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Autore: crige    02/07/2018    2 recensioni
***Seguito di SAVE ME***
Tre anni dopo "Nobody said it was easy".
Vedremo come è andata avanti la vita di Feffe e tutti gli altri.
Cosa sarà cambiato? E cosa invece è rimasto invariato?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Aveva ragione Pirandello.
Aveva ragione quando diceva che non siamo mai noi stessi.
Con nessuno.
Che da quando ci alziamo al mattino, fino a quando andiamo a dormire indossiamo delle maschere.

La maschera che più ci fa comodo in quel momento.
Con quella persona.
In quella determinata situazione.
Perché è più facile, si sa.

E' più facile mentire invece che stare a spiegare.
E' più comodo dare ragione invece che opinionare le nostre idee.
Tutto va liscio, si evitano discussioni e si vive meglio.
O almeno così crediamo.
La domanda è: quanto si può andare avanti così?

Siamo talmente tanto abituati a portare delle maschere, che alla fine ci dimentichiamo chi siamo davvero.
Cosa è più importante per noi e quali sono i nostri valori.
Perché se ci ricordassimo di essi, di certo non fingeremo.
Mai.
Con nessuno.

E' una vita decisamente triste e monotona.
Ci circondiamo così di false persone e falsi legami.
Perché noi per primi siamo falsi.
Vuoti.
Siamo uno specchio che riflette ciò che gli altri vorremmo che fossimo.
Ma noi, invece, cosa vogliamo?

Vogliamo davvero ridurre la nostra esistenza a sentirci sempre in difetto?
Come un puzzle al quale mancano dei pezzi per rispecchiare davvero quello che è.
Quello che vorrebbe comunicare e rappresentare.

E dove è finito il detto: meglio pochi ma buoni?
Gli altri dovrebbero accettarci per quello che siamo e non per quello che vorrebbero noi fossimo.
Ma questo non può avvenire se noi per primi non ci accettiamo.
Se non ci guarduassimo allo specchio e ci chiedessimo: "Ma io chi sono?"
Dovremmo risponderci seriamente a quella domanda e iniziare da lì.

Circondarci di persone che ci amano per quello che si è.
Lasciarli entrare.
Lasciare che trovino quei pezzi mancanti e che li incastrino alla perfezione.

Usiamo le maschere solo a Carnevale.
Non lasciamo che la nostra vita sia tutta una presa in giro.
Deponete le armi e iniziate ad ascoltare.
Arrendetevi alla verità e lavorate su di essa.
Dimostriamo a Pirandello che si sbagliava.

Basta una persona con la quale essere noi stessi.
Con la quale non riusciremo mai a fingere.
Trovate quella persona e tenetevela stretta.
Non lasciate che la paura di un rifiuto vi impedisca di essere chi siete davvero.





                                                                                                                       **********





E' da dopo la serata al pub con Francesca che ho una strana sensazione.
Quando ripenso a quella sera mi sale il panico e non riesco a capire il perché.
Eppure non ricordo nessuna scena imbarazzante o particolare.
Certo, ero abbastanza brilla, ma so che è stata Feffe ad accompagnarmi a casa e in camera.
Quindi, perché mi sento così?

-Francesca aveva ragione su Ilaria!-

Lorenzo mi riscuote dai miei pensieri.
Scuoto la testa e sbatto un paio di volte le palpebre tornando a concentrarmi sulla partita.
Le ragazze stanno decisamente asfaltando le ospiti.
Complice il fatto che Eleonora, Francesca e Ilaria sembrano essere veramente in buona!

-E' davvero brava!- commenta, Alessandro -e poi lei e Feffe sembrano davvero in simbiosi! Si muovono come se fossero una persona sola!-

-Sì, ma Ele rimane la più figa e brava di tutte!- Erica accompagna quelle parole con un cenno vigoroso del capo.

La vedo molto più tranquilla rispetto a quando venne da me.
Mi ha detto di aver parlato e chiarito con la sua ragazza.
Anche se non l'ho vista convinta fino in fondo.

Mi ha raccontato che quando è arrivata a casa loro, Eleonora era in uno stato pietoso.
Aveva bevuto e fumato tanto e le ha detto pure delle parole poco carine.
Tutto questo prima di esplodere e lanciare una bottiglia vuota contro il muro.
Dopo si è calmata e a quanto pare le ha dato ragione.
Ma non so nient' altro.

Non so niente di più specifico.
Non mi ha detto perché avessero litigato.
So solo che in qualche modo c'entra Francesca.
La cosa non mi stupisce: quelle due sono sempre andate di pari passo.

-Eccomi qua con le vostre birre!-

Elisabetta sorride alzando leggermente il vassoio tondo che ha in mano.
Ci passa ad ognuno un bicchiere per poi tornare a sedersi accanto a Lorenzo.
Devo dire che mi mancava venire  a vedere le partite.

Torno a rivolgere l' attenzione al campo, sorseggiando distrattamente la mia birra.
Avevo scordato quanto fosse sexy Feffe in divisa da gioco.
Sta veramente benissimo.
Quella maglietta attillata poi, mette ancora più in risalto il suo fisico statutario!

-Ele mi ha detto che stasera, dopo la partita, Francesca e Ilaria ceneranno a casa Santoro- Erica interrompe i miei pensieri poco casti -non ne era particolarmente contenta-

-Perché non sopporta Ilaria?-

-Anche- annuisce -ma credo soprattutto perché sta cercando di evitare Feffe in qualsiasi modo riesca- m' informa -la cosa non mi piace-

-Perché?- chiedo, curiosa.

