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Autore: AdhoMu    17/05/2018    2 recensioni
[Eloise Midgen/Cormac McLaggen]
Metà commedia romantica, metà commedia degli equivoci dedicata a tutti coloro che sanno “vedere oltre” ed innamorarsi della persona più impensabile.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Cormac McLaggen, Katie Bell, Leanne, Oliver Wood/Baston
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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2. Secondo Atto.
 
Cormac McLaggen era letteralmente divorato dalla curiosità. Aveva passato la notte completamente in bianco, tentando disperatamente di fare mente locale per cercare di indovinare chi fosse la ragazza con la quale si sarebbe incontrato quella sera. Schedario alla mano (sì, McLaggen possedeva uno schedario contenente informazioni utili, meticolosamente raccolte nel corso degli anni, su tutte le ragazze carine di Hogwarts), aveva revisionato le cartellette una per una considerando, soppesando, supponendo, sbuffando ed inesorabilmente escludendo. Si vantava di padroneggiare un'impeccabile metodologia scientifica, ed in un certo senso era anche vero; eppure,  nonostante i suoi encomiabili sforzi (che quell'insensibile di Katie avrebbe certamente definito insani) non era giunto a nessun risultato soddisfacente.
Alla fine, aveva dovuto capitolare e se n’era andato a letto, deluso e contrariato.
Il giorno dopo, mentre faceva colazione nella Sala Grande con gli occhi segnati da occhiaie cosí scure da fare innamorare un panda, il ragazzo non smise per un solo attimo di guardarsi intorno, scrutando con insistenza le femmine presenti alle diverse tavolate - molte delle quali, palesemente indispettite, gli indirizzarono alternativamente gestacci ed incantesimi minori.
Nessuna di loro, ahilui, gli parve eccessivamente ben disposta. Rassegnato, si alzò da tavola per recarsi alla lezione di Trasfigurazione. E, proprio in quella, accadde qualcosa.
Tre dei suoi compagni di Casa chiacchieravano davanti alle rispettive tazze di caffelatte e McLaggen, senza averne l'intenzione, captò per caso un brandello di conversazione mentre passava. 
«Studiamo insieme, stasera?» stava dicendo Harry Potter a quella graziosissima secchiona di Hermione Granger (McLaggen era ancora rammaricato per l'esito infausto del loro primo ed ultimo, disastroso appuntamento).
«Hmm... no, stasera non posso» rispose lei, imburrando un toast con la meticolosità che dedicava ad ogni cosa.
«Cos'è, Hermione... hai un appuntamento, per caso?» la pungolò Ronald Weasley, mettendo su una faccia da lumacotto imbronciato.
«In un certo senso» sorrise lei, senza raccogliere la provocazione,  ma provocandolo a sua volta. «Ho intenzione di andarmi a rilassare un po' nel bagno dei Prefetti, sapete. Ho studiato troppo, questa settimana. Sono tutta incriccata».
McLaggen non credette alle sue orecchie. Il bagno dei Prefetti era, per l'appunto, la stanza nella quale avrebbe avuto luogo il suo appuntamento al buio. Oh, per Godric Santissimo: dunque era lei, la sua pretendente segreta? E chi lo avrebbe mai detto?! 
"Hai capito, la Prefetta Perfettina?" gongolò il nostro fiero Highlander dal kilt quadrettato, ancora piuttosto incredulo. "Furbetta di una Granger... Ah, ma lascia fare al vecchio Cormac e vedrai, che rilassamento!..."
Più tardi, durante la giornata, gli parve di imbattersi in lei un numero di volte superiore al normale. Non poteva essere un caso. In un'occasione, ebbe addiritura l'impressione che Hermione gli avesse rivolto un breve sorriso. Non si era accorto che, alle sue spalle, Madama Pince l'aveva appena chiamata per consegnarle un libro che lei cercava da tempo.
 
*
 
Quel pomeriggio Katie, Eloise e Leanne si trovavano nel dormitorio delle ragazze del sesto anno, nella Torre del Grifondoro.
«Lo troverai in attesa stasera alle nove, nel bagno dei Prefetti» esordì Katie, rivolgendosi ad Eloise con aria cospiratoria.
