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Autore: Favatralenuvole    12/07/2018    2 recensioni
"Non ero divina.
Non ero dislessica.
Non ero iperattiva.
Andavo bene a scuola,non mi accadevano episodi inspiegabili e i miei genitori erano morti in un incidente.Fine."
Nicky arriva al Campo Mezzosangue senza ver mai manifestato alcun segno riconoscitivo tipico dei semidei,non sembra avere alcun potere e la prima sera non viene riconosciuta.
Quando succede,però,avrebbe preferito rimanere una reietta.
Una missione mortale (ci mancherebbe!) e un dio momentaneamente umano tra i piedi non la aiuteranno di certo a risolvere i suoi problemi.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Apollo, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Will Solace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Quanti ne mancano?

-Di minuti prima che perda la pazienza? Pochi, cara, molto pochi.

-Di Fonti, Nico. Di Fonti.

-Ah. Beh….

Nico si mise a contare sulle dita, con un’espressione concentrata.

-Sette… ne mancano sette. 

-ANCORA?

-Si, contando Eros sono sette. 

-Sette è il mio numero sacro- Ci Informó Apollo, tutto contento. 

-Beh, sì, ci sono sette note musicali. 

-E sette semidéi della profezia. 

-E sette nani. 

-E sette giorni della settimana. 

-E sette Horcrux. 

-Cosa? 

-Niente, Nico. Lascia stare. 

Lui si imbronció.

Appy ci squadrava confuso. 

-Allora!- Esclamai io -Cosa cerchiamo adesso? 

-Direi di toglierci dai piedi i coniugi. 

-I coniugi? 

-Sì… Zeus ed Era. 

Non appena Apollo pronunciò i loro nomi, un tuono scosse le pareti della tenda. 

-Non mi sembrano molto d’accordo- Obiettó Nico. 

Sembrava un po’ giù. Decisi che gli avrei chiesto più tardi cosa avesse. Magari gli mancava Will. Cercava di essere discreto, ma sapevo che si Iride-messaggiavano tutte le sere. 

Checcariniiiii. 

-E allora facciamolo! Vai con Era. 

-Siii… evviva. 

-Che bello. 

Dissero così, ma il loro tono di voce non lasciava trasparire tutta questa gioia. Che guasta feste. 

-Dunque, Appy, ci parli di Era. 

E lui ci spiegò in breve le caratteristiche di questo mostro mitologico, metà Baba Yaga e metà strega cattiva di Biancaneve, che si aggirava per l’Olimpo emettendo il suo solito verso: “ZEUS E QUELLA SCIAQUETTA ME LA PAGHERANNO”. 

Qualcosa mi suggerì che di solito usasse un insulto anche peggiore di “sciaquetta”, ma non commentai. Appy aveva molti difetti, maalmeno utilizzava sempre un certo tipo di linguaggio. 

Ci mettemmo in macchina. Avrei tanto voluto parlare di qualcosa o dormicchiare (comincia pure a preparare il tè, Atty) ma Apollo trovò la mia debolezza. Quindi la colpa non fu mia, fu sua. 

-Fu tanto tempo fa… 

Lo guardai, fulminandolo con lo sguardo. 

Lui mi guardò, stranito da quell’acidità, poi continuó a canticchiare: -Per il pianeta, erano guai…

Cercai di resistere. Ci provai. Fallii.

-IMPERVERSAVA BRUTA DEI TITANI LA FOLLIA! 

-E NEL PERICOLOOOO…. 

-OGNUNO DECIDEVA PER SÉ! 

-E TRA VULCANI E TERREMOTI TUTTO ANDAVA GIUUUUÙ!

-Ci andate voi giù, se non la smettete immediatamente. 

Nico era sempre un amore. 

Mi concentrati sulla cosa davvero importante. 

-Tu conosci Hercules?- Domandai ad Appy. 

-Io amo quel cartone. Certo, sono solo una comparsa e sono blu, l’Olimpo sembra fatto di zucchero filato, sulla personalità di Zeus non mi esprimo direttamente, le Muse sono solo cinque e Ade non ci è ancora passato sopra, ma io lo amo. Solo, non lo dite in giro. 

