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Autore: Dioni    01/06/2018    1 recensioni
Giappone,sengoku jidai,mentre il paese del sol levante percorre il suo periodo più caotico,un giovane yokai vive la sua vita,inconsapevole che la sua esistenza sarà turbata dall'arrivo di un nuovo nemico,più forte e temibile di quanto lo siano stati i suoi nemici precedenti,ma in suo aiuto interverrà un umano molto particolare,proveniente da una terra lontana.
Tra intrighi e battaglie,personaggi famosi e luoghi dimenticati,una storia prende vita,una storia dove niente e quello che sembra e che alcuni segreti e meglio che rimangano tali.
Buona lettura.
(crossover Inuyasha/Assassin's Creed.)
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Quella stessa notte,nella provincia di Owari.

Era notte calma,le stelle splendevano nel cielo e una gelida brezza invernale,segnava l'inizio di una nottata uguale a quella precedente nei territori del castello di Nobunaga,la gente comune dormiva in vista delle fatiche del giorno dopo.

Le guardie del feudo facevano la ronda,mentre i servi si erano ormai diretti agli alloggi per la servitù e nel frattempo,il corpo della guardia scelta sorvegliava ogni angolo del castello con accurata attenzione.

E nel frattempo,in un stanza appartata all'interno delle mura,un uomo,danzava al lento ritmo di un tamburo,mentre dentro alla sala si stendeva la luce della luna in tutto il suo splendore.

Quell'uomo non'era altro che Nobunaga,mentre il suono del tamburo era dovuto a sua moglie,Nohime.

La donna,seduta sulla ginocchia al limitare del muro e di un paravento,teneva su una spalla un piccolo tamburo molto particolare detto Tsutsumi,possedeva una forma a clessidra e veniva solitamente usato in una delle attività preferite del marito,il teatro Noh.

(Il Noh e una forma di arte teatrale Giapponese molto particolare,si basa principalmente su opere di natura storico o mitologico e le movenze degli attori sono ridotte al minimo limitando al minimo i movimenti di ogni singola scena,pare che lo stesso Nobunaga avesse una particolare passione per questo tipo di teatro).

Una mano batteva lentamente sul sottile strato di pelle dello strumento,un tocco,pausa,un tocco,pausa,sempre così,ritmicamente,continuamente,come in un rito cerimoniale,una sequenza sacra,sublime rintocco alla luce della luna.

Lui invece indossava una leggera veste di cotone bianca legata ad un obi rosso,nulla di troppo regale,parte del petto e il braccio destro erano scoperti,con la manica e parte del kimono che pendevano verso il basso,mentre nella mano teneva un ventaglio giallo con inciso il sigillo di famiglia.

Un passo,poi un altro ed un altro ancora,piccoli movimenti rigidi mentre il braccio teso,con in mano il ventaglio in senso verticale che di fronte al suo sguardo sembrava tagliare la luna in due parti perfette.

Avanzava lentamente,ad ogni passo un rintocco di tamburo,poi un giro di lato e subito dopo esegui diversi movimenti col ventaglio,in orizzontale e in verticale,abbassandolo e alzandolo,con movimenti precisi e dettati da una quasi assenza di mobilità,quasi imposti con disciplina.

Poi ad un certo punto,Nobunaga recitò uno dei suoi monologhi preferiti,dal significato al quanto particolare.

- Un uomo può vivere per cinquant'anni sotto il cielo,un tempo assai misero se confrontato all'età di questo mondo,la vita è un sogno è il sogno è un illusione,tutto a questo mondo e destinato a svanire,ad annullarsi ed infine a divenire parte del creato,vi è forse qualcosa a questo mondo che sia degno di essere eterno?

Questo era il senso intrinseco della sua danza,i suoi movimenti,il suono del tamburo,la luce della luna e persino la mancanza di ornamenti superflui nella stanza,tutto stava a indicare come nell'immaginazione del folle di Owari quello che si stava svolgendo li dentro era opera teatrale.

La sua opera.

Ricordava bene le sfide del suo passato per giungere dove arrivato,la morte di suo padre e il casino che combinò al funerale del genitore,cosa che lo alienò da gran parte della nobiltà del clan,gli anni trascorsi a decimare i ribelli all'interno della sua famiglia,la ribellione di Nobukatsu,suo fratello minore,per poi ricordare anche Okehazama.

Non si poteva dimenticare un evento simile,infondo era ciò che lo aveva reso uno dei personaggi più discussi del momento.

Ricordava ancora una notte senza stelle,senza luna,al loro posto c'erano nuvole cariche di pioggia,Yoshimoto Imagawa era entrato nelle sue terre con una forza militare di ben venticinquemila uomini,mentre lui contava appena tremila soldati,ma a lui stava bene anche così,infondo,non aspettava condizioni migliori di quella sera.

Quella notte gli uomini di Yoshimoto era ancora impegnati con i festeggiamenti e i fumi dell'alcool quando un più,giovane Nobunaga,grazie alla presenza della foresta che impediva al nemico di vederlo e la pioggia di sentirlo riuscì ad attaccare l'esercito nemico,totalmente impreparato per quell'evenienza.

Nulla poterono le guardie,che vennero investite da un cospiquo numero di cavalleggieri guidato dal nuovo signore di Owari,mentre le restanti truppe di fanteria uccidevano gli avversari inermi,che non poterono far nulla per difendersi.

L'acqua si mescolava col sangue e diveniva rossa,la terra divenne una putrida fanghiglia scivolosa,mentre le urla,i gridi di terrore e le suppliche venivano coperte dal fragore della tempesta,dal rombo dei fulmini e dalla crudeltà dei loro simili.

Poi lo vide,Yoshimoto,che era uscito dalla tenda accorgendosi troppo tardi che la situazione era ormai sfuggita al suo controllo,al solo vederlo Nobunaga si lanciò insieme al suo cavallo,nel caos del massacro il suo avversario non si accorse subito di lui e quando lo notò fu troppo tardi.

Ricordava ancora lo sguardo confuso dell'arrogante Yoshimoto,che con boria pensava di spazzare via il clan Oda come se nulla fosse,si dovette ricredere quando Nobunaga al di sopra di lui,alzò la sua spada e con ferocia inaudita abbassò la lama,aprendogli il cranio,la forza del colpo fu tale da far sprizzare il sangue e parte della materia grigia sia su di lui che sulla cavalcatura.

Il resto era storia,storia che mise il suo casato sulla bocca di tutti,prima sottovalutato, ed ora temuto.

