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Autore: Flos Ignis    15/05/2018    3 recensioni
E se Edward fosse stato una ragazza?
In questa storia ripercorrerò le vicende di Brotherwood, con la principale variante che Edward, nella mia storia, si chiama Edith Elric.
Cosa potrebbe comportare questo cambiamento? Non molto, forse direte voi.
Ebbene, venite a scoprire come un solo dettaglio possa andare a cambiare le sorti di così tante vite.
Perchè Edith, per il semplice fatto di essere una ragazza, stravolgerà molti avvenimenti fondamentali.
Contemporaneamente, il suo cuore d'acciaio metterà a dura prova un certo Alchimista di Fuoco...
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Riza Hawkeye, Roy Mustang, Un po' tutti | Coppie: Roy/Ed
Note: What if? | Avvertimenti: Gender Bender
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Occhi con il fuoco dentro




Roy Mustang aveva assistito a tanti orrori in guerra, molti dei quali erano stati provocati da lui stesso con la sua Alchimia di Fuoco. L'odore dei corpi bruciati, ancora a distanza di anni, aveva il potere di tormentarlo nei sogni, interrompendo bruscamente il suo riposo.

Alle volte, quando intravedeva qualcosa di rosso ai margini del suo campo visivo, aveva l'impressione di cogliere delle iridi rosse d'ira bruciante come le sue fiamme, gli occhi del popolo di Ishval che lo accusavano, nei suoi peggiori incubi come nei suoi ricordi.

Da quando era giunto al termine lo sterminio, perchè era giusto chiamare quelle azioni ignobili con il loro nome, Mustang aveva assunto alcuni atteggiamenti particolari, nulla di troppo evidente per un'occhio poco allenato, ma la sua impareggiabile assistente, Riza Hawkeye, non aveva mancato di notarli. Però, santa donna, non aveva fatto commenti.

Roy l'aveva silenziosamente ringraziata per non aver etichettato come mera "stupidaggine" il ribrezzo che provava davanti alle pratiche d'ufficio, ricordando come un semplice foglio, l'ordine 3066 firmato dal Comandante Supremo King Bradley in persona, avesse decretato la fine della guerra civile e l'inizio del massacro.

Le era altrettanto grato anche per l'indulgenza che aveva nei suoi confronti quando si lamentava della troppa luce che filtrava nel suo nuovo ufficio a East City, che tanto gli faceva pensare al sole del deserto che aveva ospitato quell'incubo. Avevano lavorato per settimane in penombra per colpa di quel suo problema, ma poi l'impianto elettrico era stato fortunatamente ripristinato. E poco importava che il sole  di quella tarda estate non fosse torrido come quello dei loro ricordi, la fredda illuminazione artificiale sarebbe stata sempre preferibile.

Per questo e per mille altri motivi la sua assistente, promossa a maresciallo subito dopo la guerra nonostante la giovanissima età ed ora suo fidato tenente, era la migliore guardia del corpo che potesse desiderare...

-Colonnello, è sicuro di ciò che sta facendo?-

...anche quando dimostrava in modo tanto palese il suo disappunto per le idee del suo superiore.

Lui sospirò, decidendo di esporle chiaramente i suoi pensieri, o lei avrebbe continuato a fissarlo con la stessa disapprovazione negli occhi castani che gli palesava da diverse ore, ossia dal momento stesso in cui si erano messi in viaggio quella mattina.

-Sì, tenente, è necessario. Molti Alchimisti di Stato sono scomparsi dopo la guerra, se riuscissi a trovare anche solo un buon elemento per rinforzare le nostre file, ciò mi gioverebbe notevolmente.-

Lei non commentò oltre, ma comprese il suo ragionamento perchè rimase in silenzio per diverso tempo, controllando alcuni documenti che si era portata dall'ufficio per non restare indietro con le pratiche.

Era incredibile come quella ragazza potesse essere tanto precisa e marziale.

