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Autore: Favatralenuvole    20/05/2018    2 recensioni
"Non ero divina.
Non ero dislessica.
Non ero iperattiva.
Andavo bene a scuola,non mi accadevano episodi inspiegabili e i miei genitori erano morti in un incidente.Fine."
Nicky arriva al Campo Mezzosangue senza ver mai manifestato alcun segno riconoscitivo tipico dei semidei,non sembra avere alcun potere e la prima sera non viene riconosciuta.
Quando succede,però,avrebbe preferito rimanere una reietta.
Una missione mortale (ci mancherebbe!) e un dio momentaneamente umano tra i piedi non la aiuteranno di certo a risolvere i suoi problemi.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Apollo, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Will Solace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non è bellissimo fare colazione con gli amici? Il profumo dei cornetti, l'aroma di caffè, le frivole chiacchiere, i discorsi su come recuperare il potere degli dei dell'Olimpo… aspetta, come?

-Scusa, ma Artemide non è mica l'unica dea vergine.

Eravamo fermi allo stesso discorso da mezz'ora.

Apollo sospirò.

-Per l'ennesima volta, Nicky: non si tratta di fare sesso. LEI LI ODIA, GLI UOMINI.

-Evvai!- Intervenne Nico.

-A me i ragazzi piacciono tantissimo- Dichiarai per tirarli su.

-Anche a me…- Sussurrò Nico a voce bassissima.

-Mi associo.

-Allora potreste mettervi insieme, voi due. Sareste adorabili!- Li stuzzicai.

Sputarono contemporaneamente il caffè. Indovinate addosso a chi?

-RAGAZZI, MA CHE SCHIFO!

-Lo diciamo noi, che schifo!- Ribatté Nico.

-Cosa vorresti dire, scusa?- Chiese Feby (ogni tanto cambio, sapete com’è), indispettito.

-Ehiehi, lasciate perdere. Stavo scherzando.

Non ero di certo stupida (o forse un pochino sì, ma non era quello il punto): non solo Nico vantava già un simpatico consorte, ma quei due sarebbero stati la coppia più male-assortita, litigiosa, imbarazzante e senza-alcun-futuro del mondo intero.

 

Cercare Artemide fu abbastanza facile.

N’évvero.

Principalmente per due motivi: innanzitutto, era dalla super-tartaruga nella banca che non succedeva qualcosa di DAVVERO figo (no, okay, ero quasi morta una settimana prima, però non era stato eccitante), e non mi sembrava giusto, sinceramente. Sì, lo so che avrei dovuto essere contenta, della serie “nessuno sta cercando di ammazzarmi! Yeee”, però dai, che noia. In secundis perché le Cacciatrici non si sarebbero mai fatte trovare facilmente: erano piuttosto selettive e riservate, e non volevano che tre cafoni come noi mettessero i loro nasini negli affari personali di 'Mide.

-Mi spieghi esattamente cosa stiamo facendo?- Chiese Nico ad Apollo, esasperato.

-Contattiamo mia sorella.

-Quindj stiamo bruciando limoni su un finto altare di cartone per questo?

-Da ex-dio, posso assicurarti che a me farebbe piacere.

-I limoni bruciati?

-Chiamasi sacrificio- rispose lui, acido- Incredibile, vero?

-Non ci trattare male!- Piagnucolai.

-Sentite, è inutile!- Esplose Nico, con la solita positività, dolcezza e fiducia.

-Questa tipa non ci si fila, e non ci filerà mai. L'unica cosa da fare è trovare la sua stupida Fonte, così sarà costretta a venirsela a prendere, e noi potremmo romperle le palle su dove si trova la tua, caro Appy.

-Non ci trattare male!- Piagnucolai ancora.

-Muovetevi.

 

-Dimmi l'opposto di verginità.

-Sesso?

-Mmm, non ci aiuta. L'opposto di “foresta”?

-New York?

-Un po’ generico. Quello di caccia?

-Pesca!

-Aspetta- Nico aggrottò la fronte -Perché l'opposto di caccia dovrebbe essere pesca?

-Ma che ne so? Sai una cosa, Apollo la conosce meglio, è sua sorella. APPY VIENI UN PO’ QUI.

-STO FACENDO LA DOCCIA.

