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Autore: GattyP    11/07/2018    5 recensioni
Ecco la quarta (e penultima) fanfic della saga, con protagonisti Lily Anderson e Peter O’Neil, ad Hogwarts nello stesso anno in cui è ambientato "Il principe mezzosangue". Ormai si sta avvicinando lo scontro finale e, alla fine dell’anno, anche Lily e Peter saranno impegnati nella prima battaglia di Hogwarts… Intanto però dovranno fare nuove esperienze e affrontare nuove avventure… Viene rispettato integralmente il Canon.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Anderson-O'Neil saga'
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Cambiamento di programma: ho fuso insieme i capitoli 10 e 11 (cioè il capitolo della battaglia di Hogwarts e l’epilogo). Con questa puntata pertanto la fanfic termina, prendo una breve pausa (vado in vacanza!!!) e riprendo venerdì 27 luglio, quando uscirà la prima puntata dell’ultima fanfic della saga: La battaglia finale.

 

 

Capitoli 10/11

 

Nella battaglia / Epilogo

 

 

Era insieme a Lily, nel suo letto, la sera del 23 di giugno, quando ci accorgemmo delle esplosioni all’interno del castello.

- Presto, smaterializzati - mi disse Lily - Ci vediamo in corridoio!

Mi materializzai nel mio letto, da dove subito balzai fuori e mi vestii velocemente: dalla finestra, si vedeva, in alto, sopra la torre di Astronomia, il Marchio Nero, l’angoscioso segnale che i Mangiamorte lanciano in cielo come firma dopo ogni omicidio da loro commesso. Che diavolo stava succedendo?

Scesi subito, insieme ai miei compagni, nella sala di Corvonero. Tutti stavano correndo, allarmati da ciò che avevano visto dalla finestra e dalle esplosioni che si sentivano, in lontananza, nel castello.

Avevo ora Lily al mio fianco, che si era rivestita anche lei ed era scesa velocemente. Molti ragazzi cercavano di uscire dalla Stanza Comune di Corvonero, ma inutilmente: la porta della nostra Casa era stata sigillata, non potevamo uscire. Era, sapevamo, una protezione eccezionale che veniva attivata in caso di emergenza: i ragazzi dovevano rimanere confinati nella loro Casa, protetta da incantesimi aggiuntivi…

- C’è qualcosa di pericoloso in giro. Si sono attivate tutte le protezioni speciali della Casa - disse in quel momento Padma Patil - nessuno può entrare o uscire! Tornate nelle camere! Solo noi prefetti…

Naturalmente nessuno obbedì a quest’ultimo ordine e tutti cominciarono a muoversi, scomposti, tra i piani, o cercarono di forzare la porta (con incantesimi o con mezzi “babbani”, cioè a spallate), che naturalmente non fecero nessun effetto: come era evidente, la porta era protetta da molti potenti incantesimi che non poteva essere bypassati.

- Vieni di là - dissi a Lily - dove nessuno può vederci e materializziamoci al di là di questa porta.

- Va bene - mi disse - ma ricordati che non possiamo intervenire. Silente ce l’ha chiesto... Non possiamo rovinare quello che sta preparando. Siamo giunti alla fine, temo.

- Possiamo proteggere però i ragazzi che potrebbero essere coinvolti, senza arrivare alla torre di Astronomia. Cosa dici? Diamo solo un’occhiata… - proposi

- Va bene - mi disse, e ci lanciammo sulle scale. Appena trovato un posto isolato, ci smaterializzammo e ci trovammo fuori dalla porta. Il povero batacchio a forma di aquila che controllava entrate e uscite non provò neanche a proporre il solito improbabile indovinello, ma si limitò a un - Attenti, ragazzi, massimo pericolo! Entrate: per voi è aperto!