«La parola d'ordine per entrare è Frescopino» aggiunse Leanne «Non dimenticarla, o rimarrai chiusa fuori».
«Ma... lui non sa di doversi incontrare con me, vero?» chiese la ragazza per la decima volta, avvampando al solo pensiero di rivelarsi.
«Assolutamente no» rispose Katie, esausta. McLaggen l'aveva tormentata per tutto il giorno nel tentativo di estorcerle  il segreto (a pranzo, la ragazza aveva seriamente temuto che lui avesse messo del Veritasierum nel suo succo di zucca), ma lei non aveva ceduto.
 «Oh, per Godric Santissimo. Non ce la farò mai!» pigolò Eloise, con una nota di panico nella voce.
«Ellie, per l'ultima volta: lo vuoi incontrare o no?»
«Certo che sì! Però...»
«E allora buttati-e-divertiti!» proruppe Leanne, pratica.
«Ricordati: se proprio non vorrai farti riconoscere, quando aprirai la porta dovrai subito adoperare questa» ripetè Katie, mettendole in mano un minuscolo involto di polvere Buiopesto Peruviana.
«Devi lanciare una bella manciata abbondante» le raccomandò Leanne.
«Dovrai solo giocare sul fattore sorpresa. Vedrai: sono sicura che, una volta rotto il ghiaccio, le cose fileranno alla perfezione» concluse Katie sorridendo alla compagna, che deglutì.
«Suvvia, Eloise.  Se proprio non te la senti, puoi sempre dargliela buca» la rinfrancò Leanne, tentando di buttarla sul ridere.
«Ne... neanche per idea!» mormorò la ragazza, serrando i pugni.
«Ebbrava Ellie, così mi piaci. In fin dei conti, sei una Grifondoro, non dimenticarlo mai. Ricorda i valori della nostra Casa. Coraggio. Tempra. Girl Power. Determinazione. Ericorda: se Maometto non va alla Montagna, la Montagna va a Maometto». 
E dopo aver proferito questa serie di chicche motivazionali, che Oliver avrebbe senz'altro approvato e applaudito, Katie ridacchiò soddisfatta. Era davvero orgogliosa di se stessa per come era riuscita a sistemare le cose; modestamente,  aveva pensato a tutto, incastrando i più diversi tasselli con grande maestria.
L'appuntamento fra quei due sarebbe stato un successo. Eloise avrebbe coronato il suo sogno d'amore, mentre Cormac, con un po' di fortuna, si sarebbe sistemato - e avrebbe finalmente smesso di importunare il genere femminile tutto.
In quel momento, Katie si sentiva una vera maga dello schema tattico e della strategia di gioco; ancora una volta, Oliver sarebbe stato molto, molto fiero di lei.
In quella, si udì il cigolio della porta del dormitoro che si apriva.
 «Permesso?» chiese una voce dal timbro deciso  facendo sobbalzare le tre ragazze, che saltarono indietro con aria colpevole.
Hermione Granger aveva appena fatto il suo ingresso nella stanza e le guardava incuriosita.
«Oh, ciao Hemione» la salutarono loro, strisciando i piedi sul pavimento di pietra.
«Scusate l'irruzione, ragazze» sorrise lei «Senti, Leanne, volevo chiederti: ce li hai ancora quei meravigliosi sali da bagno alla vaniglia?»
«Sì, perché?»
«Ho deciso di sparire per qualche ora nel bagno dei Prefetti, sapete» spiegò la ragazza, massaggiandosi una spalla irrigidita dalle troppe ore di studio.
«Oh, merda!» escamò Katie, presa alla sprovvista.
Hermione si voltò verso di lei, guardandola perplessa.
«Qualche problema?!»
«Katie voleva solo dire che quel bagno puzza» esclamò provvidenzialmente Leanne, prendendo in mano la situazione. «Senza contare il fatto che Mirtilla Malcontenta.... beh, adora quelle tubature. Credimi, Hermione, non ti rilasseresti affatto laggiù. Ma mi è appena venuta un'idea migliore...» continuò, con fare invitante. «Il giovedì sera, le sorelle Patil si ritrovano per fare yoga. Perché non ci uniamo a loro?»