Chiuse gli occhi, deciso a riposare almeno per un'oretta: in fondo, il viaggio fino a Resembool era abbastanza lungo e confortevole da consentirgli di rilassarsi, certo di poter contare sulla protezione dell'Occhio di Falco.




-Cosa diavolo è successo qui dentro?-

In seguito, l'Alchimista di Fuoco non avrebbe saputo dire se a pronunciare quella frase fosse stato lui o il suo tenente: ciò su cui non avrebbe avuto dubbi però, fu l'impellente necessità che il macabro scenario davanti a loro fece sorgere con prepotenza nel suo animo, tanto che lo espresse quasi involontariamente, pur con voce strozzata.

-Dove sono...? Dove sono i fratelli Elric? Dobbiamo trovarli immediatamente!-

Perchè non aveva alcun dubbio: il cerchio alchemico, il sangue, le pergamene che contenevano il numero preciso di... ingredienti per un corpo umano...

Hanno tentato una trasmutazione umana.

Non era facile descrivere il suo stato d'animo in quel momento: una piccola parte di lui si compiacque di aver visto giusto sul maggiore dei fratelli Elric, un giovane alchimista che si diceva fosse un talento naturale, un vero e proprio genio. Ciò che aveva davanti agli occhi in quella stanza non faceva altro che avvalorare le voci che gli erano arrivare e l'alchimista che era in lui, interessato alla ricerca e alle scoperte di quella scienza, ribollì di piacere nel vedere quanto ingegno ci fosse in quel cerchio alchemico. 

Ma fu soprattutto l'orrore a imporsi sulla sua anima: per il tabù che era stato infranto... e per le conseguenza che potevano esserci state. 

Il tenente Hawkeye non conosceva nulla di Alchimia nonostante gli studi del padre e il tatuaggio con i risultati delle sue ricerche che portava sulla schiena, perciò era rimasta piuttosto impressionata dalle complicate formule disegnate sul pavimento, ma guardando al suo superiore doveva aver intuito che nulla di buono fosse uscito da quell'opera alchemica.

Perciò si affrettò a seguire il suo superiore quando uscì da quella casa come un tornado, alla ricerca disperata di quegli irresponsabili, mettendo una mano alla fondina della pistola per sicurezza.




Accade questo a chi osa entrare nella sfera del divino?

Seduto davanti a una tazza di tè, il più giovane Colonnello di sempre del Distretto Est ascoltava la storia di come quella autoritaria vecchietta, tale Pinako Rockbell, avesse trovato i fratelli Elric qualche settimana prima.

In realtà la sua concentrazione era alqualto labile, i suoi occhi neri non riuscivano a staccarsi da quei due alchimisti tanto talentuosi quanto sconsiderati... soprattutto il maggiore, che gli era stato presentato semplicemente come "Ed". Sapeva che stava andando a incontrare un giovane genio, ma si trattava solo di un bambino di undici anni, per il Fondatore!

Eppure era stato in grado di compiere una trasmutazione umana, per quanto incompleta e di legare l'anima di suo fratello minore Alphonse all'armatura che in quel momento aiutava quel piccolo corpo menomato a stare seduto dritto. Osservò i movimenti meccanici che compì per portargli alle labbra la tisana che aveva preparato la bionda nipotina della padrona di casa, che in quel momento era andata a servire il suo tenente nella sala d'ingresso.

Il rumore di ferro e acciaio dei passi di quell'armatura fece da sottofondo ai suoi pensieri, facendolo riflettere sul da farsi.

Non sapeva di essere andato ad arruolare un bambino, l'idea lo ripugnava profondamente: se era diventato un soldato in primo luogo era stato per il proposito di difendere gli innocenti.

Ma per la prima volta si permise di sondare gli occhi dorati di Ed. Fu sorpreso di quanto vide...

