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Autore: Ashcasak_2k2    15/04/2018    1 recensioni
Un tempo nel caos iniziale si distinguevano quattro forze misteriose, quattro energie inesauribili, quattro elementi potenti:
Fuoco, Aria, Acqua e Terra.
Indipendenti da altro, ma legati tra loro, i quattro elementi giunsero dopo numerosi tentativi ad un equilibrio armonico che per millenni è rimasto inalterato grazie ai Custodi. Oggi quest'equilibrio sembra più che mai destinato ad infrangersi come un fragile castello di carte in presenza di un lieve sbuffo di vento... Ma come in ogni altro secolo ci sono quattro Custodi che sono stati preparati a proteggerlo con l'ausilio della natura stessa che si affida a loro.
Heric, Aaron, Meredith e Daisy.
Loro sono i Quattro.
~DAL CAPITOLO 3
"Credi forse che qualcuno di noi abbia scelto di essere qui a giocare a fare gli stregoni creando palle di fuoco, turbini di vento, onde e terremoti?! Credi forse che qualcuno di noi abbia avuto scelta o anche solo voce in capitolo in tutto questo?!"
Le urlò contro quelle parole mentre senza che se ne rendesse conto dalle sue mani iniziavano a prender forma delle scintille...
È LA MIA PRIMA STORIA SIATE CLEMENTI!!!
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FACIT INDIGNATIO VERSUM  ~ Lo sdegno ispira i versi


DAL CAPITOLO PRECEDENTE 
Fuoco e Aria hanno dimostrato di avere il Dono. Sono gli eletti. Domani entreranno nel tempio e con loro chiunque delle due il cui Dono si sarà rivelato."  
"E se ci volesse più tempo? Non puoi dividere i Custodi, sarebbero vulnerabili!" si animò Alexander.
"Posso e lo farò. Così è stato detto anni or sono dagli antichi e né io né tu possiamo cambiare il Codex codicis"



"Cosa? Anche tu ora?" Meredith era esterrefatta. Non solo il suo dono non si era ancora rivelato, ma la cosa che la infastidiva maggiormente era essere l'unica a non avercela fatta. Tutti, perfino Daisy, ci erano riusciti e lei niente... Lei che ci stava mettendo anima e corpo e soprattutto una concentrazione disumana, lei che ci aveva perso il sonno a furia di provarci durante la notte.                                                                     
"Saputella manchi solo tu all'appello ora" Heric non lo disse per ferirla ma solo per battibeccare come sempre perché si divertiva a stuzzicarla.                                          
"Tranquilla, non dargli retta, tempo al tempo e tutto andrà per il meglio" Daisy ed il suo snervante ottimismo in ogni dannata circostanza la innervosivano, non voleva essere compatita. Lei sapeva di valere di più di quelle zucche vuote e il fatto di essersi fatta battere in qualcosa le bruciava la carne come un marchio di ferro incandescente impresso sulla pelle. 
"Mi duole contraddirti Terra, il tempo fugge e la tua amica è in netto ritardo. Voi tre seguitemi"     
"Alexander"                                                                                                                                
"Ciao Acqua! Sono venuto a portare i guardiani al tempio e purtroppo non posso attendere oltre... Non appena anche il tuo dono si rivelerà verrò a prenderti, ma per il momento dovrai continuare a stare nel labirinto" mentre lo disse assunse un tono dispiaciuto come se dire quelle parole gli provocasse un certo senso di colpa, in fondo lui conosceva quella ragazza, quando aveva finto di rapirla ci aveva passato il pomeriggio insieme trovandola matura ed intelligente per la sua età. Purtroppo però il Codex era inappellabile e non c'era altra scelta... 
"Assolutamente no" fu il commento fulmineo di Heric che perse il sorriso repentinamente.                                                                           
"Ma non possiamo lasciarla sola" tentò moderata Daisy.                                                            
"E tu chi saresti per darci degli ordini"
Sbuffò invece contrariato Aaron che trovava snervante la situazione e non capiva il ruolo di quel tizio in tutto quello.                    
"Sai già il mio nome, cosa importa il resto?!" Alexander sorrise enigmatico per poi continuare, "Non ci sono obiezioni che tengano, voi dovrete seguirmi".                           
"Noi non siamo tenuti proprio a fare un bel niente, quindi ti conviene rispondere alle nostre domande se vuoi avere anche solo una possibilità di convincerci."               
Heric sembrava aver perso la pazienza e purtroppo per lui non sapeva con chi avesse a che fare, ma fortunatamente Meredith capì che non c'era altra scelta: "Seguitelo, entro stasera starò di nuovo con voi promesso" finse un sorriso che non le riuscì molto bene e si voltò di spalle per evitare che le leggessero le emozioni sul volto.
"Ma che dici Mer? Non possiamo lasciarti qui da sola, è pericoloso!" intervenne Daisy preoccupata. 
"Fidatevi di me"                                                                                                                                  
Lo disse a mo' di supplica come se da quello dipendessero le sorti del mondo e lei non potesse far altro che agire così, quando in realtà in cuor suo non desiderava altro che loro rimanessero con lei. Non lo avrebbe mai ammesso, lei era una ragazza forte e avrebbe superato anche questa sfida in un modo o nell'altro. Probabilmente fu la luce decisa che le illuminò lo sguardo a convincerlo o forse semplicemente lui si fidava di lei malgrado tutto, fatto sta che risoluto Heric pronunciò soltanto una parola: "Andiamo" tono alto e deciso degno del miglior condottiero, per poi aggiungere sottovoce senza che nessuno lo udisse un flebile "prima che cambi idea". Evidentemente non fu così flebile perché ad Alexander scappò un mezzo sorriso che non si premurò di nascondere troppo. Detto questo lo strano quartetto si allontanò, lasciando Meredith sola. 


