Cosa non si fa per amore
(la frase di chi, per necessità o codardia, si rassegna a non commettere un omicidio.)
Affondava le dita nella sabbia bagnata, le strofinava fra loro con energia e tornava ad affondarle. Ed imprecava, incurante delle occhiatacce delle mamme vicine, che sospingevano i loro figli più lontano. “Maledetta Kagome! Maledetti tutti!”
La dannata femmina si era avvicinata esitante, con le gote rosse e il sorriso timido.
“Beh, che c'è?”
“Inuyasha... mi aiuteresti a mettere la crema solare?”
L'aveva fatto, fra i pontificanti 'sii più delicato' di Miroku, gli 'attento agli artigli!' di Sango, gli 'aspetta, ancora qui!' di una stranamente docile – DANNATA! – Kagome.
Lo sguardo di sdegnato orrore riservatogli dal fratellastro l'aveva insospettito, ma aveva capito troppo tardi.
Che quella cosa si sarebbe appiccicata alle mani, che la sabbia gli si sarebbe cementata sotto gli artigli, che quell'insopportabile odore finta-albicocca l'avrebbe perseguitato per giorni, per mesi.
E che tutti loro – MALEDETTI! – l'avevano premeditato.