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Autore: AdhoMu    02/09/2018    7 recensioni
[Alicia Spinnet/Bastian Macnair (OC)]
Il regolamento parla chiaro: al migliore studente del corso di Pozioni Avanzate, la Cambridge Magical University offre una borsa di studio per affiancare la docenza di Hogwarts sulle classi del 6° e 7° anno.
Grazie al punteggio stratosferico ottenuto agli esami, un esultante e macchinoso Bastian Macnair si aggiudica il posto e si appresta a raggiungere il castello dove - ne è certo - riuscirà finalmente a portare a compimento il suo Piano.
Una volta a destinazione, però, il nostro ambizioso antieroe scopre che si dovrà impegnare il doppio... per evitare di perdere definitivamente la testa.
*
Warning: prologo postumo!
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alicia Spinnet, Angelina Johnson, Nuovo personaggio, Walden Macnair
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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13. Luglio (Epilogo B, parte 1)

[Macnair]- Signorina Bell, signorina Johnson...
[Angelina] - Non dica una parola, la prego... Okay. Okay. Io non voglio sapere, anche se... anche se, in fondo, mi sa che lo sapevo...
[Katie] - Lo sapevi?!
[Angelina] - Se ti trovassi tutte le settimane in un’aula in cui sono presenti entrambi lo sapresti anche tu, te l’assicuro. Questi due trasudano elettricità, non so se mi spiego.
[Alicia] - Ehm, ragazze...
[Angelina] - Se la vostra, ehm... relazione ti fa giocare così bene, Aussie, io non ho proprio nulla da eccepire. Ora, però, credo di avere bisogno di metabolizzare la cosa.
(...)
[Alicia] - Aspettavi me?
[Angelina] - Sì.
[Alicia] - Ange...
[Angelina] - Ascolta, Aussie. Dimmi una cosa. Macnair ti piace sul serio?
(Pausa).
[Alicia] - Sì, mi piace. Molto.

Alicia sbattè le palpebre, sollevando un po' a fatica il viso dalla lucida superficie concava.
La voce di Angelina risuonò di nuovo, stavolta proprio accanto a lei, nel presente.
- Professor Silente, abbiamo finito...grazie per averci permesso di usare il suo Pensatoio.
Il Preside le sorrise mentre, in un fruscio di vesti, rientrava nella stanza.
- Non c'è di che, signorina Johnson.
Le due ragazze si allontanarono, discendendo in silenzio la scala elicoidale dai gradini di pietra smussata.
- Ho ritenuto necessario mostrarti quello che so, Aussie - disse infine Angelina. - Perdonami per la ficcanasata, ti prego.
Alicia non disse nulla, limitandosi a stringere gli occhi con fare pensieroso.

