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Autore: Jadis_    17/04/2018    2 recensioni
Due mondi stanno per incontrarsi: l'arrivo di una ragazza tra le mura di Hogwarts scombussolerà tutto il mondo magico.
Dal testo:
"La tempesta si stava calmando, permettendole di vedere meglio il sentiero, ma allo stesso tempo condannandola allo scoperto. Il cavallo cedette di schianto, facendola volare dalla sella, e mandandola con la faccia nella neve gelida: si era rotto una zampa. "Maledizione!" urlò, battendo i pugni per terra. Si rimise in piedi e si scrollò di dosso la neve, ma ormai parte dei vestiti era bagnata. "
Crossover tra "Le Cronache di Narnia " e "Harry Potter"
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Altro personaggio, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Voldemort
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Bacio 

Non era riuscita a dormire: l'inquietudine causata da uno strano incubo l'aveva tenuta sveglia per quasi tutta la notte. Si portò una mano al viso e sospirò, per poi scendere dal letto; tanto, ormai, con tutto il baccano proveniente dalla cucina, non sarebbe comunque riuscita a recuperare nemmeno un'ora di sonno. Si diresse in bagno e si preparò velocemente, nascondendo le occhiaie con del trucco per evitare che Harry potesse farle qualunque tipo di domanda al riguardo: iniziava a essere stanca di tutte quelle attenzioni da parte del ragazzo. Scese le scale con calma, rimuginando, forse un po' troppo, sulle immagini assai confuse del sogno.
 
Le veniva offerta dell'acqua da un ragazzo di cui non riusciva a distinguere il volto. La beveva tranquillamente, ma poco dopo si sentiva soffocare. Le mancava l'aria e il suo respiro si faceva sempre più affannoso: l'acqua da lei bevuta era avvelenata. Si girava verso l'unica persona che era lì con lei , con gli occhi che imploravano pietà e la mano protesa in cerca di aiuto, senza però riceverne alcuno...
 
"Buongiorno, Alexandra!" disse una voce familiare. La Grifondoro si riprese dai suoi pensieri, ritrovandosi di fronte la faccia sorridente di Neville.

"Buongiorno, Neville" rispose con un sorriso.

"Allora, come la risolviamo la situazione tra quei due?" chiese immediatamente il ragazzo.

"Ti spiego tutto dopo colazione" rispose lei, per poi dirigersi in cucina: aveva dannatamente bisogno di un caffè.
 


 
"Sono sicuro che mi nasconde qualcosa" disse improvvisamente Sirius.

Silente annuì.

"È possibile che sia così" disse, con tono pacato.

"Ma vorrei sapere cosa..." sospirò Felpato.

"Ogni cosa a suo tempo. Per il momento dobbiamo capire le intenzioni dei nostri nemici."

"Lo so, ma..."

"No, niente “ma” Sirius. Capisco la tua preoccupazione, ma devi fidarti di Jadis: non hai altra scelta."
 


 
Dopo aver fatto colazione, Alexandra aveva riunito Neville, Luna e Ginny nella sala adiacente la cucina.

"E Harry?" chiese subito la Corvonero.

"Faremo a meno di lui. So di certo che non approverebbe il mio piano, né tantomeno i miei metodi."

"Che hai intenzione di fare?" chiese a quel punto Ginny.

"Semplice: attireremo entrambi con una scusa in una camera della casa e li chiuderemo dentro, e finché non chiariranno una volta per tutte la loro situazione non
usciranno da lì."

"Dannatamente drastico..." commentò Neville.

Alexandra gli rivolse immediatamente un'occhiataccia.

"Ci state o no?" domandò poi.

"Si, ci stiamo!" ripose la Weasley per tutti.
 

 
Jadis non era affatto tranquilla: glielo si poteva leggere in faccia. Era la decima volta che percorreva la sala del consiglio in tutta la sua lunghezza, nel tentativo di capire cosa fare nell'eventualità che sua figlia scoprisse l'intera mole di bugie che le aveva propinato per tutti  quegli anni. Sicuramente Alexandra sarebbe stata  furiosa con lei, e non avrebbe potuto biasimarla, ma non era del tutto convita di riuscire a reggere la sua rabbia, e forse il suo odio, per l'ennesima volta. Sospirò, portandosi una mano al volto per asciugare una lacrima sfuggitale dall'occhio: non era il momento di piangersi addosso, non sarebbe comunque servito a molto. Avrebbe solo voluto maledire il giorno in cui suo padre le aveva rivelato l'origine della sua stirpe...
 
Aveva bussato con delicatezza alla porta in legno dello studio del padre, per poi riabbassare la mano sul fianco, restando immobile davanti all'entrata in attesa di una risposta.

"Entra pure" disse una voce un po' roca.

