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Autore: Chiaroscura69    26/04/2018    2 recensioni
Riflessioni cupe, a volte affrante, altre volte apatiche, dettate dal mio malessere
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Caro amico, amante, amore sfiorato e deturpato,
ho pensato a lungo a come sarebbe potuta o dovuta finire tra noi, e ognuna delle mie alternative era migliore di questa.
Urlare soffocata dalle lacrime mi avrebbe logorata, ma anche aiutata ad accettare un addio che sarebbe stato inesorabile, certo, ma comprensibile.
Una risposta, una scusa, seppur banale e sciocca, mi avrebbe aiutata ad accettare la nostra separazione; avrei letto fra le righe, avrei sofferto comunque, ma non ti avrei odiato. Vedere i tuoi occhi freddi e vuoti mi avrebbe dilaniata nella certezza del mio amor non corrisposto, ma non te ne avrei mai fatto una colpa.
Tu invece hai lasciato pronunciare le parole più atroci alle labbra del Silenzio, la più crudele delle Entità.
Hai dato l'onore e l'onere di lasciarmi al Silenzio; ad un lungo, prolungato, infinito, Silenzio hai dato il potere di ferirmi.
Lui ha reso reali tutte le mie, anche solo accennate e vagheggiate, insicurezze.
Mi ha incollato addosso tutti gli interrogativi dolorosi che mi sono posta in quasti mesi. Che cos'ho fatto di male? E' stato sempre tutto un gioco per te?
Non ero alla tua altezza? Mentivi quando dicevi che ti mancavo? Hai sempre ritenuto la mia stranezza come un difetto e non come qualcosa che mi rendeva speciale, diversa da tutti? Sono superficiale? Scontata? Frivola? Sono inutile?
Il tuo Silenzio mi ha umiliata, mi ha reso consapevole che ai tuoi occhi non sono degna neppure di un piccolo chiarimento, di una misera spiegazione. Mi ha fatto credere di essere una persona davanti alla quale ci si dilegua, si scappa via a gambe levate, ma di soppiatto, sperando (e supponendo) che ella non se ne accorga.
Quale persona orribile ha disegnato il Silenzio!
Da vittima mi ha reso l'antieroina del tuo romanzo, crudele e stupida carnefice del tuo destino.
Ora però lo so, chi concede al Silenzio la possibilità di parlare al suo posto non è altro che un codardo e per tutte le colpe che io possa avere nella causa, tu ti sei macchiato di quella peggiore: mi hai mancato di rispetto. Come donna, come amica, come partner, come persona!
Comunque ti ringrazio per quei litri di profumo con cui fai il bagno ogni giorno, grazie a loro ogni volta che passi l'aria si riempie di te per interminabili istanti, e nei miei occhi si proiettano tutti quei ricordi dolorosi di noi che pensavo di aver dimenticato.
E non è facile poi spiegare alla gente perchè tutto ad un tratto mi adombro, mi viene da piangere e non sopporto di stare ferma nello stesso posto dove tu sei appena stato. Per lo più mi prendono per pazza, e chi invece mi capisce perchè sa come mi hai trattata, si chiede perchè ancora non me ne sia fatta una ragione.
Onestamente me lo chiedo anche io.
Ricominciare: ci ho provato infinite volte.
Ogni volta che ci provo succede qualcosa che mi fa star male e inevitabilmente, mi riporta da te.
Come quella volta che parlavo di una mia nuova fiamma, ho alzato lo sguardo e nella NOSTRA panchina, ti ho visto. Ti ho visto con un'altra.
Ricominciare: mi sembra impossibile.
E poi mi appari in sogno, impalpabile, eppure mi rendi estremamente consapevole della tua presenza. Svegliarmi è come strappare un cerotto dalla carne viva, ogni volta si riapre la ferita.
Mi son ripromessa che questa sia l'ultima lettera che ti scrivo, perciò non voglio concluderla così.
Sono bipolare lo sai, perciò ora che ti ho odiato con tutta me stessa ti dimostrerò anche che (mio malgarado) ti amo ancora.
In primis ti ho scritto perchè ho paura. In questo mondo, in questa vita frenetica che non da il giusto peso alle cose, ci rimane una sola cosa da cui non separarci mai:i ricordi. Ricordare ci aiuta a vivere, a non soffrire due volte per gli stessi motivi. I ricordi, perdonami il pleonasmo, ci ricordano chi siamo.
Che siano belli o terribilmente tristi dobbiamo a loro la nostra identità. Perciò spero di non dimenticarmi mai del primo sorriso che ci siamo scambiati, così come non voglio dimenticare l'ultimo sguardo di ribrezzo e rancore.
Tante volte mi sono detta: preferirei non averti mai incontrato. Ma ecco dove sbagliavo. Per tutta la vita non ho fatto che obliare, ho iniziato dai primi dolori infantili, fino a perdere quasi del tutto la coscienza della mia vita passata.
A cosa è servito?
A farmi sbagliare ancora e ancora; a non riconoscere più la mia immagine davanti allo specchio.
Per questo, oh amico, amante, amato e perso, ti scrivo e dimentico ancora una volta il mio orgoglio.
Voglio che tu mi guardi sempre con lo stesso ribrezzo dell'ultima volta, quel lontano 23 di Dicembre, cosicchè mi possa ricordare anche di quel primo sorriso sornione e di quegli occhi luminosi che ti porti appresso e che quel lontano Settembre, mi hanno rapita.

Addio, la tua Cèline.
   
 
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