Bastian passava le giornate rinchiuso nella sua stanza, disteso sul letto, a covare i suoi fantomatici piani di vendetta. Aveva perso il conto dei giorni, dell'alternanza del giorno e della notte, del passaggio delle ore.
Imbestialito nella sua impotenza, furibondo per il tatuaggio (disegno orrendo, infima fattura, per Salazar Miserrimo) che gli deturpava il braccio, amareggiato per il fatto di non poter raggiungere Alicia, restituirle i ricordi e partire con lei, e infine aizzato dalla magia oscura che, volente o nolente, si era diffusa e installata dentro di lui dopo l'apposizione del Marchio, il ragazzo si crogiolava nell'odio allo stato puro e, dato che oramai non poteva fare più nulla per sovvertire la situazione, non vedeva l'ora di cominciare a mettere a punto i suoi propositi di rivalsa.
Era lì, intento ad elucubrare soluzioni e ripicche una più macabra dell'altra quando, all'improvviso, la sua stanza scura fu illuminata da un bagliore. E fu così che, sotto il suo sguardo sgranato per la sorpresa, Uluru si materializzò davanti a lui. Le estremità dell'animaletto scintillavano di una luce così accecante che Bastian fu costretto a schermarsi gli occhi con la mano.
- Che cosa ci fai tu, qui? - chiese alla bestiola le cui zampe, becco e coda ritornavano progressivamente al consueto tono blu cobalto man mano che l'effetto della materializzazione svaniva.
Uluru zampettò in circolo per mostrargli che, infilato nell'anellino del suo collare, c'era un piccolo rotolo di pergamena.
Bastian lo ritirò in fretta e lo aprì con mano tremante e quando constatò che il messaggio era stato scritto con quell'inconfondibile grafia disordinata che avrebbe riconosciuto fra mille, lo lesse tutto d'un fiato.
Caro professor Macnair,
alla luce di recenti fatti (nella fattispecie, un colloquio estremamente rivelatore, tenuto con la mia collega Angelina Johnson) ho motivo di pensare che, fra di noi, esistano alcune questioni che necessitano di chiarimenti urgenti.
Mi permetto quindi di inviarle il mio
Ornitomagicus con questo messaggio, attraverso il quale la prego di farmi pervenire l'ampollina (o le ampolline) con i suoi ricordi, di modo che io possa prenderne visione e mettermi in pari.
Un caro saluto,
Alicia Spinnet.

Bastian sbattè le palpebre, leggermente intontito, e dovette rileggere la breve missiva un paio di volte.
Qualcosa di inaspettato era dunque successo.
Alicia doveva aver percepito che qualcosa non andava (un fondo di coscienza rimane sempre, anche dopo la cabcellazione dei ricordi) e ne aveva parlato con Angelina (o, forse, era stato il contrario), che le aveva rivelato la verità. Bastian si sentì immensamente grato nei confronti della Capitana del Grifondoro che, evidentemente, non aveva dato ascolto alla falsa versione dell'Amortentia e che, probabilmente, aveva già messo i suoi ricordi a disposizione di Alicia.
Ed ora lei, decisa a vederci chiaro, gli chiedeva di consegnarle le memorie in suo possesso per poterle debitamente ricollocare all'interno della sua vita.
Il problema, però, era evidente.
Bastian i ricordi ce li aveva ma, senza bacchetta, non era in grado di estrarli.
Bestemmiò come un turco quando se ne rese conto, tirando calci ai mobili e facendo volare oggetti tutto intorno; poi, dopo essersi arrovellato per qualche minuto, afferrò d'impulso il calamaio e scrisse sul retro della pergamena le seguenti parole:
Cara Aussie,
purtroppo la mia bacchetta è stata spezzata ed io non posso estrarre i ricordi. Sono numerosi e molto belli (i più preziosi che posseggo), te lo garantisco, ma mi dovrai credere sulla parola. Ne ho solo uno da consegnarti; l'avevo estratto per guardarlo, riguardarlo e rifletterci su.
Se un giorno ci rivedremo, sarò più che felice di condividere con te anche tutti gli altri.
Basteen
PS. Non uscire da Hogwarts e non venire qui!

Fatto ciò, sventolò il foglio per qualche minuto per farlo asciugare, lo arrotolò e lo inserì nel collarino. Poi, con un laccetto, fece un piccolo cappio e lo usò per fissare anche l'ampollina col ricordo.
- Stammi bene - disse poi ad Uluru, mentre quello ricominciava a magnetizzarsi. L'ornitorinco gli strizzò l'occhio e agitò la coda. Crack. Nel giro di un secondo, la bestiola si era smaterializzata, lasciando la stanza più buia di prima.

[Sebastian] - Tutto questo per dirti, tra l'altro, che io lo so (l'ho sempre saputo) che, nel giro di poche settimane, te ne tornerai in Australia, probabilmente per sempre. Ma voglio che tu sappia che vorrei poter disporre di più tempo per... per conoscerti meglio, sai.
[Alicia] - Senti... perché non vieni con me, allora?

