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Autore: Favatralenuvole    05/06/2018    1 recensioni
"Non ero divina.
Non ero dislessica.
Non ero iperattiva.
Andavo bene a scuola,non mi accadevano episodi inspiegabili e i miei genitori erano morti in un incidente.Fine."
Nicky arriva al Campo Mezzosangue senza ver mai manifestato alcun segno riconoscitivo tipico dei semidei,non sembra avere alcun potere e la prima sera non viene riconosciuta.
Quando succede,però,avrebbe preferito rimanere una reietta.
Una missione mortale (ci mancherebbe!) e un dio momentaneamente umano tra i piedi non la aiuteranno di certo a risolvere i suoi problemi.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Apollo, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Will Solace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I miei sogni furono nuovamente inquieti.

-Atty! Il grande ritorno!

-Ragazzina.

La dea non aveva mutato il suo aspetto: davanti a me c'era una donna di una bellezza glaciale, alta e imponente, dal corpo leggermente mascolino. Pensai di darle il cinque, visto che non sembrava mai apprezzare i miei saluti verbali, ma considerando che le arrivavo alla cintola rinunciai.

-Mi sei mancata!

Atena sembrò stupita.

-Questo non me l'aspettavo. Ma arriviamo al punto velocemente: sei riuscita ad evitare una nuova trappola, figlia di Gea.

-Faceva un po’ schifo, come trappola.

Lei fece palm-face.

-Non commenterò le tue uscite, non vale il mio tempo. Piuttosto, non è ancora finita. Devi tenere gli occhi aperti, Nicky. Non solo con i mostri. Con gli dèi, con i semidei, con la tua famiglia. Anche con il tuo caro Appy, se possibile.

-COME APPY?

-Semplice logica. Con gli dèi bisogna sempre guardarsi le spalle. Sempre. Siamo egoisti. Prepotenti. Arroganti. Faremmo qualsiasi cosa per ottenere ciò che vogliamo. Cioè, gli altri dèi. Non io.

Sentivo la gola secca. Non avevo più tanta voglia di fare battute.

-Perché mi stai aiutando?

-Una volta, un semidio mi ha detto che uccidere qualcuno per ciò che potrebbe fare, è sbagliato esattamente quanto Crono che divora i suoi figli per ciò che potrebbe accadergli. E devo ammettere che aveva ragione.

La sua immagine cominciò a svanire, ma la notte non era ancora finita.

Vidi David Prum.

No, neanche io me lo ricordavo. Per ora le cose più interessanti che aveva fatto erano state attrarre Apollo (male), mentirci (malissimo) e mostrarci il suo dolce pargoletto (bene, anzi benissimo).

Comunque, nulla di memorabile.

Ora, invece, parlava con Chirone, concitato.

-Gli dèi sono nervosi- Diceva, torcendosi le mani -E se venissero a sapere-

-Cosa? -Rispose Chirone, freddamente -Non c’è nulla che debbano sapere.

L'altro scosse la testa. Matt era accoccolato sulle sua ginocchia, e dormiva con la testa appoggiata sul suo petto. 

-Non è a me che penso, Chirone. Ma a Matt, alla ragazza e a Clementine, che è una brava donna. Gli verrà fatto del male… 

-Alla figlia di… sappiamo chi, viene già fatto del male! Non ha solo i mostri a cui pensare, ma gli dèi stessi disapprovato la sua esistenza.

Anche la loro immagine cominciò a dissolversi.

Mi svegliai di soprassalto, madida di sudore, poi mi guardai attorno.

Eravamo di nuovo nella tenda, e Appy dormiva accanto a me, nella solita posizione da angioletto.

-Ehi -Lo scossi dolcemente, poi un po’ più forte.

Lui aprii gli occhi.

-Si, babe?

-Allora, innanzitutto qui i soprannomi li dó io. Secondo, ho fatto un incubo -Spiegai.

Lui si alzò a sedere, con uno sguardo preoccupato.

-E cosa hai sognato?

-Atena.

-Beh, non è una cosa molto carina da dire.

