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Autore: _Giuls17_    01/06/2018    1 recensioni
[the dark world, the same enemy but that's another story]
Hermione aveva provato sulla sua pelle il dolore vero e da quel momento aveva preso la decisione più importante della sua vita, una decisione che aveva richiesto un sacrifico che lei aveva eseguito senza indugio; ma in un mondo in cui Lord Voldemort ha preso il potere e Harry Potter cerca ancora di contrastarlo, non tutto andrà per il verso giusto.
C6: -Vorrei tanto che non fossi una stronza Serpeverde con zero capacità di amare.-
C7: “Cercavamo un amore travolgente, e l’abbiamo sempre avuto davanti, è sempre stata lei ad attirare la tua attenzione"
C8: -L’amore ci rende fragili ed io vivo in una famiglia in cui non posso permettermi questo genere di debolezza.-
C13: Ti prego non lo dire, se non lo dici non è vero e se tu non lo dici posso dimenticare, posso dimenticarti.
C19: -Io ti ho aspettato per tutta la vita.-
C23: Abbiamo deciso di distruggerci.
C44: A prescindere dal fatto che li amasse entrambi.
C48: Posso mettere la parola fine a tutto questo dolore.
C49: Hermione è una persona fatta di amore di rimpianti...
Genere: Dark, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Fred Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Dark World'
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No lie
 
Hermione urlò.
Urlò come aveva fatto quella volta che aveva ricevuto il Marchio Nero, urlò come quella volta che il padre l’aveva picchiata a sangue, urlò come se la vita la stesse abbandonando.
Provò a svegliarsi ma l’incubo la stava risucchiando sempre più giù, sempre più verso di lui.
Improvvisamente delle mani la scossero forte, strappandola dal suo incubo, strappandola dalla morte.
Aprì gli occhi e lesse in quelli di Robb la paura, l’angoscia di non essere arrivato in tempo, di non averla salvata neanche quella volta.
-Sono qui, Hermione, sono io.-
Lei annuì ma non riuscì a respirare, era ancora lì. In quell’incubo, era ancora con Voldemort, ancora con lui.
-Respira.-
Scosse la testa e percepì la testa girarle, non ce la faceva, non poteva davvero respirare.
Robb la scosse un altro poco e portò le mani al suo viso e solo in quel momento lei percepì la prima ferita e poi un dolore sempre più lancinante alla gamba e in quel momento ricordò e in quel momento riuscì a respirare, poiché un altro urlo aveva squarciato la notte profonda.
Il ragazzo le tolse velocemente il lenzuolo impregnato di sangue, entrambe le sue gambe stavano sanguinando, stavolta però le ferite non erano sulla coscia in orizzontale, ma erano per lungo, ed arrivavano fino al ginocchio, una però era leggermente più profonda, la pelle era viscida al tatto.
-Com…-
Herm scosse la testa, non riuscendo neanche a trovare le parole per esprimere tutto quello che aveva passato, erano di nuovo in questa casa, erano di nuovo qui, solo che lui stava giocando con lei, e lo aveva fatto per tutta la notte.
Robb la prese in braccio e la portò nel bagno, dentro la vasca e chiamò Nick, il quale apparve velocemente con il kit e la bacchetta in mano.
Ciò nonostante Hermione non riuscì a seguire la loro discussione, riusciva a vedere solo il Marchio Nero muoversi sul suo avambraccio sinistro, il marchio di Voldemort la stava chiamando, l’aveva chiamata per tutta l’estate e lei non aveva mai risposto alla chiamata ma stava diventando troppo debole, mentre lui troppo forte e prima o poi sarebbe crollata, prima o poi avrebbe risposto e quella volta sarebbe stata la sua fine.
 
