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Autore: Nimirose    25/07/2018    1 recensioni
Seguito della Longfic "Comprare un Malfoy".
A volte i maghi del passato che credevamo eroi, non sono affatto tali, ma soprattutto, la loro storia è avvolta da talmente tanta polvere che nessuno può più distinguere il vero dal falso.
così, il Clan GrangerMalfoy profetizzato da Boudicca dovrà darsi da fare, tra una gag comica e una scena di caotico flirtare, per scoprire l'eredità di antichi e crudeli maghi celtici. Ma tutto, come sempre, ruota intorno a una cosa sola. Cos'è l'amore? Ed Eltanin, l'occhio del Drago, lo scoprirà in tempo per salvare il mondo magico?
N.B.: Non si parla nè di Silente nè di Harry, NON sono loro i falsi eroi!
Dramione, maneggiare con cautela.
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Blaise/Pansy, Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Comprare la felicità'
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~~Capitolo 15

Parla Eltanin:

Mi sento forte. Mi sento potente. Ma soprattutto, mi sento amata.
Nella mia vita c’è sempre stato molto amore, fraterno, familiare, amichevole. Ma non c’è mai stato nulla di simile. L’amore che provo ora spazza via qualsiasi altro sentimento io abbia mai provato, e mi stupisce e mi sorprende ogni momento, Lui mi sorprende ogni momento. James è la vera me, è la parte che mancava al mio cuore e mi rende integra, crea la pace dentro di me, la pace e la tempesta. Lui è come un fulmine insanguinato che mi nasce dal cuore, illumina la notte e mi avvolge, mantenendomi.. mantenendomi viva.
Ora grazie a James conosco l’amore vero e so che darei tutto per salvare questo sentimento. Come fece Nimue, molti, molti anni fa. Ora capisco perché la Dama del lago non poteva continuare a vivere a sola, perché sentiva una necessità così forte di amare. Perché l’amore è un sentimento che permea tutto il creato, impregna la terra, si avvolge intorno ai nostri cuori e ai nostri corpi.
Non esiste vero potere senza amore, Nimue lo sapeva e ora lo capisco anche io.
È dal mio cuore innamorato che partono i fulmini simbolo del mio potere, è dal cuore che si dirama il mio potere sul mondo magico e su quello mortale. È con il cuore che posso sfiorare le menti elle genti e degli esseri viventi e non.
Ed il mio cuore gli appartiene, appartiene a James. Allora forse gli appartiene anche il mio potere, ma non ha importanza visto che senza di lui mi sentirei impotente e incapace di agire.
Ed ora invece sono pronta.
C’è un piano, c’è la mia famiglia, ci siamo noi. Sono pronta per tutte le responsabilità da cui ho cercato di fuggire finora. Sono pronta ad affrontare i nostri nemici. E giuro che li distruggerò, non fosse altro che per poter vivere la gioia di ciò che ho appena scoperto senza timori.
Guardate tutti, veggenti, esseri magici, creature senza magia.
Guardate e gioite.
L’occhio del drago si sta spalancando, e non sarà la distruzione la sua scelta, ma l’amore.
Guardate e gioite.
Il mio potere assieme all’amore che provo sta facendo di me lo strumento di salvezza che stavate aspettando.
L’occhio del drago si sta spalancando, ed io ne sono il centro pulsante.


Il variopinto gruppo di familiari e amici scendeva la collina per rientrare nel castello, Eltanin in testa, mano nella mano con James e lo sguardo trasognato. Rastaban era tornato alla sua forma “ridotta” e si appoggiava protettivo alle spalle della sua compagna di mille viaggi. Il vestito di questa frusciava, spargendo tutto intorno profumo di ciliegi in fiore, ma i suoi occhi si facevano stanchi e il corpo sempre più pesante. Al suo fianco il compagno la sorreggeva, nonostante questa si ostinasse a continuare a camminare, e dietro di loro Hermione e Draco scrutavano preoccupati la figlia che sembrava star per crollare da un momento all’altro.  Ancora più indietro gli altri sei appartenenti al Clan, gli occhi di tempesta, le labbra carnose e i biondi capelli. Pegasus, Phoenix, Lupus, Columba, Hydra e Orion procedevano in silenzio, osservando senza parlare. Al contrario il terremoto Lily Potter non smetteva un secondo di ciarlare, perlopiù da sola, visto che né i tre fratelli Zabini, né i gemelli Nott e nemmeno il resto della tribù Weasley pareva ascoltare le sue parole. Anche la Professoressa McGranitt sembrava stranamente silenziosa e senza rimproveri.
Quindi, il corteo scendeva lento e quieto calpestando l’erba verde della collina del meleto.
Dopo qualche metro però, Eltanin, Occhio del Drago e primogenita del Clan Granger Malfoy, barcollò, e fece per cadere, svenendo.
Sei fratelli e sorelle, due genitori e un’amica inopportuna si fiondarono verso di lei per soccorrerla, Ma James, più veloce e preparato, la mente che andava di pari passo con quella della sua amata, si limitò a piegarsi lievemente verso di lei per raccoglierla in un abbraccio e poi tirarla su, trasportandola tra le braccia. Eltanin, ancora incosciente, appoggiò il capo contro il suo petto e gli avvolse le braccia intorno al collo, facendolo sorridere.
Si girò lievemente verso i familiari di lei e il resto del gruppo e il suo sorriso si allargò.
-per il momento ci salutiamo qui. El è stanca e vorrei portarla a riposare. Direi che ci aggiorniamo domattina a colazione.- fece per voltarsi poi ci ripensò –Pegasus, Phoenix, vi occupate ancora voi dei ragazzi per favore? Almeno stanotte.-
Annuirono tutti , in silenzio, tranne Phoenix che lanciò un grido disperazione all’idea di dover gestire ancora quella masnada di bestie. Sue esatte parole.
Al che Eltanin si strinse ancora di più a James e con una smorfietta disse, ancora addormentata a metà –Voglio andare a letto.. portami a letto..-
Il che fece sorridere James per la dolcezza e l’innocenza della frase, e infuriare Draco, riacchiappato per la collottola dalla moglie Hermione appena in tempo, prima che si scagliasse contro il più giovane dei Potter, mentre Lily discuteva dei nomi da dare ai possibili e numerosi nipoti che i due le avrebbero sicuramente sfornato, ascoltata da Pegasus che cercava di evitare una strage di Potter vari da parte del padre.
Al che, data la confusione, James si voltò di spalle e ripetè –Ho detto che ci vediamo domattina. Cercate di contenervi se vi riesce, almeno stanotte.- e con uno sbuffo si smaterializzò con Eltanin nella camera della torre al centro di Hogwarts, dove i due si erano scambiati il primo bacio.
Non prima, certo, di aver sentito la McGranitt strillare –No! Un altro che si smaterializza no! È CONTRO LE REGOLE!-

La Professoressa McGranitt, dopo aver salutato il gruppo all’ingresso del castello, si recò quasi correndo verso il suo ufficio, strillando la parola d’ordine ai gargoyle di guardia.
Era terrorizzata dall’idea che anche quello, come molte cose (ad esempio la sua stessa esistenza) fosse stato cancellato dalle menti degli studenti e magari abolito definitivamente, e che non fosse poi tornato al suo originario splendore.
Non era così, visto che i gargoyle la riconobbero subito e la fecero passare in tutta fretta (ma senza correre, perché si sa che al massimo la preside può affrettarsi, mai correre).
D’altro canto, quello che trovo superate le scale non la aiutò granché.
L’ufficio era quasi completamente distrutto, una finestra sfondata, un muro abbattuto e calcinacci ovunque (cap.7, la prima reliquia NDA), dato che sì, i ragazzi avevano provato a riordinare, ma non si erano poi impegnati così tanto, a giudicare dall’attuale stato di cose nello studio.
La preside allora scosse la testa e alzò le braccia impugnando la bacchetta per far tornare ogni cosa al suo posto.
-Ogni cosa al suo posto.- mormorò, sorridendo –proprio come ora, dentro di me, non esiste più dubbio e disordine, anche quest’ufficio tornerà a posto.-
Riabbassò lentamente le braccia per un momento, la bacchetta sempre in mano e un sorriso sul volto.
-Grazie, Eltanin Narcissa Granger Malfoy per avermi aiutata. Grazie per avermi restituita a me stessa.- Sussurrò, prima di riprendere il lavoro di ripristino della stanza.
Quello che non sapeva, la professoressa, era che l’allieva più dotata e combina guai della storia poteva sentire anche quel sussurro riconoscente, e nel sonno sorrideva, felice.

