Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Rainsoul    07/07/2009    6 recensioni
What if? Mentre Voldemort si sta preparando alla guerra, l'Ordine della Fenice acquista un nuovo membro: una ragazza giovane, testarda e con molta esperienza nel trattare gli animali.
Kneazle, Ippogrifi, Kappa e Ghoul sono il suo pane quotidiano, ma se la cava un po' meno con ex-compagni di scuola, colleghi e parenti...
Ma uomini e "bestie" dopotutto, sono tanto differenti? Difficile rispondere, soprattutto se l'uomo in questione - ma anche la bestia - è Sirius Black.
Pairing: Sirius/Nuovo personaggio(principale); Remus/Tonks (poco... ma si sa, non riesco a non dar spazio a questi due!)
Attenzione: NO MARY SUE!
Dal CAPITOLO SEI: Hold me in your paws
"-Ehi, aspetta… avete incontrato il Ministro? Ma tu sei un ricercato, come puoi…?-
-Ex-ricercato.-
La ragazza sgranò gli occhi.
-Vuoi dire che…-
Sirius spalancò le braccia, la soddisfazione che gli illuminava il bel volto magro.
-Hai davanti a te un uomo libero, Mayer.-"

Guida alla lettura: gli avvenimenti raccontati di seguito sono ambientati durante Harry Potter e l'Ordine della Fenice, tuttavia si riferiscono anche a fatti descritti in Harry Potter e il Principe Mezzosangue. Pertanto, si sconsiglia la lettura a chi non abbia finito il suddetto libro, e non voglia rovinarsi la sorpresa.
Quasi tutti i personaggi appartengono a mamma Row. Non scrivo con fini di lucro. La storia appartiene a me, in quanto frutto del mio lavoro. Some rights reserved.
Genere: Romantico, Commedia, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Epilogo - It was a puppy's game

It’s Raining Kneazles and Dogs

Epilogo
It was a puppy's game


Nella piccola casa luminosa, immersa nel verde dell’Hampshire rurale, dalle parti di Dogmersfield, il vecchio telefono azzurro polvere della cucina sembrava squillare con più impazienza del solito.
Chiunque si trovasse dall’altro capo del filo, forse indispettito, forse stanco dell'inutile attesa, al decimo trillo decise di riattaccare.
Tra le pareti chiare il silenzio regnò per appena un paio di minuti; poi il fastidioso suono riprese con insistenza.

Driiiin. Driiiin. Driiiin…

Dal breve corridoio che portava in cucina sbucò un bambino sui tre anni e mezzo. I folti capelli castano chiaro a casco di banane - che probabilmente non dovevano aver visto la passata di un pettine da un bel po’ - gli ricadevano fastidiosamente sugli occhi, mentre da una tasca dei pantaloni una grossa macchia verdastra, di alquanto dubbia origine, lasciava una scia gocciolante di melma lungo il percorso.
Sembrava piuttosto assonnato; si trascinò pesantemente fino al telefono, accompagnato dallo scalpiccio dei piedini nudi sulle assi di legno, avvicinò a fatica una sedia all'apparecchio, ci si arrampicò sopra e finalmente rispose.

-Pronto?-
Dall’altro capo della cornetta ci fu una breve pausa muta, poi qualcuno urlò.

-PROOONTOOOO! PROOOONTOOO! CHI ÈÈÈÈ ?-

Il bambino arricciò la bocca da un lato, interdetto. Nonostante la sua breve esperienza nel campo delle telecomunicazioni, era piuttosto sicuro che di norma le telefonate non andassero in questo modo.
Decise comunque di essere educato e presentarsi allo strano individuo che gli aveva domandato il nome.
-Io mi chiamo Oliver, Oliver Lupin. E tu, come ti chiami?-

-Oh, Oliver... sono io, Sirius!-

Improvvisamente tutto fu più chiaro. Oliver non riuscì a contenere una risata di gioia.
-Uh, ciao zio! Che bellissimissimo che mi hai chiamato!-
-Temevo di aver sbagliato codice telefonico o qualcosa di simile, questo aggeggio infernale è più complicato da usare della
lavatovaglie…- borbottava intanto fra sé l’uomo. – Senti, pulce, che accidenti di fine hanno fatto i tuoi genitori? Saranno almeno dieci minuti che cerco di telefonare.-

-Non lo so, zio Sirius... Però ti posso fare una bellissima proposta che mi sa che ti piace un sacco: voi fare una chiacchieratina con me?-
-Oliver...-
-Allora, inizio io! Oggi io ho catturato una coccinella bella bella bellissima, che l'ho chiamata “Oliver”, e poi è volata via e poi io ho pianto. Fine. Piaciuta la mia avventura?-

