucidità.-

Ma considerando che il padre è uno dei più forti demoni mai esistiti e che la nostra natura considera gli umani come prede, non c'è nulla di strano nel suo comportamento. Tuttavia, mi sembra che perdere sé stessi e attentare alla vita di chi si ama sia una punizione ben peggiore dell'essere esiliati da entrambe le razze di appartenenza.

-Se non fosse stato chi è, non avrebbe mai compiuto molte delle grandi cose che ha fatto. Si parla molto di entrambi, in società. Tuo padre ne sarebbe orgoglioso, di entrambi intendo.-

-Tsk.-

Inu no Taisho mi è sempre piaciuto.



Daiki s'aggirava spesso per le Terre dell'Ovest, a volte con la scusa di vedere Sesshomaru, altre semplicemente perchè lì i tramonti erano migliori.

Sesshomaru era sparito da un paio di mesi per allenarsi presso qualche monte, sotto la guida di qualche demone indegno di essere definito civile.

Conosceva l'amico a sufficienza da sapere che non sarebbe tornato sui suoi passi neanche se suo padre fosse stato in punto di morte, eppure non riusciva a comprendere appieno la sua posizione.

Sapeva che il sovrano aveva una concubina ningen e alle ultime feste si chiacchierava che questa fosse addirittura incinta, ma non riusciva a capire come questo potesse addirittura portare Sesshomaru a smettere gli allenamenti con il padre, ad eliminarlo completamente dalla sua vita.

Capiva la rabbia, l'umiliazione anche.

Ma suo padre restava uno dei pochi demoni da cui l'amico avrebbe potuto imparare qualcosa.

Venne distratto dai suoi pensieri dalla percezione di un'aurea fortissima, Daiki sorrise appena chinando il capo.

Il Sovrano delle Terre dell'Ovest si fece avanti sorridendo e lo abbracciò con fare paterno. -Daiki, come stai?-

-Molto bene, signore. Vi ringrazio.-

Il vento soffiò all'improvviso, portando con sé l'odore di pioggia che presto sarebbe caduta e di ningen.

Non una ningen a caso, ma una principessa a sentire il profumo di olii e pulizia.

-Non serve che la nascondiate, dico sul serio.-

Inu no Taisho lo guardò con orgoglio e allungò una mano in direzione di un albero poco lontano.

Dovette attendere qualche secondo, poi la donna umana si fece avanti raffinata ma affaticata.

Incinta.

Per un solo istante, Daiki riuscì a vederla con gli occhi del grande demone che gli stava dinnanzi e la trovò bellissima.

Aveva lunghissimi capelli d'ebano e gli occhi orientali erano enormi e brillanti, felici.

Era giovane, molto a sentirne l'odore.

Sarebbero riusciti a vivere una vita serena? Sarebbe riuscita a morire naturalmente o qualcuno avrebbe presto attentato alla sua vita?

Come sarebbe cresciuto quel cucciolo mezzosangue? Avrebbe trovato la felicità?

Invidiò e compatì la coppia.

-Ti presento Izayoi. Izayoi, incontra Daiki. Migliore amico di mio figlio Sesshomaru nonché mio pupillo.-


Tornò a puntare lo sguardo sulla ragazzina umana che ancora restava priva di sensi e sospirò.

Ovunque tu sia, Vibeke, usa la spada di mia madre.

Era ovviamente preoccupato, ma era un demone maggiore e questo comportava il poter gestire più sentimenti in contemporanea.

Rabbia, dolore, preoccupazione.

Naraku non era particolarmente interessato ai poteri di sua moglie, al massimo era affascinato dalla sua figura e questo giocava a loro favore.

Non tenterà di ucciderla.

Si sarebbe concentrato su Inuyasha e Sesshomaru probabilmente.

Vibeke sarebbe rimasta a girovagare a vuoto.

O almeno lo spero con tutto il cuore.

Quando la Sacerdotessa finalmente aprì gli occhi, si stupì nel trovarli al suo fianco ma confermò i sospetti di Sesshomaru.

E così Inuyasha ha davvero perso sé stesso.


-


Rin!

Sesshomaru e Daiki, con al seguito anche la sacerdotessa ningen, arrivarono finalmente dinnanzi la giovane Rin nel preciso istante in cui la spada di Vibeke si scontrò con gli artigli di Inuyasha.

Il demone bianco ossservò la sua protetta e ringraziò chiunque l'avesse protetta, pareva spaventata ma non aveva alcuna ferita.

Il fato deve essere dalla mia parte.

Ringraziò il cielo che anche Vibeke fosse illesa e puntò lo sguardo verso l'amico, vedendolo finalmente sereno.

La bimba sorrise lieta. -Signor Sesshomaru, finalmente!-

Aumentò la velocità di volo per poterla raggiungere, conscio che non sarebbe mai stato del tutto tranquillo finchè non l'avesse avuta vicina abbastanza da poterla proteggere.

C'è qualcosa di strano in Inuyasha.

C'era uno strano odore nel mezzodemone, oltre a quello tipicamente demoniaco.

Non ci credo, ancora lui. Magatsuhi.

Rin corse immediatamente in sua direzione, ma fece solo un paio di passi prima che le carni su cui poggiava si aprissero risucchiandola.

Se ti accadesse qualcosa, stavolta, non tornerei neppure io dal mondo degli inferi.

Aumentò ancor di più la velocità di volo lasciandosi alla spalle anche Daiki.

Vibeke accortasi di cosa stava accadendo fu colpita da un fendente di Inuyasha e cadde a terra mentre il mezzodemone si frappose tra la bambina e Sesshomaru.

Non vuoi che la salvo. Potrei ucciderti, anche se non sei in te.

Daiki ringhiò e sopraffatto dalla rabbia lo raggiunse, Inuyasha tuttavia riuscì a rallentarli entrambi.

Il demone bianco ringhiò a sua volta, ormai Rin era stata risucchiata fino al busto, un altro paio di secondi e non avrebbe potuto salvarla.

Fu Vibeke la prima a raggiungere la bambina, sfruttando il fatto che Inuyasha avesse cambiato avversari; prese la mano della più piccola tra le sue e cominciò a spingere verso di sé, ma fu vano.

Quella ferita procuratati da Inuyasha sanguina troppo.

Entrambe le umane finirono risucchiate dal corpo di Naraku, l'unica consolazione dei due Demoni Maggiori fu che erano insieme.

-Ora che Naraku finalmente ha tolto le scocciature dal campo di battaglia, perchè non vi concentrate su di me, Grandi Demoni Cane?-

Inuyasha sfoderò finalmente Tessaiga, a lui e a Daiki non rimase altro da fare che assecondare la volontà di Magatsuhi nella speranza di poterlo finalmente eliminare del tutto.

Hai scelto il corpo sbagliato da possedere, presto ne pagherai le conseguenze.












Note!

Buongiorno a tutti, come state?

Ecco qui un nuovo capitolo, parte 1 di 2 o 3 (ancora precisamente non so).

Ero partita con l'idea di non scrivere troppi capitoli, ma la storia continua ad allungarsi.

Numero effettivo di capitoli? Sinceramente non lo so più!

Non dovrebbero più esserci problemi per la lettura dei capitoli, ho sistemato anche il primo ed il secondo.

Grazie a tutti quelli che leggono, commentano e seguono questa storia.

Vi devo il mondo, letteralmente!


_Lady Cassiopeia_


  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: _Lady Cassiopeia_