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Autore: AdhoMu    22/05/2018    4 recensioni
[Leanne/Montague]
Montague (Kain? Craig? Graham?) e Leanne (di cognome?).
Due personaggi dalle identità confuse e di cui sappiamo pochissimo.
Un incontro inaspettato darà vita ad un rapporto che si svilupperà nei mesi precedenti allo scoppio della Seconda Guerra Magica e che li porterà, con un po' di fortuna, a trovare se stessi l'uno nell'altra.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kain Montague, Leanne, Mary MacDonald, Mulciber
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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10. Fili di lana tessuti fra passato e presente.
 
- Hai giocato bene sabato scorso.
- Oh. Ti... ti ringrazio.
La ragazza lo guardò, un po' titubante. Non era da lui spendersi in commenti sulla sua tecnica di gioco. Tutt'altro: più di una volta, la frequenza degli allenamenti era stata motivo di violenti dissidi fra loro. Era stata una delle ragioni della sua decisione. Non la principale, certo. 
C'erano cose molto, molto più gravi, in ballo.
E difatti, rotto il ghiaccio, lui riprese la parola e palesò le sue intenzioni.
- Ovviamente non ti ho chiesto di incontrarmi per parlare di Quidditch.
- Lo immaginavo.
- Brava. E qui va la mia domanda: ci hai pensato?
Lei prese tempo, perché rispondergli era davvero molto, molto complicato. Ares le piaceva ancora. Ma non lo riconosceva più. Non era più lo stesso, da troppo tempo ormai. Non riusciva più a mentire a sé stessa: era cambiato, e lei non approvava per nulla quello che combinava insieme ai suoi compari. 
Erano cose cattive. Erano cose insane. 
Aveva cercato tante volte di farlo ragionare, ma le sue parole erano cadute nel vuoto. E così, col cuore a pezzi, lo aveva lasciato.
- Sì - gli rispose quindi, sentendosi pizzicare gli occhi.
- E...?
- E niente, Ares. Indietro non si torna.
- Tu straparli - le disse lui avanzando di qualche passo, con fare minaccioso.
- Sì invece. Sono le cose che combinate voi, ad essere folli! - urlò lei, tirandosi indietro. Ares le faceva paura, quando metteva su quella faccia. Prima, non le si sarebbe mai rivolto in quel modo. Prima.
Il ragazzo stese la mano e l'afferrò dietro la nuca, facendo affondare le dita nella morbida criniera di riccioli color del miele che lei lasciava sciolti sulle spalle. L'attirò delicatamente a sé e apoggiò la fronte alla sua:
- Mary - le disse con dolcezza. Per un secondo, le parve di riconoscere il vecchio Ares, quello che aveva amato e con cui per un breve periodo era stata felice. Dentro di sé, però, sapeva perfettamente che era tutta un'illusione. - Non sono cose... cattive, come pensi tu. Devi solo cercare di vederle da un altro punto di vista. Sono cose che possono cambiare...
- Sì che lo sono! È magia oscura, Ares!... È una cosa cattiva!...
- Ti hanno fatto il lavaggio del cervello... - Ares cominciava ad irritarsi. - Apri gli occhi! Quei tuoi amici supponenti... Potter, la Evans, quel rammollito di Black... ti vogliono separare da me.
- No! - la ragazza si divincolò - Voi... siete voi ad essere tutti dei pazzi!
Sfoderò la bacchetta, puntandogliela contro. Lui si irrigidì.
- Mi stai minacciando? - le chiese spingendola via, il volto istantaneamente adombrato, gli occhi stretti a fessura.
- Lasciami... lasciami in pace! Io non... non esisto più per te! - gridò lei. Arretrò affannata e gli voltò le spalle, tentando di allontanarsi di corsa.
Ma lui non glielo permise.
- Tu non vai da nessuna parte. Levicorpus! - Mary, colta di sorpresa, si ritrovò a galleggiare a mezz'aria. Annaspò, tentando di liberarsi, mentre lui si avvicinava a passi pesanti, facendo svolazzare la veste nera - Tu, per quanto mi riguarda, stai ancora con me. Non spetta a te decidere se lasciarmi o no. Hai capito? 
- Lasciami andare!
Lui la fissò, impassibile.
- Tu sei ancora la ragazza di Ares Mulciber – soffiò, digrignando i denti. - Non-spetta-a-te-decidere.
Lei continuava a dibattersi. Tutta quella ostinazione lo fece infuriare; agitata la bacchetta, pronunciò senza pensarci un paio di paroline che aveva imparato da poco. Gliele aveva ripassate Lestrange, che le aveva a sua volta scovate in un vecchio libro del reparto proibito.
Mary cominciò a contorcersi e boccheggiare. Il ciondolo che portava al collo (un piccolo uccello con la coda di fuoco), fuoriuscito dal colletto della camicia nel momento in cui lei aveva preso a levitare, si tinse di un intenso azzurro cobalto. Il ragazzo rimase fermo ad osservare la scena, sgomento e affascinato al tempo stesso.
In quel momento, due voci maschili sconosciute risuonarono all'unisono:

