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Autore: victoria electra black    02/09/2018    2 recensioni
|| STORIA INTERATTIVA ~ CONCLUSA ||

“Credo proprio che lei abbia frainteso, professoressa... la statua... beh, ecco, la ragazza -sarebbe meglio- ha preso vita! E' viva, è una persona!”
-
E se ad Hogwarts dei ragazzi fossero stati 'cristallizzati' in diverse parti del castello e tenuti nascosti, per quasi un secolo, senza che nessuno se ne accorgesse?
Chi sono loro? Cosa ci fanno lì? E sopratutto per quale motivo la, ormai, dimenticata maledizione Kristallium è stata usata su di loro?
Un errore di Albus Potter e la caccia ai ricordi ha inizio.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Nuova generazione
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1

Ciao a tutti! ^^ chiedo scusa per l'enorme ritardo ma, sinceramente, aspettavo che mi arrivassero le risposte alle mie domande prima di procedere... invece mi sono arrivate solo quelle di 4 persone... quindi ho preferito dare la priorità ad altre situazioni – anche personali - nella speranza che arrivassero le altre. Cosa che, ovviamente, non è successa... pazienza.

Vi avviso che questo capitolo è incentrato sul passato e su cosa accadde 100 anni prima, in particolare ruota molto attorno alla figura di Eleonore e dei ragazzi che sono stati cristallizzati.

Mi scuso se non sono riuscita ad inserire tutti i personaggi, ma ho preferito agire così. Sicuramente saranno presenti nella parte 3 ;)

Vi comunico inoltre che il personaggio di Anncharlotte non farà più parte della storia, visto che la sua creatrice ha cancellato l'account.

A questo punto “accorcerò” la storia, sperando che non ci siano altre sparizioni.

Stiamo a -3 dalla conclusione.

Francamente questo capitolo non mi soddisfa molto, per questo ringrazio chiunque legga ancora la storia e chiunque decida di lasciare una recensione :)

Baci

Vic





CAPITOLO 12:

Passato e Presente”

- parte 2 -





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Cento anni prima, 24 aprile 1925...



Che dici meglio rosso o dorato?”

Se devo essere sincera, nessuno dei due”

Eleonore abbassò di colpo le braccia che tenevano in mano i vestiti, guardando di traverso la sua migliore amica attraverso lo specchio.

Seduta scomposta, prona e facendosi leva sui gomiti, Cecilya continuava a sfogliare il libro che l'aveva tanto affascinata quel giorno mentre Eleonore continuava a struggersi su quale vestito indossare quella sera, alla festa per il suo diciassettesimo compleanno, e quando Cecilya sfogliò nuovamente la pagina su cui stava leggendo, Eleonore si girò di scatto per riprenderla.

Possibile che dovesse ignorarla in un momento del genere?

Soffiandole il libro da sotto al naso e fregandosene altamente delle sue lamentele, la grifondoro le domandò:

Allora vuoi aiutarmi o no?! Perché mi era parso che tu volessi farlo quando te l'ho proposto, l'altro giorno”

Eleonore la fulminò con lo sguardo, mettendo le mani conserte sotto il seno ed attendendo una risposta che tardava fin troppo ad arrivare, per i suoi gusti.

Lya si mise a sedere per bene poi, scostandosi una ciocca dai capelli e sospirando pazientemente affermò:

Ma certo che voglio aiutarti Ellie”

Sei sicura? Perché a me sembra proprio il contrario”

La bionda alzò gli occhi al cielo, quasi esasperata.

Insomma, doveva essere per forza così teatrale e melodrammatica per uno stupido vestito?

Ok che avrebbe compiuto diciassette anni quella sera, allo scoccare della mezzanotte; ok che si raggiunge la maturità magica una volta sola nella vita; ok che forse Ellie aveva ragione quando affermava che lei stesse dando l'idea di non filarsela minimamente ma – sinceramente – Cecilya avrebbe tanto voluto trovarsi in un altro posto in quel momento, piuttosto che presenziare alla sfilata di moda che aveva inscenato la ragazza.

Quel giorno le aveva detto che l'avrebbe aiutata solo perché aveva notato quanto fosse abbattuta e sotto tono.

