Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: Enchalott    19/08/2018    9 recensioni
Pianeta Namekk. Bulma si sta amaramente pentendo di essere partita con gli amici per cercare le Sfere del Drago originali. Troppi nemici, troppi esseri mostruosi con poteri sovrumani, troppi interessi in gioco. Sola e indifesa, si aggira sul pianeta, cercando di salvare la pelle.
Vegeta desidera le Sfere, desidera vendicarsi di Frieza e desidera sconfiggere Kakarott. Ma deve giocare bene le sue carte e scegliere con cura i suoi eventuali alleati, per evitare di rimetterci la vita.
Che cosa accadrebbe se, diversamente dall'originale, i principe e la scienziata si incontrassero e si parlassero già in quest'occasione?
"Qualcosa le piombò addosso con la rapidità del pensiero, inchiodandola alla roccia con una forza disumana, tappandole la bocca e impedendole qualsiasi reazione. Non ebbe neppure il tempo di trasalire.
“Non un fiato…” ringhiò Vegeta, trattenendola saldamente e continuando a premerle sulle labbra con la mano, il viso a un centimetro dal suo.
Bulma si irrigidì, pensando di essere giunta alla fine dei suoi giorni. Serrò gli occhi, terrorizzata e rassegnata a subire quella sorte terribile.
Non successe nulla."
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Stasi

La terrestre si era seduta a terra e si fissava le punte dei piedi con aria sconsolata.
Erano lì da ore, ormai. Gli scagnozzi di Frieza avevano fatto base poco distante ed erano in costante comunicazione con il resto dell’esercito tramite gli scouter.
 
Gira sempre male, dannazione!
 
Vegeta aveva capito che le Sfere non erano ancora state trovate e che doveva essere successo qualcosa che aveva tenuto impegnata la Ginyū Tokusentai. Almeno in quello era stato fortunato, non ce l’avrebbe sicuramente fatta ad affrontare contemporaneamente tutti e cinque i membri della squadra.
Forse il figlio di Kakarott e il suo amico pelato stavano combattendo. Aveva percepito un’energia spirituale vastissima, ma non era riuscito a identificarla.
Strinse i pugni, innervosito dall’immobilità e si alzò dal masso su cui si era sistemato.
Tutto intorno a lui iniziò a girare e si distorse, sfumando nel buio. Si resse alla roccia, portandosi una mano alla fronte. Non aveva dormito a sufficienza, neppure in quei pochi minuti di sonno rubati all’ombra dell’astronave ammiraglia e neanche nella capsula di rigenerazione, successivamente allo scontro con Zarbon. Non ricordava l’ultima volta in cui aveva mangiato. In quelle condizioni, sarebbe stato impensabile anche combattere con uno di quei babbei là fuori. Altro che sfidare Frieza!
“Vegeta…”
“Che vuoi?!”
Riaprì gli occhi, cercando di non mostrarsi sfinito come in realtà si sentiva.
La ragazza lo scrutò con interesse. Se stava anche solo pensando di sfruttare la sua spossatezza per dileguarsi…
“Sono ancora laggiù quei tizi?”
“Certo che ci sono… o non me ne starei qui a girarmi i pollici in compagnia di una mocciosa petulante!”
“Ehi! Non sono certo io ad aver scelto la tua vicinanza! Sei tu che mi stai trattenendo! Credi che mi diverta a condividere la giornata con uno squilibrato presuntuoso come te!?”
“Che cosa hai detto!?”
“E poi non sono affatto una mocciosa! Ho ventisette anni, sono una scienziata geniale e fuori dal comune!” continuò lei, ignorando la sua espressione furente e passandosi la mano tra i capelli azzurri.
“E in tutto questo tempo nessuno ti ha insegnato a tacere!?”
“Mi stai dando della vecchia, forse?” ribatté lei offesissima “Guarda che solitamente i ragazzi fanno a gara per uscire con una bellezza come me!”
Vegeta iniziò a inalberarsi. Lei continuava a rigirare a proprio piacimento le sue intimidazioni, frastornandolo e dando aria a sciocchezze di portata colossale, a fronte del frangente pessimo nel quale, invece, si trovavano immersi.
“Patetici terrestri…” sputò tra i denti.
“Almeno noi non misuriamo la vita in termini di forza e distruzione!”
“Per questo siete destinati alla fine. Non risparmierò neppure uno di voi stupidi vermiciattoli!”
“Vallo a dire a Goku! Prova solo ad avvicinarti al nostro pianeta e ti farà fare la fine della volta scorsa!”
 
Goku? Ma chi diavolo… Kakarott!
 