2 ORE DOPO... 
"Cosa diamine ho fatto? Perché sono così stupida!? Dio mio che idiota!" stava andando avanti così da circa un'ora, a parlare da sola insultandosi per non aver fatto meno la sostenuta e per non aver permesso agli altri di restare. 
Poi si era detta che in ogni caso loro sarebbero potuti rimanere con lei malgrado quanto gli avesse detto se solo avessero voluto; il problema evidentemente era che loro non volevano... 
"Stupida, stupida Meredith" proseguì tirandosi una manata in fronte dinnanzi alla consapevolezza di esser stata abbandonata solo perché non avendo ancora i poteri lei era la ruota di scorta... L'ultima del carro e che evidentemente non era indispensabile. 
"Del resto chi la vorrebbe una custode senza Dono?! A chi serve?" Heric aveva avuto il dono per pura fortuna, non si era applicato per niente e aveva ottenuto un risultato solo perché era emotivamente instabile. Aaron per una fortuita coincidenza che aveva fatto sì che il giorno precedente fosse stato QUEL giorno. E Daisy... Beh Daisy aveva provato paura... Pff paura... Un guardiano dovrebbe provare sentimenti positivi non essere un codardo... Insomma lei era stata scaraventata da una potente raffica di vento e non aveva battuto ciglio... Non si capacitava ancora di come la rossa avesse potuto ottenere il Dono e soprattutto di come avesse potuto risvegliarlo prima di lei. Proprio non ci trovava una spiegazione. Lei era sempre la prima in tutto ciò che faceva, quella che con sforzi e fatica sbaragliava la concorrenza solo per poter, una volta raggiunta la vetta del monte, dire: "Che bella vista da qua su". Non desiderava altro che questo, poter osservare quel panorama dall'alto. Per un attimo l'idea che il dono l'avesse saltata la fece rabbrividire ma poi si ricordò di suo padre e dell'origine del suo nome. Lei era la Signora del Mare e a breve lo avrebbe dimostrato a tutti gli altri. Per un attimo le sembrò di invidiarli, di invidiare il fatto che fossero insieme, mentre lei era sola, se li immaginò ridenti a prendersi gioco di lei con gli antenati nel tempio. 

