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Autore: Favatralenuvole    03/05/2018    2 recensioni
"Non ero divina.
Non ero dislessica.
Non ero iperattiva.
Andavo bene a scuola,non mi accadevano episodi inspiegabili e i miei genitori erano morti in un incidente.Fine."
Nicky arriva al Campo Mezzosangue senza ver mai manifestato alcun segno riconoscitivo tipico dei semidei,non sembra avere alcun potere e la prima sera non viene riconosciuta.
Quando succede,però,avrebbe preferito rimanere una reietta.
Una missione mortale (ci mancherebbe!) e un dio momentaneamente umano tra i piedi non la aiuteranno di certo a risolvere i suoi problemi.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Apollo, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Will Solace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non sentivo niente.

O meglio, il mio corpo non sentiva niente. Né dolore, né fastidio, né bruciore, niente di niente.

Quel cretino di Apollo che mi urlava nell’orecchio invece lo sentivo eccome.

Avrei voluto poter muovere la bocca e far uscire le parole, giusto per ordinargli di tacere. 

“Puoi fare silenzio? Qui starei cercando di morire in pace.”

Ora potevo distinguere anche la voce di Nico, che sembrava allarmata.

-La terra! Portiamola vicino alla terra, le farà bene.

-HA UN BUCO SULLA SCHIENA E TU VUOI USARE LA TERRA?

-Per quanto ne sa attualmente la medicina , Nicky ormai è spacciata. È la nostra unica speranza.

Mi sentii appoggiare su qualcosa di umido e freddo. Ero sporca, impiastricciata, a malapena cosciente.

Mi resi perfettamente conto delle labbra del dio che si posavano sulla mia guancia.

-Non morire, Nic. Ti prego.

 

 

-Dovrei far finta di niente o…?- Chiesi, ironico.

Apollo mi guardò male. Se non fosse stato per il grembiule rosa a fiori che stava indossando (era l’unico che avevo trovato al supermercato più vicino, non l’avevo fatta apposta, assolutamente) mi avrebbe fatto paura.

-Sarebbe una domanda pertinente- Ingiunse freddamente -Se fosse accaduto effettivamente qualcosa. Ma non è successo niente.

-L’hai baciata!

-Sulla guancia! Era una… cosa affettuosa.

-Ti piace! 

Mi sentivo un bambino di cinque anni. Anche se i miei due compagni di impresa si fossero piaciuti (com’era ovvio) non sarebbero stati problemi miei.

Ma Nicky (a cui mi ero affezionato, che non mi aveva mai guardato come se fossi strano, che riusciva persino a farmi ridere) con Appy?

No. Il dio avrebbe dovuto tenere la sua presenza distruttiva e il suo carattere ingombrante lontano da quella ragazza. Sono un tipo protettivo, se mi ci metto d’impegno.

-Nico, parla a bassa voce.- Sussurrò, nel panico, guardando verso l’alto.

-Giuro che non accadrà più, fine del discorso.

Mi fece un po’ pena. Non era male, alla fine.

-Okay. Ma lei è già abbastanza nei guai senza che tu-

-Ho capito, ho capito. Non devi-

Si interruppe, sentendo Nicky muoversi poco più lontano.

La terra aveva guarito la sua ferita, ma necessitava ancora di riposo. 

Apollo la guardò con il fiato sospeso per qualche secondo.

-Fa che non abbia sentito- Mormorò.

-Chi stai pregando? -Sorrisi. Sono proprio uno stronzo a volte.

-Afrodite. -Rispose esasperato.

-Ooh, è una cosa seria allora.

Di questo passo l’avrei fatto impazzire.

-Posso almeno uccidere la dracena che l’ha colpita? – Chiese lui, guardandomi cupamente.

Trattenni un brivido.

-L’abbiamo già fatto.

-Posso darle la caccia per tutte le volte che risorgerà dal Tartaro?

-Mi stai spaventando. Pensiamo all’impresa, piuttosto.