-La incolpa per tutto quello che le sta succedendo e non riesce a parlarci, senza rischiare che finisca tutto malissimo-

-Non riesco a capire- scuoto la testa -cosa le sta succedendo?-

-Non posso dirtelo, Ale- abbassa lo sguardo dispiaciuta -posso solo dirti che sono molto preoccupata-

La tribuna esplode in un applauso fragoroso interrompendo la nostra conversazione.
Entrambe ci giriamo di scatto verso il campo, giusto in tempo per vedere Francesca tuffarsi in meta sotto i pali.
Si alza subito dopo andando ad abbracciare Ilaria.
Si stringono, si battono il cinque e si scambiano una pacca sul sedere.
A quanto pare ci siamo perse una gran bell' azione.

-No vabbé- si agita, Lorenzo, sorridendo come uno scemo -se quelle due il prossimo anno giocassero per noi, avremmo lo scudetto in pugno!-

-Decisamente- conferma Alessandro -ma mi sa che possiamo solo sognare-

-Da quando è andata in Inghilterra Francesca è migliorata molto- osserva Marta -e sembra stare decisamente meglio!-

-E' molto meno musona!- ride Erica, seguita dagli altri -adesso il premio "Musona dell' anno" va decisamente alla mia ragazza!-

Scoppia a ridere di nuovo, rabbuiandosi subito dopo.
Non mi piace vederla così.
Sempre tesa e preoccupata.
Non sonoa ancora andate a convivere e già ci sono dei problemi.
Mi domando quanto ancora la mia migliore amica potrà reggere senza scoppiare.

-Perché non vieni con me al bar a prendere un caffè?- le chiedo, afferrandola per un braccio.

-Volentieri!-

Ci alziamo, inziando a scendere i gradoni.
La prendo per mano, precedendola di un passo.
Per fortuna il bar non è troppo affollato.
Almeno riusciamo a parlare.

Mi dirigo al bancone chiedendo due caffé al ragazzo.
Sorride, facendoli subito.
Recupero le due tazzine, dirigendomi poi ad un tavolo un po' più isolato.

-Allora, dimmi tutto- le dico, una volta sedute.

-In che senso?-

-Avanti- le sorrido -finisci il discorso di prima-

Lascia andare un sospiro, buttando la testa all' indietro sulla sedia.
Distende le gambe, incrociando le mani sul proprio grembo.
In fine torna a guardarmi.

-Non so se ce la faccio-

-A fare cosa?-

-Non so se sono in grado di starle vicino-

-Che vuoi dire?- chiedo, confusa.

-Ho paura, Alessia- soffia -Eleonora mi fa paura- vedo i suoi occhi inumidirsi appena -cioè, so che non mi farebbe mai del male, non intendo quello. Ho paura per lei- confessa, abbassando lo sguardo -non so quanti colpi potrà ancora reggere e se non si decide a parlare, temo che possa esplodere o fare o dire qualcosa di cui potrebbe pentirsi per sempre-

-In che senso?-

-Francesca è la persona più importante per lei. E' così. L'ho accettato da tempo. Quello che non accetto è come diventa quando lei non è presente nella sua vita. Quando non si fa sentire per mesi, quando sparisce. La fa sentire inutile, esclusa e non è più la stessa da un po'. L' Eleonora di adesso è una ragazza spaurita, insicura, piena di rabbia e di dolore represso e si tiene tutto dentro perché non vuole ferire la persona alla quale tiene di più in assoluto. Ma non va bene, non è giusto. Si sta facendo del male e sta facendo del male anche a Feffe perché non capisce cosa le prende- arresta la corsa di una lacrima solitaria con l' indice della mano -e non posso dare tutta la colpa a lei. Perché se Ele non ne parla, lei come può saperlo? Ce l'ho avuta a morte con Francesca per parecchio tempo, sai? Non potevo credere che se ne fosse andata così senza dire niente a Ele o a nessun' altro. Non potevo credere che le avesse davvero fatto una cosa del genere. A lei. Lei che c'è sempre stata, che ha rinunciato a molte cose per lei, per starle vicino e supprotarla in tutti questi anni. E se devo essere sincera, a volte quella rabbia torna. Specialmente quando vedo la mia ragazza così-

-Mi dispiace, Erica- allungo una mano sul tavolo, invitandola a stringerla -immagino che non devono essere stati anni facili per nessuno, specialmente per voi. Mentirei se ti dicessi che so esattamente cosa potresti fare, perché non lo so. Ma conosco Francesca. Eleonora è tutto per lei e se ha deciso di andarsene senza dirle niente, deve avere avuto sicuramente un valido motivo. Deve essere così, per forza. E riguardo a Ele, l' unica cosa che posso consigliarti è di starle vicino meglio che puoi.  E spronala a parlare. Insisti. Non darti pervinta. Se poi non dovesse servire, sai anche tu cosa devi fare-

-Devo andare da Francesca- sospira, abbassando la testa -lo so. Sai un' altra cosa che mi da fastidio cos'è? Che i Santoro non abbiamo mai detto niente sulla sua partenza! Hanno semplicemente detto a Eleonora di capirla e di lasciarle il suo spazio. Hanno sempre bloccato tutte le sue domande sul nascere. Non le hanno mai dato modo di sfogarsi con loro o di parlarne. Cazzo, è lei la loro vera figlia! A volte danno le cose per scontate e questo mi fa arrabbiare. Eleonora non è forte come sembra. E' fragile e ha un sacco di ombre buie dentro sé. Spero che la psicologa le dia una mano!-

-La psicologa?-

-Oh cazzo!- si porta una mano alla bocca -questo non dovevo dirlo-

-Oh eccovi finalmente!- esclama Marta, spuntando da non so dove -la partita è finita! Abbiamo vinto!- batte le mani contenta -stiamo per andare al pub! Venite anche voi?-

-Certo!- annuisco, sorridendole -dove sono gli altri?-

-Sotto gli spalti a congraturarsi con le ragazze!-

-Arriviamo!- Erica, si alza in piedi, lanciandomi uno sguardo che dice "se lo dici a qualcuno ti uccido".

