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Autore: Ramabear    13/05/2018    4 recensioni
Una collezione di prompts katsudeku ricevuta per un ask meme. Ho pensato di raggrupparli tutti qui per condividerli così che sia più facile per me e per voi trovarli e leggerli!
Include: Roommate AU, Soulmate AU, Primo incontro, eccetera eccetera
Genere: Angst, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: AU, Raccolta, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Note autrice: Soulmate!AU dove il nome dell’anima gemella è scritto sul braccio.
Note traduttrice: Eccoci finalmente con la seconda AU. Se tutto va come deve andare, per il resto di questa fic ci saranno aggiornamenti abbastanza frequenti quindi restate collegati! Questo per me è un periodo nerissimo e - come si è visto sia qui che sul mio account personale di scrittrice - la mia terapia d'urto è postare. E sperare di ricevere un feedback positivo. Credo in voi, guarite la mia anima ç_ç (sob)
Per chi non fosse versato in inglese, "soulmate" significa "anima gemella". 
 
 
Soulmate Names
 
 
I quirk si sviluppano quando hai quattro anni, ma a quell’età il nome della tua anima gemella – se sei abbastanza fortunato da averne una – è solo una macchia di colore sfocata nella parte interna del tuo braccio. I colori sono differenti- alcuni erano blu o nero, altri rosso e viola, o ancora verde e arancione. C’erano varie teorie riguardo il significato dei colori- forse c’entrava con la forza del legame? Con un aspetto della persona? Perché alcuni avevano dei colori uguali? Perché altri erano differenti?

Izuku, a quattro anni, non conosceva nessuna di queste domande e nessuna delle risposte. Tutto quello che sa è che non ha un quirk e quello, in qualche modo, significava che non meritava più di essere chiamato con il suo vero nome e che i suoi amici e compagni di classe avrebbero sussurrato cose su di lui e l’avrebbero preso in giro. Era troppo concentrato sulla sua mancanza di un quirk per notare il viola sfocato sul suo braccio, vicino al suo gomito, che sembrava un livido senza una particolare forma.

Katsuki, a quattro anni, non perde un solo per cose come le anime gemelle. Aveva il quirk più mozzafiato di tutta la classe- no, probabilmente di tutta la scuola. Tutti i suoi amici volevano essere proprio come lui perché lui era speciale e sarebbe diventato qualcuno di fantastico. Era talmente concentrato sul suo quirk, sui complimenti dei suoi compagni, di tutti quelli che incontrava per sfoggiare le scintille nel suo palmo che non notò nemmeno per sbaglio la macchia verde sul suo braccio, della stessa sfumatura delle nuove foglie germogliate sugli alberi.

I marchi delle anime gemelle non si stabilizzano fino a che uno non cresce, finché non arriva la pubertà, finché non si inizia a diventare un adulto.
Il nome dell’anima gemella di Izuku, di un viola scuro e scritto con degli schizzi chiari e affilati, crebbe sulla sua pelle come un marchio a fuoco. Era veramente felice di riuscire a nasconderlo sotto la maglietta, sotto la sua uniforme, sotto le maniche delle giacche e delle felpe a casa perché guardarlo gli faceva venire la nausea per l’impasto di emozioni che lo consumava.

Non poteva crederci. Non riusciva a capirlo. Voleva che fosse vero. Sperava che non lo fosse. Aveva fatto le sue ricerche sui nomi delle anime gemelle- scoprendo che qualche volta anche se c’era una persona giusta per te non significava che tu fossi giusta per lei. Sperava che il ragazzo il cui nome era scritto sul suo braccio non avesse il suo nome sul suo braccio. Sperava che non avessero i nomi l’uno dell’altro.

Non ne parlava mai, con nessuno, e indossava una benda intorno al suo braccio tutti i giorni perché non si sa mai. Non si sa mai.

Il nome dell’anima gemella di Izuku, di quel colore fresco e verde, inclinato di lato come se fosse stato scritto di tutta fretta, infilato dentro un limite invisibile, gli affollava il polso. Era talmente chiaro che non riuscì a leggerlo fino all’estate in cui compì quattordici anni e passò talmente tanto tempo fuori ad allenarsi in preparazione dell’esame per la UA che si abbronzò, diventando color caramello- anche sulle sue braccia e sul petto.

Fu sua madre a notarlo, puntandolo con il dito dopo cena quando lo costrinse ad aiutarla con i piatti. Esclamò qualcosa a proposito del verde, chiedendosi se poteva leggerlo o meno, visto che lei era troppo lontana. Prima che potesse avvicinarsi e prendergli il braccio per metterlo sotto la luce, Katsuki lesse il nome sul suo polso.
Appena lo fece gli cadde la scodella che aveva in mano. Rimbalzò sul pavimento- sua madre aveva smesso di comprare piatti che potevano rompersi quando aveva sei anni e fece esplodere la credenza per capriccio. Non riuscì nemmeno a processare il nome- come- non aveva mai detto- che lui non- e io- che cazzo- che cazzo?!