Tornò con la mente al presente,come se la sua attenzione fosse stata attirata da qualcosa,il suo sguardo si fissò verso la luna e subito dopo arrestò la sua danza.

- Spero che lo spettacolo sia stato di tuo gradimento,non sono molte le persone che hanno avuto il privilegio di vedermi praticare l'atsumori.

(Danza tipica del teatro Noh).

- Siete un uomo arguto,non c'è che dire.

E dall'ombra uscì la figura di Hana,era vestita con un kimono un hakama e dei tabi neri,utili per mescolarsi con l'oscurità,mentre attorno alla bocca portava un fazzolletto di cotone del medesimo colore,per non farsi riconoscere in volto e per tenere caldo il volto nelle freddi notti invernali.

- Il momento è giunto,il mio maestro e pronto a fare la vostra conoscenza,lo troverete nei giardini,egli aspetta con trepidazione.

Nobunaga dal canto non sembrava per nulla preoccupato della cosa,nonostante il fatto di essersi ritrovato una perfetta sconosciuta in una delle sue sale private e aver ricevuto la notizia di qualcuno che lo aspettava al pian terreno bisognava riconoscere che fosse un uomo decisamente tranquillo,bizzarra reazione da bizzarro uomo qual'era.

- Visto che hai avuto l'ardire di entrare qui,rischiando morte certa,sappi questo,intrusa,incontrerò il tuo maestro,ma sappi che se non troverò; la cosa di mio gradimento,vi ucciderò senza troppe esitazioni,adesso vai.

Hana ricevette quelle parole come una chiara dichiarazione di intenti,nessuna delicatezza,nessuna subdola cortesia,solo una chiara minaccia di morte,eppure poteva percepire che nella voce del diabolico damyo non c'era alcuna frustrazione o nervosismo,solo una calma apparente,gli sembrava addirittura che una parte della bocca di lui stesse abbozzando un sorriso.

Si mosse verso la finestra che dava sul cortile interno uscendo dalla vista del signore di Owari,mentre gli passava vicino ebbe come una sensazione,come se ci fosse qualcosa di sinistro provenire da quello strano individuo,non sapeva spiegarsi bene cosa fossa,ma aveva il sentore che non fosse nulla di bello,di certo avrebbe informato Akira anche di questo.

Nobunaga vide la ragazza allontanarsi con velocità straordinaria,doveva riconoscere che i suoi ospiti abusivi erano certamente delle persone per nulla noiose,un falso brigante e una kunoichi,quella serata rischiava di rivelarsi interessante,al solo pensiero della cosa quasi poteva dire essere estasiato dalla cosa.

- Amore mio.

Disse Nohime attirando così le attenzione del tenebroso marito,lei in tutta risposta non sembrava turbata dalla cosa,anzi,sembrava divertita dalla cosa,un sorriso malevolo era comparso sul volto,mentre con occhi da cerbiatta mascherava con fatica una certa malizia.

- Ti consiglio di stare attento,infondo,questa può essere la volta buona che ti uccidono.

Nobunaga si avvicinò alla compagna con fare fiero e sicuro di se,la prese per un polso e con forza la tirò a se portandola all'altezza del suo sguardo,il tamburo cadde a terra ma a nessuno dei due sembrava importare qualcosa.

I loro volti erano così vicini che a stento si poteva delineare il confine che separava le loro labbra e persino la linea di demarcazione tra i loro occhi sembrava carico di sentimenti unici nel loro genere.

Nobunaga,con lo sguardo carico di potere e di tenebrosa ambizione,Nohime,con gli occhi pieni di lussuria e di ardore,così simili e così diversi,così attratti e allo stesso tempo si respingevano l'un l'altro.

E proprio quando sembrava che lui cercasse di riaprire bocca,lei subito lo interruppe,tirando fuori dall'interno dei suoi numerosi kimono un tanto che subito gli puntò sulla giugolare.

- Ricordi la promessa che ho fatto a mio padre...vero?

Disse lei mantendo il sorriso come se nulla fosse.

Nobunaga dal canto suo non sembrava minimamente intimorito dalla cosa,anzi,sembrava trovare un qualcosa di esilarante nel suo comportamento.

- Si.

- E la cosa non ti preoccupa nemmeno un pò?

Disse lei forzando un pò di più la lama contro la gola,in tutta risposta lui rispose con un sorriso da lupo.

- Se avessi voluto una consorte più docile e affabile sarei stato un uomo banale,debole e patetico,ma invece tu sei pericolosa,enigmatica e sorprendente,per questo ti ho preferito a molte altre.

Sguardi oscuri che si intrecciavano in una spirale di sinistra attrazione e subito Nobunaga posò le sue labbra su quelle di Nohime,delicatamente e allo stesso possessivo,come un conquistatore che si impossessa di una territorio e subito impone la sua volontà agli sconfitti.

Lei d'altro canto non sembrava opporsi a quella imposizione,quasi ne traeva piacere.

Ma il loro momento di inquietante intimità fu interrotto da una voce a loro nota.

- Mio signore Nobunaga.

Era Mitsuhide,stava parlando dall'altra parte della porta,Nobunaga dal canto suo si staccòdal bacio che lui aveva iniziato e subito la sua attenzione si rivolse verso il suo sottoposto.

- Cosa c'è Mitsuhide?

- Temo che gli ospiti siano qui.

- Si,lo so.

E detto questo si allontanò; dalla moglie,rivolgendogli un ultimo sguardo.

- Vado a prepare il comitato di benvenuto,penso che non ci metterò molto.

- Fa con comodo,mi aspetto che tu riserva loro la giusta ospitalità.

- Senz'altro,mia tenebrosa consorte.

Detto ciò il signore di Owari uscì dalla stanza e subito si trovò vicino al samurai,che già in quel momento aveva indosso l'armatura dorata,era rispettosamente inginocchiato e sul volto un espressione di chi sembra ansioso di ricevere nuove direttive,posa e forma di Mitsuhide che Nobunaga ormai conosceva alla perfezione.

Doveva ammetterlo,di tutti i suoi seguaci,quel samurai era l'unico che non si smentiva,sempre leale,sempre cortese,sempre se stesso,avvolte lo era anche fin troppo,probabilmente era una delle persone meno divertenti che avesse mai conosciuto,ma non per questo meno interessanti.