Eleonora va da una psicologa?
Allora la mia amica non aveva esagerato sulla situazione.
C'è davvero qualcosa di grosso in ballo.
Ma cosa?

Ci affrettiamo a raggiungere il resto della banda.
Li scorgiamo in un angolo a parlare tra di loro.
Ci avviciniamo a passo svelto per intrometterci nella conversazione.


-Amore!- Erica corre ad abbracciare la sua ragazza -sei stata bravissima come sempre!-

-Dai, che puzzo- sorride l' altra, lasciandole un bacio su una guancia.

-Ehi biondona!- Ilaria richiama la sua attenzione -Francesca mi aveva detto che eri brava, ma hai superato qualsiasi mia aspettativa!-

-E tu la mia- si scambiano un sorriso, sotto gli occhi straniti di tutti -sarebbe bello se veniste a giocare per noi- ride, tornando poi ad abbracciare Erica.

-Dov'è Francesca?- chiede, Marta.

-L'ho vista al telefono- le risponde la rossa -oggi ha la testa da tutt' altra parte- fa spallucce -insomma, andiamo a bere adesso?-

-Direi di sì!- acconsente, Ele -andiamo a farci la doccia-

Se ne vanno via parlottando e ridendo tra loro.
Ci guardiamo tutti abbastanza confusi.
E' incredibile come il rugby riesca ad unire le persone.
Ero rimasta che Eleonora non potesse vederla.
Adesso non ho manco più un alleato in questa guerra!

-Aaaah, quanto la amo!- esclama, la mia amica, facendo ridere i presenti.

Ed è proprio in quel momento che un ricordo mi giunge alla mente.
Quell' ultima parola ha risvegliato i miei ricordi di quella sera al pub.
Maremma maiala impestata ladra.
Che cazzo ho combinato?


                                                     **********


-Francesca?-

Mi sento chiamare ma non me ne curo.
Continuo a passare cocciutamente la spugnetta sul lavandino del bagno.
Più e più volte.
Sento l'odore forte della candeggina pizzicarmi il naso.
Ho perso la cognizione del tempo.
Da quanto sono qui?

-Amore?-

Pulisco sul pulito da un po', ormai.
Finisco il lavello e passo al wc.
Perché cazzo deve fare così?
Metto il gel anticalcare.
Che diavolo le ho fatto adesso?
Mi concentro sul bidè.

-Oh cazzo, sei qui!- Ilaria appare, esasperata, sulla porta -son cinque minuti che ti chiamo!-

-Non ti ho sentito- mento.

-Si può sapere perché te ne sei andata dal pub senza neanche salutare?-

-Avevo da fare- mi verrà il naso come Pinocchio.

-Cosa esattamente? Cenerentola?- sbuffa, avvicinandosi -Ci si può mangiare lì dentro! E' pulito! Falla finita!- mi strappa la candeggina spry di mano -che succede?-

-Cos'è, non posso manco più pulire adesso?-

-Intendi pulire in maniera ossessiva compulsiva?- dice, sarcastica, alzando un sopracciglio.

-Mi girano i coglioni, va bene? Sei contenta adesso?- mi alzo da terra passandole davanti.

Mi dirigo in cucina sfilandomi i guanti in lattice.
Li getto nel cestino, per poi prendere una birra dal frigo.
Appoggio la schiena al ripiano dietro di me, aspettando che Ilaria torni a farmi il terzo grado.
Quando ci si mette è proprio fastidiosa.

-Intanto chiedimi scusa per quel tono da stronza- eccola, infatti -e poi vedi di raccontarmi tutto a modo!- si siede al tavolo, fissandomi -comunque quando sei incazzata non prendi a pugni il saccone?-

-Devo fare il disegno per la pubblicità, le mani mi servono- rispondo, pacatamente -e scusa per il tono da stronza-

-Ora va meglio!- sorride, battendo le mani -dai, prendimi una birra, siediti e dimmi tutto-

Faccio come dice, ma sbuffando per farle capire tutto il mio disappunto.
Prendo posto davanti  a lei, allungandole la bottiglia.
Non so da dove iniziare.

-Odio come mi tratta-

-Ma chi?- chiede confusa.

-Nene!- esclamo, ovvia -hai visto come si comporta con me? Mi ignora! Non mi rivolge la parola! Fa come se io non esistessi! E stasera siamo pure a cena da loro! Cazzo!-

-Ehi, ehi, ehi!- porta le mani avanti -calmati!- ne allunga una, stringendo la mia -sinceramente non l'ho notato, perché ero troppo presa dal fatto che finalmente mi considerasse, mi parlasse e ridesse con me-

-Vuoi farmi incazzare ancora di più?-

-No, semplicemente sto cercando di dirti che è strana- alza le spalle -perché non ci parli sinceramente per una volta? Fatti dire cosa ha, ma davvero però! Basta frasi a metà e mezze verità! Parlate davvero!-

-Sai che non posso- scuoto la testa -abbiamo deciso che è meglio così-

-I Santoro non possono decidere per te- mi dice, dura -so che gli devi tutto, ma questa decisione spetta solo a te. Hai estromesso  il motivo più importante per il quale te ne sei andata ed è giunta anche l' ora che tu glielo dica!-

-Non posso!- alzo il tono, alzandomi dalla sedia -non posso farlo! Specialmente non ora che devono pure dirle quella cosa!-

-Amore- soffia, guardandomi dolcemente -non è un problema tuo, questo-

-Sì invece!- ribatto -lo è diventato da quando mi hanno chiesto di tornare!-

-Tu volevi tornare-

-Ma non così! Non per questo! E sicuramente non adesso!-

Prendo a misurare la stanza a grandi passi.
Rifletto su tutto.
Su gli ultimi mesi qui prima del mio trasferimento.
Sul rapporto complicato che ho con Nene.
Sui Santoro e le decisioni che hanno preso per me, senza mai chiedermi davvero cosa ne pensassi.
Tutto questo mi sta sfinendo.