Ormai erano mesi che Eleonore non faceva che litigare con Dimitri. Litigavano di continuo e per le minime cavolate e sembrava proprio che al serpeverde ogni momento fosse buono per esplodere in una scenata.

Una volta l'aveva sentito lamentarsi di lei perché “Non mi lasci i miei spazi e mi sento soffocare”, un'altra volta se ne era uscito con “Ho da fare, non mi stressare, il mondo non ruota attorno a te Nora” - e lì a Lya aveva chiamato a sé tutto il suo auto controllo per non molargli un ceffone sul suo bel visino di cui si vantava tanto – ed un'altra volta ancora le aveva urlato contro per... non si ricordava neanche per quale ragione, in effetti, però ricordava che era stata l'ennesima sciocchezza. Trovandola a dire poco vergognosa.

E in tutte queste volte Eleonore l'aveva sempre perdonato, convinta che stesse solo passando un brutto periodo della sua vita.

Ora che ci ripensava, per questo quel giorno le aveva detto che l'avrebbe aiutata: voleva tirarla su di morale e distrarla quel tanto che bastava da non farle pensare al problema “Dimitri Nott ed i suoi sbalzi d'umore da donna mestruata”.

Voleva davvero aiutarla a non pensare a lui almeno una volta, specie il giorno del suo compleanno, e forse farla riflettere su quale vestito indossare, poteva essere la soluzione migliore.

Così, come rinvigorita da chissà quale energia, Cecilya si alzò dal letto e raggiunse la parte della stanza che era occupata dai vari vestiti eleganti fluttuanti.

Li guardò uno ad uno, con fare pensoso, fino a che il suo sguardo non si focalizzò su uno splendido abito lungo color blu notte. I suoi occhi brillarono come smeraldi sotto il sole e, emozionata come non mai, si affrettò a prendere il vestito per porgerlo alla sua amica.

Ecco, tieni. Metti questo!”

Questo?” Eleonore guardò prima il vestito e poi lei in modo scettico. Poi aggiunse:

Sei sicura? Non mi starebbe meglio quello verde oliva là, in alto a sinistra”

Assolutamente no. Sono più che convinta che questo vestito a sirena si addica di più alla tua figura tutte curve. E poi... volevi il mio aiuto o no?!”

Certo che lo volevo e lo voglio tutt'ora, che domande!”

Allora non controbattere e vatti a cambiare perché con questo vestito addosso...” Lya si avvicinò al suo orecchio e, con fare malandrino, le sussurrò:

... Dimitri non vedrà l'ora di levartelo di dosso, stanotte, dopo i festeggiamenti”

MA COSA DICI, LYA?!”

Rossa come un peperone Eleonore iniziò a schiaffeggiarle la spalla, palesemente in imbarazzo per l'uscita della sua migliore amica.

Dall'altra parte invece Lya scoppiò in una fragorosa risata; risata che fu ben presto emulata dall'altra grifondoro.

Almeno era riuscita a farla ridere di gusto, dopo tanti giorni di tristezza





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Eleonore camminava spedita per i lunghi e stretti corridoi di Grindelwald Manor.

I dipinti dei suoi antenati non facevano che complimentarlesi, chi in modo più vero e chi in maniera più finta. Ma anche se rispondeva cordialmente a tutti loro, in fondo a lei cose del tipo “quanto sei bella mia cara” o “hai l'aria di una principessa” non la toccavano minimamente.

Eleonore era sempre stata una ragazza modesta. Certo aveva sempre avuto occhio nel vestire ma non era la classica persona che si vantava delle proprie ricchezze; e in egual maniera lo si poteva dire della sua bellezza.

Sapeva di essere una bella ragazza e tanto le bastava. Niente di più, niente di meno.

Svoltò l'angolo che collegava le stanze di suo padre con il resto della casa, con molta nonchalance.

Sua madre le aveva detto di andarlo a chiamare per sapere se era pronto, visto che toccava a lui fare il discorso d'ingresso e visto che tutti i loro elfi domestici erano impegnati a mettere a posto l'argenteria e cianfrusaglie varie all'interno della villa. Ma, proprio mentre varcava l'arco d'ingresso alle sue stanze, venne bloccata dall'ennesimo dipinto di un suo antenato.

Eleonore dove vogliamo andare, così belle ed eleganti?”

