Fumetti/Cartoni europei > I Dalton
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Autore: jarmione    30/07/2018    2 recensioni
Immaginatevi se le dodici fatiche di Asterix le compissero i Dalton.
Cosa accadrebbe? Ci riuscirebbero?
Ed Evelyn? sarà di aiuto ai fratelli in queste dodici fatiche, o Joe la considererà la solita palla al piede? (da cui, si sa, non riesce a staccarsi alla fine)
ATTENZIONE: OOC - AU - CROSSOVER - WHAT IF?
Genere: Avventura, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I Dalton ed Evelyn'
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Nuovo capitolo! Tutto per voi.
Do il ben tornato ad Evelyn80, ciao ragazzuolaaaaaaaaa!!
 
 
Fu una lunga camminata.
I quattro fratelli camminavano passo passo dietro Caius Pupus, curiosi di scoprire quale fosse la prova successiva.
Joe era un continuo borbottare e lanciare maledizioni, rivolte in particolar modo ad Evelyn.
Non riusciva ad urlarle contro perché sapeva che lo schiaffo ricevuto era per un buon motivo, ma era comunque furioso per averlo ricevuto da una pivella come la sorella.
Quest’ultima se ne stava sul fondo della fila, seguita a sua volta da Lucky Luke che controllava l’andamento.
Aveva le gote imporporate ed una sensazione di nausea.
Non solo perché si sentiva in colpa per aver dato uno schiaffo a Joe, ma anche perché era già la seconda volta che si ritrovava labbra contro labbra con lui.
La prima volta erano entrambi consapevoli di ciò che stavano per combinare e già era troppo per lei, questa volta era diverso.
Lei non voleva e lui era sotto l’effetto del canto delle sacerdotesse.
Che avrebbe detto Jack se lo avesse scoperto? Si sarebbe forse sentito tradito e l’avrebbe lasciata?
Sospirò – Ma perché è così difficile? – pensò – Non potevo essere adottata da una famiglia dove ero figlia unica? Proprio quattro fratelli dovevano capitarmi? –
“Evelyn” la chiamò Luke “tutto bene?”
Lei si ridestò dai suoi pensieri ed annuì.
“Ci hanno messo poco ad uscire dall’isola” gli disse Luke “sei sicura di non aver interferito?” lei annuì di nuovo, ma era poco convinta.
Lei sapeva che lo schiaffo dato a Joe era stato risolutivo.
Ma era realmente un’interferenza?
“Evy…” l’ammonì lui, sapendo che c’era qualcosa sotto.
La ragazza sospirò e, non riuscendo a trattenersi, confessò l’accaduto al cowboy.
Luke sospirò ma non riuscì a trattenere un risolino divertito, immaginando Joe sotto l’effetto del canto delle sacerdotesse.
“Risulta come un interferenza?” chiese lei.
“Ecco…diciamo di no” rispose Luke “non avevi intenzione di svegliarlo, volevi solo allontanarlo e la tua è stata una reazione automatica alla situazione che si era creata”
“Quindi…è una prova valida a tutti gli effetti?” domandò, nonostante avesse già la conferma “non ci rimanderanno al penitenziario, vero?”
Il cowboy scosse la testa “Non temere, state andando bene e se continuate così avrete ancora parecchio tempo da stare fuori dal penitenziario”
“Meno male”
“Evelyn!” esclamò Joe, che era il primo “vieni subito qui!”
Evelyn deglutì e si avvicinò al maggiore, mostrando il suo miglior sorriso da ragazzina innocente “Si, fratellone?”
“Fratellone un corno!” ribattè lui “che stavi facendo?”
“Niente, perché?” domandò lei confusa.
“Sei troppo attaccata al cowboy” gli puntò il dito contro.
“Joe!” Evelyn si scandalizzò “che stai insinuando?”
“Stai flirtando con Lucky Luke!” continuò lui con tono minaccioso, facendo comunque attenzione a non farsi sentire da Jack.
Per quanto furioso aveva comunque la decenza, per quanto possibile, di rimproverarla privatamente.
“Sto cercando di agevolarvi con le prove” si difese Evelyn.
Non poteva dirgli che, in realtà, oltre ad un aiuto aveva bisogno di sfogarsi e che Luke era l’unico che l’ascoltava senza giudicare.
“A me non sembra” continuò lui
“Intanto siamo andati bene fino ad ora” continuò lei “e sto cercando di tenerlo buono e di far sì che Caius Pupus non scopra i nostri piani per aiutare chi esegue la prova”
Joe sgranò gli occhi “L-Lo sa? Il cowboy sa che abbiamo barato con la prima prova?”
Lei annuì “Ed anche con quest’ultima”
“E come abbiamo fatto a barare!?” domandò, non sapendo nemmeno che cosa era successo e cosa aveva fatto.
