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Autore: Neko    05/08/2018    1 recensioni
Si ritrovò in un posto oscuro. Un buio così pesante da poterlo quasi toccare. Si sentiva accapponare la pelle. Si abbracciò come a cercare conforto e chiamò a gran voce i nomi delle persone che amava. Nessuna voce rispose però al suo richiamo.
Tutto continuava a essere avvolto dall’oscurità. Poi dei lamenti si alzarono nell’aria, interrompendo quel silenzio innaturale che la circondava, ma che rimpiangeva nel sentire quei gemiti di disperazione e di dolore… Si svegliò di soprassalto, con la fronte ricoperta di sudore e una tremenda sensazione di angoscia.
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 14

 

“D’accordo, facciamo l’incantesimo!” disse Regina.

Aveva paura, ma doveva tentare e soprattutto avere fiducia in sua figlia. Quella bambina di sei anni, quel miracolo che non credeva che sarebbe mai stato possibile, era riuscita a sorprenderla. Si domandava come e dove trovava il coraggio di affrontare un qualcosa, che spaventava anche gli adulti.

Forse era la sua natura di salvatrice o semplicemente il suo buon cuore.

Regina si inginocchiò e afferrò le mani della bimba e attuarono quell’incantesimo, che si era dimostrato nullo fino a un momento prima.

Tutti notarono la differenza rispetto a prima. Questa volta i poteri della magia di luce, lasciarono il corpo del proprietario e dopo aver intrapreso una danza con la magia di Regina, ogni magia, entrò nel corpo “sbagliato”.

L’incantesimo era riuscito.

“Vi sentite bene?” chiese Robin preoccupato. Ricevette una risposta affermativa da Roni, la quale non sentiva una grande differenza. Avvertiva una magia diversa circolarle in corpo, ma non era fastidioso, era invece piacevole. Non aveva dubbi che quei poteri fossero di sua madre. Sentiva lo stesso calore di quando sua madre l’abbracciava.

Regina invece era ancora a terra e si guardava le mani. La magia scoppiettava, proprio come quando Emma ne perdeva il controllo.

Sentiva un’energia incredibile, troppa da sopportare. Si sentiva come se stesse per scoppiare e giunse le mani spaventata dall’idea di fare del male a qualcuno.

Robin l’affianco subito, ma appena la toccò, una bagliore di luce lo sbalzò a terra.

“Robin!” sussurrò tremante, cercando di respirare per mantenere il controllo di quella magia.

“Va tutto bene!” disse subito Robin “Non mi sono fatto niente!”

Prese a respirare più velocemente. Sentiva che non avrebbe resistito ancora a lungo prima che un’altra ondata di magia sarebbe uscita fuori dal suo corpo.

“Devi sbrigarti Regina. È una magia instabile, ma puoi ancora farcela!” disse Gold.

Regina  non lo stava ascoltando. Aveva troppa paura di cosa avrebbe potuto fare quel potere. Doveva curare Emma, ma temeva di ucciderla.

“Ti prego Regina, so che puoi farcela!” disse Killian disperato “Solo tu puoi aiutare Emma!”

Regina scosse la testa stringendo ancora di più le mani, portandosele al petto. Ci furono parole di incoraggiamento da parte di tutti, ma solo una voce riuscì a persuaderla. Era debole e aveva pronunciato semplicemente il suo nome, ma il dolore intriso in quell’unica parola, la distrassero a tal punto da dimenticarsi della pericolosità della magia.

Emma si era svegliata e anche se aveva la testa annebbiata dal dolore al braccio e dalla febbre, comprese cosa stesse succedendo e lei voleva solo che quel dolore cessasse.

“Re-gi-na!” disse, quando riuscì a trovare la forza di pronunciare quel nome e cercò di mantenere gli occhi aperti per guardare l’amica, cosa che le riuscì solo per poco, prima di riperdere i sensi.

Le stava chiedendo aiuto. Regina poteva benissimo leggerlo nei suoi occhi ancora più verdi circondati da quell’alone bianco che caratterizzava il suo volto.

