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Autore: Teddy_bear    30/05/2018    3 recensioni
In musica, un preludio (dal latino praeludium) è generalmente un brano piuttosto breve, di solito senza una forma codificata, collocato all'inizio dell'esecuzione di una composizione o di una sua parte. In anatomia, preludio, era il cuore di Shaoran. Ma Sakura sapeva benissimo ascoltare e salvare i cuori.
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AU fanfiction, dove Shaoran è un pianista con il cuore spezzato e Sakura è una studentessa di medicina, specializzanda in cardiologia.
[Se volete, per capirci meglio, ho pubblicato un’introduzione ed un trailer].
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Li Shaoran, Sakura Kinomoto, Un po' tutti | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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SAKURA

 

“Shaoran?” domanda mio padre, evidentemente stupito. 

“Sì. Ha detto di amarmi.” mordo l’interno della mia guancia destra, titubante. Mio padre si siede al tavolo della cucina. 

“È una notizia bellissima, ma se ti dicessi come la penso sarei di parte.”

Piego la testa di lato.

“Di parte?”

Annuisce. 

“Diciamo che io preferirei che tu non tornassi con Hisato e, da quello che mi ha detto Yukito, Shaoran è un bravo ragazzo.” mi dice. Mi sudano le mani, alle sue parole. 

“Lo è.”

“Però non devo scegliere io. Voglio solo che tu sia felice, dopotutto.”

“È che io sono felice con Shaoran, ma…” tentenno. Accidenti. 

“Ma sei combattuta, lo capisco. I quattro anni con Hisato sono tanti. Ma vedila così, se Shaoran ti donasse il per sempre?”

Il per sempre. Tutto ciò che ho sognato fin da bambina si racchiude in queste parole. Per sempre. Incontrare qualcuno che riesca a sopportarmi, a vedere oltre l’apparenza, a scavare a fondo dentro ogni parte di me. Vedere qualcuno che, quando tornerò a casa stanca dal lavoro, lui mi accoglierà con un sorriso e con affetto. Trovare qualcuno a cui io vada bene, con tutti i miei difetti, che sono innumerevoli, tantissimi. Shaoran ne ha visti, la maggior parte di essi glieli ho mostrati, eppure è rimasto, ogni volta, senza giudicarmi. Mi dice spesso che io sono una bella persona, ma la realtà è che è lui ad esserlo. 

“Non lo so, devo rifletterci.” sospiro. Mio padre annuisce, dandomi poi un bacio sulla fronte. 

“Va sempre tutto bene finché segui il cuore.” 

Gli sorrido, grata. 

“Oh! È pronta la torta!” esclama, poi. Ridacchio, perché mio padre è sempre così ottimista e solare. Lui prende la vita con tranquillità, calma, riflessività. Anche per questo, difficilmente si arrabbia: lui discute, parla, dialoga, senza mettere nessun tipo di muro, cercando in tutti i modi di sistemare ogni situazione. Ha un carattere adorabile, ed io gli sono grata. In ogni caso, ciò che dice è vero: devo seguire il cuore e basta. 

 

***

 

Mi metto il cappellino di lana e la sciarpa appena fuori dall’università: fa un freddo incredibile, oggi. C’è un aria gelida che ti entra nelle ossa, e la temperatura è sotto lo zero. Mi incammino velocemente verso la metropolitana, siccome ho finito le lezione, quando vengo fermata.

“Sakura.” al suono di quella voce mi pietrifico, voltandomi immediatamente. 

“Shaoran.” scandisco piano il suo nome, mentre ho voglia di corrergli incontro ed abbracciarlo. Mi è mancato, tantissimo. Lo vedo avvicinarsi; è molto coperto, più di me, avrà addosso tipo due maglioni, una cosa del genere, per forza. 

“Come stai? Cosa ci fai qui?” mi rendo conto di suonare patetica, ma voglio sapere, voglio capire. 

“Cercavo te.”

La mia valigetta ventiquattr’ore che tengo in mano cade a terra. Cercava me. Me. Me. Voleva vedermi. 

“Mi sei mancata.” si lascia sfuggire, in un sussurro. Non ce la faccio. Non può dirmi queste cose e pretendere che io non lo abbracci, commuovendomi. Non è passato molto come tempo da quando ci siamo visti, ma mi sembra passata una vita. È la consapevolezza di averlo sentito dirmi una sorta di addio, ad avermi fatto passare quattro inverni tutti assieme.

“Anche tu, da morire. Ma dicevi che non avremmo più dovuto vederci finché io non avessi deciso, quindi perché mi cercavi?” ecco qua. Sono il solito fiume in piena. 

“Perché ho ancora qualcosa da dirti.” è la sua risposta. Dopo di che, mi tende la sua mano destra e mi sorride. La afferro voracemente, quasi come se stessi annegando e devo risalire in superficie per risentire, nei miei polmoni, l’aria. 

