Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Segui la storia  |       
Autore: Shireith    19/08/2018    1 recensioni
«Vuoi essere la mia Ladybug?»
«La tua chi?»
«La mia Ladybug! La mia partner. Due supereroi che la notte di Halloween difendono i deboli e gli innocenti dai cattivi, portando caramelle ai bambini buoni.»
Marinette pensò che quel bambino dovesse averne davvero tanta, di fantasia, ma doveva ammettere che c’era qualcosa in lui che l’attirava. Aveva un sorriso raggiante, di un’intensità pari a quella del sole. Era comparso dal nulla, l’aveva salvata da quei bulli e adesso blaterava idee strane sui supereroi – strane, già, ma anche divertenti, motivo per cui accettò. «Va bene.»

{Adrien/Marinette, Nino/Alya, side!Chloé | Volleyball!AU}
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Epilogo
   

   
31 ottobre 2017, lunedì,
ore 21:27, Parigi

 Entrando all’interno della palestra che ospitava la festa, i due ragazzi la trovarono gremita di loro coetanei.
  «Vedi? Te l’avevo detto che avremmo fatto tardi» la canzonò Adrien con tono affettuoso.
  Allacciando le braccia al petto, Marinette scattò sulla difensiva. «La festa non è mica finita: siamo solo un po’ ritardo.»
  «Sì, ma ci hai messo mezz’ora per sistemarti i capelli ed è stato tutto tempo sprecato, visto che sei ritornata alla prima acconciatura che avevi provato. Acconciatura che io avevo approvato. Avresti dovuto darmi retta, o hai forse dimenticato che mio padre è lo stilista più famoso di tutta Parigi?» si pavoneggiò con finta boria.
  «Dovresti essere tu a ricordare chi è il mio, di padre, perché una semplice parola della sottoscritta basterebbe a negarti i dolci che tanto ami per sempre
  Adrien parve seriamente terrorizzato all’idea. «Non posso credere che una persona che dice di volermi bene possa essere tanto irragionevole!»
  Marinette gli scoccò un’occhiata scettica: aveva forse dimenticato che tipo era suo padre, Adrien? Oppure il divieto di uscire di casa era più razionale del divieto di mangiare i dolci di suo padre?
  Qualunque fosse la risposta, Marinette aveva paura di conoscerla.
  «Awww
  «Ed è tutto merito nostro.»
  Marinette e Adrien si volsero nello stesso istante e incontrarono le figure dei loro più cari amici, che ora avevano l’aria di una di quelle coppie che, con alle spalle anni e anni di relazione duratura, squadrano dall’alto in basso gli amori appena formatisi.
  Quando Marinette lo portò alla loro attenzione, Alya si fece scivolare addosso la spiritosaggine dell’amica come fosse acqua e, mani sulle anche, commentò: «Dove sarebbero ora se non fosse stato per noi, Nino?»
  «“Marinette, sei l’amica migliore del mondo!"» scimmiottò Nino nel chiaro tentativo di schernire Adrien, seppur sempre con affetto.
  L’altro assottigliò gli occhi e aggrottò le ciglia in un’espressione annoiata. «Ah-ah.»
  «Dai, scherzo» replicò Nino, dandogli una pacca amichevole sul braccio. «Però, davvero, dovete ammettere che ce ne avete messo di tempo.»
  «È quello che ho sempre detto io» lo spalleggiò Alya. «Anche Camille è d’accordo. Pensa, un po’ di tempo fa mi ha detto che questi due si fanno gli occhi dolci da settimane, ormai.»
  «Ehm… sì. Prima cosa: noi due siamo qui. Seconda cosa: da quando tu e Camille parlate di me alle mie spalle?»
  «Uhm, da un po’, forse. Ma tranquilla, mi ero ripromessa che te l’avrei detto non appena ti fossi dichiarata ad Adrien.»
  «E se non fosse mai successo?» ribatté l’altra.
  «In quel caso te l’avrei detto quando, zitella e con quattordici gatti, avresti pianto alla notizia del matrimonio di Adrien con una bellissima donna dell’alta società.»
  «Wow, grazie.»
  «Perché quattordici gatti?» fu la domanda di Nino che rimase ignorata.
  Sul volto di Alya, ancora puntato su Marinette, si disegnò un’espressione sorniona. «Be’, vorrà dire che rimarrà una storia da raccontare un giorni ad Emma, Hugo e Lo—»
  Marinette scattò sull’attenti non appena capì le intenzioni dell’amica. «Alya! Non eri tu quella che moriva dalla voglia di venire alla festa? Su, andiamo.» E così dicendo la trascinò con sé mentre Alya ancora ridacchiava.
  Adrien scoccò a Nino un’occhiata perplessa. «Tu hai mica capito qualcosa?»
  «Macché.»
  Confusi, i due ragazzi si arresero all’idea che probabilmente non avrebbero capito né ora né mai e si apprestarono a raggiungere le rispettive dame.
  Guardandosi attorno, Adrien constatò tra sé e sé di essere ancora più fiero del lavoro di Marinette di quanto non lo fosse già.