Mi venne da ridere. Io lo guardavo sempre con i bambini dell’orfanotrofio, che parevano adorarlo. Non avevamo tutti questi soldi, quindi non c’era molta scelta per i piccoletti: Hercules o Biancaneve o La Bella e La Bestia. 

No, okay, in realtà c’era anche Bambi, ma io mi rifiuto, dai.

Lo spiegai ai miei amici, e Nico sembrava sempre più perplesso. 

-Uno di quelli che hai nominato lo conosco. 

-Biancaneve? È uscito nel 1937. Potresti averlo sentito da qualche parte. 

-Si! Si, quello. Non l’ho mai visto, ma lo conoscevo. 

-Nico. Mi stai forse dicendo che tu. Non hai mai visto. UN FILM DISNEY? 

-Ma hai appena detto che tu ne avevi solo quattro! 

-Quattro videocassette! Erano gli unici che potevamo vederequando ci pareva. Ma in quindici anni passati nel mondo umano, nel caso non lo sapessi fornito di TV e persino Internet, li ho visti TUTTI.

-Ma, io-

-Quando avremo finito questa storia, maratona di film Disney. Non si discute. 

Nico si coprì la faccia con le mani, come faceva spesso per dire “idioti”o “povero me”. 

-Nicky, tu lo sai che io detesto interrompere la tua parlantina formidabile, ma potremmo concentrarci sull’impresa che farà tornare dio me? 

Sbuffai, ma gli diedi ragione a malincuore, e cominciai a pensare. 

Era era (scusate il gioco di parole) la dea del matrimonio, delle famigliole, dei pargoletti, dei blog come ‘supermamma. com’ e… basta, non mi veniva in mente altro. 

Il mio orfanotrofio ce lo eravamo già giocato con Estia. 

Il locale in cui i tradimenti erano molto probabili ce lo eravamo giocato con Artemide. 

Le dee donne erano troppo simili l'una all’altra, accidenti! Demetra era la dea della prosperità, ma Afrodite era la dea della fertilità, però la dea delle mamme era Era, eppure la dea protettrice di parti e bambini era Artemide, e la dea dell’unità familiare era Estia. Ma come si fa? 

Mi spremetti le meningi, presi una penna e cominciai a scarabocchiare su un foglio per concentrarmi, pensando ad ogni mito su Era che conoscessi. 

-Qual è la cosa che Era odia di più al mondo, ma che rappresenta comunque una parte importante di lei?- Mi chiesi.

-I tradimenti del marito- Rispose Apollo -So io dove portarvi. Stavolta ce la sbrighiamo velocemente.

 

 

Plot twist: non ce la sbrigammo velocemente.  

Lato positivo: era vero che sapeva dove portarci.

Lato negativo: ci mettemmo quasi un giorno di macchina. 

-Possiamo sapere dove Tartaro stiamo andando? 

-È vicino New York, ne sono sicuro. Cioè, quasi sicuro. 

Dopo un’altra ora in automobile, si fermò, emettendo un sospiro di sollievo. Ci fece scendere in un punto isolato, in mezzo al nulla: non c’era nemmeno un accenno di vegetazione, quindi il sole ci picchiava dritto sulla testa. In fondo a quell’area desertica c’era una piccola grotta di pietra.

-Tu si che sai dove portare una ragazza, amico.

-Beh… già. Qui è dove Zeus portava le sue, mh, conquiste. 

Al nostro sguardo interrogativo, si decise a dare più spiegazioni. 

-Beh, ne ha più di uno, ma questo è quello che utilizzava di più da quando ci siamo trasferiti in America, sapete. Era non lo conosce. 

Nico quasi svenne. Quando uno è all’antica è all’antica, che ci vogliamo fare.

Mentre ci dirigevamo verso la piccola spelonca, mi decisi a parlargli. 

-Alloraaa, Nicuccio. 

-Sempre peggio, miei dèi. 

-Perché sei così triste, oggi? 

Lui fece spallucce, cercando di non guardarmi. 

-Sto alla grande. 

-Hai la faccia scura. 

-È la mia faccia.

-No! La tua faccia è “vi ucciderò tutti nel sonno”, non “uccidetemi nel sonno”, c’è una bella differenza, carino. 

-È che… mi hanno invitato a una cena- Mi sussurrò a disagio. 