Perché SÌ, signori, non eravamo nella nostra amata tenda. Avevamo preso una camera d’albergo per un paio di notti, giusto per pensare un po’ più tranquillamente. E poi, teoricamente, ero ancora un’invalida: incredibile ma vero, una pugnalata alla schiena faceva male.

Appyno uscì dal bagno.

Ora, io non voglio raccontarvi della scena più stereotipata del mondo, in cui il figo di turno esce dalla doccia con un asciugamano a coprire le sue grazie e i poveri disgraziati che posano gli occhi su di lui vengono accecati da cotanta bellezza.

Non mi pare corretto.

-Beh? -Chiese lui.

-Beh che?

-Beh tu.

-Cosa?

-Eh?

-Quando?

-Lasciamo perdere! -Ci interruppe Nico (secondo me lo facevamo morire ma non voleva ammetterlo).

-Dove potrebbe trovarsi la Fonte di tua sorella?

-Non lo so!

-Sforzati, ciccio.

-Mi stavo asciugando i capelli!

Mi venne un’ideona.

-Vié qua, Appyno, ci penso io.

Riluttante, si sedette sul letto. Io presi la spazzola sul comodino e cominciai a pettinarlo, incantata. Aveva dei capelli meravigliosi, folti e mossi.

-Dovresti legarteli.

-Lo faccio, ogni tanto.

Fallo, fallo, fallo, fallo.

-Nah, secondo me se li deve tagliare.

Mi girai verso Nico.

-Ma sei. Totalmente. Fuori?

Lui si strinse nelle spalle.

-Mi piacciono corti.

-Se fossi un dio, in questo momento potrei cambiarli a comando -Puntualizzó il povero, bistrattato Appy.

No, vabbè, lo odiavo.

-Li hai mai avuti rossi? -Chiese Nico, quasi interessato.

-Beh, una volt- MA LA SMETTIAMO DI DISTRARCI?

 

 

Picchiettai un dito sulla spalla di Nico.

-Sí? -Lui si girò verso di me, di nuovo sul sedile posteriore della macchina.

-Guarda là!

Arrossí un po'. Era pur sempre un ragazzo d'altri tempi. Stavo infatti indicando uno strip-club, il “Moon”. Non era la prima volta che passavo di lí, e non avevo mai notato quel luogo. Non che vada spesso a cercare strip-club, peró era un edificio piuttosto appariscente. Forse aveva qualcosa a che fare con la nostra avventura? Non avevo altre idee, quindi mi convinsi di sì.

Feci male.

Apollo accostó e si avvicinó all'entrata. Avrebbe aperto due ore più tardi e potevano entrare solo i maggiorenni.

Cioè in pratica, solo lui, che aveva un comodo documento falso (e quattromila anni).

Io e Nico ci rimanemmo male.

-Daiiiiii.

-Non è un posto appropriato per due pampini innocenti come voi, e comunque non posso fregare il tizio all'entrata.

-Mi stai seriamente dicendo che rimaniamo qua fuori mentre fai tutto da solo?- Chiese Nico, scettico.

-Non è che a me faccia impazzire come idea, eh.

-No, Appy! Io mi preoccupo!

-Oooooooh, che cara.

Erano ben due giorni che non lo abbracciavo e questo era davvero terribile.

IO HO BISOGNO DI COCCOLE.

E se Appy non me le faceva, restava Nico e Nico… beh, era Nico.

All'orfanotrofio c'erano i bimbi che mi si appiccicavano sempre addosso (e io fingevo che mi desse fastidio, quando in realtà sono un’orsetta del cuore) e Clemmy, e pure Gerald ogni tanto si faceva dare un bacio sulla guancia ispida (anche lui fingeva che gli desse fastidio). E ora Appy era più freddo che mai, Nico era Nico e io ero un’orsetta sola. Tra l’altro pensare a Clementine e Gerald mi aveva fatto tornare in mente il sogno che avevo fatto, e mi rattristai. Mi nascondevano qualcosa. L'avevano sempre fatto.

Dopo cena, Appy si incamminò. Io e Nico rimanemmo addossati alla macchina, a chiacchierare.

-Nickino.

-Vuoi morire?

-Niccoló?

-Conto fino a tre.

-Sai perché Apollo è freddo con me?

Lui arrossí di colpo.

-Non ne ho idea.