***
 
Hermione si mosse piano, la testa le pesava come tutto il corpo, gli occhi si aprirono lentamente e nonostante la luce della finestra non ne rimase accecate, alzò piano la testa e percepì il corpo di Robb accanto al suo.
Aveva dormito accanto a lei per evitarle altri incubi.
Si mosse piano per osservare meglio la stanza, erano nella sua stanza personale e improvvisamente il calore si diffuse nel suo petto, lo aveva fatto per lei, senza chiederle niente aveva indovinato l’unica cosa che l’avrebbe resa veramente serena, felice.
Osservò la coperta che celava le sue gambe e la spostò lentamente, entrambe erano coperte da pesanti fasciature già macchiate di sangue, aveva imparato col tempo che quel tipo di ferite non sarebbero passato con un semplice incantesimo, aveva imparato a sue spese che non sarebbero andate via tanto facilmente, represse l’istinto di vedere quei nuovi tagli, di vedere quel dolore che si sarebbe portata dietro per il resto della sua vita.
Strinse le mani a pugno e riposò la coperta al suo posto, cercando di controllarsi.
-Mi dispiace di non aver potuto fare di più.- le sussurrò all’orecchio.
-Non devi scusarti, sarebbe stato tutto inutile, certe ferite non possono passare.-
-Mi dispiace anche di non averlo capito prima.-
-Credevo anch’io che con lui ad Azkaban io sarei stata al sicuro, ma a quanto pare il potere che ha sui Mangiamorte è davvero potente.-
-Non sei una di loro.-
-No ma ho il loro Marchio, comunque.- disse, guardandolo.
Robb le spostò una ciocca di capelli ma rimase in silenzio, lei fece lo stesso, non avevano parlato di quel bacio nella settimana successiva, e nessuno dei due ne aveva sentito la necessità, le cose andavano bene lo stesso, tra loro tutto sarebbe andato bene comunque.
Anche se adesso avevano entrambi la consapevolezza di quello che provavano, niente sarebbe cambiato.
-Come stai?-
Nick entrò e si sedette di fronte a lei, nella sua poltrona preferita.
-Come se fossi stata travolta da un Ippogrifo.- ammise, guardandolo.
-Diciamo allora una pezza.-
-Bè sì, certe volte è davvero faticoso.-
-La colazione è pronta e nella tarda mattinata dovrebbero arrivare gli altri… Sai la festa ma secondo me dovremmo rinviarla.-
-Anche io lo penso.- disse Robb, intervenendo.
-No no, la festa si farà. Tutti ne abbiamo bisogno ed io più di tutti.-
-Non sei nelle condizioni.-
-Io sto benissimo.-
Si alzò di getto, per dimostrare a tutti quanto fosse vero, ma le sue gambe non ressero il peso di quel dolore e solo le mani dei due ragazzi le impedirono di cadere a terra e farsi male.
-Okay, va bene. Ma passerà per tempo.-
-E se così non fosse?-
-Mi trascinerò per tutta la festa se fosse necessario!- sbottò, cercando di mantenere la calma, -Io non voglio essere una donzella in pericolo che deve essere salvata, quindi non fatelo con questo intento, fatelo perché mi volete bene, fatelo perché ci tenete a me ma non per le ragioni sbagliate.
Faremo la festa e ci divertiremo assieme e passeremo assieme l’ultima settimana prima della scuola, è uno dei tanti modi per non dimenticare quello che è stato.-
-Noi resteremo sempre con te.- disse Nick, e cercando lo sguardo di Robb.
-Ha ragione lui.-
-Buono a sapersi, adesso o mi aiutate ad andare in cucina o mi portate qua la colazione.-
-Cucina.- risero entrambi, alzandosi.
Hermione sorrise timidamente, ancora non si era abituata ad avere quei ragazzi in casa ma sapeva che tutto quello che facevano, lo facevano per lei, perché avevano delle buone intenzioni e perché ci tenevano, le volevano bene, come lei voleva bene a tutti loro e forse un po’ di più a Robb.
Si strinse a lui durante il breve tragitto e venne depositata su uno sgabello della penisola, la colazione le apparve davanti e mangiò tranquillamente.
Per la prima volta si rese conto che il suo problema con il cibo era totalmente svanito, non si sentiva più male a guardarlo e non le veniva più da vomitare, anche se non mangiava come una volta, sicuramente non aveva più quel tipo di problema.
Sorrise per quel piccolo traguardo, stava imparando a prendersi cura di se stessa, a farsi stare bene, e non ci sarebbe mai riuscita senza di loro e senza la scelta di prendersi più cura di se stessa e meno degli altri.
 