La voce calda e pacata dell'uomo la fece voltare alla sua sinistra, catturando la sua attenzione fin da subito.

Il dipinto di Viktor Grindelwald non era solito salutarla ed in tanti anni che viveva nella sua reggia, mai il tarchiato signore dal severo cipiglio si era mai degnato di rivolgerle la parola.

Mai se non quel giorno. Per questo Eleonore rimase un attimo senza parole.

Buonasera zio Viktor” gli rispose alla fine con la medesima pacatezza inclinando leggermente la testa verso il basso, in segno di saluto. Poi, intenta a raggiungere il prima possibile lo studio di suo padre, decise di r-incamminarsi per essere – nuovamente – bloccata dalla sua voce.

Fossi in te non entrerei in quella stanza ed anzi, probabilmente non mi ci avvicinerei neanche se contenesse tutto l'oro del mondo”

Corrugando la fronte, si girò verso di lui per parlargli meglio.

Come prego?”

Sei sorda forse?”

Affatto zio”

Eleonore mandò giù pesantemente quell'offesa e, digrignando leggermente i denti e facendo finta di niente, gli domandò:

Allora, perché la mia presenza qui ti crea tanto scompiglio?”

Oh, mia cara, la tua presenza non lo crea affatto. Non a me, per lo meno. Ma temo che a qualcun altro potrebbe recare un certo fastidio se la figlia del capo fosse colta in flagrante ad origliare – anche se accidentalmente – i piani di quello che tu chiami padre. Lo dico per te, nel tuo interesse. E non per chissà quale tornaconto personale”

La grifondoro alzò il mento, impettita, mentre serrò forte la mascella.

Quindi... il dipinto di suo zio che non le aveva mai voluto rivolgere la parola, ora si preoccupava della sua incolumità?!

Beh, come situazione era davvero poco credibile e se pensava che lei gli desse ascolto... si sbagliava di grosso.



Anche se avrebbe fatto meglio ad ascoltare le parole di suo zio Viktor.



Grazie per l'avvertimento ma credo di essere grande a sufficienza per potermela cavare da sola” gli rivolse un veloce inchino, portandosi alcuni pezzi del vestito alle mani, e poi gli diede le spalle; continuando a camminare verso lo studio di suo padre.

Oh sicuramente non sei più una ragazzina Eleonore, ma hai ancora tanto da imparare. E dopo quello che sentirai, forse avresti fatto meglio ad ascoltarmi”

Eleonore fece finta di non averlo sentito e, una volta raggiunta la porta dello studio, si preparò a bussare per entrare.



Ma non varcò mai quella porta.



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Gellert aveva da poco terminato il suo discorso di apertura e Mino e Kalos non avevano potuto altro che applaudire alle parole del mago, così come l'avevano fatto anche le rispettive famiglie.

Quella sera tutti i membri più influenti ed importanti della comunità magica, erano stati riuniti sotto il soffitto di Grindelwald Manor.

Ed essendo i figli delle famose famiglie dei Duster e dei Soga – parlando di Mino- e Black e Burke – per quanto riguardava Kalos – anche i rispettivi genitori di entrambi erano stati invitati a presenziare. Se Kalos e Mino li aveva personalmente invitati Eleonore, si può dire che Gellert aveva fatto lo stesso con Gregor Duster, Kimiko Soga e Sargas Black.

Ma nessuno di loro poteva immaginare che quella fosse tutta una sceneggiata per poter distrarre i più potenti Auror di quel periodo, affinché Gellert potesse attuare il suo losco piano.

Nessuno poteva. Nessuno eccetto...



Eleonore! Eccoti finalmente! Buon compleanno!”



La voce di Kalos riportò la grinfondoro alla realtà proprio quando le parole che suo padre aveva pronunciato rivolto a Lycaon ore prima, minacciarono di farla crollare in mille pezzi.

Kalos si sporse verso di lei per darle un leggero bacio sulla guancia e, porgendole il regalo di compleanno, le si complimentò.

Wow sei bellissima stasera. A Dimitri prenderà un colpo non appena ti vedrà!” le disse ridendo appena ma, non appena notò che l'espressione di Eleonore non era cambiata, il ragazzo iniziò a preoccuparsi.