- Finitus!
- Expelliarmus!
Il primo incantesimo andò a buon fine: Mary, liberata, ricadde pesantemente al suolo. Il secondo, invece, non raggiunse l'obiettivo. Ares Mulciber sbattè le palpebre e si riscosse, per poi darsi alla fuga verso l'estremità opposta del corridoio.
I due ragazzi che erano intervenuti si avvicinarono, piuttosto scossi. Intorno al loro collo erano annodate cravatte gialle e nere della Casa del Tassorosso.
- Chi era...?
- Non l'ho visto in faccia... 
- Serpeverde, però.
- Indubbio.
- È... è viva? - il più basso dei due, un giovane coi capelli lunghi e scuri, si avvicinò a Mary.
- Credo di sì, Benji - rispose il suo amico, un soggetto alto e biondo piuttosto ben piantato.
- La portiamo in infermeria?
- È il minimo - il ragazzo alto la rigirò, tirandola su di peso. - Oh! Ma per l'erbario di Tosca...
- Che c'è, Sturgis?
- Ma io la conosco... guarda! Questa è la Macdonald... la Cacciatrice del Grifondoro!...

 
*

- Ma certo che ce la puoi fare.
- Tu sei matta. Ci spaccheremo tutti e due!
- Senti un po' - sbuffò Leanne per la decima volta. - Sei l'unico di cui si abbia notizia che sia riuscito a smaterializzarsi dentro Hogwarts...
- Ma qui si tratta di percorrere migliaia di chilometri! - borbottò Graham, seccato. - Le Shetland non sono mica dietro l'angolo, lo sai?
Leanne lo stava scocciando da due giorni per convincerlo a fare una capatina nel Nord. Non che lui non morisse dalla voglia di saperne di più sulla questione della copertina di lana. Ma proprio non sapeva come raggiungere quel luogo tanto remoto. Raggiungerlo con la scopa in pieno inverno era da pazzi, e poi Leanne non era capace di tenersi in equilibrio per più di trenta secondi (la sua Firebolt reggeva a malapena lui; cavalcarla in due era decisamente fuori discussione). Attivare una Passaporta esigeva competenze troppo complesse per loro. La Metropolvere... bah, non conoscevano l'indirizzo di nessun camino, lassù. E così, lei aveva preso ad assillarlo sul tema della smaterializzazione.
In quella, la porta della sala da pranzo si aprì ed entrò Greta.
Si trovava ancora a Villa Montague, ma la vedevano di rado. Quel mattino aveva il viso triste e le palpebre gonfie; sembrava avesse pianto. Vedendoli, però, scosse la testa e s'impose di sorridere.
- Si bisticcia, qui dentro? - domandò, sforzandosi di apparire allegra.
- Ordinaria amministrazione - rispose Leanne, ancora sulle spine.
- Leanne è una testona - bofonchiò pigramente Graham, dando un tiro di Hermes. 
E con calma, spiegò alla sorella (continuamente interrotto da Leanne) il motivo dei loro botta e risposta. Greta li ascoltò attentamente; poi, al termine del racconto, si alzò in piedi ed esclamò:
- Potevate dirmelo. Di corsa a prendere mantelli e cuffie, da bravi. Fa molto freddo lassù, in questa stagione. 
I due la guardarono senza capire.
- Vi porto io, no?
*