*
 
Lo sguardo sconvolto e inorridito di Blaise e Daphne fu la prima cosa che vide quando i ragazzi apparvero nel suo giardino, con quei sorrisi che gli aveva sempre invidiato e quella spensieratezza che non aveva mai avuto.
-Hermione, cos’è successo?-
Glielo spiegò a entrambi ma sapeva che entrambi avevano capito cosa fosse successo, in fondo Blaise l’aveva raccolta da terra quando Voldemort le aveva inferto le altre ferite alla gamba.
-Ci è solo andato giù pesante stavolta.-
-Il suo potere non dovrebbe essere così forte, parlerò con mio padre per farlo spostare in una cella di massima sicurezza, così forse risolveremo il problema.-
-Blaise…-
-Ha ragione, se può farlo allora facciamolo.- intervenne Robb, sedendosi accanto a lei sul divano.
-Vengo con te se sarà necessario un testimone.-
-No.- sussurrò Hermione, avendo paura di cosa ciò avrebbe comportato.
Non potevano separarsi, non ora che lei era così terribilmente fragile, così attaccata a lui da averne bisogno costantemente.
Non poteva perderlo di vista neanche per un secondo.
-Andrà tutto bene, staremo via solo per un poco e Nick sarà sempre qua con te.- le posò una mano sul ginocchio e si alzò, aspettando che Blaise facesse la stessa cosa.
Hermione lo fissò negli occhi, intensamente, cercando di fargli capire quanto odiasse quella sua presa di posizione, quando le desse fastidio tutto quello, quanto sarebbe stato meglio restare assieme, al sicuro in quella casa, nonostante tutto.
Robb però ricambiò il suo sguardo, anche se ci misero solo pochi secondi entrambi sapevano che si erano detti più del necessario: lui l’aveva rasserenata, l’aveva calmata e le aveva fatto quella tacita promessa che l’aveva calmata.
Sarebbe tornato da lei. Sempre.
Li vide andare via, ed Hermione si soffermò ad osservare le sue spalle, lo aveva fatto sempre più spesso ma in qualche modo la presenza di Daphne la fece arrossire, una condizione che non succedeva spesso.
-Dobbiamo parlare.-
-Non qui.- disse Hermione ed indicò casa sua.
Daphne la guardò senza capire e lei provò a mettersi in piedi ma il dolore lancinante le fece contrarre il viso in una smorfia di dolore, non sarebbe riuscita a muoversi prima di qualche giorno, o forse anche di più.
Voldemort c’era andato giù pesante quella volta ed anche se solo una gamba era combinata davvero male, l’altra le faceva comunque male e quella che era stata ricucita faticava a rimarginarsi per bene.
-Chiamo Nick, che dici? Non è il caso che ti muovi.-
Lei annuì distrattamente, osservando quelle fasciature che le coprivano le gambe, erano di nuovo macchiate di rosso.
Scosse la testa sconsolata, aveva troppi segni su quel corpo che aveva accettato di nuovo come suo, troppi segni che raccontavano il terrore cui era stata sottoposta, troppi segni di cui aveva paura a raccontarne la storia.
Alzò lo sguardo verso il cielo estivo, per un solo momento sperò di non essere quella ragazza, di poter essere chiunque altro, di poter avere quella vita normale che aveva sempre desiderato, di poter essere qualcuno di totalmente diverso ma quel pensiero volò via come il battito d’ali di una farfalla, se non fosse stata quella ragazza non avrebbe conosciuto i suoi amici, non avrebbe amato Draco, non avrebbe amato Robb e in quel momento capì che le sofferenze che aveva subito ne erano valse la pena se le avevano permesso di conoscere le uniche due persone a cui aveva donato il suo cuore.
 