La donna si alzò in piedi, in un momento in cui sentiva di potercela fare e si avvicinò al letto della sua migliore amica, posandole le mani sul suo braccio.

Provò a concentrarsi e a curarla come avrebbe fatto con i suoi poteri, ma non ci fu alcun risultato.

Prese un respiro profondo e si concentrò su quello che la magia bianca significava: amore.

Pensò al bene che provava verso la sua famiglia, ai suoi amici e a Emma. Sentì il suo desiderio di salvare tutti e in quel momento tutto dipendeva da lei.

La magia prese a uscire dalle sue mani ed avvolse la salvatrice. Ci volle un po’ di tempo, ma l’infezione cominciò a sparire, ma non riuscì a far durare la magia abbastanza a lungo da riuscire a curare la salvatrice completamente.

Emma cominciò a muoversi e questa volta i suoi occhi erano più vigili. Si sentiva ancora stordita e aveva ancora dolore al braccio, ma non si sentiva morire come pochi istanti prima. Provò a tirarsi su, ma la stanchezza che provava era troppa e si lasciò cadere sul cuscino.

“Posso avere un po’ d’acqua?” chiese con voce bassa.

Gold sorrise e annuì lievemente e si allontanò un istante.

Snow abbracciò Regina “Ce l’hai fatta, l’hai curata!”

“Non avevo dubbi che ci saresti riuscita!” disse Robin sorridendo.

Killian lasciò Alice a terra per permetterle di andare dalla madre e abbracciarla stretta stretta, mentre lui afferrò il bicchiere portato da Gold, per aiutare Emma a bere.

La tirò leggermente su in modo da non strozzarsi e gli portò alla bocca il bicchiere il prezioso liquido.

“Quante volte te lo devo dire di smetterla di farmi prendere questi infarti?” chiese Killian sorridendole, ma Emma poteva vedere che non era un vero sorriso.  Era uno di circostanza per rassicurarla, ma il suo volto era ancora intriso di preoccupazione e paura.

“Ora riposa un po’ love. Mi prenderò io cura di te!” disse spazzolandole i capelli attaccati al viso a causa del sudore.

La donna non se lo fece ripetere due volte e si addormentò.

 

Si ritrovò in un posto tetro e raso al suolo.

Non poteva crederci di esserci finita veramente. Quella era Storybrooke.

Non vi era niente altro che macerie, tutto il resto, anche se inquietante era silenzio.

Un silenzio quasi assordante, ma non così spaventoso come si sarebbe immaginata.

Camminò per le strade disseminate di pietre e oggetti vari, ma non vide niente altro.

Cominciava a essere confusa. Se quello era il posto dove Emma e Roni finivano sempre quando si addormentavano, dove erano i cadaveri e i demoni. Non che impazzisse all’idea di vederli, ma se tutto era così non capiva di cosa dovessero avere paura, o meglio non capiva Emma di cosa avesse tanta paura. Però qualcosa doveva essere presente, se non niente spiegava quanto stesse succedendo alle due salvatrici.

Ad un tratto un forte ruggito si alzò nell’aria, talmente forte e spettrale, che cominciò a sentire quei brividi che si aspettava di sentire.

Poi la terra cominciò a tremare. Voragini si aprirono lungo la strada, uno sotto ai suoi piedi e ci sarebbe finita dentro, se una presa salda  non l’avesse fatta spostare.

Si liberò dalla presa spaventata, rilassandosi quando riconobbe la figura che l’aveva appena salvata.

“Emma!” disse stupita, non sapendo nemmeno il perché. Avrebbe dovuto immaginare che ci avrebbe trovato pure lei.

“Benvenuta nei miei incubi!” disse la donna, prima di farle cenno di seguirla.

Andarono nel bosco, luogo che la salvatrice aveva appreso essere il più sicuro, sebbene non privo di pericoli.

“Quindi è questo quello che Roni sogna?” chiese Regina.

Emma annuì “Si, ma di solito è meno tranquillo. Non ho visto demoni o cadaveri e…non so spiegarmi la motivazione, ma…spero continui così!” disse la salvatrice, per poi portarsi una mano al braccio ancora ferito e facendo una smorfia.