Se la McGranitt si era fiondata nelle sue stanze a passo apparentemente calmo, la matriarca del Clan, Hermione Granger, stava per scappare a gambe levate nella stanza di suo marito, non volendo essere vista dai figli piangente e ridotta in uno stato decisamente non consono alle sue usuali abitudini.
Vedendola ridotta in quel modo, il marito la prese per mano e si scusò velocemente con il resto del gruppo, portando l’amata moglie nelle sue stanze per nasconderla e consolarla.
-Hermione.- mormorò, una volta chiusa la porta alle sue spalle. –Hermione cosa c’è? Eltanin è tornata, sta bene.. certo è in compagnia di quell’esserino insulso di Potter Junior, ma non pensavo che la cosa ti dispiacesse così tanto..- Draco non fece in tempo a terminare la frase che la donna più bella e potente del mondo magico, nonché sua moglie, gli si gettò tra le braccia, piangendo senza riuscire a trattenersi.
-Draco! Draco! Oh Draco, amore mio.. Ho paura, così tanta paura.. –
Draco, stupito, la strinse lievemente tra le braccia carezzandole una guancia umida di lacrime, che continuavano a scorrere. –Ma perché hai paura mio prezioso tesoro?Ora è tutto a posto e Nin..-
Al che Hermione pianse più forte e staccandosi dal petto del marito lo tempestò di pugni gridando a squarciagola.
-No! No! Tu non capisci, stupido di un Malfoy! Niente è a posto! Niente! Nin.. Eltanin.. quello che dovrà affrontare, lei  e tutti i suoi fratelli, non lo vedi? Stupido, stupido Malfoy, non capisci mai niente e io soffro!- si interruppe, tirando su con il naso come una bimba e staccandosi dal marito, con suo grande sollievo, visto che i pugni di Hermione potevano anche essere piccoli ma erano decisamente pesanti.
Draco allora la afferrò per le spalle, stringendola in una presa solida quanto il suo amore. –Hermione. Smetti di preoccuparti. Eltanin e i suoi fratelli sono potenti  e sanno difendersi ancora meglio di noi alla loro età. Ovviamente sei preoccupata, lo sono anche io, sono figli nostri, dopo tutto.  Ma loro ce la faranno, tutti loro, insieme. E tu lo sai, devi saperlo.-
Draco le sorrise, dolcemente, e Hermione si ricordò ancora una volta perché lo aveva sposato.
-Ti amo così tanto, Draco.- mormorò, tornando ad appoggiarsi a lui, delicatamente stavolta.
-Anche io, Hermione, anche io.- rispose lui.
Dopodiché si abbandonarono sul letto, uno accanto all’altra, le mani intrecciate e gli occhi fissi nello sguardo dell’altro. Rimasero così tutta la notte, come una coppia di adolescenti che ha appena scoperto di amarsi, sfiorandosi solamente con le mani e con gli occhi.
Eltanin, nel sonno, li sfiorò con un bacio, prima di passare alla stanza successiva.

A differenza della placida notte che i genitori si apprestavano a passare, smarriti nel loro stesso amore, il Clan disperava, specialmente i due gemelli, Phoenix per primo, all’idea di dover trattare ancora da soli con quel rumoroso e terribile gruppo di ragazzi.
Stranamente però, una volta tornati in stanza, i ragazzi, Zabini, Nott, Weasley e i minori del Clan stesso, si fecero la doccia ordinatamente, si infilarono i vari pigiami e si misero a dormire placidamente.
Il tutto sotto lo sguardo atterrito e lievemente tendente all’isterico di uno dei gemelli che cominciò piano a mormorare tra sé –E’ un trucco. Deve essere un trucco. Anche Hydra si è lavata senza storie e l’erinni dai capelli rossi dorme composta. CI DEVE ESSERE UN TRUCCO!- strillò Phoenix, sotto lo sguardo divertito del fratello. –non capisco, io non capisco.. –biascicò poi, sull’orlo dell’esaurimento nervoso. Al che, Pegasus gli mise una mano sulla spalla e intervenne per frenare la follia dell’altro.
-Ma non capisci, Phoenix?- chiese sorridendo. –E’ un dono. Un dono di Eltanin, per te che ti sei sforzato così tanto. Un piccolo gesto d’amore per i suoi fratelli.- disse. E con un ultimo sorriso sghembo andò a sdraiarsi a terra, accanto alla branda di Lily, per dormire anche lui.