L'uomo saltellò nervosamente da una gamba all'altra.
-Sì, già, molto interessante… non per essere scortese, pulce, ma adesso non potresti essere tanto gentile da chiamare tuo padre?-
-Anzi no, mi sono un po' scordato che non è finita! E poi Teddy è venuto e mi ha detto che se non me la smettevo venivano i Mangiamorte, e mi rapivano, e mi mangiavano, e mi davano in pasto ai ragni giganti, e io gli ho detto quella stessa cosa che gli dice la mamma quando fa il monello...-
-Oliver...-
- ... “Teddy Remus Lupin, sei un sordido menzognero!” Che, zio, vuol dire che non si fa mai il bagnetto ed è un puzzolone e anche che dice una montagna di bugie! Infatti io lo so che i Mangiamorte non esistono più perché li ha estinti papà, pure con un pochetto di aiuto tuo, tanti secoli fa quand'eravate giovani, che eravate fortissimissimi e uccidevate tutti i cattivi con Harry e…-
-
Oliver!-

Finalmente il bambino sembrò essersi zittito. Sirius tirò un lungo sospiro di sollievo. Era il momento di agire.

-Ascoltami attentamente, ora. Tutto ciò è mooolto interessante, sul serio, ma in questo preciso istante lo zio ha urgente bisogno che gli passi una persona adulta, ok?-

Per un paio di secondi non si udì alcuna risposta. Poi il microfono restituì un respiro affannoso trattenuto a stento.
-Tu... non mi vuoi... più bene... Buaaaaà!-
Sirius Black imprecò, mentalmente e non.
-Oh Santa mis... Ma pulce, certo che te ne voglio! È solo che devo assolutam...-
-E quanto?-

L'uomo riuscì quasi a vedere gli occhioni azzurri del piccolo brillare di speranza mentre tirava rumorosamente su col naso.
Sospirò. Oliver era maledettamente prolisso, ma quella sua ingenuità inerme lo spiazzava. Gli ricordava un po' Tonks e la sua abilità di tenerlo impantanato in discorsi altrettanto illogici. In fin dei conti, non era in grado di liquidarlo neanche in una situazione di emergenza simile.
Scosse la testa, e cercò una risposta quanto più rapida ed indolore possibile.
-Ehm... te ne voglio molto. Moltissimo, anzi.
-Ma tipo?-
-Tipo che?-
-Tipo quanto la luna, le farfalle, il cielo, i numeri...- spiegò Oliver paziente.
-Tipo quanto... ehm... il mare!-
-Non mi piace l'oceano, e nemmeno il mare. Ci sono i merluzzi dentro.-

Già, l'antica fobia verso i merluzzi di casa Lupin... se n'era completamente dimenticato.
-Giusto, giusto. Merluzzi puzzolenti, come mi sarò venuta in mente una tale idiozia? Quello che volevo dire io è... è... Ehm... è l'universo?-
-L'universo non c'ha i merluzzi. Va bene, l'universo.-
-Quanto l'universo, allora!-
-E quanto il Quidditch?-
-Anche quanto il Quidditch, sì...-
-E la cioccolata!-
-Ssssì...-
-Ti voglio benissimo anch'io, zio... - mormorò il bimbo abbracciando stretta stretta la grossa cornetta azzurra.

-Lo so, pulce. Adesso ascolta, qui c'è stata un'emergenza... sono certo che quel vecchio tartufo di tuo padre ti abbia insegnato il significato di questa parola.-
-Sì.-
-E allora saprai che nelle emergenze si deve parlare con persone... grandi.-
-Ah...-

Una smorfia di disappunto gli incurvò le labbra, ma iniziò a guardarsi intorno alla ricerca della persona adatta.

In quel momento un secondo ragazzino stava entrando in cucina. I corti capelli turchesi erano incrostati di fango, aveva un gomito sbucciato e fischiettava allegramente un motivetto punk.
Oliver arricciò il naso, si grattò il casco di banane con la mano libera e si morse un labbro.
-Ok, - disse infine, parlando nel microfono – Non ti preoccupare zio, che ho trovato uno grande!-

Allungò la cornetta al nuovo arrivato.
-È zio Sirius, vuole te!- spiegò tutto agitato, gesticolando in maniera priva di un senso logico per il resto dell'umanità. - È un'emergenza!-