Le menzogne con Eleonora.
La nostra amicizia che si è complicata e quanto questo mi faccia star male.
Non riesco a trovare una soluzione che vada bene per tutti.
Che non faccia soffrire nessuno.
Il problema è che questa soluzione non esiste.

-Francesca- Ilaria richiama la mia attenzione -stai continuando a mentire alla persona più importante della tua vita. Tu devi tutto a quella ragazza, cerca di ricompensarla iniziando a dirle la verità-

-E se dovesse solo peggiorare le cose?-

-Ovvio che peggiorerà le cose!- fa scrocchiare le labbra -ma le cose devono peggiorare, prima che possano migliorare! Oh, poi c'è sempre l' ipotesi che lei la prenda meglio di quello che credi-

-Eh certo- sogghigno senza allegria -e io sono etero e gli elefanti volano!-

-Senti- riprende, scocciata -finché non glielo dici non potrai saperlo-

-Ci mancava anche questa- borbotto, andandomi a prendere un' altra birra.

-Anche?- mi incalza -cos' altro c'è?-

-Nulla!- mi affretto a rispondere, superandola per andare in sala.

Mi siedo sul divano, allungando i piedi sul tavolino.
Accendo la tv su una partita a caso di rugby e poi mi rollo una sigaretta.
Inizio a fumare distrattamente, mentre Ilaria mi si porta accanto.

-Sai vero che non mi puoi raccontare cazzate?!- domanda, retorica -parlami- addolcisce il tono portando una sua mano sulla mia guancia, per farmi girare il viso nella sua direzione -cosa è successo?-

-Alessia- soffio, buttando indietro la testa -quando dopo la serata al pub l'ho riaccompagnata a casa e messa a letto perché troppo sbronza per farlo da sola, mi ha detto che mi ama-

-COSA?- urla, sedendosi subito compostamente -e te?-

-E io nulla!- sbuffo -sono andata via! Che altro potevo fare? Poi era ubriaca marcia, chissà a chi stava pensando. E' inutile ritirare fuori il discorso! Magari manco se lo ricorda!-

-La tua vita è peggio di "Beautiful"- scoppia a ridere, non curandosi delle mie occhiatacce.

-Hai finito?- chiedo, scocciata.

-Sì, scusa- si asciuga le lacrime -che intendi fare?-

-Non farò proprio niente- scuoto la testa -la cosa non mi interessa-

-Eh certo- sogghigna -e io sono etero e gli elefanti volano- ripete le mie parole di poco fa, guardandomi male.

-Ma smettila!- brontolo, cambiando partita -senti, parliamo d' altro, per favore?-

-Come ti pare- sbuffa, strappandomi il telecomando di mano -e basta rugby che per oggi direi anche basta!-

Fa zapping tra i canali finché non trova un film di suo gradimento.
"Sex and the city 2".
Inutile dire che lei ha un debole per Samantha.

Rifletto sulle sue parole e sulla nostra coversazione.
Perché quel "Ti Amo" mi ha scombussolato così tanto?
Perché mi ha dato così fastidio?
E poi, è davvero solo fastidio o c'è dell' altro?

E' inutile.
Non riesco a pensarci davvero adesso.
Sono più in ansia per lo strano comportamento di Nene.
Mi sta evitando e la cosa non mi piace.
Fa di tutto per non rimanere da sola con me.
Ma che diavolo le prende?
Credevo che l' avessimo superata!
Certo, c'erano ancora delle cose da chiarire, ma pensavo che il peggio fosse passato!

-Com'è andata con Lucia? Non mi hai raccontato niente!- domando, in modo da distrarmi un po'.

-E' stata una serata piacevole- sorride -siamo andate a prenderci una birra e poi a casa sua! Non pensavo che abitasse da sola! Beh, è stata una bella scopata, ehm, intendevo dire scoperta!-

-Certo, come no!- rido, tirandole una gomitata -vedi di non fare troppi danni-

-Ma che danni!- esclama -ho intenzione di uscirci di nuovo!-

-Davvero?- chiedo, sorpresa.

-Sì!- annuisce, convinta -abbiamo parlato anche un sacco e devo dire che boh, sento solo che ho voglia di rivederla-

-Bene! Sono contenta!-

-Anche io- sorride -l' unico problema è che noi da qui ce ne dobbiamo riandare presto-

-Già- mormoro, prendendo un sorso dalla mia birra.

-Devo dire però che Firenze mi piace molto! Mi ci sto trovando davvero molto bene!-

-Che vuoi dire con questo?-

-Niente!- storce il naso -solo che è stata una gran bella scoperta! Come Lucia!- scoppia  a ridere, alzandosi -vado a prendere delle patatine, ne vuoi anche te?-

-Ci farai indigestione di patatine, se continui così-

-Oh mio Dio!- si volta di scatto nella mia direzione -la Creatini ha appena fatto una battuta? Lo devo scrivere sul calendario!-

-Ah ah ah, molto divertente-

Scuoto la testa divertita, mentre sparisce ridendo come una scema.
Ripenso al nostro ultimo scambio di battute.
Che avrà mai voluto dire con quella frase?
Non starà mica pensando di rimanere, vero?!

-Penso che andrò a riposarmi un po'-

-Ma non volevi mangiarti le patatine?-

-Appunto- sogghigna maliziosa -vieni a riposarti con me?-



                                                   **********


E' inutile, non ce la faccio.
E' più forte di me.
Non riesco a guardarla, non riesco a parlarci, non riesco proprio a fare niente!

Vorrei dirle tutto.
Vorrei prenderla da parte e dirle quello che mi sta succedendo.
Ma è come se fossi bloccata.
Ho paura.
Ho paura perché non so come uscirne.
Ho bisogno di Francesca, ma presto lei se ne andrà e mi chiedo quindi a cosa serve parlarne con lei.