-Ma no, scemo! -Lo corressi subito, pregando silenziosamente di non essere trasformata in un aracnide.

-È solo che è la terza volta che la sogno. E tutte le volte blatera qualcosa sullo stare attenta, guardarmi le spalle, non fidarmi di questo o di quello.

Lui rimase in silenzio per una quantità di tempo allarmante.

Poi mi fece segno di avvicinarmi di più.

-Non devi spaventarti, d'accordo?

-Tu sembri spaventato.

Voleva negarlo? Non ci riuscì, e si limitò a fissarmi ancora un po’, prima di confessare.

-Nicky, io sto male. Posso cercare di sdrammatizzare, di nonpensarci, ma non essere più un dio mi uccide. Mi sento nel corpo sbagliato. Sono nel corpo sbagliato. Sono inutile, non riesco a… proteggere chi vorrei proteggere, ogni giorno che passa diventopiù debole. Sì, sono spaventato, ma non pensare nemmeno per un minuto che sia colpa tua. Essere trascinato qui con voi due mi ha solo salvato da mesi e mesi di noia e autocommiserazione. Stavo morendo dentro.

Lo guardai negli occhi, colmi di rabbia, tristezza, apprensione e…senso di colpa?

Non indagai.

-Ti voglio bene! -Gli dissi. Banale, lo so, ma sapevo quanto poteva far piacere sentire quella frase.

-Anche io. Mi ricorderò sempre di te. Promesso.

Morte. Addio, cuore. È stato bello.

-Peró avresti dovuto tirarmi su, diamine, non deprimermi- Lo accusai, per alleviare la tensione.

Lui mi abbracciò stretto.

Oddio, mi stai uccidendo.

-Chi sei e cosa ne hai fatto di Appy?

-Che cliché, Nicky, mi deludi. Sembra quasi che abbiamo esaurito le idee per le battute -Commentó, rilassandosi un poco.

-Questo non lo dovevi dire- Esclamai, colpendolo con il cuscino.

E finì così, a lottare con i cuscini. Finché non fui così stanca che mi addormentai leggermente più vicino a lui rispetto al solito. Non ebbi altri incubi.

 

 

Buone notizie: per una volta mi svegliai prima di Nicky.

Cattive notizie: affacciandomi la loro tenda, la vidi dormire accoccolata contro Lo Splendido. Lui la teneva vicina con un braccio intorno al suo fianco e i loro nasi si sfioravano.

Primo pensiero coerente: MA NON AVEVANO CALDO??

Secondo pensiero coerente: Dimostrazioni d’affetto. Disgustose.

Mi avvicinai e cominciai a scuotere Apollo. Volevo svegliarlo senza svegliare anche Nicky.

-Apollo?

Niente.

-Tizio?

No.

A mali estremi, estremi rimedi.

-Divino Apollo?

Lui aprì immediatamente gli occhi.

-Sí?

-Eri sveglio! Volevi solo che ti chiamassi “divino”!

-In realtà mi aspettavo un “mio signore”, se non un “Vostra Altezza”, ma non si può avere tutto dalla vita.

Contenni l'insulto che mi stava letteralmente implorando di essere urlato.

Prima o poi sarebbe tornato ad essere un dio, e i sussurri del giorno prima riguardo alle raganelle non mi erano piaciuti affatto.

Gli feci segno di uscire dalla tenda con me.

Quando fummo al riparo da Nicky, mi permisi di cominciare.

-In che lingua devo dirti di stare lontano da lei?

-MA! Sei ingiusto. Ci ho provato, è lei che mi cerca, perché giustamente accecata dalla mia perfezione. Le ragazze assennate esistono ancora, per fortuna.

-La vostra attrazione potrebbe anche essere reciproca, ma devi. darti. una. calmata.

-Non ho fatto niente! Smettila di proteggere la sua verginità!

Arrossii.

-Miei dèi.

Lui sembrò realizzare ciò che aveva detto.

-Oh cielo.

-Fai bene a provarci, eroe. Non mi dispiacerebbe che Nicky entrasse a far parte della Caccia -Disse una voce alle nostre spalle, salvandoci dall’imbarazzo che si stava propagando fra noi due.