Continuava a guardarlo e riguardarlo senza sosta. Ad un certo punto, preoccupato, il professor Silente si affacciò alla porta.
- Si sente bene, signorina Spinnet?
- Oh. Sì. Sì. La... la ringrazio, signor Preside - rispose Alicia, precipitandosi fuori dall'ufficio con troppi pensieri per una testa sola.

Trascorse qualche giorno e, di notizie di Alicia, neanche l'ombra.
Non che Bastian si aspettasse una qualche azione concreta da parte sua, questo no. Anzi, per dire il vero sperava proprio che lei non fosse tanto temeraria da azzardarsi ad abbandonare la sicurezza delle mura del Castello. Però, inutile negarlo, in un messaggio di controrisposta ci aveva sperato.
Che illuso.
"Probabilmente non mi ha creduto" si diceva, scoraggiato. E in effetti, tale ipotesi era più che plausibile dato che, per anni, la ragazza lo aveva considerato un fuori di testa da tenere alla larga.
Una sera, però, la sua attenzione fu attratta dal rumore sommesso di movimenti sospetti che avvenivano al di fuori della sua finestra. Il ragazzo lanciò un'occhiata al calendario, cosa che non faceva da giorni. Era il due luglio: Alicia doveva essere già partita, ormai. Ciononostante, i rumori continuarono. Bastian tese l'orecchio, incuriosito.
Ed ecco che, fra le imposte semiaperte fece capolino una figura scintillante.
Era un grazioso wallaby d'argento che, dopo essersi introdotto nella stanza e aver descritto un paio di giri a saltelli vivaci, parlò con inconfondibile accento del Sud:
Tienti pronto Sebastian.
(Ok, non lo aveva chiamato 'Basteen', ma neppure 'professor Macnair', né gli aveva dato del 'lei', e questo era già un buon segno).
Siamo qua fuori.
Non appena tuo zio sloggia, ti portiamo via.

Il cuore del ragazzo prese a pulsare furiosamente.
Un paio di secondi dopo, altro Patronus. Il piccolo canguro d'argento completò il messaggio del precedente confratello:
Prepara le tue cose, ma sii silenzioso.
Agiremo con la massima segretezza.