«Sono incontri davvero sensazionali» aggiunse precipitosamente Katie, tentando di mantenere il sangue freddo.
Eloise boccheggiava, incapace di proferire parola. Per un attimo, Leanne temette che sarebbe soffocata.
«Yoga? Interessante» rispose Hermione, dopo un attimo di riflessione. «Perché no? Sempre meglio che doversi sorbire le lamentele di Mirtilla. Va bene, allora: mi unisco a voi!» E salutate le compagne, si girò per andarsene.
«Che tu sia lodata, Leanne» sospirò Katie, riprendendo fiato, dopo che la ragazza ebbe lasciato la stanza. 
«Sempre sia lodata!» le fece eco Eloise, recuperando lentamente colore. 
 
*
 
«Frescopino!» 
Si udì lo scatto della serratura e, subito dopo, la porta si aprì cigolando. Una lama di luce fendette il buio della stanza.
McLaggen fece appena in tempo a scorgere una figuretta bassa che entrava e si girava per richiudere la porta, recitando sottovoce un sommesso Colloportus. Subito dopo, il bagno dei Prefetti sprofondò nella più completa oscurità.
Ma cosa...
«Lumos!» esclamò il ragazzo, tentando invano di fare accendere le lampade.
Niente da fare: il bagno rimase nero come l'inchiostro più impenetrabile
Poco dopo, un pulviscolo sottile gli solleticò il naso, rivelandogli l'inconfondibile presenza,nell'aria, della polvere Buiopesto Peruviana.
“Acqua cheta di una Granger... non vuole farsi riconoscere! Ma oh, adesso gliela faccio vedere io" pensò, determinato. Fermamente deciso a fare leva sull'effetto sorpresa, scattò in avanti verso il punto in cui, teoricamente, avrebbe dovuto trovarsi  Hermione, protendendo le mani. E difatti, dopo pochi passi, andò a sbattere contro qualcosa che presentava la precisa consistenza di un morbido e profumato corpo femminile.
Senza spendersi in inutili giri di parole, McLaggen afferrò il viso della ragazza e prese a baciarla con metodica furia. Quella guastafeste di Katie gli avrebbe sicuramente detto che così non andava affatto bene, ma lui aveva già deciso che avrebbe preso la situazione di petto e che, questa volta, non avrebbe dato modo ad Hermione di tirarsi indietro.
In ogni caso, si sarebbe quantomeno aspettato un moto di sorpresa, oppure di sentirla proprompere in un qualche tipo di sbalordita esclamazione. Ma lei non reagì in modo avverso al suo abbordaggio cotanto improprio e risoluto, né proferì verbo. Anzi. Gli si strinse addosso voluttuosamente e rispose al suo bacio con un ímpeto tanto energico da fargli quasi mozzare il fiato.
"Ma che femmina focosa!" si stupì lui, leggermente stordito. Hermione Granger non gli era mai parsa, per così dire, una bomba di sensualità. Ma chissà: forse il senso di segretezza favorito dalle tenebre era riuscito ad allentare un po' i suoi freni inibitori. Piuttosto rinfrancato, McLaggen decise quindi di godersi il successo del suo approccio così azzardato e fece scivolare le mani verso il basso, abbracciando con forza la vita sottile della ragazza.  Se la sentì rabbrividire fra le braccia; tuttavia, lei non fece nulla per scansarlo né tentò di divincolarsi.
E lui ne approfittò per stringersi ancora un po' contro a quel corpo morbido e caldo, decisamente piacevole al tatto, mentre lei lo baciava in modo assolutamente divino, proprio come piaceva a lui, con il giusto mix di furore e dolcezza.
Eloise Midgen era rimasta impietrita quando lui le si era appiccicato addosso così, senza alcun preambolo. Passata la sorpresa del momento, tuttavia, si era immediatamente ripresa.
La ragazza non aveva mai baciato nessuno in vita sua ma, paradossalmente, sapeva benissimo come fare: nel corso degli anni, infatti, aveva studiato l'argomento con assoluto puntiglio ed estrema diligenza. 