-Tu menti, giovane.

-Giovane?

-Lascia perdere. Seriamente, tu lo sai.

-Eeeh… potrebbe anche darsi.

-DIMMELO SUBITO!

-Prometti che non ti arrabbi?

Fece gli occhi da cucciolo. La me-orsetta si sciolse come burro al Sole (tutti quei riferimenti al Sole stavano diventando imbarazzanti), ma non mi feci intenerire.

-Non ti prometto nulla.

-Ho consigliato ad Appy di… essere più cauto. Ecco, io non voglio dire che potresti innamorarti, per carità di Zeus, perooooó-

-CIOÈ GLI HAI DETTO DI STARMI LONTANO?

-Circa.

-NICO STAI PER FARE UNA VISITINA DA TUO PADRE.

-NICKY! TUTTI I SUOI FIDANZATI SI TRASFORMANO IN MERAVIGLIE DELLA BOTANICA!

Arrossii anche io.

-Noi non stiamo mica- sei tu che ci hai visto- hai fatto tutto da solo!- Balbettai.

Lui rise.

-Che carina!

Stava per ricevere un calcio rotante alla Chuck Norris, quando Apollo tornò indietro, correndo. 

-Trappola.

 

 

Entrai nel club, un luogo pacchiano e francamente un po’ squallido. Le casse facevano rimbombare una pessima canzone da discoteca, e seduti sulle decine di divanetti c'erano uomini di tutte le età, che guardavano ragazze succinte ballare intorno ai pali. I loro occhi rossi mi fissavano, inquietanti.

Io, che passavo le giornate sull'Olimpo, ridotto a visitare un posto del genere. Anche l'igiene poteva essere migliorata, se proprio dovevo essere sincero: avrei scritto una recensione molto negativa su TripAdvisor.

Pensai ai due semidei ad aspettarmi fuori ed accellerai il passo, ma non trovai niente che potesse interessarmi, a parte la donna con la coda seduta in un angolo.

Aspetta.

Occhi rossi?

Donna con la coda?

Mi girai lentamente. L'intero locale stava scomparendo, perché, semplicemente, non era mai esistito. In quanto dio, non credevo che la Foschia potesse ingannarmi a tal punto.

Mi limitai a correre fuori, mentre tutti i clienti e le spogliarelliste presenti si trasformavano in mostri.

Non mi accorsi dell'arco argentato che brillava nell'angolo.

 

Quando raggiunsi i miei amici mortali, Nicky stava per uccidere Nico.

Che carini i mortali quando si arrabbiavano. Erano convinti di essere minacciosi, ma a me sembravano gattini particolarmente scocciati.

-Trappola.

-COSA?- Urlarono insieme.

-Lí dentro sono tutti mostri. Il locale era frutto della Foschia. Guardate.

Indicai l'edificio, che si stava sgretolando sotto i nostri occhi.

Mi aspettavo che dicessero qualcosa tipo: “Ma è terribile! Il Sommo Dio di Tutto Ciò Che È Buono E Giusto ha rischiato la vita per noi! Presto, scappiamo. Non vogliamo morire per mano dei nostri!”

Quella totale pazza di Nicky, invece, gridò: -Ma allora è praticamente sicuro che abbiano loro la Fonte!

E si precipitò dentro.

Nico imprecò in greco antico, poi la seguì.

Io sospirai e gli andai dietro.

-Chi ti capisce è bravo- Le sussurrai, una volta riuscito a raggiungerla. 

Mi sarebbe mancata, una volta tornato dio (sempre che ci fossi riuscito). Mi sarebbe mancato anche Nico, per carità. Ma lei aveva quel modo di fare così leggero, allegro, rumoroso. Non c’era niente di troppo sacro per lei: tutto poteva essere oggetto delle sue battute irriverenti e demenziali, dei suoi giochi di parole, delle sue risate convulse, che facevano più ridere della battuta stessa. 

In altre parole, era una ragazza che ai tempi d'oro avrei trasformato in una raganella sarda.

Ora, non più. Mi ero affezionato alla velocità della luce (PERCHÉ SONO IL SOLE! Scusate, passo troppo tempo con quella ragazza). Semplicemente, era un'influenza positiva. Era sempre un piacere averla attorno, sentirla parlare, stuzzicarci. Era affascinante vederla combattere senza alcuna tecnica né addestramento ma semplicemente a pancia, con i capelli biondi che le svolazzavano intorno. Era una tipa strana, pensai, e le tipe strane mi piacevano.