Il nuovo arrivato si illuminò in un sorriso allegro, come se gli fosse stato comunicato che aveva appena vinto un pacco extra-large di Api Frizzole. Strappò il telefono di mano al fratellino ed esclamò.
-Sirius, vecchio mio! Che piacere sentirti, dimmi tutto!-

Dall'altra parte ci fu una lunga, agghiacciata pausa.
-… provo una certa inquietudine nel domandarlo, ma... c'è per caso qualche piccola, minuscola... infinitesimale possibilità che Tonks ti abbia magicamente evirato in un accesso d'ira e questa splendida voce bianca sia tutto ciò che rimane del mio amico Remus?-
-Non ho risposte per questa tua domanda, Sir, perché temo che non l'ho mica capita molto bene. Che vuol dire
emirato?-
- Teddy...- mormorò Black sull'orlo di una crisi di nervi, più a se stesso che al suo interlocutore.
-Sì, zietto?- fece il bambino con voce angelica.

E il vaso, infine, traboccò.

-Per Merlino e le sue brache bucate! Dove diavolo è tuo padre? Avevo chiesto a tuo fratello di parlare con una fottutissima persona grande!-
-Ma io
sono grande.- obbiettò Teddy senza scomporsi.
-Hai solo sei dannati anni!-
-Appunto, sono quasi due volte più vecchio di lui.-

Dall'altro lato della cornetta si udì un tonfo sordo, e un urlo agghiacciante.
-Merda, devo andare!-
-Zio, dici un po' troppe parolacce negli ultimi tempi. Che genere di esempio ritieni di dare a me e specialmente al mio fratellino, che è ancora molto piccolo e
condizionevole?-
-Condizionabile, si dice condizion... Voglio dire, porca miseria! Al diavolo: Ted, fingi di non aver sentito, ok? E riferisci a tuo padre un messaggio. Anzi, meglio se lo scrivi; sei in grado?-
-Dipende...-
-Da che, per Merlino?! Da che?! Vuoi prima recitarmi la filastrocca che hai imparato all'asilo? O forse hai bisogno di un minuto di raccoglimento in memoria della tua lumaca morta? Perché, dannazione, qui non c'è più tempo Ted!-

Teddy rimase in silenzio per qualche secondo, per dare il tempo al mago di ritrovare la calma. Poi, con tono leggero, spiegò.
-Solo da una cosa, zio. Stampatello o corsivo?-

Sirius chiuse gli occhi con sollievo. Forse c'erano, finalmente.
-Come ti pare. Adesso, Teddy Remus Lupin, ascolta davvero molto attentamente...-

§§§§



SONO INIZZIATE TUTE LE VOLLIE: VIENITE, PRETSO, APENA PUOTETE SONO SOL E NEL PANNICO AUTO AUUTO AUTO SIRIUS.”



Per la terza volta di lì a un'ora, la giovane donna dai capelli viola peonia rigirò fra le mani il criptico biglietto.

-Nano, sei proprio certo di aver trascritto tutto con esattezza?- domandò di nuovo al bambino più grande che saltellava con nonchalance davanti a lei.
-Sicuro, mamma. Come del fatto che Babbo Natale esiste, - fece quello, risoluto.
La donna aggrottò le sopracciglia, senza staccare gli occhi dal foglietto giallo del block notes.

-Dora, se dice che non ha dubbi, non ha dubbi. - intervenne l'uomo che camminava al loro fianco.
Aveva i capelli completamente grigi, nonostante fosse ancora abbastanza giovane, e portava a cavalcioni sulle spalle il bimbo-dal-casco-di-banane, il quale da lassù osservava con interesse ogni insegna, foglia, cappello che incrociava.
-Papà, ma quando sono nato io gli zii sono venuti a trovarci?- domandò ad un certo punto.
-Niente affatto! - si precipitò a rispondere Teddy, riuscendo per un pelo a scansare lo scappellotto che partì da Tonks.

-Certo che sono venuti, Oll. Ti hanno anche portato quella tartaruga di pezza che non molli un secondo.-
-Va be' mamma, io non potevo saperlo. Ero impegnato a giocare la finale della Coppa del Mondo di Quidditch, purtroppo.-
-Davvero curioso che mi sia perso un tale avvenimento nella vita di mio figlio...- commentò Remus alzando un sopracciglio.
-È che tu lavori troppo, papà...- sospirò il bambino con fare melodrammatico.