-Lo devi proprio odiare, il tizio che ti ha invitato. Aspetta, fammi indovinare! Tuo padre vuole conoscere il tuo ragazzo. Allora, ascolta, ho visto parecchi film: vi basterà sorridere e annuire tutto il tempo, magari portate un regalino e-

-No, sono amici- Mi interruppe, desolato. 

-E allora qual è il problema?

-Sono… sono i sette di cui ti parlavo, i ragazzi dell’impresa. È come una specie di rimpatriata. Mi stanno simpatici, non è quello il problema, ma non me la sento. Mi sento fuori posto. 

-Ti senti fuori posto e basta? O hai altri motivi? 

Lui incassó la testa nelle spalle, come se stesse cercando di nascondersi. Capii che era una vecchia abitudine, una di quelle che si credono dimenticate finché non saltano fuori nei momenti meno opportuni. 

-Ero… innamorato di uno di loro, e lui lo sa. Non ne abbiamo ancora mai parlato. 

-Oh.

Rimasi in silenzio per un secondo. 

-Porta Will con te- Dissi poi. 

-Ma sei totalment-

-VI VOLETE DARE UNA MOSSA?- Ci urlò Appy. 

Mi resi conto di essere ancora vicino alla macchina. Attraversammo di corsa l’intera area che ci separava dal nostro obiettivo. 

-WOW- Esclama, una volta entrata. 

La grotta, tanto brutta all’esterno, dentro assomigliava alla suite di un albergo a cinque stelle. Grazie a una qualche specie di magia che rendeva l’interno incredibilmente spazioso, la grotta era arredata in modo impeccabile. Al centro c’era un enorme letto matrimoniale con le lenzuola di seta e i cuscini più soffici che avessi mai toccato. Un tappeto persiano di rara bellezza ricopriva il pavimento quasi interamente. Il resto della “stanza” era perfettamente immobiliato per offrire ai due amanti ogni genere di comfort. C’era una saletta per la sauna, una vasca a idromassaggio e una per il bagno turco, candele, poltroncine imbottite, snack di qualsiasi tipo e fiori sempre freschi. 

-È un sogno- Sospirai. 

-Sull’Olimpo c’è molto di meglio- Borbottó Appy. 

Mi incupii subito. Non pensavo spesso a cosa sarebbe accaduto una volta che lui fosse tornato dio. Sarebbe venuto a trovarmi ogni tanto? La mia cotta per lui sarebbe passata? 

COSA. 

NO. DIMENTICATE L’ULTIMA FRASE.

CAVOLO.

Avevo una cotta per un dio. 

Mi misi le mani fra i capelli, desiderando di potermi sotterrare. 

Intanto, Nico e colui che mi causava queste crisi chiacchieravano tranquillamente. 

-L’ultima volta che ha portato una ragazza qui è stato negli anni ’80, ma per sicurezza la aggiorna sempre. Due anni fa, per esempio, la televisione collegata all’account Netflix non c’era- Gli spiegava Apollo. 

-Forse ogni tanto ci viene con Ganimede.

-Si, probabile.

Intanto, cercavano ovunque. Sotto il letto, nella vasca, sopra le mensole. Sembrava stessimo giocando a una simpatica partita di nascondino, eppure io non mi stavo divertendo per niente. 

Da quanto tempo negavo l’evidenza? 

-Nicky! Vieni qui! 

Mi mossi verso di loro meccanicamente, senza alcuna voglia di portare a termine la missione. 

-Cosa c’è?

All’interno di un armadio strapieno di biancheria intima di cui non mi fermerò ad esporre i dettagli, c’era un diadema meraviglioso, che brillava decisamente più del normale. 

-Gea ha nascosto la Fonte di Era in una grotta in cui Zeus porta le amanti, dentro l’armadio colmo di biancheria sexy. Io… io non so se ammirarla o cosa- Balbettó Nico. 

-Devo ammettere che è notevole- Concordó Apollo. 

-Quando perdi la guerra, ma vuoi comunque dimostrare di essere la più figa- Aggiunse ancora Nico.

-Si- Sussurrai io -Devo ammettere che è stata un’idea…

Mi girai verso di loro.

-Grottesca.