-Ti porto nella tua stanza, giusto?-
La voce di Nick la riscosse e lei annuì, anche lui la conosceva abbastanza bene ma a differenza di Robb si era mantenuto distaccato, nonostante il forte rapporto ma aveva imparato che lui era fatto così. Non amava i gesti d’affetto un po’ come lei ai vecchi tempi, ma nonostante questo aveva notato il suo carattere allegro e scherzoso, osservò il ragazzo portarla senza troppa fatica dentro casa e lungo il corridoio.
-Robb non si sarebbe allontanato se non ti sapesse al sicuro, lo sai vero?-
-Lo so, solo che è difficile.-
-Lo vedo ma devi stringere i denti, sta facendo di tutto per farti stare bene. La notte quasi non ci dorme per questo.-
-Davvero?-
Hermione non ricevette nessuna risposta ma Nick la guardò in quel modo enigmatico che voleva dire tutto e niente allo stesso momento, e lasciò lei e Daphne nella stanza al pian terreno; vide l’amica guardarsi attorno meravigliata di averci rimesso piede dopo tanti anni.
-Ci sei rientrata. Non credevo l’avresti mai fatto.-
-Dopo l’incontro con Silente ho sentito la necessità di farlo e insomma, non è stato così terribile come credevo.-
-Ti serviva solo una piccola spinta.-
-Dopo che abbiamo parlato sulla spiaggia è successa una cosa.- disse guardandola negli occhi.
Daphne si fermò in mezzo alla stanza e la guardò negli occhi, scrutandola come solo lei sapeva fare.
Se Blaise la capiva da un punto di vista Daphne invece la completava dall’altro, erano amiche da quando erano bambine, si capivano e si intendevano su tutto, e crescendo quel legame si era semplicemente amplificato, ed adesso sapeva che era l’unica a cui avrebbe potuto rivelare quella verità.
Né a Ginny né a Blaise, solo a lei.
-Dimmi.-
-Li amo entrambi.- disse semplicemente, stringendosi le mani al petto per affrontare quella verità.
Anche se era riuscita ad ammetterlo a se stessa, a venire a patti con quella pazza idea non era riuscita a dirla ad alta voce, ed adesso che l’aveva fatto le sembrava stupido ed egoistico ma anche giusto, terribilmente giusto.
-Oh Herm, io te lo avevo detto.- disse, sedendosi accanto a lei nel divano e prendendole una mano.
-Non dovrebbe essere così, non si possono amare due persone eppure io li amo entrambi, in modo diverso, totalmente diverso, ma li amo.-
-Cosa te l’ha fatto capire?-
-Robb. Quando ho aperto questa stanza lui era qui e mi ha fatto un discorso… Quel genere di discorso in cui anche io riesco a sciogliermi e mi ha detto che sarebbe rimasto con me, indipendentemente dal tipo di rapporto che decidevo di avere.-
-Certi ragazzi non si incontrano tutti i giorni, credevo ti avrebbe obbligato a scegliere.-
-Lo credevo anche io, ero convinta che me lo chiedesse.- scosse la testa e guardò verso il pianoforte, -Invece mi ha fatto sentire completa, non ha messo se stesso prima di me, ha dato a me la possibilità di scegliere per il mio bene e mi ha anche detto che se scegliere sarebbe stato difficile e doloroso, non avrei mai dovuto farlo.
Non per lui.-
-Oh.-
Hermione lesse lo stupore nella voce della sua amica e anche lei ammise di esserlo, a mente lucida e senza la sua presenza riusciva a comprendere quanto le sue parole le avessero toccato il cuore, quanto quelle parole fossero veritiere.
-Hermione nella vita di ogni persona c’è un grande amore, quello travolgente, quello per cui moriresti e tu lo hai avuto, ma la vita ti ha anche dato la possibilità di conoscere un altro tipo di amore: quello gentile, quello rassicurante.
Quello duraturo, per cui non sei costretta a sacrificare te stessa.-
-Ed io ho avuto la fortuna di conoscerli entrambi? Non ci credo.-
-Io sì. Nella tua vita tutto è sempre andato storto e tu non hai mai conosciuto la felicità, credo che sia giusto che tu abbia avuto entrambe le possibilità.-
-Secondo te dovrei scegliere?-
-Tu vuoi scegliere?- le chiese invece.
-No. Non ora, non voglio farlo. Rendermi conto di amarli entrambi è stato un duro colpo, forse il più duro della mai vita.
Quando ho lasciato entrare Draco credevo che sarebbe stato per sempre e mi sono sbagliata, senza volerlo ho fatto entrare Robb ma lui non pretende da me una relazione, non pretende la mia amicizia.
Vuole esserci. Perché mi sembra così incredibile?-
-Perché non hai mai conosciuto qualcuno che facesse questo per te. Robb è una persona migliore di quello che credevamo.-
-L’ho pensato anche io. L’ho baciato.- disse impulsivamente, sconvolgendo la sua amica.
-Cosa?!-
-Non è stato un vero bacio…- ammise Hermione in imbarazzo, rise di quella situazione, lei non era mai stata in imbarazzo.
Mai.
Era lei a mettere gli altri in imbarazzo, lei a umiliarli, lei a dettare la caccia.
-Allora cos’è stato?-
-Ho solo… Sfiorato le sue labbra? Daphne non so cosa mi sia preso, semplicemente volevo farlo, volevo sapere cosa… avrei provato nel baciarlo, a scegliere lui.-
-Come ti ha fatto sentire?-
-Non voglio dirlo.- disse, distogliendo lo sguardo.
-Perché no? È stato così brutto?-
-No, è stato molto meglio e molto diverso da quello che provavo per Draco.-
-Stai provando ad odiarlo comunque?-
-Forse il non vederlo mi ha impedito di odiarlo, ma non mi ha impedito di smetterlo d’amarlo.-
-Allora non dovrei dirti che sta per arrivare assieme ai gemelli e a tutti gli altri per aiutarci con le decorazioni?-
-Manca ancora una settimana.- sottolineò arrabbiata.
-Lo so, ma tutti si sono proposti di aiutarti e non ho saputo gestire la situazione. Blaise poi ha acconsentito ed io non sapevo cosa fare.-
-Sono io a non sapere cosa fare, adesso.- tuonò, provando a calmarsi.
-Lo so che stavi meglio senza vederlo, ma forse vederlo ti aiuterà a capire se vorrai scegliere oppure no.-
-Daphne!-
-Hermione non potrai evitarlo per sempre, a scuola ci sarà anche lui e questo ti aiuterà semplicemente a far pratica.-
-Odio quando fai così, odio non avere il controllo sui miei sentimenti ed odio sentirmi così indecisa.-
-Quello che ti è successo è una delle cose più belle del mondo, non fartela scappare solo per qualche remora del passato.-
-Come può essere così bella? Sei sicura di essere ancora una Serpe?-
-Lo sono, Herm, solo che certe cose vanno al di là della nostra Casa di appartenenza, perché una volta fuori da Hogwarts saremo chi vorremo essere, per tutta la vita.-
Quel pensiero la fece rimanere in silenzio, lei aveva ragione e in fondo lo aveva sempre saputo.
La Casa ad Hogwarts non determinava il futuro e lei lo aveva capito la sera che il Cappello Parlante l’aveva smistata a Serpeverde, durante quell’anno in cui aveva cercato di essere se stessa nonostante il tormento dei suoi compagni, la scelta che aveva preso aveva solo represso la vera Hermione, ma adesso aveva scelto di essere la parte migliore di se e la sua parte migliore le racchiudeva entrambe, quindi avrebbe evitato di essere la vecchia Serpeverde Purosangue ma avrebbe aperto gli occhi ai nuovi orizzonti.
 