Jadis entrò nella stanza, e non si meravigliò di non trovarla completamente in ordine.

"Come mai mi avete convocata, padre?" chiese, puntando lo sguardo sull'uomo seduto alla scrivania, che era intento a firmare uno dei tanti documenti che aveva vicino.

"Ti devo parlare" rispose semplicemente suo padre, alzando il proprio sguardo su lei.

"E di cosa?"

"Ti sei mai chiesta il perché tu riesca a domare un drago o a usare la magia senza l'uso di una bacchetta, o senza gesti o parole?"

"Sì, qualche volta me lo sono chiesta, ma non ho saputo trovare alcuna risposta a questa domanda" ammise Jadis.

" Allora oggi sarò io a darti la risposta."

"Perché proprio oggi?"

"Perché ormai sei pronta per saperla."
 

"È inutile che cerchi una soluzione: sai bene che non c'è" disse una voce dolce e profonda alle sue spalle.

Jadis interruppe il suo ricordo e si girò verso il nuovo arrivato.

"Deve esserci, Aslan" rispose.

"Ahimè, no" ribadì il leone con tono pacato.

"E allora cosa dovrei fare, secondo te?"

"Dovresti parlare con tua figlia e dirle ciò che è in realtà."

"Sai bene che non è cosa facile, e che non capirebbe le mie scelte!"

"Io credo di sì."

"Non posso farle questo..."

"È meglio che sia tu a dirglielo, piuttosto che lo scopra da sola."
 

 
Si erano già messi tutti in posizione: Neville avrebbe portato Ron nella stanza con la scusa di fargli vedere un autografo del suo giocatore preferito di Quidditch, e Ginny avrebbe condotto lì Hermione con la scusa di aver trovato un libro molto particolare; Luna avrebbe poi chiuso la camera e tenuto la chiave in custodia. Alexandra, invece, avrebbe dovuto distrarre Harry.

"Che hai?" le domandò il Prescelto.

"Nulla, perché?" chiese perplessa la ragazza.

"Alexandra, credi che sia così stupido da non accorgermi che c'è qualcosa che non va?"

"Non so di cosa parli."

"Ah no? Ultimamente sei fredda nei miei confronti..."

"Ora non ho voglia di parlare di questo!"

"Tu non ne hai mai voglia, il che è diverso!"

"Harry, smettila! Sono stanca di queste tue attenzioni! Io non ho bisogno di essere protetta!"

"Invece ne hai bisogno!"

"Credevo che almeno tu fossi in grado di capirmi, ma mi sbagliavo..." disse con tono amaro la ragazza.

"Mi spieghi come posso capirti se ogni volta che ti chiedo di qualcosa su di te eviti l'argomento? Io non so come comportarmi con te. Non mi ha nemmeno voluto parlare di ciò che ti ha detto  Sirius..."

Alexandra fu colta alla sprovvista dalle affermazioni del ragazzo: era vero lei evitava sempre quegli argomenti, ed era vero anche che non aveva spiccicato alcuna parola su quanto le era stato riferito da suo padre.

"So che non è facile parlare di queste cose" aggiunse Harry.

"Perché le vorresti sapere?"

"Perché voglio conoscere la vera Alexandra, quella che si cela dietro questa finta maschera" rispose con  dolcezza il ragazzo.

"Le fragilità e debolezze non vanno mai mostrate."

"Ma io non sono tuo nemico, no?"

"No, sei mio amico, ma..."

"Vorrei essere qualcosa di più di un semplice amico per te" disse il Prescelto, interrompendola.

Alexandra lo guardò sorpresa e deglutì.

"Da quanto sei innamorato di me?" chiese titubante.

"Da un bel po' di tempo, ma non importa. Tanto so già che per te non è lo stesso..." ripose con rassegnazione Harry.

"Ne sei davvero sicuro?"

"Tu non mi guardi come ti guardo io..."

"Forse no, ma questo non dimostra nulla."

"Non tentare di illudermi: me ne farò una ragione..."

"Ma io non ti sto illudendo! Non l'ho mai fatto, e mai lo farei."

"A me sembra di sì."

La mora sospirò, cercando poi di spostare una ciocca di capelli dietro l'orecchio, con scarso risultato.

"Allora, se è come dici tu, non dovrei correre alcun rischio con il prossimo gesto..."

"Cioè?" chiese immediatamente Alexandra con tono perplesso.

Harry accorciò la distanza tra loro due. Le spostò la ciocca di capelli neri dietro l'orecchio con delicatezza, per poi prendere il suo volto tra le mani e posare dolcemente le sue labbra su quelle di lei.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note Autrice: 

Sono tornata! Scusate, ma alcuni capitoli sono un po' difficili da scrivere e questo, ahimè è uno di quelli. Spero che vi sia piaciuto. 

Un Bacio <3 
   
 
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