Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: Neko    04/08/2018    1 recensioni
Si ritrovò in un posto oscuro. Un buio così pesante da poterlo quasi toccare. Si sentiva accapponare la pelle. Si abbracciò come a cercare conforto e chiamò a gran voce i nomi delle persone che amava. Nessuna voce rispose però al suo richiamo.
Tutto continuava a essere avvolto dall’oscurità. Poi dei lamenti si alzarono nell’aria, interrompendo quel silenzio innaturale che la circondava, ma che rimpiangeva nel sentire quei gemiti di disperazione e di dolore… Si svegliò di soprassalto, con la fronte ricoperta di sudore e una tremenda sensazione di angoscia.
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 13

 

Killian abbracciò stretta Emma per permetterle di dormire, ma subito notò qualcosa che non andava. Non era pensabile che si fosse già addormentata e di fatto, la donna si tolse dal suo abbraccio e cominciò a guardarsi intorno.

“No, non di nuovo!” la sentì affermare.

La chiamò e le passò una mano davanti agli occhi e dalla non reazione di lei, capì immediatamente. Era nuovamente intrappolata in una visione.

 

Emma si trovava sul ponte della nave, nello stesso punto in cui sedeva con Killian, ma dell’uomo nemmeno l’ombra. Provò a chiamarlo, ma non vi fu risposta. Si sentì sollevata del fatto che non fosse magicamente di nuovo con lei, ma il suo sollievo durò un solo istante, quando si accorse del fumo che si sprigionava verso l’alto. Si domandò da dove venisse e da dove proveniva quello strano bagliore rosso che illuminava tutto l’ambiente circostante e quel caldo che improvvisamente la faceva soffocare.

Si affacciò dal parapetto della nave e rimase scioccata da quello che vide. Il mare, le belle acque cristalline erano scomparse, lasciando il posto a un mare di lava.  Tutto l’oceano che circondava Storybrooke, in quel momento non era altro che un’immensa distesa di lava che bruciava tutto  ciò che entrava in suo contatto, compresa la Jolly Roger. Quando vide una fiamma immensa alzarsi in aria proprio accanto a lei, si scostò velocemente per evitare di rimanere scottata, ma  lo scatto veloce, le fece perdere la presa sulla giacca nera di Killian, semplicemente appoggiata sulle spalle.

 

Killian provò più volte a chiamare Emma, inutilmente  e ne seguì gli spostamenti, parlandole e dicendole che lui era lì accanto a lei.  Si sporse anch’egli dal parapetto, cercando di capire cosa avesse attirato l’attenzione della sua amata, ma vide solamente le acque del mare, niente che potesse spiegare l’espressione di terrore della salvatrice. Qualcosa di inspiegabile però accadde immediatamente dopo, quando con uno scatto, Emma si allontanò dal parabrezza, facendo cadere la sua giacca di pelle in mare.

Sussultò a quello che vide. La sua bella giacca di pelle, appena entrò in contatto con l’acqua, prese fuoco e si incendiò, bruciandola completamente in pochi istanti. Era una cosa a cui non poteva crede. Vedeva i pesci nuotare al di sotto e non poteva nemmeno ipotizzare qualche sorta di teoria stramba per cui l’acqua avesse la capacità di incendiare qualcosa, soprattutto con esseri viventi che continuavano ad abitarla senza nessun problema.

Qualsiasi cosa fosse, stava avvenendo  nella visione di Emma e si stava realizzando, anche se in minima parte, anche davanti agli occhi di un essere senza poteri.

Vide la donna cercare di scappare sempre più a prua, fino a raggiungere l’estremità della nave. Killian non seppe dire se era per la presenza di qualche mostro che la minacciava o meno, ma poteva vedere, come la sua amata aveva preso a sudare  e di come cercasse un modo per scappare.