Purtroppo, però, non avevano trovato nulla.
Le isole erano battute dai venti e dalle bufere di neve; intorno ad esse, le onde fustigavano violentemente le scogliere e i faraglioni.  Graham, Greta e leanne avevano tentato di parlare con qualcuno in due o tre villaggi, senza successo. In giro non c'era anima viva: né persone (maghe o babbane che fossero), né pecore. Faceva troppo freddo. I tre avevano fatto ritorno a Londra nel giro di poche ore, con le pive nel sacco e mezzi congelati, per la gioia degli elfi domestici, che si impegnarono ad imbottirli di bevande bollenti e dolci ad alto contenuto calorico.
E così, una volta ripresa la scuola (il 6 gennaio, Graham e Greta - che non aveva più fatto ritorno a casa Avery - l'avevano accompagnata a King's Cross per riprendere il treno), Leanne aveva dovuto rassegnarsi e ricorrere al Piano B.
Cosa che, sinceramente, non l'aggradava più di tanto.
"Forza e coraggio" si disse, avvicinandosi alla famigerata poltroncina posizionata accanto al camino della Sala Comune. La poltrona preferita di Cormac McLaggen. Al quale, da che mondo era mondo, Leanne rivolgeva la parola soltanto in casi di estrema necessità. "Ma questo" si impose di pensare, stringendo la copertina fra le dita "è un caso eccezionale".
- Ciao - esordì, respirando fondo. 
Il ragazzo, piuttosto sorpreso, tirò su la testa dalla sua lettura. Era uno dei soliti giornalini poco edificanti che la facevano imbestialire solo a guardarli. Leanne non riusciva proprio a capacitarsi del fatto che una tipa a posto come Eloise potesse sospirare per un soggetto del genere.
- Leanne - rispose lui, serafico. Mentre la metteva a fuoco, qualcosa parve accendersi nelle sue pupille. - Oh.
- Che... che c'è?
- Mi sembri... - il ragazzo raddrizzò la schiena. - Ehi! Non mi dirai che... no! Per Godric! Tu hai... Oh, per tutti gli anelli di Saturno... Kain Montague?!...
Leanne era scioccata. McLaggen si era sempre vantato di avere un fiuto speciale per certe cose. Ed evidentemente era vero, accidenti a lui. Altro che Divinazione: il ragazzo ci aveva preso in pieno, indovinando in un battito di ciglia quello che era successo durante le vacanze. Al suo confronto, la Cooman possedeva la sensibilità mistica di uno Snaso.
- Senti - sibilò, stringendo le labbra e abbassando la voce. - Sono cose che non ti riguardano!
Lui scosse la testa bionda e ricciuta e si ricompose un minimo.
- Oh, no. Certo che no - disse, reprimendo un risolino. - Cosa vuoi?
- La tua famiglia alleva pecore, giusto?
- Non esattamente. Il mio clan alleva le migliori pecore Vello Magico delle Shetland fin dai tempi dei Fondatori - precisò McLaggen, non senza un certo orgoglio.
- Giusto. E cosa mi sai dire di questa? - Leanne gli tese la copertina.
- Vello Magico, senza dubbio - disse lui, dopo una rapida analisi. - Dei migliori. Quanti anni ha?
- Diciassette anni e mezzo. La mia età.
- Precisamente. Vedi? Non si infeltrisce, non si creano palline, non si assottiglia né si indurisce. Non invecchia. È sempre morbida; più calda della lana normale, più leggera di qualsiasi altro filato.
Leanne lo ascoltava affascinata. Le era capitato poche volte di sentirlo parlare seriamente e con competenza di cose non legate ad argomenti sciocchi e inopportuni.
- Sapresti dirmi dove è stata fatta?
- No. Sembra realizzata ai ferri magici, però. E qui sul bordo - continuò McLaggen, mostrandole una fascia ornamentale composta da varie M intrecciate - vedo il motivo decorativo che mia madre chiama "Punto Mary".
- "Punto Mary"?
- Non chiedermi altro, per favore. Mica so fare a maglia, io, cosa credi?
- Ah, certo... Beh, grazie per le informazioni, Cormac.
- Di nulla. Ora - le propose lui, appellando rapidamente un'altra poltrona - perché non ti siedi qui e mi racconti cosa hai combinato durante le vacanze??
- Cretino.
- Opportunista - l'accusò McLaggen ridendo, senza prendersela minimamente.