Lo guardai con tenerezza e gratitudine. Ma, naturalmente, non volevano entrare! Insieme a Lily, mi precipitai verso la torre di Astronomia, con l’intenzione però di non salirvi. Potevano fermarci nei pressi e, eventualmente, dare un’occhiata se Harry Potter o qualcuno dei suoi compagni fosse stato in difficoltà… Si sentivano in lontananza cupi rumori e si intravvedevano, guardando dalla finestra, nelle vetrate delle stanza e dei corridoi vicini alla torre, i lampi degli incantesimi… Qualcuno stava combattendo…

Ma in realtà i combattimenti erano più vicini di quello che pensavamo: avevamo percorso un paio di corridoi quando ci imbattemmo in uno scontro, tra la prof.ssa McGranitt e un paio di Mangiamorte: era la prima volta che li vedevo (almeno dal vivo… ne avevo visto le immagini sui libri di storia e, purtroppo, anche sui recenti giornali), ma era impossibile sbagliarsi, dato che avevano un lugubre mantello nero… nel volto, però, non avevano la loro inquietante maschera bianca.

La McGranitt cercava di difendere un corridoio, ma i due, da diverse posizioni, le lanciavano incantesimi e maledizioni. Quello a sinistra urlava: - Forza, Gibbon. L’abbiamo in pugno! Sistemiamo una buona volta la vecchiaccia!

E l’altro, quel Gibbon: - Non ammazzarla, idiota! E’ mia! Voglio divertirmi con lei, prima. Capito, Rowle? Quella vecchia è mia! Le voglio far pagare tutto quello che mi ha fatto passare!

Senza neanche pensarci, io e Lily lanciammo degli schiantesimi verso i due, che però, si accorsero della nostra presenza e, lasciato per un attimo l’attacco alla McGranitt (abbastanza malmessa e tutta graffiata, a quel che vedevo), si prepararono a difendersi e a contrattaccare.

- E questi da dove vengono? - disse Gibbon.

- Mandiamoli all’inferno, forza! - esclamò Rowle

Subito  uno dei due mangiamorte, quello che era stato chiamato Rowle, ci lanciò, a quanto ho capito, un Avada Kedavra. Creai uno scudo utilizzando anche la potenza dell’anello… per fortuna, altrimenti uno scudo “normale” non regge le maledizioni senza perdono… Invece gli Anelli di Corvonero, impregnati di Magia Antica, di gran lunga superiore a quella moderna, come scoprimmo, riescono a respingerle. In un attimo la maledizione che ci aveva inviato rimbalzò contro il mio scudo (con cui avevo coperto anche Lily, che stava al mio fianco) e si diresse verso l’altro Mangiamorte, quel Gibbon, che, colpito dalla stessa maledizione del compagno, si accasciò al suolo.

Tutto era successo in un attimo. Rowle, visto quel che era successo, e visto il suo compagno morto, ci lanciò un altro paio di maledizioni, naturalmente respinte, e, prima che potessimo contrastarlo più efficacemente, indietreggiò lungo il corridoio bloccando la porta alle sue spalle.

- Grazie, ragazzi - disse la McGranitt - Anderson… O’Neil… Cosa fate fuori dalla vostra casa? E’ pericoloso!

- Lo sappiamo, professoressa - disse Lily - Ma possiamo dare una mano. Ci sono gli amici di Harry Potter in giro, non è vero? Potrebbero farsi male... Si fidi di noi.

- Ma certo che mi fido di voi, ragazzi - disse la professoressa - Mi avete praticamente salvato la vita! E come avete fatto? La potenza delle vostre bacchette è enorme… Peter, tu hai respinto un Avada Kedavra, e non è possibile… Gli incantesimi Scudo non ci riescono. Mi avete nascosto qualcosa…

- Non si preoccupi, professoressa, poi le spiegheremo tutto. Il Preside sa tutto - dissi - Andiamo però ad aiutare i nostri compagni!

- Abbiamo due oggetti magici particolari - aggiunse Lily - e da un pezzo ci stiamo allenando per aiutare Harry, all’insaputa di tutti. Solo  il preside Silente, lo sa…

- Siete proprio due bravi ragazzi, molto coraggiosi - disse la McGranitt - E anche tu, O’Neil, sei veramente in gamba. Sono fiera di te… e ho fatto male a criticarti, tante volte, in passato. Ti chiedo scusa se sono stata spesso polemica…

Beh, questo proprio non me lo aspettavo: l’inflessibile e severissima professoressa McGranitt che ammetteva di essersi sbagliata e chiedeva scusa! Ma cosa stava succedendo? In che mondo stavo vivendo? Non che mi dispiacesse…

- Sì, andiamo a vedere se qualcuno ha bisogno di noi, più avanti. - continuò la McGranitt - Cerchiamo di aprire questa porta. Provo con un Alohomora…

Naturalmente quel Rowle aveva bloccata la porta con qualche incantesimo particolare e la McGranitt non riuscì ad aprirla.