  Quello stesso giorno, dopo la finale che i Gatti Neri avevano disputato e vinto, Adrien non si era aspettato di rivedere Marinette così presto. La ragazza l’aveva raccolto fuori dagli spogliatoi e gli aveva parlato della festa di Halloween della scuola, chiedendogli, con due guance che le andavano a fuoco, se volesse partecipare.
  Al di là del fatto che Marinette gradiva molto la sua presenza, la ragione principale era che ci teneva che Adrien vedesse una certa cosa: quando aveva dovuto scegliere il tema della festa, aveva trovato l’ispirazione proprio grazie ad Adrien.
  Benché una parte di lui stentasse ancora a crederci, lui e Marinette erano di nuovo Chat Noir e Ladybug, i due supereroi fittizi cui la sua immaginazione aveva dato vita quella stessa sera di dieci anni prima.
  Tutti, in quella stanza, erano dei supereroi. L’idea di Marinette era stata proprio quella che ognuno dovesse dar vita al proprio supereroe personale e interpretarlo come meglio desiderava.
  Marinette e Adrien, come tanti altri lì dentro, non indossavano una versione classica di quello che sarebbe stato il loro costume, bensì Marinette li aveva reinterpretati come abiti da sera.
  Quello che indossava lei quella sera la faceva sembrare più bella che mai, fasciando le sue curve come un guanto in grado di adattarsi a tutte le dimensioni e misure. Adrien non aveva mancato di farglielo notare non appena gliel’aveva visto indosso, e Marinette era arrossita fino alla punta delle orecchie.
  Ma quella era semplicemente la verità. Anche ora, nel bel mezzo di centinaia di studenti e studentesse che sfoggiavano gli indumenti più variegati, Adrien non poteva che pensare che la più bella fosse comunque lei.
  I due ragazzi erano nel bel mezzo di una conversazione quando furono raggiunti e interrotti da Alya, Nino, Margot e Felix. Poiché questi ultimi ancora non conoscevano Adrien e Adrien non conosceva loro, Alya fece le presentazioni. E se né Adrien né Marinette ancora avevano qualche timore a definirsi l’uno il ragazzo dell’altra, Alya, evidentemente, non aveva lo stesso problema. Quando arrivò il momento di presentare Adrien, infatti, lo introdusse come il ragazzo di Marinette.
  La ragazza avvampò e non proferì parola, limitandosi a scoccare un’occhiata omicida all’amica. Adrien, invece, seppur anche lui in imbarazzo, si massaggiò la nuca e disse: «Ah, non so se possiamo già definirci così…»
  «Amico, se l’ha detto Alya, ormai è già deciso» intervenne Nino, che conosceva la ragazza abbastanza bene da sapere che la sua parola equivaleva a quella di un’entità superiore ed era perciò inconfutabile.
  Circa nello stesso momento, approfittando della distrazione di Adrien, Margot strizzò l’occhio a Marinette e rivolgendo un cenno del capo al giovane mimò con le labbra: complimenti.
  Marinette, seppur ancora in imbarazzo per poco prima, non poté fare a meno di sorridere. Poi ruppe il silenzio che si era venuto a creare domandando dove fosse Leo, avendo notato la sua assenza già da prima.
  Alya sorrise divertita. «È questo il bello» disse, e le indicò dove guardare puntando un dito.
  Marinette fece viaggiare lo sguardo e sgranò gli occhi con sorpresa non appena vide che Leo stava ballando con niente poco di meno che Chloé.
  «Alya mi ha detto che ha un bel caratterino» commentò Margot.
  «Oh, eccome» rispose Marinette.
  «Come fa quel ragazzo ad aver chiesto un ballo a Chloé e ad essere ancora vivo?» ironizzò Nino.
  Anche Adrien era sorpreso. Oltre ad avere un carattere molto particolare – non che fosse una cosa completamente negativa –, l’amica d’infanzia aveva non poche difficoltà ad andare d’accordo con le persone, in particolar modo con i loro compagni di scuola. Per questo lo stupiva che avesse detto di sì all’invito di uno di loro a ballare.
  Quando lo fece presente ad alta voce, Margot abbozzò un sorriso e disse: «Non ti sorprenderesti troppo se conoscessi Leo: quel ragazzo sarebbe capace di strappare un ballo anche al preside.»
  «La aggiungerò alla lista di cose che non voglio vedere» scherzò Adrien.
  Proprio in quel momento, la canzone si fermò, e il gruppo vide Chloé e Leo scogliere l’intreccio.
  Marinette intercettò lo sguardo di Adrien fissare con eloquenza l’amica di vecchia data, perciò attirò la sua attenzione con una gomitata gentile sul braccio gli disse: «Perché non vai a parlarle?»
  Marinette – non era di certo un segreto – non era una grande sostenitrice di Chloé, né era in grado di comprendere a pieno come Adrien riuscisse a gestirla. Ma non era necessario che capisse. Era sufficiente sapere che Adrien ci teneva a lei per offrirgli tutto il supporto di cui era capace.