Almeno però mi sono ricreduta su Ilaria!
E' un vero talento del rugby, simpatica e divertente.
Avrei dovuto lasciar da parte il risentimento fin da subito e accoglierla meglio.
Mi sarei rispiarmiata un sacco di noie.

-Ele, tesoro, puoi dire a Susy che può sparecchiare?-

Mia madre mi riscuote dai miei pensieri.
Alzo lo sguardo annuendo subito dopo.
Mi domando come sia possibile che la cena sia passata così in fretta.

Mi alzo andando in cucina per dire alla governante che abbiamo finito.
Successivamente recupero una birra dal frigo, restando a sorseggiarla in cucina.
Non ho voglia di tornare in sala.

Mia madre ha riempito di domande Ilaria.
Mio padre, invece, di attenzioni Francesca.
Marta era fuori con Alessandro.
Se almeno ci fosse stata Erica, avrei avuto lei a cui appoggiarmi.
Ma doveva passare la serata in famiglia.

So di aver esagerato l' altra sera.
E di averla in qualche modo delusa e ferita.
Non mi sarei mai aspettata di esplodere in quel modo.
E' come se fossi tornata adolescente.

Il punto è che non so come fare.
Non so neanche a cosa son dovuti gli attacchi di panico e il malessere generale che provo.
E' davvero tutto riconducibile al trasferimento di Francesca o c'è dell' altro?
Ha forse ragione Erica?
Si tratta ancora di Federica?
Ma è mai possibile a distanza di tutti questi anni?

-Tu e Francesca a volte siete proprio identiche-

Sobbalzo a quella voce improvvisa.
Alzo la testa e mi ritrovo di fronte al sorriso timido di Ilaria.
Si avvicina lentamente senza togliermi gli occhi di dosso.

-Posso unirmi a te?- domanda, indicando la mia birra.

-Fa pure- annuisco, spostandomi al tavolo.

La vedo recuperare una bottiglia dal frigo e aprirsela.
Successivamente mi raggiunge, sedendosi di fronte a me.
Rimango in attesta, incapace di intuire le sue intenzioni.

-Le manchi-

-Come?-

-Le manchi- ripete -a Francesca, intendo-

-Non riesco a capire-

-E' preoccupata per te- sorride, dolce -non riesce a capire cosa ti prende-

-Non mi prende nulla!- mento, agitandomi un poco -va tutto bene-

-Puoi anche non fingere con me- ribatte -non mi devi nulla e non ti conosco, ma ci tengo molto a lei e non mi piace vederla così. E' irrequieta, arrabbiata e non sa cosa fare-

-Non so a cosa tu ti stia riferendo-

-Io invece credo di sì- mi guarda in modo strano, per poi continuare -vedo come la guardi-

-Non sono affari tuoi-

-Ti sbagli-  ribatte novamente -magari sì, tu non mi riguardi, ma Francesca sì. Sai, io ti capisco. Se la persona alla quale tengo di più se ne fosse andatata senza dirmi nulla, molto probabilmente anche io avrei reagito come te. Ma devi sapere che neanche per lei è stato facile-

-Nessuno le ha chiesto di andarsene, però!- inizio ad agitarmi -lei ha preso quella decisione e ora deve assumersene le conseguenze!-

-A me sembra che anche tu ne stia pagando le conseguenze- fa spallucce, continuando subito dopo -Francesca ora sta bene! E' meno musona del solito, ride di più, fa addirittura delle battute! Ha un lavoro che le piace e finalmente sa esattamente cosa vuole! Non ne sei felice?-

-Certo che sono felice per lei, cazzo!- sbatto una mano sul tavolo, alzandomi successivamente.

Perché nessuno riesce a capire?
Perché sono sempre io che devo dare spiegazioni?
Quando non reagisco come si aspetterebbero mi danno subito contro!
Non mi pare equo!

Inizio a misurare la stanza a grandi passi.
In rigoroso silenzio.
Senza degnare di uno sguardo Ilaria.

Se Francesca è preoccupata per me, perché non viene lei a parlarmi?
"Perché tanto non le diresti nulla".
Perfetto, ora ci si mette pure la vocina dentro la mia testa a darmi contro!

-Eleonora- la riccia richiama la mia attenzione -credo che dovresti andare dalla tua amica a parlarci davvero-

-Ma che cazzo vuoi da me, eh?!- quasi urlo, portandomi più vicino a lei.

-Calmati!- si alza a sua volta, portando le mani avanti -sto solo cercando di far fare la cosa giusta a entrambre!-

-Stai fuori dalle cose che non ti riguardano!- ringhio, avvicinandomi ancora -tu non sai niente!-

-Di te forse no, ma di Francesca so abbastanza- dice, con tono duro -e tu stai facendo la stronza senza sapere le cose!-

-Ma come cazzo ti permetti di venire qui a sputarmi addosso le tue sentenze quando di me non sai assolutamente niente?- mi porto a un palmo dal suo naso .

-Su questo hai ragione, ma da quello che ho visto fino ad ora mi sembri proprio una gran stronza- ribatte, guardandomi con aria da sfida.

-Che cosa sta succedendo qui?-

Ci giriamo all' unisono al suono di quella voce.
Francesca ci guarda con le mani sui fianchi e un sopracciglio alzato.
Alterna lo sguardo da una all' altra, soffermandosi però su di me.
O meglio, sul mio pugno alzato.

Lo abbasso immediatamente non ricordandomi neanche di averlo alzato.
Mi allontano da Ilaria velocemente.
Torno a sedermi al tavolo, continuando a sorseggiare la mia birra.

-Scusa- soffia, la rossa -è colpa mia. Ho iniziato io. Non dovevo immischiarmi. Ma, ehi- si volta nella mia direzione -mi hai appena dimostrato che ho ragione-

Per tutta risposta sbuffo come le peggiori tredicenni.
Mi concentro su un punto indefinito della stanza ignorando le altre persone presenti.
Volevo solo bermi una birra in santa pace.