-Sorellina!

Apollo fece un sorriso così sincero e luminoso che per un momento mi sentii sciogliere (NICO CHE COSA DICI).

Mi girai.

Una ragazza di tredici anni al massimo, alta poco più di me e dai corti capelli ramati, ci osservava appoggiata a un tronco, giocherellando con una freccia argentea.

Fino a un secondo prima, in realtà, perché ora era stretta fino al soffocamento da Appy, che aveva improvvisamente ritrovato la solita energia.

I due déi parlarono per qualche minuto, felici (che cari)poi si avvicinarono.

-Buongiorno, Nico.

Mi resi conto che era la prima volta che la incontravo da… Bianca.

Sii educato. Sii educato. Sii educato.

-Salve, Divina Artemide.

Sono fiero di me stesso.

-Ringrazio te e la tua giovane amica e… -Guardó il ragazzo accanto a lei -E mio fratello, sì, per aver trovato la mia Fonte. Non sarei mai entrata in quella bettola -Rabbrividí di disgusto.

-Io invece…- Borbottò Apollo.

-Prego. Possiamo dare un'occhiata al suo carro, ora?

-Come volete. Le Cacciatrici sono accampate qui vicino, vi faranno ispezionare l'accampamento. Non flirtare con le mie ragazze, fratello.

-A proposito, cos'era quella storia di rendere Nicky una Cacciatrice?

Artemide sorrise innocentemente. Poi prese la sua Fonte, e ci salutò.

-Vado sull'Olimpo. È il solstizio d'estate. Stasera c’è un Consiglio e uno degli argomenti principali sarai tu, fratellino.

-Dí a Zeus di fottersi.

-Okay.

-No, non dirglielo davvero!

 

Io e Apollo ci incamminammo, seguendo le indicazioni di Artemide per trovare l'accampamento.

Mi sentivo in colpa per non aver incluso Nicky, ma stava dormendo così bene! Meritava un po’ di riposo, e io e Apollo dovevamo ancora finire un certo discorsetto. Inoltre, Artemide le aveva garantito un po’ di protezione per qualche ora. Mi dispiaceva che non si fossero incontrate, perché ci sarebbe stato da ridere.

-Eccole!

Apollo mi indicò un gruppo di tende (molto più fighe delle nostre, tra l'altro), fra le quali si aggiravano delle ragazze della mia età, vestite con corte tuniche d’argento e con una faretra sulle spalle.

-Allora, qual è il piano? -Chiesi.

-Parliamo con le Nazifemminist- volevo dire, con le adorabili Cacciatrici, esaminiamo l’accampamento e troviamo la mia Fonte.

-Questo non è un piano. È la semplice descrizione di ciò che dobbiamo fare.

-Fallo tu un piano, visto che sei tanto bravo, scheletrino.

-Non chiamarmi scheletrino!

-Tu chiamo come mi pare!

-Ah sì? Ora facciamo i bambini dell’asilo?

Lui assottigliò gli occhi.

-Attento a come parli, figlio di Ade.

Io deglutii.

-Non mi fai paura, Sunny.

-SUNNY?

-Concentriamoci sulla missione.

-Non riesco a concentrarmi su qualcosa, se la situazione comprende me, te e nessun aereo in partenza per la Papuasia!

-Se potessi partire per la Papuasia e non vederti più, lo farei, ma sono stato trascinato in questa missione inutile!

-Ti sei offerto volontario.

-Già. Bello scemo, vero?

-Bene, dillo a Nicky che ti sei pentito di essere venuto. Non sei insostituibile, lo sai? -Mi voltò le spalle, e si diresse verso l'accampamento. Mi sentii uno schifo.

 

Il cocchio di Artemide era, indovinate un po’, argenteo e guidato da quattro magnifici cervi. C'era spazio per appena una persona, dentro, e di sicuro non c'era alcuna traccia di una Fonte.

-Proviamo nella tenda di mia sorella -Suggerí Appy.

E fu così che divenni cieco.

No, sono serio.

Non appena entrati, un fascio di luce bianca ci investì totalmente, e non vidi più nulla.

