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Autore: _Mer_    18/06/2018    0 recensioni
Ecco, diciamoci la verità: non sono il tipo che piace alla gente, ho un carattere difficile e non sono fatta per stare con le persone. A volte posso essere irritabile, scorbutica, sarcastica, ho manie di comando e okay, sono ambiziosa, moolto ambiziosa. E ho un’intelligenza fuori dal comune… sono anche modesta, no?
Comunque quello che voglio dire è: posso avere tanti difetti, ma non sono un mostro! Anche io ho un cuore!
“Potresti almeno… non so ammettere che hai sbagliato e farmi gli auguri?” Ammettere di aver sbagliato, potrei farlo ma io so che non lo ho fatto, io so che il suo compleanno è domani.
“Io non …” Non riesco a continuare e lui non me lo permette, esce dalla stanza, non lo vedo ma sento i suoi passi. Quando alzo lo sguardo è rimasto Potter che mi guarda male e poi anche lui se ne va.
Non posso lasciare che Scorpius pensi male di me, gli dimostrerò che ho ragione.
*TITOLO PROVVISORIO*
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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CAPITOLO 5

È una giornata nuvolosa ma fino a questo momento il tempo ci ha risparmiato la pioggia. Il campo da quidditch è occupato dalla squadra di corvonero e più precisamente in questo momento due studenti del quinto anno e uno del quarto stanno volando mentre si scambiano la pluffa, cercano di evitare i bolidi e, ovviamente, tentano di fare goal. Impresa quasi del tutto impossibile da compiere quando in porta c’è Rose, come in questo momento.

È umiliante dover stare qui, insieme ad altri pivelli, ad aspettare per poter fare degli stupidi provini. Non ho bisogno di dimostrare a nessuno di essere la migliore, io lo so, Stevens lo sa, e lo sanno anche gli avversari. Il mio orgoglio mi avrebbe spinto a non presentarmi, a lasciare che la squadra perdesse la prima partita e ad aspettare che il mio capitano si fosse presentato da me, in ginocchio, chiedendomi di rientrare in squadra. Ero molto tentata da questa prospettiva ma alla fine ho scelto di seguire, per una volta, il consiglio di Scorpius.

Quindi sono qua. Mi sono presentata come tutti gli altri senza arrivare in anticipo; sono riuscita a non provocare Stevens rimanendo impassibile mentre dettava ordini e si comportava da capitano; ho evitato di far notare a tutti gli altri pretendenti che la maggior parte di loro non ha chance di entrare nella squadra. Mio fratello deve essere fiero di me.

Gli studenti che stavano volando stanno scendendo con le loro scope, probabilmente Stevens li ha chiamati. Anche Rose li segue e presto raggiunge terra.

Spero che ora cominceranno finalmente i provini per i battitori. Ho come l’impressione che Stevens li abbia lasciati per ultimi per una sorta di risentimento verso di me, come una piccola vendetta. Deve essere stato soddisfacente per lui vedermi qui sottomessa e muta.

- Bene. - Esordisce Stevens quando tutti si sono radunati intorno a lui. - I ruoli da cacciatore se lo giocheranno quattro di voi e, più precisamente: Clarke, Mccall, Parker e Russel. Dopo i provini per i battitori toccherà a voi. Per tutti gli altri che non sono stati presi, mi dispiace ragazzi, proverete il prossimo anno!

Ora tutti quelli che sono stati scartati se ne stanno andando e rimangono molte meno persone. Stevens comincia a spiegare come si svolgeranno i provini da battitore e legge l’elenco dei candidati. Nove persone compresa me, nove persone aspirano a questo ruolo e, considerando me già dentro, tra quegli otto c’è qualcuno con cui dovrò giocare.

Li squadro uno a uno e mentre lo faccio scarto già quelli che so con cui non riuscirò mai ad andare d’accordo. Il problema del battitore è che devi essere in sintonia con l’altro per giocare bene e, fino a che l’altro battitore era Ann Fisher, una ragazza semplice, determinata che quando giocava a quidditch pensava esclusivamente al quidditch, è stato facile. Purtroppo Ann Fisher ha finito scuola lo scorso anno e da quando ha varcato la soglia del cancello ho capito che non avrei mai trovato qualcun altro come lei.