- Mio signore,ho già fatto chiamare Hideyoshi e Ieyasu con l'ordine di raggiurvi con la massima udienza,ho avvistato la presenza di strani individui dirigersi verso la zona più interna del castello,sarebbe meglio chiamare l'intero corpo di guardia e.....

- Fai ritirare le guardie,poi ricongiungiti con la scimmia e il tanuki,di loro che mi dirigo nei giardini.

- Ma mio signore,c'è il rischio che gli intrusi siano troppo pericolosi,ho il timore che non siano semplici spie.

- Fa come ti ho detto...e appena possibile,vai a recuperare quella strana arma che si trova nelle mie stanze,ora va,non ammetterò un altra replica.

- Obbedisco.

E fu così che il samurai tornò su i suoi passi,obbedendo così alla volontà del suo signore,Nobunaga lo vide allontanarsi,per poi distogliere lo sguardo e tornare a suoi intenti andando incontro ai suoi misteriosi ospiti senza armatura e senza un arma,aveva solo le sue vesti e il suo ventaglio,nulla di più.

Ma perché preoccuparsi? Infondo lui era Nobunaga,questo per il momento era sufficiente.  


Una ventina di minuti dopo.

Il signore del castello nei pressi del giardino,prima ancora di entrare nell'area verde avvistò un gran numero di guardie all'entrata di essa,erano molte,armarte di lance e protette con delle protezioni piuttosto semplici,cosa ovvia,dopo tutto questi erano le guardie dei piani inferiori,facili da reclutare,facili da armare,facili da spaventare,erano buoni a fermare un ladruncolo oppure una spia inesperta,nulla di sorprendente.

Quando le guardie lo videro si rivolsero al loro signore con voce tremante e spaventata,uno di loro gli disse che un gran numero dei loro compagni erano stati aggrediti con forza non letale,come se gli intrusi si fossero premuniti di non uccidere nemmeno un soldato,per tanto molti supplicarono a Nobunaga di non avanzare oltre,per non rischiare la sua sicurezza.

Ma lui sembrava sordo alle loro richieste,non rivolse a loro nemmeno la parola,non li guardò e non li udì con interesse,erano spaventati,avevano paura,dal loro punto di vista era più che normale,questo lo comprendeva benissimo,semplicemente non si interessava delle loro preoccupazioni,li guardava preoccuparsi e tremare,altro che guardie,probabilmente facevano i duri in locanda,quando il bere e le donne davano loro la carica giusta per fare i gradassi con chi era forte quanto loro,se non meno,ma quando si trattava di fronteggiare un vero problema,si comportavano come polli.

Decise semplicemente di avanzare,ignorando tutti e tutti,infondo lui era fatto così,per tanto agiva come più gli pareva e piaceva,era sempre stato strano,per cui non c'era molto da stupirsi se si fiondava verso il pericolo.

Non passò molto tempo che già si accorse della presenza dei primi feriti,molti erano a terra,svenuti,incapaci di muoversi e privi di sensi,altri invece erano agonizzanti,ma nemmeno di questo gli importava,passò oltre,senza curarsi di loro,continuò ancora a camminare fino a che raggiunse il punto in cui lui ed Oichi ebbero quella discussione.

Un improvviso e gelida brezza smosse i fiori e l'erba attorno a lui e inoltrandosi tra i tanti fusti di bambù,come a voler passare sopra un pericolo incombente,sorrise all'idea che il cielo volesse avvertirlo del rischio che stava correndo,ma infondo non aveva mai creduto alla divina provvidenza,perciò decise di inoltrarsi oltre scacciando dalla testa quel pensiero così poco credibile,no,se il cielo avesse voluto fare qualcosa con lui,aiutarlo sarebbe stata l'ultima delle cose da fare.
 
Si spinse ancora di più nell'interno,attorno a lui un piccola foresta di bambù si diradava per almeno ottocento metri in tutte le direzioni,alti fusti di bambù a perdita d'occhio,divisi tra loro da un larga strada principale in terra battuta e ricoperta da sottili foglioline verdi,in loro si poteva vedere l'avvicinarsi della primavera.

Gli piaceva camminare li,di tanto in tanto,a perdersi nei pensieri,ogni tanto allestiva al suo interno una piccola festa privata con la sua cerchia ristretta di persone fidate,tra cui i suoi sottoposti più intimi e sua moglie,altre volte invece preferiva organizzare degli spettacoli teatrali utilizzando la zona come sfondo per le opere,altre volte ancora se ne stava da solo,in disparte,senza dire una parola contemplando la natura che lo circondava,un angolo di pace in un mondo che a suo dire non aveva molta calma da offrire.

Era un pensiero più che naturale da formulare,almeno per lui,aveva passato gran parte della sua vita ad essere definito un folle,avvolte lo chiamavano persino in modi peggiori,per non parlare dei tradimenti subiti da i membri della sua stessa casata e persino dai membri della sua stessa famiglia,i complotti,i tentati omicidi e poi l'orrore.

l'orrore della sua politica personale riguardo la guerra,nessuna pietà,nessun conforto,nessun onore,codici di comportamento e tradizioni che puzzavano di vecchio,mentalità arretrata di una nazione altrettanto arretrata,no,le cose dovevano cambiare e anche in fretta e lui non poteva permettersi di aspettare che il tempo giocasse a suo favore,avrebbe unificato il Giappone con la forza di un vero dominatore,l'acume del più feroce degli innovatori e il fuoco,fuoco di cui lui ormai era diventato un vero esperto,trovava curioso come molte delle cose di questo mondo potessero bruciare così facilmente.

Infondo lo si sapeva,non era un uomo che andava tanto per il sottile.

Dopo una buona camminata di almeno venti minuti,arrivò in un punto particolare della piccola foresta di bambù,qui era presente un giardino composto solo da erba,niente fiori,niente piante particolarmente appariscente,solo erba,attentamente tagliata per farla rimanere bassa e più infondo vi era stato installato,anche grazie ha un sistema di irrigazzione un laghetto artificiale circondato da una piccola barriera di sassi,con all'interno delle carpe dai colori accesi,alcune rosse,altre gialle,antre ancora arancioni e bianche.

Ma proprio su quel prato vide chi stava cercando,erano in tre,due li aveva già visti,una era la ragazza di poco fa mentre l'altro era il brigante,ma questa volta indossava abiti di gran lunga più eleganti,tipici della sua terra.

Indossava una camicia di seta verde chiaro e calzoni di cotone blu cobalto e ai piedi portava dei calzini bianchi accompagnati da scarpe lisce a suola piatta e una lunga jian sul fianco sinistro.