- Provo io, professoressa - disse Lily. E, in men che non si dica, fatto un incantesimo non verbale, quella porta, qualunque maledizione avesse utilizzato il Mangiamorte per sigillarla, si spalancò: in effetti gli anelli di Priscilla Corvonero avevano eccezionali poteri.

- Sono sempre più stupita da voi due! - disse la McGranitt. - Poi mi racconterete tutto, ci conto! Ora andiamo a vedere se possiamo fare qualcosa…

Subito ci precipitammo nel corridoio, dando appena uno sguardo al mangiamorte steso ai nostri piedi, colpito dalla maledizione del suo compagno. Attraversammo un paio di corridoi.

- Qui dovrebbe esserci Bill Weasley, se non sbaglio - disse la professoressa - o almeno qui lo avevo lasciato…

- Laggiù - urlò Lily. E, in un attimo, vedemmo un’ombra accucciata vicino a una sagoma dai capelli rossi. Quell’ombra le stava sopra, avvinghiato al collo del ragazzo a terra. Cosa diavolo stava facendo?

- Sectumsempra! - gridò Lily. Era una maledizione che aveva creato Severus Piton e che Lily aveva letto in un vecchio libro… (il professor Piton aveva l’abitudine di scarabocchiare i testi che leggeva… scrivendoci di tutto, comprese formule magiche) e che Lily mi aveva spiegato era meglio non utilizzare se non necessario…. non era magia oscura, ma ci andava decisamente molto vicino. L’ombra, colpita, balzò di lato ululando per il dolore e fuggì spaventata.

- Non è un mago - disse Lily - E’ un essere oscuro… un vampiro o un lupo mannaro. Altrimenti dovrebbe essere già a terra… è rimasto solo leggermente ferito dalla maledizione che gli ho lanciato…

La figura intanto, velocissima, anche se colpita da Lily, si allontanò. Riuscii a vedere il suo volto prima che si allontanasse nel corridoio: era in effetti un lupo mannaro, ricercato, il cui aspetto avevo già visto nella Gazzetta del Profeta… mi sembra che si chiamasse Greyback, ed era uno dei lupi mannari più pericolosi allora in circolazione…

Subito ci dirigemmo verso il ragazzo che giaceva inanime sul pavimento. La McGranitt lo riconobbe e cominciò a scuoterlo disperata, accasciandosi sul corpo del ferito e ripetendo ad alta voce il suo nome. Anche io lo riconobbi. Era Bill Weasley, uno dei fratelli di Ron e Ginny, che avevo già visto, ad Hogwarts, un paio d’anni prima, al tempo del Torneo Tremaghi.

- Non si preoccupi, non è morto, si muove - disse Lily, chinandosi anche lei. - E’ stato solo colpito al volto e morso dal lupo mannaro…

- Co.. cosa è successo? - chiese debolmente  Bill, aprendo gli occhi

- Questi due ragazzi ti hanno salvato la vita - disse la McGranitt - Senza di loro io e te saremmo morti…

- Grazie, ragazzi… - disse Bill Weasley, cominciando a tremare (sicuramente per l’effetto del morso di quell’essere) - mi sento strano…

- E’ normale. Sei stato morso da un lupo mannaro - esclamò la McGranitt, con un tono di voce preoccupata.

- Sì, ma oggi non c’è la luna piena… le conseguenze saranno limitate - aggiunse Lily (e poi sottovoce, in modo tale che Bill non la sentisse, aggiunse “... speriamo”)

La McGranitt poi si rivolse a me: - O’Neil. Io e la Anderson dobbiamo portarlo subito in Infermeria: è importante intervenire subito! Tu rimani qui a fare la guardia al corridoio e coprici le spalle. Mi raccomando, non rischiare! E’ pericoloso! Non inseguire quel lupo mannaro! E’ un ordine!