-Dove sono i Santoro?-

-In giardino vicino la piscina- le risponde, Feffe.

-Ok, li raggiungo. Ci vediamo dopo- le lascia un bacio a stampo, prima di abbandonare la cucina.

-Si può sapere che ti prende?- la mia amica mi raggiunge, senza però sedersi -volevi colpire Ilaria?-

-Non me ne sono resa conto-

-Che hai, Nene?- chiede, quasi con tono di supplica -sei sempre arrabbiata, non fai che attaccare tutti, bevi in continuazione e ti fai pure le canne! Mi dici cosa ti sta succedendo?-

-Nulla-

Per un solo momento sono stata tentata di dirle tutto.
Ma a che servirebbe?
Credo che ormai il nostro rapporto sia cambiato per sempre.
E questo mi ferisce a morte.

-No, non è vero!- sbatte una mano sul ripiano vicino a lei -e lo sai benissimo che è una cazzata!- soffia, innervosendosi -Nene! guardami!- faccio come vuole -io tra poco dovrò tornarmene a Londra e non potremo più parlare così per chissà quanto tempo! Perciò, ti prego, parlami!-

-Inizia tu, allora!- ribatto, dura -perché te ne sei andata?-

-Te l'ho detto il perché!-

-No, invece!- ringhio -ti conosco come le mie tasche! Non mi hai detto tutto!-

-Perfetto, allora!- sorride, sarcastica -anche io ti conosco e so che c'è qualcosa che non va!-

-Ecco che pretendi, pretendi senza dare mai nulla in cambio!- mi alzo, sbattendo rabbiosamente la sedia -te ne vai e pretendi che io ti capisca senza batter ciglio, torni dopo anni e pretendi che tra di noi sia tutto come prima! Forse avrei dovuto lasciarti su quella panchina! Mi sarei risparmiata un sacco di noie!-

-Stai attenta a quello che dici!- mi ammonisce, puntandomi un dito contro.

-Se nont i avessi portato qui, le cose sarebbero andate molto meglio!- ormai la rabbia ha preso il possesso di me -molto probabilmente Federica sarebbe ancora viva!-

Mi accorgo di quello che ho detto solo quando il palmo della mano di Francesca colpisce la mia guancia.
Quel bruciore costante mi riscuote ed è come se mi risvegliasse.
Scuoto la testa e mi accorgo così degli occhi pieni di lacrime della mia amica.

-Feffe..-

-No!- alza una mano, bloccando qualsiasi mio tentativo di scusarmi -non me ne frega un cazzo di quello che hai da dire- mormora, con rabbia -sono tornata perché i Santoro mi hanno chiesto di farlo. Sono tornata solo ed eslusivamente per te! Ma adesso mi rendo conto che è stata una pessima idea- 

-Franscesca- faccio un passo in avanti, ma ancora una volta mi blocca.

-Ho aspettato i tuoi tempi e rispettato il tuo dolore. Io ti devo tutto, lo so benissimo, ma sono stanca di essere trattata come una stronza da tutti quanti. Ho sicuramente sbagliato il modo, ma speravo davvero che tu mi appoggiassi una volta visto che sto bene!- vedo una lacrima solitaria rigarle il volto -so quanto è stato difficile per te e ho cercato di chiederti scusa in tutti i modi. Ma a quanto pare non è mai abbastanza e sono stufa di essere trattata così da te. Perciò adesso basta. Aspetterò di tornare a Londra e nel mentre non credo di volerti vedere-

Le sue parole mi feriscono una ad una, trapassandomi come lame.
Non dovevo dirle quelle cose.
Non le penso e non so neanche come abbiano fatto a uscire dalla mia bocca.

Il senso di colpa che provo, però, viene spazzato via da una cosa che ha detto prima.
Non riesco a capire.
Cosa vuol dire?

-Che cazzo vuol dire che i miei ti hanno chiesto di tornare per me? Te lo hanno chiesto loro? Quindi a te non fregava un cazzo di tornare! Non fregava un cazzo di me!-

-Continua ad attaccarmi, fai pure, ma io sono stanca e adesso me ne vado!-

-No!- la agguanto per un braccio -adesso te mi dici tutto!-

-Non spetta a me dirtelo!-

-Dirmi cosa?-

-Che ho avuto un tumore al seno, Tesoro- 

Mi giro ritrovandomi di fronte mia madre.
RImango paralizzata sul posto, incapace di dire qualcosa.
La vedo avvicinarsi lentamente, sorridendomi dolce.

-L'ho scoperto mesi fa- dice, prendendomi per mano -non erano viaggi di lavoro, ma per delle visite con i migliori dottori e chirurghi. Adesso il peggio è passato ma per sicurezza dovrò fare dei cicli di chemioterapia e non potevo più nascondertelo. Ho chiesto a Francesca di tornare perché so che avresti avuto bisogno di lei, quando io e tuo padre te lo avessimo detto-

-Cosa?-

-Mi hanno operato- continua -adesso indosso uno di quei reggiseni con protesi e sono in lista per la ricostruzione del seno. Dovrebbero chiamarmi entro la fine della prossima settimana-

-Quindi tu lo sapevi?- mi volto rabbiosamente verso la mia amica -tu lo sapevi e non mi hai detto nulla!-

-Io le ho chiesto di non farlo-

-Sei tornata solo per questo!- ringhio, ignorando mia madre -non per quello che ti ho scritto in quell' email!-

-Eleonora- mia madre stringe più forte la mia mano -non rifartela con lei. E' stata una decisione mia e di tuo padre-

-Vaffanculo!- sbotto, liberandomi della sua presa e allontanandomi -andate tutti a fare in culo-

Recupero velocemente borsa e chiavi e esco di corsa da quella casa.
Non posso credere che mi abbiano mentito tutti quanti.
Sono stata ingannata dalla mia famiglia.
Presa in giro come una bambina piccola!
E per giunta Francesca sapeva tutto!