Sorridendo, mentre si svegliava dal precedente svenimento, Eltanin aveva ancora in mente l’immagine dei fratelli, placidi nel loro sonno, dei genitori, innamorati e sereni, e della preside, finalmente tranquilla.
Sorridendo, Eltanin si svegliò, stropicciandosi gli occhi, mentre ricordava gli ultimi avvenimenti e si guardava intorno.
Si trovava, si rese conto, nella torre più alta di Hogwarts, nella stessa stanza dove aveva dichiarato i suoi sentimenti a James, e si chiese come ci fosse arrivata. Ricordava di essere svenuta, il formicolio dovuto alla smaterializzazione congiunta, e un buon profumo, come se respirasse aria di mare.
Si ricordava, capì, James.
La ragazza si levò a sedere, rendendosi conto di essere stata adagiata sul letto per diverse ore, considerando la scarsa luce che proveniva dalle finestre. Sentì le lenzuola sfiorarle la pelle nuda, e petali di ciliegio farle il solletico tra le coperte.
Ancora una volta, si trovò nuda e imbarazzata in un letto di fiori.
Batté gli occhi, rinfrescando lo sguardo e a fianco a sé vide il suo amato, vide James seduto su una poltrona, poco distante da lei, che le sorrideva gentile.
Immediatamente Eltanin arrossì, non ancora abituata alla presenza maschile al suo fianco, e si strinse ancora più forte nelle coperte.
-Hiii!- strillò. –Non guardare! Non guardarmi James! Sono nuda!!- urlò ancora, i livelli di imbarazzo saliti ormai al massimo.
Questo rise di gusto, guardandola. –Lo so bene El! E lo vedo anche meglio! Sei stupenda lo sai? Anche con le guance tutte rosse per la vergogna..-
-Maniaco!- riprese lei a strillare –Porco!- continuava, bersagliandolo coi numerosi cuscini a portata. –Non fissarmi così!- gridava preda di un imbarazzo sempre più grande.
-El, se continui a lanciarmi cuscini poi con cosa ti coprirai?- chiese lui con un sorriso sghembo.
Le guance in fiamme, Eltanin riprese il tiro al bersaglio –James Sirius Potter! Vergognati! Girati subito! Non guardarmi!- urlava, tirando cuscini con gli occhi chiusi.
E continuò a urlare, finché il sopracitato Potter non le si avvicinò tranquillo per avvolgerla nelle sue forti braccia.
-Ma che fai? Aiuto, mi assalgono..- gridava lei, cercando di liberarsi da quella morsa ferrea, nonostante il suo corpo  ci si trovasse molto a suo agio. Dicotomia che Eltanin davvero non  riusciva a comprendere.
Eltanin! Eltanin!- la riprese allora James, con tono calmo ma fermo –Eltanin sono io. Non il primo sconosciuto che passa. Calmati.-
-Ma.. Ma.. io non sono.. non so cosa..-
-Cosa non sai mia adorata?-
-Non so come fare!- scoppiò lei, iniziando a piangere disperatamente.
James sbatté le palpebre perplesso.
-fare cosa Eltanin??- chiese.
-Ecco.. io lo so che.. beh prima.. l’altro giorno.. circostanze speciali, particolari.. noi non.. tu non sei costretto..- balbettò questa cambiando sfumatura di rosso sulle guance dal rosa acceso al porpora violaceo.
Le sopracciglia di James scattarono verso l’alto, mostrando che ancora non comprendeva il problema in questione.
-Oh dai James!- strillò la ragazza cercando di divincolarsi – Lo so che non sono una di quelle ragazze che piacciono a te, tutte trucco e ciglia, sorrisi e ammiccamenti.. Credi davvero che non sappia quanto sono inadatta al tuo fianco? Certo, sull’isola il discorso era diverso, ovvio, sembravo tutta un’altra persona.. e tu ti sei lasciato trascinare, ma era colpa della mia magia, non certo merito mio..-  Eltanin abbassò lo sguardo, volgendo gli occhi verso il pavimento.  –Io non posso essere quella che tu vuoi. Non così. Non quando sono così.. ordinaria.- sospirò. – non ne sono capace. Non so essere la fidanzata perfetta che desideri e che meriti..-
Nemmeno le lasciò terminare la frase e James si stava già alzando dal letto, l’espressione sempre più furiosa. Nel mettersi in piedi aveva lasciato la presa sulla ragazza, che sprofondò nuovamente tra le coltri, il viso rosso per l’imbarazzo.
-E’ davvero questo che pensi di me El?- le chiese, accigliato –Pensi davvero che tutto quello che mi interessa siano ciglia svolazzanti e rossetti? – voltò il capo, abbassando la voce –Davvero pensi così male di me?-
La ragazza, che ormai era sull’orlo delle lacrime allungò un braccio di lui, disperata –No James! No! Davvero.. Io solo.. – iniziò, non molto sicura su come proseguire. –Io.. non so come fare James!- strillò infine, tra le lacrime.
A quel punto James si riscosse dal suo stato di irritazione e la afferrò per il braccio, tirandola in piedi sul pavimento, davanti a lui.
-Eltanin guardami.-  disse. –Ho detto guardami.- ripeté, strattonandola con più gentilezza possibile. La portò al centro della stanza, mentre le lacrime di lei non accennavano ancora ad arrestarsi, e le prese il volto tra le mani, sollevandolo perché potesse guardarlo. –Guardami- ripeté ancora, con voce più gentile  stavolta. Lei finalmente alzò gli occhi a incontrare quelli di lui ma l’espressione triste non se ne andava, mentre stringeva a sé il lenzuolo, a coprire il corpo nudo e il proprio imbarazzo, o più probabilmente, a coprire il proprio cuore.
-Dovrei lasciarti libero James.- mormorò.
E il viso di lui si riaccese nuovamente per la rabbia.
-Ora basta Eltanin.- ordinò, perentorio. –Basta evitarmi, basta nasconderti- e così dicendo le tirò via il lenzuolo dalle mani, facendolo cadere a terra –Basta fingere e basta  comportarsi come una bambina impaurita.-
Eltanin sollevò il sopracciglio nel gesto tipico di sua madre, nessuno si permetteva mai di parlarle a quel modo, non ci era abituata. Fece per farglielo notare, quando l’altro riprese la parola.
-Basta anche fare la superiore, quando sei con me. Basta fare la supereroina, giocare a essere Eltanin l’intoccabile. Tra queste mura, in questa stanza, dove ci siamo solo io e te, basta. Qui, adesso, ora.. siamo solo io e te, un ragazzo e una ragazza, che si amano, si desiderano e sono..complementari. niente stronzate mistiche qui, niente dubbi infantili. – il suo sguardo si addolcì nuovamente, e mentre Eltanin apriva la bocca per protestare, gliela chiuse con un bacio. –Niente finzioni tra noi Eltanin. Siamo James ed Eltanin, e non abbiamo bisogno di nulla di più.- le sussurrò sulle labbra, prima di calare nuovamente sulla bocca rossa di lei e riprendere a baciarla.
Eltanin si lasciò andare a quel bacio che sapeva così tanto di casa e di amore. Si abbandonò tra le braccia di James, solamente come una ragazza innamorata tra le braccia del suo amato. Scacciò i dubbi, allontanò le insicurezze, mandò via ogni pensiero tranne uno. –James..- mormorò, lo sguardo appannato dal desiderio e  la voce colma d’amore, mentre lui la prendeva tra le braccia e la depositava sul grande letto pieno di petali di ciliegio profumati.
-Eltanin..- rispose lui con la stessa voce, mentre la guardava, nuda e sdraiata, con gli occhi che parevano chiamarlo per nome e la bocca rossa lievemente aperta in un tacito invito. Sdraiandosi con i gomiti ai lati del viso di lei riprese a baciarla, e l’istinto prevalse su entrambi. Per la prima volta senza essere circondati da magia di sorta, i due accostavano il proprio corpo a quello dell’altro, mentre Eltanin apriva le ginocchia invitandolo dentro di sé e James sfiorava con la bocca ogni centimetro del corpo di lei. Il volto di Eltanin arrossì per l’imbarazzo e il piacere, quando quella bocca scese ancora più in giù, baciando e stuzzicando il suo centro di donna, ma non si sottrasse, anzi prese a mugolare mentre dentro di sé scopriva un universo femminile mai compreso prima.
E James si ritrovò stupito dalla sua audacia successiva, quando, volendo ricambiare il piacere che le era appena stato donato, Eltanin prese prima tra le mani e poi in bocca i suoi genitali.
Non vi era magia in quei gesti, se non quella dell’amore reciproco, e quando finalmente James entrò in lei, cavalcarono assieme un’onda di piacere puro, senza fulmini o draghi, solo come Eltanin e James, solo come ragazzo e ragazza.
Certo, fuori era scoppiata una tempesta come mai se ne erano viste, e ai lati del letto erano nati e cresciuti due alberi di quercia decisamente rigogliosi, ma in verità, chi diavolo ci stava facendo caso in quel momento??

Il giorno dopo, mentre tutti i componenti del clan, della tribù Weasley, dei veggenti Zabini e gemelli Nott esitavano ancora ad aprire gli occhi, Eltanin e James si stavano guardando reciprocamente, immersi negli occhi dell’amato, le mani intrecciate e i corpi nudi tra le lenzuola.
-Non dubiterò mai più di noi, James, te lo prometto..- iniziò a dire lei.
-Lo so.- rispose lui, sorridendo.
-Solo perché te l’ho detto io!- rise lei, facendogli la linguaccia. James, non potendo sopportare alcun affronto strillò –Ah è così, piccola serpeverde? Ti prendi gioco di me??- e ridendo come un pazzo si gettò sulla ragazza facendole il solletico, così da farla ridere. –Ah no, potente grifondoro, mi arrendo mi arrendo!- strillò lei felice, per tornare ad accomodarsi tra le sue braccia, soddisfatta.
-Ti amo James- sussurrò.
-Anche io ti amo Eltanin.- le rispose lui in un mormorio. –Però ora dobbiamo alzarci!- disse forte subito dopo. –Abbiamo una giornata piena oggi eh! E non sai ancora come vestirti!-
Eltanin grugni, scontenta come sempre all’idea di doversi alzare. –Ma non possiamo rimanere a letto ancora un po’?- chiese, con un tono a metà da bimba e metà insinuante, mentre lo sbirciava con occhi provocanti da sotto i cuscini in cui si era seppellita.
Ed Ecco, in quel momento James ebbe un attimo di esitazione. Vederla così.. beh di sicuro era meglio delle fatiche che li aspettavano fuori dalla stanza. Ma si riscosse piuttosto velocemente scuotendo la testa. –No no El! Dobbiamo lavorare!- squittì.
-D’accordo..- accettò lei anche se non di buon grado. Poi gli sorrise e ghignò. –Ma non prima di aver fatto un bagno!- strillò veloce. E mentre si smaterializzava gli gridò –bagno dei prefetti , se non mi raggiungi entro cinque minuti inizio da sola!- lo sfidò ridendo.
E mentre scompariva, seguita a ruota da James, tutta la scuola si svegliò con le orecchie colme di quella risata gioiosa.