-MA CHE CAVOLO È SUCCESSO, PER ADE?

-Credo che sia la mia Fonte…

-LA TUA FONTE È UN FASCIO DI LUCE DIVINA?

Déi, a volte avrei voluto strangolarlo.

-Io ricordavo fosse una lira, per la verità.

-SAREBBERO PIÙ UTILI DEI DOLLARI.

Badumtss.

Lui mi cercó a tentoni, per darmi uno schiaffo sulla nuca.

-Passi troppo tempo con Nicky.

Poi, com'era cominciato, l'incubo finì.

Davanti a noi c'era una lira finemente decorata, in oro puro.

Signori e signore, ecco a voi la stronza che ci aveva quasi privato della vista.

Appy la abbracciò.

-Il meccanismo di auto-difesa funziona ancora! Hai riconosciuto il tuo padrone, piccola!

-Appy, sei strano.

Lui mi lanciò un’occhiataccia.

-Ha parlato l’emo.

-Sei anche insopportabile, lo sai?

-Ripeto, nessuno ti obbliga a restare.

-Il mio onore.

-Sei un samurai?

Decisi di ignorarlo.

-Torniamo da Nicky.

 

Le ultime parole famose.

Camminando per Central Park, cominciai a notare cose un po’ particolari.

Alberi d'oro.

Cespugli d'oro.

Scoiattoli d'oro.

-Nico?

-Sí?

-Lasciamo per un attimo da parte il nostro rancore e ci concentriamo sul fatto che non è normale che sia tutto d'oro?

-Mi trovo d'accordo.

-Parlate ora, presto non sarà più possibile -Ci informò gentilmente una voce alle nostre spalle.

Ma, per gli dèi minori, per quale motivo ci arrivavano sempre alle spalle, con tanto di frase a effetto?

Saltare giù da un albero come banditi? Sarebbe stato figo.

Presentarsi dai lati, improvvisando una coreografia? Avrei apprezzato.

Uscire dal terreno stile zombie? Why not?

Ma no, sempre tutti uguali.

-Rivelati -Risposi.

Un uomo grassottello e barbuto, con due orecchie da asino saltò fuori dalla vegetazione.

-MA NON TI AVEVA GIÀ SECCATO JASON? -Gridai, esasperato.

-Mida -Sussurró Apollo, un po’ a disagio.

-Sono scappato un'altra volta, prima che le porte della morte si richiudessero, mio caro. Credevo davvero che fossi così stupido da non cogliere un'altra occasione?

-Beh, sei stato talmente stupido da dire davanti a me che non ero granché a suonare, quindi sí?

-ERA PIÙ BRAVO PAN.

-Ma vedi di farmi il piacere, asinello.

Mida fece un respirone, cercando di trattenere la calma.

-Tanto, ora vi uccido.

Sguainai la spada. Sempre la solita routine.

 

Mida non era un guerriero. Non aveva con sé un'arma, quindi si limitava a evitare i miei affondi e a cercare di toccarci per trasformarci in oro.

Il mio errore fu quello di sentirmi troppo sicuro.

Era un idiota a cui rodeva per delle stupide orecchie da asino, non combatteva, non era particolarmente furbo né veloce. Voglio dire, aveva avuto l'occasione di scampare alla morte (no good) e l'avrebbe  usata per provare a uccidere un dio?

Bah.

Ecco, furono questi pensieri a fregarmi, perché, da un momento all'altro, io e Appy eravamo entrambi intrappolati in una rete sospesa a mezz'aria COME DUE IDIOTI.

-Fine dei giochi -Mormoró Mida.

-Appy?

-Sí?

-Se non ne usciamo vivi, voglio che tu sappia che non sei poi così male. Ho sempre bruciato tante patatine in tuo onore.

-Grazie, babe.

-COSA? No, aspetta, questo è il momento in cui anche tu fai dei complimenti a me.

-Ah sì?

-SÍ.

-Mah, a me non sembra.

-MA piuttosto…

-Cosa?

-Perché non siamo ancora statue d'oro?