In effetti la professoressa era abituata a dare ordini e, naturalmente, finsi di assecondarla. Così, non appena Lily e la McGranitt si furono allontanate, trascinando Bill Weasley, mi fiondai nel corridoio, cercando quel maledetto lupo mannaro, che si stava dirigendo alla Torre di Astronomia. Era molto pericoloso… una belva assetata di sangue… E, poco dopo, fatti un altro paio di corridoi, lo intravvidi mentre stava per assalire, alle spalle, una ragazza. Gli lanciai uno schiantesimo e lo colpii alla schiena. La botta era stata forte, per lui, ma i lupi mannari sono più resistenti degli uomini e non lo stesi definitivamente. Mi guardò con i suoi maledetti occhi: se l’odio avesse potuto uccidere, mi avrebbe fulminato con lo sguardo. La ragazza si girò e si pose in difesa: era Tonks, un’Auror che avevo già visto più volte in passato: vide l’essere oscuro, poi me, poi, velocissima, lanciò una maledizione all’immondo essere, che nel frattempo era andato verso la torre.

- Tutto bene? - le chiesi.

- Sì, ragazzo. Grazie. Mi avrebbe colpito a tradimento. Il tuo arrivo è stato provvidenziale! Ma tu cosa fai in giro? Torna subito nella tua Casa… Sta succedendo qualcosa di brutto, questa notte, ad Hogwarts…

E, mentre parlavamo, vedemmo arrivare, con un passo deciso, il professor Piton: anche lui, velocemente, correva nella direzione della Torre.

- Tonks, fermati un attimo. Peter, torna indietro da Lily. Ho già pensato alla McGranitt e a Weasley.

E, prima che potessi dire o fare qualcosa, lanciò un incantesimo su Tonks, che subito mostrò un’espressione ebete, rimanendo immobile.

- Incantesimo di memoria a tempo indefinito - disse Piton - Okay. Ho capito che state combinando non so cosa. Non ho fatto in tempo a parlare con Lily. Che fate in giro? Sapete della profezia?

- Cercavamo di dare una mano. Sì, conosciamo la profezia. Da alcuni anni, e ci stiamo preparando - dissi. Ormai era inutile nascondere qualcosa.

Si fermò un attimo e mi guardò: - Incoscienti! - e poi con un sorriso, appena percettibile - Tu e quell’incosciente di mia figlia! Stalle vicino, per favore. Mi fido di te - mi disse.

- Non si preoccupi, professore - gli dissi, mentre lui si dirigeva verso la torre.

Mi allontanai da Tonks che, ero sicuro, appena mi fossi allontanato, sarebbe tornata in se stessa… evidentemente non avrebbe ricordato nulla… almeno fino a quando colui che aveva lanciato la maledizione non fosse morto, se avevo capito bene come funzionavano quegli incantesimi di memoria. Il che poteva capitare anche prestissimo, anche perché Piton si era gettato in mezzo alla battaglia.

Mi aveva detto di tornare indietro e così feci. Ritornai da Lily, vicino alla McGranitt e a Bill Weasley. Anche loro avevano un’espressione da ebeti, con gli occhi fissi davanti a loro, ed erano immobili

- Presto, torniamo alla Sala di Corvonero - mi disse - E’ passato mio padre, mi ha dato dell’incosciente e ha fatto loro un incantesimo di memoria.  Ha detto di non ficcarci nei guai e che avrebbe pensato lui a tutto… e mi ha detto che non potevamo rovinare ciò che il Preside stava preparando… Andiamo, Peter… La McGranitt e Bill Wesley torneranno in loro appena ci allontaneremo e si dirigeranno verso l’Infermeria. Naturalmente non ricorderanno niente…

Beh, troppo bello che la McGrantt mi avesse elogiato e mi stimasse! Sarei tornato ad essere la pecora nera di quella severissima professoressa! Va bene, c’ero ormai abituato…

Io e Lily ci prendemmo per mano e ci materializzammo vicino alla porta di Corvonero. Il volatile di bronzo ripeté di nuovo: - Attenti, ragazzi, massimo pericolo! Entrate, presto!

Lily si avvicinò a lui e lo accarezzò dolcemente: - Grazie - gli disse.