Ecco perché è tornata!
Solo per questo!
Tutte quelle belle parole su quanto le mancassi erano solamente delle gran cazzate!
Come ho fatto a cascarci?
Basta.
Questa è la goccia che ha fatto traboccare il vaso.



                                                                                                                                 **********



-Vado io!- urlo, scendendo di corsa le scale che dalla mia camera portano all' ingresso.

Apro il portone e mi ritrovo del tutto spiazzata davanti a ciò che mi trovo di fronte.
Eleonora con gli occhi gonfi e rossi di lacrime.
Che diavolo è successo?

-Scusa l'orario- sbiascica -non sapevo dove andare e non volevo stare da sola-

-Entra- mormoro, spostandomi di lato per farla entrare -che succede?- le domando, chiudendo successivamente la porta.

-Possiamo salire in camera tua?- chiede, senza guardarmi -non mi va che i tuoi mi vedano così-

-Certo-

Inizio a salire le scale seguita a ruota da lei.
Continua a tenere lo sguardo basso e ad asciugarsi di tanto in tanto gli occhi.
Mi sto seriamente preoccupando.

Raggiungiamo la mia stanza, chiudendoci l' uscio alle spalle.
Eleonora raggiunge il letto, sedendosi.
Recupero la sedia della scrivania, mettendomi di fronte a lei.

-Parlami- le dico, dolce, portando una mano sulla sua guancia.

-Ho combinato un gran casino-

-Che hai fatto?-

-Ho detto delle cose orribili a Francesca e la cosa che più mi ferisce è che adesso non me ne frega nulla-

-In che senso?- mi sento sempre più confusa.

-Mamma ha avuto un tumore al seno e ha chiesto a Feffe di tornare per quando me lo avrebbero detto. E' tornata solo per questo, capisci?-

-Cosa? Maria ha un tumore al seno?-

-Me lo ha detto stasera solo perché ha sentito me e Francesca litigare in cucina. Ha detto che i viaggi di lavoro erano solo una copertura per andare da dottori e chirurghi. E' anche già stata operata e io non ne sapevo niente!- si nasconde il viso tra le mani, piegando la testa in avanti -non mi sono accorta di nulla-

-Amore- mi alzo, portandomi vicino a lei -ehi, vedrai che andrà tutto bene- le passo una mano sulla schiena, cercando di calmarla -ti ha detto cosa deve fare adesso?-

-Cicli di chemioterapia e sta aspettando di essere operata per la ricostruzione del seno-

-Beh, vuol dire che il peggio è passato, no?!-

-Non è questo il punto!- ringhia -perché cazzo non me lo ha detto prima!- alza il capo di scatto, puntando finalmente i suoi occhi nei miei -continuano tutti a tenermi nascoste le cose!-

Successivamente si alza.
La vedo camminare avanti e indietro per tutta la camera.
Si passa nervosamente una mano tra i capelli più e più volte.
Vorrei riuscire a trovare le parole giuste per tranquillizzarla.
Ma non posso sapere cosa stia provando in questo momento.
Non l'ho mai vista così sconvolta.

-Ho detto a Francesca che se non  l' avessi portata a casa mia quella sera, forse Federica sarebbe ancora viva-

-Ele..-

-Sì, lo so!- mormora -ho detto una cosa orribile e il fatto che fossi arrabbiata non mi giustifica- si ferma davanti la mia scrivania, poggiando entrambe le mani sul ripiano, dandomi le spalle  -credo di averla persa-

-Questo non puoi saperlo- scuoto la testa anche se non può vedermi -scusati con lei fino a quando non ti perdonerà-

-Non vuole vedermi- lascia andare un sospiro -e non posso di certo biasimarla-

-Amore..-

-E poi sono arrabbiata- dice, spiazzandomi -non è tornata perché le mancavamo, è tornata solo ed esclusivamente perché i miei le hanno chiesto di farlo!-

-Non credo che sia così!-

-Me lo ha detto lei!- ribatte, con rabbia -le sue erano tutte cazzate!-

All' improvviso si porta una mano al petto.
Si china in avanti incapace di respirare.
Corro immediatamente nella sua direzione.
Non è la prima volta che succede.

-Shhh, Amore, respira- le passo una mano sulla schiena, facendo dei respiri profondi.

La faccio girare per guardarla negli occhi.
E' terrorizzata come tutte le volte.
Non ne posso più di vederla così.

-Ok, concentrati su questo- le prendo una mano poggiandomela sul petto all' altezza del cuore -fai dei respiri profondi e concentrati sul mio battito-

Fa come le ho detto e finalmente dopo diversi minuti che mi sembrano ore, riesce a calmarsi.
Una volta recuperata una regolare respirazione, si slancia in avanti abbracciandomi stretta.
Quasi mi stritola, mente sento il suo cuore battere all' impazzata.

Restiamo abbracciate in silenzio per parecchio tempo.
La stringo forte a me senza dire una parola.
Bisogna che qualcosa cambi, perché non si può continuare così.

-Domani chiami la psicologa e ti fai dare un appuntamento d'urgenza, chiaro?- dico, con tono che non ammette repliche.

-Ok- annuisce contro la mia spalla.

-Dai, cambiamoci e andiamo a letto- mi stacco, sorridendole -rimani qui stanotte-

-E domani?-

-Domani dormiamo a casa nostra- porto una mano sulla sua guancia -direi che è giunta l' ora che ci trasferiamo definitivamente-

-Ma io non voglio andare a casa a prendere i miei scatoloni-

-Ingaggeremo qualcuno- alzo le spalle in un gesto di non curanza -su, andiamo a dormire-

Vado all' armadio cercando qualcosa che possa starle.
Alla fine le allungo una mia vecchia maglietta che mi è sempre andata larga.
Quelle sue spalle dovrebbero entrarci.