Lavori... Lavori troppo. Al mago scappò un sorriso. Com'erano cambiate le cose...
-E posso sapere contro chi giocavi, erede?- domandò, fingendosi interessato.
-Contro la Romania.-
-Capisco.-
-E i giocatori erano tutti Ungari Spinati.-

Oliver spalancò gli occhi per lo stupore, rischiando di ribaltarsi.
-Davvero?!-
-No,- lo rassicurò il padre, tirandolo giù per metterlo a terra.
Appena atterrato, il piccolo lanciò un gridolino e si mise a rincorrere il fratello.

Teddy gli fece una boccaccia e iniziò a scappare, quanto girò la testa e frenò di colpo, bloccamdosi in mezzo alla strada col naso all'insù e la bocca aperta.
-Ahi!- esclamò Oliver, che era andato a sbattergli addosso.
-Ma cos...-

Una ghirlanda di iridescenti libellule rosa volteggiava a mezz'aria tutt'intorno alla vecchia palazzina restaurata di Grimmauld Place. Una stella di porporina apparve davanti ad ogni membro della famiglia per guidarlo galleggiando verso il numero dodici.
-Tutto ciò è invisibile ai babbani, non è vero?- sussurrò Tonks al marito.
-Me lo auguro vivamente, o Sirius dovrà dare un po' di spiegazioni, stavolta...-

Seguendo la sottile scia dorata, arrivarono davanti all'ingresso della dimora Black.

-Cassandra! Becco!- urlò Teddy a quel punto, precipitandosi nel cortile seguito dal fratello, dove due esemplari di Ippogrifo adulto si stavano toelettando a vicenda.
Dal nido lì accanto sbucarono tre paia di grandi occhi liquidi neri, e dopo qualche secondo tre interi cuccioli di Ippogrifo fecero capolino fra la paglia, curiosi.

-Sono nati, mamma! Sono nati!- esclamò il ragazzino.
-Lo vedo, nano!-
-Sono bellissimissimi, vero papà?- rise l'altro, mentre Cassandra gli grattava affettuosamente la testa con la punta del becco.
-Vero, Oliver.-
I genitori umani sospirarono. Impossibile staccare i loro figli dai cuccioli, adesso.
-E se entrassimo prima noi?- propose Tonks. -Dopotutto non potrebbero uscire dal cortile neanche se volessero, con quell'incantesimo di Restrizione Fisica...-
Remus annuì, disse ai bambini che li avrebbero trovati in casa e bussò tre volte alla porta di legno massiccio.

§§§§§§§§§§


Sirius Black e Remus Lupin sedevano nella nuova cucina della vecchia casa di Grimmauld Place. Appena entrati, il primo aveva trascinato lì il secondo dichiarando di avere urgenza di parlargli; tuttavia, appena chiusa la porta alle loro spalle, si era accasciato su una sedia senza spiccicare parola.
Come ai vecchi tempi, davanti a sé avevano due bicchieri vuoti e una bottiglia tonda piena di liquido ambrato.

Dopo qualche minuto di silenzio tombale, il Licantropo si chiese se non fosse il caso di prendere lui l'iniziativa, così versò ad entrambi un po' di liquore.
-Alla tua,- disse poi, accennando un mezzo brindisi che l'amico ricambiò con uno sguardo assente.
-Allora... Come ti senti, Sirius?-

L'uomo si grattò la barba scura prima di rispondere.
-Boh. 'Nsomma. Felice che sia finita, credo.-
-Temo che al contrario, Padfoot, questo sia appena il principio.-
-Non mi importa. Adesso voglio solo dormire.-
-Sono certo che non mancherà occasione. Fra quei due o tre anni, ad occhio e croce.-
-Oh, taci Moony! Che ne vuoi sapere tu?-
-Giusto, perché quei due buffi esserini in miniatura nel tuo cortile non dividono casa con il sottoscritto...-
-Non vorrai mica paragonare le due cose? Teddy e Oliver sono dei bambini, Remus.-
-Be', sappi che qualcuno è del parere che i bambini siano alquanto più impegnativi.-
-Per tua informazione, quel qualcuno è un citrullo.-
-I bambini si arrampicano, Padfoot. Ovunque.-
-Non strepitano come oche spennate, però.-
-Fanno a pugni.-
-Sempre meglio di morsi e graffi!-
-Sono sempre in competizione con te.-
-Non devi preoccuparti di con chi escono.-

Qualunque risposta stesse per tirare fuori Remus, gli morì sulle labbra. Prese un sorso di liquore, e poi guardò l'altro mago negli occhi.
-Hai vinto. Non posso fare raffronti: essere papà di una bambina implica tutt'altre problematiche.-
-Grazie.-