Mezz’ora dopo, al tavolo di Grifondoro si erano riuniti tutti in paziente attese di Eltanin e di James, compreso Rastaban, seccato per non aver potuto partecipare al bagno caldo.
Quando la porta della sala grande si spalancò per far passare i due ragazzi, l’intera sala li vide procedere mano nella mano, gli sguardi incatenati e un sorriso sul viso, dritti verso il tavolo dei parenti e amici.
Come aveva già accennato, Eltanin era piuttosto intollerante ai tessuti normali, e quindi era vestita con uno strano ed etereo vestito grigio, stretto in vita e lungo fino ai piedi, svolazzante, quasi. Come lo avesse creato i suoi parenti ancora non lo capivano, ma certamente non era una stoffa di questa terra. E nessuno di loro aveva intenzione di turbare la sua serenità chiedendole alcunché.
Beh quasi nessuno.
-Wow Eltanin!!- strillò Lily Potter, l’indegna. –Ma che bel vestitooo!- continuò, stropicciandosi l’uniforme. –Ma come l’hai fatto? eh? Come? Con cosa?? Posso toccarloooooo…- gridò allungando la mano verso il corpo della ragazza, subito riacchiappata per la collottola da Pegasus, che con un sorriso la rimise a sedere.
-Ciao Nin! Ciarlarono invece tutti assieme i suoi fratelli e i genitori.
-Buongiorno Eltanin.- dissero compostamente tutti gli altri.
-Ohi, ci sono anche io qui!- si irritò James –Non sarò bello come El, però ricevere il buongiorno sarebbe carino!- disse, i pugni sui fianchi, in posa arrabbiata. –Vabbè vi perdono solo perché siete voi.- aggiunse poi ridendo, quando vide i visi attoniti degli astanti.
-Dai El sediamoci e aggiorniamoci.- disse, facendo accomodare accanto a sé la sua  dama.
-Certo- sorrise lei.
E quella mattina il cielo incantato del soffitto di Hogwarts risplendeva di un magnifico sole.

La prima a prendere la parola fu Hermione, rivolgendosi alla figlia, che stava accarezzando e nutrendo amorevolmente il suo drago in forma di serpente, aiutata da James.
Tossicchiò, prima di parlare: -ehm ehm.. Eltanin? So che Lily è stata.. come dire, inappropriata nel domandartelo, ma penso che sia una cosa che ci stiamo chiedendo tutti.. come è fatto il tuo vestito?- domandò sorridendo.
Senza distogliere lo sguardo da Rastaban, Eltanin sospirò –Oh, niente di speciale.- disse –Sono solo falene.- e con un piccolo gesto tolse l’incanto mostrando per un momento il reale tessuto che componeva l’abito, migliaia di stupende falene grigie che sbattevano le ali felici e le svolazzavano intorno. –Io sarei uscita così, ma James ha ritenuto meglio camuffarlo.- proseguì, facendo sparire con un altro gesto le ali che sfarfallavano allegre su di lei e lasciando attoniti tutti gli astanti. Per la bellezza dello spettacolo, per l’insolita creazione, per la forte e meravigliosa impressione che lasciava negli occhi e che faceva fatica a sparire.
-Foooorteeee!- si udì trillare nel completo silenzio.
L’indegna figlia di Potter masticava una lucida mela rossa (di cui le era caduto di bocca un grosso boccone appena Eltanin aveva tolto l’incanto) e aveva gli occhi che brillavano, nonché le mani pronte a scattare in avanti per accarezzare vestito e falene. Fortuna sua Pegasus le stava al fianco, prontissimo a rimetterla seduta più o meno composta ogni volta che rischiava di alzarsi e fare qualcosa di stupido. Ossia piuttosto spesso.
A quel punto, vedendo che l’erinni dai capelli rossi era sotto controllo, Eltanin prese la parola: -Ragazzi, perché non mi fate un riassunto di come ve la siete cavata e di cosa è successo in mia assenza?- chiese, guardando il gruppo.
E Phoenix scoppiò in lacrime.
-Non puoi capire! – sigh sob –è stato un inferno!- sob sigh –Non lasciarci mai più!- sob sob –Ma come fai tu a gestire tutto!- sigh sigh.
Alzando un sopracciglio con aria interrogativa Eltanin si rivolse allora all’altro gemello, Pegasus, per delle spiegazioni leggermente più approfondite.
Quello sospirò, passandosi la mano tra i capelli biondissimi.
-Devi capire Nin, che tutti noi abbiamo avuto difficoltà di diverso tipo in tua assenza, ma forse quello che ne ha sofferto di più è stato proprio questo qui- disse indicando il gemello ancora singhiozzante –Soprattutto perché non si dava pace e non riusciva proprio a gestire tutto senza il tuo aiuto. A gestire TUTTI senza il tuo aiuto.- e questa volta indicò, in modo un po’ meno appariscente la rossa Potter accanto a lui –Ma ora che sei tornata è tutto a posto. Tornerai a gestire stanze, pranzi e turni, e Phoenix potrà smettere di disidratarsi a furia di pianti nervosi.- concluse, con un sorriso beato sul volto.
-Pensa che una volta quello lì- strillò Lily indicando Phoenix con faccia irritata –Mi stava dimenticando in camera!- sbuffò rumorosamente. –Meno male che c’era l’atro quello lì- indicò Pegasus al suo fianco che cercava di non ridere –Che mi ha trovata e recuperata! È molto meglio, tra l’altro quest’altro qui, è più simpatico Hermione, t’è venuto meglio.- disse alla matriarca in tono cospiratorio.
Hermione a quel punto voltò lo sguardo molto in fretta sulla figlia maggiore, non sapendo che reazione aspettarsi.
Eltanin alzò delicatamente il volto e sbattè le lunghe ciglia tre volte, prima di sorridere e parlare con voce gelida come l’inferno. –Non ci penso proprio a tornare in quella stanza sovraffollata.- disse. –Sono forse vostra madre, che devo crescervi e educarvi ogni giorno? Non mi sembra, e anche vostra madre, che per inciso è anche la mia, non si prende più questo disturbo, dato che si suppone che ciascuno di voi sia abile e arruolabile. Letteralmente, dato che dovreste formare un esercito. Dovete crescere, ragazzi, non aspettarvi sempre di contare sul mio appoggio e sul mio aiuto. È stato difficile quando non c’ero, ma ce l’avete fatta, o sbaglio?- continuò Eltanin, nonostante l’aumentare dei singhiozzi di Phoenix e lo stupore crescente del resto della tavolata. –Io continuerò a dormire con James – proseguì, mentre le guance le si tingevano di rosso –nella stanza all’ultimo piano della torre al centro del castello, se aveste bisogno..- e li scrutò con severità –E intendo reale bisogno, tipo Mordred che attacca, non la disorganizzazione dilagante o Lily che dorme o Hydra che non riesce a vestirsi decentemente, potete sempre mandare un patronus.- concluse con un sorriso dolce, in contrasto con la voce di pietra con cui aggiunse, sempre sorridendo: -E non voglio sentire obbiezioni.-
Per un  momento il silenzio calò sulla tavola, interrotto solo dal ticchettio delle posate di Eltanin e James che continuavano a mangiare tranquilli e dai singhiozzi disperati di Phoenix.
Lo interruppe Hermione, sorridente per la decisione della figlia: -Allora ragazzi, non aggiornate Eltanin sul resto?- chiese.
-Certo!- esclamarono in coro le gemelline, che si tuffarono in un rocambolesco racconto di come i gemelli Nott avessero setacciato la biblioteca e scovato il libro che avevano letto il giorno prima. –Siamo stati bravi vero Nin?- domandarono insieme, sporgendosi dal tavolo verso di lei.
Con un lieve sorriso che le piegava gli angoli della bocca questa annuì, e rispose: -Certo, molto. Tutti quanti. Avete collaborato come una vera squadra, e mi rendete molto fiera per questo.- esaltazioni e grida di gioia si levarono dal tavolo.
Tra un urlo e una capriola durante la colazione Eltanin viene aggiornata su tutto, dalla novella coppia ufficiale, Phoenix e Lirael, alla scenata di  Draco al sapere della sua partenza, all’attacco di Mordred a Orion e via dicendo. In pochi minuti il Clan riassume gli avvenimenti di una settimana, per quanto rocamboleschi e pieni.
A quel punto l’occhio di Caillean si fissa su di lei, curioso. –E tu Eltanin? Non ci racconti nulla sui nuovi poteri?- chiede.
La ragazza sospira, appoggiando il capo alla spalla di James che prende ad accarezzarle il capo. Dopo un attimo di indecisione prende la parola e inizia una breve spiegazione.
-Vediamo..-inizia titubante Eltanin –Direi che come sapete si sono evoluti, e sono cambiati. Ho creato una connessione con l’intero universo magico e non, un numero impossibile da contare di fili si dipana dal mio cuore per allacciarsi al cuore o all’essenza di ogni creatura vivente e non di questo mondo.. non so bene come descriverlo in realtà. Però è molto potente come nesso.. Mi rende ancor più me stessa e allo stesso tempo meno, visto che sono Eltanin persona consapevole e al contempo l’universo tutto. In compenso questo legame mi fa pensare, soprattutto dopo aver parlato con Boudicca durante questi giorni, che potrei essere la prossima Dama del Lago.- esitò un attimo, incerta su cosa dire. –Non come le ultime però, non come Boudicca.- mormorò sprofondando il capo ancora di più nelle spalle di James.
-Come Nimue.- Terminò Caillean al posto suo, sorridendo.
-Sì, come Nimue.- concordò Eltanin, tornando a guardare il gruppo. –Non voglio sembrare  arrogante, o presuntuosa.. è solo che i poteri di Nimue sembrano coincidere con quelli che sto sviluppando io. Non sono legati a un territorio per sacrificio di sangue, come ad esempio per Boudicca, ma sono legati alla terra tutta. Mi connettono alla terra.- fece una pausa. –che non abbia ancora terminato di svilupparli ne sono certa, non sono nemmeno in possesso di tutte le reliquie. So che devo ancora terminare la mia crescita. Ma sono terrorizzata all’idea che questa crescita comporti comunque un sacrificio di sangue, se non il mio quello di qualcuno che mi è caro. Preferirei morire io se ci penso..-
Caillean allungò la mano fino a prendere quella di Eltanin. –Eltanin- disse, guardandola –Noi veggenti avevamo paura di quello che saresti potuta diventare con i nuovi poteri. Avevamo paura che ti saresti persa e ci avresti distrutti senza pensarci troppo. Invece hai un’ancora Eltanin. Una bussola per i tuoi sentimenti, che aiuta e ti indica giusto e sbagliato, buono e cattivo.. e anche quello che c’è nel mezzo.- disse, strizzando l’occhio a James. –Sai che è lui la tua ancora e la tua bussola. Che lui non ti permetterà mai di perderti. Quindi smetti di preoccuparti dei possibili sacrifici futuri e concentrati su quelli attuali.. tua madre ha un piano che ci metterà tutti a dura prova!- e rise, sdrammatizzando il momento e trascinando con sé nella sua risata anche gli altri.
Quando Eltanin si riprese si girò verso la madre e chiese: -Allora mamma, qual è questo piano terribile e pieno di sacrifici?-
-Oggi si va a Hogsmeade, giusto?- chiese Hermione di rimando, con aria sorniona.
-Si perché?- rispose quella confusa.
Hermione rise, ma Draco stava già piangendo.

