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Autore: MissGolightly    13/04/2018    1 recensioni
Dieci anni dopo la battaglia di Hogwarts, Hermione Granger è andata avanti con la sua vita.
Vive a New York, ha un fidanzato e un ottimo lavoro. Nulla potrebbe sconvolgere il suo equilibrio.
Ma cosa succederebbe se improvvisamente la sua vita si scontrasse con quella di Draco Malfoy?
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo Otto
 
 
 
Da quando si era trasferita negli Stati Uniti, Hermione cercava di tornare a Londra almeno due volte l'anno.
Lei e Ron andavano a trovare Harry e Ginny e poi passavano qualche giorno alla Tana. Il programma era sempre lo stesso.
In effetti, dopo tanti anni, a Hermione non sarebbe dispiaciuto tornare in Inghilterra per fare qualcosa di diverso. Di certo, non avrebbe mai pensato che quel qualcosa di diverso sarebbe stato difendere il padre della ex ragazza di Draco Malfoy e pernottare a Malfoy Manor.
L'ultima volta che era stata lì, Bellatrix Lestrange l'aveva torturata e dopo anni ne portava ancora i segni.
Senza rendersene conto, si toccò distrattamente il braccio nel punto in cui dieci anni prima Bellatrix le aveva inciso la parola Mudblood.
"Sei sicura di voler stare qui? Posso prenotarti una camera in qualsiasi albergo tu voglia" disse Draco notando il gesto di Hermione.
Si erano appena materializzati nel giardino del Manor e Hermione continuava a fissare l'edificio davanti a loro.
"Sto bene" disse lei, continuando a toccarsi il braccio.
"So che ti sto chiedendo molto..."
"Ero libera di rifiutare, ma non l'ho fatto. Quindi smettila di farti problemi."
Draco annuì e la guidò lungo il vialetto.
Entrati in casa, Hermione non poté fare a meno di notare che sembrava molto meno cupa dell'ultima volta che era stata lì.
Le pareti erano state dipinte con un giallo tenue e il vaso di fiori sul mobile dell'ingresso dava colore alla stanza.
"Padroncino Draco, che gioia rivederla!"
Hermione si voltò verso la voce vedendo un piccolo elfo domestico camminare verso di loro.
"Buongiorno, Felix. Anche per me è un piacere" disse Draco sorridendo. Poi indicò Hermione e aggiunse: "Lei è Hermione Granger. Sarà nostra ospite nei prossimi giorni."
L'elfo fece un profondo inchino. "Felix è lieto di conoscerla. Ogni elfo domestico sarebbe lieto di conoscere Hermione Granger."
"Grazie, Felix. È un piacere anche per me" rispose Hermione imbarazzata.
"Felix, potresti portare i bagagli nelle nostre stanze? E, già che ci sei, avverti mia madre del nostro arrivo" disse Draco.
L'elfo sollevò le valigie in aria con uno schiocco di dita e sparì lungo il corridoio di fronte a loro.
"Dovrei commentare la presenza di un elfo in casa tua, o preferisci che stia zitta?" disse Hermione incrociando le braccia sotto il seno e osservando Malfoy con sguardo critico.
"Granger, rilassati. Felix è felice di stare qui. Mia madre lo tratta bene e lui le tiene compagnia, è una situazione vantaggiosa per tutti."
Hermione cercò di replicare, ma Draco non la stava ascoltando. Il suo sguardo era fisso sulla donna che stava camminando verso di loro: Narcissa Malfoy.
Nonostante fossero passato dieci anni dall'ultima volta che l'aveva vista, Hermione notò che Narcissa non era invecchiata di un giorno. Aveva conservato la sua bellezza e il suo portamento regale che l'avevano sempre contraddistinta.
"Draco, finalmente sei arrivato" disse lei raggiungendoli.
Draco si sporse verso di lei baciandole una guancia. "Buongiorno, madre."
Hermione rimase in disparte osservando la scena.
"Signorina Granger" disse poco dopo Narcissa, scostandosi dal figlio.
"Signora Malfoy. Spero di non essere di troppo" disse Hermione imbarazzata.
Draco le aveva assicurato fin da subito che sarebbe potuta rimanere al Manor senza problemi, ma Hermione aveva la netta sensazione che lui in realtà non avesse chiesto a sua madre se le stava bene.
Negli anni, Draco era cambiato. Ma ciò non voleva dire a sua madre facesse piacere avere una Sangue Sporco in casa.
"Assolutamente no. Draco mi ha avvertita che lo avresti accompagnato e sono stata felice di farti preparare la stanza degli ospiti. Anzi, era ora che invitasse qualcuno dei suoi amici! Iniziavo a chiedermi se tutte le cose che mi scriveva nelle lettere fossero bugie!"
"Madre..." provò a dire Draco, ma ormai Narcissa aveva preso Hermione sotto braccio e la stava guidando lungo il corridoio.
 