"Ma che dispendio di argenteria, per la miseria!" non potè fare a meno di pensare lui. Da quando aveva scoperto la forma del suo, di Patronus, non aveva più osato produrne nessuno - ed ora, privo di bacchetta, non avrebbe potuto farlo neppure se avesso voluto.
Subito dopo, Bastian si riscosse.
Non perse tempo a chiedersi chi, esattamente, fossero "loro", né in che modo Alicia avesse intenzione di farlo evadere. Risoluto, corse ad aprire l'armadio per preparare il baule. Com'era da immaginarsi, fu subito attanagliato da un lieve sconforto alla vista dell'abnorme quantità di effetti personali che aveva accumulato nel corso degli anni.
- Dunque. Collezione di calderoni DeLuxe... Guardaroba completo haute couture di Madama McClain... Guanti fatti a mano... Riferimenti bibliografici dalla A alla Z... Cristalli, murani, provette...
Niente da fare: avrebbe dovuto eseguire un Incantesimo di Estensione molto ben congegnato per farci stare tutto; fece quindi per agitare la mano e recitare la formula, per poi ricordarsi che la sua amata bacchetta di ebano giaceva spezzata sul comodino. Dalle due estremità spuntavano i tristi ciuffetti di lana di Vello Magico, irrimediabilmente recisi.
- Oh, ma per Salazar Impietoso!... - gemette Bastian, spostando freneticamente lo sguardo da una parte all'altra. - Dunque, ricapitolando. Seta. Vigogna. Cotone dell'Alabama. Lino egiziano. Ok. Gemelli d'oro... Madreperla... Gli smeraldi... Oh, ma per tutte le palle al piede del Barone... Calderone di rame: indispensabile. Set di alambicchi di Cristallo di Boemia. No, non si può vivere senza... Uhm, "Distillare Senza Mani"?!... Forse questo non...
Uno schianto fragoroso lo fece sussultare: le imposte della finestra erano state spalancate di scatto (praticamente divelte, in effetti) e con un balzo, doo essersi strappata via un telo invisibile dalla testa, Alicia era atterrata nella stanza.
"Alla faccia della segretezza" pensò Bastian trafelato, visto che, ovviamente, tutta l'operazione si era svolta con il maggiore strepito possibile. Come volevasi dimostrare, Alicia era veramente riuscita a fare un baccano del diavolo.
- Alicia! Oh, per Salazar. Spero non ti abbiano vista...
- Tranquillo. Questo Incantesimo di Disillusione Tessile è un vero portento. Non ci ha visti nessuno.
Lui le rivolse un'occhiata interrogativa.
- C'è anche Angelina. E altra gente - aggiunse lei, per poi avvicinarglisi in fretta in un turbinare di capelli biondi, luminosa e bella come una spiga di grano. E, fatto più importante, guardandolo senza alcun timore.
Bastian avrebbe tanto voluto abbracciarla, ma capiva che per lei, ancora priva dei ricordi di loro due insieme, il fatto di trovarsi lì era già di per sé un qualcosa di straordinario. Così, imponendosi di starsene buono, si limitò a dirle:
- Quindi mi hai creduto...
Lei lo guardò con fare furbesco.
- Ma certo! In realtà, avevo già capito che potevo fidarmi quando Uluru ha accettato di venire da te. Se le cose non fossero effettivamente cambiate, lui non lo avrebbe mai fatto!...
Prima che Bastian potesse ribattere, la ragazza esclamò, sbrigativa:
- Dovrai spiegarmi un po' di cose ma ora, per prima cosa, ce ne andiamo. Il baule, svelto!
Lui le rivolse un’occhiata scandalizzata.
- Ma... ma non è pronto! - le rispose, additando il discreto cumulo di oggetti (disposti in ordinatissime pile sul letto e sulla scrivania) che ancora si trovavano in attesa di essere riposte.
- Riempirlo a mano mi sta portando via un sacco di tempo...
Alicia lo ignorò.
- Adduco Maxima! - urlò, agitando la bacchetta.
Gli oggetti di Bastian schizzarono verso il baule, tutti insieme, accalcandosi disordinatamente nell'angusto scompartimento di legno, in un caos indegno di calderoni, libri, gemme, camicie, cravatte, ampolle e chi più ne ha più ne metta.
Bastian rimase immobile per un secondo, guardando desolato tale scempio in un misto di scoramento e svenimento incipiente. Stava per rantolare qualcosa sull'assoluta mancanza di criterio della ragazza, quando la porta della stanza si aprì di scatto, facendoli saltare indietro.
Era Madama Sharon, che li guardava con cipiglio.
Alicia fece un passo in avanti e la fronteggiò, bacchetta sguainata.
- Maaadam - le disse, con tutta la determinazione che fu in grado di tirare fuori. - Sebastian viene con noi, che lei lo voglia o no. Non mi costringa a farle del male!...
La strega alzò le mani sbuffando.
- Macché male e male - rispose, piuttosto risentita. - Non ho proprio nessuna intenzione di impedire un bel niente.
- Ah no?
- Cosa credi, biondina? - continuò quella con un certo rammarico. - Se il mio Celestino non se ne va ora, gli faranno qualcosa di brutto... sono solo salita a dirgli addio e a consegnargli un paio di cose.
Bastian si voltò allora verso Madama Sharon, che lo guardava trattenendo le lacrime.
- Questo è per te - gli disse lei, porgendogli una bella bacchetta lucida di cera. Era piuttosto lunga, perfettamente cilindrica e di un bel legno di castagno marrone rossastro; quando Bastian la toccò, emise un piccolo getto di scintille gialle dalla punta.
- Di chi...?
- È la bacchetta di tua nonna, la madre di Magdalena. Dovrebbe obbedirti facilmente, le ho parlato io. Dice di avere nostaglia di essere usata. Per ora andrà più che bene, poi vedrai tu.
- Oh. - Bastian accarezzò delicatamente la bacchetta che era appartenuta alla madre di sua madre.
- Portati via Zlatan - gli disse poi Madama Sharon, porgendogli una borsa termica dall'aria vetusta. Evidentemente, la cornacchia si trovava in fase di ibernazione. - Quando sarà ritornata adulta, mandamela indietro. Non c'è bisogno di dirmi dove sei. Basta che mi fai sapere che stai bene.
Bastian avvertì un pizzicore sospetto al canale lacrimale e, senza pensarci troppo, raggiunse la corpulenta strega e l'abbracciò.
- Grazie, grazie màthair Sharon - le disse, posando la guancia sulla criniera di capelli spettinati. - Ma tu, cosa farai? Il signor zio si arrabbierà moltissimo...
Oltre le imposte della finestra, si udì distintamente la voce di Angelina Johnson che sibilava qualcosa del tipo "muovetevi, cazzo!"
- Non ti preoccupare, a Walden ci penso io. - rispose la strega, evidentemente commossa. - Abbi cura di te, figliolo. Prendi, prendi questo.
Fra le mani reggeva un fagotto a scacchi, che tese verso il ragazzo.
- Oh. Che cos'è?
La strega lo guardò con affetto.
- Una torta di fagioli per il viaggio...
Bastian stava per ribattere un diplomatico "grazie no, non ce n'è bisogno", quando Alicia scattò in avanti, si impossessò del fagotto e lo legò velocemente al manico della sua Comet.
- Oooh, che pensiero gentile! - cinguettò la ragazza, al settimo cielo. - Adoro le torte di fagioli; sono squisite assieme ai tortini di carne di varano di Nonna Hanya!...
Bastian la fissò a bocca aperta, privo di reazione.
- Sebastian - commentò Madama Sharon, serissima. - Giuro sul mio set di casseruole che, se non te la sposi, ti rintraccio in capo al mondo e ti ammazzo a mani nude.