-Sono qui.- disse Nick entrando.
-Chiudi la porta quando mi avrai lasciato di là. Nessuno deve entrare qua dentro.-
Nick annuì e la prese di nuovo in braccio per portarla di nuovo fuori dalla stanza, era passato da poco mezzo giorno e fece un segno ad Heller di preparare il pranzo per tutti i suoi ospiti da servire nel giardino interno della casa.
Quando Nick la lasciò nel salone, osservò tutte le persone cui col tempo aveva stretto dei legami.
Alcuni erano i più impensabili mentre con gli atri le era venuto più facile, anche se la presenza di Draco non aiutata molto.
Si sistemò meglio il vestito per non lasciare intravedere nessuna fasciatura, ma sarebbe stato difficile trovare una scusa per non muoversi per tutta la giornata.
-Ci siamo presi la libertà di portare qualche cosuccia.- disse Fred sorridendo.
-Vogliamo solo che tutttiii si divertano.- gli fece eco George, depositando le buste nel tavolo del salone.
-Bè avete avuto una buona idea.-
-Io invece ho portato un paio di braccia in più.- disse Ginny, indicando Harry, Draco e Neville.
-Wow… Questa casa è…-
-Grande.- concluse Hermione con aria di sufficienza verso il ragazzo.
-Già.- sussurrò.
-Blaise?- domandò Harry cercandolo.
-Tornerà subito, è… Andato con Robb in un posto.- disse Daphne, cercando la sua approvazione.
Lei scrollò le spalle, non avrebbe detto a nessuno dei suoi incubi e della piccola missione dei ragazzi, anche se Draco la stava guardando incessantemente, non avrebbe ceduto.
-Da dove iniziamo?-
-Da dove volete, pensavo che la festa potesse partire dal salone, visto che qui si trova il bar e la stanza si presta abbastanza bene. Poi apriremo le porte finestre, così da lasciare il libero accesso sia al giardino esterno che a quello interno, se sarà necessario. Ma le scale sono off-limits, come le altre stanze di questo piano.-
-Cosa c’è nelle altre stanze?- la sua voce per un solo momento la irritò, sapeva che lo stava facendo a posta ma non lo avrebbe accontentato.
-Affari di famiglia.- disse sorridendo tagliente nella sua direzione.
-Scusate il ritardo.- urlò Luna entrando in casa.
Hermione strinse i pugni e distolse lo sguardo, non sapeva ancora se la ragazza che aveva visto fosse stata lei o meno ma nel dubbio avrebbe evitato qualsiasi contatto, voleva solo evitare di farsi male più del dovuto.
 