La grifondoro sembrava molto... persa. Sì, probabilmente era quella la parola più azzeccata per descrive l'emozione che le traspariva dal viso.

E Kalos non poté fare a meno di domandarsi se era per Dimitri che aveva quella faccia, o per qualcos'altro...

In quel momento anche Mino e Candice li raggiunsero e tutti e due ebbero la stessa impressione del moro. Guardandosi complici, il mezzo giapponese e la serpeverde le si avvicinarono solo per domandarle:

Ellie, tutto bene?”

Avrebbe voluto rispondergli di sì, che stava bene e che non dovevano preoccuparsi. Avrebbe tanto voluto farlo, davvero, e si impegnò pure per pronunciare quelle parole.

Ma la consapevolezza di quello che sarebbe successo, di lì a poco, minacciava di farla crollare davanti a tutti loro da un momento all'altro.

Il sapere cosa sarebbe successo, era un fardello troppo pesante da portarsi appresso. Ed era da quando ne era venuta a conoscenza che una strana sensazione di pesantezza l'aveva colta alla bocca dello stomaco; come se tentasse di schiacciare la sua volontà.

Come se volesse che lei mantenesse il segreto e, in qualche modo, coprisse il padre che l'aveva messa la mondo e che le aveva regalato quella collana di diamanti che portava al collo, per il suo compleanno.

E più tentava di soffocare la sua voglia di far prevalere la giustizia e più sentiva che raccontare tutto era la cosa giusta da fare.

Non voleva che tanti innocenti ci rimettessero la vita per colpa sua.

Non voleva che – dal giorno dopo – Hogwarts fosse impraticabile a causa della Maledizione Kristallium che Lycaon e gli altri seguaci di suo padre avrebbero imposto all'intero castello e a tutti i suoi abitanti, da lì a poco.

Non voleva, perché non lo reputava giusto. Corretto. E lei era pur sempre una grifondoro, in tutto questo.

Fu solo anche quando Cecilya li raggiunse e le chiese che cosa avesse, che tutta quella maschera di copertura che si era costruita con non poche difficoltà, si sgretolò in mille pezzi davanti agli occhi dei suoi più cari amici.

Pianse ininterrottamente per quelle che parvero ore e raccontò a tutti loro quello che aveva sentito.

E mai come in quella volta, Eleonore riuscì a buttar fuori tutte le sue emozioni che – da troppo tempo – non facevano che soffocarla internamente: tristezza a causa di Dimitri, delusione per via di suo padre ed il costante sentimento di non essere mai all'altezza. Mai all'altezza per le aspettative di sua madre, per quelle di suo padre e per quelle che – indirettamente – si aspettavano anche i suoi professori, solo perché faceva Grindelwald di cognome.



Quel giorno tirò fuori tutto.

Fino a che non rimase più niente da tirare fuori.



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Voi due volete fare cosa?”

Hai sentito bene Ellie, io e gli altri vogliamo agire e non restare in disparte come degli stupidi pupazzetti di pezza”

Mino guardò la sua compagna di casa con sguardo penetrante, mentre i suoi occhi color carbone quasi scintillavano per via della decisione che aveva preso.

Subito dopo aver sentito quale fosse il piano di Gellert Grindelwald, tutto il loro gruppo di amici ne era venuto a conoscenza. Piano piano anche Dimitri, Adam e Matt ne erano venuti a conoscenza. Ed alla fine erano tutti giunti alla stessa conclusione: loro volevano combattere.

Ed Eleonore Grindelwald poteva dire quello che voleva, ma la decisione ormai l'avevano presa e non sarebbero tornati indietro.

Vi rendete conto che è praticamente una missione suicida?!” continuò imperterrita la grifondoro, rivolgendosi a tutti loro senza staccare gli occhi di dosso dal ragazzo.

Mino scrollò le spalle con nonchalance, affermando:

Certo, ne siamo più che consapevoli”

E avete idea che quelli che mio padre chiama seguaci altri non sono altro che abili duellanti di Arti Oscure, lo sapete si?”

A quello penseremo dopo, veramente...” Adam fece un passo in avanti e con il suo solito sorriso furbetto continuò “... intanto focalizziamoci sul nostro obiettivo principale: evitare che la scuola venga cristallizzata, poi a come combatterli penseremo in seguito”

Eleonore lo guardò scettica.