Provò ancora a chiamarla, ma presto un'altra cosa senza spiegazione accadde. La sua nave, la sua amata jolly Roger, sua compagna di mille avventure, prese fuoco dal nulla. Killian affiancò Emma in quanto le loro possibilità di scampo erano praticamente nulle. Killian fu tentato di buttarsi in mare, ma il fatto che la sua giacca avesse preso fuoco a contatto con le acque, lo fermò. Per lui era semplice acqua salata, ma era evidente che nella visione della donna fosse qualcos’altro, qualcosa che avrebbe potuto ucciderla, anche se era solo una visione, perché anche se fisicamente era lì, con la mente era altrove, ma con la morte della mente, anche il corpo cessava di vivere e di certo non voleva essere lui la causa della dipartita di sua moglie. Cercò anch’egli un modo per scappare e lo trovò quando, facendo un passo indietro, andò a urtare un barile. Era una riserva d’acqua e avrebbe potuto aiutare lui ed Emma ad attraversare il fuoco, senza rimanere bruciati vivi.

Si immerse nel barile, bagnandosi dalla testa ai piedi e con l’acqua che non era uscita dai bordi, la versò tutta addosso alla salvatrice, bagnandola dalla testa ai piedi.

Buttò il barile nel fuoco e afferrando Emma, cercò di trascinarla via.

 

Emma sapeva di essere in trappola. Con la lava sotto i suoi piedi e la nave che stava bruciando, sapeva di avere solo pochi istanti di vita, in quanto non vi era alcuna possibilità di fuga. Vedeva il molo dal lato opposto rispetto a dove si trovava lei, ma non sapeva come raggiungerlo. La sua magia non funzionava. In quel luogo i poteri funzionavano in modo diverso e ancora non aveva bene inteso come utilizzarli. Infatti, solo poche volte era riuscita a ricorrere ai suoi poteri e non sempre nel modo corretto. Aveva usato il teletrasporto una volta, ma si era mossa solo di pochi metri. Si sforzò per concentrarsi su di un posto dove voleva materializzarsi, poco le importava se ci sarebbe arrivata o meno. Bastava muoversi di una ventina di metri o forse poco più per giungere in salvo…o almeno in salvo dal fuoco.

Chiuse gli occhi e si concentrò un istante prima di sentirsi cadere addosso dell’acqua che la bagnò dalla testa ai piedi. Spalancò gli occhi e non ebbe nemmeno il tempo di cercare una spiegazione, che si sentì afferrare saldamente da  due forti braccia, che sembravano non voler mollare la presa.

Non riusciva a vedere il suo aggressore in faccia, ma dalle mani artigliate e mostruose e dai rantoli che mandava nel suo respirare, non era difficile capire che non era un amico.

Subito provò a dimenarsi con forza. Non sapeva cosa fosse meglio, morire per mano di quell’essere o morire bruciata viva. Forse la prima scelta sarebbe potuta essere stata più rapita, se quel mostro avesse avuto pietà di lei e l’avesse uccisa rapidamente, ma nel caso si volesse divertire nel vedere la sua sofferenza, allora il fuoco sarebbe stato pìù veloce.

Nonostante quei pensieri, non potè scegliere di che morte morire, il mostro la sollevò da terra e la portò via. Chiuse gli occhi spaventata, poteva sentire il calore delle fiamme sfiorarle la pelle mentre quell’essere la trascinava via, poi ad un tratto il calore ustionante scomparve. Il caldo era ancora presente e anche parecchio, ma non così tanto da farle venire la voglia di urlare. Riaprì gli occhi e comprese di trovarsi sul molo. Era ancora prigioniera di quell’essere e sebbene l’avesse appena portata in salvo, non volle fidarsi e continuò a dimenarsi con forza. Sentì la presa  cedere e lei, approfittando del momento, si girò e diede un calcio nelle parti basse di quel demone, che gemette di dolore. Questo però scatenò anche l’ira di quell’essere, che con rabbia, si avventò sulla salvatrice, buttandola a terra e con forza la tenne giù. Ringhiava rabbiosamente e per vendicarsi del torto subito, le morse  brutalmente il braccio con cui la donna cercava disperatamente di liberarsi. Emma strinse i denti dal dolore, attendendo il momento in cui le avrebbe fatto di peggio, desiderando che  quell’essere la lasciasse morire nel fuoco. Voltò il capo di lato non volendo più guardare in volto il mostro che l’avrebbe uccisa, ma quello che videro i suoi occhi, fu peggio.