-Adesso che sei a conoscenza di quello che provi, difenderti sarà più difficile, più arduo.-
Lo so, lui ha ancora molto potere su di me e dopo quello che mi ha fatto devo solo essere più cauta.
 
-Hermione, allora?-
-Io non posso… Muovermi, ho preso una storta.- disse indicando il piede.
-Non è fasciato.- le fece notare Harry.
-Basterà un incantesimo e lo metteremo a posto.- gli diede corda Ginny, passando una busta a Ron, per avvicinarsi a lei.
-Non puoi. Il Medimago che mi ha visitato non me l’ha permesso, deve guarire da solo.-
-Davvero?-
-Già.- disse, schivando il suo sguardo.
-Strano.-
-Sai, certe volte s’inventano cose strane.- disse, scrollando le spalle.
-Allora non ti sforzare, iniziamo noi se non è un problema.- disse Fred guardandola.
-Sarebbe perfetto.- sussurrò nella sua direzione.
In pochi secondi tutti si misero all’opera, Ginny le passò un libro ma lo lesse con poco interesse, in quanto tutta la sua attenzione si stava concentrando su come i ragazzi spostavano i mobili, su come dirgli di trattare certi oggetti e sulla possibilità di evitare Draco.
Anche se lo amava il dolore per quello che le aveva fatto era ancora troppo grande, troppo fresco per passarci su come se niente fosse, come se l’amore potesse cancellare ogni ferita e poi non sapeva se lui l’amava ancora, da quello che sapeva poteva averla già dimenticata, poteva essermi rimesso con Luna.
E lei lo avrebbe lascito stare in quel caso, per sempre.
Guardò l’orologio più volte del necessario, contando il tempo mancante al suo ritorno ma non servì a molto, quando si sedettero fuori in giardino per pranzare all’ombra di un vecchio albero Robb e Blaise non erano ancora tornati.
Hermione era riuscita a sistemarsi prima che gli altri notassero le sue fasciature, anche se le avrebbe dovute cambiare presto, le ferite cominciavano a pizzicare e sapeva che non era un buon segno.
Partecipò ad alcune discussioni ma senza molto interesse, la presenza del biondino inibiva i suoi sensi e la gettava in un panico perenne, odiava sentirsi così: alla mercé degli altri, anche se la presenza di Robb avrebbe allievato quel suo sentimento.
Odiava non avere il pieno controllo delle sue azioni, il controllo su Hermione.
-Sei rimasta per tutta l’estate in casa?- le chiese Luna, sorridendo.
Hermione posò il bicchiere di limonata che stava bevendo e inspirò a fondo.
-No, Robb e Nick sono riusciti a farmi uscire, ma io ho preferito passare comunque il mio tempo a casa.
Dovevo sistemare alcune cose.-
-Dove sei stata? Oltre ad Hogsmeade, intendo.- chiese Fred.
-Al mare.- rispose, cercando di reprimere un sorriso.
Quella giornata aveva conquistato un posto importante nel suo cuore, in quella giornata si era aperta a Nick e soprattutto a Robb, aveva rivelato un pezzo del suo passato ed aveva conquistato un pezzo di Hermione.
-Al mare?- le fece eco Draco, guardandola negli occhi.
Lei sapeva bene quello che stava facendo, voleva leggerla dentro, voleva leggere le sue emozioni, voleva leggere quello che lei non era capace di dirgli a voce ma non glielo permise, non poteva permetterglielo, non dopo tutto quello che aveva passato.
Nonostante l’amore incondizionato che provava nei suoi confronti aveva deciso che sarebbe stata più egoista e che avrebbe tutelato più se stessa e ciò voleva dire impedirgli di esercitare tutto quel potere, impedirgli di giocare con il suo cuore.
-Già, mi hanno fatto una sorpresa.-
Sapeva di aver usato un tono eccessivamente acido ma la Regina concordava con la sua scelta, si sarebbe difesa a tutti i costi.
-E ci siamo divertiti molto.- le fece eco Daphne.
-Anche tu c’eri?- le domandò Ginny, curiosa.
-Sì, ma dopo quell’uscita Hermione non ne ha volute fare altre. Forse cambierà idea, prima della fine dell’estate.-
Hermione scosse la testa e riprese la limonata tra le mani.
-Mi trovo bene qui.-
-Davvero? Eppure ricordo bene come sei tornata quella volta. Non stavi proprio bene.-
 