Quando l'aveva visto, privo di un braccio ed una gamba, seduto su quella sedia a rotelle, non era riuscito ad andare oltre alla rabbia che gli era montata in corpo per il terrore. Come aveva potuto quel bambino osare tanto? Aveva la minima idea di ciò che sarebbe potuto accadere? Per quanto si sapeva, al posto di riportare indietro l'anima della madre avrebbe potuto trascinare la propria e quella di tutti gli abitanti del villaggio all'inferno.

Ma poi l'armatura si era rivelata per chi era, aveva tremato mentre chiedeva perdono, a lui, uno sconosciuto in divisa che si era presentato alla loro porta dopo ciò che avevano passato. Questo l'aveva riportato a più miti consigli.

Ma ora che aveva potuto studiare in tutta tranquillità quel bambino, tanto sofferente e segnato da sembrare sul punto di lasciarsi andare del tutto, prese la sua decisione.
Perchè anche se in quel momento Ed aveva occhi spenti e vuoti, specchi d'ambra cristallizzata che stringevano il cuore solo a vederli, Roy Mustang capì che nascondevano ben altro. Sentiva che la loro vera forma era un'altra, più viva e selvaggia e che non tutto era perduto.

-Io credo che tu, Ed, abbia tutte le qualifiche per diventare un Alchimista di Stato. Dovresti prestare servizio militare, in caso di emergenza, ma avresti accesso a ricerche avanzate altrimenti proibitive per te, potresti persino trovare il modo per recuperare il tuo corpo e quello di tuo fratello.-

Non distolse i suoi occhi neri da Ed nemmeno per un secondo, non badò nè all'anziana donna nè all'armatura che ora costituiva il corpo di un bambino di appena dieci anni. Tutta la sua attenzione era per quel piccolo corpo pieno di fasciature, per quel volto pallido incorniciato da fini capelli dorati, ma soprattutto per quegli occhi ancora troppo vuoti.

-Non intendo obbligarvi, vi sto solo offrendo un'opportunità. Andare avanti, o restare dove siete: vivere nella disperazione, o cercare nuove prospettive. Dato che avete una possibilità, per quanto remota, di riavere i vostri corpi, io credo che dobbiate tentare. Anche se la strada che dovrete percorrere è un lungo fiume di fango.-

Forse era stata solo una sua impressione, ma in quel momento Mustang fu certo di vedere qualcosa nello sguardo del giovane alchimista. 

Interesse? Sfida? Coraggio? Risoluzione?

Anni dopo, quando tutto sarebbe stato risolto, Edith sarebbe stata disposta a giurare che furono le parole di sfida del Colonnello a catturare la sua attenzione, facendola riemergere dal suo stato di apatia. 

Ma in quel momento Mustang non seppe il motivo per cui improvvisamente l'ambra si sciolse e divenne oro liquido e caldo, che celava un fuoco di indomabile testardaggine. La mancanza di una risposta non gli impedì affatto di godersi il cambiamento, ma si impegnò a non darlo a vedere.

A quel punto si congedò piuttosto rapidamente, sicuro pur senza alcuna prova che non appena ci fosse stata la possibilità le loro strade si sarebbero incrociate nuovamente.

Avrebbe atteso con pazienza di vedere la risoluzione di quel piccoletto, e quanto essa avrebbe cambiato le vite di tutti coloro che avrebbe toccato.

Ebbene, Ed... i tuoi occhi hanno il fuoco dentro, che arde vivo e indomito. Come Alchimista di Fuoco, non posso certo permettermi di lasciar perdere una fiamma splendente come la tua...






Nota d'autore:

Salve a tutti! Sono qui per precisare una cosa che ritengo importante e che mi è stata fatta notare.
Siccome ho utilizzato il punto di vista del nostro amato Colonnello Mustang, mi sono riferita volontariamente a Edith come se fosse un maschio, dato che l'alchimista di fuoco non sa che lei in realtà è una femmina. Perciò, state tranquilli, è un errore voluto!
Bene, ora che ho specificato questo particolare, vi lascio alla lettura, sperando sia piacevole! Bacioni a tutti, e grazie per chi continuerà!

Flos Ignis
  
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