Era di nuovo lì davanti a lei, questa volta ancora più mal ridotta delle altre volte e la osservava. Il suo volto era inespressivo. Non vi era odio nel suo sguardo questa volta, ma nemmeno una emozione era visibile nei suoi occhi, che continuavano ad essere azzurri come quelli di Killian, l’unica cosa di umano che le era rimasto. Era come se quell’ambiente avesse completamente annullato la bambina che era.

Allungò un braccio verso la sua direzione, nonostante il suo aspetto avrebbe voluto accarezzarla e dirle per l’ultima volta che l’amava, ma la sua visuale cominciò a scurirsi e i suoi sensi ad affievolirsi, finchè il buio si impossessò di lei.

 

Killian cercò di ignorare il dolore alle parti bassi, dove Emma, non riconoscendolo, l’aveva colpito. Il dolore dell’impatto fu tanto, da non riuscire ad aiutare la donna, quando vide che c’era qualcosa che non andava. Vedeva che continuava a dimenarsi, finchè non vide sul suo volto, un’espressione che le aveva visto più volte sul volto. Un urlo trattenuto si poteva benissimo leggere nei suoi lineamenti.

Fu allora che, avvicinandosi, vide del sangue uscire dal suo braccio, nonostante la giacca rossa, era ben visibile, soprattutto sul pavimento del molo.

“Emma!” urlò spaventato per l’ennesima ferita comparsa dal nulla.

La raggiunse immediatamente e cercò di svegliarla, ma i suoi tentativi furono inutili e la vide allungare il braccio verso la sua destra, come se volesse raggiungere qualcosa o qualcuno, dopo di chè la vide perdere i sensi.

Il panico si impossessò di lui, quando vedeva il sangue continuare a fuori uscire dal braccio.  Con l’aiuto del gancio, le strappò la manica per vedere l’entità della ferita. Dovette ripulire alla meglio il sangue per capire qualcosa e notare infine un enorme morso sull’intero avambraccio. Un morso che non riusciva a ricondurre a nessun animale che conosceva. Doveva essere qualcosa di diverso e Killian era sicuro che fosse opera di un demone tipo quello che aveva divorato lui, solo di misure decisamente più piccole.

Vide un’altra cosa che non gli piacque affatto. Un alone viola intorno a ogni buco provocatogli dal dente.

“No, Emma!” gridò l’uomo, prima di prendere in braccio il suo corpo inerme.

 

Regina,Robin e i Charmings erano ancora nello shop di Gold a discutere, cercando di capire perché l’incantesimo di scambio dei poteri non aveva funzionato, ma nemmeno l’ex signore oscuro riusciva a risolvere questo enigma. Se la salvatrice non era in dolce attesa, solo una cosa poteva voler dire. L’incantesimo non si poteva fare.

La porta del negozio si aprì con forza, tanto che alcuni oggetti, situati dietro l’uscio caddero a terra, rompendosi. Tremotino non ebbe nemmeno il tempo di insultare il pirata che l’uomo chiese aiuto.

Non aveva pensato un solo secondo di portare Emma in ospedale, la magia di Regina sarebbe stata più rapida e indolore, proprio come era successo le altre volte in cui Emma era stata ferita nei suoi viaggi agli inferi.

Snow e David circondarono subito Killian, allarmati dal corpo privo di sensi della figlia e quando  il pirata la posò sul letto che c’era nel retro del negozio, subito furono sulla loro bambina.

Regina li spinse da parte, cercando di far respirare la donna, dopo di chè provò a curarla.