Mentre l’intero Clan, la tribù Weasley, i gemellini Nott e i tre Zabini su recavano assieme a Hogsmeade, Eltanin prese un attimo da parte suo padre Draco, che la guardò stranito e fece per proseguire.
-No papà.. fermati un attimo vuoi? Volevo dirti una cosa..-
A Draco luccicarono gli occhi, finalmente potevano parlare senza quel Potter in mezzo! Solo lui e la sua figlia prediletta!
-Ma certo luce dei miei occhi, dì tutto al tuo papino!- cinguettò.
-Papà.. volevo ringraziarti. So bene che senza di te Orion non ce l’avrebbe fatta.. e che sarebbe stata colpa mia, se fosse morto. Quindi, quindi beh, volevo ringraziarti, per quello e anche per tutte le volte che ti lanci in mia difesa, anche quando non è assolutamente necessario..- ridacchiò guardando verso James che camminava più avanti. –Sono queste cose che ci fanno capire quanto sei speciale, come padre e come persona.. anche se spesso noi non ci facciamo caso e ancora meno spesso lo diciamo, io so che tu ci sei per me e per i miei fratelli, posso sentirlo, nel tuo cuore, che rimbomba nel mio. Sei un papà fantastico..e quindi.. quindi niente, grazie papà.- mormorò, chinandosi verso di lui per porgergli un bacio leggero sulla guancia.
Draco, che era rimasto ipnotizzato dalla figlia e dalle sue parole tutto il tempo scoppiò in lacrime come un bambino e dopo qualche secondo svenne, sopraffatto dalla gioia.
A quel punto Eltanin, che non sapeva bene cosa fare del padre, venne soccorsa dalla madre, infatti Hermione, vedendo il marito cascare come una pera a terra, marciò verso i due, gli occhi fiammeggianti puntati sulla figlia: -Che gli hai fatto Nin??- chiese accusatoria.
-Io.. niente.. gli ho detto grazie..- mormorò lei con un filo di voce.
Al che la donna afferrò al volo la situazione e da arrabbiata passò a divertita con una contagiosa risata. –Oh che marito idiota mi sono trovata!- disse, tra una risata e l’altra. Poi, puntando la bacchetta verso il marito pronunciò: -Draco locomotor!- e l’uomo si sollevò velocemente e seguì docile la moglie. –Ho imparato dopo i primi schiantesimi.- disse quella, la mano che non impugnava la bacchetta appoggiata al viso, mentre ricordava i primi tempi del matrimonio. –Tuo padre era davvero insopportabile a volte e io, mi capirai, ero costretta a schiantarlo. Ma poi metterlo a letto era una tal fatica! Non sembra ma pesa il biondino eh! Sbuffò ridendo. –Così ho creato appositamente per lui questo incantesimo. Cosa ne pensi?- chiese sorridendo alla figlia, che scoppiò a ridere e seguì la madre e il padre svenuto e incantato in testa al gruppo.

Mentre il gruppo camminava compatto seguendo Hermione,  una voce si levò inopportuna, strillando a gran voce.
-Hey tutti!- strillò Lily Potter sbracciandosi senza ritegno. –Hey! Non vi pare sia il caso di fermarsi?- chiese indicando i “Tre manici di scopa”.
Di colpo l’intero clan, soprattutto la parte maschile, si voltò con occhi supplichevoli verso Eltanin, in attesa di un insperato assenso. Questa guardò James, sollevando un sopracciglio per conoscerne l’opinione, e vedendo nei suoi occhi la stessa supplica dei fratelli si mise a ridere e si diresse di buon passo verso il pub. Mentre rideva e camminava spalancando la porta tra il vociare di fratelli, genitori e amici, si sentì strattonare per la mano e subito si girò pronta ad attaccare un fantomatico inseguitore, solo per trovarsi davanti la faccia da playboy del suo fidanzato, che pareva cercare di acchiapparle la mano in un gesto affettuoso con stampato in viso un sorriso a trentadue denti.
Eltanin scosse la testa, abbandonando l’atteggiamento difensivo e scuotendo leggermente la testa.
-Dovrò abituarmi a queste cose, temo..- mormorò, tra il divertimento generale.