 
 
"Draco, come sta Blaise?"
Draco sollevò lo sguardo verso sua madre. "Bene, credo. Perché me lo chiedi?"
Narcissa continuò a sfogliare distrattamente il suo libro e disse: "Ero solo curiosa. Parli spesso di Blaise, ma non lo inviti mai qui durante le vacanze. Sarebbe carino se ogni tanto invitassi tuoi amici."
"Theodore viene qui continuamente" replicò Draco.
"Theodore viene qui perché suo padre e tuo padre parlano di affari."
"Sì, affari..." bisbigliò Draco.
La verità era che Draco sapeva benissimo per quale motivo suo padre e Nott si incontravano spesso. E gli affari non c'entravano.
Era un po' triste che a dodici anni non facesse altro che pensare che non voleva coinvolgere i suoi amici negli sporchi affari dei Mangiamorte. Anzi, a dirla tutta era triste che un ragazzino di dodici anni sapesse cos'è un Mangiamorte, ma Draco lo aveva sempre saputo.
Suo padre non aveva mai nascosto la sua fedeltà a Voldemort, nemmeno quando Draco era solo un bambino.
"Draco, tuo padre inizia a chiedersi perché tu non abbia amici" disse Narcissa, lasciando perdere il libro.
"Ce li ho gli amici!"
"Ma noi non li abbiamo mai visti! Conosciamo le famiglie, ma non è la stessa cosa."
"È difficile invitare a casa i tuoi amici quando tuo padre non fa nulla per nascondere il suo secondo lavoro. O forse è il primo. Non lo so più, ormai."
"Draco, tuo padre ha fatto tutto ciò che era in suo potere per garantirci il meglio. E sai anche tu che il ritorno del Signore Oscuro ci porterà enormi benefici" disse Narcissa con un lieve sorriso. Poi, dopo aver riaperto il libro, aggiunse: "Manda un gufo a Blaise e invitalo da noi per il weekend."
Draco annuì. Sapeva che con i suoi genitori era meglio non discutere.
 
 
 