“Scusa, non sono riuscita a curarti a dovere!” disse Regina.

Emma scosse la testa “Va bene, mi hai salvato e ti sarò grata in eterno. Questo guarirà o mi curerò una volta che sarò di nuovo me stessa!” disse, per poi sedersi a terra, appoggiandosi a un albero, esausta.

“Stai bene?” chiese Regina inginocchiandosi e poggiando una mano sul suo ginocchio.

“Si, credo solo di avere ancora un po’ di febbre!” disse Emma sincera, chiudendo gli occhi e poi rivolgendo l’attenzione al sindacò, disse “come ti senti con i poteri di un salvatore in corpo?” le domandò, notando che le sue mani di tanto in tanto scintillavano.

“Devo essere sincera, non so come tu e Roni facciate a sopportare una tale potenza, mi sento esplodere!” disse sincera il sindaco.

“Questione di abitudine. L’ha detto Gold che ogni corpo è fatto per adattarsi a un tipo specifico di magia. Il tuo non è predisposto per la magia di un salvatore!”

“Vero, ma il mio scopo lo ottenuto. Ho evitato che Roni finisse di nuovo qui!” disse Regina.

“Strano però, non mi sembra che fosse ancora sera. Io so di essermi addormentata a causa del mio stato, ma tu…perché ti sei addormentata?”

Regina sussultò, non ricordava che fosse successo “In realtà, l’ultima cosa che ricordò è che eravamo tutti da Tremotino al tuo capezzale e poi, eccomi qui!” disse, prima di sussultare quando un nuovo ruggito si innalzò nell’aria, questa volta seguito da delle urla di terrore, sebbene in lontananza.

“Ok, comincio a capire perché tu sia spaventata da questo luogo. Se mi terrorizzano i soli suoni, figuriamoci chi li emette!” disse Regina  abbracciandosi, per cercare di calmare i brividi che sentiva percorrerle il corpo.

Emma sorrise, ma non era un sorriso divertito, ma dispiaciuto.

“Come si esce di qui?” chiese il sindaco.

“Bisogna aspettare che ci si svegli naturalmente o che qualcosa ci spaventi a tal punto da farci svegliare e purtroppo, non ho mai sperimentato la prima ipotesi.

“Quindi dobbiamo stare qui, finchè qualcosa non terrorizzi a morte?”

Emma annuì.

“Emma!”  disse una voce che attirò l’attenzione delle due donne. Regina si alzò in piedi di scatto quando vide cinque anime, avvicinarsi a loro, non piacevoli da guardare.

Emma, seguì il suo esempio, ma non per difendersi, ma per calmare la donna.
“Tranquilla, direi che forse sono le  uniche persone di cui possiamo fidarci in questo luogo!” disse Emma, facendo ricordare all’amica, quanto detto da Roni, su persone che le avevano in qualche modo aiutate.

“Loro sono Walter, Lucas, Leuca, Sarah e Alvin! Siamo diventati praticamente compagni di avventura. Me li ritrovo spesso nei miei sogni!” disse Emma.

Le cinque anime però non sembravano interessate al nuovo arrivo.

“Il tempo sta per scadere salvatrice. Ti devi muovere!” disse Alvin serio.

Bhe…sarò felice di muovermi quando mi sveglierò, non mi sentirò uno schifo e…cosa non meno importante, sarete stati chiari una volta per tutte. Quali sono queste cinque terre di cui necessitiamo delle scintille. Noi siamo arrivati a capirne quattro, qual è la quinta?” chiese Emma.

“Ce l’hai davanti ai tuoi occhi!” disse Sarah semplicemente.

“Che cosa vorrebbe significare questo? e quali sono gli elementi che dobbiamo recuperare?” provò Regina, ma non ottenne risposta, al contrario, vide le anime scomparire, un attimo dopo essersi guardati terrorizzati.

Emma si guardava spaventata. Riconosceva il suono che si era alzato nell’aria. Battito di ali.

 Regina invece guardava la donna e poi attorno a sé senza però vedere niente “Da dove proviene questo suono? Io non vedo niente!” disse il sindaco.