Non volevo dire ad alta voce ciò che pensavo: secondo me la dracena l’hanno mandata gli dèi per togliersi una seccatura di torno. Non sarebbe stato carino, quindi cambiai discorso.

-Che ne dici di cercare la tua Fonte?

-La mia? Non sarà facile. L’avevo nascosta in un cassettino segreto del Carro del Sole.

-Wow, originale.

-Era perfetto! Come i miei capelli.

-Il cervello l’ha preso tutto Artemide, eh?

Come ho già detto, a volte sono proprio uno stronzo.

 

 

Ero di nuovo in un maledetto sogno.

-Nooo, ancora tu?!

Atena mi guardò storto.

-Come ti permetti, ragazzina?

-Scus.

La dea si colpì la fronte con la mano.

-L'arroganza ha rovinato molti valorosi eroi, Nicoletta.

-Correró il rischio, Atty.

-AVEVO. DETTO. NIENTE. SOPRANNOMI.

-DA. QUANDO. TI. DÓ. RETTA.

-In effetti dovevo aspettarmelo.

Guardai la dea. Dovetti ammettere che era veramente di una bellezza sovrumana, senza tempo, raffinata. 

Vabbè, come me, insomma.

-Quiiindiii… perché stavo per essere fatta fuori?

-Un mostro ti ha attaccato, giovane.

-Giovane? GIOVANE?

-È un epiteto come un altro.

-EPITETO?

-Ma la smetti di rompere le olive?

-Se tu smettessi di apparirmi in sonno, cara Atty, beh…

-STO CERCANDO DI AVVERTIRTI, SCIOCCA. LO CAPISCI O NO CHE NON DOVRESTI USCIRE VIVA DA QUESTA IMPRESA?

E sul più bello, l’immagine della dea svanì. Stavo cominciando ad affezionarmi.

 

Le buone notizie:

-Sopra di me vedevo le adorabili faccione di Nico e Apollo che mi guardavano apprensive.

-Ero viva.

Le cattive notizie:

-Eravamo stati fermi per una settimana intera (tutta colpa dell’invalida, ossia io).

-Progressi: zero.

-Voglia di vivere: zero.

-NICKY!

Appyi fece per abbracciarmi, poi guardò Nico (che aveva la faccia più assassina del solito) e lasciò ricadere le braccia lungo i fianchi.

-Sono… contento che stai bene.

MA IO LO VOLEVO L'ABBRACCIO, BRUTTI CATTIVI.

 

Un pasto dopo (pasto, parolone), ero stata aggiornata dei progressi. L'ho già detto che non ce n’era stato nessuno? Ecco, appunto.

Ci rimettemmo in macchina, che è la stessa cosa di dire “ci rimettemmo a cantare”. E infatti Appy cominciò col suo concertone. Notai subito che era triste. E dico triste. Dopo aver cantato cinque volte “Hello”, persino Nico cominciava a bramare un po' di allegria.

-Non so che altro cantare!

-Gangnam Style? O' Sole mio? La sigla dei My Little Pony? Qualsiasi cosa ma non questo?- Pregò Nico.

Il giorno in cui Nico Di Angelo si mette a pregare per la sigla dei My Little Pony, è un brutto giorno, signori.

-Possiamo tornare al piano?- Chiesi io, per smorzare i toni.

….

….

-Ma di quale piano stai parlando?

-AVETE AVUTO UNA SETTIMANA, RAZZA DI POLLI. E INVECE NIENTE PIANO. NIENTE FONTI. NIENTE AFRODITE A RITIRARE IL SUO PACCO REGALO. NIENTE.

Abbassarono entrambi lo sguardo. Mi sentii un pochiiino in colpa.

-Eravamo preoccupati per te, Nic. Tanto.- Sussurrò Apollo.

Rettifico.

Mi sentivo TANTO in colpa e mi sciolsi come neve al sole (al sole, ahahahah, l'avete capita? Stavo parlando con Apoll… vabbè niente).

