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Autore: Elgul1    26/08/2018    9 recensioni
Questa è la storia di come è nato. Questa è la nascita del più grande assassino dei Naraku questa è l'ascesa del Kuroyasha Sakata Gintoki.
Dato che mi sembrava giusto distaccarmi dal manga ho deciso di dare un vero e proprio passato al mio personaggio. Qua vedrete com'è nato e i suoi legami verso i Naraku e i suoi nemici Joi.
Buona lettura.
Genere: Avventura, Dark, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gintoki Sakata, Nuovo personaggio, Sakamoto Tatsuma, Takasugi Shinsuke, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Cinque anni dopo da qualche parte della foresta nera



" Non era necessario che voi veniste con me..." Brontolò il ragazzo alto dai corti capelli bianchi ai suoi due accompagnatori mentre, con calma, attraversavano il lungo sentiero verso il pendio della montagna sacra. 
" Io sono venuta solo per vederti perdere." Replicò stizzita una ragazza molto più bassa di lui e dai lunghi capelli verdi e una vestina azzurrina. 
" No, sei venuta perché sei solo una dodicenne e ancora non ti è permesso sostenere la prova." Replicò Gintoki piccato e beccandosi un calcio negli stinchi dalla giovane. 
" Non ti vantare solo perché hai quindici anni!" Sbraitò lei offesa pronta a colpirlo nuovamente ma venendo sollevata dal colosso che si trovava dietro di loro un uomo alto e dal fisico massiccio. 
" Su, su Ureka calmati." La avvisò lui prendendola sulla schiena e beccandosi i piccoli pugni della sua protetta. " E tu non fare come tuo solito Gintoki..." Lo ammonì severo conoscendo l'impusilvita di quel ragazzo prodigio. 
Il giovane sbuffò contrariato. " Nonostante la tua giovane età sei stato reputato degno di questa sfida. Ma non è detto che riuscirai al primo tentativo." Gli ricordo l'uomo.
 Gintoki annuì. " Shin, me lo hai detto da quando siamo partiti.... soltanto una persona su cento riesce a ottenere il seggio di una spada al primo tentativo." Rispose il giovane piuttosto scocciato di tutti quegli avvertimenti inutili. 
" Esatto quindi vedi di fallire subito!" Rincarò la dose la ragazzina ancora in spalla a Shin. 
Gintoki la guardò strafottente e mormorò:" Ma, almeno io, posso fare un tentativo a te toccherà aspettare altri tre anni."
 La ragazzina ringhiò e rispose:" Quandò avrò quindici anni sfiderò una spada più alta della tua e sarò io a comandare fra noi due."

Shin sospirò amareggiato ormai completamente esausto. 
Quei due erano davvero come cane e gatto, ormai era circa da tre anni che addestrava Ureka e Gintoki. La piccola era figlia di uno dei suoi migliori amici all'interno dell'ordine. Quando seppe della sua morte volle prendere subito la piccola rampolla come allieva per farla diventare, un giorno, degna del nome di suo padre. Gintoki gli era stato affidato da Utsuro in persona. La cosa, all'inizio, lo aveva scioccato ma il giovane si era dimostrato un vero genio del combattimento. Entrambi si erano dimostrati degni per essere riconosciuti come elitè tra gli stessi membri di Naraku e, toccava a lui, come terza spada, educare due possibili candidati a quel ruolo tanto ambito.

" Adesso, per favore, fate silenzio. Questo è un luogo sacro." Gli rimproverò entrambi mettendo a terra la ragazzina che si ammutolì. 
Il trio si bloccò di fronte a un cerchio delimitato da pietre e circondato da una folta vegetazione. Dopo alcuni istanti, dalle fronde degli alberi, uscirono sei individui. 
Ognuno di essi indossava una maschera raffigurante un animale diverso con un arma al proprio fianco poi si misero a semicerchio di fronte a loro tre. 