Sono sorpresa quando individuo Lizzie, la mia compagna di dormitorio, tra gli altri pretendenti. Non pensavo avesse mai volato su una scopa ed è sicuramente il primo anno che si presenta ai provini.

Vorrei poter comunicare a Stevens, o a qualcuno della squadra, le mie opinioni su gli altri giocatori, giusto per informarli di coloro che non devono nemmeno prendere in considerazione. Ma se provassi a suggerire qualcosa a Stevens su come scegliere i giocatori lui comincerebbe subito a dire che quello è un suo compito, in quanto “capitano”, e in quanto agli altri giocatori c’è Barnes, che è troppo strambo per parlarci, e Rose che attualmente non mi parla.

Già, io e Rose abbiamo “litigato”. Che poi non è nemmeno vero, in realtà. È solo che lei di punto in bianco fa l’offesa e non mi parla. E tutto per colpa delle stupide decisioni di Stevens.

È successo che io, poichè Rose era stata tenuta nella squadra mentre io ero costretta a rifare i provini, ero un po’ infastidita da questa situazione. E Rose lo aveva notato. Così mi aveva detto che, anche se non approvava troppo il comportamento di Stevens, era giusto che lei fosse tenuta nella squadra. Allora io ho ribattuto con un “Ma perché tu sì e io no?!”. E lei ha detto che erano situazioni diverse. Quindi io ho concluso con qualcosa tipo: “Già situazioni diverse … probabilmente se avessi avuto anch’io capelli rossi e lentiggini non avrei dovuto fare questi stupidi provini!”

E a quel punto Rose si è arrabbiata, ma deve aver frainteso ciò che intendevo: non volevo offendere lei in alcun modo, la mia era solo un’osservazione lecita sul fatto che la sua famiglia abbia dei privilegi.

È sempre stato un argomento taboo, quello della sua famiglia. Rose, accecata dall’apparente felicità e allegria di quella grande massa di parenti, non riesce a vedere ciò che invece vedo io: i favoritismi, le presunzioni, i lasciapassare. Quindi di solito per non discutere semplicemente non ne parliamo.

Scaccio via questi pensieri: ora devo concentrarmi solo sui bolidi e sulla mia scopa. Così afferro la mazza e comincio a salire, lanciando comunque uno sguardo a Rose che, se fosse stato un altro momento, mi avrebbe probabilmente mimato un buona fortuna con le labbra ma che ora sposta semplicemente lo sguardo da un’altra parte.

 

L’assenza di Rose nella mia vita sta diventando frustrante e non so come rimediare. Ho provato a parlare con lei ma rimane sempre impassibile e distaccata e non capisco cosa voglia da me.

Nemmeno quando sono stata, ovviamente, presa in squadra -a proposito, l’altro battitore è Lizzie, mi ha veramente sconvolto quella ragazza: non pensavo avesse qualche talento e invece se la cava abbastanza bene- si è congratulata con me e non mi ha nemmeno rivolto uno dei suoi sorrisi. Un sorriso di Rose ti migliora la giornata.

Per questo ho deciso che ho bisogno di parlare di lei con Scorpius -quei due si stanno avvicinando sempre di più- e per questo ora mi sto dirigendo, in pieno pranzo, verso il tavolo dei serpeverde. Non posso più aspettare, devo parlare con lui ora.

“Scorpius Malfoy.” Mio fratello è seduto, come al solito, vicino ai suoi tre amichetti del cuore e sembra intento in una conversazione coinvolgente che ho appena interrotto.

“Ciao Maddie, cosa ti porta al tavolo serpeverde in pieno pranzo?” Ignoro il suo tono vagamente infastidito e mi infilo tra lui e Sam, il suo amico bello e stupido, rubandogli una patatina dal piatto.