Aveva la stessa impressione dell'ultima volta che lo aveva visto,ma questa volta sembrava diverso,poteva leggere nel suo sguardo un senso di autorità,eppure non sembrava darsi arie di alcun tipo e nemmeno la ragazza vicino a lui,sembrava in qualche modo seria,come in attesa di qualcosa.

Il ragazzo fece un passo in avanti e unì il pugno destro sulla mano sinistra.

- Nobile Nobunaga,ci scusiamo per questa irruzzione forzata nella vostra casa,ma dovete comprendere...

- Tu sei il ragazzo della volta scorsa,o forse mi sbaglio,brigante?

- No,non vi sbagliate,come stavo cercando di dirvi,il mio maestro e disposto a darvi tutto l'aiuto necessario per la vostra campagna di unificazione,truppe,armamenti,persino appoggi all'interno della politica nazionale,tutto ciò sarebbe a vostra disposizione se accettaste una alleanza con la nostra fazione.

- Una proposta alla quale e difficile dire di no,però,prima di dare una risposta posso farvi una domanda?

In quel momento la kunoichi e il cinese si sentirono presi in contro piede,non sapevano come reagire a quella domanda,per tanto sentirono il bisogno di non essere così formali.

- Si.

Risposero entrambi alla domanda del signore di Owari.

- Bene prima comincierò da te ragazzo,qual'è il tuo più grande desiderio?

Huang venne preso alla sprovvista,cosa avrebbe dovuto rispondergli? Era una domanda fin troppo personale quella,perchè mai avrebbe dovuto rivelarglielo? Chi si credeva di essere?

Il cinese restò calmo e mantenne il sangue freddo,era meglio non farsi prendere dai sentimenti,di certo Akira avrebbe disapprovato un comportamento illogico.

- Che voi vi alleaste col mio signore e....

- Bugiardo.

Disse Nobunaga nel modo più secco possibile.

- Non'è questo ciò che ti ho chiesto,ti ho chiesto,qual'è il tuo più grande desiderio? O forse sei un tale inetto che non sai nemmeno cosa vuoi dalla vita?

Lo sguardo del Daimyo si spostò sulla ragazza.

- E tu invece? Hai intenzione di fare scena muta come il tuo amico?Anche il tuo silenzio e foriero di indecisione,nemmeno tu sei in grado di rispondere a questa domanda.

Detto questo Nobunaga si girò nella direzione dalla quale proveniva,in volto portava un espressione di feroce superiorità,il suo era il volto di un tiranno,dalla volontà e il pugno di ferro,nessuna gentilezza,nessuna delicatezza,ma solo la crudele rapidità di rispondere in un modo così autoritario,tipico del suo stile quando si trattava di mettere alla prova qualcuno.

- Per stavolta vi perdono,andatevene,prima che cambi idea.

Gli altri due non sapevano più come reagire,lei era rimasta basita da un tale andamento degli eventi,ma per il cinese fu diverso,si sentì preso in giro da quel modo di fare,offeso,sottovalutato.

Non riuscì a trattenersi,la rabbia era troppa e la saggezza era troppa poca.

- Tu non sei nessuno per parlami in questo modo,dovresti sentirti onorato per questa opportunità che ti è stata concessa,uomini appartenenti a famiglie più importanti della tua si sono piegati al mio maestro,che speranze avresti tu?I tuoi alleati ti temono e i tuoi nemici ti odiano,senza il nostro aiuto non arriveresti molto lontano.

Nobunaga si fermò,aveva sentito tutta quella frase senza battere ciglio,era ancora girato di schiena e non dava segni di alcun genere,restando immobile,come in attesa di qualcosa.

Anche Huang era rimasto immobile,preda della rabbia e dell'orgoglio di templare che gli scorrreva nelle vene,mentre Hana,dal canto suo,aspettava una reazione violenta a quel gesto.

Ed infine accadde qualcosa,ma non era esattamente quella che i due servitori della croce vermiglia si aspettavano.

All'inizio videro la schiena del folle di Owari abbassarsi e alzarsi convulsamente e poi pian piano si sentì un filo di voce,all'inizio era piccolo e non ben distinguibile,ma in brevissimo tempo si fece sempre più forte,un verso alto e fragoroso si fece spazio in quell'angolo di verde.

Era una risata,grande e fatta con gusto,ma senza cattiveria,ma solo di divertimento,poi smise e si girò verso i due ragazzi,mostrando sul volto un espressione tremenda.

Le labbra distanti e i denti stretti a mostrare nell'insieme un sorriso da lupo,occhi dallo sguardo aguzzo e sinistro puntato sui i due ospiti.

- Finalmente,vedo che ti sei mostrato per chi sei realmente,ora sei un tipo decisamente interessante,mostrami di più e magari prenderò in considerazione la richiesta del tuo stupido maestro.

Disse Nobunaga con fare arrogante e superbo,cosa che decisamente mandò su tutte le furie Haung.

- Dannato insolente,ti farò capire qual'è il tuo vero posto nel mondo,e per suo volere che sono qui,ed per suo volere che ti piegerò.

Il brigante si piegò in avanti,piegò le gambe e allargò entrambe le braccia,in una posizione molto simile a quella di un uccello con le ali spiegate.

Hana e confusa e scioccata da quello che Huang aveva intenzione di fare,era contrario ad ogni logica e ordine ricevuto quello che stava per accaddere,sapeva che doveva intervenire.

- Huang fermo,non siamo qui per questo...

Lei provò ad afferrare il ragazzo,ma lui era già scattato in avanti,fu rapido e leggero,come un soffio di vento impetuoso che passa sopra ad una distesa erbosa,velocissimo e intangibile.

Lui si avvicinava sempre di più alla figura di Nobunaga con fare minaccioso e violento,riusciva a vedere l'espressione sul volto del signore del castello.

Non'è era cambiata di una virgola,era ancora li,a sorridere,a schernire e a prendere in giro,che stesse trattando la cosa come se fosse uno scherzo?

Allora n'è avrebbe pagato le conseguenze.

- FOLATA DEL VENTO AFFILATO.

Disse Huang con tutta la rabbia che aveva in corpo,per poi darsi una spinta maggiora con tutto il corpo attraversando così Nobunaga come se fosse carta.

L'attacco era riuscito...O almeno così credeva.

Il brigante si riprese dalla strana manovra che aveva eseguito,sentendo una confusione unita allo sbigottimento.

