DAL TESTO:
Tra le molte persone che posarono lo sguardo su di lui, mai quel quadro aveva visto ragazza più bella. Aveva una strana malinconia addosso, esser guardato da lei gli provocava angoscia e rimpianti.
"Sono un quadro muto, eppure vorrei urlare."
"Sono un paesaggio triste e desolato, eppure mi sento così scosso, mentre mi fissa..."
[...]
La ragazza s'accorse poi d'essere osservata dal quadro, perciò con voce flebile e intimidita domandò:
«Perché mi guardi? Ti sto forse disturbando?»
«No, piccolo scricciolo, solo che mi sento come se tu stessi appesantendo il mio cuore con lo sguardo... e m'hai incuriosito.»
«Mi dispiace averti causato ciò, ma questo è quel che comporto. Questo è ciò che sono e provoco in coloro che possiedono un'anima e mi scrutano.»
«Io sono un quadro, non ho un'anima.», le fece notare.
«Tu possiedi l'anima di chi t'ha creato, di chi attraverso quell'infinito gesto d'amore t'ha trasmesso pensieri, idee, parole, sentimenti.»
«Io ti conosco.», sbottò alla fine il quadro.