“Devo parlarti.” Rispondo. “Si tratta di Rose.”

“Capisco.” Borbotta in risposta rivolgendo il suo sguardo in basso, verso il suo piatto ricolmo.

“Che c’è? Sai qualcosa che non so?” Indago cercando di incontrare il suo sguardo che continua a sfuggirmi.

“Ci sono poche cose che tu non sai …” Risposta sarcastica e tagliente che non fa che confermare la mia ipotesi: mi sta nascondendo qualcosa.

“Avanti, dimmi quello che sai.” Insisto pregandolo e scuotendo la sua spalla.

“Senti Maddie, risolvi da sola quello che succede tra te e Rose, io voglio rimanere fuori.” Continua mantenendo lo sguardo fisso in basso.

“Quindi sai qualcosa! Lo sapevo …” Non riesco a spiegarmi il suo comportamento, è così strano e diverso dal solito. “Ascoltami: Rose non mi parla e non so perché…”

“Forse è la volta buona che ha capito che persona sei …” E questa è una tipica inopportuna intromissione di Potter che mi fa andare in bestia.

“Sta zitto Potter, non sto parlando con te. Non dovresti ascoltare le conversazioni private.” Gli lancio un glaciale sguardo di ammonimento per poi tornare a concentrarmi su Scorpius, ma vengo di nuovo interrotta.

“Tecnicamente per essere una conversazione privata dovresti averlo specificato prima.” Jeremy, che di solito è sempre piuttosto silenzioso e le quali uniche entrate in scena sono di solito intelligenti e secche, oggi sembra abbia deciso di dar man forte al suo amico. “e poi non puoi pretendere che nessuno senta quello che dici se piombi durante il pranzo e ti siedi in un tavolo pieno di gente.”

“Jeremy non ti ci mettere anche tu dai, ho già Potter che rompe!” Rispondo a tono sempre più irritata dalla situazione: non mi piace quando le cose cambiano e oggi niente è come il solito.

“In verità sei tu che hai interrotto noi per prima…” Quando anche Sam è contro di me, non so che fare. Di loro quattro sono abituata a fronteggiarne uno solamente e questa novità mi ha preso un po’ alla sprovvista.

Incredula guardo Scorpius e mi rendo conto che perfino lui ora ha alzato lo sguardo confermando tacitamente quello che i suoi amici hanno detto.

“Mi state davvero cacciando dal tavolo?” Sconvolta e incapace di reagire cerco un’ultima volta conferma di ciò che sta succedendo: “ Scorpius?” Mio fratello traditore scrolla le spalle in risposta. “Bene, come volete, me ne vado. Ma ne riparliamo dopo.”

 

Rose persiste nel tenermi il muso, sono passati quattro giorni e lei si ostina a non parlarmi. Ha corrotto Scorpius, ne sono sicura, e se provo a nominarla davanti a lui ecco che comincia a dire che non vuole immischiarsi. Ho tentato persino a chiedere l’opinione di sua cugina -Lily, l’unica che possa minimamente tollerare- ma dalla quale non ho ricavato niente di significativo.

Insomma, un po’ sento la sua mancanza, ma ho sopravvissuto cinque anni senza di lei e se ora tutt’a un tratto ha deciso di evitarmi faccia pure come le pare, io sto benissimo così.

Solo che oggi c’è la prima lezione con Winston e Rose ha scombussolato i miei piani: dovevamo sederci vicine e fangirlare un po’, invece ora mi toccherà sedermi vicino a qualcun’altro che, sicuramente, non ha la mia stessa ammirazione e conoscenza verso quell’uomo.

La lezione sarà in sala grande:tutti gli studenti del settimo e in più gli altri che si sono iscritti sono troppi per entrare in una qualunque altra aula; anche se credo che, dopo oggi, il corso verrà diviso in più gruppi per poter facilitare l’insegnamento.