Si guardò le mani ancora distese ai lati,avrebbero dovuto essere sporche di sangue,eppure erano ancora pulite,come se non avessero tagliato niente.

- Allora uccellino,hai finito di cinguettare le tue minaccie? Ho visto come attacchi,vediamo come te la cavi in difesa.

Disse Nobunaga con fare tra il canzonatorio e il serio.

Aprì il ventaglio che aveva in mano e con un semplice movimento di polso,lo lanciò in direzione del brigante,a sua volta Huang non riuscì a vedere in tempo l'oggetto arrivargli contro,che gli sfiorò una spalla.

Sentì qualcosa colpirlo di striscio,come se una lama lo avesse toccato e per reazione si portò una mano sul punto colpito,cercò di vedere la ferita e notò una striscia di sangue sulla mano e vide anche un sottile taglio sulla camicia di seta,tuttavia non fu quello la cosa che lo stupì di più.

La cosa più impressione fu un altra,controllò meglio e vide che sulla pelle non c'era niente,non era possibile,eppure aveva sentito il colpo,n'è era certo,poi come se nulla fosse,lo vide.

un taglio si stava si stava formando sulla spalla,che subitò dopo si allargò e fece sgorgare un piccolo fiotto di sangue.

Com'era stato possibile? Possibile che quell'uomo,quel folle presuntuoso,fosse riuscito a scalfirlo? Forse allora non era solo forte,oppure un grande stratega,no,forse anche lui era un.....

Non fece in tempo a ragionare sulla cosa che sentì qualcosa,come se qualcuno dietro di lui stesse fedendo l'aria e per istinto rotolò di lato,schivando il colpo,per poi girarsi e vedere un giovane armato di tutto punto con una Katana in mano.

- Mio signore Nobunaga,state bene?

Il suo signore fece un leggero cenno del capo in segno di assenso.

- Vi ho portato quello che mi avete chiesto.

- Consegnamela.

Il samurai,prese un oggetto con la mano libera e lo lanciò velocemente verso il suo signore,prese al volo ciò da lui richiesto ed infine posò di nuovo gli occhi su quello oggetto a lui molto caro.

Sembrava in tutto e per tutto in una spada,ma con delle caratteristiche decisamente esotica,aveva una lama dritta e con entrambi i fili taglienti,spessa due centimetri e lunga ottanta,a primo impatto assomigliava ad una di quelle spade dei tempi antichi,quelle che si usavano prima ancora dell'invenzione della Katana,ma il suo aspetto era la cosa spiù sconvolgente.

Da entrambe le parti erano incisi una lunghissima serie di segni composta da trattini,cerchi e altre forme dal significato sconosciuto che percorrevano tutto il corpo dell'arma e un piccola luce percorreva l'interno della stessa che illuminava dall'interno i segni in maniera perfettamente casuale,la guardia era fatta di uno strano metallo bianco,mentre il manico era composto da un blocchetto di metallo cilindrico color rame e percorso da una serie di strisce incise sulla superficie.

Era un arma veramente strana,ma Nobunaga era veramente attratto da essa,così bella,così estranea a quello che conosceva,eppure sapeva così poco di essa,la osservava con intensità e mentre i suoi occhi si posavano su di essa,gli vennero in mente frammenti di ricordi passati.

Lui,da solo,sotto terra,una tomba,uno scheletro,una spada.

Jinmu.

Non gli venne in mente nient'altro,poichè fu distratto dalla un suono,una voce,la ragazza,gli si stava venendo in contro,correva con un paio di piccoli Kunai,due per ogni mano per poi lanciarli verso Nobunaga.

- Se proprio ci vuoi provare.

Disse il daimyo prima di prepararsi a parare i colpi,ma non n'è ebbe bisogno,poichè qualcos'altro entrò nel suo raggio visivo.

Un pallone,un piccolo pallone bianco,fatto in pelle di daino,colpi i quattro piccoli oggetti in direzione del signore di Owari.

- Ieyasu,ti sembra il momento di giocare a kemari?

(il kemari è un sport non competitivo originario dell'antico giappone,praticato fin dal periodo Heian,il gioco consiste nel sollevare un piccolo pallone per aria con il solo utilizzo dei piedi senza mai farla cadere per terra,ancora oggi e possibile vedere questa pratica in occasione delle cerimonie shintoiste).

Disse Nobunaga divertito da quel curioso intervento.

- Ho ritenuto opportuno offrire un passatempo ai nostri ospiti,prima di preparare le carte per gli accordi che si dovranno stipulare a breve,sempre se non mi sbaglio ovviamente.

Disse quest'ultimo mentre stava uscendo allo scoperto da alcune canne di bambù,sembrava calmo e controllato,mentre sul palmo di una mano,faceva roteare una trottola rossa.

Nobunaga dal canto non aveva bisogno di intervenire per nessuna ragione,ormai aveva tutta la difesa di cui necessitava,il samurai contro il brigante,il segretario contro la kunoichi.

Però ora che ci pensava ne mancava solo uno,il pensiero passò subito alla Hideyoshi,che sarebbe dovuto intervenire subito,per non parlare poi che se lo avesse raggiunto si sarebbe certamente fatto sentire,conosceva bene il suo comandante della fanteria pesante.

E in quel preciso istante,lo sentì,o meglio sentì il suono in lontananza un suono strano,come se si stesse spezzando qualcosa,era altrò bambù,ma questa volta era distante.

Non ci pensò due volte,si lanciò in mezzo,correndo in direzione del suo sottoposto,forse era in difficoltà.

- Teneteli occupati.

Lo disse velocemente,ma era più che sicuro che il suo ordine era stato ricevuto forte e chiaro e mentre si allontanava,sentì il suono del combattimento,duelli che si svolgevano singolarmente,l'uno vicino all'altro,chi avrebbe vinto,chi avrebbe perso.

Nemmeno lui sapeva dirlo,l'unica cosa che sapeva e che quella notte si stava rivelando tremendamente interessante,ma anche terribilmente incerta.


Una Katana fendeva velocemente l'aria,una katana fedele,la cui lama serviva un signore ambizioso guidato da un sogno ambizioso.

Ed ora un uomo,un forestiero,un miserabile intruso,con losche intenzioni si era avvicinato al suo signore,probabilmente sputando solo menzogne e false certezze,lui lo avrebbe affrontato,nel nome del suo signore Nobunaga Oda.