Libercoli rosa. Fotoromanzi a puntate pubblicati sul Settimanale delle Streghe. Articoletti di approfondimento divulgati dal Settimanale dele Streghette. Una collezione di Harmony particolarmente piccanti prestatale dalla cugina Maganò durante l'estate precedente. Per non parlare di quella mezza dozzina di volumi provenienti dal Reparto Proibito della biblioteca, soffiati alla Pince con stratagemmi rocamboleschi.
A ciò, andava ad aggiungersi il fatto che era sempre stata una persona che amava agire con metodo. E di certo, ritrovarsi fra le braccia di colui che tanto le piaceva non fece che aumentare il suo desiderio di fare le cose per bene.
Cormac McLaggen, manco a dirlo, era in estasi.
La sensazione di starsene lì al buio più completo a pomiciare con una così arrendevole e passionale Hermione Granger era talmente elettrizzante che il ragazzo, incapace di pensare ad altro, si era abbandonato senza riserve al piacere del momento. Dopo una manciata di minuti, però, iniziò a rendersi conto di alcuni altri dettagli che cominciarono a lasciarlo piuttosto perplesso.
Per esempio: aveva sempre avuto l'impressione che Hermione fosse un pochino più alta e secca, decisamente meno... formosa. Non che questo fosse un difetto, anzi - figuriamoci: lui, un corpo curvilineo, non l'avrebbe mai potuto considerare una pecca.
Tuttavia, avvertì subito un certo bisogno di indagare.
Incerto, risalì con la mano lungo la schiena sinuosa della ragazza, alla ricerca dei caratteristici riccioli un po' stopposi. Le sue dita, immediatamente esitanti, indugiarono invece su di una chioma liscia, soffice e setosa, che sprigionava un soave profumo di mirtillo.
«Ma tu... ehi, tu non sei Hermione Granger! » balbettò, confuso.
«E tu non sei certo Rondald Weasley» gli rispose prontamente una voce dal timbro dolce e gioviale che, definitivamente, non-era-quella-della-Granger. Una voce che lui era sicuro di avere già udito da qualche parte ma che, lì per lì, non fu in grado di riconoscere.
«Il che, in un certo senso, ci mette alla pari, non trovi?» osservò la ragazza misteriosa con una risatina, prima di avventarglisi addosso per impossessarsi di nuovo delle sue labbra.
Lo slancio e la sorpresa gli fecero perdere l'equilibrio.
E così, con un tonfo epico - e sollevando uno tsunami di acqua aromatizzata agli aghi di abete bianco - Cormac McLaggen e Eloise Midgen caddero di schianto nella vasta e capiente piscina del bagno dei Prefetti.
 
La situazione era a dir poco surreale.
Non si vedeva assolutamente nulla; la polvere Buiopesto Peruviana  continuava ad ammantare l'aria della più completa oscurità. Ciascuno dei due udiva soltanto lo sciabordio dell'acqua, smossa dall'altro nel tentativo di rimanere a galla. McLaggen si accorse che la ragazza tossiva e si dimenava frenetica a pochi passi da lui; per un istante temette che stesse per affogare e, allarmato, si mise a cercarla.
Puntò i piedi sul fondo della vasca (che lui, a differenza di lei, riusciva a toccare senza sforzo) e le si avvicinò il più velocemente possibile, procedendo a tentoni, finché non andò letteralmente a cozzare contro di lei. Trovatala, la sollevò per tenerla fuori dall'acqua; poi, risalendo adagio sul fondale inclinato, si mise alla ricerca del margine della piscina, con lei che ancora si agitava in modo inconvulso.
Quando finalmente andò a sbattere col ginocchio contro la parete piastrellata, la issò senza sforzo e la mise seduta sul bordo, con le gambe a penzoloni. Lui rimase dentro alla vasca, in piedi davanti a lei, cercando di capire se stava bene.
Era un po' preoccupato. La ragazza tossiva e non la smetteva di sputacchiare acqua dalla bocca.
«Gra... grazie. Mi hai... huuuff» sussurrò infine lei, riprendendo fiato, quando si fu un po'calmata.
«Dimmi chi sei» le chiese subito lui.
«N-no»
«Perché no?»
«Preferisco così». 