-Vuole la guerra.-
E che guerra sia.
 
-Erano altri tempi.- disse guardandolo, impassibile, -Era un’altra la situazione… Ho fatto ammenda quest’estate per tutto quello che ho fatto in passato e la mia casa ha fatto ammenda con me, forse non sarà perfetta, forse non sarà pura, ma ci sto lavorando.
Adesso questa è casa mia, ed io mi trovo bene qui.
Sono cambiate molte cose da quel giorno.- disse, per rispondere alla sua frecciatina.
Lo vide annuire, distogliendo lo sguardo per concentrarlo da un’altra parte.
-Direi che potremo riprendere da dove abbiamo lasciato.- disse Ginny, alzandosi.
-Direi di sì, ma non c’è bisogno che finiate oggi, manca ancora una settimana. Abbiamo tutto il tempo che vogliamo.-
-Si lo so, ma voglio avere un punto della situazione buono per stasera quindi Herm tu riposati, io porto la squadra al lavoro.-
La rossa si allontanò con tutti gli altri, con lei seduta rimasero Nick e Daphne, fermi ad aspettare qualsiasi sua mossa.
-Se ci fosse stato Robb se lo sarebbe mangiato.- sussurrò il ragazzo, spezzando il silenzio.
-Bè Robb non era qui e forse è stato meglio così.- la bionda si passò una mano tra i capelli e guardò l’Auror.
-Devo salire in camera a cambiarmi le fasciature, mi aiuteresti?-
-Certo.-
-Daphne per favore non fare salire nessuno, a meno che non siamo Robb e Blaise.-
-Farò del mio meglio.- disse lasciandoli soli.
 