NEL FRATTEMPO... 
"Eccoci qui!" l'uomo dalla schiena ricurva e la folta barba grigia li condusse fino alle porte bronzee del tempio raffiguranti antenati e custodi immersi in colossali imprese eroiche. 
"Bene entriamo allora e vediamo di fare chiarezza!" annunciò il moretto stufo di tutti quegli enigmi. 
"Non ancora! Dovete essere tutti perché si possa entrare dalla Guardiana" 
"Oh andiamo hai voglia di scherzare?!" Heric non ne poteva più di tutta quella situazione. Era stufo. Stufo di non poter essere indipendente, stufo di aver lasciato quell'odiosa saputella da sola nel labirinto alla mercè di qualsiasi pericolo, stufo di dover aspettare e soprattutto stufo di non sapere e non capire un bel niente. 
"Fuoco dovrai imparare a gestire la tua impetuosità! Attendi con pazienza e vedrai che ogni pezzo andrà al suo posto" 
"Sono d'accordo con Heric: perché diavolo ci avete portati qui, separandoci da quell'altra se poi ci serve necessariamente lei per entrare?!" intervenne Aaron. Daisy lo fulminò con lo sguardo, non tollerava che lui fosse così menefreghista e pragmatico. "Quell'altra",come lui l'aveva definita, era una di loro, non meritava di essere trattata e definita così. 
"Shh bambolina il fuoco non è il tuo elemento, è inutile che cerchi di incenerirmi con gli occhi" la provocò il biondo. La ragazza non rispose, ma alcuni ciottoli parvero alzarsi da terra di qualche decina di centimetri. 
"Hey, hey, hey! Adesso basta! Smettila immediatamente. È proibito attaccarsi tra custodi sfruttando il proprio dono" Alexander prese la parola severo. 
"Io... Non mi ero neanche accorta di farlo... Non so come smettere" disse quelle parole con una nota ansiosa a colorirle la voce, mentre dentro fremeva di paura: non era in grado di controllarsi. 
"Siamo più indietro di quanto pensassi..." borbottò sottovoce preoccupato l'uomo.
"Segui ciò che ti dico: rilassati, chiudi gli occhi ed espira, pensa a cose tranquille e... Brava così" e la terra e i sassi tornarono come per magia al posto che spettava loro.

P.O.V MEREDITH
"Dannazione non può essere così difficile! Gli altri ci  sono riusciti" 
Ormai la giornata di Meredith procedeva monotona: si lamenta, ci riprovava, falliva e si lamenta nuovamente. La cosa più assurda era, però, che il motore del suo lamento non era tanto il non riuscirci in sé, quanto il fatto che gli altri ci fossero riusciti e lei no. Era così dannatamente competitiva... Odiava perdere, non era seconda a nessuno in niente e più ci pensava più sentiva il fegato roderle dentro. Lei, Meredith Smith, aveva fallito, mentre quello schizzato di Heric, quella stupida di Daisy e quello svitato di Aaron erano già al tempio. Era così: loro ci erano riusciti, avevano vinto e lei era lì seduta a compiangersi come quei vecchietti al bar che osservano con rammarico tutti i ragazzini che passano pensando alla gioventù volata via.
Lei era un fottutissimo vecchietto, spettatore impassibile e passivo rispetto a una vita che scorre frenetica. Era rimasta indietro. Provava rabbia per se stessa e invidia per i suoi compagni. Non li odiava in realtà, semplicemente le sarebbe piaciuto esser lì con loro ad esplorare il tempio e tutti i suoi segreti, ad imparare l'arte del dominio del suo elemento e le caratteristiche di tutti gli altri; ma evidentemente Le cose sarebbero andate diversamente. Evidentemente non era brava come loro. Pensò a come era stata felice nel sapere che uno di loro ce l'avesse fatta, a come si era meravigliata che il secondo fosse stato Aaron e soprattutto a come si era buttata giù a sapersi sola. Perché lei ormai era così: SOLA. Negarlo sarebbe stato inutile e stupido. 
Poggiò le mani sul viso, intenta a coprirselo per evitare di scoppiare da un momento all'altro e si ritrovò stranamente i palmi bagnati. Ne restò stupita, non avrebbe mai pianto per una cosa del genere, non aveva neppure pianto alla morte della madre figuriamoci per una sconfitta... E infatti non stava affatto piangendo, le gocce sgorgavano dalle sue mani, lente e delicate, quasi fragili, proprio come lo era lei in quel momento; per poi iniziare a prender velocità e volume, le gocce diventarono guizzi e con lievi movimenti del polso riusciva a pilotarle. Si ritrovò a pensare di esser stata una sciocca, aveva invidiato i suoi amici invece che esser contenta per loro... Lei non era così e si ripromise di non farlo mai più. Mentre faceva questi pensieri si incamminò per la strada seguita dagli altri accelerando il passo per mantenere la sua promessa.