Bastian non avrebbe mai pensato che, un giorno, si sarebbe visto fuggire dalla casa del signor zio, tanto più che a cavallo di una scopa.
- Ehm... non sarebbe meglio smaterializzarsi? - disse ad Alicia, quando lei gli illustrò il piano di fuga.
- Ci abbiamo provato, ma a quanto pare tuo zio ha schermato la zona.
- Io su quel coso non ci salgo - dichiarò lui. Cavalcare una scopa avrebbe sancito la rinuncia all'ultimo briciolo di classe che gli rimaneva.
Lei aggrottò la fronte.
- Non credo tu abbia molta scelta.
Chiaramente, Bastian dovette convenire.
- Oh, per Merlino. Va bene. Come... com'è che si fa?!
- Oh, per Godric! Qualche lezione della Bumb l'avrai anche fatta...
- Per dire il vero ho sempre chiesto l'esonero...
- Oh, per le sette gonne di Morgana. Stento a credere che noi due...
- Ma è tutto vero!...
- Mi chiedo sulla base di cosa.
- Va beh, sulla base di altre cose... E... ehm.
- 'Ehm' cosa?
- Salgo dietro di te?
- le chiese, speranzoso. Alicia gli rivolse uno sguardo fra il titubante e il severo.
- Assolutamente no. - ("Ancora non si ricorda, porco paiolo!") - Ne abbiamo portata una anche per te.
Tentando di ignorare il senso di vertigine che gli faceva girare la testa, Bastian afferrò il manico che lei gli porgeva e salì sul davanzale. Gli tremavano le gambe e la sua espressione doveva essere così terrorizzata che, da sotto un mantello disilluso, spuntò il volto conosciuto di un ragazzo.
- Andiamo, meglio che ti porti io - disse Oliver Baston, infilato nell'inconfondibile felpa gialloblu del Puddlemere United.
Mentre Bastian montava dietro di lui, Angelina Johnson e Katie Bell, anch'ella presente, assicuravano il baule alle loro scope, con l'aiuto di Alicia e Madama Sharon.
- Tutto pronto? - chiese Angelina.
- Andiamo - Katie strinse l'elastico che le tratteneva la chioma corvina. - Carbry e Morag ci aspettano al drop-off.
- Dove andiamo? - volle sapere Bastian, tanto per andare sul sicuro.
- Al Terminal Passaporte Intercontinentali - rispose Oliver, rimboccandosi le maniche. - Tieniti stretto, amico.