Quella lama non era la katana,la katana era solo l'arma,Mitsuhide,lui era vera lama,il cui spirito,era pervaso dall'onore e senso del dovere,cose ben più affilate di una spada,cose che in uomo come lui era ben più letali di un arma.

- Rivela le tue intenzioni,miserabile,perché hai attentato alla vita del mio signore?

Haung che si era gettato di lato si rialzò velocemente e nel medesimo istante estrasse la sua arma predilatta,la jiang,la spada dritta che teneva al fianco e si mise in posizione d'attacco.

- Non ti riguarda e se proprio vuoi saperlo,non ho fatto nulla di così sbagliato,quel povero pazzo ha osato offendere il mio maestro e non permetto a nessuno di farlo,non mi stupisco che lo chiamino il folle di Owari,se non peggio.

I due si spinsero a vicenda,staccandosi reciprocamente,sguardi intensi si cambiavano occhiataccie intimidatorie,mentre le spade,tenute da mani forti,seguiivano i movimenti dettati da due abili spadaccini.

Due forme diverse di due paesi diversi,Giappone contro Cina,katana contro Jian,rigida determinazione,contro scattanti acrobazie.

Mitsuhide piegò entrambe le gambe,mentre con fare preciso rinfoderò lama,ma mantenedo una strana posizione d'attacco, con una mano teneva il fodero,mentre con l'altra premeva ancora sul manico.

Huang per contro piegò si piegò in avanti con una gamba veniva tenuta dietro,in una posizione rigida,mentre con un braccio tenuto dritto davanti a lui e l'altro,con la spada in mano,la teneva altrettanto rigida,ma puntata la direzione opposta.

Si studiarono un attimo,controllavano la propria posizione di combattimento,mentre la paragonavano a quella dell'avversario.

Postura della schiena,delle gambe,delle braccia,persino il nervosismo che si percepiva nell'aria,nulla sembrava dare una sensazione di squilibrio da parte di entrambi,nulla sembrava disturbare quello rituale che solo tra combattenti dello stesso livello si può celebrare.

Un rituale condiviso,ma non per questo meno letale.

- BALZO DELLA RONDINE.

- RFLESSO DELLA LUNA.

Fu un attimo e i due sfidanti si lanciarono l'uno verso l'altro,si superarono a vicenda ed entrambi si mostravano alquanto affataicati.

Huang con la spada ormai davanti a se,sicuro di aver portato un attacco laterale e Mitsuhide,più che certo di aver portato un affondo,tenendo netrambe le mani sul manico.

- Non te la cavi male,samurai.

- Nemmeno tu sei da sottovalutare,intruso.

Ed entrambi si ritrovarono con un taglio sulla veste superiore,sapendo per certo che lo scontro,non sarebbe terminato li.


Nello stesso istante,all'ombra della piccola foresta di bambù,altri due combattenti,si misuravano in uno altro scontro.

La,tra le alte piante e picoli cespugli di felci,dove l'ombra e più viva ed essere rischiarati dalla luce della luna,può fare la differenza tra la vita e la morte.

Hana,saltava vistosamente di bambù in bambù,sfruttando la resistenza della resistenza dei fusti verdi e gialli che variavano da pianta a pianta.

Durante le manovre a mezz'aria,lanciava in mezzo all'ombre piccoli oggetti di metallo,avevano una forma a croce ed ognuna di essi possedeva delle estremetà affilate ed una punta accuminata,le scagliava con sorprendente abilità,mentre con forza cercava di rendere i colpi i più dannosi possibili.

Ma ogni volta sentiva che rimbalzavano contro qualcosa,come se avesse sbagliato la mira,ma lo sentiva chiaramente,non poteva essere il terreno o il fusto delle piante,si sarebbe sentito chiaramente,invece era come se qualcosa si frapponese tra le sue armi da lancio e il suo bersaglio.

Poì,un altro suono,non capì bene cosa fosse,sembrava un suono strano,come di qualcosa che fendeva l'aria molto velocemente,poi,lo vide all'ultimo.

Istintivamente riuscì a schivarlo,saltò in tempo in direzione del suolo e alla fine lo vide con chiarezza,fu giusto un attimo,ma era certa,quanto incredula,non riusciva a crederci seriamente.

Era una trottola,piccola,della stessa grandezza di un pugno,nulla di speciale a prima vista,ma si accorse di una anormalità,un riflesso della luce della luna rimbalzò verso uno dei suoi occhi,facendo scoprire il perchè della presenza di quel giocattolo.

il corpo della trottola era ricoperta da piccolissime puntine di metallo,persino la base della stessa era un grossa punta accuminata.

Un altro suono si fece presente all'udito della ragazza,era un suono di passi,lo aveva capito anche per le foglie presenti sul terreno,poi vide chi era.

Il ragazzo di prima l'aveva individuata,era li poco lontano da lei e la luna illuminava a stento il volto e parte del petto.

- Ti va di giocare con me? Ladra?

Disse Ieyasu in modo piatto e diretto.

Lei in riposta alla provocazione estrasse dalla veste un Kunai e si mise subito in posizione d'attacco,sul suo volto si poteva leggere una forte determinazione.

- Non sei un pò troppo grandicello per queste bambinate?

- Sei una bambina se pensavi di entrare in questo castello senza pagarne le conseguenze,dai retta a me,stai facendo un gioco pericoloso e Nobunaga e un gioco fuori dalla tua portata.

- Allora sappi che il mio maestro e un giocatore molto più abile del tuo signore.

- Vedremo,la partita e ancora aperta.

E subito i due cominciarono a correre in mezzo alla foresta,l'uno parallelo all'altra,due avversari che stavano facendo un gioco della quale nessuno dei due sapeva come sarebbe andata,di certo però conoscevano le regole.

Nessuna regola,era concesso di tutto pur di vincere e di certo loro due non si sarebbero lamentati della cosa.

Entrarono nella ombre,rendendosi conto della presenza altrui solo dai veloci passi che compivano durante la corsa,altri suoni nell'ombra,altri attacchi portati nelle tenebre,nulla da vedere,nulla di cui essere certi.

Solo l'ombra era concreta,e loro due la conoscevano più che bene,c'erano ombre d'appertutto,nella notte,nel cuori delle persone,persino sotto la luce.

E nell'oscurità scomparvero,continuado così quello scontro fatto di giochi di luci e di ombre.


Rumori sordi,pesanti,come di qualcosa di decisamente grande si scontrasse con la foresta.