“Pensa a come ti sei svegliato poco fa” gli ricordò “e immagina…”
Joe, che aveva capito a cosa alludeva, arrossì e distolse lo sguardo “Va bene, ho capito” borbottò “però smettila di flirtare lo stesso!”
Lei annuì “Comunque…scusami, Joe” aggiunse “per lo schiaffo intendo”
“Non fa niente” mormorò lui “ma non farlo mai più”
E la conversazione si concluse lì.
Raggiunsero un nuovo spiazzo desolato.
“Sono stufo di tutto questo deserto!” sbottò Joe, facendo ridacchiare Luke e sorridere Caius Pupus.
“La prossima prova si svolgerà lì dentro” quest’ultimo indicò un piccolo tempio dall’architettura egizianeggiante “dovrete sostenere l’insostenibile sguardo del mago Iris”
I fratelli si guardarono senza capire.
“La prova dovrà essere affrontata da uno solo di voi, gli altri dovranno restare a guardare” continuò Caius “se chi verrà scelto non riuscirà a superare la prova, le altre prove verranno considerate nulle e dovrete tornare a casa”
“Bene” borbottò Joe “con Averell abbiamo perso in partenza”
“Non essere così cattivo, Joe” lo ammonì Luke “sono prove complicate e può anche darsi che serva qualcuno molto intelligente o…” guardò Averell, che nel seguire una formica andò a sbattere contro un ramo “o molto stupido”
“Preferisco l’intelligenza” ammise più a se stesso che a Luke “William! Vacci tu!”
“P-perché io?” domandò lui.
“Perché sei il più intelligente, quindi muoviti e vedi di non fallire” lo minacciò.
William sospirò e annuì.
Entrarono nel tempio e si misero seduti su una lunga panchina di pietra.
Prima di loro c’era un altro signore, anch’esso in attesa di entrare nella stanza del mago.
Sul fondo del tempio, vi era un portone scorrevole in pietra che impediva di vedere all’interno.
Disegnato su di esso c’era un enorme occhio che si illuminava e andava a ritmo con una voce, probabilmente quella del mago, che echeggiava per tutto il tempio.
“Guardarmi!” tuonò la voce, facendo spaventare i fratelli, tanto che Evelyn si ritrovò in braccio a Jack che, a sua volta, si ritrovò in braccio a William.
Tutti e tre tremavano di paura.
“I-io non ci entro lì dentro” disse William.
“Nemmeno io” confermò Jack.
“Mi associo” aggiunse Evelyn.
“Che branco di imbecilli” e diede uno schiaffo ai due gemelli “vedete di riprendervi, almeno voi due!”
L’altro uomo in attesa, non fece una piega e sembrò non notarli nemmeno.
“Ma come fa quello ad essere così tranquillo?” domandò Jack, curioso.
“Avrà mangiato e sarà sazio” rispose Averell “a stomaco pieno si è sempre più rilassati” dopo un attimo di silenzio, un altro schiaffo echeggiò nel tempio ed Averell si ritrovò steso a terra con le stelle intorno alla testa e cinque dita stampate in faccia.
“Guardami!” tuonò di nuovo la voce del mago “per Osiride e per Api tu sei un gatto! Per Osiride e per Api, un grazioso gattino!” calò il silenzio.
Il portone scorrevole in pietra si aprì ed uscì un altro signore ma…non uscì come una persona normale.
Gattonava; camminava a quattro zampe, miagolando e facendo le fusa.
Si avvicinò al primo uomo, quello che era in attesa prima dei fratelli, strofinandosi contro le sue gambe emettendo un sonoro “prr”.
Questi sembrò non gradire e gli diede una gran pedata.
Dopo un miagolio ed un soffio, l’uomo gatto si avvicinò ai fratelli.
Annusò Evelyn e si strusciò contro di lei.
La ragazza sgranò gli occhi.
Adorava i gatti ma quelli pelosi e piccoli.
Un uomo gatto proprio no e per questo motivo cercava di allontanarlo nel modo più gentile possibile.
“E mandalo via!” sbottò Joe.
“Come?” domandò lei “mi fa senso!”
Jack, nonostante avesse capito cosa fosse successo al tizio, era comunque infastidito nel vedere un uomo strusciarsi contro la sua ragazza.
“Questa è la mia ragazza!” esclamò alzandosi e tirando un calcio all’uomo gatto spedendolo, così, fuori dal tempio.
Evelyn sospirò di sollievo e si sentì onorata di vedere che Jack si preoccupava per lei.
“Nessuno tocca la mia Evelyn” sentenziò, tornando a sedersi e dando un bacio sulla guancia alla ragazza “ci penserò io a te” affermò, facendola arrossire di piacere.
Nel frattempo, l’altro uomo era entrato ed il portone di pietra si era chiuso.
“Guardami!” ed ecco la voce del mago “per Osiride e per Api tu sei un uccello! Per Osiride e per Api, un grazioso uccellino” il portone si aprì e l’uomo, che prima era in attesa, uscì fuori…volando…letteralmente.