Un piano geniale, davvero” affermò ironica alzando un sopracciglio.

Per tutta risposta anche Adam scrollò le spalle con nonchalance.

Potremmo sempre giocare la carta dell'effetto sorpresa, nel senso: all'ora “x” ci materializzeremo in quel luogo, incantando una passaporta; poi, i primi che arriveranno là provvederanno ad avvisare gli Auror rimasti nel Ministero e intanto, noi, cercheremo di agire nell'ombra per rallentare la cristallizzazione dell'intero edificio. Semplice ma efficace e nessuno ci rimetterà le penne. Allora, ti ho convinto adesso?”



In effetti...



Eleonore si morse le labbra.

Tutto sommato non era un cattivo piano e se cose si fossero svolte proprio nella maniera in cui Adam l'aveva esposta, probabilmente sarebbero riusciti a fermare quello pseudo colpo di stato, rimanendo comunque dietro le quinte.

Nessuno di loro si sarebbe realmente esposto, così come nessuno ci avrebbe rimesso la pelle.

Per questo, alla fine, Eleonore cedette e rispose:

Va bene, avete vinto. Tenetevi pronti, appena noto un qualsiasi gesto sospetto... non esiterò a dirvelo”

Tutti annuirono positivamente, convinti che niente sarebbe mai potuto andare storto nel loro piano.

Eppure nessuno di loro sapeva che quella sarebbe stata la loro ultima notte, prima di essere trasformati in delle statue di cristallo per cento anni.

Nessuno poteva immaginare che Dimitri fosse stato soggiogato.

Così come nessuno si aspettava che Lycaon – il Lycaon dei loro ricordi – fosse solo il frutto di un incantesimo dello stesso e che li scovasse uno ad uno e li riducesse in quella maniera.



E forse avrebbero fatto meglio a restarsene alla festa e far finta di niente.



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Dimitri li studiò uno per uno, guardandoli attentamente con le sue iridi glaciali. I suoi occhi si soffermarono un attimo di più su sua cugina Candice, il suo migliore amico Kalos e sulla sua ipotetica ragazza, Eleonore e fu proprio su di lei che il suo sguardo indugiò più di tutti.

Gellert l'aveva avvertito che aveva percepito la presenza di sua figlia mentre discuteva con uno dei suoi seguaci gli ultimi dettagli del suo folle piano, per questo gli aveva dato delle precise indicazioni nel caso in cui Eleonore avesse deciso di confidargli qualcosa per poi pensare bene di agire.

Gellert non era mai stato un padre affettivo e presente nella vita della figlia, ma quel che sapeva tanto gli bastava per inquadrare il carattere della ragazza.

Sapeva che non avrebbe retto una simile verità, così come sapeva che non si sarebbe limitata e restare in disparte a guardare. Lei avrebbe partecipato all'azione e probabilmente anche il suo gruppo affiatato di amici.

E le indicazioni a riguardo erano precise e dettagliate:

Fai finta di interessarti alla causa e poi, una volta arrivati al castello, lancia la Maledizione su Eleonore in modo che Lycaon possa agire indisturbato e perpetuare nel mio ideale. Fallo figliolo e te ne sarò riconoscente a vita”

Era quello il suo volere ed era ciò che Dimitri avrebbe fatto perché il ragazzo non sapeva che, anche se credeva di agire per proprio volere, in realtà era stato manipolato da mesi da Gellert e Lycaon.



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Il suono del bussare alla sua porta lo distolse dai suoi pensieri, invitando ad entrare l'ospite che aveva fatto convocare.

Mi hai fatto chiamare, Gellert?”

Loro sanno”

Non ci girò troppo in tondo ed arrivò dritto al punto. Lycaon si fermò poco dopo aver varcato la porta e, allacciandosi i polsini della camicia, sospirò.

Dimitri ha cantato?”

Dimitri ha cantato” ripeté l'uomo, con fare affermativo, sorseggiando l'ennesimo drink della serata.

Gellert continuava a dare le spalle al giovane Convel, mantenendo lo sguardo fisso davanti a sé ed osservando il suo riflesso nella vetrata della porta finestra.