" Chi giunge oggi per affrontare la prova?" Chiese l'uomo posto più  a destra con la maschera di un toro sul volto e una lunga lancia tra le mani guantate. I due giovani chinarono la testa e misero la mano a pugno. 
" Il qui presente Gintoki. Addestrato da Utsuro nostro padrone intende affrontare la prova qua oggi. Io Shin, terza spada, sono qua come suo accompagnatore." Spiegò in breve serio. 
L uomo mascherato annuì e, voltandosi verso Gintoki, disse:" Chi fra noi vuoi sfidare giovanotto?" Il bianco si guardò attorno con aria quasi annoiata. " Ma dalla quinta spada in su non c'e nessuno?"  Chiese incuriosito e quasi deluso dal tono di voce. 
" Per una simile cerimonia loro non sono richiesti solo coloro che entrano tra le dodici hanno il permesso di vederli oppure sfidarli." Spiegò l'uomo piuttosto irritato dal comportamento privo di rispetto di quel bamboccio. - Ci sta trattando come se fossimo delle nullita? Ma chi si crede di essere?- Pensò piuttosto innervosito. Gintoki sbuffò portandosi le mani dietro la testa.         
   " D'accordo... che palle però va be sfiderò lui." Mormorò Gintoki annoiato indicando il secondo tizio più a sinistra con la maschera da scimmia e due corte lame attacate alla cintola.
" Molto bene... Gintoki affronterà Nobo delle due lame e undicesima spada." Annunciò il toro battendo la lancia a terra.     
" Undicesima?!?" Esclamò Gintoki stupefatto interrompendo il discorso. " Credevo di aver beccato almeno l'ottava o la settima posso cambiare?" Domandò ancora speranzoso.

Nessuna delle spade li presenti emise un fiato. Ureka cercò di soffocare una risata Shin scosse la testa pensando al disastro che sarebbe successo a breve.
" Fammi capire bene... credi sul serio di potermi battere così facilmente?!?" Gridò paonazzo il diretto interessato facendo un passo avanti ma venendo bloccato dal compagno vicino.
" Mi dai l'aria di essere una mezzasega..." Spiegò per indicare l'uomo posto dopo di lui a sinistra. " Lui sembra decisamente molto ma molto più forte di te." Aggiunse tranquillamente il giovane. Nobo non ci vide più. Con forza scosto la spada al suo fianco per poi togliersi il mantello mostrando un abito rosso come il sangue con sopra una sorta di corazza rudimentale fatta di pelliccia d'orso.  

" Ti insegnerò cosa sia il rispetto ragazzino." Disse colmo di rabbia estraendo le lame e mettendosi nel mezzo del cerchio.  
Gintoki si tolse l'imbraccatura protettiva e lanciò la spada a Shin che ne rimase stupito. " Non mi servirà. Tienila tu per favore." Disse mettendosi nel mezzo dell'arena suscitando stupore nelle altre spade.
 " Ma stiamo scherzando? Pensi davvero di affrontarmi senza armi e ne armatura?" Domandò totalmente confuso Nobo di fronte a tanta arroganza. Gintoki annuì mettendosi in posizione.
" Con te mi basteranno due attacchi per farti fuori." Annunciò serio in volto. 
L' assassino ringhiò stringendo con forza le armi tra le mani. - Ti ucciderò. Dannato piccolo bastardo sappilo.- Pensò fra sè e sè. Si sentiva umiliato come mai era successo prima d'ora.
  " Non appena il sole sarà sul promontorio la lotta comincerà preparatevi." Disse l'uomo toro.


-


Dalla cima della montagna, poco sopra il circolo di pietra, un uomo, dai lunghi capelli grigi, assisteva a quello spettacolo con ilarita. 
" La situazione la diverte maestro Utsuro?" Domandò un uomo alto ma dal fisico longineo e dalla maschera da corvo sul volto. Utsuro annuì.
" Il mio allievo è sempre il solito strafottente... Nonostante le botte che gli ho dato, in questi anni, continua a fare sempre così." Disse scuotendo la testa rassegnato.
 " Il suo avversario è Nobo. E' un ottimo sicario con molti elogi alle spalle. Credo che dovrà ripresentarsi l'anno prossimo." Disse l'uomo corvo sapendo che quel tizio, furioso, non era un avversario facile. Di lui si raccontava infatti di come, una volta, avesse sterminato una compagnia di più di cinquanta uomini da solo preso dalla foga e dalla rabbia. 
Utsuro si girò verso il suo Kuroyasha e, sorridendo, disse: " Vedi devi sapere una cosa su quel piccolo demonio laggiù..." Lo indicò mentre Gintoki respirava come per concentrarsi. " Quando lo presi con me era spaurito ma, al tempo stesso, era già capace di uccidere un uomo con la propria spada..." Il sole ormai stava per scendere. " Tutto quello che io ho fatto..." Sorrise quasi compiaciuto. " E' stato tirare fuori la bestia che dormiva sopita nel suo animo." Concluse mentre, sotto di se, la lotta cominciava.