Hermione si sedette sul letto e si sfilò le scarpe.
Il viaggio l'aveva stancata più di quanto pensasse e tutta la tensione che aveva accumulato prima di incontrare la signora Malfoy era svanita lasciandole un fortissimo mal di testa.
L'orologio a pendolo nell'angolo accanto alla porta segnava le 6 del pomeriggio, quindi aveva poco più di un'ora per rendersi presentabile.
Narcissa le aveva detto di aver invitato a cena Hazel Lodge, in modo che potesse parlare con Draco e Hermione del caso di suo padre.
Avrebbe preferito di gran lunga dormire fino al giorno successivo che avere un faccia a faccia con la ex di Malfoy!
Dopo una breve doccia, Hermione aprì la valigia e prese un semplice tubino nero, abbastanza elegante ma sobrio. Non voleva dare nell'occhio ma nemmeno sembrare scialba.
Uscì dalla camera nello stesso momento in cui Draco usciva dalla sua, due porte più avanti.
Lui la fissò per un po', quasi facendola sentire a disagio, poi disse: "Stai molto bene."
"Grazie. Ehm, mi accompagneresti in sala da pranzo? Non ho idea di dove sia" disse Hermione imbarazzata.
"Certo. Seguimi."
Hermione lo guardò sorriderle e si chiese come mai a scuola non avesse mai notato quanto fosse bello. Probabilmente, perché a scuola era uno stronzo e questo tendeva a offuscare il suo aspetto.
Quando entrarono in sala da pranzo, Hazel era già lì e immediatamente Hermione capì perché Draco si era innamorato di lei.
Capelli castani, occhi verdi, lineamenti dolci. Era bellissima, Hermione dovette riconoscerlo.
"Oh, eccovi finalmente!" esclamò Narcissa vedendoli entrare in sala.
Hazel si voltò verso di loro, il suo sguardo completamente rivolto a Draco.
"Ciao, Hazel" disse lui.
Lei accennò un sorriso, poi si voltò verso Hermione. "Tu devi essere l'amica di Draco che difenderà mio padre."
"Già. Hermione Granger, piacere" disse allungando la mano destra verso Hazel.
"Hermione Granger? Quella Hermione Granger? L'eroina del mondo magico?" chiese Hazel stupita.
"Ovviamente. Ammesso che tu non conosca altre donne con questo nome" intervenne Draco.
Hazel lo guardò infastidita dal suo sarcasmo e andò a sedersi accanto a Narcissa, che si era accomodata all'inizio del tavolo.
Al termine della cena, Narcissa salutò i ragazzi e li lasciò soli. Hazel aveva portato tutti i documenti necessari a provare l'innocenza di suo padre e, dopo averli esaminati per ben due volte, Hermione era a dir poco perplessa.
"Io non capisco. Hai presentato questi documenti ad Azkaban?" chiese Hermione.
"Ci ho provato. Non mi hanno nemmeno ricevuta quando ho detto che ero lì per Charles Lodge."
Draco gettò un'occhiata ai fogli che teneva in mano Hermione. "Pensi quello che penso io?"
"Credo di sì."
"Ehm, scusate! Io non sono brava a leggere nel pensiero" disse Hazel attirando l'attenzione su di sé.
"Tuo padre ha molte proprietà in tutto il modo, il che farebbe pensare che nel corso degli anni qualcosa potrebbe essergli sfuggito. Ecco perché ero dubbiosa su come si sarebbe concluso questo caso" disse Hermione.
"Eri convinta che fosse colpevole" concluse Hazel.
"Sì, è vero. Ma questi documenti dimostrano che tuo padre è sempre stato un cittadino modello. Azkaban avrebbe dovuto rilasciare tuo padre immediatamente, se solo avessero esaminato questa roba!"
"Ma se è innocente, perché l'hanno arrestato?"
Draco e Hermione si scambiarono uno sguardo, poi Draco sputò fuori la verità: "Qualcuno lo sta incastrando."
 