La vedo cambiarsi lentamente e poi adagiarsi sotto le lenzuola.
La imito in fretta, portandomi poi accanto a lei.
Mi avvicino abbracciandola.

Lascio che incroci le nostre gambe e che appoggi la testa sul mio petto.
Prendo ad accarezzarle la schiena e a baciarle una tempia.
Non penso di averla mai vista così vulnerabile.

-Tu pensi che Francesca mi abbia detto tutta la verità riguardo la sua partenza?- chiede all' improvviso.

-In che senso?-

-Non lo so- sospira -sento che c'è qualcosa che mi nasconde-

-Allora chiediglielo-

-L'ho già fatto-

-Insisti!-

-Se non me l'ha ancora detto, dubito che lo faccia adesso dopo quello che le ho detto-

-Io ti amo da morire, Ele, ma quando ti arrabbi perdi il controllo e finisce sempre che dici qualcosa di cui poi ti penti-

-Lo so- mormora -sono un disastro-

-Ehi, no- cerco il suo sguardo, sorridendo una volta averlo trovato -tu sei la persona migliore che io abbia mai conosciuto, la più buona e altruista! E' solo che sei una Testona!- rido, contenta di essere riuscita a farla sorridere.

-Me lo diceva anche Federica- sorride -che sono una testona, intendo-

-Lo so, me lo disse Francesca- sorrido a mia volta -non c'è niente di male! Devi solo renderti conto di quando diventa troppo!-

-Mi aiuterai tu?-

-Certo- mi sporgo in avanti, lasciandole un bacio a fior di labbra.

-Ho paura che Franscesca mi nasconda qualcosa di importante- riprende il discorso di prima -non ci sono abituata! Ci siamo sempre dette tutto!-

-Amore sono pur sempre passati tre anni! Anni in cui non vi siete viste e vi siete sentite pochissimo! Dai tempo al tempo-

-Devo farmi perdonare-

-Decisamente- concordo -le hai detto davvero una cosa orribile. Come se tu ti fossi pentita di averla portata nella tua famiglia e per di più le hai dato la colpa della morte di Federica-

-Mi sento uno schifo- nuove stille salate corrono sulle sue guance -non so a cosa stessi pensando. Non voglio perderla!-

-Vedrai che non succederà-

Cerco di consolarla anche se in verità non so  quanto credere alle mie parole.
Non so se davvero Francesca non ci stia dicenco qualcosa, ma so per certo che quelle parole l' avranno ferita a morte.
Spero che ci sia qualcuno con lei in questo momento.
Non posso neanche immaginare come si senta adesso.

Odio quando la mia ragazza si comporta così.
Quando si arrabbia non ragiona più.
Deve imparare a controllarsi o prima o poi si ritroverà da sola.
E non voglio che questo succeda.

Questi ultimi anni sono stati davvero difficili per lei.
C'è stato un periodo in cui faticavo a riconoscerla.
Non usciva mai di casa se non per andare a lavoro o agli allenamenti.
E quando invece lo faceva, spariva per giornate intere rendendosi inrintracciabile.
E' stato difficile starle vicino.

Piano piano però le cose sono migliorate.
Grazie anche alle sedute con la psicologa e ai nostri amici.
Si è fatta una ragione per l' assenza di Feffe e ha imparato a conviverci.

Ma adesso lei è tornata e questo ha di nuovo scombussolato il suo equilibrio.
Per giunta non ha neppure detto la verità sul suo rientro.
Penso che Eleonora si sia sentita tradita e presa in giro per la seconda volta.
E non sa come riuscire a perdonarglielo.
Credo che questo la ferisca.
Spero solo che le cose si aggiustino.
Anche se non so quanto sarà possibile, visto che tra poco Feffe se ne andrà di nuovo.
Il tempo a disposizione è davvero poco.

-Grazie per avermi fatto rimanere qui- Eleonora interrompe i miei pensieri -non volevo stare da sola-

-Non ringraziarmi per niente- scuoto la testa -sono la tua fidanzata! E' il minimo che potessi fare-

-Ti Amo- 

-Ti Amo anche io- le lascio un rapido bacio sulla punta del naso -ora dormi! Domani penseremo a cosa fare-

-D' accordo- acconsente -Notte-

-Buonanotte, Amore Mio-




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ANGOLO DELL' AUTRICE:

Come al solito: scusate il ritardo!
E' stato un mese un po' incasinato e non ho avuto molto tempo per scrivere.
Ma spero di aver ricompensato la vostra attesa a dovere e che quindi il capitolo vi sia piaciuto.

Eleonora è sempre più arrabbiata e persa.
Erica è rimasta l' unica persona con la quale riesce a essere sé stessa, mentre con gli altri non fa altro che creare casini.
Cosa succederà adesso tra lei e Francesca, dopo le cose che le ha detto?

Penso che di Maria ve lo potevate immaginare.
E' un argomento che mi tocca da vicino perché qualcuno a cui tengo molto ci è passato, ma anche per lei è andata nello stesso modo come Maria!
Quindi, dopo la pioggia, esce sempre l' Arcobaleno!

In questo capitolo è rimasta in sospeso la faccenda del "Ti Amo".
Chissà quando finalmente ste due ne parleranno.
Anche se per il momento non sappiamo davvero cosa ne pensi Francesca!
Staremo a vedere!

Adesso vi lascio che voglio dedicarmi un po' alla lettura.
E sì, questo vuol dire che andrò a piangere sull' ultimo libro di Nicholas Sparks....ma ehi, che posso farci?
Mi piacciono le storie d' amore!

Un bacio a tutti e grazie che ancora seguite le mie storie, nonostante i ritardi cronici!
A presto,

Crige.








  
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