Tenne il polso coperto da un polsino quella sera finché non entrò nella UA- lo toglieva solo quando doveva lavarsi, altrimenti lo indossava sempre. Katsuki non sapeva come sentirsi a riguardo, quindi in mancanza di alternative fece quello che gli riusciva meglio.

Si incazzò.
 
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All Might notò la benda praticamente subito. Izuku si ricordò di essere arrossito e di aver balbettato e spiegato che non era qualcosa che era pronto ad affrontare. Un’anima gemella era una responsabilità enorme. Izuku disse di non essere pronto- c’erano così tante altre cose che voleva fare.

Ricevette uno sguardo un po’ stranito a quelle parole, come se All Might provasse pena per lui o forse stava ripensando a certe cose, ma alla fine nulla cambiò. Izuku si allenò ancora e ancora e ancora finché, finalmente, il giorno dell’esame, gli fu dato il regalo che era il quirk di All Might.

Quello fu anche il giorno in cui vide chiaramente il proprio marchio per la prima volta dopo mesi. (Non lo guardava quando si lavava, non ne aveva bisogno, sapeva che era lì.) Dopo che Recovery Girl gli guarì gli arti, eccolo: blu e viola come un livido che non ne voleva sapere di guarire, spiccando orgoglioso sul suo braccio come se fosse stato scritto di proprio pugno da Katsuki.

Forse, se… Forse, se Izuku avesse saputo che Katsuki voleva essere la sua anima gemella, non lo avrebbe nascosto. Ma no, non lo sapeva, non credeva proprio che Katsuki potesse volerlo- quindi lo coprì di nuovo appena poté. Nessun altro lo vide e ne fu sollevato.
 
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Il primo giorno di lezioni, no, in verità il primo giorno in cui si vestirono per andare in palestra, negli spogliatoi- Izuku era così concentrato su quello che avrebbero potuto imparare che si dimenticò che quei ragazzi non erano gli stessi delle sue scuole medie. Quei ragazzi erano abituati a vedere Izuku con bende in strani posti, una sempre sul braccio nello stesso punto, giorno dopo giorno.

I suoi nuovi compagni di classe della Yūei non erano ben informati. Iida fu quello che lo notò e che chiese se fosse stato ferito, se aveva bisogno di aiuto. Izuku era imbarazzato quando gli spiegò che non era una ferita, era solo…
“Una voglia,” Disse Izuku, le parole che gli scapparono prima che potesse fermarle. “Qualcosa con cui sono nato ma che non mi sento a mio agio mostrare…”
“Cos’è?” Chiese qualcuno. Izuku non aveva ancora imparato i nomi di tutti quindi non era sicuro di chi fosse. “Un marchio dell’anima gemella?”

Izuku tacque con uno schiocco di denti, stringendosi il braccio. Avrebbe anche potuto urlarlo ad alta voce, però, perché ci fu un sussulto generale. “Hai un’anima gemella? Wow! Incredibile!” Urlò una voce sopra tutte le altre e Izuku sorrise nervosamente.

I suoi occhi trovano quelli di Katsuki in mezzo al chiacchiericcio e ai movimenti agitati e in quell’istante fu chiaro. Katsuki sapeva. Katsuki sapeva che Izuku sapeva. E mentre i suoi occhi si assottigliavano, Izuku era sicuro che Katsuki sapeva che Izuku sapeva che lui sapeva cosa ci fosse nascosto sotto la benda.

Qualcuno chiese di vederlo. Qualcun altro chiese di sapere il nome. Izuku sussultò alla prima richiesta e balbettò affannosamente per rifiutare la seconda. In quanto adolescenti, gli altri continuarono a chiedere con ancora più insistenza finché un sonoro BANG non li fece sobbalzare tutti quanti, facendoli tacere per la sorpresa.

L’armadietto di Katsuki aveva una bruciatura sul metallo dove l’aveva chiuso usando il suo quirk. “Chiudete quella cazzo di bocca, perdenti, è solo una cazzo di voglia merdosa sul braccio di un coglione qualsiasi.” Il suo sguardo e le sue parole erano veleno diretto a Izuku. C’era più della solita animosità; Izuku era bravo a capire quando Katsuki era scontroso come suo solito e quando invece era proprio incazzato. Era riuscito a sopravvivere la maggior parte delle scuole medie pur essendogli stato vicino, dopotutto.

Era il primo giorno che si erano conosciuti tutti quanti quindi la folla si zittì quando Katsuki ringhiò in quella maniera, chiaramente insicuri sul da farsi. Izuku fece quel che poté per scivolare via senza farsi notare. Katsuki lo fulminò con lo sguardo finché non decise di lasciare lo spogliatoio.

Iida sussurrò delle scuse ad Izuku per essersi impicciato nei suoi affari ma poi, senza nemmeno tirare il fiato, gli chiese che problemi avesse con Katsuki.

Izuku mormorò qualcosa riguardo una vecchia storia e si impose di non grattarsi la benda sul braccio, appuntandosi mentalmente di essere più prudente la prossima volta.
   
 
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