Hermione e Nick salirono le scale velocemente senza essere notati o almeno così sperò lei.
La fece sedere sul letto e solo in quel momento si concesse una smorfia di dolore.
-Ti fanno male, non è vero?-
-Ho resistito a lungo ma si fanno male.- ammise, passandosi una mano tremante sulla gamba più malandata.
-Prendo il kit, è in bagno anche se vorrei che ci fosse Robb, lui è più bravo di me a curare le ferite.-
-Ti aiuterò io, sono abbastanza esperta.-
-Purtroppo lo so.- disse allontanandosi per andare nel suo bagno personale.
Hermione si sollevò di poco il vestito e tolse la fasciatura della gamba sinistra: quella meno rovinata, la ferita era abbastanza evidente ma era un semplice segno rosso che scendeva fino al ginocchio, il sangue incrostato in più punti; mentre quando tolse quella della gamba destra provò una fitta di dolore per tutto il corpo, la pelle non si era cauterizzata, tantomeno rimarginata, la ferita era ancora aperta ed i punti erano saltati ed il sangue stava di nuovo uscendo.
-Cazzo quanto fai male.- disse guardandola con ribrezzo.
-Cosa cazzo ti è successo?-
La sua voce la fece entrare nel panico, Draco non sarebbe dovuto essere lì, in camera sua.
Non avrebbe mai dovuto vederla in quelle condizioni, non avrebbe mai dovuto sapere.
-Vattene.- disse a denti stretti, cercando di nascondere il dolore che si mescolava alla rabbia.
-Hermione, pretendo che tu mi risponda.-
-Pretendo che te ne vada dalla mia stanza!- urlò invece.
Nick uscì dal bagno ma prima che potesse anche dire una parola Robb entrò dietro il biondo e gli sbarrò la strada.
-Ha detto di andare via.-
-Cosa state nascondendo voi tre? Cosa le sta succedendo?-
-Non sono cose che ti riguardano, se vorrà dirtelo lei te lo dirà ma non credo che sia il suo desiderio in questo momento.- tagliò corto il ragazzo, guardandola.
In quel momento il cuore di Hermione era una centrifuga di emozioni e si rese conto che amare due persone contemporaneamente era faticoso ed estenuante, poiché non aveva nessuna preferenza, nessun cavallo vincente, pendeva per uno e per l’altro: se capiva il perché Draco volesse saperlo a tutti i costi, era comunque grata a Robb che la sa stesse difendendo a spada tratta.
Si era messa nel casino peggiore della sua vita ma non ne sarebbe uscita altrettanto facilmente e per il momento non era pronta a confessare a Draco alcunché.
-Fallo andare via.-
-Nick.-
-Non vado via. Voglio sapere.- disse Draco, mentre veniva strattono fuori dalla stanza.
Hermione in quel momento si alzò, nonostante il dolore, nonostante la rabbia qualcosa prevalse nel suo cuore e non era l’amore che provava per Draco Malfoy ma la stanchezza, la frustrazione di trovarsi di nuovo in quella situazione, impotente e alla mercé di un uomo che odiava più di se stessa e del padre.
-Tu hai perso il diritto di chiedere un po’ di tempo fa e anche di pretendere, sarò io a informarti quando vorrò farlo ma per il momento ti voglio fuori dalla mia stanza, anche se mi piacerebbe averti fuori dalla mia casa.- prese la bacchetta e con un incantesimo non verbale lo spinse fuori e fece sbattere la porta.
Dopo averla vista chiusa si permise di accasciarsi a terra ma Robb la prese in tempo, riportandola sul letto, in poco tempo lo vide armeggiare con tutto il necessario per la sua sopravvivenza e lei ne fu abbastanza felice.
-Forse sei stata troppo dura con lui.- gli sussurrò, senza guardarla.
-No, non ho nessun obbligo né tantomeno può pretendere da me qualcosa. Sono libera di dirglielo o meno e in questo momento non voglio condividerlo con nessuno, ci siete già voi, non ho bisogno di altro.-
-Mi dispiace di averci messo così tanto, ma… con la mancanza effettiva del Primo Ministro è stato leggermente più difficile.-
-Sei qui adesso, questo è quello che conta.- disse lei, tirando un sospiro di sollievo.
-Si lo sono e non andrò via di nuovo.-
-Bene anche perché se fossi tornato prima saresti stato tu a mangiartelo.- disse, reprimendo un sorriso.
Robb si voltò verso Nick in attesa di conferma e il ragazzo annuì.
-Cosa mi sono perso?-
-Meglio lasciare stare.- disse Hermione, scombinandogli i capelli con fare affettuoso.
-Te la sei cavata comunque.-
-Sì ma è stato difficile, però devo imparare.-
-Devi ma lo farai con me al tuo fianco.-
Lei gli sorrise e lui ricambiò, potevano farlo insieme.
 
 
 
 ∞Angolo Autrice: Hello! Non sono sparita, lo giuro, ma le ultime mterie e la tesi lasciano davero poco tempo, ma voglio chiuedere in bellezza e voglio davvero darvi la soddisfazione di leggere tutta la storia!
Prometto di impegnarmi un pò di più!
Hermione alterna dei momenti di piena serenità a momenti in cui tutto il mondo le crolla addosso, ma questa ragazza ha una forza di volontà tale da impedirle di crollare e di spezzarsi più di quanto non abbia già fatto. Draco non si comporta da principe azzurro ma ognuno il suo, per farlo rientrare nella sua vita ha bisogno di imparare a vivere senza di lui, di crescere senza di lui, di amare senza di lui, Hermione ha bisogno di capire che nonostante lui sia il suo mondo, lei stessa può essere il mondo di un'altra persona, ed essere felice e appaggata allo stesso tempo.
Dopo questa piccola filippica, spero che il capitolo vi sia piaciuto e spero di riaggiornare in settimana, non voglio mancare l'appuntamento!!
XOXO
_Giuls17_

Spoiler:
-Innamorarmi di te mi ha dato quella spinta che non credevo di meritare, mi ha dato la possibilità di riprendere in mano quello che credevo di aver perso e di andare avanti, di credere in me stessa e soprattutto nella possibilità che ci sia un futuro per me, forse non brillante, forse non rosa e fiori, ma un futuro forse felice.-
-E´ la prima volta che lo dici.- le fece notare, guardandola intensamente.
-Cosa?-
-Che sei innamorata di me.-
 
   
 
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