“Che succede Regina, perché non ci riesci?” chiese Killian allarmato, quando vide che la magia della donna non aveva effetto.

“Non lo so!” disse Regina confusa, osservando il volto contorto dal dolore della salvatrice.

“Cosa è successo?” chiese invece Gold.

“eravamo sulla Jolly roger quando…quando deve essere stata imprigionata in un'altra visione e…poi non so spiegarmi come, ma ciò che cadeva in mare, diventava cenere e la mia nave ha preso fuoco. Sono riuscito a trarre in salvo tutti e due, ma lei era come se stesse combattendo contro qualcuno anche quando l’ho lasciata andare. All’inizio pensavo si dimenasse perché sentendo la mia presa, nella sua visione venivo rappresentato in qualche altra forma che l’ha spaventata, ma anche dopo, ha continuato a dimenarsi, come se ci fosse davvero qualcuno e poi, è apparso quel morso!” disse Killian in fretta e furia.

“Le cose si mettono male. Se la tua nave ha preso fuoco nella sua visione e anche nella realtà, significa che le cose si stanno realizzando anche per chi non ha poteri. Ci è rimasto poco tempo prima che tutto sia perduto!” disse Gold preoccupato.

“Non mi interessa di questo ora, perché Emma non guarisce?” chiese Killian.

“Per lo stesso motivo. Tutto sta diventando molto più reale, tanto che nemmeno la magia può curare qualcosa inflitto da qualcuno più forte della magia comune. La ferita della salvatrice è infetta e se non si trova un modo per curarla, finirà anche lei agli inferi e presto o tardi anche noi con lei!” disse nuovamente Gold.

“Ci deve essere un modo per curarla. Non possiamo arrenderci!” disse Snow.

“Mia moglie ha ragione. Ne abbiamo affrontate di situazioni critiche e ce l’abbiamo fatta!” disse David.

“Mi  dispiace, ma il vostro ottimismo al momento non serve a risolvere la situazione e vi faccio notare, che qualsiasi cosa affrontata fino ad ora, non è niente rispetto agli inferi su questa terra!” disse Gold.

“L’oscurità di sei anni fa? Vuoi farmi credere che non era una situazione disperata?” chiese Robin che fino a quel momento era stato zitto.

“No, ce la siamo cavati per un pelo anche in quel contesto, hai ragione, ma…secondo te da dove viene l’oscurità? Probabilmente quello era solo un anticipo di quello che sta venendo ora!” disse Gold.

“Questo significa che proprio come allora, la luce è l’unica cosa che può porre rimedio a tutto questo! Quindi Emma può essere salvata solo dal potere di un salvatore!” disse Regina preoccupata per quello che avrebbe potuto significare.

“è molto probabile!” disse Gold “Dopo tutto solo loro possono evitare la catastrofe e questi sogni e visioni lo confermano!”

“Ma se queste visioni vogliono metterci all’erta contro questo nemico, perché cercare di uccidere Emma e Roni?” chiese Snow confusa.

“Non avete ancora capito? Questi sogni e visioni non sono un avvertimento di ciò che accadrà. Sta già accadendo, ma solo loro possono vederlo e viverlo al momento e prendendo la palla al balzo, chi ha da guadagnarci con questo squilibrio, fa l’unica cosa che farebbe chiunque non vuole vedere i suoi piani andare in fumo!” disse Gold.

“Uccidere chi può fermare tutto!” disse David, spostando il suo sguardo su Emma che aveva preso ad agitarsi.

“Proprio così! Roni ed Emma sono in costante pericolo e noi purtroppo dipendiamo da loro!” disse Gold, poco contento della cosa, volendo aiutare sé stesso con le proprie mani.

“David, sta bruciando!” disse Snow accarezzando la fronte della figlia, che era diventata pallida come un lenzuolo, mentre le sue guance erano rosse per la temperatura alta.