Prese un altro goccio di quello che a Lycaon parve essere whisky incendiario, si bagnò le labbra con quel liquido trasparente e continuò:

Eleonore è il bersaglio di Dimitri, tutti gli altri li affido a te”

Quanti sono?” fu la sua unica domanda e Lycaon non si stupì quando Gellert gli rispose “Tutto il suo gruppo d'amici”

Bene...” Lycaon si allentò il nodo della cravatta e liberandosi di quell'indumento e sbottandosi leggermente disse:

Vado ad avvisare gli altri di prepararsi ed io farò al tre tanto”

Si girò in direzione della porta dopo aver notato il cenno di assenso che gli fece il suo mentore e si apprestò a varcarla quando... una domanda gli assalì la mente.

Se non sono indiscreto, zio, vorrei sapere una cosa...”

Chiedimi pure, mio caro”

Lycaon richiuse leggermente la porta e si affrettò a domandare:

Perché far fuori anche Eleonore? Insomma, è pur sempre tua figlia... non ti sembra un gesto troppo estremo? Chi porterà avanti il nome di famiglia, quando non sarai in grado di ricordarti di lei? Perché anche lei?”

Per il Bene Superiore, mi sembra ovvio. Ascoltando il mio piano, mia figlia si è cacciata da sola nei guai. Ed andandolo a raccontare ai suoi amichetti non ha fatto altro che peggiorare la sua posizione. Ormai è inevitabile un tale finale per lei e per quanto riguarda la mia discendenza Lycaon...” sorseggiò un altro sorso del suo whisky e, senza battere ciglio, affermò:

... Non potrebbe comunque portare avanti il mio nome, essendo una donna. Quindi tanto vale cristallizzarla come tutti gli altri. Posso anche fare a meno della sua presenza nella mia vita”



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Candice fu la prima ad arrivare e se ne rese conto fin da subito.

Atterrò con grazia davanti alle porte della scuola e, notando in lontananza le luci delle altre smaterializzazioni, si affrettò a seguire il piano come lo avevano stabilito.

Agitò velocemente la sua bacchetta davanti a sé e, focalizzandosi su uno dei suoi ricordi più felici, sussurrò l'incantesimo:

Expecto Patronum”

Nel giro di un secondo la sua leonessa evanescente le si posizionò di fronte, in attesa di ordini.

Va', presto! Corri al Ministero ed avverti gli Auror che fanno la guardia la notte. Riferisci loro che Hogwarts è in serio pericolo e che è necessario un loro intervento il prima possibile” agitò di nuovo la bacchetta sopra la sua testa, in un movimento circolare, e ripeté:

Vai!”

Ruggendo, così come era apparsa, la leonessa sparì dalla sua vista in una folle corsa nel cielo.





Quella notte, nonostante i sette ragazzi furono cristallizzati, grazie al loro aiuto riuscirono a scongiurare un evento dalle enormi ripercussioni.

La leonessa di Candice avvisò in tempo gli Auror di guardia e questi, nel giro di appena un'ora, riuscirono a catturare qualunque seguace di Grindelwald che aveva accerchiato la scuola.

Da quell'episodio le difese(*) dell'intera scuola furono alzate notevolmente e nessuno seppe mai che fu proprio grazie a quei sette ragazzi se la scuola – ed i suoi abitanti al suo interno - non divennero mai una struttura di cristallo, rilegata ad un'antica Maledizione che fu ben presto dimenticata.





NOTA:

Ho deciso di aggiungere questa nota solo per poter spiegare una cosa: (*) la smaterializzazione per Hogwarts!

Lo so che la scuola è protetta da tutta una serie di incantesimi e che è impossibile smateriallizzarsi al suo interno (specie poi se a farlo sono solo dei diciassettenni) MA, dato che ci troviamo nel 1925 e dato che è comunque una storia inventata, immaginatevi un periodo temporale dove la gente poteva farlo.

Che oltre a raggiungere la scuola via treno, gli studenti maggiorenni potessero smaterializzarsi – usando una passaporta – a loro piacimento E che poi, solo dopo il tentato colpo di stato, avessero deciso di limitare questa libertà solo a coloro che avevano superato il test di smaterializzazione e che avessero un permesso speciale per farlo.

  
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