 
*

Durante le vacanze di Pasqua, Graham e Leanne non riuscirono a vedersi. 
Il ragazzo, che aveva da poco cominciato il corso di Spezzaincantesimi, si trovava in Costa d'Avorio per ordine della Gringott. Dalle parole contenute nella sua ultima lettera, Leanne intuì che la cosa lo aveva fatto imbestialire oltre misura, ma che non aveva avuto scelta perché i folletti minacciavano di bloccargli la camera blindata. Le dispiaceva molto non vederlo perché le mancava tantissimo, ma era orgogliosa di lui. Fare lo Spezzaincantesimi non era da tutti; ci voleva una fibra particolare per quel tipo di lavoro e, evidentemente, Graham la possedeva.
Lei aveva comunque approfittato delle vacanze per fare una capatina al San Mungo e vedere come se la passava Katie. Fu molto lieta di scoprire che la situazione era nettamente migliorata: finalmente, era stata trovata una cura e tutto indicava che, nel giro di poche settimane, la sua amica (che, per ora, era ancora mantenuta in stato di incoscienza dai Guaritori) sarebbe tornata come nuova.
In quell'occasione, Leanne ebbe anche l'opportunità di chiarirsi con Oliver Baston, che quel giorno era di ottimo umore. A darle man forte, del tutto inaspettatamente, ci si mise anche Carbry Bell, che sul conto di Graham espresse un categorico "È un tipo a posto", sottolineandolo con uno sbuffo di fumo ad anello dall'aria ufficiale.
Alla fine il Portiere del Puddlemere United, che era sempre stato una delle persone più corrette e ragionevoli che Leanne conosceva, si lasciò convincere della necessità di rivedere le sue posizioni e si sbilanciò in un diplomatico "Vedremo".

 
*

Graham non sapeva che pesci pigliare. 
Aprile era già cominciato e il compleanno di Leanne si avvicinava. Voleva farle un regalo, ma non sapeva da che parte cominciare. Camminava su e giù per Diagon Alley durante la pausa pranzo, alla ricerca disperata di un'idea.
Capi di abbigliamento, profumi, accessori non gli passarono neanche per la testa. Lui, di quelle robe da femmina, non ne sapeva un cavolo e, francamente, non gliene fregava nulla. 
Tiri Vispi? Ma neanche per sogno. Non voleva finire ad Azkaban per tentato omicidio. 
Mentre si fermava per accendersi una Hermes, si specchiò in una vetrina tutta rosa nella quale erano esposti reggiseni e sottovesti. Niente male, pensò, prima di ricordarsi che il regalo era per Leanne, non per lui. Però poi si allontanò fantasticando assai, con un sorriso da lupo dipinto sul viso.
Decise allora di sbirciare al Ghirigoro. Leggere le piaceva, lo trascinava sempre là, la scorsa estate, ai tempi dei loro memorabili venerdì pomeriggio. Ma c’erano troppi libri da vagliare e lui non si ricordava quali fossero i suoi autori preferiti. Graham fece quasi impazzire una mezza dozzina di commesse e, alla fine, se ne andò a mani vuote.
Quasi per caso, si ritrovò a passare davanti alla vetrina di Accessori di Prima Qualità per il Quidditch. Sbirciando gli articoli esposti, gli venne un’idea. 
Così, spinse la porta ed entrò.
- Buongiorno. Desidera? – lo accolse un’affabile voce femminile dall’accento esotico.
Graham sbattè le palpebre, sorpreso. Conosceva bene la ragazza dietro al bancone. Aveva spesso frequentato le lezioni di Pozioni con la sua classe, ai tempi della scuola. E l’aveva incontrata tante volte anche sul campo di Quidditch; era stata una sua diretta avversaria per anni. Molto brava. Veloce e precisa. E, come si era commentato spesso negli spogliatoi maschili (non proprio con queste esatte parole), una gran bellezza.
- Ehilà, Spinnet - l'apostrofò, inarcando un sopracciglio.
- Montague. Ehm...in cosa posso?...
Era sempre stata una di poche parole.
- Ce l'avresti una maglietta di Fanny Flappers dei Falcons?
- Certo... Taglia XXL?
- No. Taglia S. Modello da... femmina.
- Oh - Alicia Spinnet lo guardò, leggermente incuriosita. - Certo, vado a prenderla - aggiunse, per poi sparire rapidamente nel retrobottega.
Un manifesto appeso alla parete ritraeva la squadra dei Wallgong Warriors di Brisbane. 
Alicia sorrideva nel mezzo degli altri giocatori; Graham aveva sentito dire che la ragazza, subito dopo il diploma, era tornata in Australia, sua terra natale, per entrare negli Warriors come Cacciatrice riserva. Ma non sapeva che avesse poi deciso di trasferirsi nuovamente in Inghilterra.
Mentre aspettava, il campanello suonò e la porta si aprì. Per la seconda volta nel giro di pochi minuti, Graham si ritrovò davanti una vecchia conoscenza. 
Era Bastian Macnair, un ex alunno della sua Casa, di qualche anno più vecchio di lui. Grande amico di Aidan Avery, il fratello di suo cognato. In passato, Graham aveva molto stimato entrambi. Ora... un po' meno, forse.
Macnair gli sorrise appena, raggelandolo con un'occhiata celeste ed un cenno del capo piuttosto eloquente. Evidentemente, in quel momento, lo avrebbe voluto fuori dai piedi.
In quella, Alicia Spinnet fece ritorno, reggendo la maglietta fra le mani.
- Ecco qui. Ci ho messo parecchio a trovarla, era l'u... - cominciò a dire, ma la frase le morì in gola.
Macnair la fissò. Graham, che non era certo una mammoletta, trovò la scena assolutamente agghiacciante. La Spinnet distolse lo sguardo e si mise a incartare la maglietta con una lentezza esasperante. Nel frattempo, stranamente loquace, continuava a chiedergli se, per caso, non avesse voglia di dare un'occhiata ai lucidi per i manici o ai saldi di metà stagione.
- E c'è anche una nuova linea di Pluffe... Roba da Cacciatori di primo livello, per chi se ne intende...
Cercava di trattenerlo, il che era tutto dire, visto che fra loro non era mai corso un sangue particolarmente buono. Ci mise una vita per contare il denaro e dargli il resto. Graham avrebbe potuto tagliare la tensione col coltello. Macnair restava in silenzio, in attesa.
Proprio mentre Graham si apprestava ad andarsene, la porta si aprì ed una vociante comitiva di maghi e streghe bulgari fece il suo provvidenziale ingresso nel negozio.

