Neville uscì dal portone di Hogwarts con la sciarpa rosso carminio avvolta intorno al collo; era domenica, e quella era la prima uscita dell’anno dopo la Battaglia di Hogwarts.

Si addentrò tra i vicoli di Hogsmeade rabbrividendo per il freddo. Tutto quello che voleva ora era una bella burrobirra o un bicchiere di idromele di Madame Rosmerta.

Entrato a I Tre Manici di Scopa, un profumo inebriante di spezie e legno lo invase, mentre il calore proveniente dalle fiamme che scoppiettavano nel camino penetrava nelle sue ossa in un attimo. 

Si sedette sul primo sgabello libero di fronte al bancone e si guardò intorno: il locale era pieno di anziani maghi perdigiorno, che passavano il loro tempo con il naso incollato alla Gazzetta del Profeta, streghe di mezza età, le quali si incontravano per l’immancabile tè delle cinque e non perdevano l’occasione di spettegolare un po’, e giovani studenti di Hogwarts, che riempivano la sala con le loro risate.

-Rosmerta, un boccale di idromele caldo per favore- chiese gentilmente scorgendo l’ombra di una figura dietro al bancone che gli si avvicinava.

-Con molto piacere…- rispose una voce che non apparteneva alla barista -Ma credo che tu abbia preso un abbaglio Neville.-

-Hannah!- si stupì il Grifondoro riconoscendo la compagna di scuola -Come mai sei qui?-

-Aiuto mia zia con il lavoro.- l’ex-Tassorosso accennò con gli occhi alla donna indaffarata tra le mille bevande e i boccali vuoti -In questo periodo il locale è sempre pieno e, visto che quest’anno non sono tornata a Hogwarts, ho pensato di venire a darle una mano.-

-Posso sapere perché non sei tornata per rifare l’ultimo anno?-

La ragazza si accigliò per poi annuire, si tolse il grembiule e lo invitò a seguirla sul retro.

-L’anno scorso i fratelli Carrow erano l’incubo di ogni ragazzo della mia Casa, vivevamo nel costante terrore che prima o poi sarebbe capitato qualcosa di orribile. So che faceva lo stesso anche con voi; ma i Grifondoro sono sempre stati coraggiosi, noi invece no.- Hannah proseguì, gli occhi fissi sul terreno -Un giorno io ed Ernie fummo convocati nell’ufficio di Alecto, non sapevamo cosa aspettarci, ma di certo non quello: una dozzina dei nostri primini erano disposti lungo la parete più ampia ed erano coperti di lividi, ci dissero che avremmo dovuto punirli perché avevano infranto gravemente le regole e noi ci ribellammo.- la sua voce si affievolì mentre si sistemava una ciocca di capelli dietro l’orecchio, Neville fu in grado di vedere una linea pallida e biancastra sull’incavo tra la spalla e il collo della ragazza.

-Ci lanciarono contro incantesimi che non avevamo mai sentito e dei quali non sapevamo gli effetti, ma stranamente non sentivo dolore, solo un sordo dispiacere per non essere riuscita ad essere forte almeno una volta in tutta la mia vita.-

Il castano la fissò stralunato, come era possibile che quella ragazza si ritenesse così debole, quando invece aveva avuto la forza di una leonessa. Più la guardava e più si rendeva conto che lei era uguale al Neville Longbottom di un paio di anni prima.

Hannah sentì una presenza calda sulle sue spalle, era la sciarpa dei colori di Grifondoro che Neville le aveva appena dato.

-Perché? Cosa significa questo?- domandò alzando un lembo del tessuto sospettosa.

Il Grifondoro sorrise e si posizionò a gambe incrociate di fronte a lei prima di farle cenno di sedersi sull’erba umida di Novembre.

-Significa che da ora in poi sei una Grifondoro.- la bionda gli lanciò un’occhiataccia, pensava forse che la sua Casa avesse qualcosa di sbagliato? -Non fraintendermi per favore,- ribatte lestamente Neville -Tassorosso ti calza a pennello, solo che da quello che mi hai raccontato ho capito che dentro di te c’è un grande coraggio come quello della mia Casata.-

-Ma smettila.- Hannah lo spinse sul terreno fangoso senza che l’altro potesse fare niente per mantenere l’equilibrio.

I due ragazzi passarono così il resto della giornata, tra risate e capitomboli nel fango; dimenticandosi per un pomeriggio il passato.

Angolo degli autori gemelli:

Wow, non so da dove sia uscita fuori questa one-shot così poco allegra per il mio stile.

Di solito non ho questa scrittura così poco frizzante e spensierata, non sono io in famiglia a essere così.

Fratellino carissimo, vedo che la mia influenza ti fa male, sono così fiera di te!

Pussa via! Non sei stata invitata, questo è il mio spazio, ricordi? Una storia ciascuno.

Comunque, chiedo venia e prometto che dalla prossima volta vi porterò tantissime storie al limite del demenziale o nei limiti del romanticismo.

Un saluto dal sotto scritto

Lumos