“Questo perché non stai guardando nella giusta direzione!” disse Emma indicandole il cielo.

Regina vide in quel momento uno stormo di uccelli che ruotavano in cerchio.

“Sono scappati per un mucchio di corvi?” chiese Regina, speranzosa che quelli fossero veramente quello che diceva di essere, ma lo vedeva lontano un miglio che la grandezza non corrispondeva. Guardo Emma, cercando di mantenere la calma, cosa che non riuscì tanto bene quando la salvatrice, le disse di correre e non fermarsi per nessuna ragione.

Le due donne presero a correre, stando attente a non inciampare. Sapevano infatti che se fossero cadute, difficilmente sarebbero scappate da un destino terribile.

“Quelle sono arpie?” chiese Regina, che era riuscita a lanciare un’occhiata dietro di lei.

“Si!” disse Emma ansimando per la corsa.

“Perché stiamo correndo e non le affrontiamo?” chiese Regina.

“Perché l’ultima volta sono a malapena sopravvissuta a un attacco di quei mostri ed erano solo in dieci, ora c’è uno stormo intero e, fidati due salvatrici non basteranno!”

“Staremo a vedere!” disse Regina, non ascoltando Emma e fermandosi,  aspettando che il maggior numero di quegli uccellacci si avvicinassero a lei.

“Regina!” gridò Emma, stupita da una tale avventatezza dell’amica, ma rimase ancora più sorpresa dopo.

Regina stese le mani avanti, ancora scoppiettanti di magia e abbandonandosi a quella energia che le chiedeva di scatenarsi da lei e che fino a quel momento aveva trattenuto, sprigiono un enorme onda di energia bianca che atterrarono molte arpie, mentre le altre, intimorite, batterono in ritirata.

Emma era incredula e senza parole e con rabbia, si avvicinò a Regina.

Bhe Emma, è stato più facile di quanto credevi!” disse la donna sorpresa anche di se stessa e si guardò le mani e vide che la magia in eccesso era sparita, in quel momento si sentiva quasi bene.

“Regina, hai idea di quello che hai fatto? Quello che facciamo qua, si ripercuote anche nella realtà la maggior parte delle volte e non sai se…” non terminò la frase che sentirono qualcos’altro, qualcosa che ad Emma fece accapponare la pelle e attirato dalla magia di luce.

“Questo che cosa è?” chiese Regina, non afferrando le parole di Emma.

“Qualcosa che non possiamo affrontare! Regina, ti ricordo che ora sei una salvatrice e puoi morire. Non tentare più la fortuna, ma corri e basta!”

Regina annuì e lei ed Emma si girarono per cominciare nuovamente a scappare, ma purtroppo per loro si ritrovarono circondate da anime arrabbiate e da demoni di qualunque genere.

Regina ora era davvero spaventata e in pochi istanti, lo fu ancora di più quando un demone gigantesco, comparve facendosi strada nella foresta, abbattendo gli alberi. Era lo stesso che aveva divorato Killian qualche sogno precedente di Emma.

La salvatrice non sapeva come tirarsi fuori da quella situazione e Regina non era da meno. Non sentiva più la magia in sé, forse troppo spaventata.

“Adesso sarebbe fantastico potersi svegliare!” disse Emma, prima di vedersi arrivare addosso diversi demoni. Due erano proprio prossimi a fiondarsi su di loro e la salvatrice, alzando le mani al cielo, creò uno scudo di protezione.

“Cosa facciamo adesso?” chiese Regina, vedendo demoni e anime scontrarsi contro la barriera, cercando di scavarsi un buco per entrare.

Emma non rispose, troppo concentrata nel mantenere attiva la barriera, l’unica magia che rispondeva esattamente come lei voleva e non in maniera più debole del solito.

Un altro demone si scontrò ferocemente contro la barriera, venendo poi scaraventato lontano, ma quello che non avevano calcolato era la potenza del mostro gigantesco che in quel momento si stava preparando a colpire lo scudo con un pugno. Regina ed Emma videro il pugno piombare loro addosso dall’alto, finchè lo scudo non si frantumò e schiacciò le due donne.

 

 

 

 

  
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