 
Un paio d'ore dopo, Hazel era tornata a casa e Hermione stava ancora sfogliando i documenti relativi al caso per capire come tirare fuori Charles Lodge da quel casino.
Dopo l'ennesimo sospiro Draco, seduto accanto a lei sul divano, le disse: "Che ti prende?"
"Ho un'idea, ma implicherebbe usare il mio nome per avere dei benefici e non mi piace."
"Dai, spara."
"Charles Lodge è americano e quindi dovrebbe essere giudicato da un tribunale statunitense, giusto?"
"Sì, ma è stato arrestato in Scozia quindi..."
"Quindi dobbiamo chiedere un trasferimento."
"E tu pensi che lo concederanno?" chiese Draco.
"Normalmente no. Ma se fosse Hermione Granger a chiederlo..."
Draco sorrise. "Usare il proprio nome per raggiungere uno scopo è molto Serpeverde."
"Non osare!" disse Hermione puntandogli il dito contro.
Draco si mise a ridere e Hermione lo seguì a ruota.
Era bello ridere con qualcuno senza pensare a che disastro è diventata la sua vita.
Dal matrimonio, tutti avevano iniziato a trattarla con i guanti di velluto, come se potesse rompersi da un momento all'altro. Stare con Draco, seduta su quel divano a scherzare, era liberatorio.
Hermione stiracchiò le braccia, scoprendo involontariamente il braccio.
Draco si immobilizzò vedendo la scritta Mudblood sparire sotto la manica del tubino.
"Mi dispiace" disse continuando a fissarle il braccio.
"Per cosa?"
"Per quello che ti ha fatto mia zia. Forse avrei potuto impedirlo."
"No. Avrebbe fatto del male anche a te, lo sai" disse Hermione rimettendo a posto la manica del vestito.
"Come fai a conviverci? Con la cicatrice, intendo."
Hermione si passò una mano sul braccio. "Non è stato semplice all'inizio. Ma poi ho iniziato a ripetermi che non era colpa mia."
"Già, credo sia più semplice se sai di non avere colpe" disse Draco toccandosi il braccio, nel punto in cui una volta c'era il Marchio Nero.
Hermione lo osservò per un attimo. "Hai... Hai ancora il Marchio?"
Draco scosse la testa e sollevò la manica della camicia scoprendo il braccio. "L'ho rimosso con un incantesimo."
Hermione guardò la profonda cicatrice sul braccio di Draco e, prima di rendersene conto, le sue dita stavano tracciando il contorno di quello che una volta era il Marchio Nero.
Draco trattenne il respiro sentendo le dita di Hermione sulla sua pelle.
"È stato doloroso?" chiese lei.
"Farmi fare il Marchio o rimuoverlo?"
"Entrambe le cose."
"Rimuoverlo è stato più doloroso che farlo. Ma non potevo sopportare una vita intera con il Marchio addosso. Anche se non avevo considerato che anche senza tatuaggio, il mio braccio non sia un bel vedere."
Hermione sorrise per la battuta, continuando a scorrere le dita sulla cicatrice. "Il braccio magari no, ma compensi con il resto."
Draco aggrottò le sopracciglia. Non poteva credere che Hermione stesse flirtando con lui!
Senza riflettere, posò la sua mano su quella di Hermione e intrecciò le dita con le sue.
Lei sollevò lo sguardo verso di lui, trovando le sue labbra più vicine di quanto immaginasse.
Ed eccola di nuovo, come qualche settimana prima, quella voglia di avvicinarsi e di posare le labbra sulle sue.
E, proprio come qualche settimana prima, qualcosa era pronto a interrompere il loro momento.
Nello specifico, il qualcosa in questione si rivelò essere Narcissa Malfoy accompagnata da Felix, il quale teneva in mano un vassoio con tè e biscotti.
"Avete lavorato tutta la sera. Ho pensato che una pausa vi avrebbe fatto bene" disse entrando in salotto.
"Grazie, madre" disse Draco, mentre Hermione si allontanava da lui.
Draco si strofinò la mano sui pantaloni, cercando di ignorare quanto fosse orribile la sensazione di vuoto che aveva provato non sentendo più le dita di Hermione tra le sue. E soprattutto, cercando di ignorare l'istinto omicida nei confronti di sua madre!
 
 
 
 
 
 
Author’s Corner:
Ecco il capitolo che segna l’inizio della seconda parte della storia.
Hermione e Draco sono tornati a Londra per aiutare una vecchia conoscenza dei Malfoy.
Hermione ha fatto la conoscenza di Hazel. Per ora (e specifico per ora!) l’ex ragazza di Draco non sembra essere un problema, ma chissà…
Abbiamo anche avuto uno stralcio di infanzia di Draco. Onestamente, non ricordo se e quanto la famiglia di Blaise fosse coinvolta con i Mangiamorte, ma nella mia storia la famiglia Zabini (così come la famiglia Greengrass, vedrete nei prossimi capitoli) si è tenuta il più possibile al di fuori delle questioni di Voldemort.
Il fatto è che in quasi tutte le storie che ho letto, Blaise e Daphne si rivelavano sempre dei buoni amici e ottimi personaggi e mi sono abituata a immaginarli così.
Hermione e Draco, intanto, hanno avuto un altro dei loro momenti e sono stati di nuovo interrotti. Ce la faranno, prima o poi?
Al prossimo capitolo!
   
 
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