“Mamma!”  disse una vocina dietro di loro, che li fece voltare tutti.

Alice e Roni erano lì, apparse dal nulla grazie ai loro poteri.

Robin si mise davanti a loro, per impedire soprattutto ad Alice di vedere sua madre.

“Cosa ci fate qui? Dovreste essere a scuola!”

“La mia sorellina e la mia mamma stanno male e solo Roni può curarla!” disse la bambina spaventata.

“Come fai a sapere…” cominciò Robin, ma Regina lo interruppe e avvicinandosi alla sua bambina e abbassandosi alla sua altezza, le prese le mani e le disse “Roni, dovrai fare una cosa molto difficile tesoro, ma so che puoi farcela!” ci fu un attimo di paura, per permettere a Regina di capire le emozioni della bambina, poi continuò “Devi curare Emma con i tuoi poteri!” le spiegò Regina e subito la donna potè leggere sul viso della bambina la paura di sbagliare.

Regina si odiava per la grande responsabilità che le stava dando, ma odiava ammetterlo, era la loro unica possibilità.

Regina prese per mano Roni e la condusse verso Emma, che in preda a degli incubi, si dimenava e gemeva.

Killian aveva preso in braccio la figlia, vedendola visibilmente spaventata e con le mani sulle orecchie come a voler coprire i gemiti della madre.

La cullava e le sussurrava che tutto sarebbe andato bene, ma non fermarono le lacrime che cominciarono a scendere sul suo viso.

“Stanno male papà, dobbiamo aiutarle!” disse la piccola, aggrappandosi al suo collo.

“La mamma è forte, andrà tutto bene, vedrai!” le disse dolcemente, non staccando però gli occhi da Emma.

Roni si ritrasse quando le venne mostrata la ferita della salvatrice, che era molto peggio di come era precedentemente. Sembrava che l’infezione si stesse espandendo velocemente. Non c’era tempo da perdere.

Regina spiegò alla bambina come doveva fare e Roni provò a seguire le sue istruzioni. Il suo visino si contorse per la concentrazione e le sue mani ad un certo punto si illuminarono. Tutti erano in attesa trepidante di vedere che finalmente la magia della bambina aveva effetto, ma presto capirono che le loro speranze furono vane.

Roni abbasso le mani e cominciò a piangere.

“Mi dispiace, non riesco!” Regina l’abbracciò e le disse che non faceva niente, ma Roni aveva capito la situazione e disse “Non è vero. È colpa mia se Emma morirà, non sono capace di usare i miei poteri!”

Fu in questo istante che Snow intervenne, facendole comprendere con non era minimamente colpa sua.

Vedendo che la mamma di Emma non era arrabbiata con lei per il suo fallimento, si calmò un po’.

“Perché non provate voi due a scambiare i poteri!” disse Gold a Regina, facendola sussultare.

“No, non sappiamo quali effetti possa avere quell’incantesimo. Non metterò mia figlia in pericolo!” disse la donna.

“Non mi pare che ti sia posta il problema prima. Con la salvatrice eri disposta a rischiare!” disse Gold.

“Perché è stata Emma stessa a voler provare, non l’avrei minimamente costretta a fare niente del genere!” disse Regina, arrabbiandosi per l’accusa.

Gold però sorvolò sul pensiero della donna e disse cosa avrebbe fatto quell’incantesimo a Roni.

Roni guardò Emma, guardò la sua amica Alice e poi sua madre “Mamma, voglio provare. Voglio aiutare Emma!”

Tutti erano in attesa della risposta della donna, ma Regina era ancora titubante e, vedendo questo, Gold scosse la testa.

“è inutile Regina. Se non sei convinta anche tu, l’incantesimo non avrà effetto!” disse Gold.

Regina guardò tutti i presenti, compresa Emma. Le si strinse il cuore a vederla in quelle condizioni, ma fu lo sguardo supplichevole di Alice a convincerla.

“D’accordo, facciamo l’incantesimo!”

 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: Neko