Quando tutti ebbero smesso di ridere, si furono accomodati e ebbero ordinato da bere, rischiando a turno di farsi fulminare dalla primogenita del clan, quest’ultima si decise a chiedere alla madre alcune informazioni fondamentali.
-Allora mamma- cominciò Eltanin interrompendo le conversazioni allegre degli amici e attirando su di sé l’attenzione. –Quale sarebbe questo tuo malvagio piano?- chiese sorridendo.
-Uuuh!- trillò Hermione in risposta –E’ un piano davvero malefico giuro!- ghignò –Soprattutto per tuo padre e per i ragazzi..- disse ridendo. –Ma ho pensato fosse meglio coinvolgere anche un paio delle mie collaboratrici, aspetta che le chiamo per avvertirle che ci vediamo qui.- detto questo sollevò l’elegante borsa di Luis Vuitton per estrarne un telefono cellulare e comporre un numero.
-Pansy?- chiese la donna –Pansy ci sei? Ma che diavolo è quel rumore? Va beh, non importa ho cambiato idea non voglio saperlo. Chiamavo solo per dire a te e alle altre disgrazie che vi aspettiamo ai Tre manici di scopa, stiamo bevendo una cosa.- si interruppe un attimo con aria scocciata, allontanò il cellulare dall’orecchio guardando storto la cornetta, come se potesse trasmettere l’irritazione alla sua vice tramite il telefono e riaccostandolo pronunciò poche e definitive parole. –Avete cinque minuti.-. E tornò a sorridere alla figlia.
-Saranno qui tra poco, intanto godiamoci la burro birra.- disse, come se non avesse appena minacciato velatamente le amiche, mostrando quanto simile fosse alla sua primogenita.

Non avevano nemmeno terminato il primo boccale di burro birra che fecero la loro entrata trionfale Pansy , Fleur e Luna. Dopo che Pansy ebbe salutato e sbaciucchiato a dovere i propri figli, Fleur ebbe aggiustato il trucco di Dominique e Luna ebbe cacciato gli ultimi nargilli dalle spalle dei gemellini, le tre disgrazie si accomodarono accanto al loro capo, sorridendo.
-Bon jour Boss!
-Che bello rivederti finalmente!
-Sì, sì, va bene disgraziate, andiamo avanti che mi servite. allora, adesso ascoltate e poi quando vi chiamo intervenite, d’accordo?- raccomandò loro Hermione.
-Surement Boss!
-Perfetto. allora ragazzi, gli occhi a me. Soprattutto tu Nin, sei l’unica che ancora non sa nulla. Iniziamo con un piccolo ripasso. quello che abbiamo e quello che ci manca, direi. I poteri di Eltanin stanno crescendo e in poco tempo potrebbero fare di lei la nuova Nimue, punto a nostro favore. Voi vi siete già organizzati come piccolo esercito e siete in grado di combattere e proteggervi, altro punto a nostro favore.  Siamo venuti a conoscenza della verità, intesa come passato e presente, e l’unica cosa che non sappiamo è cosa vogliono fare Myrddin Wildt e Morgana le fay una volta risorti, anche se sappiamo che non sarebbe una bella cosa. Grosso punto a nostro favore, soprattutto se contiamo il fatto che le autorità ci credono e sono dalla nostra parte. Ci mancano tre reliquie, ahi. ma d’altronde sappiamo che verranno presto e spontaneamente a consegnarsi  nelle mani di Nin. Quindi è un mezzo punto a sfavore. Sappiamo che il nemico immediato, quello che dobbiamo sconfiggere qui e ora è Mordred, alias Mortimer Smith, e che questa è una cosa fattibile. La domanda è quanto vogliamo tenere la cosa sotto silenzio. E soprattutto, se uccidiamo Mordred, i suoi genitori moriranno con lui o che altro? Questo dovremmo capirlo. Finché non lo facciamo, è meglio che rimanga in vita o potremmo combinare un disastro. Qui si tocca il tasto dolente. Non sappiamo nulla  del come e del quando avverrà la resurrezione dei due, e non sapendolo non abbiamo idea di come impedirlo o combatterli. quindi la mia idea è questa.- fece una pausa e prese un grosso respiro. –Provochiamoli finché non saranno talmente arrabbiati da uscire dal loro nascondiglio di loro propria volontà, quando ancora non saranno pronti. Sembrano essere impulsivi oltre che crudeli, quindi magari a furia di spingerli sull’orlo del dirupo loro cadranno. E anche se loro saranno usciti fuori irriflessivi e privi di addestramento mentre noi saremo preparati ad accoglierli. – concluse.
-Sono d’accordo- disse Eltanin annuendo. –Ma per caso avevi anche una vaga idea su come di preciso provocarli?- sorrise alla madre.
-Eh.-
-Era un sì?- chiese la primogenita ridacchiando.
-Diciamo che ho un’idea su come iniziare.- rispose la madre sorridendo feroce.
E mentre Draco sbatteva ripetutamente la testa contro il tavolo, Hermione si lanciò in una divertente spiegazione.
-Allora, se non sbaglio tra una ventina di giorni sarà Halloween, giusto?- chiese alla tavolata, e quando tutti annuirono perplessi sorrise. –C’è sempre un banchetto giusto, per l’occasione?- di nuovo tutti ad annuire. –E se quest’anno facessimo diventare il banchetto una festa ? diciamo un ballo.- e nei suoi occhi comparvero stelle brillanti, mentre il marito si accasciava definitivamente con la testa sul legno del tavolo.
Eltanin rise forte. –Mamma, dì la verità, tu vuoi solo andare da Madame de Chevaiz  e comprare un vestito nuovo!- la accusò, scatenando risate in tutto il gruppo.
Hermione rise a sua volta e ribattè –Potrebbe anche darsi.. diciamo.. certamente.- e rise ancora. –Ma non è solo questo!- strillò, alzandosi in piedi e sbattendo con forza una mano sul piano già malmesso. –E’ un’occasione, capite? per provocare. Eltanin si potrà vestire come Nimue, tatuaggi e tutto, James potrà essere Artù, e voi la loro scorta, il  loro esercito.. dovranno essere costumi che riportino Mordred e quei suoi dannati genitori indietro con la memoria!-
-E tu avrai un vestito nuovo.- aggiunse Eltanin, che però cominciava ad afferrare il senso del piano della madre.
-Beh è ovvio.- disse quella, risiedendosi calma e guardandosi le unghie con aria indifferente.
tra Eltanin e James ci fu un rapido scambio di sguardi, una tacita domanda e un tacito assenso. Poi la maggiore del clan sorrise alla madre e le rispose –Mi sembra un’ottima idea.- lasciando disperdere tutta la tensione che si era accumulata al tavolo. un grido di giubilo si levò dal gruppo e ci vollero diverse occhiatacce di Hermione e figlia per rimettere tutti a sedere.
cosa piuttosto inutile, visto che nell’esatto istante in cui tornò il silenzio le tre disgrazie per antonomasia entrarono nel pub precipitandosi rumorosamente verso il loro Boss e sollevando un gran polverone. Tra baci, abbracci e rimproveri il caos si scatenò nuovamente, e la tavolata, appena rientrata nei ranghi non fu altro che un cumulo di braccia, gambe e bocche strillanti.