Non mi rivolsero la parola per almeno cinque minuti, ma ne valse la pena.

 

 

Non so come mi venne in mente di addormentarmi in macchina, ma tant’è.

Atena mi guardava con un’espressione sconsolata, come a dire “io sto provando ad aiutare questa cretina, ma è più cretina di quanto pensassi”. Sinceramente, non meritavo uno sguardo del genere.

-Hai deciso di fare attenzione, Nicky?

-Assolutamente, signorina Civetta. Mi guardo le spalle!

-Signorina Civetta… - Mormorò lei, fra sé e sé.

-In ogni caso, perché non mi aiuti, già che ci sei? Secondo la tua immensa saggezza, quale orrore affronteremo oggi, portando con noi la Fonte di Era?

Lei si piegó verso di me.

-Non prevedo il futuro, ma ci tengo a darti un consiglio: io ho sempre un piano. Anche se le decisioni del Consiglio dell’Olimposono sempre collettive, nella mia testa io costruisco sempre un’alternativa per conto mio. Ti sembrerà egoista, ma il fatto che gli altri affondino non vuol dire che debba farlo anche tu. Abbi sempre un piano di cui nessun altro è a conoscenza. Ricordatelo sempre.

-Non è molto leale.

-La lealtà può essere un difetto tanto quanto un pregio. Non mi aspettavo una risposta diversa da una mezzosangue, tuttavia valeva la pena provare. Non aspettarti la stessa fedeltà da parte di chiunque, però.

-Parli di te? È di te che non dovrei fidarmi?

Lei mi guardò stupita.

-Sei più sveglia di ciò che pensavo.

E svanì, lasciandomi sola e confusa.

 

 

Capii che sarebbe stata una giornata complicata quando Nico sparì.

Già.

Un minuto prima c’era, il minuto dopo non c’era più.

Andammo subito nel panico.

-Secondo te dove è finito?

Sentimmo un forte tonfo, seguito da un’imprecazione in italiano.

-Beh, qualcosa mi dice che è nei paraggi.

Io e Appy cominciammo a correre

Nico era vivo e vegeto, ma legato a un albero, nel bel mezzo di un parco. Mi chiesi che diamine vedessero i mortali per strada. 

-Prima vengo trasformato in una pianta di fagiolini. Poi finisco in una rete da pesca insieme a Mr. Sunny. Ora legato a un albero come in un film western. Ecchecavolo! -Si lamentó.

Io e Apollo ci guardammo intorno, cercando di capire chi fosse il nostro nemico. Chi poteva avercela con Era? Beh, tutti, però chi ci avrebbe davvero ostacolato? 

Una delle ninfee che era andata a letto con Zeus? Nah, tutte morte. 

Un semidio stanco delle sue cavolate (Nico mi aveva raccontato qualcosa in proposito)? Nah, non avrebbe rischiato così tanto. 

La risposta mi fu servita su un piatto d’argento, perché una signora vestita di bianco ci arrivò alle spalle. 

-OH MA INSOMMA PERCHÉ SEMPRE ALLE SPALLE?- Urlò Nico. 

Ci grammo tutti e tre verso di lui.

-Cosa?

-Lasciate perdere.

Osservai la donna, mentre si parlava davanti a Nico. Era bella, a prima vista, ma guardandola più intensamente riuscii a notare che i tratti del suo viso erano incredibilmente infantili. Aveva la pelle bianchissima e liscia, il viso dalle gote piene e rosse, gli occhi grandi e innocenti. Era come se qualcuno avesse appiccicato il viso di una bambina su un corpo che, per il resto, era quello di una donna adulta.

Anzi, di una ragazza adolescente, perché le sue curve erano appena accennate: il fisico era ancora acerbo.

-Io sono Ebe- Dichiarò -La dea della giovinezza.

Se c’è una cosa che si impara venendo a contatto con gli dèi è che il loro corpo fornisce sempre un indizio riguardo la loro funzione nel modo.

-Sei qui per fare una commissione per tuo marito?- Chiese Appy, sfrontato.

-Si, diciamo di sì. Consegnatemi la Fonte di Era e nessuno si farà del male.

Suo marito? Misi in moto il cervello. Chi cavolo era suo marito?