  Non riusciva a immaginare un modo in cui lei e Chloé sarebbero mai riuscite ad andare d’accordo, ma neanche questo era importante: a patto che non si fosse intromessa nella loro relazione – non che Marinette desse per scontato che ciò potesse succedere, tutt’altro –, lei non era nessuno per contestare le scelte di Adrien.
  Il ragazzo le sorrise e fece come gli aveva consigliato. «Torno presto» promise, e s'apprestò a raggiungere Chloé.
  Marinette non poteva sentire che cosa si stessero dicendo i due per via della lontananza, ma dai loro volti ne dedusse che stava andando bene. Quando Adrien fece ritorno da lei, infatti, era chiaramente soddisfatto.
  «Com’è andata?» gli domandò.
  «Bene, ma i dettagli te li racconto dopo. Intanto, poiché ci troviamo a un ballo…» disse, tendendole una mano galante.
  Marinette non se lo fece ripetere due volte. Sorridendogli, accettò l'invito di buon grado e lo seguì sulla pista da ballo, ignorando volutamente gli sguardi compiaciuti di Nino e Alya.
  Sin dal giorno in cui aveva sviluppato un’infatuazione per Adrien, Marinette, in nome della sua timidezza, non aveva fatto altro che sforzarsi di evitare di arrossire o balbettare in maniera troppo evidente. Tuttavia, se agli albori della loro amicizia non erano stati che conoscenti, adesso, a seguito di interi pomeriggi passati a stretto contatto l’uno con l’altra, Marinette poteva vantare una svariata dose di informazioni sul conto di Adrien. Era a conoscenza dei suoi pregi come dei suoi difetti, delle sue preferenze come delle sue insicurezze. Gli voleva un bene dell’anima, lo amava, e, nonostante la giovane età, poteva giurare di voler spendere il resto dei suoi giorni in sua compagnia.
  Erano questi i suoi sentimenti e lo sapeva bene, non se ne vergognava. Perciò, non più solo la logica ma anche il suo stesso cuore non vedevano più ragione nel comportarsi come se fosse ancora una delle tante fan di Adrien.
  «Comunque,» esordì, guardandolo dritto negli occhi, «riguardo a quello che ha detto prima Alya, non mi dà fastidio definirti il mio ragazzo. Sempre se non ti scoccia, sia chiaro....»
  Adrien le regalò un sorriso carico d’affetto. «Certo che no, ragazza
  «Allora è deciso, ragazzo
  E per un po’ portarono avanti la loro danza in silenzio, Adrien che eseguiva movimenti ondulatori in circolo e Marinette che seguiva il suo andamento senza opporsi, avvertendo nella sua stretta un senso di familiarità, di casa.
  Poi Adrien rise piano, espirando con le narici sui ciuffi scuri che ricadevano sulla fronte della ragazza. «Sai cos’è buffo?»
  «Cosa?»
  «Che in tutto ciò dobbiamo ancora dirlo ai nostri genitori.»
  Anche Marinette, allora, rise. «Vero. Ma abbiamo tempo, per quello.»
  Ed era così. C’era ancora una grande varietà di esperienze che dovevano sperimentare, ma il tempo, in quella lunga avventura in cui si promettevano di affrontare insieme, era loro amico.
  Il futuro, ora, sorrideva ad entrambi, apparendo loro più smagliante che mai.


Note dell'autrice
 Mi scuso nuovamente per il ritardo, visto che a quanto pare non è servito scrivere tutta la long prima di pubblicarla per aggiornare regolarmente. Ma anche se con gli ultimi capitoli vi ho fatto penare (di nuovo, mi dispiace averci messo così tanto nonostante le buone intenzioni), la long, finalmente, è giunta al termine! Sono soddisfatta di essere riuscita a concluderla, perché, da lettrice, so quanto possano dare fastidio le long lasciate a metà.
  Ma torniamo alla storia. L’epilogo non avviene dopo un salto temporale, ma la sera stessa del capitolo precedente, e questo perché era mia intenzione che la storia iniziasse e terminasse sempre durante la notte del 31 ottobre.
  Come avevo già anticipato un po’ di tempo fa, c’è stata una piccola parentesi su Chloé, ma proprio piccola piccola. Personalmente questo personaggio mi piace tanto e trovo che ci sarebbe tanto da dire sul suo conto, ma non era questa la storia adatta.
  Per lo stesso motivo, anche il trio di OC che ho introdotto due capitoli fa ha avuto ben poco spazio. Mi sarebbe piaciuto poterli maggiormente approfondire, ma, di nuovo, la storia non l’ha permesso.
  Detto ciò, non ho davvero nient’altro da aggiungere su questa storia se non che termina ufficialmente qui. Tuttavia sto già lavorando a un’altra mini-long (un altro AU) – senza contare tutte le altre one shot che sicuramente pubblicherò –, quindi, per chi fosse interessato, ci si rilegge presto! Io non posso fare altro che ringraziare tutti quelli che hanno seguito questa storia e salutarvi, almeno per il momento!
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: Shireith