Volare sulla scopa di un quiddista professionista in compagnia di altre tre invasate di quello sport da barbari fu una delle esperienze più traumatiche che Bastian aveva dovuto affrontare vita natural durante.
Quando giunsero a destinazione dopo una ventina di minuti di puro terrore (fra scarti, virate e capogiri), il povero pozionista era ormai sull'orlo di una crisi di nervi e spettinato da far spavento.
Visto il periodo di alta stagione, il Terminal era affollatissimo di streghe e maghi in procinto di recarsi in vacanza.
- Noi rimaniamo qui fuori a controllare che non arrivi nessuno di indesiderabile - disse Katie.
Alicia abbracciò prima lei e poi Oliver.
- Grazie di tutto ragazzi.
- Buon viaggio, Aussie.
- Al drop-off, presto! - esclamò Angelina, atterrando con un salto sul pavimento lucido e ingombro di valigie, bauli, fagotti e cestini contenenti animali di ogni tipo. Si avviò di corsa zigzagando fra i gruppi di passeggeri in attesa, seguita da Alicia e Bastian che facevano levitare il bagaglio del ragazzo, con lui che si sforzava stoicamente di ignorare i rumori molesti che provenivano dall'interno del baule.
Carbry li aspettava davanti al bancone del drop-off, in compagnia di una ragazza bionda che Bastian aveva già visto, ma che non conosceva personalmente.
- Il tuo baule è già partito, Aussie - disse, a mo' di saluto. - Date qua quello di Sebastian; ci pensiamo io e Mog.
- Voi nel frattempo raggiungete l'imbarco - aggiunse la ragazza che rispondeva al nome di Mog. - Le file sono lunghissime oggi, ma Cormac e Lee dovrebbero essere riusciti a tenervi il posto.
Bastian guardò il suo ex compagno di stanza e si avvicinò per salutarlo.
- Te ne devo una, Bell.
- Dimmi una cosa, MacGenio - gli disse Carbry sotto voce, di modo che solo lui potesse udirlo. - I compari di tuo zio ti hanno per caso...
La mano di Bastian scattò automaticamente a stringere l'avambraccio sinistro.
- Come sospettavo - commentò l'apprendista Medimago, sbuffando fuori il fumo. Frugò rapidamente nelle tasche del kilt e, dopo aver estratto un arsenale di tabacco trinciato, cartine, filtrini, stetoscopi e milze-giocattolo, tirò fuori un boccettino verdognolo.
- Questa roba serve per tenere a bada gli effetti della magia oscura contenuta nel Marchio. Sull'etichetta c'è la ricetta, quindi potrai riprodurla tu stesso senza alcun tipo di problema.
Bastian afferrò l'ampolla, lanciando una breve occhiata alle istruzioni. "Davvero semplice", pensò.
- Quando però arrivi - aggiunse Carbry, con una scrollata di cenere - ti suggerisco di parlare con qualche strgone-tatuatore aborigeno per vedere se riesci a fartelo levare.
Bastian annuì e gli tese la mano.
- Grazie di tutto, mate.
- Fai il bravo, musone - gli rispose Carbry, allungandogli un'energica pacca sulla spalla. - Ci rivedremo presto.