Ma certo!

-Ercole- Sussurrai.

Quello sì che era un problema.

-Sei una dea- Dissi, per guadagnare tempo -Potresti semplicemente ucciderci e prenderti ciò che vuoi- Conclusi, sperando di non averle appena dato un’idea.

-Uccidere te? Nah. Stai facendo un lavorone per gli dèi, no? Sono sicura che se ti uccidessi adesso nessuno di loro sarebbe molto contento. In quanto ad Apollo… ora è mortale, certo, ma se lo eliminassi come pensi che la prenderebbero gli altri dèi maggiori? Sarei considerata una traditrice. L’unico con cui posso fare ciò che voglio è questo scemotto qui. Datemi la Fonte, o lo ucciderò.

-Perché?- Il mio cervello lavorava senza sosta, pensando a ogni possibile piano. 

Atena, aiutami tu”. 

-Perché mio marito Ercole mi ha chiesto questo piccolo favore. Nessuno odia Era piú di lui. E si prenderà tutta la colpa, tanto è il figlio prediletto di Zeus. Al massimo lo manderanno qualche anno al Campo Mezzosangue a fare compagnia a Dioniso. Era, invece, sarà fuori gioco per qualche secolo. Pazienza. Sopravvivremo al dolore, no? 

-Beh, effettivamente… - Cominció Apollo.

-No! Noi abbiamo una missione e la porteremo a termine!

Peccato che non avessi assolutamente alcuna idea.

Era una dea. Era immortale, e impossibile da ferire. Una stupida coroncina valeva forse più di Nico?

Non avevo armi a disposizione, né poteri.

Poteri.

Dall’incidente al Campo, non avevo più provato ad evocare i poteri della Terra. Era la nostra ultima speranza.

-Apollo, prometti che qualsiasi cosa faró adesso non proverai a fermarmi.

-Non farei una promessa del genere a te neanche se ne andasse della mia vita.

-Beh, problemi tuoi.

E corsi con tutte le mie forze verso la dea.

A ogni mio passo, la terra tremava.

Non mi accorsi di aver sollevato una montagnola di almeno dieci metri a pochi passi da noi, né della nuvola di polvere sempre più densa. 

Tutto ciò che ricordo è una dea totalmente seppellita dalle macerie di fronte ai nostri occhi.

 

 

Naturalmente, liberammo Nico e scappammo il più in fretta possibile.

Io svenni nel momento stesso in cui entrammo in macchina. Non ero mai stata cosí prosciugata in vita mia.

-Stupida- Continuava a mormorare Apollo.

-Stupida, stupida, stupida.

-Non la aiuti, sai?

-Nico, potevamo semplicemente lasciare la Fonte a quella pazza! Era avrebbe dormito per qualche secolo, chissene frega. Ora invece non ha fatto che dimostrare agli dèi di avere dei poteri immensi!

-Ha anche dimostrato di essere totalmente dalla loro parte, però.

Poi non sentii più nient’altro.

Quando mi svegliai, ore dopo, Nico dormiva e Apollo guidava nella notte.

E aveva la faccia più triste che avessi mai visto. 

 

 

~ANGOLO AUTORA~

SCUSATE!!

Più di un mese!!

Tra il viaggio in un posto in cui non prendeva, la lettura del Labirinto di Fuoco (che mi ha ucciso) e altre cosine non riuscivo proprio a terminare questo capitolo.

MA.

Da qui il gioco comincia a farsi più pericoloso, ho già abbozzato addirittura l’ultimo capitolo e sono molto soddisfatta del risultato.

Comunque, ricevere recensioncine ine ine è sempre bello, ed è sempre un'enorme spinta a continuare per me (non è una minaccia, continuerei anche se non ci fosse nessuno, però devo dire che mi gasa un sacco).

Proverò, e ripeto PROVERÒ a far uscire un altro capitolo entro pochissimi giorni, per rimediare all’attesa e perché penso che verrà proprio bene **.

FINALMENTE I POTERI DI NICKY. Da ora credo proprio che saranno più presenti, e boh, sono felice.

Grazie a chi ha letto fino a qui, a prestoooo <3.

PS: la battuta di cui sono più soddisfatta è parecchio… grottesca.

   
 
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