-


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Non appena il sole fù in posizione Nobo scatto come un razzo verso Gintoki. Provò con un affondo a colpirlo ma, quello, evitò l'attacco scartando a destra. L'assassino lo inseguì con una serie di stoccate ma, il giovane, continuava a eludere ogni suo attacco con una facilità che stupì lo stesso assassino. Nobo, con un salto, si portò alle spalle del giovane che, con calma, scansò l'attacco alle sue spalle roteando su se stesso per poi evitare un secondo attacco dal basso spostandosi di lato.

- Come può evitare una simile combinazione? Che razza di mostro è?- Pensò stupefatta la spada mentre attaccava incrociato con entrambe le lame per poi notare Gintoki eseguire un balzo all'indietro per distanziarsi. 
" Allora è tutto qui quello che sai fare?" Domandò il giovane piuttosto annoiato. Nobo strinse i denti e la presa sulle sue lame facendo diventare le nocche bianche. 
" Ti uccido!" Urlò con quanto fiato aveva in gola scagliandosi come una furia su di lui. Gintoki deviò l'attacco col braccio sinistro ed entrò nella sua guardia. Concentrò la sua forza nel pugno destro e lo sferrò contro l'addome dell'avversario. Si senti un crack l'armatura e le costole dell uomo si rupperò sotto quel pugno micidiale. Nobo sputò sangue tenendosi il punto colpito con la mano destra. 
" Un attacco eseguito ne resta un altro." Disse Gintoki come monito.
 " E' stato solo un colpo fortunato." Replicò l'assassino.
 " Se fosse stato un colpo fortunato ti avrei ucciso con questo colpo Nobo finendo questo spettacolo pietoso." Replicò il giovane serio e deluso dallo scontro a cui stava partecipando. Nobo si gettò di nuovo su di lui senza replicare. Gintoki afferrò la mano sinistra del suo avversario prendendogli il pugnale e, avvicinandosi al suo orecchio sinistro. " E siamo a due." Sussurrò mentre affondava il pugnale nella giugulare dell'uomo facendo così sgorgare fiotti di sangue.


Mentre il corpo di Nobo cadeva al suolo riempiendo di schizzi  l'interno del cerchio. Gli spettatori erano totalmente ammutolitì, le spade non sapevano cosa dire.
" Fai meno lo spavaldo!" Gridò una voce femminile appartenente a Ureka che fu prontalmente zittita da Shin che le bloccò la bocca con la mano destra.

L'uomo, con la maschera del toro, si riscosse dalla visione che aveva appena visto e annunciò:" Nobo, undicesima spada, è stato sconfitto..." Una delle spade prese il mantello e la maschera che appartenevano al morto e le porse a Gintoki con solennita. " Da oggi una nuova spada è sorta e il suo nome è Gintoki Sakata..." Le spade chinarono la testa in segno di rispetto e unirono il palmo della mano sinistra col pugno destro mentre il bianco prese e indosso il mantello sopra la schiena e, sul volto, indosso la maschera del suo predecessore.
" Quali sono le tue prime parole come spada compagno?" Domandò l'uomo toro curioso. Gintoki non rispose subito ma, con calma, guardò il corpo ormai morto del suo avversario per poi osservare il cielo illuminato sopra di se e rispose:" Per me questo ruolo è solo un trampolino di lancio..." Si tolse la maschera che gettò al suolo scioccando gli uomini di fronte a lui. " Quello a cui punto è lassu in alto..." Disse facendo voltare le spade e indicando con l'indice della mano destra la figura accanto a Utsuro. " Quello è il posto che voglio e che avrò un giorno... Perciò preparati Kuroyasha perché arriverò e ti strapperò quella posizione che detieni ormai da oltre trent'anni con le mie sole forze." Concluse Gintoki gettando al suolo anche la mantella e dirigendosi senza aggiungere altro verso le basi della montagna. 
" Gin aspettami!" Gridò Ureka tallonandolo e raggiungendolo mentre uno sgomento Shin si mise una mano sulla testa scuotendola. - Non ha capito in che razza di situazione si è cacciato.- Pensò lui sapendo che, sfidando così apertamente il Kuroyasha, si era fatto contro un nemico davvero potente.