Cinguettava e volava con la sola forza delle sue braccia.
Ignorò i fratelli ed uscì dal tempio.
“Ma cosa…?”
“Vola basso” constatò Averell “significa che sta per piovere”
Tutti lo guardarono sbalorditi.
Come faceva a saperlo?
Tentarono di chiederglielo, ma si fermarono quando lo videro tentare di imitarlo senza successo.
Quando saltò sbattendo le braccia, finì steso a terra.
Questo fece tranquillizzare gli altri quattro, che sospirarono di sollievo felici di vedere che la sua stupidità era invariata.
“Il prossimo!” la voce del mago fece riprendere i fratelli.
“Muoviti!” Joe spinse William all’interno.
“Non voglio, Joe!”
“Joe, aspetta” intervenne Evelyn “e se fallisce? Hai visto i due tizi appena usciti”
“Loro non sono Dalton perciò muoviti, fifone!” un’altra spinta e William fu dentro al portone.
Quando si richiuse, il povero William cominciò a tremare come una foglia.
“Oh bene, tu devi essere uno dei fratelli che stanno eseguendo le prove” disse il mago Iris, seduto ad una scrivania e vestito con abiti tradizionali egizi.
Aveva un aria inquietante e tutto tranne che amichevole.
“Ti stavo aspettando” continuò l’egiziano sfoggiando un sorriso a dir poco maligno “perdonami se ti chiedo di fare in fretta ma ho l’agenda piena” ridacchiò “sediamoci laggiù” indicò due sedie in legno poco distanti da William.
Anche se titubante, quest’ultimo si sedette e attese che il mago facesse lo stesso.
“Vediamo di fare in fretta…” il mago assunse uno sguardo pensoso “devo pensare ad un animale, a voi cosa piace?” pensò ancora “Oh sì!” esclamò “nelle vostre terre sono famosi i bisonti! Quindi sceglierò un bisonte, sì!”
Puntò le mani verso William, come se volesse attirarlo con una calamita.
I suoi occhi si illuminarono, letteralmente, diffondendo una luce per tutta la stanza e puntandoli sugli occhi di William.
Non era una luce accecante, poteva benissimo tenere le palpebre aperte.
Il giovane Dalton rimase colpito da quel trucco.
“Per Osiride e per Api!” tuonò Iris “guardami negli occhi! Si! Guardami negli occhi, per Osiride e per Api…”
“Ma come fai ad accenderli?” domandò William, ormai al limite della curiosità.
Il mago si zittì di colpo e scosse la testa “Silenzio!” urlò, incredulo che qualcuno potesse resistere al suo potere.
“Devono essere comodi per leggere al buio” continuò William “e riesci ad accenderli anche uno per volta? Se li avessi io, la mia vita al penitenziario sarebbe più agevolata”
“Basta!” il mago sembrò andare in tilt e l’illuminazione degli occhi iniziò a roteare andando persino nelle orecchie “Adesso ascoltami!”
Sospirò e riaccese gli occhi “Per Osiride e per Api, tu sei un bisonte, ripeti con me, tu sei un bisonte!”
“Tu sei un bisonte” ripetè William, con tranquillità.
Il mago sembrò andare di nuovo in tilt “Sì sì perfetto, ripeti ancora tu sei un bisonte, un bisonte, un bisonte!
“Tu sei un bisonte, un bisonte, un bisonte”
Il mago scosse la testa “Si! Si! Sono un bisonte, un bisonte…”
Si zittì all’improvviso e la sua faccia sembrò, per un attimo, riempirsi di peli.
Emise uno strano verso e poi uscì fuori dal portone a quattro zampe, correndo via dal tempio e facendo sobbalzare i fratelli che erano rimasti fuori.
William uscì ad occhi sgranati, senza capire.
“Ma che diavolo…?” Joe non capì che cosa stesse accadendo
“Stai bene, William?” si preoccupò Evelyn.
“Si certo ma…dov’è andato?”
“E’ uscito fuori a quattro zampe” comunicò Jack “sembrava quasi un bisonte”
“Ah…” William fece spallucce ed uscì dal tempio, seguito dai fratelli.
“Come ci sei riuscito?” domandò curioso Joe.
“Sinceramente non lo so” disse “mi ha chiesto di ripetere quello che diceva ed io l’ho fatto alla lettera”
Una volta fuori, Caius Pupus e Lucky Luke li attendevano.
Caius spuntò la prova e la definì superata.
“I miei complimenti William” si congratulò Luke, facendo sorridere fiero William “forza andiamo, la prossima prova vi piacerà”
Nessuno osò ribattere e lo seguirono.
“E loro?” domandò Evelyn, indicando il mago e gli altri due uomini che giravano lì attorno.
“Tranquilli” disse Caius Pupus “l’effetto durerà solo tre ore e poi torneranno come prima”
Più rilassati, si addentrarono nuovamente nella foresta, pronti a scoprire quale fosse la prossima prova.
  
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