Mi riscossi dai miei pensieri e guardai le mie due potenziali raganelle sarde, che si battevano ferocemente contro una… chimera? Può darsi.

Presi il mio arco e mi unii alla caciara.

 

 

Avevamo già sistemato un buon numero di mostri, quando una voce profonda di donna ci fece voltare.

-Cercate questo, per caso?

L’orsa (sì, l’orsa) indicò quella che era chiaramente una Fonte. Avevo ormai imparato a riconoscerle. In questo caso, un arco argentato e finemente decorato, brillante di luce lunare.

-È di mia sorella- Sussurrò Apollo, con un filo di nostalgia della voce.

-Sapete chi sono? -Ci chiese la Signora Orsa.

-Un personaggio di “Riccioli d'Oro”?- Sdrammatizzai io. Appy mi lanciò un'occhiataccia, sussurrando qualcosa come “raganella sarda”. Quel tipo stava uscendo di senno.

-Sono Polifonte. E la tua amata sorellina, Apollo, mi ha punito con questa meravigliosa forma, dopo che ero stata violentata. Mi ha abbandonata, disgustata.

Nico, vicino a me, si irrigidii. Sapevo cosa stesse pensando.

“Odio quando il cattivo ha un motivo valido”.

Il dio non disse nulla.

-Dammi un motivo per non bruciare questa Fonte e uccidere te.

Io sguainai la racchetta. Stavo prendendo lezioni per la spada, ma non ne avevo ancora una.

-Dacci la Fonte e lasciaci in pace.

Lei rise.

Poi mi attaccó.

La racchetta non serví a molto. Mi morse alla gamba, e cercai di non svenire alla vista del sangue.

Tutte a me, oh.

-Polifonte! Ero pronto a scusarmi in nome degli dèi, ma la tua sete di vendetta non ci lascia altra scelta. La ucciderai.

E Apollo la colpì con una freccia, mentre Nico recuperava con uno scatto fulmineo il prezioso arco.

L'orsa ringhió per il dolore e lo attaccó, mentre le dracene ci circondavano. Io mi alzai, pallida, ma decisa.

O schiattiamo tutti, o non schiatta nessuno.

Eravamo accerchiati da ogni parte, l'orsa a un millimetro da Appy.

-Mi dispiace -Mormoró lui.

Lei si ritrasse un momento, stupita, e ne approfittammo per colpirla, e ucciderla.

Non mi ero mai sentita così in colpa.

Mentre la povera donna Orsa si riduceva in cenere, riflettei.

Certo, eravamo stati attaccati da una nemica di Artemide e avevamo recuperato la Fonte.

Ma avevo come l’impressione che il locale di Foschia, la dracena che mi aveva pugnalato, le trappole in cui stavamo cadendo fossero architettare dagli dèi stessi. Perché i miei compagni di squadra non erano mai soggetto di questi attacchi?

Il panico si impossessò di me.

 

Con la Fonte nello zaino, pensai di parlare agli altri dei di quegli stronzi dei loro parenti, mentre passeggiavano senza motivo apparente motivo in un parchetto.

-Ragazzi, credo che gli dèi stiano cercando di farmi fuori.

Nico sospirò: -Nic, voglio essere onesto, con te.

-Pensavo volessi essere Nico.

-La tua ossessione per le battute demenziali si propaga alla stessa velocità del morbo della peste nera.

-E poi è vecchia.

-Non così tanto.

-Sono uscito dal ventre di Leto che già la conoscevo, praticamente.

Ridemmo, e per un po’ mi rilassai.

 

 

~ANGOLO AUTRICE~

Ce l'ho fatta. Boom.

Mi fa un po’ schifo la fine del capitolo, ma dettagli.

Ah, non ho niente contro le ragazze che decidono di fare le spogliarelliste, il posto è squallido perché è squallido, non per loro, che poi in realtà erano mostri, vabbè.

Primo POV di Appy :)

Nel prossimo capitolo conto di mettere qualcosa di più figo, dialoghi semi-seri, e altre coseh belleh, quindi restate sintonizzati <3

A prestoo.

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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