-


Utsuro aveva sentito ogni singola parola detta dal suo pupillo e ne era orgoglioso. Lo aveva allevato e cresciuto per questo, migliorare e scalare la vetta e lui stava facendo quello per cui era nato. 
" Sei spaventato mio fedele Raido?" Chiese all'uomo al suo fianco. Quello scosse la testa. " Al contrario maestro. Era da anni che qualcuno non mi sfidava così apertamente e devo dirle che la cosa non mi dispiace affatto." Rispose tranquillamente. " La sua forza è sicuramente notevole per la sua giovane età però, al momento, non sarebbe in grado nemmeno di essere un degno partner di allenamento per me." Aggiunse con una nota di spavalderia nella voce.
" Non dovresti sottovalutarlo te l'ho già detto." Lo rimbeccò Utsuro. " La sua forza va oltre ogni mia più rosea aspettativa. Forse, al momento, è lontano dal raggiungerti però..." Si girò dirigendosi verso la sua dimora. " La scalata è solo all'inizio e lui presto arriverà alla vetta, devi prepararti mio caro Raido." Concluse allontandosi e diventando lentamente parte della stessa oscurita della notte.


-


" Mi spieghi dove stai andando razza di testone?" Domandò per la decima volta Ureka affiancandolo. Aveva seguito l amico lungo tutta la scarpinata e, quello, non si era mai fermato. 
" Sto andando a riposare mi pare ovvio." Replicò lui accelerando il passo. Aveva perso un'intera giornata dietro una posizione inutile. Era furioso! Non era abbastanza forte per le altre spade? Lo ritenevano così debole? Questo continuava a pensare.
 " Sei appena diventato una spada a soli quindici anni potresti anche esserne un'pò più contento." Disse la ragazzina seria in viso e a mo di rimprovero cercando di essere la voce della ragione. 
" Sai benissimo che per me, essere una spada, è solo una cosa temporanea. Punto a molto più in alto." Le ricordo lui fermandosi al limitare del bosco a pochi metri dai fuochi dell'accampamento. 
" Si, lo so benissimo però potresti mostrare anche un'pò di gioia per la posizione che hai ottenuto." Le disse ancora lei con più calma e cercando di essere dolce e premurosa col compagno. 
" Sono felice va bene?!?" Sbottò lui esasperato quasi gridando. " E' una gioia per me aver ottenuto un misero undicesimo posto e sapere che ancora ne mancano dieci prima di arrivare alla vetta!" Sbraitò ancora quasi furioso più con se stesso che con lei. Ureka non si lasciò intimidire. Se c'era qualcosa che aveva imparato in tutti quegli anni da quando lo aveva conosciuto è che, nonostante si mostrasse sempre freddo e strafottente, quel tipo nascondeva qualcosa dentro di se. 
" Non fai che nasconderti dietro tutta questa rabbia e irruenza. Non ti stanchi mai di essere così con tutti? Anche con me che sono la tua unica amica in questo dannato posto?" Disse lei rattristata di vederlo così furioso e così glaciale di fronte a tutto quello che lo circondava.
 Lui, di rimando, sbuffò quasi esasperato da lei." Meglio che vada a letto. Notte Ureka..." Rispose accomiatandosi diretto verso la sua tenda.








Angolo dell'autore: Eccomi tornato col secondo capitolo dello spin off :) a breve posterò anche un capitolo nella storia principale ^^ ciao grazie a chiunque legga.


   
 
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