Vegeta si raddrizzò e si mosse verso di lei senza fretta. Posò un ginocchio a terra e la afferrò per la casacca, trascinandola sgarbatamente verso di sé, le iridi d’onice che mandavano lampi d’ira terrificanti, l’offesa che bruciava insopportabile.
“Dimmi una cosa, donna… sei forse la sposa di Kakarott?”
La sua voce era algida e sottile come l’inverno, mentre le poneva quella domanda. Il suo sguardo, invece, aveva la profondità della notte… arrogante, infuriato e malvagio. Ma brillava anche di una luce fiera e indomita.
Bulma, suo malgrado, scoppiò a ridere.
Il principe sgranò gli occhi, spiazzato.
“Sei forse uscita di senno per la paura o sei pazza già di tuo?” le domandò, stringendo la stoffa gialla della sua blusa tra le dita.
“Per niente…” ridacchiò lei “Io la moglie di Goku? Beh, lui è davvero molto, molto carino e non nego di averci fatto un pensierino… ma è uno zuccone terrificante, bisogna spiegargli le cose almeno tre volte! Usa il cervello solo quando combatte! No, grazie, non fa per me, anche se è la persona più generosa che io conosca!”
“C-carino?” ripeté Vegeta stupefatto, pensando di aver trasposto male la parola.
Kyei… no no, aveva tradotto benissimo. Lei aveva fatto riferimento al suo aspetto fisico, non alla sua potenza… e al suo carattere altruista, non al suo rango.
“Perché mi guardi così?” gli domandò incuriosita.
“Perché dici delle idiozie! Considerare un guerriero in base alla sua faccia e al suo buon cuore… mai sentito nulla di più assurdo!”
“Prima di essere un guerriero, è un uomo…”
Chi!”
“Non capisco perché te la prendi tanto!”
Lui la lasciò andare e la fissò intensamente, ma senza rabbia.
Bulma si ritrasse leggermente, sistemandosi l’indumento sgualcito.
“Anch’io sono un uomo. Un guerriero. Io sono il principe dei Saiyan! Per me, contano la forza, l’orgoglio, la determinazione, il dominio. Io sono il numero uno, non certo perché sono più gentile degli altri o più attraente secondo i criteri di valutazione di una femmina! Mi darai tardiva ragione, quando sconfiggerò Kakarott e lo ammazzerò come un cane!”
La scienziata rimase a bocca aperta.
Principe… ecco perché la sua armatura era bianca e oro, differente dalle altre. Aveva notato che era abituato a comandare già quanto era giunto sulla Terra insieme con quell’altro energumeno calvo. Doveva aver ricoperto un ruolo d’élite anche nell’armata di quel mentecatto di Frieza. Era fuori dal comune, lo si evinceva dalla sua espressione, sebbene fosse in parte celata dalla polvere e dal sangue che gli imbrattavano il volto. Era intelligente, deciso e persistente… peccato che lo fosse nel male. Peccato che li detestasse così tanto e che volesse sterminare tutti i terrestri come aveva già fatto con…
“Quindi tua moglie ti ha scelto perché sei arrogante, aggressivo e con il sangue blu?” ribatté con sufficienza.
Vegeta sussultò, a metà tra l’imbarazzo e il nervosismo che quella donna riusciva a provocargli ogni volta che apriva la bocca.
“Cosa!?” gridò, sbattendo la mano contro la rupe “Ma come osi rivolgerti a me in questo modo!?”
La fenditura da cui era uscito il rettile violaceo si allargò e alcune pietre rotolarono rumorosamente ai loro piedi.
Bulma trasalì, maledicendo la propria eccessiva sfrontatezza, pregando che quel baccano non venisse udito dagli inseguitori. Ma era colpa del Saiyan! Era lui che gliele tirava fuori!
“Ehm…” balbettò “Non volevo offenderti… ho solo seguito il tuo discorso e…”
Chi!” sbottò lui, inarcando un sopracciglio “Io non ho moglie, se ci tieni a saperlo! Non ho tempo per le insulsaggini! E se anche se avessi, nessuna sarebbe degna di me!” aggiunse seccato, incrociando le braccia.
Poi spalancò gli occhi, guardingo, e si voltò in direzione dei soldati.
“Che cosa stanno facendo?” domandò lei con un tremito “Non avranno mica sentito lo smottamento?”
“Come faccio a saperlo!?” saettò lui “Percepisco le loro aure, non sono chiaroveggente!”
Guardò il dirupo franoso sopra di loro, aggrottando la fronte, meditabondo.
“Perché non provi ad arrampicarti lassù?”
“Non ci penso proprio!”
“Dovresti farcela, se sei così forte come dici!”
“Lo sono, maledizione!” esplose lui, furibondo “Parli sempre a sproposito! Se tocco quella parete, crolla tutto, non vedi com’è friabile? Ci sentirebbero di sicuro e non sono certo di trovare un altro schifoso rettile da usare come esca!”
“Oh, beh…” sospirò Bulma, appoggiando il mento sulle mani, imbronciata.
Il Saiyan aveva ragione. Anzi, era già tanto che non avessero captato il suo sfogo rabbioso di prima. Avrebbe dovuto stare attenta a non farlo adirare troppo o li avrebbero scoperti! Si stupì di se stessa.
 