Naturalmente non passammo per la porta: tutti ci avrebbero visto. Ci materializzammo nelle scale che conducevano alle camerate, da dove scendemmo. C’era ancora molta confusione in Sala Grande. Nessuno si era accorto della nostra assenza. Rimanemmo con gli altri, preoccupati per l’esito dello scontro che si stava combattendo intorno alla Torre di Astronomia… Non potevamo fare niente… non dovevamo intervenire… qual era il piano di Silente? Cosa doveva fare il padre di Lily? Avevo paura di rispondere a queste domande…

 

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Gli eventi successivi sono troppo noti perché ne parli. Come tutti sanno, in quella notte Albus Silente, il mago più potente della nostra età, fu ucciso da Severus Piton, il padre di Lily, che tutti considerarono, da quel momento in poi e fino a che non si seppe la verità, uno spregevole traditore. Io e Lily avevamo dubbi sulla ricostruzione degli eventi, ma non dicemmo niente a nessuno, perché così, pensavamo, avrebbero voluto sia il preside, sia il professor Piton. Doveva far parte di un piano molto complesso, pensavamo o, meglio, speravamo. Sentimmo, nei giorni successivi, parole terribili nei confronti del professor Piton, ma riuscimmo a non prendere le sue difese… per me fu difficile, ma Lily fu eroica in questo: avevamo la convinzione che le cose non stavano come sembrava, ma non potevamo comportarci diversamente, altrimenti avremmo rovinato il complesso piano che, avevamo capito, il preside Silente e il professor Piton avevano imbastito.

Ricordo ancora quel tristissimo periodo e, soprattutto, il funerale. Tutto mi sembrava strano e allucinante: l’angoscia che aveva preso tutti noi, studenti e professori; l’arrivo dei genitori che venivano a riprendersi i figli non pensando che Hogwarts fosse più sicura (i miei e la madre di Lily ebbero il buon senso di aspettare che fosse celebrato il funerale di Silente, anche se ci tempestarono di gufi chiedendoci di partire subito dopo); il castello pieno di funzionari del Ministero; una orripilante giornalista, Rita Skeeter, che si aggirava come un avvoltoio per i corridoi cercando di intervistare i ragazzi e deformando ogni loro parola (noi la evitammo accuratamente); e, soprattutto, il pianto di tanti nostri compagni e compagne, e di tante altre persone, durante il funerale. C’erano tanti maghi e streghe al funerale… ma quello che mi colpì di più fu un affranto Grop (il gigante con cui c’eravamo scontrati) che, poverino, cercava di sostenere un distrutto professor Hagrid… Vide anche noi, ma mostrò (per fortuna) di non riconoscerci per quel che gli avevamo fatto due anni prima

Come immaginavo, né Bill Weasley (che andammo a trovare in Infermeria), né Tonks (che incrociammo più volte, sempre vicina al nostro insegnante di Difesa del primo anno, Lupin, con cui camminava ora mano nella mano), né la prof.ssa McGranitt (che continuava a guardarmi con palese ostilità e con una sfumatura di disgusto) ricordavano qualcosa della notte precedente…

Dopo il funerale, ci preparammo a tornare a casa: Hogwarts sarebbe stata chiusa a tempo indefinito (sarebbe stata mai più riaperta?) e l’anno era finito nel modo peggiore. Salutammo quindi tutti i nostri amici, poi, insieme ad Eliza, Cain ed Alan (che stava sempre appiccicato a mia sorella), ci preparammo ad andare ad Hogsmeade, aspettando i carri nel giardino di Hogwarts.

Lily era da qualche giorno molto seria. Pensavo fosse triste per la morte del Preside. Ma aveva anche qualcosa da dirmi, prima di partire…

- Vieni, Peter, andiamo a fare due passi, noi due soli, mentre aspettiamo i carri…

Ci inoltrammo nel giardino e ci fermammo su una panchina. Ancora ricordo la scena. Lanciò un muffliato, poi mi guardò negli occhi.