Parecchi schiantesimi più tardi, un’Hermione molto più irritata e una Eltanin sempre più imbarazzata, guidavano il gruppo verso la loro boutique di moda preferita, Quella di Madame de Chevaiz.
Hermione strattonava un riluttante Draco per il braccio mentre borbottava imprecazioni sul fatto che vedere le riunioni di famiglia interrotte dalle sue dipendenti (si anche amiche a volte, ma non quella volta nel particolare) non era la sua massima aspirazione nella vita, mentre Eltanin, saldamente tenuta per mano da James, che sfoggiava un allegro sorriso, diventava via via più rossa in volto, mentre le amiche e peggio ancora le amiche di mamma, continuavano a fare domande inopportune e a ridacchiare del suo imbarazzo.
dopo quelli che alle donne Granger Malfoy sembrarono anni, si ritrovarono tutti davanti alla bottega, i ragazzi e gli uomini lievemente abbattuti e le ragazze che si sfregavano le mani. In fatto di moda e shopping, lo sapevano tutti, Hermione Jean Granger Malfoy non faceva mai le cose a metà.
-Hey boss, ma Madame lo sa che arriviamo?- chiese Pansy, dubbiosa per l’elevato numero di persone presenti.
Hermione sbuffò. –Ovvio. ho prenotato tutta la giornata con lei, e le ho anticipato che ci serviranno servizi molto particolari e per molte persone.-
-Ma come sei brava amore mio!- esclamò Draco, nonostante la contrarietà per l’ennesimo pomeriggio per negozi.
-Sì lo so caro.- rise lei. –Vogliamo andare?- chiese indicando la porta.
Ma prima che suo marito la aprisse per lei, James si lanciò in avanti e sorridendo affascinante verso la sua dama spalancò i battenti con un inchino, dicendo soavemente –Tu per prima mia amatissima e bellissima Eltanin- e mentre lo diceva continuava a fissarla negli occhi e a sorridere con dolcezza, facendo guadagnare a metà degli uomini sposati un ceffone e degli insulti.
-Tu, a me, non mi hai mai guardata così!- sbottò Pansy, dopo aver tirato una borsettata al marito.
-Non mi ami piùùùùù! – scoppiò a piangere Ginny, davanti a un impotente Harry.
-Mon dieu che starà fascendo Bill?- sospirò Fleur, l’unica non accompagnata.
-…- Luna senza parlare fissava con aria vendicativa il povero Theodore, che non sapeva nemmeno cosa stava sbagliando.
come sempre Hermione fu la più diretta, e guardando con rabbia il marito, già terrorizzato, sollevò la bacchetta e lo schiantò in mezzo secondo per sorridere poi con aria soddisfatta.
in tutto questo caos Eltanin fissava James piena d’amore (e di imbarazzo) e si dondolava sui suoi stessi piedi, facendo oscillare il vestito, mentre la sconsiderata e indegna figlia di Harry Potter sorpassava tutti e poneva fine alle dispute entrando in negozio con un risolino.
-Vabbè, io entro eh.- sorpassò l’allibito fratello e si incamminò, sotto lo sguardo sbigottito e nuovamente silenzioso del gruppo.
Hermione scoppiò a ridere, produsse un veloce reinnerva, e si trascinò dietro l’amato biondino che intanto piangeva  -Ma si può sapere perché mi schianti sempre, razza di donna demone?-dietro di lei le altre coppie, i figli, la tribù Weasley, gli Zabini e i piccoli Nott. sulla soglia, ancora indecisi, rimasero solamente Eltanin e James, che continuavano a fissarsi l’un l’altro.
-Do..Dovremmo andare non credi?-sussurrò lei.
-Sì dovremmo..- ribatté lui, incantato dagli occhi di lei.
-Allora..- disse lei incerta, facendo un passo verso la porta e verso di lui.
-Già..- rispose lui, lasciando andare quella maledetta porta e correndo incontro alla donna che amava, per scambiarsi un bacio profondo e intenso. –Non smettere mai di guardarmi così- mormorò Eltanin a mezze labbra. –Nemmeno se mi implori.- rispose lui sul ciglio di un nuovo bacio.
E fu così, abbracciati l’una all’altro e palesemente innamorati, che li trovò Draco, spedito dalla moglie a recuperare i due dispersi.
-Allora venite? Cosa state.. AAAARGH!- gridò, prima di lanciarsi contro James con intenti omicidi.
-Protego.- con un gesto della mano Eltanin frappose uno scudo fra loro e il padre, sorrise e lo guardò divertita.
-Hai del rossetto su tutta la faccia Papà.- gli disse sorridendo.
-Che?- chiese quello stranito, mentre continuava a cercare di penetrare lo scudo per arrivare alla figlia evidentemente bisognosa del suo aiuto.
-Expelliarmus. Levicorpus.- con un altro paio di gesti, la ragazza sequestrò la bacchetta del padre e lo fece levitare trascinandolo all’interno del negozio con lei e James, ancora abbracciati.

-Ma dove vi eravate cacciati.- cominciò a dire Hermione, prima di vedere il marito galleggiare per aria privato della bacchetta. –Che ha combinato stavolta?- chiese, ridendo.
-IO non ho fatto nulla! è quello sciagurato di un Potter! ad Azkaban bisogna mandarlo!- strillava il biondo agitandosi per aria come un acrobata.
-Non credo che stesse facendo nulla di diverso da quello che facevi tu poco fa, papà.- disse Eltanin, facendo ridere ancora più forte la madre e tutto il gruppo.
-Non stavo facendo niente io!- strillò allora Draco, ormai paonazzo dalla furia.
Hermione sollevò un sopracciglio, imitata dalla figlia e smettendo di ridere lo apostrofò –Tesoro, il tuo, anzi il nostro niente, ce l’hai spalmato sulla faccia.- disse, indicando con il capo lo specchio. Lui ci si guardò e sobbalzò.
-Oh.- disse, per poi riprendere il filo del discorso –Questo non solo non prova nulla, ma non significa nulla! Io posso, lui no!
-Per tutti i folletti Malfoy!- si spazientì Hermione –Ripigliati! pensa se avessi avuto io un padre munito di bacchetta ai tempi! e comunque basta, mi hai stufato!- e lo schiantò, per maggiore sicurezza.

-Siete sempre un gruppetto allegro ragazzi miei- disse ridacchiando Madame de Chevaiz, mentre entrava nell’atrio del negozio. –Buongiorno Hermione, mia cara, quanti bei visitatori mi porti oggi!!- esclamò ricambiando l’abbraccio entusiasta della donna.
-Oh madame mi sei mancata!- strillò.
-Ma che sciocchezze, ci siamo sentite per telefono ieri- chioccò la donna più anziana.
-Fa niente!- rise l’altra.
E improvvisamente tutti scoppiarono a parlare contemporaneamente, cercando di salutare la loro stilista preferita, comunicando già qualche preferenza, lamentandosi in un paio di casi..
Il caos venne educatamente interrotto da Madame che si fece argo tra tutti per andare ad abbracciare Eltanin, commossa.
-Ogni volta che ti vedo sei più bella, figlia di mia figlia- si complimentò con lei guardandola.
-Anche voi Madame de Chevaiz, anche voi. Ogni giorno pare dare una pennellata di colore in più ai vostri occhi.-  rispose Eltanin.
-Ma questo giovane qui accanto?- chiese sbirciando James –E’ forse quello che penso?- domandò ridacchiando mentre la bionda diventava rossa e si voltava a nascondere il viso contro il petto del compagno, che l’accolse con dolcezza.
-Lo è, lo è..- disse amareggiato Draco, che si stava riprendendo in quel momento. –Purtroppo per tutti noi.. Hermione lo hai fatto ancora!- strillò in tono accusatorio. –Smettila!-
-Ah Draco Malfoy.. in Granger.. è sempre bello vederti!-ridacchiò Madame
-Anche per me, mia signora, soprattutto quando mia moglie non mi schianta.-
-Su avanti tutti quanti!- li esortò allora la stilista –Spostiamoci di là! Di là! saremo sicuramente più comodi, c’è più spazio e anche un piccolo buffet.
Come sempre Madame aveva fatto apparecchiare qualche tavolino con te e cibarie per sfamare gli ospiti mentre si parlava dei vestiti, e tutta la truppa vi si gettò come se non mangiassero da anni. Solamente James e Draco rimasero al fianco delle loro compagne, inesorabili  e innamorati. Madame lì scrutò per scuotere poi la testa, e sedersi tra Hermione e Eltanin.
-Allora signore.- esordì – come mai questo appuntamento così importante?- chiese.
-Vede madame, abbiamo un problema di natura.. malevola diciamo.- iniziò Eltanin, -e abbiamo pensato di provocare i nostri nemici per portarli allo scoperto, in particolare in un’occasione che richiede. beh richiede abiti- concluse sorridendo.
-Che tipo di abiti di preciso?- chiese Madame confusa –Da battaglia? perché credo di poter creare qualcosa di adatto che respinga gli incantesimi ma non sono sicura di essere..-
-No no no.. – La interruppe Hermione. –Abbiamo bisogno di abiti per un ballo, il ballo di halloween.- le spiegò velocemente. – dovranno essere molto particolari però.- disse seria  -Seguire una linea precisa e ricalcare una determinata idea.
-Oh, capisco. Allora certamente posso aiutarvi.-
-Temo che andranno fatti su misura, uno per uno. e incantati, dopo. ma a quello posso pensarci io.- Aggiunse in fretta Hermione.
-Credi forse che sia troppo vecchia per usare una bacchetta?- la rimproverò Madame –Magari lo faremo insieme, così saprò esattamente cosa fare- aggiunse sorridendo.