Avrei voluto abbracciarli, cosa impossibile perché ero rifilata nel sedile posteriore della vecchia auto scassata, quindi mi limitai a miagolare “oooooooh”.

-E comunque… vogliamo recuperare la Fonte di Appy. A quanto pare si trovava sul carro del Sole, quindi abbiamo pensato che ora potesse trovarsi sul carro della sorella. Sai, quello della Luna.

-Beh, è un'idea.

-Cercheró di contattare mia sorella e- SBAM. Avevamo appena investito una tipa. A volte mi domando se non porto un po’ di sfiga.

Scendemmo dalla macchina, concitatissimi.

-ODDIO, SIGNORA, STA BENE?- Gridai io.

-APPY MA CHE CI COMBINI- Imprecò Nico.

Lui, che fissava la donna con sospetto invece di aiutare, ci fermò.

-Divertente, Afrodite.

La tipa a terra si trasformò improvvisamente in una supermodellacon trucco, unghie e capelli perfetti.

Vabbè, come me, insomma.

-Ho udito le tue preghiere, Apollo.- Ridacchiò. Aveva la voce più dolce e flautata e cristallina e… la pianto. 

Lui impallidì. Ed effettivamente… cosa? Gli dei pregano? Cosa? 

-Tieni la tua Fonte e levati dai piedi.- Intimò.

-In realtaaaá… vorrei parlare con Nicky, giusto un minuto.

-No.

-Non andare.- Mi sussurrò Nico.

Io osservai meglio quella donna. Si stava rigirando un ricciolo castano fra le dita affusolate, le labbra carnose e dalla forma a cuore piegate nel sorriso più di affascinante che avessi mai visto.

-Vengo.- Dissi incantata.

Nico si colpí la faccia con la mano.

-Lasciale fare la sua gavetta da semidea. Ci sono passati tutti.- Sospirò Appy, rassegnato.

Io e Afro ci allontanammo di qualche passo.

-È un po’ freddo con te, non trovi?

Sapevo di chi stesse parlando.

-Io non voglio contraddirti già al minuto uno, Afrodite, però è letteralmente IL SOLE.

-Non fare la finta tonta con me.- Sorrise di nuovo. Che odio. Però che bella. Però che odio. Però che bella, per gli dèi.

-Lasceró che le cose abbiano il loro corso. Però promettimi che non darai retta ad Artemide.

-Okay?

-Mi raccomando, allora.

Prese la sua Fonte (non ci spero nemmeno più, quindi me lo dico da sola: GRAZIE NICKY PER AVERLA RECUPERATA, TU SÌ CHE SEI BRAVA E BELLA. Ora sto meglio.) e se ne andò.

Sparí in una nuvola rosa, ad essere precisi.

Mi voltai verso i miei due amichetti.

-Andiamo?

-Andiamo.

 

 

~ANGOLO ME~

Sì, sono proprio io. So di essere sparita, e so di essere stata terribile. Semplicemente la mia ispirazione se n’era andata, e quest’anno è stato impegnativo e mi ha risucchiata totalmente. Non ho comunque scuse e non mi aspetto nulla da nessuno.

Quindi perché sono qui?

Sono qui perché, dopo tanti mesi, ho riletto i capitoli, ho riletto le recensioni, e mi sono ricordata di quanto amassi tutto questo.

Probabilmente non mi si cagherá nessuno mai più, e in questo momento sto parlando col vento, e lo accetto. Ma non è mai troppo tardi per ricominciare, e proverò lo stesso ad arrivare alla fine, anche solo per me stessa. Perché mi è tornato in mente, e sto risentendo ora, quanto scrivere questa storia mi facesse stare bene.

Ma bene bene.

Quindi, sì, con una grande faccia tosta sono qui ad aggiornare (per il vento, perché se anche solo uno arrivasse fino a qui sarebbe un miracolo).

Amo ancora questa storia, e Nicky, e chi mi faceva il favore di seguirmi.

Quindi sono qui, con un capitolo osceno, giusto per far sapere (a chi, poi) che sono tornata.

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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