- Peter, lo sai che ho sempre preso, fin dalla prima volta, la pozione anticoncezionale… - mi disse

 

Mi tocca a questo punto interrompere la narrazione e dare una spiegazione… Coccolarsi sotto le coperte, e limonare in modo sempre più spinto, non è proprio il massimo per rimanere temperanti... Ci eravamo arrivati piano piano e, dopo i primi maldestri tentativi, avevamo raggiunto una buona sintonia (o ottima, dato che, uno volta fattolo, non vedevamo l’ora di riprendere da capo e ricominciare)…  Era stato un periodo bellissimo… Se non fosse stato che dovevamo, ad una certa ora lasciarci perché il giorno dopo avevamo lezione, avremmo passato insieme tutte la notti a fare l’amore… Comunque per un periodo, in primavera, ci aggiravamo per Hogwarts come due zombie, con due occhiaie e una stanchezza tremenda, ma terribilmente felici… e la stanchezza poi, per fortuna, passava la sera, quando, ad una certa ora, ci trovavamo in camera sua o mia. Si è mai accorto nessuno di quello che facevamo? Di solito cercavamo di insonorizzare tutto (eravamo diventati espertissimi in questo tipo di incantesimo) e facevamo scendere cortine e tendaggi… ma, per quanto isolati anche da armadi e librerie, forse qualcuno avrà capito qualcosa… almeno notando la nostra stanchezza, serenità e gioia durante la giornata… Compresa la inflessibile professoressa McGranitt, che, nelle sue lezioni, mi guardava con un cipiglio  tra il disgustato e l’offeso… mentre a Lily offriva solo occhiate di compassione…

Lily, poi, che era molto pratica (e anche dotata in pozioni), aveva deciso di assumere, fin dall’inizio, pozioni anticoncezionali di assicurata efficacia (anche secondo Cho e Marietta, che erano le sue confidenti segrete sulla questione ed erano ferratissime in materia). Pertanto eravamo tranquilli…

 

- Certo, lo so, Lily. - dissi. Il cuore mi balzava nel petto.

- Mia madre è però una respingente… e gli incantesimi su di lei non fanno effetto…

Oddio. Era quello a cui stavo pensando?

- Ed evidentemente alcuni neanche su di me…. Sono incinta.

Se un fulmine mi avesse sorpreso in quel momento, non sarei stato meno stupito.

- Come? Ma ne sei sicura? - balbettai

- Sì, sono sicura. Aspetto un bambino.. e ho solo quindici anni e… ho tanta paura - mi disse semplicemente, guardandomi diritto negli occhi.

La guardai e mi ricordo, ancora oggi, l’immagine di lei, bellissima, in quel momento. Come ricordo quello che ho provato: un grande desiderio di proteggerla e... una gioia immensa. Forse ero pazzo, forse ero incosciente (sicuramente molto!!!), ma ho provato la più grande felicità della mia vita. Lily aspettava un bambino… mio! Un bambino mio e di Lily! Un bambino nostro, da crescere, da proteggere, malgrado tutto, malgrado quel mostro di Voldermort, che Lily ed io avremmo poi combattuto, per creare un mondo migliore per lui, per il mio piccolo…o la mia piccola… Non mi sembrava vero! Ed ero felice! Sì, ero proprio felice!!!

- Sono contentissimo, Lily! - le dissi, abbracciandola - Non preoccuparti, ci sono io! Supereremo tutto! Grazie, grazie, grazie, grazie, grazie… Sono felicissimo!

- Lo so. L’ho già visto nella tua mente! - disse lei - E non provare a sculacciarmi… ora ho tuo figlio…

- Come possiamo chiamarlo? E se fosse una femmina? - dissi, tutto euforico…

Lily mi guardò e mi sorrise. Ricordo ancora il suo sorriso, buono e dolcissimo… Quant’era bella! Non avevo idea di cosa avremmo dovuto affrontare nei mesi successivi (!!!),  ma in quel momento ero immensamente felice…

 

 

 

Colpo di scena (!!!) e ulteriori problemi per Lily e Peter… non bastava Voldemort e la possibile vendetta di Judith MacDonald: ora i nostri due amici dovranno pensare anche al piccolo che sta arrivando! La situazione si fa sempre più ingarbugliata…

Un grande ringraziamento a tutti coloro che mi hanno accompagnato fino a questo momento (in particolare ad ace95, AdhoMu e Barbie_Ettelaine_91 che mi hanno sempre sostenuto e con cui ho piacevolmente chiacchierato: grazie grazie grazie) e, nella speranza di ritrovarvi tutti per l’ultimo mio lavoro (La battaglia finale, la cui prima puntata, Una nuova vita, pubblicherò, come detto, venerdì 27 luglio), vi abbraccio!

Buone vacanze a tutti! A presto. GattyP :)

   
 
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