Ho ricontrollato l’elenco degli iscritti e ho notato un numero considerevole di ragazze che, sono certa, non hanno la minima idea di chi fosse e cosa facesse Winston prima di diventare famoso. È questo che mi da fastidio: ora che Winston è ricco e conosciuto tutti vogliono parlarci, seguire il suo corso, avere il suo autografo. Ma vorrei ricordare a tutti che IO l’ho scoperto per primo, IO gli ho spedito una lettera e IO sarò quella che andrà con lui nella sua prossima spedizione in Africa -beh questo in realtà non è stato ancora confermato ma sono sicura che, dopo che avrà visto chi sono e come sono brava, Winston non potrà che accettare la mia proposta-.

I lunghi tavoli delle quattro case sono scomparsi, sostituiti da file di banchi a coppia dove qualcuno ha già iniziato a sedersi. Tra i qualcuno c’è Rose e c’è anche Scorpius, vicino a lei. Dovrei considerare questo una specie di tradimento ma il desiderio di vederli insieme è così forte, anche ora che non parlo più con Rose, che batte ogni risentimento.

Prendo posto in prima fila, non troppo distante da quei due che voglio monitorare, e mentre aspetto mi metto a leggere il libro di Winston - tanto per cambiare - lanciando di tanto in tanto occhiate di soppiatto ai due piccioncini che stanno chiacchierando amabilmente.

La sala ora comincia a popolarsi velocemente, i posti dietro sono ormai quasi tutti riempiti mentre intorno a me non c’è quasi nessuno. La maggior parte degli studenti preferisce sedersi dietro; di solito si fiondano tutti in aula cercando di arrivare primi solo per accaparrarsi i posti “migliori” mentre io, con calma, posso arrivare quando mi pare e sedermi davanti.

Sono immersa in questi pensieri quando mi accorgo che l’aria vicino a me si è fatta diversa e senza aver bisogno di guardare sento la presenza di qualcuno.

“Non dire niente Madlene, so già che me ne pentirò.” È Lizzie che parla e che si siede nel posto accanto al mio buttando la borsa sopra il banco.

“Se proprio devo non dirò niente ma, non posso non chiedertelo, perché ti sei seduta qua?” Sono confusa: nessuno, o pochi, si siede volontariamente vicino a me e di certo Lizzie non lo aveva mai fatto. In effetti non ho mai nemmeno veramente parlato con Lizzie anche se quest’anno per motivi a me ignoti ho sempre più a che fare con lei. Non so nemmeno il suo cognome.

“Io e le mie amiche eravamo un numero dispari e non avevo voglia di essere seduta da sola.” Risponde Lizzie con semplicità ma questo continua a non spiegare il motivo per cui lei sia qui.

“Okay ma … perché vicino a me?” Insomma, non è che mi infastidisca troppo la cosa, ma ha cambiato l’ordine naturale delle cose.

“Sei una mia compagna di casa, di dormitorio, di squadra, dormiamo nella stessa stanza da sei anni … ti serve altro?” Sto per ribattere ma Lizzie mi fa segno di tacere. “Senti, se proprio non mi vuoi me ne vado …”

“No. Non c’è bisogno.” È ovvio che mi sto trattenendo dal continuare a farle domande sul perché sia qui ma se andasse via non saprei mai la risposta.

“Bene.” Lizzie apre la sua borsa e tira fuori una pergamena, piuma e inchiostro e il libro di Winston - che noto è autografato - il che mi ricorda il perché siamo qui. Seguo il suo esempio e faccio lo stesso, sono veramente tentata di chiederle quanto sa a proposito di Winston ma temo che rimarrei delusa ricevendo la sua risposta.

Perciò chiedo solo: “Lizzie… qual è il tuo cognome?”

 

“Buongiorno a tutti, cari studenti.” La voce di Winston risuona nella sala, forte e affascinante come sempre, e cattura sia la mia attenzione sia quella di Lizzie che si scorda di rispondermi. “Sono contento di vedervi numerosi a questa prima lezione e eccitati, spero, di cominciare!”