Sorrise.
-Tuttavia ti invito a riflettere. Hai affrontato Bellatrix Lestrange: tua figlia non potrà essere peggio.-
L'altro non rispose.
-E' forse l'odore del panico, quello che sento?-
Black sospirò e si scolò d'un fiato il Whiskey Incendiario.
-Non sia mai detto che Sirius Black sia fuggito davanti ad una donna. Andiamo Moony: c'è qualcuno che devi conoscere.-


§§§§


Il salotto era immerso nella penombra per combattere la calura estiva. Tonks e Remus avevano richiamato i bambini, e tutti aspettavano la nuova arrivata.
Quando la porta si aprì cigolando, apparve Sirius che spingeva con la bacchetta una soffice poltrona mobile su ci sedeva Roberta con un fagottino in braccio. Aveva i capelli sciolti sulle spalle e indossava una camicia da notte leggera; il viso era stanco ma sereno.
Il neo-papà si schiarì la voce.

-Signore e signori,- disse poi con tono solenne, - è con sommo orgoglio che vi presento Miss Eleanor Black.-
-Eleanor
Mayer Black, vorrai dire!- lo corresse la donna assestandogli una dolorosa gomitata.
-Ehm... Miss Eleanor Mayer Black. Insomma, nostra figlia!-

Tonks si avvicinò a sfiorare una mano grassoccia con delicatezza, quasi avesse paura di poterla rompere.
-È... è ... così bella...- mormorò con gli occhi lucidi.

Remus si chinò a dare un delicato bacio sulla fronte alla neonata, sussurrandole qualche parola appena percettibile.
I piccoli Lupin, invece, se ne stavano in disparte, timorosi.
-Avvicinatevi, tranquilli.- disse Roberta dolcemente. - Ma fate piano. Sta dormendo.-
Sirius prese in braccio il più piccolo e lo fece sporgere, mentre il grande si teneva aggrappato al bracciolo.

-Ha una faccia furba. È quasi meglio degli Ippogrifi, zia.- commentò Teddy.
-Lo so!- s'illuminò Roberta.
-È un poco pelata.- osservò Oliver, pensieroso.
-Prima o poi le cresceranno anche i capelli...- rispose lei, passando la bambina al papà. - Sirius, sappi che se la fai cadere ti scuoio e mi faccio una pelliccia di cane. Letteralmente.-
-Lasceresti orfana tua figlia?-
-Solo di padre.-
-Sei un'insensibile.-
-Poco male.-
-Vedi, è per questo non ti ho sposata...-
-Credevo fosse perché io non credo nel matrimonio!-
-Piccolo particolare irrilevante. Non ti avrei sposata comunque.-
-Idiota.-
-E' per questo che sei pazza di me, Mayer.-

The End








COMMENTO DELL'AUTRICE

Finito!

Ok, avevo detto che non sapevo quando l'avrei fatto, quindi...

Be', lapidatemi pure.

E' noioso e prolisso – quasi quanto i discorsi di Oliver -, ma non mi è riuscito diversamente. Meglio di niente, continuo a ripetermi. Ah, c'è un piccolo extra per chi arriva fino in fondo. Come, “basta non ne possiamo piùùùùù”?

Crudeli...

Auguri alla nuova (immaginaria) famigliola e buona estate a tutti voi!


A prima o poi!


Rainsoul









-Gliele hai contate le dita, Mayer?-

-Quattro volte, Black. Una per mano.-

-Oh, bene.-

-Bene.-

-E... c'erano tutte, sì?-

-Tutte e diciassette.-

-...?!-

-Scherzavo, Sirius.-

-Oh. Be', l'avevo capito. Volevo solo vedere se avessi capito che l'avevo capito.-

-Già...-

-...-

-...-

Yawn.

-E' normale che sbadiglino, a quest'età?-

-Lo è.-

-Ok. Controllavo solo.

-...-

-...-

-Non stuzzicarla.-

-...-

-Ho detto non stuzzicarla... giù quelle zampacce luride. Cane cattivo, cane cattivo!-

-Wof.-

-Idiota.-

-...-

-Ecco, l'hai svegliata.-

-Ehi... hai visto, mi ha sorriso!-

-Mi spiace deluderti, ma nei neonati sono solo riflessi involontari.-

-Magari è precoce. È pur sempre una Black, no? Con tutto quello che comporta.-

-...-

-Però, non è brutta. Rispetto ai neonati normali, intendo.-

-...-

-Guarda, è quasi carina.-

-...-

-Ma che diavolo dico, è davvero carina.-

-E' mia figlia. Per forza è carina.-

-...-

-...-

-Dici che mi somiglia?-

-Dico che sei completamente cotto di lei.-




  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Rainsoul