Una volta salutati Angelina, Carbry e Mog, Alicia e Bastian si precipitarono verso gli imbarchi per l'Oceania. A circa metà della lunghissima fila delle Passaporte dirette a Darwin, avvistarono la criniera di rasta di Lee Jordan, che li aspettava insieme ad un nervosissimo Cormac McLaggen.
- Da questa parte, presto! - li chiamò Lee, porgendo ad Alicia la piccola cesta di vimini con dentro Uluru.
- Noi ora vi lasciamo - soggiunse Cormac - Fred e George ci hanno appena comunicato di avere percepito strani movimenti: meglio non dare nell'occhio.
- E mi raccomando, Aussie - rise Lee, salutando Alicia con un abbraccio che a Bastian non piacque affatto. - So che MacCool è splendido ma, se cambi idea, io sono qua okay?!
- Sii giudizioso in Giamaica - gli rispose lei con un sorriso. - A te invece non lo dico neanche, Corm. Sarebbe inutile, no?!
Accompagnati da una breve risata, Lee e Cormac si smaterializzarono. Bastian e Alicia rimasero soli.
Si vedeva che lei non si sentiva ancora del tutto a suo agio in presenza del ragazzo; e lui stava per aprire bocca e dirle qualcosa a riguardo quando, improvvisamente, una voce amplificata risuonò nell'aria:
- Tutti i passeggeri in transito per l'Australia sono pregati di sottoporre le loro bacchette al controllo dei responsabili d'imbarco. Ripeto: tutti i passeggeri in transito per l'Australia sono pregati di sottoporre le loro bacchette al controllo dei responsabili d'imbarco. Grazie!
Con la coda dell'occhio, Bastian vide alcune figure nerovestite in rapido avvicinamento. Guardò meglio e si sentì raggelare: fra di loro, orrore degli orrori, c'era anche il suo signor zio. Cosicché decise di agire subito, senza indugiare oltre:
- Impedimenta!
L'incantesimo, per suo enorme sgomento, non andò a segno perché la bacchetta di castagno non gli obbedì; subito dopo, però, Walden Macnair rotolò a terra fra le urla dei passeggeri, colpito dallo Schiantesimo di Alicia, che aveva agito con fulminea precisione.
Bastian le rivolse un'occhiata sbalordita.
- Ne stanno arrivando altri Sebastian, guarda!
E allora lui, tentando questa volta di farsi obbedire dalla bacchetta di sua nonna, si mosse d'impulso. Afferrata la mano di Alicia, con un gesto disperato appellò la Passaporta che stava per essere consegnata al primo della fila e che già aveva cominciato a pulsare, pronta per il decollo.
Questa volta l'incantesimo funzionò. Quasi non fece in tempo ad afferrarla: nel giro di una frazione di secondo, avvertì il fastidioso strappo all'ombelico caratteristico della partenza.
"Che Salazar sia lodato".
Ce l'avevano fatta.

Note:
1) L'inimitabile Stephen King, grande Maestro, mi ha spesso insegnato che il potere dello scrittore è illimitato. L'idea di scrivere un epilogo alternativo mi è stata fornita da lui, che propone la stessa soluzione al termine dei sette libri che compongono la (meravigliosa) saga della Torre Nera. Infatti, dopo averci raccontato come vanno a finire le avventure di Roland & Amici, riprende di punto in bianco e ci dice, più o meno: "Questa è la fine della storia. Le cose, però, potrebbero essere adate anche in un altro modo...".
2) Un'altra cosa che sento di dovere a King, ora che ci penso, è il mio tentativo di collegare, in qualche modo, tutte le mie storie. Uno degli aspetti che più amo nelle sue opere, infatti, è ritrovare spesso i personaggi di alcuni libri inseriti all'interno delle vicende narrate in altri.
   
 
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