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Autore: IlCerbiattoVolante    14/06/2018    0 recensioni
Era notte fonda, e come al solito la Creatura stava a rimuginare davanti ad una seconda tazza di té, pensando alle torte.
“Una bella e grossa, grossa torta alla fragola e cioccolata, con tanto, tanto zucchero…”
Genere: Commedia, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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La stanza principale sembrava una zona morta a causa di una lunga battaglia, pezzi di rottami erano sparsi per tutto il pavimento, e qualcosa era cambiato. Son sommo orrore, Cerby, entrando, sentì una voce flebile chiamarla a sé.

“Cerbiatto… Sono quaggiù… Mi è rimasta solo la testa e il bacino… Vienimi a salvare…”
 
La Creatura fece uscire da sotto il cappotto un paio di grosse ali da pipistrello, e cercò la fonte di quella voce: era così debole a tal punto da risultare irriconoscibile a lei.
 
Era nativAccetta, un membro recente della famiglia, ed i suoi due unici pezzi rimasti, mezzi smembrati, erano lontani l’un dall’altro. Cerby volò subito verso la sua testa, un rimasuglio di accetta dipinto, la prese e la strinse a sé.
 
“Ti farò presto la medicazione, Accetta, ma dovrai resistere ancora un po’… Dimmi che ti è accaduto” chiese la Creatura. NativAccetta cominciò a raccontare. “Ero… Ero sul letto a giocare a carte con gli altri, perché ero appena nata ed ancora non conoscevo gran parte del mondo… Ma poi è accaduto qualcosa di strano nella notte… Mentre eravamo tutti a dormire sereni, un essere sconosciuto ci si è avvicinato, sentimmo solo degli affanni pesanti dopo un rumore secco di porta aperta bruscamente…”
 
“Oh no…” disse il Cerbiatto: già si immaginava il resto della vicenda narratogli.
 
“Ebbene, costui mi prese, poiché ero la più vicina, e più appetitosa, e cominciò a strapparmi tutto il torace. Io urlai, ma nessun umano ovviamente poteva sentirmi, e fu troppo tardi.”
 
“Io comunque non ti butterò via, NativAccetta. E’ colpa di altri se ti ha ridotto quel cane in questo modo, ed io salverò almeno la tua testa: domani comincerò a limartela e sarai posata lassù in alto, sulla mensola, come guardiana superiore.”
 
“Vedi? L’avevo detto che quel cane, anche se cucciolo, era pericoloso!” gridò Mau.
 
“Mau, non infierire, è cosa assai diversa” rispose il Cerbiatto Alato.
 
“See see, intanto ti ha maciullato uno dei tuoi!” continuò il gatto pezzato Mau.
 
“E tu dov’eri quando è accaduta tal tragedia?” domandò la Padrona.
 
“Oh beh, io…” rispose Mau un po’ teso.
 
“Allora stai zitto, che non hai nessun motivo per dire la tua.”finì lei.
 
“Almeno io dico qualcosa, loro invece che fanno?” aggiunse ancora Mau.
 
“Ti ho detto che non hai nessuna voce in capitolo, Mau.”ricordò lei.
 
“Va bene, aspetterò, ma tu fai in fretta, che potrei morire di gioia: ci pensate, sarò un Guardiano Supremo! La mia morte non sarà stata vana quindi!” pianse di gioia NativAccetta.
 
“Certo, ma evita di scaldarti troppo, viste le tue condizioni. Sarà questo fatto, ma tu ora stai vicino a me, non andare da nessuna parte, e fidati di tutto quel che ti dico: il tuo assassino sarà punito.”
 
“Grazie Padrona, lei è la migliore che si possa avere”
 
“Ora non esagerare, e dormi.” disse il Cerbiatto.
 
Mau si lasciò scappare dalla sua bocca da felino uno sbuffo di disapprovazione.
   
 
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