P.O.V ALEXANDER 
Quei tre ragazzi non avevano voluto sentire ragioni, volevano tornare ad ogni costo da Acqua e sebbene li avesse tenuti a bada per quasi tre ore sentiva di non poter resistere a lungo. Erano testardi: un'ottima dote per dei guardiani, ma anche un'arma a doppio taglio. Era una delle prime lezioni che gli avrebbe impartito: la differenza tra il piegarsi e lo spezzarsi. Erano uniti e questa forse sarebbe stata la loro arma migliore.
"Allora ha intenzione di rispondere?!" 
Contro ogni previsione Terra aveva preso in mano le redini del discorso con decisione, nonostante ciò non aveva mai perso l'educazione e continuava a dargli del lei. 
"Daisy non perdiamo tempo e andiamocene" 
Perfino Aria si era stufato della faccenda ed essere costretto in un luogo in cui non voleva stare lo innervosiva. 
"Fuoco dove credi di andare?! Credevi forse che non me ne fossi accorto?" 
Il ragazzo stava tentando di scappare per raggiungere Acqua e sebbene Alexander l'avesse capito fin da principio, aveva preferito farlo cuocere nel suo brodo ancora per un po' così da guardagnare tempo. Acqua stava arrivando: se lo sentiva. 
"Vado a fare quello che sia tu che gli altri, ma soprattutto io avremmo dovuto fare già da un pezzo: cercare quella saputella e trovarla preferibilmente viva." 
Ogni sua parola e perfino le piccole pause per prendere fiato che faceva trasudavano accusa, sdegno e sarcasmo... Era preoccupato e lo si capiva dal modo in cui si passava la mano tra i capelli, quasi a volerseli strappare tutti. 
" Beh direi che cercarmi non sarà necessario e che sì, sono viva! Comunque grazie per l'interessamento" 
Rise sinceramente divertita per aver capito che in realtà i suoi compagni ci tenevano veramente. 
"Era ora! Ti stavamo dando per dispersa" commentò annoiato Aaron quasi come se la cosa non lo riguardasse, ma era palese il sollievo che aveva provato. 
"Sei tornata!" 
"E il premio Ovvietà 2018 va a... Ooo... rullo di tamburi... Daiiiisyyy Watson! Un applauso signori" 
"Heric smettila di fare l'idiota anche se so che ti è impossibile visto che lo sei e non lo fai... E comunque si: sono tornata, ve l'avevo promesso" 
"Congratulazioni Acqua! E ora che siamo tutti direi che è arrivato finalmente il momento. Siete pronti Custodi?" proferì solenne il gran Maestro. 
"Siamo nati pronti" tagliò corto Heric.

N.d.A
Ed eccomi di nuovo qui con uno spaventoso ritardo, mi scuso, ma ammetto che ero tentata di mollare, fino a quando non ho visto che qualcuno seguiva la storia; per cui GRAZIE!!!
A parte questo, vi volevo informare che il prossimo capitolo l'ho già iniziato e quindi arriverà puntuale sabato sera. Per quanto riguarda questo capitolo per farmi perdonare l'ho fatto un po' più lungo degli altri e prometto che dal prossimo in poi si capirà qualcosa circa il mondo dei protagonisti. Fatemi sapere se vi è piaciuto o meno tramite le recensioni  e se vi va datemi suggerimenti per migliorare. 

Un bacione e alla prossima
Ashcasak_2k2


 
   
 
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