“Andiamo, ragazzina.” ridacchia. Annuisco, seguendolo. Ho già una mezza idea di dove voglia portarmi. 

 

***

 

Quest’aula di musica mi riporta sempre, con la mente, a vecchi ricordi. Qui, sono venuta da Shaoran, perché volevo insistere per averlo come amico. Qui, ho pianto con lui per Hisato. Qui, l’ho trovato quel giorno che lo volevo portare da mia madre. Mi vengono gli occhi lucidi a ripercorrere tutti questi frammenti, ben impressi nella mia memoria visiva. 

“Siediti.” mi ordina, indicando lo sgabello del pianoforte. Faccio come dice, e mi metto comoda. Mi sembra di rivivere la situazione di qualche mese fa. 

“Sai a questo punto cosa succede, vero?” lo sento ridacchiare alla mie spalle. Deglutisco quando lui afferra le mie mani e le posiziona sul pianoforte. Sento il suo petto contro la mia schiena, e rabbrividisco al tocco. 

“Mi fai suonare le mie emozioni?” provo. 

“Non le tue.”

“Allora quali?”

“Ti faccio suonare le mie.” parla direttamente al mio orecchio, assumendo un tono più basso del solito. Deglutisco un’altra volta, sebbene percepisco la bocca asciutta. 

“Ti faccio vedere il mio progresso nel componimento di -smarrito nel verde-.” spiega. 

“Va bene.” sono tesa, come sempre. 

“E ti faccio vedere che emozioni ho provato prima di te, e quelle che provo ora quando sono con te.” 

Annuisco. 

Sposta le nostre mani verso la fine del pianoforte, dal lato sinistro. Mi fa toccare i tasti bianchi ed anche quelli neri, ripetendo più volte l’azione. Chiudo gli occhi, e mi concentro. Qui cosa c’era?

“Rabbia, ricordi?” 

Spalanco gli occhi, mentre torna subito alla mia mente.

“Prima di conoscere te mi sentivo così, come questo suono,” dice, e me lo fa risentire “ero arrabbiato con il mondo.” conclude. 

“Io non…” 

Sposta le nostre mani, verso il fondo destro del pianoforte, stavolta. Ripete quel suono, spostandosi solo di qualche tasto, talmente tante volte che mi sembrano infinite. 

“Tristezza.” affermo, riconoscendola al volo, come al suo concerto. 

“Ma che brava, ragazzina. Stai imparando.” ridacchia. Mi fa sentire quel suono ancora.

“Presto la rabbia ha iniziato a scemare, trasformandosi in dolore. Di solito è il contrario: il dolore diventa rabbia, ma non nel mio caso.” 

Annuisco alle sue parole, non sapendo cosa dire. Sposta le nostre mani, verso sinistra ancora una volta, pur sempre verso la fine, ma non proprio su essa. 

“Questa non la conosco.”

“Questo è stato il mio menefreghismo, dopo la tristezza. E, subito dopo di questo, arrivi tu.” 

Le nostre mani si spostano verso il centro, dove c’è un suono allegro a riempire la stanza. Sorrido, nel sentirlo.

“Sembra divertente.” commento. 

“Quando ti ho vista la prima volta mi sono sentito così. Qui penso ci sia la leggerezza.” mi bacia la tempia, dicendomi che mi è grato. Chiudo gli occhi, abbandonandomi ai suoi tocchi. Dopo di che, continua il suo percorso, sempre più verso il centro del pianoforte, sebbene le nostre mani siano più che altro rivolte verso la destra. 

“La gioia!” esclamo, riconoscendola. Lo sento annuire. 

“Esattamente, quando siamo diventati amici mi sentivo contento.” ammette. Anch’io mi sono sentita felice, felicissima. Non so come fare ora, senza la sua presenza nella mia vita. Poi posiziona le nostre mani sul centro-sinistra dello strumento musicale. Noto che gli tremano, prima di eseguire. 

“Tutto bene?” domando.

“Sì.” bofonchia. Infine, le nostre mani fanno su e giù su quei tasti, emettendo un suono soave, delicato, elegante, triste ma al tempo stesso sereno. Non so come spiegarlo. Iniziamo a suonarli piano, poi, più va avanti, più tocchiamo i tasti con più forza, alternando quelli che sono da alternare. 

“Ecco,” fa’, a lavoro concluso “questa era la melodia che non conoscevo.” stacca le sue mani dalle mie, mettendomele sulle mie spalle “Questo è l’amore.” confessa. 