Una grossa mazza di legno,ricoperta da punte di bronzo,colpì altrì bambù con forza straordinaria,tale fu la potenza da spezzarne a decine,anche semplicemente sfiorandoli,colpi adatti a chi affronta la vita con semplicità e forza d'animo,proprio com'era nello stile di Hideyoshi,sempre allegro,solare,in vena di risate,ma non li,non in quell'istante.

Nello stesso tempo,un lancia fendeva l'aria con rapidità e precisione,movimenti esperti dettatti da una lunga carriera militare,l'esperienza era sua compagna,il dovere la vocazione,solitamente burbero e diretto,ma non stupido e arrogante,faceva il suo lavoro al massimo delle sue capacità,Akira lo sapeva bene,per questo si fidava di lui,Murai aveva guadagnato questa fiducia combattendo scontri del tipo che stava affrontando adesso.

Era giunto in quel castello vestito della solita armatura,con le solite protezioni,i soliti ornamenti e il solito elmo a forma di testa di cane che portava sulla testa,mentre il suo avversario portava un armatura da samurai dotato solo della parte sotto e del pettorale,le braccia scoperte dell'umano era grossi come tronchi,braccia più che adatte a maneggiare un arma come quella.

- Certo che non te la cavi male con quel bastone spuntato,che ne dici se adesso mi impegno seriamente e ti faccio una caverna in mezzo al petto?

- Devi soltanto provarci scimmione,quella clava ti rende così lento e goffo che ci metterò un attimo a bucarti la testa da parte a parte,fidati ho allenato reclute più pericolose di te.

- Ne ho sentiti tanti parlare come te,e anche loro pensavano che una lancia li tenesse abbastanza lontano da un energumeno come me,ti posso dire che si sono sbagliati tutti.

- Sei solo grosso,nulla di più.

Murai cambiò posizione,portando la lancia sopra la testa e tenendola con entrambe le mani e con la punta che puntava verso il basso,una mossa falsa del suo avversario e lo avrebbe colto di sorpresa.

- Vieni a dirmelo più da vicino.

A quel punto anche Hideyoshi cambiò posizione,strinse entrambe le mani sul lungo manico del suo Tetsubo,lo portò sul fianco destro,in attesa di caricare il suo colpo col doppio della forza.

- AFFONDO DEL SERPENTE.

Un velocissimo attacco lineare partì dallo yokai,che in meno di un secondo si era spostato leggermente in avanti e alzato la punta in direzione del petto di Hideyoshi,sapendo che il colpo sarebbe stato così forte da penetrare la corazza.

Ma l'umano non si fece trovare in preparato.

- RISPOSTA DELL'ONI.

Hideyoshi portò il colpo con tutta la forza che possedeva,tale era la carica impressa nell'arma che se avesse sbagliato il colpo lo avrebbe esposto e quindi lo avrebbe portato a morte certa.

La punta si stava avvicinando al cuore del bruto di Nobunaga,ma all'improvviso il colpo fu sbalzato via dall'arma di Hideyoshi e Murai vide la propra arma puntare da tutt'altra direzione.

Preso ormai dallo slancio l'umano si diede una spinta coi fianchi e iniziò a compiere un giro su se stesso,portandosi nella rotazione anche il Tetsubo,ma il generale si accorse della cosa e subito recuperò l'arma,la puntò a terra e con tutta la forza che aveva nelle braccia e nelle gambe,fece l'unica cosa che gli venne in mente per non ritrovarsi la testa ridotta in briciole.

Hideyoshi compì il suo attacco e subito mosse la grande mazza di legno in direzione del craneo del suo rivale,fu li che l'intuiziano di Murai gli salvò la vita.

Dopo aver accumolato tutta la forza nei piedi e nelle braccia fece appena in tempo la sua mossa,compì un balzo all'indietro,cosa che gli risparmiò tutte le ossa della testa,poi,a mezz'aria puntò la lancia contro il terreno e appena lo toccò si fece forza con le braccia,spingendosi unteriormente indietro,tornando così a distanza di lancia da quel grande umano pieno di muscoli.

Entrambi erano visibilmente affaticati,era raro per entrambi essersi ritrovati in una situazione di stallo così faticosa,entrambi si erano mostrati a vicenda per quelli che erano realmente,due esperti combattenti.

Murai,con la sua specialità nelle armi in asta e le sue tattiche da fante e Hideyoshi,con la sua bravura nell'armi pesanti e nel combattimento,offensivo aggressivo,pesante,ma non privo di fantasia.

- Non te le cavi male.

Disse Murai leggermente stupito dalla cosa.

- anch'io ti faccio i miei complimenti...accidenti che fatica.

Rispose Hideyoshi con fare scherzoso.

Restarono fermi per un qualche attimo,come a volersi riprendere dalle spettacolari manovre eseguite un attimo fa,non si poteva negare che entrambi fossero combattenti di prim'ordine,lo si poteva capire dallo sguardo,dalla tecnica,dall'ardore del combattimento,avevano molto in comune.

Così diversi,ma allo stesso tempo così simili.

- Era da tempo che non ti vedevo così soddisfatto Murai,hai trovato un avversario degno?

Una voce proveniente dalle spalle di Hideyoshi costrinse quest'ultimo a girarsi e quello che vide lo prese non poco di sorpresa,era la figura di un uomo,alto,dagli hakama neri e un kimono bianco,aveva un espressione rilassata in volto e lo sguardo di chi sembra sapere tutto.

- Akira.

Disse Murai stupito.

Non si aspettava un suo intervento in quel duello,avrebbe dovuto essere da Nobunaga,perchè non si era diretto dal l'umano che tanto voleva conoscere?

- Immagino,che anche Hana e Huang siano impegnati con gli altri due sottoposti del feudatario,di certo non devono essere avversari da poco,visto che li stanno impegnando così a lungo,del resto,non sarei venuto qui,se non fosse per trovare...

Lo sguardo di Akira si posò su quella dell'umano.

- Degli alleati così interessanti.

Finì la frase facendo un leggero inchino con la testa verso Hideyoshi,in segno di saluto,come se nulla fosse.

Il bruto si sentì smarrito,quello era uno yokai,non riusciva a crederci,c'era uno yokai nel castello di Nobunaga,c'era un dannattissimo yokai,nel dannatissimo castello di Nobunaga.

Era l'unica cosa alla quale riuscesse a pensare,per istinto cominciò a stringere le mani sull'arma,era l'istinto ad aver preso il sopravvento sull'auto controllo,era pronto a spaccare la faccia a quell'intruso tutt'altro che umano,forse era vero quello che si diveva in giro.