“Tutti conoscete il mio nome, ovviamente, sono Andrew Winston e sono qui perché quest’anno il ministero dell magia ha accetto la mia proposta di un corso rivolto agli studenti del settimo anno, ma non solo, su alcune nuove scoperte che ho compiuto in Africa. Scoperte che potrebbero rivoluzionare il mondo della magia!” Winston che ora ha attraversato tutta la sala grande ed è a pochissimi passi da me si blocca, forse aspetta un applauso che, ho appena deciso, farò partire. Comincio a battere le mani e Lizzie mi segue mi piace sempre di più questa ragazza - così pian piano tutti gli altri fanno lo stesso.

“Grazie, grazie ragazzi ma ora, direi che è il momento di darvi alcune informazioni su quello che faremo, come lo faremo e quando lo faremo…” Lo osservo mentre evoca una lunga pergamena e si siede sulla cattedra. Winston ha il suo fascino, è giovane e attraente, ha l’aspetto dell’avventuriero, dell’esploratore ed ha un qualcosa di nascosto, di misterioso, che non fa che aumentare la curiosità verso di lui. “Il mio corso è diviso in due parti: una parte più teorica che tratta della nascita della magia, della sua storia; una parte più pratica: attività di ricerca, esperimenti, incantesimi, tutti legati a questa scoperta di cui parlavo.”

“Quello che faremo oggi, nello specifico è qualcosa di piuttosto noioso, in realtà. Come vedete infatti siete piuttosto numerosi e sarà necessario dividervi in gruppi, gruppi che dovranno essere omogenei. In effetti, direte voi, avrei potuto dividervi prima, senza fare questa lezione con tutti voi. Ma per creare gruppi misti ho pensato che fosse meglio così. Quindi ora formerete delle coppie, e in seguito dei gruppi più grandi. Lavorerete tutto l’anno con il vostro compagno, farete progetti, ricerche, esperimenti, insieme a lui o lei, tutto chiaro?”

Molte persone annuiscono e lo faccio anch’io nonostante odi più che mai i lavori di coppia o di gruppo. Sono fatta per lavorare da sola, tutti i corvonero lavorano da soli e lavorano meglio da soli, non c’è motivo nell’essere ostinati a creare sempre coppie.

“Vedo che siete già divisi in coppia nei vostri banchi ma preferirei che stessero insieme un maschio e una femmina, di casa diversa; quindi ora camminerò tra i banchi vi chiederò il vostro nome e se necessario vi farò spostare.” Dopo questa affermazione Winston comincia a fare ciò che ha appena detto e un brusio generale si alza, non tutti sono contenti di questa decisione, nemmeno io d’altronde.

“Coppie miste e di case diverse, che gioia …” Sussurra Lizzie sarcastica e io concordo pienamente: non solo dovrò lavorare in coppia, ma anche con qualcuno di un’altra casa e maschio.

“Se lo avessi saputo prima avrei sicuramente scelto meglio a chi stare vicina, senza offesa.” Osservo sospirando.

“Nessun offesa, avrei fatto lo stesso anch’io.” Risponde Lizzie sempre sussurrando nonostante ormai nella sala tutti stanno parlando tra loro. “Va a finire che mi mettono con un serpeverde e allora è la fine.”

“Oh io non temo i serpeverde, piuttosto penso che se mi metteranno con un tassorosso sarà una vera tortura…”

“Ma dai che ti hanno fatto i tassorosso? Sono carini e gentili!”

“Io sono convinta che nella loro sala comune si trasformino ideando piani malvagi che nessuno scoprirà mai, perché all’esterno loro rimarranno i semplici e innocui tassorosso.”

“Madlene Lander sei impossibile!” Lizzie ridacchia anche se non so perché, la mia non era una battuta ma una convinzione.

Lancio uno sguardo a Winston che ora si trova solo due banchi più a destra di noi, il che significa che arriverà presto qui e ci farà alzare e sedere vicino a qualcun altro. Eppure proprio ora che mi stavo abituando alla presenza di Lizzie.