Tu non pensi che lui ti farà davvero del male, Bulma, hai più paura di quelli là fuori…
 
“Senti, Vegeta, ho un’idea…”
Lui la fissò con un’espressione inquisitoria e cupa.
“Sarebbe importante riuscire a vedere che cosa combinano quegli individui… Magari stanno dormendo come ghiri e noi stiamo perdendo l’occasione di fuggire…”
“Quindi?”
“Ecco, tu non puoi volare e in effetti quelle rocce sono in bilico… ehm…”
“Ti decidi a parlare o no!?” tuonò lui spazientito.
“Prendimi in braccio!” gettò lei tutto d’un fiato.
“C-come?”
“Se riesci a sollevarmi oltre il ciglio erboso, posso controllare la situazione senza rischi”.
Il principe rimase imbambolato, puntandola come se fosse un’arma non convenzionale.
“Non pretenderai che faccia il contrario, vero?” brontolò lei indispettita.
Vegeta sospirò, scrollando la testa. La terrestre aveva ragione. Non era il momento di fare lo schizzinoso perché si sarebbe dovuto abbassare alla richiesta.
Scaltra e sfacciata. Sogghignò.
“Non farti beccare” raccomandò, facendo un passo verso di lei.
“E tu stai attento a dove metti le mani!” ribatté la terrestre, maliziosa.
Chi!”
La sollevò per la vita come se fosse una piuma, alzandola sopra le spalle e tenendola issata per aria.
La stretta del Saiyan era forte e delicata. Le sue mani guantate erano ferme e decise sui suoi fianchi. L’aveva alzata come se non avesse peso e la stava reggendo senza sforzo. Tutto di lui emanava un potere straordinario e terrificante. Era una creatura misteriosa e carica d’odio. Eppure, a lei sarebbe davvero piaciuto conoscerlo meglio. Avrebbe voluto che non fosse suo nemico. Avrebbe voluto ancora parlare con lui e sapere…
 
Cavoli, Bulma, sei incorreggibile… Sempre a giocare con il fuoco!
 
La terrestre era leggera ed esile. Vegeta era debilitato e stanco, ma non trovava difficoltà a innalzarla sopra di lui. L’idea che lei aveva partorito non era male. Se ne stava appoggiata al bordo roccioso, dandogli le spalle in piena fiducia. Come se lui fosse un alleato in quella situazione disgraziata. La ragazza aveva destato stranamente il suo interesse, il che era una novità per lui, che considerava tutti con lo stesso disprezzo. Si era sorpreso che Kakarott, tanto potente e valoroso, non avesse scelto una donna come lei… testarda, impudente e priva di timore. Forse non l’aveva sposata perché parlava troppo e aveva il dono di far saltare i nervi anche a lui. Sarebbe stato curioso di sapere perché mai fosse andata a cacciarsi in quella battaglia e perché se ne stava tutta sola e…
 
Insomma, Vejita, che cosa te ne importa di…!
 
“Oh, Kami! Oh, Kami!!” proruppe lei agitatissima.
“Che c’è!?” fece il principe, ritornando alla realtà.
“Vengono da questa parte! Adesso!!”
“Dannazione!!”
Vegeta tirò immediatamente indietro le braccia per riportarla al suolo e lei perse l’equilibrio. Scivolò giù, reggendosi alle sue spalle e restò aggrappata a lui, stringendolo forte, le dita artigliate alla sua schiena.
“Vegeta…”
La sentì tremare per l’agitazione contro di lui, mentre l’adrenalina gli si riversava in corpo, segnalandogli di agire all’istante, per salvarsi la pelle. Ma le sue mani, per un interminabile attimo, non riuscirono a staccarsi dalla sua vita.
 
Ma cosa stai facendo, Vejita?!
 
“Cielo!”
L’esclamazione della terrestre lo scosse. La allontanò bruscamente. Lei si stava contemplando con terrore i palmi, che erano sporchi di sangue fresco.
“Questo non è il mio… Tu sei ferito!”
“Dimmi qualcosa che non so!” ribatté lui iroso, guardandosi intorno in cerca di un’improbabile via di fuga nei dintorni.
“Vegeta!”
“Taci! Sto pensando!”
Il Saiyan assestò un paio di potentissimi calci alla parete rocciosa, in corrispondenza della fenditura già schiusa, creando un ulteriore varco. Il terriccio smottò, ma il buco rimase spalancato, tanto da consentire l’ingresso a una persona in quella che doveva essere una zona cava.
Le voci degli uomini di Frieza erano incalzanti.
Lui la prese per un braccio e la trascinò verso la spaccatura con decisione.
“Cosa fai!?” strillò lei “Io lì non ci entro! Magari è la tana di altri brutti rettili feroci!”
“Tu obbedirai a me, se non vuoi crepare subito!” ruggì lui, spingendola di forza nell’antro buio e seguendola velocemente, appena in tempo per celarsi agli sguardi dei soldati.
Le pietre in bilico rotolarono sopra l’apertura, sigillandola dietro di loro.
   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Enchalott