Non ci pensò due volte e mosse immediatamente l'arma verso il volto di Akira,lo sguardo di Hideyoshi era carico di furia omicida,le sua forza era pronta a far uso di tutto il peso del tetsubo,un colpo alla testa e presto dell'intruso sarebbe rimasta una pozza di sangue,nulla più di traccia,facile da lavar via.

- FAI CIAO ALLA TUA FACCIA DA IMBECILLE.

Ma non fece in tempo a colpirlo che lo yokai si abbassò di poco con un veloce colpo di mano annullò l'attacco del bruto,colpì Hideyoshi sul petto,con la mano aperta,usando il palmo della mano per distanziarlo da lui,l'impatto fu tale che non solo il colpo dell'umano andò a vuoto,ma perse anche l'arma e fu sbalzato all'indietro con un tale forza da sollevarlo dal suolo e facendolo cadere di faccia verso il terreno.

Hideyoshi rimase pochi secondi a riprendere fiato,nel tentativo di rialzarsi dovette poggiarsi sulle ginocchia e sulle mani,ma dovette toglierne una dal suolo per portarsela al petto.

Sentì una forte fitta,come se qualcosa gli avesse stretto il cuore,possibile che la corazza non avesse parato il colpo? Possibile che quell'essere fosse davvero così forte?

- Vedo che lei prende molto sul serio la difesa di questo castello,ora,posso chiderle dove si trova il suo daimyo?

Hideyoshi di risposta fece un sorriso e con sguardo tracotante di arroganza si rivolse ancora verso il dayokai.

- Certo,al momento si trova a metà strada tra non lo so e lascia perdere,però attento a dove giri,protesti prendere per sbaglio la via per andare fuori dai piedi,se vuoi ti do le indicazioni.

Akira stava di nuovo per aprire bocca,ma si dovette bloccare subito,si rese conto che quella dell'umano era una battuta,non riusciva a credere alle sue orecchie,non tanto perché la cosa non lo divertisse,semplicemente non se l'aspettava.

- Oh,non sapevo di avere a che fare con un comico,accidenti,oltre a soldato siete anche un intrattenitore,divertente.

- Avvicinati ancora un pò e vedrai come ti faccio ridere,simpaticone.

- Vorrei tanto,ma anche se la notte e giovane,il tempo e un lusso che non mi posso permettere,quindi,per l'ultima volta,posso sapere dove si trova il suo signore?

Hideyoshi fece per rispondere,ma all'improvviso qualcosa si fece sentire nell'aria,sembrava una risata,una risata di puro divertimento.

E fu li che apparve,dall'ombra dei bambù,sembrava tranquillo,nessun segno di nervosismo,nessuna rabbia,solo divertimento,nulla più di quello.

Era Nobunaga,era comparso come uno spirito maligno,dal folto di quella parte della sua foresta personale,camminava in modo elegante,fiero,forte ma facendo comunque sfoggio delle sue stranezze.

- E così Hideyoshi ti sei messo a giocare con i tuoi nuovi amici? Li vuoi presentare anche a me?

Vide il suo attendente alzarsi in piedi,dolorante,affaticato e leggermente provato dal colpo precendete.

- Mi dia...un attimo...che adesso,glie li faccio conoscere...a dovere.

Si rialzò,raccongliendo l'arma con una sola mano e sollevando da terra solo il manico,stava riprendendo aria,il respiro si era fatto pesante,il petto gli faceva male,ma rialzarsi sarebbe stata la prima cosa che avrebbe certamente fatto.

Se quei due pensavano di poter abbattare il comandante dei macigni,allora non sapevano con chi aveva a che fare.

Hideoshi si girò in direzione di Murai e lo indicò.

- Allora,vi presento lo scemo con la faccia da cane.

E poi puntò il dito su Akira.

- E lui é il suo amico con dei pessimi gusti in fatto di moda,guarda come si veste.

Murai stava per tornare all'attacco,ma un gesto di Akira lo fece desistere dalle sue intezione,sapeva bene come il generale di lunga data fosse un uomo intelligente,ma aveva il vizio di arrabbiarsi per il minimo insulto ricevuto.

Al contrario suo,che restava sempre calmo,infatti,Akira non fece il minimo cenno di cedimento,mosse la sua attenzione al signore del castello,immergendosi nei suoi pensieri e valutando l'uiomo che aveva davanti.

Era la prima volta che vedeva Nobunaga così da vicino,sembrava un umano particolarmente interessante,alto,di bell'aspetto,con un aura di carismatica regalità,a giudicare dalla parte non coperta dal kimono era un uomo dedito all'allenamento e alla pratica del combattimento,se era riuscito ad oltrepassare Huang e Hina voleva dire che non era mera apparenza quella sua forza fisica.

Poi la vide,l'arma che Nobunaga stringeva con perfetta tranquillità,gli era bastato un solo sguardo per capire cosa fosse realmente,in quel momento trovo conferma alle voci che erano giunte alla sue orecchie.

- Vedo che portate con voi un oggetto assai importante.

Disse Akira con una nota di autentico interesse.

Nobunaga abbassò un attimo lo sguardo verso la strana spada che si portava appresso,la guardò per un attimo,non serviva un secondo di più per capire dove lo yokai voleva andare a parare.

- E io noto che possiedi un certo interesse per questa...meraviglia,yokai,ora,vuoi continuare con le false lusinghe,oppure ti riveli a me per chi sei davvero?

Akira abbozzò un piccolo sorriso,un leggero inchino con il capo e poi diede la sua risposta.

- Con piacere.

Nemmeno un attimo di preavviso che il maestro templare e il folle di Owari si scambiarono un colpo.

Due calci,due gambe sollevate,l'una contro l'altra,una di Akira,l'altra di Nobunaga.

Entrambi in perfetto equilibrio,forze contrapposte,ma stessa volontà di prevalere.

- Vedo che non ve la cavate così male,devo supporre che non siate sconosciuto al combattere contro un dayokai.

- Pensavi forse che Nobunaga fosse un semplice folle?

I due combattenti si separarono,tornando ad una posizione neutrale,si guardarono negli occhi e li si confrontarono per davvero,nessuna esitazione,nessun limite,nessuna ipocrisia.

Solo due combattenti che si confrontavano,le intenzioni erano superflue,le parole erano vuote di significato,solo la forza era importante in quel momento.

Il vero scontro,stava per iniziare.
  
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