 
*

Un pomeriggio di metà maggio, inaspettatamente, Demelza Robins cercò Leanne per recapitarle un messaggio della professoressa McGranitt.
- Pare ci siano visite per te.
Incuriosita, la ragazza salutò Eloise e Katie (che nel frattempo era tornata a scuola) e scese dalla torre del Grifondoro, diretta al parlatorio. Non aveva proprio idea di chi potesse trattarsi; nei suoi gufi, Graham non l'aveva avvisata di nulla.
Proprio per questo, quando se lo ritrovò davanti non riuscì a tenere a freno la felicità e, urlando di gioia, volò fra le sue braccia.
- Leanne - le disse subito lui strizzandole l'occhio e sciogliendosi piano piano dal suo abbraccio. - Non siamo, ehm... soli.
Lei si riscosse e sbirciò oltre la sua spalla, paralizzandosi all'istante. 
In piedi vicino al camino c'era una coppia dall'aria altera. Leanne li riconobbe subito.
Il signor Montague vestiva un mantello da viaggio elegantissimo, verde coi profili argentati, e fumava un sigaro profumato di pino. Sua moglie indossava una splendida veste giallo-oro con ricami neri che raffiguravano piante e animali. 
Quando vide Leanne, la strega tossicchiò discretamente e le disse:
- Signorina Lou-Anne. Potrebbe concederci un breve colloquio?


Alcune cosette:
1) Mary Macdonald compare in due degli spezzoni di ricordo di Piton. In uno di essi, Lily Evans dice che Mulciber (il cui nome è sconosciuto, Ares è farina del mio classico sacco) ha tentato di farle qualcosa di brutto. Benji Fenwick e Sturgis Podmore saranno futuri membri dell'Ordine della Fenice. L'attribuzione a Tassorosso è mia.
2) La scena che vede coinvolti Alicia Spinnet e Bastian Macnair potrebbe sembrare un po' slegata dal contesto, ma ha senso alla luce di alcuni fatti che avverranno più avanti.
   
 
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