«Ma perché hai voluto uscire con me?» insistette lui, avvicinandolesi piano piano. Si accostò alle sue ginocchia e, quando appoggiò i gomiti e gli avambracci sulle sue cosce, la sentì rabbrividire leggermente.
«Perché... beh, ma è evidente. Tu mi piaci molto, Cormac» mormorò lei dopo qualche secondo, con semplicità. Era una risposta ovvia ma lui, lì per lì, la trovò assolutamente sorprendente.
«Si direbbe che tu sia l'unica» le disse allora, con una risatina amara. Non avrebbe saputo spiegare perché, ma aveva l'impressione che il buio l'avesse messo al cospetto di se stesso, in una dimensione nella quale non era necessario adottare atteggiamenti sciocchi, superficiali e spavaldi, ma in cui era possibile, semplicemente, essere sinceri. «Le altre ragazze, di solito, scappano quando mi vedono arrivare».
«Non sanno quello che si perdono, quelle sciocche!» esclamò lei, di slancio, tendendo la mano per sfiorargli la guancia. In quella si chinò leggermente, andando a solleticargli il viso con i capelli bagnati.
«Perché dici così?»
«Perché non hanno la pazienza di voler guardare oltre la tua corazza da falso imbecille».
«Falso... ma ehi!» 
Lei ridacchiò e gli accarezzò i capelli color del miele. Non risuciva a vederli, ma era come se li avesse davanti agli occhi proprio in quel momento.
«E tu, invece, che cosa vedi?» le chiese Cormac, gustandosi la carezza.
Lei non rispose.
Scostò leggermente le ginocchia, facendogli spazio per poterlo abbracciare più strettamente. E lui, che non si aspettava quella mossa, rimase un po' interdetto. Ma non si tirò indietro e l'abbracciò a sua volta, sussultando leggermente quando lei gli appoggiò il mento sulla spalla.
Si sentiva leggermente spiazzato. 
Nessuna ragazza l'aveva mai abbracciato di sua spontanea volontà fino ad allora, men che meno dimostrandogli affetto. E la cosa gli piacque, e molto, anche.
E un po' si stupì di se stesso: in altre circostanze, se si fosse trovato fra le ginocchia di una ragazza, avrebbe certamente tentato di allungare le mani in modo indebito o, in qualche modo, di approfittarne per forzare un po' le cose.
Ma la sensazione era così bella che lui non la volle rovinare.
«Dimmi chi sei» la pregò nuovamente.
«No».
«Ma perché no?»
«Non voglio rovinare questo momento».
«Ma di cosa hai paura?»
«Di non piacerti».
«Ma è impossibile! Sono sicuro che sei bellissima».
«L'aspetto è così importante, per te?»
«Andiamo! Ma che discorsi sono mai questi? Manco fossi grassa, baffuta, strabica o che so, brufolosa...».
La sentì irrigidirsi contro di lui. In men che non si dica, lei si sfilò dal suo abbraccio e  saltò precipitosamente in piedi, lasciandolo lì ad annaspare sul bordo della vasca.
«Aspetta! Dove vai?» le urlò lui, allungando le mani per cercare di fermarla.
«Addio» rispose seccamente lei, e corse via, senza dargli la possibilità di riacciuffarla.
«Torna indietro!» la supplicò Cormac, invano. 
Ma la ragazza aveva già raggiunto la porta, l'aveva  aperta di scatto e se n'era andata, lasciandolo solo e col kilt ancora a mollo. Lui rimase lì impietrito, senza sapere bene cosa fare.
“Devo... devo assolutamente ritrovarla!”  pensò, sgomento.
Già, ma come?
Non sapeva assolutamente nulla di lei, a parte che era bassina, morbida e profumata di mirtillo. Sai che informazioni...
Mentre puntava le mani sulle piastrelle del bordo per saltare fuori dalla piscina, però, sentì qualcosa di metallico pungergli il palmo. McLaggen raccolse il piccolo oggetto per esaminarlo alla luce che, con l'effetto della polvere Buiopesto Peruviana in esaurimento, aveva ripreso a filtrare attraverso i vetri piombati delle finestre.
Era un orecchino d'argento con un piccolo ovale di corallo incastonato sopra.
Il ragazzo lo rigirò a lungo fra le dita, osservandolo perplesso.
   
 
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