La risposta era semplice: perché Nicky era arrivata a salvarci, più carica che mai, con la sua racchetta in mano.

Per una volta fu divertente fare semplicemente il tifo.

 

 

MA QUANTO ERANO POLLI QUEI DUE?

A parte che già per partire senza di me, non li avrei mai perdonati, dovevano essere stupidi per davvero.

E poi cadere dritti nella trappola!

Tutti e due!

Insieme!

Mentre utilizzavo la mia fantastica racchetta (cominciavo a pensare che Atena l'avesse benedetta, perché era fisicamente impossibile che io riuscis- lasciamo stare) Nico mi passò la spada attraverso la rete.

-Attenta a non toccarlo, e fallo fuori.

Mida mi guardò, e sembrava abbastanza preoccupato. E aveva ragione, perché approfittandone della sua disattenzione riuscii a metterlo alle strette. Mi preparai a colpirlo, per quanto sbagliato sembrasse uccidere un altro umano. Non una chimera o una dracena. Un uomo.

-FERMI FERMI FERMI.

Io mi fermai. Mida aveva un occhio gonfio e un labbro sanguinante, dovuti alle mie botte, oltre a un paio di ferite inflitte da Nico.

-Cosa?

-Ripensandoci… non è così importante fare fuori Apollo.

-OH, BRAVO! -Gridó lui dalla rete.

-È la mia terza e ultima vita, visto che le Porte ormai sono chiuse. Non la voglio sprecare. La ragazza mi fa paura.

-Ma fai davvero?

-Che ne dite se… mi lasciate andare e io in cambio mi tengo le orecchie da asino? 

Noi tre ci guardammo scioccati.

-Cioè, finisce così?

-Ehm… sì, non sarebbe male.

-Ma io… non lo so…

-Mi comporterò bene! Troverò un modo per fermare il mio potere.Lui è un dio, no? -E indicò Apollo -Potrà controllare.

-Apollo?

-No, uccidilo.

-MA!

-VA BENE. VA BENE. Ma questa infinita generosità, commovente magnanimità e incredibile e rara benevolenza sono davvero in via eccezionale. Giusto perché mi sento buono. 

-Beh, grazie -Disse Mida, strabuzzando gli occhi.

Nico era ancora incredulo per la conversazione che stava avvenendo.

-Mi aspetto dei sacrifici.

-Okay?

-Appy, non voglio metterti fretta, ma possiamo chiuderla qui? Io devo ancora uccidervi per i miei motivi.

Mida si allontanò di fretta. Probabilmente pensava “sbrigati, prima che cambino idea!”. Onestamente, a me andava bene lasciarlo andare, sapendo che gli dèi l'avrebbero tenuto d'occhio. E mica doveva finire sempre con una carneficina! Un finale inaspettato, okay, ma non avevo di certo l'amaro in bocca.

Liberai quei due, mentre Nico borbottava.

-‘Sta cosa che è sfuggito alla morte così, senza alcun problema, a me non fa impazzire.

-Sei nato negli anni Trenta!

-Dettagli insignificanti.

-Ora che tutto va bene e possiamo passare alle frivolezze, MI DITE COME VI È VENUTO IN MENTE DI ANDARE SENZA DI ME? 

Si guardarono l'un l'altro, consacrando la loro alleanza. 

Perché scapparono.

No, davvero, si girarono e scapparono.

Che odio.

 

 

~ANGOLO TIZIA STRANA~

Alura… che ne pensate? Scusate, ma il finale inaspettato col cattivo che si ritraeva e cambiava idea all’ultimo mi piaceva, e dato che in questa storia un po’ di sana 'gnuranza è sempre presente, ho detto “perché no”?

E mi piaceva anche l’idea di Nico e Appy che affrontavano un'impresa soli soletti.

Atena è partita come cattiva e invece ora sta facendo marcia indietro.

E David? (lo so che non ve lo ricordavate, ma vabbè). Servirà a qualcosa? Stavo solo riempiendo pagine Word? 

Lo scopriremo nella prossima puntata (se ve ne frega ancora qualcosa). 

Arrivederci <3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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