“Eccoci qua, se non sbaglio tu dovresti essere Madlene Lander, giusto?” Andrew Winston conosce il mio nome. Ok. Annuisco incapace di formulare altro e intanto non sento nemmeno Lizzie che si presenta continuando a non conoscere il suo cognome.

“Due ragazze, del sesto anno ed entrambe corvonero… mmm non va bene. Cerchiamo per voi due maschietti che possano fare coppia, eh?” Winston sorride e quel sorriso spettacolare mi fa ridacchiare come una scema anche se le parole che ha appena detto in condizione normale mi avrebbero fatto piangere. “Bene, che dite di quei due laggiù, penso vadano bene, no?” Continuo ad annuire incantata dalla sua voce, dall’occhiolino che ci ha appena fatto e dallo stesso sorriso che non se n’è ancora andato, senza nemmeno far caso a chi sono quei due di cui sta parlando. “Hey voi due, laggiù, sì voi! Venite qua!” Mi decido comunque di malavoglia a spostare lo sguardo dallo stupendo volto di Winston per almeno dare un’occhiata dietro di me. Purtroppo non vedo nessuno che in piedi si sta dirigendo verso di noi, eccetto Potter e Jeremy Bishop che non possono essere le persone con le quali ho accettato di fare coppia. Ma perché continuano a camminare verso questo punto?! E perché WInston sembra guardare loro?! E perché io non ho prestato attenzione all’unica cosa a cui dovevo veramente prestare attenzione?!

“Quindi allora… tu devi essere per forza il giovane Potter…” Comincia Winston quando i due si sono, con mio grande dispiacere, fermati qui. “E tu invece sei …”

“Jeremy Bishop.” Jeremy, è la mia unica speranza, devo puntare tutto su di lui.

“Bene Jeremy, tu sarai in coppia con questa bellissima ragazza qua…” Fa che stia parlando di me, andiamo: io sono bellissima. “...Lizzie. Quindi voi Madlene e … Albus?” Potter annuisce, forse perfino più scontento di me. “Starete insieme. Okay?”

“In realtà, professore, vorrei poter cambiare coppia…” Tentai cercando di essere più educata possibile - con chi voglio posso essere gentile -.

“Oh andiamo Madlene, sono sicuro che sarete una grande squadra … un giorno mi ringrazierete!” Non mi arrenderei così facilmente, in condizioni normali, ma Winston ha sfoggiato di nuovo il suo sorriso che mi confonde per quei pochi secondi che gli bastano per andarsene.

“Dannazione!” Borbotto quando mi sono resa conto che è già partito. “Lizzie. Dimmi il tuo cognome.”

“Cosa?”

“C’è un’alta probabilità che morirò in un duello all’ultimo sangue, non voglio morire senza sapere il tuo cognome.” Le spiego.

“Rimani viva ancora un altro po’, Madlene.” Dice Lizzie mentre si alza in piedi e comincia a radunare le sue cose dentro la borsa. “Non vorrai mica lasciarmi sola con Erika, Monica e Rachel in camera?”

“Oh ma allora non sei neutrale, fantastico. Almeno una notizia buona per oggi…”

 

“Lander?”

“Che vuoi Potter?”

“Perché quella ragazza, Lizzie, anche piuttosto carina, ti tratta con gentilezza e perché tu non l’hai insultata mai in due minuti che vi ho viste insieme?”

“Da quando ti interessa la mia vita sociale?”

“Vita sociale? Io parlavo solo dello sconvolgimento del normale andamento delle cose…”

 

“Potter?”

“Che vuoi?”

“Sai perché Rose non mi parla?”

“Certo che lo so.”

“E allora dimmelo.”

“Come si dice?”

“Per favore, Potter, mi dici perché Rose non mi parla?”

“No.”

 

“Bene, tutte le coppie sono state formate.” Esclama Winston dopo circa venti minuti, venti minuti che sono stati davvero lunghi. “Per oggi non faremo nient’altro, troverete affissi i vostri orari della prossima lezione. Sono sicuro che quest’anno insieme sarà bello e produttivo, alla prossima volta ragazzi!”

   
 
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