In men che non si dica gli assistenti della stilista, i 3 Jean, avevano preso misure e dati di tutti e il gruppo poté iniziare a discutere dei costumi.
Non c’era dubbio sul ruolo di Eltanin e di James, che avrebbero impersonato Nimue e Artù, anche se c’era qualche dubbio e discussione sulla fisicità del costume.
Eltanin non riusciva a indossare nessun tipo di fibra, nemmeno magica, e quindi, anche se con grande rimpianto di Madame, il suo costume sarebbe stato creato da lei stessa. ma James? Eltanin era abituata a vestirlo quando si vestiva lei, e sperava di farlo anche stavolta, ma Artù, nella storia, era un contadino. Vestiva abiti semplici e adatti alla vita all’aria aperta. Così la ragazza si rassegnò e descrisse nei particolari i vestiti di Artù il giorno che era stato ucciso da Mordred, così come li aveva visti nella sua visione, con lo scopo di colpire il più possibile. quanto al proprio costume, non volle dire una parola, poiché lei, anche se voleva somigliare a Nimue, non voleva essere lei, e avrebbe indossato i propri poteri non quella della prima dama del lago.
si decise anche che le coppie di adulti avrebbero dovuto essere presenti almeno in numero di 3, ovviamente i Granger Malfoy, poi i Potter, visto che probabilmente sarebbero stati invitati comunque e infine gli Zabini, entrambi molto forti e versatili nelle arti magiche. I loro costumi richiesero molte più discussioni e anche qualche urlo, ma infine fu stranamente Lily l’indegna a venirsene fuori con l’idea vincente. Se ne stava appollaiata su uno dei tavoli da buffet con una mela mezza mangiata in una mano e un tramezzino morsicato nell’altra, quando, sovrastando il caos con la sua voce squillante chiese con aria allegra –Non dovremmo chiederci cosa fa paura a Mordred?-
-Taci Lily- la rimproverò suo padre, sbuffando.
-No sul serio, è halloween no? quindi dobbiamo fargli paura. E quindi la domanda è cosa fa paura a Mordred?-
Il silenzio scese sul gruppo che si mise a riflettere e a mormorare idee a mezza voce. –Nimue.- disse uno. –stare solo.- Disse un altro. –La morte.- un’altra ancora.
La rossa furia fece dondolare i piedi con rabbia e alzò gli occhi al cielo. -Ma che tonti! è un bambino no? Avrà paura dei genitori!- rise, per poi arretrare davanti allo sguardo arrabbiato della madre. –Ovviamente dei genitori. ripeté in un singulto con un sorriso tremulo mentre si dava alla fuga.
-Per circe, come ho fatto a non pensarci?- Eltanin scosse la testa, arrabbiata con sé stessa. –L’ho anche visto, mentre parlava con loro, ed era terrorizzato. E’ ovvio che preferirebbe morire che avere di nuovo a che fare con loro.-
-Sì, beh, e come lo mettiamo in atto, se decidiamo per questo?- chiese Luna trasognata.
-oh di questo non dovete preoccuparvi!!- esclamò Madame –E’ compito mio, e so esattamente come fare- sorrise. –Invece credo che i ragazzi saranno piuttosto semplici da vestire.- continuò –Il clan ovviamente tutti uguale, direi con l’aspetto di derivazioni in un certo senso, di Eltanin, o Nimue che dir si voglia. i Weasley invece da quello che sono, una vera e propria tribù guerriera. a  protezione dei loro amici. Gli Zabini saranno ovviamente vestiti come gli antichi profeti, mentre i gemellini porteranno l’alloro dei saggi. In ogni caso vedrete tutti tutto il 31 sera, quando vi farò recapitare i costumi a Hogwarts- sorrise con aria complice e iniziò con aria concentrata a scarabocchiare nuovi bozzetti per i vestiti da creare.

Hermione sorrise guardandola e fece un cenno agli altri, alzandosi in piedi.
-Arrivederci Madame- sussurrò con un mezzo sorriso sulla bocca.
-Sì sì, ora vattene.- rispose quella brusca, presa completamente dalla foga della creazione. Hermione non la vedeva così da giorno del in cui alle aveva annunciato il proprio matrimonio.
-Andiamocene ragazzi.- disse perentoria, e portò fuori tutto il gruppo salutando con un cenno i tre Jean che si facevano sempre più vicini alla loro stilista.

-Direi che siamo a posto non è vero ragazzi?- chiese Hermione allegra una volta alla luce del sole.
-Direi di si mamma. cosa ci manca?- chiese Eltanin. facendosi pensierosa.
-Nulla.- rispose la madre. –Ora tornate al castello e vivete i prossimi venti giorni come normali studenti, studiate, scherzate, divertitevi.. state in guardia, ovviamente, e continuate a stare assieme, esercitatevi come stavate già facendo ma soprattutto mostrate a Mordred cosa si sta perdendo. lo farà impazzire.- rise forte.
Eltanin si accostò a James, appoggiandosi a lui come se lo facesse da tutta la vita. –Sì..- mormorò. –Viviamo felici e mostriamogli la.. felicità..- continuò, voltando il capo per guardare negli occhi il suo compagno. –Mostriamogli l’amore- sospirò felice.
-Ma magari quello no!- scattò subito Draco, paterno e protettivo come sempre, e come sempre riacciuffato per un pelo dalla moglie.
-Va bene Ragazzi, è inutile indugiare oltre, tornate pure al castello, è quasi ora, e ricordate di avvisarci se succede qualcosa. Io e vostro padre torniamo nel Norfolk, da lunedì sarà Harry a farvi da professore, se ricordate il programma.-
-Già è vero!- scattò Eltanin, già esaltata, mentre Harry faceva un breve inchino al gruppetto di ragazzi. –Aspetto con ansia la prima lezione, professore!- gli disse lei entusiasta.
Il ragazzo-che-era-sopravvissuto-fino-a-quel-lunedì guardò la moglie. –C’è qualcosa che devo sapere?- chiese confuso.
-Niente di importante caro.- rispose Ginny dandogli qualche pacca sulla spalla. –La tua potentissima figlioccia ha solo la divertente abitudine di sfidare i nuovi insegnanti il primo giorno di lezione- consluse, sorridendogli.
-Cavolo.-


Mio angoletto personale:
si va bene, non andiamo da nessuna parte con questo capitolo, ma se andavo dove volevo andare leggevate per due mesi. già così ho l’impressione di aver scritto troppo! voi che dite? più che altro ho scritto tanto di cose frivole. e sappiate che ne manca ancora un pezzo. ben 20 giorni di vita quotidiana senza grossi balzi, con qualche gag ma senza l’eccitazione di alcuni capitoli precedenti. però anche questo doveva starci, non potevo descrivere solo le emozioni forti e le battaglie..
qualsiasi recensiione e consiglio è, come sempre, ben accetto.
p.s.: chi di voi è andato a vedere la mostra di Harry Potter?? io sì, è grandiosa.

  
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