È come se mi fosse appena crollato il soffitto addosso. Mi tremano le gambe. Shaoran mi chiede di volarmi verso di lui e, così, faccio. Lo trovo accovacciato a terra, abbassato alla mia altezza siccome sono seduta. Ha gli occhi lucidi, probabilmente si è emozionato. Poi sorride e non so, davvero, non so cosa scatta nel mio cuore, ma capisco tutto. Capisco che è lui, il ragazzo che desidero. Capisco che è lui, solo lui. Nessun altro. Io mi sono innamorata di Shaoran Li. Ed è successo perché lui ha saputo emozionarmi, ha saputo rendermi viva. Ha curato il mio cuore, meglio di quanto io abbia mai curato il suo. 

“Hai curato il mio cuore.” gli dico, dando sfogo ai miei pensieri a voce alta. 

“E tu me ne hai dato uno.” è la sua risposta. 

“Ti amo da morire, ragazzina. Lo sai, vero?” porta una ciocca di capelli dietro il mio orecchio e si avvicina. Sento la sua fronte contro la mia, ed il suo naso tocca il mio. So cosa sta per accadere, e non ho intenzione di fermarlo. Quando sento il suo respiro vicinissimo, il suo cellulare squilla, al che lui si retrae. 

“Scusami.” 

Scuoto il capo. 

“Scusami tu. Ora tanto… be’, io vado. Ci vediamo domani, okay? Almeno ti parlo.” sono di nuovo un fiume in piena, e sono anche rossa in viso come un pomodoro. Il suo cellulare continua a suonare, ma lui lo ignora ancora. 

“Mi stai dicendo che ora hai la tua risposta da dare ai miei sentimenti?”

Gli sorrido. 

“Credo di averla sempre avuta.” mi alzo dallo sgabello, e vedo il suo sguardo illuminarsi. Ha capito, so che ha capito.

“Meiling, cosa c’è?!” tuttavia, al telefono risponde scocciata a sua cugina, il che mi fa ridacchiare. E, con questa spensieratezza, esco dall’aula di musica, diretta in un posto specifico. 

 

***

 

“Posso entrare?” domando.

Hisato si sposta e mi permette di oltrepassare la porta di casa sua. 

“Sono passata perché avevo bisogno di parlarti.” sarà difficile dirglielo, ma devo farlo. Per me stessa. Per Shaoran. Perché devo ascoltare i miei veri sentimenti. 

“Okay, qualcosa mi dice che è meglio che mi sieda.” si sistema sul divano del suo salotto, e credo che abbia capito che io non ho buone notizie per lui. 

“Hisato, tra di noi è stata una storia d’amore bella, molto bello. Ma poi si è rovinato tutto, io veramente ho perdonato quello che hai fatto, quindi non devi più cercare il mio perdono, ma su una cosa avevi ragione: io non sono quella giusta per te.” gli spiego, cercando di essere diretta e chiara. 

“Io mi sono innamorata di un altro ragazzo, credo anche da un po’ di tempo.” scelgo di essere sincera fino in fondo. Hisato alza lo sguardo, che ha sempre tenuto chino, e mi rivolge un’occhiata triste. 

“Shaoran Li, vero? Credo che lui ti ami da un bel po’. Alla festa di Meiling, aveva detto ad Akiho di smetterla di provarci con me, perché io per futili tentazioni avrei potuto perdere la cosa più bella e rara al mondo… ovvero… te, Sakura. Ed aveva ragione, ora non posso più pretendere niente. Lo so.” la sua voce esita un po’. Porto una mano alla bocca, sorpresa. Davvero Shaoran aveva fatto questo? Già alla festa di Meiling, quando nemmeno mi conosceva se non di vista? Santo cielo. 

“Potremmo almeno, non so, evitare di essere due persone che non si conoscono? Almeno salutarci se ci incrociamo è possibile?” mi domanda. 

Aggrotto le sopracciglia. 

“Non voglio perderti del tutto.” 

Annuisco, capendo le sue parole. 

“Non sarò una di quelle che ti evita come se avessi la peste, Hisato.”

Lui sospira di sollievo. 

“Grazie, mi basta questo, e saperti felice.”

Gli sorrido, poi mi dirigo verso la porta di casa sua. 

“Allora, ci vediamo.”

“Sì, Sakura, ci vediamo.” prende la maniglia della porta e l’accompagna un po’.

“Grazie, per la tua sincerità. Spero di trovare la persona giusta per me, allora.”

Gli sorrido.

“La troverai.” 

Hisato mi ringrazia ancora, poi chiude la porta alle mie spalle. 

Il mio cuore, in questo momento, è pieno di leggerezza e serenità. È proprio vero: l’amore ti trova sempre e vince su tutto. 

 
ANGOLO AUTRICE: ecco qui, finalmente la situazione si sta smuovendo. E da ora le cose andranno solo migliorando, YAY. Spero che vi sia piaciuto il capitolo, oggi mi sento un sacco giù di morale, accidenti TwT ditemi cosa ne pensate! Grazie di tutto! Bacioni x.
   
 
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